11 April, 2025
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Il consigliere regionale Aldo Salaris, coordinatore regionale dei Riformatori sardi, ha rilevato l’eredità del compianto Roberto Frongia alla guida dell’assessorato regionale dei Lavori pubblici.
A 70 giorni dal suo insediamento, abbiamo rivolto alcune domande al neo assessore.
Quali le priorità dei Lavori pubblici in Sardegna?
«La rete viaria della Sardegna è certamente la priorità da affrontare. Dobbiamo garantire ai sardi di potersi muovere in sicurezza e agevolmente. La stagione invernale appena trascorsa ha creato gravi problemi che mi hanno toccato da vicino, e mi riferisco al tratto di SS 131 franato in prossimità di Bonorva. Stiamo lavorando per risolvere e a supporto di ciò, abbiamo da poco incontrato l’amministratore delegato di Anas, al quale ho chiesto di accelerare sull’esecuzione dei lavori, ed abbiamo fatto il punto della situazione.»
Quanto la pandemia sta condizionando il lavoro?
«La Sardegna, forse più di altre regioni italiane, sta soffrendo la crisi. Le aziende turistiche, più delle altre, hanno avuto grossi cali di fatturato, andando ad incidere, a catena, sui problemi dei lavoratori diretti e sull’indotto. Ad ogni modo, grazie al comportamento responsabile dei sardi, siamo riusciti a fronteggiare l’epidemia ed ora siamo pronti per la stagione turistica. Il protocollo “Sardegna Sicura” portato avanti dalla Giunta regionale ha garantito e sta garantendo ingressi controllati nell’Isola e contiamo di essere una destinazione scelta anche per questo motivo. Se lo scorso anno il Governo ci avesse ascoltato quando il presidente Christian Solinas aveva proposto il passaporto sanitario, forse le cose sarebbero andate diversamente. Ora bisogna pensare a lavorare.»
Le risorse a disposizione sono sufficienti?
«No, abbiamo bisogno di nuove risorse. Per questo, come Riformatori sardi, portiamo avanti quella che è la nostra grande battaglia sul riconoscimento dello stato di insularità. Non vogliamo elemosine, ma pari diritti e pari dignità.»
Recovery Plan: per la Sardegna, che possibilità concrete di sviluppo possono arrivare da questo strumento?
«È nostra volontà far ripartire la Sardegna. Tra i principali obiettivi la transizione energetica e la sostenibilità ambientale, con un occhio di riguardo alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, ai trasporti sostenibili con il completamento della rete ferroviaria. Il potenziamento della rete dei porti turistici e lo sviluppo della portualità commerciale, l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione della pubblica amministrazione, con diffusione delle competenze digitali e completamento della rete in fibra ottica, sostegno alla competitività delle nostre filiere strategiche (agroalimentare, industria, patrimonio culturale, turistico e paesaggistico), formazione, ricerca e politiche attive del lavoro. Il tutto, con una particolare attenzione per giovani, donne e persone con disabilità.»
Quali sono le priorità del vostro gruppo politico?
«Abbiamo un patrimonio archeologico unico al mondo da valorizzare e far conoscere attraverso una forte azione di marketing capillare, e diffuso ancor di più nel momento in cui il patrimonio nuragico otterrà, come auspichiamo, il riconoscimento Unesco. Questa è la via maestra: identità e sviluppo della Sardegna all’unisono.»
Armando Cusa

