24 November, 2024
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Come ogni anno, tra aprile e maggio, incontriamo, sempre dopo la Pasqua, la settimana che comprende il 25 aprile (Festa della Liberazione), l’80° della morte di Antonio Gramsci (27 aprile di quest’anno), Sa die de sa Sardigna (28 aprile) e il primo maggio (festa dei lavoratori) e, a Cagliari, anche la festa di Sant’Efisio. Feste tutte di morte e di resurrezione. Dove l’impegno e la sofferenza trovano il loro senso nel percorso verso la libertà. Liberté, egalité, fraternité rappresentano la moderna laica religione dell’Occidente.

«Il Comitato di Sa die de sa Sardigna – scrive in una nota Salvatore Cubeddu, componente del Comitato organizzatore – invita i sardi a vivere le feste nella consapevolezza dei problemi che continuano ad accompagnarci. Compagni e fratelli in questa terra di Sardegna. Si potranno leggere saggi su Sa Die, sul suo significato, su Giorgio Asproni e sulle manifestazioni svolte e da svolgere in www.fondazionesardinia.eu .»

Sa die de sa Sardigna è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi”, cioè l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con la quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano, in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell’isola titolare del Regno di Sardegna.

Le iniziative organizzate dal Comitato, costituite tra numerose associazioni culturali, in occasione della Festa del Popolo Sardo, sono le seguenti:

Ore 9.00, salone di Palazzo Viceregio, celebrazione di Sa die de sa Sardigna:

– Saluti del Comitato

– Interventi delle autorità

– Messaggio al Popolo Sardo, dello storico Federico Francioni.

La musica – Procurad’e moderare… – viene guidata dal gruppo  Cuncordia a launeddas”, che accompagna la cerimonia e il successivo corteo dei partecipanti che si dirigono verso il Duomo.

Ore 11.00, Cattedrale di Cagliari, l’arcivescovo mons. Arrigo Miglio celebra la Santa Messa solenne, che sarà accompagnata: dalle musiche delle launeddas; dal Coro di voci bianche “Chorus Opera”, diretto da Laura Porceddu; Coro parrocchiale “Santa Maria degli Angeli” (Flumini), curato da Vittorio Montis; Mezzosoprano Martina Serra (Teatro Lirico); Tenore Giampaolo Atzeni (Polifonica Karalitana). Le musiche dei nuovi testi in lingua sarda sono composte dal maestro Vittorio Montis (all’organo).

Il comitato per Sa die de sa Sardigna è formato da: Fondazione Sardinia, Istituto Gramsci della Sardegna, la Società Umanitaria, la Cineteca Sarda, Inprentas, Fondazione Giuseppe Siotto, Tramas de Amistade, AladinPensiero, Is Picciocus de via Palabanda, Confederazione Sindacale Sarda, Fondazione Alziator, Unesco Club Cagliari, Riprendiamoci la Sardegna, Osservatorio sui Beni Comuni della Sardegna, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Assotziu Scida, Iscandula e singoli personaggi.

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Nel corso della riunione del 4 aprile scorso, la Conferenza Episcopale Sarda, presieduta da S.E. Monsignor Arrigo Miglio, fra i tanti argomenti all’ordine del giorno ha affrontato anche la questione della “lingua Sarda nella pietà popolare e nella liturgia”.

I Vescovi hanno confermato l’interesse della Conferenza a valorizzare sempre più la lingua sarda nella pietà popolare e nella liturgia, sulla scia di quanto stabilito dal Concilio Plenario Sardo, oltre che nel rispetto delle norme e delle procedure prescritte dalla Santa Sede in materia.

Accogliendo le sollecitazioni pervenute da un dialogo tra il Presidente della Conferenza Episcopale e il Direttivo della Fondazione “Sardinia”, la Conferenza ha individuato alcune piste da seguire nel prossimo futuro.

Innanzitutto nel merito della Pietà Popolare e dei molteplici riti e pratiche che la esprimono, si ribadisce che non vi sono norme universali da seguire o autorizzazioni da richiedere alla Santa Sede.  È un campo, pertanto, che ricade nell’esclusiva competenza dell’Autorità Ecclesiastica locale, che trova nella Conferenza Episcopale Sarda la convergenza e la collegialità di tutti i Vescovi, i quali sposano e incoraggiano ogni sana ed equilibrata iniziativa volta all’utilizzo della lingua sarda nelle due principali varianti: quella campidanese e quella logudorese. Si coinvolgeranno studiosi di lingua sarda, di tradizioni popolari e di teologia liturgica, perché predispongano e propongano testi adeguati. Senza dimenticare che in questo campo la Sardegna ha un patrimonio sterminato di testi, di canti e di tradizioni, che hanno bisogno solo di essere ripresi e valorizzati.

