21 November, 2024
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La comunità di Calasetta e la diocesi di Iglesias sono in festa per i 100 anni di don Giovanni Cauli.

«L’amministrazione comunale, nelle persone del sindaco Antonello Puggioni e del vicesindaco Giuseppe Cincotti, ha reso omaggio in data odierna all’emerito canonico don Giovanni Cauli, che oggi ha compiuto 100 annisi legge in un messaggio pubblicato nella pagina del comune di Calasetta -. Alla presenza dell’amministratore apostolico di Iglesias sua Eminenza Reverendissima Cardinale Arrigo Miglio, del parroco don Francesco Lai e di una ristretta cerchia di parenti ed amici, il sindaco ha consegnato al parroco storico di Calasetta una targa di riconoscimento per la missione svolta nell’arco di 60 anni, rivolgendogli un commosso ringraziamento per tutto ciò che ha rappresentato per la popolazione calasettana nel suo lungo sacerdozio presso la nostra parrocchia.»

 

Si è svolta ieri sera, a Carbonia, una seduta del Consiglio comunale aperta, convocata dal presidente Federico Fantinel su sollecitazione del gruppo consiliare del Partito democratico per discutere in merito alla crisi del settore industriale di Portovesme.
«L’incontro ha rappresentato un importante momento di riflessione collettiva per generare una mobilitazione consapevole e forte, a partire dalla città di Carbonia, con la partecipazione di interlocutori che a vario livello hanno dato il loro sostegno e la loro vicinanza ai lavoratori, presentando nel contempo proposte costruttive per il rilancio del polo industriale di Portovesme», ha sottolineato il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu.
E’ stata un’occasione di condivisione, partecipazione e dibattito, che ha visto la presenza in aula, tra gli altri, del cardinale Arrigo Miglio, amministratore apostolico della diocesi di Iglesias, dell’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani, dei consiglieri regionali Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu, della senatrice Sabrina Licheri, dei sindaci e dei rappresentanti di diversi comuni del Sulcis, delle organizzazioni sindacali, datoriali e dei lavoratori.
Dal Consiglio comunale di Carbonia è arrivato un messaggio forte e chiaro, improntato sull’importanza dell’unità di intenti e di obiettivi da parte di tutte le parti per risolvere le principali vertenze del polo industriale, dalla Portovesme Srl all’Eurallumina, dalla Sider Alloys all’Enel, remando tutti nella stessa direzione e – come ha richiamato il cardinale Arrigo Miglio – esternando sempre la verità, anche quando questa può essere amara.
Un primo importante incontro, cui ne seguiranno altri, per tenere sempre alta l’attenzione sulla necessità di salvaguardare i posti di lavoro attualmente presenti nel settore industriale del territorio del Sulcis Iglesiente, disegnando anche una nuova traiettoria di sviluppo per il futuro, all’insegna della diversificazione dei comparti produttivi.

«La Portovesme srl deve continuare a produrre piombo e zinco, materiali strategici per il Paese, con o senza la Glencore.»

E’ questo il messaggio emerso stamane, a Portovesme, nell’assemblea dei lavoratori convocata dalle organizzazioni sindacali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, a tre giorni dall’incontro svoltosi al MIMIT, che ha visto la multinazionale Glencore confermare la sua decisione di fermare la produzione di zinco e la disponibilità a tenere in attività solo i forni Waelz per il trattamento dei fumi di acciaieria, in attesa degli sviluppi della proposta di riconversione delle produzioni, che sarà esaminata il 9 e 10 ottobre nell’incontro fissato con il Governo.

Tra i lavoratori c’è grande preoccupazione ma, al tempo stesso, è forte la volontà di non arrendersi. Dai vari interventi, è emerso chiaro anche un appello a tutti i lavoratori, a restare uniti, per difendere tutti insieme i 1.200 posti di lavoro attualmente garantiti dalle produzioni tra lavoratori diretti e lavoratori delle imprese d’appalto (circa 500). Sia la Regione Sardegna sia il Governo nazionale hanno assicurato il loro pieno sostegno ai lavoratori, respingendo i piani di disimpegno della Glencore, ma quella che si prospetta in questi giorni è una vertenza molto difficile.

Al termine dell’assemblea, alla quale ha partecipato anche don Antonio Mura, direttore dell’Ufficio della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias e parroco delle chiese di Portoscuso e Paringianu, che ha portato ai lavoratori il saluto del cardinale Arrigo Miglio, abbiamo intervistato il segretario regionale della FIOM-CGIL Roberto Forresu e il segretario territoriale della UILM-UIL Renato Tocco.

 

     

Il comune di Portoscuso, in collaborazione con il Comitato “No speculazione energetica Carloforte”, ha organizzato l’incontro pubblico “Pale a mare: come salvare l’Isola”, che si terrà lunedì 19 agosto, dalle 19.30, negli spazi dell’antica Tonnara Su Pranu, a Portoscuso.

