25 November, 2024
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Il prossimo 3 novembre arriverà a scadenza la prima fase della procedura autorizzativa per il più importante fra gli ampliamenti (si contano 12 diverse pratiche in 2 anni) richiesti  da RWM Italia Spa, relativamente al sito produttivo di bombe per aereo, nella Regione “San Marco” del comune di Iglesias.

Come si evince dalla relazione tecnica pubblicata sul sito del Servizio Valutazioni Ambientali della Regione Sardegna, si tratta della realizzazione di nuove linee produttive che consentiranno di raddoppiare o addirittura triplicare la produzione.

Si tratta di quantità che fanno paura, infatti, la RWM produce già una quantità enorme di ordigni, stimata in 4/5.000 all’anno, lavorando 7 giorni su 7, 24/24h; la produzione passerebbe quindi all’impressionante numero di 10/15.000 bombe all’anno che continuerebbero ad attraversare la regione per essere portate fino in Arabia Saudita, la quale continua ad utilizzarle per distruggere ogni residua forma di vita e di civiltà in Yemen.

E’ dello scorso 4 ottobre l’ultima risoluzione del Parlamento Europeo che chiede ancora una volta agli stati UE di fermare la carneficina bloccando le esportazioni di armi verso tutti i paesi che partecipano al confitto e in particolare verso la coalizione a guida saudita.

In questi ultimi giorni, inoltre, il governo tedesco, a seguito dell’omicidio Kashoggi nel consolato saudita, propone a tutti gli stati europei un embargo totale verso l’Arabia.

Italia Nostra e Comitato Riconversione RWM si sono costituiti, già a luglio 2018, nella Conferenza dei Servizi relativa al procedimento autorizzativo, in quanto soggetti portatori di interesse diffuso, ed hanno presentato una nota congiunta (allegata) nella quale si rimarca la necessità che un’opera delle dimensioni citate, che l’azienda richiede di realizzare in un’area priva di classificazione urbanistica e ad un chilometro dal Sito di Interesse Comunitario “Marganai-Monte Linas”, non possa essere autorizzata senza essere prima sottoposta ad una attenta Valutazione di Impatto Ambientale.

Rimarcano inoltre che sono ben 12 le pratiche di ampliamento avviate dalla RWM presso il comune di Iglesias negli ultimi 2 anni e che tale novero di iniziative, in presenza di un piano di investimenti annunciato per 40 milioni di euro e di un piano organico teso a moltiplicare la capacità produttiva della fabbrica, non può non essere valutato nel suo insieme, considerando in particolare i rilevanti aspetti ambientali e sociali.

Per questi motivi chiedono con forza che tutti gli Enti coinvolti nel rilascio dell’autorizzazione e, in particolare il SUAP di Iglesias, con l’interessamento del Servizio valutazioni ambientali dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, facciano quanto in loro potere affinché, prima di un’eventuale autorizzazione, possano essere approfondite le conseguenze ambientali di questo nuovo ampliamento, in connessione con l’assetto attuale dello stabilimento e con le altre pratiche autorizzative in essere.

Le organizzazioni scriventi sono pienamente consapevoli della gravità del problema occupazionale nel Sulcis Iglesiente, sottolineano però che eventuali nuove assunzioni di personale servirebbero per incrementare una produzione eticamente inaccettabile e totalmente incompatibile con la legislazione italiana (la quale prevede che si possano produrre armi esclusivamente per la difesa), e andrebbero ad aumentare ulteriormente l’esercito prima del precariato e poi dei disoccupati, essendo soggette ad immediata risoluzione nel caso della crisi aziendale che seguirebbe sicuramente il blocco dell’export richiesto dall’Unione europea.

Il Comitato Riconversione RWM e Italia Nostra Sardegna credono invece nella possibilità che possano essere trovate e messe in atto soluzioni alternative per tutti i lavoratori della fabbrica, non assistenziali, pacifiche, sostenibili per l’ambiente e foriere di ulteriore e duraturo sviluppo per il territorio.

Sollecitano perciò la politica nazionale e regionale affinché si faccia carico fino in fondo del problema ed agisca immediatamente fermando l’esportazione ed attivando le procedure per la salvaguardia di tutti i lavoratori coinvolti.

