Monte Sirai: uno scenario dai toni grigi regna dopo il devastante incendio del 9 agosto 2024 – di Nadia Pische
Era il 9 agosto 2024 quando “mani ignote” hanno attentato col fuoco il Parco Archeologico di Monte Sirai. Un vasto incendio, partito da un rogo, dalla zona di Flumentepido, ha scavalcato la strada e, a causa della fitta vegetazione, è salito velocemente sul Monte Sirai. Sul posto sono intervenute numerose squadre a terra, un elicottero proveniente da Pula e due Canadair. Paura per il personale in servizio, che è stato prontamente evacuato dai vigili del fuoco, fortunatamente, in quel pomeriggio, non erano presenti visitatori. Nei giorni successivi, sono state attivate operazioni di bonifica da parte dei volontari della Protezione civile e del Corpo forestale.
L’area archeologica non è stata “colpita” dalle fiamme, ma tutto intorno al complesso e alla zona ristoro, da quel terribile pomeriggio, regna uno scenario dai toni grigi e neri, che “prepotentemente” hanno preso il posto delle tonalità verdi tipiche della macchia mediterranea.
Appena scendi dall’auto, ad oggi, ti assale l’odore acre e distruttivo del fuoco ed i primi sentimenti che affiorano sono tristezza mista a rabbia, incomprensione, impossibile capire come non si possa avere rispetto per la natura, per la storia che il sito archeologico racconta. Le zone bruciate si alternano a quelle che ancora brillano di un verde sano e libero di crescere rigoglioso.
Arrivando in cima, le emozioni si mescolano e vagano tra dispiacere e meraviglia, così come racconta una famiglia veneta in visita presso il Parco venerdì 23 agosto: «Non eravamo mai venuti, salendo e cominciando a vedere le ampie zone bruciate, abbiamo provato un grande dispiacere che poi è stato sostituito dalla bellezza che questo sito ancora narra, peccato però che oltre al bruciato ci sia un’altra cosa che rovina il panorama di questa terra meravigliosa: le pale eoliche! Peccato non poter andare anche noi a votare contro…»
Nonostante tutto, il Parco archeologico già dopo qualche giorno è stato riaperto al pubblico che ha ripreso a visitarlo e ad apprezzarne il valore a livello storico e culturale.
Monte Sirai è un altopiano edificato dai Fenici di Tiro, provenienti da Sulci, oggi Sant’Antioco. La storia di Monte Sirai inizia nel 1962, quando un ragazzo di Carbonia, città ai suoi piedi, Antonio Zara (allora 16enne, recentemente scomparso all’età di 78 anni), ritrova una stele del Tofet con una figura femminile scolpita. Nel 1963, dopo ulteriori sopralluoghi, iniziano gli scavi che procedono affiancati a vari studi e primi riconoscimenti dal punto di vista archeologico.
L’insediamento punico acquisisce con gli anni un valore crescente per via delle testimonianze archeologiche, ma anche del valore paesaggistico a livello ambientale. L’insediamento comprende l’abitato, la necropoli ed il Tofet che si affacciano su un panorama mozzafiato, ad oggi in parte disturbato dalle zone arse e dalla lunga fila di pale eoliche.
Quel che ci si auspica è che, di fronte ad un simile oltraggio, viste le dolorose conseguenze, nessun’altra mano incosciente possa compiere un gesto simile, una villania che offende la natura e tutti gli uomini che lottano per preservarla, mettendo a repentaglio la propria vita.
Nadia Pische