«La situazione è in continua evoluzione e stiamo seguendo il tutto con estrema attenzione. Noi siamo pronti ad accelerare ulteriormente con la macchina industriale e produttiva. Se i tempi della ripresa produttiva si sono ulteriormente allontanati, questo è da ascrivere alla mancanza dell’autorizzazione VIA (Valutazione d’impatto Ambientale).»
Eros Brega, responsabile delle relazioni industriali della Sider Alloys, sintetizza così la situazione dello stabilimento di Portovesme.
«Noi siamo nella condizione di ripartire, ma se dovesse calare ulteriormente il silenzio, allora ci sarebbe veramente di che preoccuparsi ed il Sulcis Iglesiente, che si aspetta un nuovo sviluppo, ne risentirebbe pesantemente.»
La parola d’ordine è “fare presto” e non ci si può concedere ulteriori ritardi, questo in sintesi l’appello del responsabile delle relazioni industriali.
La fabbrica è in attesa di ulteriori forniture da parte della Chinalco, i tempi delle consegne si sono allungati anche a causa della pandemia.
«La politica regionale è chiamata a svolgere il ruolo che le compete attivandosi in tempi breviconclude Eros Brega, affinché le relative autorizzazioni pervengano quanto prima, per consentire al polo dell’alluminio di riprendere la produzione e di imprimere un nuovo impulso ad un territorio che da troppo tempo ormai è privato di un futuro per le nuove generazioni.»

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Che la ripresa produttiva nello stabilimento Sider Alloys di Portovesme non sarebbe maturata a breve scadenza lo si sapeva ma la situazione si è aggravata ulteriormente a causa del Covid-19 che ha determinato un ulteriore allungamento dei tempi.
«L’ultima assemblea generalespiega Angelo Diciotti, segretario CUB -, è stata fatta l’11 maggio scorso nella sala dell’oratorio San Giovanni Bosco, a Carbonia, dopodiché con l’avvento del Covid è sopraggiunta la quarantena. Da allora abbiamo vissuto di notizie vere ed anche di bugie. La firma dell’accordo con l’ENEL è avvenuta il 27 agosto 2020, anche se la Sider-Alloys SPA ci aveva comunicato per iscritto che nei giorni precedenti era stato firmato il contratto con l’ENEL già nel comunicato del 27 luglio. Successivamente il MISE aveva deciso di convocare tutte le parti il 4 settembre ma poi l’incontro è stato rinviato all’11 settembre 2020, quando è stato presentato il piano industriale in videoconferenza e in quell’occasione è stato difficile per tutti leggere gli slide e ascoltare le spiegazioni molto generiche che ci venivano fornite, capirne i contenuti.»
«Il 16 settembre abbiamo ricevuto dalla Sider-Alloys una copia del Piano Industriale maaggiunge Angelo Diciotti -, non sono stati in grado di spiegarcene i contenuti ed abbiamo chiesto un tavolo tecnico che si è tenuto il 29 settembre. Dopo aver letto e sviscerato questo Piano ci siamo resi conto che lo stesso non era uguale al precedente e che presenta notevoli difformità. Innanzitutto, l’avvio del Revamping non avverrà – a detta della Sider-Alloys – prima del mese di marzo 2021, conseguenza del fatto che non prima di quella data non arriveranno macchine e strumenti dalla Cina, in quanto non si parla di ingegneria di base e, inoltre, dobbiamo aspettare i tecnici cinesi, in quanto pensiamo che al momento in stabilimento non ci sia un quadro dirigenziale in grado di riavviare lo stabilimento. La ricostruzione delle nuove celle con catodi e rivestimento nuovi, passa da 328 celle a 139, inoltre i tempi del riavvio di tutte le celle passa da 12 mesi ad oltre a 24, a ciò dobbiamo anche aggiungere che in questo Piano è stato deciso di riavviare anche le 52 celle lasciate pronte da Alcoa, 26 in prima linea e 26 in seconda linea.»
«Un’ultima considerazione va fattasottolinea Angelo Diciotti -, circa il carico di 180 KA che le vecchie celle dovrebbero tollerare e ciò suscita in noi molte perplessità. La fonderia è un altro settore che stiamo seguendo con attenzione, in quanto la Sider-Alloys vorrebbe partire con la produzione della vergella (Propersi), ma stanno studiando come poter alimentare questa macchina, forse con un Forno di Rifusione che ancora è in fase di studio. Appare evidente che il Revamping non è ancora partito.»
Angelo Diciotti, infine, si sofferma sulla problematica della mobilità in deroga.
«La “mobilità in deroga” per le aree di crisi non è stata cambiata e/o modificata e quindi la decurtazione è inesorabile. E’ drammatico, ai fini della stessa sopravvivenza, che non è certamente facile, quando si hanno disponibili dai 465,48 ai 652,72 euro al mese. Rivolgiamo un appello alle Istituzioni e alle Parti sociali che, tra l’altro, avevano garantito il loro interessamento. Non si è mosso nulla. A tal propositoconclude Angelo Diciottiè necessario intensificare i contatti con la Regione Sardegna, anche per verificare la possibilità di fare dei corsi di formazione mirati alla collocazione in stabilimento e, pertanto, dobbiamo essere molto pragmatici e muoverci tutti.»
Armando Cusa