Per la Santa Messa entriamo in un ambito più complesso, che richiede  l’approvazione  da parte della Santa Sede. La Conferenza, individua una strada: quella di una richiesta previa di approvazione “ad experimentum”, alla quale seguirebbe, se vi fossero le condizioni, la richiesta di approvazione definitiva.

Per poter avanzare la richiesta ad experimentum, occorre predisporre i seguenti materiali.

Traduzione della Bibbia: serve una ricognizione critica delle tre traduzioni finora prodotte, ad opera di linguisti e biblisti, scelti dalla Conferenza Episcopale Sarda.

Traduzione dell’Ordinario della Santa Messa.

Traduzione di una decina di “Messe proprie”, relativamente  ai tempi liturgici, alle Solennità del Signore e alla memoria dei Santi.

Come per i riti della Pietà popolare, la traduzione dei testi sarà fatta nelle due principali varianti della lingua sarda, campidanese e logudorese.

Il materiale prodotto sarà esaminato dalla Conferenza Episcopale Sarda, prima della presentazione della domanda di approvazione ad experimentum alla Santa Sede.

Nel corso della stessa riunione, la CES ha nominato per il prossimo triennio la Delegata Regionale dell’Azione Cattolica Italiana, la prof.ssa Giovanna Fancello, della Diocesi di Nuoro.

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Domani, giovedì 23 marzo 2017, alle ore 10.30, presso la Sala Benedetto XVI della curia diocesana, in via mons. G. Cogoni 9, a Cagliari, si terrà una conferenza stampa per la presentazione della «Scuola di formazione all’imprenditorialità per giovani» promossa dall’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) di Cagliari.

La proposta formativa, interamente gratuita, intende coinvolgere giovani tra i 20 e i 30 anni interessati a sviluppare motivazioni, consapevolezze e competenze per un orientamento all’imprenditorialità.

Interverranno:

– Mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari: saluti e introduzione

– Dott. Enrico Orrù, presidente Ucid Cagliari: presentazione dell’identità e della mission dell’Ucid

– Dott. Nicola Calace Salvemini, responsabile formativo: presentazione della Scuola di formazione

– Dott. Raffaele Pontis, responsabile organizzativo: indicazioni logistiche per le iscrizioni 

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Mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari.

Giovedì 23 marzo 2017, alle ore 10.30, presso la Sala Benedetto XVI della curia diocesana (Cagliari, via mons. G. Cogoni 9) si terrà una conferenza stampa per la presentazione della “Scuola di formazione all’imprenditorialità per giovani”, promossa dall’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) di Cagliari.

La proposta formativa, interamente gratuita, intende coinvolgere giovani tra i 20 e i 30 anni interessati a sviluppare motivazioni, consapevolezze e competenze per un orientamento all’imprenditorialità.

Interverranno:

• Mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari: saluti e introduzione

• Dott. Enrico Orrù, presidente Ucid Cagliari: presentazione dell’identità e della mission dell’Ucid

• Dott. Nicola Calace Salvemini, responsabile formativo: presentazione della Scuola di formazione

• Dott. Raffaele Pontis, responsabile organizzativo: indicazioni logistiche per le iscrizioni.

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A conclusione di 3 anni di preparazione, dedicati alla preghiera e segnati da importanti eventi culturali, i Frati Minori francescani annunciano i solenni festeggiamenti per il 450° anniversario della nascita al cielo di San Salvatore Grionesos da Horta. Alle 15.00 del 18 marzo 1567, infatti, egli moriva a Cagliari, nel convento di Gesù e Maria, situato dove è oggi l’ex manifattura tabacchi. Il suo corpo è conservato nella chiesa di Santa Rosalia – Santuario San Salvatore da Horta, in via Torino a Cagliari. I Frati Minori della Sardegna ne sono custodi e animatori.
La festa del 18 marzo sarà preceduta da un triduo di preparazione, che inizierà il 15. E’ stato organizzato il triduo facendo presiedere la celebrazione eucaristica, prevista ogni giorno, alle ore 18.00, ai tre più giovani vescovi della nostra Sardegna:
– mercoledì, 15 marzo: mons. Corrado Melis, vescovo di Ozieri
– giovedì 16 marzo: mons. Roberto Carboni, vescovo di Ales-Terralba
– venerdì 17 marzo: mons. Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero-Bosa
Alle ore 21.00 di venerdì 17 marzo una veglia di preghiera sarà animata dai giovani di San Mauro.
Questo, invece, il programma della giornata del 18 marzo.
Mattina: Pellegrinaggio dei frati e devoti di san Salvatore provenienti da diverse parti della Sardegna
Ore 11.30: Concelebrazione Eucaristia presieduta da Padre Salvatore Morittu, Custode dei Frati Minori
Sera: La città di Cagliari onora San Salvatore
Ore 18.00: Concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari.

