14 November, 2024
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Il NurArcheoFestival e la rassegna nella rassegna, quella dedicata ai comuni con meno di tremila abitanti, pensata dal Crogiuolo in accordo con l’assessorato regionale del Turismo per porre la cultura come baluardo contro il rischio spopolamento. Si conclude domani, venerdì 24 agosto, il festival nel festival (il NAF 2018 proseguirà poi la sua programmazione tradizionale fino al 14 settembre), quando Isabella Carloni, attrice, cantante e autrice teatrale dalle solide esperienze, una amica del NurArcheoFestival, porterà in scena al Menhir Museum di Laconi, alle 22.00, la prima regionale del suo spettacolo Artemisia, un viaggio intorno alla figura ed attraverso il mondo della grande pittrice del ‘600 Artemisia Gentileschi a partire dalla “Cleopatra”, una sua famosa opera del 1620. Un ritratto spoglio, la figura quasi sgraziata rispetto ai canoni tradizionali, niente affatto eroica: un dipinto audace, emblematico della forte personalità dell’artista, del suo genio creativo e, come tutta la sua produzione, della sfida lanciata al suo tempo e ad ogni imposizione.

La drammaturgia firmata dalla Carloni non solo ripensa scenicamente la figura e l’opera della Gentileschi, ma si interroga anche sull’idea stessa di rappresentazione, che coinvolge la pittura quanto l’arte performativa. Nel gioco scenico l’attrice ricerca assonanze e provocazioni nel mondo di Artemisia, nelle sue tele, nella sua storia, nella sua leggenda: entra nell’atelier della pittrice, gioca con la modella che presta il suo corpo all’artista, indaga il soggetto del quadro stesso, la regina d’Egitto. Una raffinata messa in scena, dal forte impatto visivo, un omaggio alla passione per il lavoro artistico, che nella figura di Artemisia si fa strumento di libertà ed espressione di sé.

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Ancora due giorni densi di appuntamenti per la decima edizione del NurArcheoFestival, la rassegna teatrale organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri.

Domani, giovedì 23 agosto, alle 22.00, sarà “Bianco e Nero” – Lo spettacolo a occupare  la terrazza del Museo dell’Ossidiana di Pau. Opera foto-musicale di Lorenzo Fasolo, con Beppe Dettori (ex voce solista dei Tazenda), la regia di Andrea Lucattelli (produzione KaosLab), le fotografie di Luigi Corda, “Bianco e Nero” racchiude immagini, parole e suoni della Sardegna. Una terra antica, centenaria, così come centenari sono i protagonisti di questo racconto.

Un intero paese al buio, coinvolto in una sperimentazione nata per accogliere le proiezioni dei volti centenari di Sardegna, sulle pareti del museo e gli spazi urbani, con le musiche dal vivo di Beppe Dettori (l’ingresso allo spettacolo è gratuito, è prevista la visita al Museo, alle 20.00, su prenotazione, il biglietto è di 3 €). Le musiche di Beppe Dettori e le fotografie di Luigi Corda si uniscono nell’omaggio ai più longevi testimoni sardi del XX secolo, che, nei loro volti e nelle loro anime segnate dal tempo, custodiscono il segreto dell’elisir di lunga vita. Le immagini e le storie proiettate trovano espressione attraverso la musica e la parola, che emerge sul filo del ricordo.

Lo spettacolo sarà preceduto alle 18.00, nella sala conferenze del Museo dell’Ossidiana, dalla tavola rotonda “I Musei e l’Immaginario” -, immaginare mondi visibili e invisibili, che vedrà protagoniste le voci e le esperienze di alcune tra le strutture museali attive nelle aree della Marmilla e del Sarcidano, territori a cui gli organizzatori, Il Crogiuolo e l’associazione culturale Menabò di Pau, dedicano una particolare attenzione. Per confrontarsi sul tema, ampio e articolato, del rapporto che lega i musei al mondo dell’immagine e delle immagini, alla realtà visiva e visuale, e alla generazione e “abitazione” di immaginari, interverranno i direttori scientifici del Museo dei Menhir di Laconi, Giorgio Murru, del GeoMuseo Monte Arci di Masullas, Luigi Sanciu, del Museo dell’Ossidiana di Pau, Carlo Lugliè. Con loro Marco Spanu, presidente dell’associazione InMediazione di Cagliari, professionista nelle arti visive che da anni si dedica in particolare, con il progetto Paesaggi Visivi e Sonori, al dialogo fra realtà museali e disabilità visive ed uditive.

Sempre il 23 agosto, alle 20.00, “Sa Notti de Is Janas”, con Isella Orchis protagonista, verrà presentato a Villaperuccio, nell’area archeologica di Montessu. Alle 18.30 la visita guidata del sito a cura della coop. Sistema Museo.

Il festival nel festival dedicato ai comuni con meno di tremila abitanti, pensato dal Crogiuolo in accordo con l’Assessorato regionale del Turismo per porre la cultura come baluardo contro il rischio spopolamento, si concluderà venerdì 24 agosto, quando Isabella Carloni, attrice, cantante e autrice teatrale, una amica del NAF, porterà in scena al Menhir Museum di Laconi, alle 22.00, la prima regionale del suo spettacolo “Artemisia”, un viaggio intorno alla figura della pittrice Artemisia Gentileschi a partire dalla “Cleopatra”, appartenente alla collezione Cavallini-Sgarbi. L’opera è del 1620. E’ un ritratto spoglio, la figura è quasi sgraziata rispetto ai canoni tradizionali, niente affatto eroica: un dipinto audace, emblematico della forte personalità della pittrice, del suo genio creativo e, come tutta la sua produzione, della sfida lanciata al suo tempo e ad ogni imposizione.