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Firmato l’accordo e fissato il prezzo de l’energia per i prossimi cinque anni, ora il revamping per lo stabilimento Sider Alloys di Portovesme.
Qual è lo stato della ripresa produttiva? Lo abbiamo chiesto ad Angelo Diciotti. segretario territoriale CUB.
«Al momento l’unica cosa certa è che l’11 settembre ci verrà presentato ufficialmente il Piano e solamente allora sarà possibile dare un giudizio compiutodice Angelo Diciotti –. Questo è il terzo Piano che ci viene presentato. Ad oggi, tutti i buoni propositi sono stati disattesi e inoltreconclude Angelo Diciotti – sulla stampa (leggi Sole 24 Ore) è apparso un articolo nel quale non viene evidenziato che l’accordo sull’energia prevede l’utilizzo in stabilimento dal gennaio 2022.»
Armando Cusa

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Gli ultimi contagi da Coronavirus registrati in Sardegna confermano in maniera inequivocabile quanto sia necessario tenere alta la guardia ed essere vigili.
Gli esperti dell’Istituto Superiore della Sanità, in occasione del Ferragosto hanno ventilato la possibilità di un’ulteriore recrudescenza dei contagi e questo, purtroppo, si è puntualmente verificato. Il numero delle persone positive al Covis-19 è aumentato sensibilmente.
La Sardegna non è rimasta indenne, i contagi sono aumentati e le zone interessate sono sparse a macchia di leopardo.
Il caso di Santo Stefano è emblematico, il controllo forse sarebbe dovuto essere maggiore e la movida ha veicolato il virus.
C’è da chiedersi cosa accadrà nei prossimi giorni e bisogna augurarsi che i controlli sanitari vengano intensificati, proprio per inibire un ritorno pericoloso della pandemia.
Indubbiamente, la situazione, sia quella sarda si quella nazionale, è preoccupante e non vorremmo che ciò possa essere preludio di un nuovo lockdown.
Armando Cusa

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Oggi, dopo la firma sul prezzo dell’energia, arrivata in mattinata, la vertenza Sider-Alloys si è trasferita a Cagliari dove c’è stato un incontro tra i rappresentanti delle organizzazioni ed il presidente della Regione Christian Solinas, al quale hanno partecipato anche i consiglieri regionali del territorio, Fabio Usai (PSd’Az) e Michele Ennas (Lega).
«Da parte nostra – ha detto il presidente della Regione – abbiamo sempre sostenuto il percorso di riavvio del ciclo produttivo dello stabilimento di Portovesme. La Sardegna detiene l’unica filiera della metallurgia non ferrosa rimasta nel Paese e la Regione nel tempo ha messo in campo risorse perché ci sia questa ripresa con la salvaguardia dell’occupazione. La firma del contratto d’accordo sul prezzo dell’energia rappresenta quindi un tassello fondamentale.»
«Chiediamo adesso all’azienda, che convocheremo al più presto ha aggiunto Christian Solinasdi riavviare immediatamente gli impianti coerentemente con un piano industriale credibile.»
«Il costo dell’energia è sempre stato il vero nodo nella competitività delle produzioni di alluminio della Sardegna. La riunione odierna con i sindacati serve per capire, prima di un incontro con la proprietà, quale sia il cronoprogramma effettivo per la ripresa, in maniera tale da non generare false aspettative ma pretendere con fermezza che entro l’anno si riparta ha rimarcato il presidente della Regione -. Potremo dire che i posti di lavoro sono salvi solo nel momento in cui il ciclo produttivo entrerà nuovamente in funzione e ci sarà quindi una prospettiva industriale vera, per questo polo strategico delle produzioni industriali, non solo sarde ma dell’intero Paese.»