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Cagliari si prepara ad ospitare la Settimana sociale dei cattolici italiani. In autunno, dal 26 al 29 ottobre, la Fiera di viale Diaz diventerà il quartiere generale di oltre 1200 delegati provenienti da ogni regione per fare il focus sul tema.

«La Settimana sociale è un’opportunità importante di critica, di analisi, di comprensione e proposte per affrontare le problematiche legate al lavoro – ha detto il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda -. Ma sarà anche un’occasione per mettere in risalto la parte più pulita del Paese, capace, com’è, di esprimere, sebbene in maniera carsica, solidarietà, generosità, serietà ed onestà.»

«Ma la grande sfida di oggi – ha sottolineato il primo cittadino stamattina in Municipio durante l’incontro con il comitato organizzatore per la presentazione ufficiale dell’evento – è quella di permettere ai comuni virtuosi, che non hanno dilapidato risorse e che hanno i bilanci in ordine, di essere messi nelle condizioni di poter spendere i propri fondi per intaccare il disagio delle famiglie e dei giovani in particolare.»

«Il comune di Cagliari – ha concluso Massimo Zedda – ha il più basso tasso d’indebitamento in Italia, come istituzione locale. Il totale d’indebitamento di tutti gli enti locali del Paese è pari al 2,5% dell’indebitamento dello Stato. Di questo, il 2% è attribuibile al Comune di Roma, mentre lo 0,5% è ripartito tra tutto il sistema provincie e comuni, a fronte di una spesa del 6% sul totale nazionale. Il Comune di Cagliari ha in cassa 280milioni di euro, 192 come Città Metropolitana. Se fossimo messi nelle condizioni di spendere riusciremo ad alleviare le difficoltà che oggi vivono le famiglie.»

«La Settimana sociale di Cagliari, la numero 48, coinciderà con il 60° anniversario della precedente in Sardegna quando, dal 22 al 29 settembre 1957, furono affrontati gli aspetti umani delle trasformazioni agrarie», ha ricordato l’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio. Allora, alla guida della diocesi cittadina c’era il vescovo Paolo Botto, sindaco Mario Palomba, mentre alla presidenza della Regione era Giuseppe Brotzu.

«La scelta di affrontare la tematica del lavoro è nata dal fatto che oggi più che mai, il lavoro è un punto fragile e nevralgico della società italiana», ha detto monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore della Settimana sociale del prossimo ottobre. «Quest’anno si è decisa come sede Cagliari perché è uno dei territori più significativi dove il tema del lavoro, della difesa dell’ambiente, dell’accoglienza, sono importanti. L’obiettivo è di offrire qualcosa che sia utile a tutto il Paese, alle istituzioni e alla società civile. Indicare un percorso positivo e propositivo anche a livello normativo».

All’incontro di oggi a Palazzo Baccaredda, c’era anche il vicesindaco e assessore Luisa Anna Marras. Hanno invece accompagnato l’arcivescovo, Mauro Magatti, segretario del Comitato organizzatore, e lo staff dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Cei.

Il presidente Francesco Pigliaru, con gli assessori Caria, Erriu, Mura e Spanu, ha ricevuto oggi a Villa Devoto l’arcivescovo Arrigo Miglio e mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, assieme al Comitato organizzatore della 48° Settimana Sociale dei Cattolici.
«Questa iniziativa arriva in un momento di straordinaria difficoltà e ci fa piacere poterne ragionare assieme – ha commentato il presidente Pigliaru -. Due sono i problemi cruciali che creano ancora molta ansia e difficoltà di gestione, nelle società occidentali: la globalizzazione e l’evoluzione tecnologica. In tutta Europa si sta riflettendo molto su come affrontare la sfida. Da parte nostra abbiamo fatto investimenti importanti come le politiche di Flexicurity, con sperimentazioni tra le migliori d’Italia». Menzionando una ripresa economica che tarda ad arrivare, Francesco Pigliaru ha poi detto che «dobbiamo essere creativi per individuare interventi di breve periodo e non rinunciare all’idea delle politiche attive».