Interverranno: don Antonio Mura, parroco delle chiese di Portoscuso e Paringianu e direttore della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias; Ignazio Atzori, sindaco del comune di Portoscuso; Stefano Rombi, sindaco del comune di Carloforte; Salvatore Obino, presidente del comitato “No speculazione energetica Carloforte”; Rolando Marroccu, portavoce del comitato tecnico Sardegna sostenibile.

Modererà i lavori la giornalista Susanna Lavazza.

Sono 23 le richieste di allaccio per impianti eolici offshore davanti alle coste della Sardegna, anche a sole 12 miglia dalle spiagge, come nel caso dell’isola Sant’Antioco (Toro1). Tre sono in dirittura d’arrivo, seguendo l’iter sul sito del ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica.

Sono ben 16  i progetti per impianti offshore nel Sud Sardegna, 8 attorno all’isola di San Pietro. La più alta concentrazione in Italia.

Il più a rischio di essere approvato è l’Ichnusa Wind Power, per il quale la richiesta è stata fatta nel 2020 e sono già iniziati i lavori di trivellazione dei fondali davanti a Carloforte e Portoscuso, benché non ci sia ancora il semaforo verde dopo le integrazioni alle osservazioni per la procedura di VIA (valutazione impatto ambientale) che avevano come termine il 19 luglio.

Le osservazioni delle associazioni ambientaliste sul territorio, dei sindaci, dei comitati, di zoologi e biologi marini hanno rilevato che i 42 aerogeneratori IWP – altri tre volte e mezzo quelli attualmente a Portovesme, da installare sulle rotte dei tonni e dei falchi della Regina – causeranno danni all’habitat, alla pesca, al turismo, al paesaggio, alla navigazione, alla sicurezza marittima.

In particolare, sono a rischio le due tonnare storiche di Portoscuso e Carloforte.

I sindaci del Sulcis Iglesiente hanno già espresso “contrarietà” nei Consigli comunali. 

Dopo i saluti del sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori, verrà data la parola a don Antonio Mura, che porterà la voce della Chiesa diocesana, che corrisponde al territorio del Sulcis Iglesiente: «Esprimerò anche idee e prospettive abbondantemente confrontate con il cardinale Arrigo Miglio».

«Agiremo a livello legalesottolinea il presidente del comitato No speculazione energetica Carloforte, l’avvocato Salvatore Obino -. Abbiamo constatato che, in violazione delle regole di correttezza e buona fede, la Ichnusa Wind Power ha oscurato, rendendola illeggibile, parte della documentazione riguardante l’impatto ambientale del mega impianto offshore di 42 pale eoliche flottanti  da collocarsi in area marina a Nord-Ovest dell’Isola di San Pietro, ritenendo di impedire di proporre osservazioni in opposizione al progetto da parte dei portatori di interessi. Noi stigmatizziamo questo comportamento che denota arroganza e non affidabilità della società proponente, anzi riteniamo che sia passibile di annullamento della procedura di VIA.»

«Approfondiremo le attuali procedure ministeriali per gli impianti offshore e l’urgenza di una moratoria nazionale su tutte le richieste sia a mare sia a terradice Rolando Marroccu, componente del Comitato Tecnico Sardegna Sostenibile -. Verrà illustrata la proposta su come governare l’assalto speculativo ai mari sardi con l’istituzione di un piano di gestione delle spazio marittimo e di un limite di distanza dalle coste di 36 miglia nautiche, circa 70 km.»

Il sindaco di Carloforte, Stefano Rombi, si è espresso anche in un recente post su Facebook: «Cosa bisogna fare, oltre a firmare la legge e a continuare a lavorare sul decreto aree idonee?

Molte cose le ha già scritte l’associazione dei sindaci sardi (ANCI Sardegna) pochi giorni fa. Ne dico alcune, senza pretesa di essere esaustivo.

1. Sapere che il Governo non solo ha prevedibilmente impugnato la moratoria – tutti lo sapevano, anche gli estensori – ma ha anche predisposto un provvedimento (credo non ancora definitivamente approvato) che fa prevalere l’interessa ambientale su quello paesaggistico. Cioè uno schema che dice: del paesaggio (italiano, non solo sardo) poco ci interessa, conta solo l’ambiente. Ora, è chiaro a tutti che l’ambiente conta tantissimo, peccato che l’articolo 9 della Costituzione metta paesaggio e ambiente sullo stesso piano. Quindi: se questa cosa sarà confermata, la regione – anzi le regioni – farebbero bene a fare ricorso alla Corte Costituzionale per bloccarla.  