Graziano Bullegas 

Presidente Italia Nostra Sardegna

Arnaldo Scarpa – Cinzia Guaita

Portavoce Comitato Riconversione RWM

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Il comitato riconversione RWM esprime oggi ampia soddisfazione per la presa di posizione del governatore Francesco Pigliaru sulla questione dell’esportazione delle bombe prodotte dalla RWM Italia a Domusnovas/Iglesias verso paesi in guerra. Lo ha con una nota nella quale sottolinea che
«vengono infatti dichiarati in essa, alcuni dei principi etici e riferimenti legislativi che  motivano le azioni e iniziative portate avanti tanto da noi, quanto dalle reti nazionali a cui siamo collegati, e che consideriamo irrinunciabili per qualunque Paese che voglia dirsi civile.
La richiesta al Governo di riportare la produzione in questione  nell’alveo della Legge e quindi nell’ambito della difesa nazionale, è una delle premesse indispensabili per l’avvio di un processo di rinnovamento del tessuto produttivo locale che sostenga il diritto al lavoro dei cittadini del Sulcis-Iglesiente insieme al diritto alla vita e alla pace dei cittadini di ogni parte del  mondo e, nello specifico, degli abitanti dello Yemen, sui quali – è dimostrato inconfutabilmente – si chiude il ciclo di esistenza della maggior parte delle  bombe prodotte dalla RWM Italia a Domusnovas».
«Ricordiamo, a tal proposito – aggiungono i portavoce del Comitato Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -, che il livello regionale  è cruciale. Esperienze nazionali dicono, infatti che recepire la L. 185/90 significa anche costruire gli strumenti normativi necessari al finanziamento della riconversione sul territorio. Fondi europei, nazionali e regionali potrebbero quindi consentire la nascita di iniziative imprenditoriali che offrano lavoro sostenibile, sano, buono, giusto e portatore di vita per tutti i lavoratori attualmente impiegati nella RWM.
Mentre auspichiamo che l’azione del Governo vada nella direzione dell’embargo della vendita delle armi all’Arabia Saudita (principale cliente della RWM Italia e a capo della coalizione responsabile dei bombardamenti nello Yemen), riteniamo altresì indispensabile una  revisione delle scelte politiche relative all’industria bellica nazionale, unitamente all’avvio di tavoli di progettazione condivisa per la concretizzazione di una svolta economica del territorio.
In riferimento alle notizie relative al possibile ampliamento della fabbrica, chiediamo un incontro urgente con il Sindaco di Iglesias, dal quale aspettiamo un’iniziativa in continuità con l’odg del Consiglio Comunale del  19 luglio 2017.

Intanto, venerdì 13 luglio, parteciperemo, insieme ad altre realtà della società civile – concludono Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita -, al sit-in in piazza del Carmine, a Cagliari dove, alle ore 11.00, verrà presentato al Rappresentante del Governo un Esposto sull’esportazione di armamenti verso l’Arabia.»

«Nella foto, risalente al 5 maggio 2018, l’ex sindaco Emilio Gariazzo – scrivono Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita – stringe la mano in segno di solidarietà alla studentessa yemenita Bonyan Gamal che ha denunciato la strage di un’intera famiglia causata dalle bombe della RWM, con Lisa Clark, vicepresidente dell’International Peace Bureau.»

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Due membri del Comitato Riconversione RWM (Arnaldo Scarpa, portavoce, e Antonio Nuccio Guaita, medico in pensione, già assessore regionale della Democrazia Cristiana), iscritti e militanti nei rispettivi sindacati, hanno scritto lettere aperte alle segreterie nazionali della Cgil Susanna Camusso ed Annamaria Furlan della Cisl, per chiedere alle Segretarie Generali di Cisl e Cgil di intervenire autorevolmente sulla questione delle bombe all’Arabia Saudita e sulle posizioni «espresse delle segreterie territoriali in alleanza con la Confindustria».