Il presidente Christian Solinas ha concluso affermando che «la Regione continuerà a sostenere, anche nelle sedi ministeriali e col Governo, le legittime richieste dei lavoratori e di un territorio che chiede di avere una prospettiva di crescita e sviluppo».

Armando Cusa

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L’emergenza Coronavirus ha stravolto la società nel suo insieme con tutte le situazioni drammatiche con le quali dobbiamo confrontarci ogni giorno. La politica si è trovata a dover fare i conti con tutta una serie di situazioni ed è stata messa a dura prova mostrando l’estrema  precarietà della nostra società. Le problematiche che la classe politica deve affrontare sono gravose e meritano una estrema attenzione perché il tempo è tiranno. Alla luce di quanto evidenziato, abbiamo posto alcune domande al coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Aldo Salaris.
Quali iniziative avete avviato?
«In primis la telemedicina. Abbiamo presentato un emendamento molto importante che si sviluppa attraverso una serie di norme che intendiamo inserire nella riforma sanitaria. Il caos derivante dalla pandemia ha fatto emergere problematiche e necessità che la telemedicina può risolvere. Abbiamo parlato anche di semplificazione normativa. Stiamo per intraprendere una serie di iniziative che coinvolgeranno altri Consigli regionali per eliminare una serie di norme inutili, per sburocratizzare, in materia soprattutto di appalti pubblici. Vogliamo semplificare ed accorciare i tempi di realizzazione delle infrastrutture prendendo esempio dal modello “ponte di Genova”. Come maggioranza stiamo poi andando incontro, con azioni specifiche, a quei settori oggi al collasso; artigiani, commercianti, attività produttive in generale. È di queste ultime ore il via libera al fondo da 200 milioni di euro per dare sostegno alle imprese colpite dalla crisi economica dovuta all’emergenza Covid-19.»
Per quanto attiene l’aspetto prettamente politico, il presidente Solinas è stato convergente rispetto alle vostre iniziative? E se è così, in che misura le ha recepite?
«Il presidente Solinas è al nostro fianco. Sin da subito ha sposato la battaglia sull’insularità, che ricordo essere la battaglia di tutti i sardi, e ha dato ampia disponibilità a recepire il progetto della telemedicina. Infine, come detto, siamo d’accordo sulla necessità di sbloccare i cantieri e di giungere ad una semplificazione normativa. Non può esistere che ci vogliano oltre 15 anni per vedere completata un’infrastruttura. Le nostre azioni sono in piena concertazione con il Presidente.»
Di cosa ha bisogno la Sardegna per uscire da questa crisi?
«Abbiamo bisogno di infrastrutture per essere competitivi con il resto del mondo. Parlo di porti, del potenziamento degli aeroporti e di un sistema di viabilità stradale efficiente. Infrastrutture che possano essere di supporto al turismo ma anche a imprenditori e aziende che vogliono investire in Sardegna. Questo si traduce in risorse, ricchezza e posti di lavoro.»
I corsi di politica da voi intrapresi, ai quali hanno dato lustro politici e non solo, che obiettivi hanno raggiunto? Il messaggio è stato accolto favorevolmente?
«La nostra missione è quella di dare un contributo per creare e formare la classe dirigente di oggi e di domani. Oggi vediamo un dilagare di fenomeni eccessivamente populisti, fenomeni che hanno come obiettivo l’urlo. Noi abbiamo un’altra idea della politica. Il nostro intento è quello di avvicinare i cittadini alla pratica dell’amministrazione pubblica facendo capire che in politica ci si deve formare. Considerata l’altissima partecipazione alla scuola di formazione dei Riformatori, pensiamo che questa sia la strada giusta.»
Un’ultima domanda: nel futuro dei Riformatori cosa dobbiamo aspettarci?
«La battaglia sull’insularità è la madre di tutte le battaglie, è una sfida epocale per il nostro futuro. Finché lo Stato non riconoscerà alla Sardegna il grave divario naturale derivante dalla condizione di insularità, non avremo un’effettiva parità e vivremo una situazione di svantaggio. Combatteremo per ottenerla e per far valere i nostri diritti. Noi siamo il partito delle idee, continueremo a proporre proposte che servano per migliorare la Sardegna e la vita di tutti i sardi.»
Armando Cusa