2. Trovare ulteriori meccanismi normativi – anche impugnabili… – per recuperare il tempo necessario – ottenuto anche grazie alla moratoria – per rendere efficace la legge regionale sulle aree idonee, legge complessissima su cui tutti gli uffici regionali stanno lavorando su indicazione della Giunta.

3. Come chiesto da ANCI, bisogna aprire “un grande cantiere di elaborazione e condivisione che attraversi tutti i territori dell’isola seguendo un cronoprogramma preciso, che sia definito da una cabina di regia tecnica/politica che veda al suo interno anche rappresentanti degli Enti Locali e dei Comitati. Un percorso che veda tutti impegnati in diverse fasi”. 

4. Fare il nuovo Piano Energetico e Ambientale della Sardegna, con il quale possiamo avere maggiori opportunità (forse) di mettere in discussione l’obiettivo minimo dei 6,2 Gw di produzione. 

5. Costituire l’Agenzia Regionale Sarda per l’Energia.

Andiamo avanti uniti e compatti. Con un unico obiettivo: la tutela di Carloforte e della Sardegna tutta. Lavorando per una transizione giusta, democratica, condivisa e rispettosa del paesaggio», conclude Stefano Rombi.

Questa mattina, nella caserma “Trieste” sede della Scuola allievi carabinieri di Iglesias, alla presenza del Generale di Divisione Giuseppe La Gala, Comandante delle Scuole dell’Arma dei carabinieri, e del Generale di Brigata Marco Lorenzoni, Comandante della Legione Allievi carabinieri, si è svolta la cerimonia del giuramento solenne e del conferimento degli alamari al 1° Ciclo di allievi carabinieri del 143° Corso formativo per carabinieri effettivi, intitolato, quest’anno, alla Medaglia d’Oro al Valor Militare, carabiniere Domenico Bondi, nato a Massa Carrara il 12 ottobre 1921 e trucidato dai nazisti il 26 gennaio 1945 a Ciano D’Enza, in provincia di Reggio Emilia.

La cerimonia si è svolta alla presenza dei familiari degli allievi, che con grande commozione hanno assistito al simbolico raggiungimento del termine del corso di formazione dei propri figli, suggellato dall’apposizione degli alamari in un momento particolarmente carico di significato per militari e civili presenti alla cerimonia.

Sono intervenute, inoltre, le autorità regionali, provinciali e locali civili, militari e religiose, tra le quali il cardinale Arrigo Miglio, amministratore apostolico della diocesi di Iglesias, per dare solennità alla giornata.  Nel corso della cerimonia, le autorità presenti hanno apposto fisicamente gli alamari ai primi dieci allievi del corso ed è stato molto toccante il discorso del Generale di Divisione Giuseppe La Gala, Comandante delle Scuole dell’Arma, che ha voluto testimoniare la sua vicinanza agli allievi in questo particolare momento, e che ha sottolineato che i 435 allievi che oggi hanno giurato, «la comunità che andrete a servire sarà la vostra nuova famiglia, così come lo è l’Arma, perché questo da voi si aspetta il cittadino. Una risposta sempre pronta, una parola di conforto, interesse per le situazioni di difficoltà».

Il Generale ha voluto altresì sottolineare ai partecipanti che «ora siete parte della grande famiglia dell’Arma, siete uomini e donne nuove, che saranno da qui in avanti il volto dello Stato e dei punti di riferimento inamovibili».

La Sala Corpus dell’antica tonnara di Portoscuso, ha ospitato ieri mattina un incontro di riflessione e di approfondimento dal titolo “Comunità energetiche: tra sfide e opportunità”, promosso dalla diocesi di Iglesias, su iniziativa dell’Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi di Iglesias, in collaborazione con la Caritas diocesana di Iglesias e l’UCSI Sardegna e col patrocinio del comune di Portoscuso.
I lavori, su un tema di strettissima attualità, sono stati introdotti da don Antonio Mura, direttore diocesano della Pastorale sociale e parroco delle chiese di Portoscuso, e dagli interventi del cardinale Arrigo Miglio, amministratore apostolico della diocesi di Iglesias; Ignazio Atzori, sindaco di Portoscuso; Ignazio Boi, direttore diocesano della Pastorale sociale dell’arcidiocesi di Cagliari; Giampaolo Atzei per l’UCSI Sardegna; Raffaele Callia, direttore della Caritas diocesana di Iglesias.
Le relazioni sono state tenute da Massimo Pallottino, rappresentante di Caritas italiana, e Giuseppe Milano, segretario generale di Greenaccord onlus, che hanno dialogato con i presenti, intorno ai temi centrali dell’incontro. E’ intervenuto, tra gli altri, Emanuele Cani, assessore regionale dell’Industria.
Vediamo l’intervista realizzata con don Antonio Mura.