«Il Comitato ha rappresentato a vari livelli l’assurdità della situazione che viola il “ripudio della Guerra” affermato dalla Costituzione – ha scritto Antonio Nuccio Guaita ad Annamaria Furlan –. La nostra azione, rivolta al Governo e alla Regione, chiede l’osservanza del dettato costituzionale, della legge 185/90 e della legislazione internazionale che fanno divieto di rifornimento di armi a paesi in guerra. La reazione della fabbrica è iniziata, con un comunicato dei Lavoratori e Sindacati su carta intestata della fabbrica, che rifiuta drasticamente l’ipotesi di una riconversione avanzata dal Comitato a tutela del posto di lavoro.»

«Spiace rilevare (anche a un democratico interclassista) la presenza di un fronte sindacale con solidale comunanza di firma con la Confindustria e soprattutto con la fabbrica che mira ai propri specifici interessi non coincidenti con quelli globali, economici e morali, dei lavoratori  che sono anche cittadini – ha aggiunto Antonio Nuccio Guaita -. Ci duole che la Cisl, per le sue origini e i suoi connotati sociali civili e morali non si sia distinta, pur nella primaria legittima e doverosa tutela dei lavoratori, per affermare i valori della Pace e della Vita umana disprezzati dagli interessi economici e politici della guerra subita dagli Yemeniti. Non è venuta una parola di attenzione ai valori civili e politici – la Costituzione e la Vita – richiamati da noi congiuntamente a quelli dell’Occupazione! Continueremo la battaglia che riteniamo di civiltà.»

«Chiediamo il Suo autorevole intervento di solidarietà ai fini della nostra azione, e di pronta rappresentazione al Governo delle responsabilità che si assume col silenzio e l’acquiescenza sul dramma dello Yemen, cui può, speriamo non tardivamente, rimediare astenendosi dalla partecipazione di fatto al conflitto (le componenti delle bombe sono di fabbricazione italiana, Sardegna, e dall’Arabia Saudita esplodono in Yemen!) e promuovendo le modalità organizzative per l’avvio del processo di riconversione della Fabbrica. Nelle non meno dure battaglie del passato del Sulcis Iglesiente, il rapporto dialettico (Comuni-Sindacati e Rappresentanze politiche) col Governo, è stato democratico, civilmente e politicamente produttivo. Speriamo anche stavolta. Sarebbe confortevole che la soluzione di questo dramma – ha concluso Antonio Nuccio Guaita – avesse anche e soprattutto la firma di una grande Istituzione quale è, nei suoi principi ispiratori, la Cisl!»

«Dal maggio scorso sono uno dei 2 portavoce del Comitato per la riconversione della RWM di Domusnovas-Iglesias, la fabbrica tristemente nota per produrre le bombe d’aereo che la coalizione saudita, dal 2015, sgancia sulle teste del popolo yemenita in una guerra che ha causato oltre 10.000 morti tra i civili ed una catastrofe umanitaria complicata da carestie e pestilenze, tanto da far affermare all’ONU che si tratta della maggiore emergenza verificatasi dal 1946 ad oggi – ha scritto Arnaldo Scarpa a Susanna Camusso -. Di tutto questo dolore siamo responsabili anche noi cittadini della Sardegna e dell’Italia, a causa delle scelte scellerate del governo che autorizza tali esportazioni mortifere e delle connivenze di parte delle forze politiche e sindacali.»

«Mi sconcerta assai e perciò chiedo il tuo autorevole intervento la posizione sull’argomento del mio Segretario generale territoriale e della segreteria Filctem in particolare – ha aggiunto Arnaldo Scarpa -. Il primo rifiuta ogni tentativo di dialogo sul tema della riconversione. La seconda ha, addirittura, firmato due comunicati insieme alla CONFINDUSTRIA (udite, udite!) ed alla Cisl (non era di ispirazione cristiana?) nei quali si afferma che la produzione della RWM va tutelata in ogni modo in quanto perfettamente legale e necessaria per non deprimere ulteriormente i livelli occupativi del territorio. Di fronte al comunicato stampa, mi chiedo e chiedo a te, Susanna, se il nostro Statuto valga ancora qualcosa. In particolare se l’articolo 2 che dichiara la “pace tra i popoli bene supremo dell’umanità”, la “conquista di rapporti internazionali in cui tutti i popoli vivano insieme nella sicurezza e in pace” ispiratrice dell’azione sindacale, la “solidarietà attiva tra i lavoratori di tutti i Paesi”… “fattore decisivo per la pace”, sia diventato solo carta straccia o un paravento che maschera ben altre pratiche. Non ritieni che sia il caso di iniziare all’interno del sindacato un urgente lavoro di revisione delle posizioni fin qui assunte dalle strutture territoriali ed anche dei silenzi del nazionale per recuperare quel minimo di coerenza senza la quale si perde in credibilità ma anche, in fin dei conti, in sostanza sindacale. Se il sindacato smette di perseguire il principio della tutela della dignità dell’uomo e si allea con chi, pur di fare del profitto, passa sopra ai più elementari principi etici, che cosa ci sta a fare? Da cosa si distingue rispetto a qualsiasi altra organizzazione lobbistica?»