La drammaturgia firmata dalla Carloni non solo ripensa scenicamente la figura e l’opera della Gentileschi, ma si interroga anche sull’idea stessa di rappresentazione, che coinvolge la pittura quanto l’arte performativa. Nel gioco scenico l’attrice ricerca assonanze e provocazioni nel mondo di Artemisia, nelle sue tele, nella sua storia, nella sua leggenda: entra nell’atelier della pittrice, gioca con la modella che presta il suo corpo all’artista, indaga il soggetto del quadro stesso, la regina d’Egitto. Una raffinata messa in scena, dal forte impatto visivo, un omaggio alla passione per il lavoro artistico, che nella figura di Artemisia si fa strumento di libertà ed espressione di sé.

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Il NurArcheoFestival giunge alla sua decima edizione. Un traguardo importante e significativo per la rassegna teatrale organizzata dal Crogiuolo, che quest’anno è dedicata a Cristiano Bandini, recentemente, e precocemente, scomparso. «Un caro amico, giornalista, scrittore e intellettuale di prim’ordine, una persona di raro rigore morale, di grande generosità e sapienza umana – sottolinea Rita Atzeri, direttrice artistica del Crogiuolo e anima del Festival -. L’incontro con Cristiano Bandini risale agli anni in cui la compagnia fondata da Mario Faticoni metteva in scena al Teatro dell’Arco di Cagliari “Aspettando Godot” di Beckett. Con Giovanni Sanna curava l’ufficio stampa e la realizzazione di un piccolo giornalino informativo sullo spettacolo. Da quel momento l’intelligenza e lo sguardo discreto e buono di Cristiano sono stati un dono prezioso che ha accompagnato, anche nella distanza, il nostro lavoro». Alla sua memoria il Crogiuolo vuole dedicare non solo il decennale del Nurarcheofestival ma anche, e in particolare, lo spazio scenico di Fucina Teatro nel centro culturale La Vetreria di Pirri: «Si chiamerà – specifica Rita Atzeri – Sala Teatro Bancri, dedicata a Cristiano Bandini».

Intrecci nei teatri di pietra si fa di nuovo in due. La decima edizione della rassegna, come lo scorso anno, raddoppia, nel senso che al cartellone consueto, dove dal 3 agosto al 14 settembre la tradizione storica e culturale della Sardegna si sposerà ancora una volta con il teatro in alcuni dei luoghi di maggior pregio archeologico dell’Isola, si affiancherà una programmazione che coinvolgerà dal 13 al 24 agosto diversi comuni con meno di tremila abitanti. Il NAF 2018 prosegue quindi nel solco del connubio fra cultura e turismo e si incontra con le linee dell’assessorato regionale del Turismo: combattere lo spopolamento dei piccoli centri attraverso le attività culturali – spettacoli, visite guidate, tavole rotonde – per salvaguardare e valorizzarne il patrimonio materiale e immateriale.

«Lo sforzo organizzativo e produttivo per i 10 anni del Nurarcheofestival è stato veramente notevole», sottolinea Rita Atzeri, direttrice artistica della rassegna. Cinque sono le ospitalità nazionali, con altrettanti importanti attori della nostra scena teatrale: Iaia Forte, più volte ospite del Festival, con “Odissea Penelope”; Isabella Carloni con il suo spettacolo dedicato alla pittrice Artemisia Gentileschi, “Artemisia”; Gianluigi Tosto – attore che da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la recitazione poetica – che, dopo il successo dello scorso anno, ripresenta la “sua” Iliade; Matteo Belli – qualche anno fa la critica lo ha definito “il nipotino di Dario Fo” – in scena con “Perseverare humanum est”; Paolo Panaro, narr-attore eccellente, che proporrà “Il viaggio di Ulisse” (nelle precedenti edizioni del festival fra i protagonisti sono da annoverare interpreti come Maria Paiato e Laura Curino). Il cartellone si arricchisce anche della presenza di Caterina Murino, che proporrà un’intensa interpretazione di “Canne al vento” di Grazia Deledda, una nuova produzione del Crogiuolo, con testo e regia di Rita Atzeri, pensata appositamente per il NAF 2018. Il Crogiuolo partecipa, inoltre, alla produzione nazionale de “La terra degli uomini toro” di Marco Taddei e presenta altre due sue produzioni originali, “Sa notti de Is Janas” e “Dalla luna ai menhir”, su testo di Bepi Vigna.

Al centro del NurArcheofestival, quindi, con un cartellone particolarmente fitto, ancora soprattutto la cultura classica, attraverso la proposta di spettacoli dedicati al mito e all’epica, e quella più specificamente legata alla storia edalla tradizione letteraria sarda.

«Il NurArcheoFestival – spiega Rita Atzeri, presidente del Crogiuolo (ha da due anni raccolto il testimone dal fondatore storico dell’associazione, Mario Faticoni) – nasce con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico, per favorire una conoscenza profonda della nostra cultura materiale e immateriale. Nel corso degli anni abbiamo definito il NurArcheo come festival dal tempo lungo, perché gli appuntamenti che ne fanno parte prevedono, in taluni casi, escursioni naturalistiche, visite guidate ai siti, spettacoli teatrali al calar del sole e per chi volesse la possibilità di completare l’esperienza con degustazioni o cena, perché la conoscenza di una terra passa anche attraverso la sua cucina. Altro punto di forza – conclude Rita Atzeri – è la valenza di presidio culturale che il Nurarcheofestival riveste nel proporre le proprie iniziative e interventi, principalmente, in comuni al di sotto dei tremila abitanti: così facendo intende offrire un contributo concreto alla lotta allo spopolamento delle zone dell’interno.»