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Il momento che stiamo attraversando non è per niente positivo ed il futuro rimane incerto. La pandemia ha causato tante vittime e ha lasciato una situazione disastrosa sul versante sociale. Inevitabilmente la situazione industriale ne ha risentito e le ripercussioni sono sotto gli occhi di tutti. Per la Sardegna la situazione non è certamente rosea, in particolare nel settore industriale che ci riporta ancora una volta al Polo industriale di Portovesme con l’interminabile vertenza Sider Alloys.
Sull’emergenza industriale, abbiamo interpellato l’assessore regionale Anita Pili.
«La Regione Sardegnadice Anita Pili è l’unica ad aver erogato le risorse e, a questo punto, è opportuno che ognuno si assuma le proprie responsabilità. L’accordo con Enel era pronto alla firma già da qualche settimana, ma ancora non abbiamo avuto notizia della chiusura e, soprattutto, non abbiamo avuto da parte dell’investitore, un quadro chiaro che illustri la tempistica del piano industriale.»
«Abbiamo il diritto di conoscere esattamente tempi e dimensionamento. I lavoratori e la ripresa industrialeconclude Anita Pilisono la nostra priorità e non sono più ammesse inutili lungaggini che aumentino le attese nel nostro territorio. Pretendiamo serietà e concretezza.»
Armando Cusa

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Continua il blocco ai cancelli dell’ex stabilimento Alcoa, oggi Sider Alloys. Stamane ci sono state tensioni con alcuni tecnici che volevano entrare in stabilimento nonostante la proclamazione di sciopero. Le organizzazioni sindacali denunciano il rischio di accrescimento delle tensioni sociali e invitano a non perdere più tempo, per arrivare subito alla conclusione della vertenza, Sollecitano l’azienda ed il Mise a convocare i tavoli per conoscere urgentemente il Revamping, il piano industriale e per definire l’accordo con l’Enel. Chiedono che la Regione faccia la sua parte, non faccia più da spettatore.

«Il Sindacato ha detto Angelo Diciotti, segretario CUB ha espresso il proprio disappunto sull’informazione che l’Azienda ha fornito solo dopo che i lavoratori e le organizzazioni sindacali erano ai cancelli. L’Azienda sulla questione energia ci ha comunicato che si stanno affrontando le questioni sulle garanzie che tutti i soggetti coinvolti stanno ponendo. Gli avvocati si stanno confrontando ed al momento non ci sono le condizioni per firmare.
È vero che i contratti vengono sottoscritti da entrambe le parti, ma sembra che la Sider Alloys non abbia premura di concludere – ha concluso Angelo Diciottisarebbe importante ed utile conoscere la verità su questa odissea.»
Armando Cusa

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Sit-in, questa mattina, a Portovesme, davanti ai cancelli dello stabilimento Sider Alloys, ex Alcoa. La protesta segue quella avviata venerdì scorso, che ha portato le organizzazioni sindacali ad organizzare anche uno sciopero per la giornata di domani, martedì 30 giugno, che potrebbe portare anche ad un sit-in nel capoluogo, davanti al Palazzo della Regione. Alla Giunta Solinas i lavoratori chiedono un concreto intervento per sbloccare definitivamente la vertenza per il rilancio produttivo nello stabilimento.
Ancora una volta viene stigmatizzato l’atteggiamento della direzione Sider Alloys. Il richiamo alle Istituzioni è forte e chiaro e non c’è più tempo da perdere.