                                                                                           

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I portavoce del “Comitato riconversione RWM” Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa hanno partecipato alla Settimana Sociale dei Cattolici italiani, invitati dal vescovo di Iglesias, in quanto impegnati per la dignità del lavoro.

Giovedì il comitato organizzatore ha ascoltato per oltre un’ora Cinzia Guaita sulla questione della RWM e delle ipotesi di riconversione.

Papa Francesco nel messaggio inviato al convegno nel pomeriggio ha detto testualmente: «Non tutti i lavori sono “lavori degni”. Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori» ed il presidente della Settimana sociale Filippo Santoro, vescovo di Taranto, ha ripreso il discorso del Papa, facendo riferimento alla fabbrica di Iglesias.

«Il comitato organizzatore del convegno – dice Arnaldo Scarpa – ha fatto a Paolo Gentiloni 4 proposte a nome dell’assemblea ma in nessuna figura la questione delle armi o del modello di difesa. Con un gruppo variegato di delegati alla Settimana Sociale abbiamo allora pensato di scrivere una lettera aperta al presidente Paolo Gentiloni con una chiara condanna dell’operato del Governo e del Parlamento e con la richiesta di adoperarsi per l’interruzione della produzione e dell’invio di armi ai sauditi. Verrà firmata ancora all’interno della Settimana Sociale alla Fiera di Cagliari e poi verrà diffusa sui media.»

Di seguito il testo integrale.

SETTIMANA SOCIALE DI CAGLIARI 2017 – LETTERA APERTA AL PRESIDENTE GENTILONI

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha fatto visita sabato 28 ottobre 2017 alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani di Cagliari, dedicata al lavoro libero, creativo, solidale e partecipativo, prima di partire per un viaggio che lo condurrà, fino al primo novembre, in India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar.

Il lavoro di progettazione, di produzione di vendita e anche di supporto logistico delle armi e in particolare delle bombe d’aereo prodotte in Sardegna, a pochi chilometri dalla sede del convegno e vendute proprio ai sauditi che il premier incontrerà nei prossimi giorni, non è un lavoro libero, anzi viene nascosto. Non è per niente creativo, lontano da chi ne intasca i profitti ed indifferente verso chi ne subisce gli effetti. E’ un lavoro che non può essere partecipativo ma può essere scaricato facilmente sui territori più poveri e ricattabili. Ed è un lavoro violento, di una violenza inaudita, ingiusta e distruttiva anche  delle relazioni civili.

Quanto di più distante da tutto ciò che si può definire solidale… quanto di più lontano dal dettato costituzionale dell’art. 11 e dagli impegni necessari per la salvaguardia della Repubblica e della democrazia.

Il Governo italiano e la maggioranza del Parlamento hanno espresso finora una imbarazzante indifferenza verso la banalità del male ma esiste una coscienza che resiste nella società e che chiede una riconversione integrale dell’economia. Voce che ha bisogno di sostegno per non cedere al ricatto di chi oppone bombe al lavoro e alla vita.

Come ci ha ricordato Papa Francesco, «ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori».

Il mercato disumano da lui denunciato produce la globalizzazione dell’indifferenza ponendo in collegamento il territorio del Sulcis Iglesiente, costretto a subire gli effetti di politiche industriali disastrose, con il Paese più povero del Golfo Persico dove la guerra colpisce la popolazione civile con bombardamenti che non si fermano neanche davanti agli ospedali.