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Martedì 7 marzo sarà presente a Cagliari monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore della «48ª Settimana sociale dei cattolici italiani» che si terrà nel capoluogo dell’Isola dal 26 al 29 ottobre 2017. Sarà accompagnato dal dottor Sergio Gatti, vice presidente del medesimo Comitato, dal segretario il professor Mauro Magatti, e dallo staff dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale italiana, diretto da monsignor Fabiano Longoni.

Alle ore 11.00, la delegazione sarà accolta dalla dottoressa Giuliana Perrotta, prefetto di Cagliari. Seguirà l’incontro in municipio con il vicesindaco Luisa Anna Marras, al termine del quale, intorno alle 12.30, i membri del Comitato saranno a disposizione degli operatori dell’informazione. Alle 13.00, gli organizzatori della Settimana sociale saranno ricevuti, presso Villa Devoto, dal presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru.

Nel pomeriggio si terrà un colloquio con i responsabili della Camera di commercio. Infine, il sopralluogo presso la Fiera internazionale della Sardegna, che sarà la sede dei lavori della Settimana sociale.

La delegazione sarà accompagnata da monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, e da don Giulio Madeddu, responsabile dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro.

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Anche quest’anno la Marcia della Pace, giunta alla sua XXX edizione e svoltasi per la prima volta a Cagliari, ha rispettato le aspettative dei promotori (la Caritas di Ales-Terralba) e degli organizzatori (la Delegazione regionale Caritas Sardegna) coinvolgendo qualche migliaio di partecipanti, tra associazioni cattoliche e laiche, primi cittadini in fascia tricolore, sindacati, immigrati, preti, associazioni di volontariato, cittadini comuni, istituzioni comunali e regionali.

L’iniziativa ha preso il via poco dopo le 15 di questo pomeriggio nel Sagrato di Bonaria; a salutare i partecipanti, è stato il vescovo della diocesi di Ales-Terralba mons. Roberto Carboni, che ha sottolineato il lungo cammino svolto in questi trent’anni, partendo dai territori della Marmilla e del Medio Campidano, per giungere a Cagliari, raccogliendo l’appello di Papa Francesco e il suo messaggio per la 50ª Giornata mondiale della Pace. «Siamo uomini di buona volontà che, attraverso la loro presenza, desiderano formare un corteo per andare a costruire una società di pace, all’insegna della non-violenza. E questo lo chiediamo a chi governa il mondo, a chi detiene il potere economico e finanziario e a chi, in Sardegna, ha il dovere di varare politiche in cui la pace dell’uomo sia al primo posto».

C’è stato poi il saluto di mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias che ha voluto sottolineare come la violenza, nella società attuale, si presenta in diverse forme, all’interno delle famiglie, nella mancanza di posti di lavoro, nelle migrazioni forzate, nei disequilibri tra gli stati.

A salutare i manifestanti al momento del loro arrivo nel Piazzale Trento, don Marco Lai, delegato regionale della Caritas Sardegna, che ha sottolineato la grande partecipazione dei giovani fin dalla mattina durante i laboratori tematici in Fiera, ma anche quella dei tanti sindaci e delle associazioni cattoliche e laiche, impegnate tutti i giorni nel costruire la pace. «Ci ritroviamo insieme oggi – ha detto – per riflettere su nuove progettualità e per promuovere la pace come stile di vita, capace di illuminare il nostro agire quotidiano».

Ha preso poi la parola mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda, che ha evidenziato come la Marcia è la dimostrazione che, insieme, si può costruire la pace, e che, per rendere efficace il proprio impegno, la pace deve essere costruita innanzitutto in se stessi. Inoltre, «come ci sollecita papa Francesco – ha detto – ciascuno di noi è chiamato a compiere gesti concreti per raggiungere la pace».

«Abbiamo un cuore che non si accontenta mai, perciò invochiamo la pace»: così ha esordito don Maurizio Patriciello, ospite-testimone della Marcia, parroco di Parco verde di Caivano (diocesi di Aversa), territorio conosciuto come “la terra dei fuochi”. Testimone dell’oppressione camorristica nella sua città, il parroco ha esortato i giovani a combattere per la pace, a non ‘rottamare’ nessuno perché la nostra società ha bisogno della saggezza degli anziani, così come della presenza dei bambini. «La guerra scoppia dove c’è ingiustizia – ha detto – perciò vi esorto a eliminare ogni forma di ingiustizia». «Siamo chiamati a piantare un seme – ha concluso – ma ricordiamoci che se piantiamo un seme cattivo nasce una pianta cattiva, se invece piantiamo un seme buono cresce una pianta buona».