Sabato 1 giugno, alle ore 10.00, presso la Sala Corpus dell’antica tonnara di Portoscuso, si terrà un momento di riflessione e di approfondimento dal titolo “Comunità energetiche: tra sfide e opportunità”, promosso dalla diocesi di Iglesias, su iniziativa dell’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro, in collaborazione con la Caritas diocesana di Iglesias e l’UCSI Sardegna e col patrocinio del comune di Portoscuso.
I relatori saranno Massimo Pallottino, rappresentante di Caritas italiana, e il segretario generale di Greenaccord onlus Giuseppe Milano, che dialogheranno intorno ai temi centrali dell’incontro. Il convegno sarà introdotto dal cardinale Arrigo Miglio, amministratore apostolico della diocesi di Iglesias, e da Ignazio Atzori, sindaco di Portoscuso. Porteranno il loro saluto don Antonio Mura, direttore diocesano della Pastorale sociale e parroco di Portoscuso; Raffaele Callia, direttore della Caritas diocesana di Iglesias; Giampaolo Atzei per l’UCSI Sardegna; e, infine, Ignazio Boi, direttore diocesano della Pastorale sociale dell’arcidiocesi di Cagliari.

Il Consiglio comunale di Iglesias, riunito in seduta straordinaria a Porto Flavia, ha avviato ieri sera, con l’approvazione unanime della proposta di deliberazione, le celebrazioni per il 100° dello straordinario monumento di archeologia industriale.

Hanno partecipato alla seduta consiliare, tra gli altri, il cardinale Arrigo Miglio; la signora Adriana, moglie del compianto Luciano Ottelli, artefice del recupero di Porto Flavia, scomparso il 28 luglio 2021; l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani; i consiglieri regionali Alessandro Pilurzu (presidente del Consiglio comunale di Iglesias), Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu; Elisabetta Anna Castelli, commissario straordinario del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

Porto Flavia è un porto d’imbarco per il materiale estratto dalle miniere dell’Iglesiente. Nel 1924, in 24 mesi, attraverso lo scavo di due gallerie sovrapposte all’interno della montagna, venne realizzata un’opera di ingegneria mineraria senza precedenti, alla quale venne dato il nome della figlia primogenita dell’ingegnere Cesare Vecelli, Flavia.

La galleria superiore serviva per scaricare i materiali estratti dalle miniere vicine e quella inferiore per stivarli sulle navi attraverso un nastro trasportatore estraibile. Tra le due gallerie erano scavati nove silos capaci di contenere fino a 10mila tonnellate di materiale minerario. Il porto è rimasto operativo fino agli anni ’60 del secolo scorso. Nei primi anni 2000 è stato sottoposto a un intervento di restauro e attualmente è aperto ai turisti attraverso visite guidate.

Dal mese di luglio 2017, quando venne ceduto in comodato d’uso al comune di Iglesias, Porto Flavia ha avuto una crescita di interesse straordinaria, con diverse decine di migliaia di visitatori l’anno. Oggi costituisce il sito di archeologia industriale più visitato, conosciuto ormai in tutto il mondo.

Allegato l’album fotografico della seduta del Consiglio comunale di ieri, la presentazione della targa dedicata a Luciano Ottelli e le interviste al sindaco Mauro Usai e al commissario del Parco Geominerario Elisabetta Anna Castelli.

  

 

 

 

Sabato 4 maggio 2024, presso la chiesa di San Francesco, a Iglesias, 49 allievi della Scuola allievi carabinieri di Iglesias appartenenti al 143° corso formativo per carabinieri effettivi hanno ricevuto il sacramento della Cresima dinnanzi alle autorità militari e religiose della zona.
La solenne cerimonia religiosa, momento di grande gioia per i cresimandi ed i loro familiari, è stata officiata dal cardinale Arrigo Miglio, amministratore apostolico di Iglesias ed arcivescovo emerito di Cagliari, ed animata dal gruppo liturgico e dal coro della Scuola allievi carabinieri.
Il cardinale Arrigo Miglio, nel rimarcare l’importanza del momento nel percorso religioso di ogni cristiano, ha anche avuto modo di sottolineare la vicinanza delle tradizioni e dei valori fondamentali dell’Arma dei carabinieri al modo cristiano, ricordando agli allievi che »il simbolo delle vostre divise all’interno della chiesa suggella un legame di ideali e valori tra Arma e Chiesa».
La cerimonia, che ha segnato il completamento di un percorso religioso per gli allievi cresimandi, ha visto uno di loro ricevere anche i sacramenti del Battesimo e della Prima Comunione.
Il comandante della Scuola, colonnello Giulio Duranti, nel ringraziare tutti i convenuti, ha rimarcato nell’occasione il legame tra la scuola allievi carabinieri e la città di Iglesias, che in questi momenti si solidifica ulteriormente.