A partire dal ripudio della guerra affermato nella Costituzione, come cittadini della Repubblica e partecipanti alla Settimana sociale, in linea con il metodo di accompagnare la denuncia alla proposta, in un percorso che comincia da Cagliari riteniamo doveroso adoperarci per chiedere l’applicazione integrale della legge 185/90, frutto della lotta dei lavoratori che, nel nostro Paese, si sono opposti alla produzione e vendita di armi alle Nazioni in guerra e che vieta il trasferimento e la vendita di armi ai paesi in guerra.

Crediamo che il massimo rappresentante del Governo italiano sia in grado di poter ricevere, oltre le istanze già presentate, una nostra esplicita richiesta pubblica di adoperarsi per fermare immediatamente l’invio di quegli ordigni, impiegati dai sauditi nella guerra in Yemen, definita dall’Onu la più grave emergenza umanitaria dal 46 ad oggi ed un’altrettanto immediata azione del Governo per la riconversione della fabbrica a produzioni civili, con piena salvaguardia dell’occupazione.

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Nuova presa di posizione del comitato riconversione RWM contro l’ampliamento dello stabilimento di Domusnovas. In relazione alle notizie di stampa su un’eventuale autorizzazione all’ampliamento dello stabilimento Rwm di Domusnovas Iglesias concessa dal SUAPE del comune di Iglesias, valutati gli atti pubblicati all’Albo Pretorio dello stesso Comune, il Comitato sottolinea che «gli atti recentemente pubblicati non riguardano solo la conferma dell’AUA (Autorizzazione Unica Ambientale); si tratta anche della “Realizzazione di un nuovo deposito denominato D256 in Località San Marco” (autorizzato nel settembre scorso) e di n. 2 nuove costruzioni “da adibirsi a ufficio del personale direttivo addetto alle lavorazioni ed a locale di temporanea sosta degli operai”, denominate E208, E209, oltre che di un deposito di materiali infiammabili localizzato nell’area di “Sa Stoia”.»

«Le costruzioni anzidette, anche se distinte dall’ampliamento relativo alla costruzione di un nuovo poligono / campo prove per materiali esplodenti – scrivono i portavoce Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa, sono da ricondurre, secondo il Comitato, al progetto di investimenti per 40 milioni di euro annunciato dalla stessa Rwm in più occasioni e giustificabile economicamente solo con la forte espansione del mercato delle armi da guerra determinato dall’aggravamento delle varie crisi mediorientali ed africane. E’ appena il caso di richiamare che la presenza sul territorio comunale della Rwm Italia Spa ha sollevato e continua a sollevare forti preoccupazioni di natura ambientale, sociale e soprattutto etica, dato che le bombe d’aereo da essa prodotte in migliaia di unità l’anno, sono, per la maggior parte, utilizzate dalla coalizione saudita per bombardare abitazioni, ospedali, convogli umanitari, pozzi e condutture idriche in Yemen, come confermato anche dall’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, e stanno causando, in quel Paese, un’emergenza umanitaria senza precedenti.»

Il Consiglio comunale all’unanimità, nella seduta del 19 luglio scorso, ha votato un documento in cui dichiara:

«l’assoluta contrarietà alla fabbricazione di armi e materiale destinato ai paesi in conflitto;

l’assoluta priorità da riservare alla promozione di azioni e progetti per la realizzazione di concrete ed effettive politiche di disarmo e di pace;

La volontà della Città di Iglesias di porsi come luogo di costruzione di rapporti internazionali di pace e solidarietà;

e impegna   

l’Amministrazione comunale a Sollecitare lo Stato italiano a mettere in atto tutti i meccanismi utili alla verifica del rispetto dei Trattati internazionali, i principi costituzionali e la normativa nazionale sulla commercializzazione degli ordigni fabbricati nel territorio italiano; richiedere allo Stato e alla Regione Sardegna un impegno concreto affinché vengano poste in essere tutte le azioni atte a creare le necessarie precondizioni funzionali alla possibile riconversione nell’assoluta garanzia ed auspicabile ulteriore implementazione degli odierni livelli di occupazione.»