Don Angelo Pittau, ideatore della marcia nel 1987 ha concluso la manifestazione ringraziando tutti i partecipanti, e sottolineando come anche quest’anno la Marcia «ha unito tanti uomini di buona volontà, ha consentito di superare ideologie, diversità di cultura, di fedi, di schieramenti politici, di razza, lasciandosi alle spalle ogni divisione».

Fra i rappresentati istituzionali sono intervenuti Luisa Anna Marras, vicesindaco di Cagliari che si è detta “lusingata” del fatto che finalmente la Marcia della Pace sia stata ospitata a Cagliari, e Raffaele Paci, vicepresidente della Giunta regionale che ha annunciato il varo della manovra finanziaria che contiene diverse iniziative finalizzate a sostenere il lavoro e a fronteggiare le problematiche di disagio sociale.

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Il nuovo assetto degli Istituti Superiori di Scienze Religiose in Sardegna, la prossima Assemblea nazionale delle Settimane Sociali dei Cattolici italiani che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre 2017, e alcune nomine, sono alcuni fra i principali argomenti affrontati dalla Conferenza Episcopale Sarda, riunita in seduta ordinaria sotto la presidenza di monsignor Arrigo Miglio lo scorso 13 dicembre a Oristano.

Per meglio qualificare sotto il profilo didattico e scientifico gli Istituti Superiori di Scienze Religiose, affiliati a una Facoltà Teologica, veri Istituti universitari abilitati a rilasciare i titoli accademici di Laurea triennale e Laurea Magistrale quinquennale in Scienze Religiose, la Santa Sede ne ha dimezzato il numero, proponendone gli accorpamenti. In Sardegna la Conferenza Episcopale ha confermato quello di Cagliari per il Sud dell’Isola e ha accorpato quelli di Sassari e Tempio per il Nord Sardegna. Tutti e tre erano già abilitati da tempo a rilasciare i titoli accademici. Dal prossimo anno accademico Sassari e Tempio, però, formeranno un unico Istituto, con due poli didattici nelle rispettive sedi, un unico statuto, unica programmazione e unico corpo docente. Con una particolarità: conserverà titolo e caratterizzazione che ha avuto quello di Tempio fin dalla sua costituzione: Istituto Superiore di Scienze Religiose “Euromediterraneo”. Questo, infatti, rimanda all’interdisciplinarità dello Studio della Teologia, aperto al dialogo interculturale e interreligioso, con uno sguardo speciale alla legislazione europea e alle dinamiche socio-culturali da essa innestate. Significativo è il progetto sperimentale “LabEuroMed” 2015-2020, che consente all’Istituto di operare sul territorio in qualità di Antenna per la mobilità educativa transnazionale dei giovani, nell’ambito delle opportunità offerte dai programmi europei in diversi settori, quali la mobilità, la cultura, la formazione, il lavoro, il volontariato. Sono in essere dei protocolli d’intesa con l’Università di Sassari e con quella di Perugia. Questa riconosce il titolo accademico dell’Euromediterraneo e ammette direttamente chi ne sia in possesso al biennio di specializzazione in “cooperazione allo sviluppo”. Si tratta, come si vede, di un significativo valore aggiunto nel tessuto socio-culturale dei due territori, di sicuro impatto e prospettiva di sviluppo.

Altro appuntamento importante per la Sardegna sarà l’Assemblea nazionale delle Settimane sociali, che vedrà circa 1.500 delegati provenienti da tutte le Diocesi Italiane per riflettere su “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale”.  Le Chiese sarde intendono arrivare all’appuntamento con un articolato percorso di studio e di approfondimento, attraverso sei seminari tematici nei diversi territori dell’Isola. Si è cominciato qualche settimana fa a Cagliari, su “lavoro e nuove tecnologie”. Seguiranno Oristano, su “giovani e lavoro, agricoltura”, Iglesias, su “percorsi di riconversione industriale e compatibilità ambientale”, Nuoro su “Politiche forestali e ambientali”, Sassari  su “Politiche scientifiche e  cooperazione sanitaria” e, infine, nel prossimo mese di maggio, Olbia, su “Turismo e beni culturali”. Tale percorso si concluderà con un dossier regionale da presentare all’Assemblea generale che denunci le fragilità, racconti esperienze e situazioni virtuose e offra proposte concrete per il futuro.

La Conferenza ha proceduto alle seguenti nomine.

Per il Tribunale Ecclesiastico Regionale Sardo: il dott. Antonio Vavenotti è stato nominato Giudice per un anno, l’avv. Alessandro Camedda è stato prorogato per un anno come patrono stabile. Sono anche stati nominati per un anno come difensori del vincolo don Alessandro Madeddu, le dott.sse Rita Basta e Chiara Verdoliva.

Don Vincenzo Salis, infine, è stato nominato incaricato Regionale per la Cooperazione missionaria.

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Sarà don Maurizio Patriciello il 29 dicembre, il testimone ospite della XXX Marcia della Pace promossa dalla Caritas della Diocesi di Ales-Terralba e organizzata per la prima volta a Cagliari dalla Delegazione regionale della Caritas, in collaborazione con le diocesi della Sardegna, gli uffici diocesani della Diocesi di Cagliari, gli uffici della Pastorale Sociale e del Lavoro, della Pastorale Giovanile, numerose associazioni cattoliche e laiche, le confederazioni sindacali, l’Alleanza contro la Povertà, la Tavola della Pace e altre realtà della società civile.

Don Maurizio Patriciello, parroco a Prato Verde di Caivano, territorio conosciuto come “la terra dei fuochi”, da anni è impegnato contro il degrado ambientale causato dalle discariche di rifiuti pericolosi volute dalle organizzazioni camorristiche che lucrano con essi, inquinando l’aria, avvelenando la terra e le falde acquifere e provocando numerosi morti per tumore e leucemia. Ancora, a Parco Verde di Caivano, quartiere sorto dopo il sisma del 1980, lo spaccio produce un business da 100 milioni di euro all’anno. È facile avvertire fetori terribili su cui si ha il sospetto che nell’aria vengano liberati rifiuti industriali bruciati illegalmente. «A volte, per la puzza, non si riesce a celebrare la Messa e nelle notti d’estate non si dorme, a causa del caldo asfissiante nonostante i termoconvettori funzionino regolarmente». Don Maurizio commenta come «una benedizione» l’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì” e apprezza particolarmente quando papa Francesco parla dell’ambiente nell’ottica del disegno di Dio: un giardino coltivato e custodito per chi verrà dopo e ancora, l’uomo non deve soggiogare la terra per uno sfruttamento selvaggio, ma la si deve curare perché le risorse come l’acqua non sono infinite.

Ad assistere alle sue celebrazioni liturgiche sono sempre in tanti, provenienti anche da altri paesi per sentire le parole di quello che oramai è definito “un testimone fedele”.

Don Patriciello porta sempre al collo il Tau, il simbolo francescano, che gli ricorda l’amore per San Francesco. Nonostante l’ammirazione per il Santo di Assisi, ha preferito diventare prete secolare spiegando così la sua scelta: «No, francescano no: con quell’austerità sarei morto, mica sono un supereroe!», dice ridendo. E nella chiesa al Parco Verde di Caivano, c’e anche bisogno di un sorriso per sdrammatizzare. E don Maurizio, questo lo sa bene nonostante le minacce di morte ricevute e ripetute, da parte della malavita organizzata.

L’appuntamento è il 29 dicembre, alle 15.00, presso il Sagrato della Basilica di Bonaria con la preghiera introduttiva guidata dal Vescovo di Ales-Terralba mons. Roberto Carboni e da mons. Giovanni Paolo Zedda, Vescovo delegato della Conferenza episcopale sarda per il servizio della carità, e la partenza della Marcia, che seguirà il seguente percorso: Viale Diaz, Via Roma, Viale Trieste, Piazzale Trento, con i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, di mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda, degli altri rappresentanti delle istituzioni, del delegato regionale Caritas don Marco Lai, di alcuni rappresentanti del Comitato Promotore; a seguire, la testimonianza di don Maurizio Patriciello, il messaggio dei giovani e le conclusioni di don Angelo Pittau.

Il 29 mattina (alle ore 9.30, arrivo e iscrizione ai workshop) si svolgeranno i percorsi formativi dedicati ai giovani nell’ambito del Seminario “Giovani Artigiani di Pace”, presso la Fiera internazionale, coordinati dalla Caritas diocesana Cagliari, dall’Università degli Studi di Cagliari, ACLI, AIFO, ARCI, Fondazione Sant’Ignazio da Laconi, La Rosa Roja, Legambiente, Progetto Policoro, Ufficio Migrantes.