«Quello del Consiglio comunale di Iglesias – rilevano Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa – è stato un atto di grande coraggio e senso di responsabilità, col quale si è individuata la strada per liberare i suoi cittadini ed i lavoratori Rwm dal condizionamento occupazionale che porta a pensare che tutti i lavori siano ugualmente validi, anche quelli che provocano morte e distruzione e, in ultima analisi, non producono sviluppo, bloccando o condizionando pesantemente prospettive differenti. Ora, come Comitato Riconversione Rwm, insieme ai tanti cittadini rappresentati dalle 25 associazioni che lo compongono, ci aspettiamo che alle dichiarazioni di principio seguano i fatti e che l’amministrazione proceda con atti concreti al perseguimento degli obbiettivi che il Consiglio comunale cittadino si è posto.»

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Il comitato riconversione RWM ha convocato una nuova riunione per lunedì 25 settembre, alle 18.00, nella saletta del Cuore Immacolato, in via XX Settembre, a Iglesias.

All’ordine del giorno figurano i seguenti punti:

1. – Esame situazione attuale dopo il voto alla Camera (Regione, ev. azione di sensibilizzazione durante la Settimana Sociale, 22-29 ottobre)

2. – Programmazione Convegno locale su Nonviolenza, Sviluppo, Disarmo e Riconversione (organizzazione dei gruppi di lavoro)

3. – Partecipazione del Comitato ad iniziative varie (Covegno MeM 4 ottobre, Marcia della Pace, ecc,)

4. – Accoglimento nuove adesioni

5. – Varie ed eventuali

Saluti di Pace, Arnaldo Scarpa – Cinzia Guaita

Oltre ai soci, possono partecipare alla riunione, senza diritto di voto, anche altre persone interessate alle attività del Comitato.

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Il Comitato per le riconversione dello stabilimento della RWM di Domusnovas è stato convocato per martedì 27 giugno, dalle ore 18.00 alle ore 20.00, presso “I Giardini della Biodiversità” – Chiesa altomedievale del Salvatore, in via Leonardo da Vinci 2, a Iglesias, per l’esame del seguente ordine del giorno

  1. Accettazione nuove adesioni.
  2. Aggiornamenti sulla conferenza stampa del 21 giugno
  3. Intervento del geofisico dott. Marco Manca
  4. Preparazione intervento scritto e mozione per il Consiglio comunale di Iglesias
  5. Prossime iniziative del Comitato
  6. Varie ed eventuali.

Porteranno saluti di pace, Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita.

Lunedì 26 giugno, nel pomeriggio, è previsto un incontro con un giornalista dell’agenzia di stampa tedesca “Deutsche Press Agentur” sulla questione RWM.

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Lunedì 15 maggio è stato costituito ilCOMITATO RICONVERSIONE RWM per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica, il disarmo, la partecipazione civica a processi di cambiamento, la valorizzazione del patrimonio ambientale e sociale del Sulcis Iglesiente”.

Ne fanno parte ad oggi 23 soggetti, di sensibilità culturali diverse, che hanno aderito o a titolo personale o in rappresentanza delle proprie associazioni, ma la possibilità di adesione rimane aperta a quanti condividono i principi ispiratori e il regolamento del Comitato stesso.

Sono stati eletti portavoce, in continuità con l’esperienza che lo ha originato (la Run4unity del 7 maggio ad Iglesias), Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari.

Il Comitato ha presentato istanza di partecipazione alla conferenza dei servizi del 18 maggio per esprimere, quale portatore di interessi collettivi, la propria posizione in merito all’ampliamento della RWM e in generale al pericolo che l’economia del territorio possa andare nella direzione di un rafforzamento dell’industria bellica.

Il Comitato ha effettuato l’accesso civico agli atti per avere elementi certi di analisi della situazione e si riserva di partecipare, chiedendo di intervenire, ad un auspicabile Consiglio comunale sull’argomento.

Si propone, infine, di mantenere i contatti con le reti nazionali e internazionali sul disarmo e di fungere da stimolo per i politici di tutti gli schieramenti e a vario livello, che saranno invitati ad esprimere una chiara e pubblica posizione sul tema.