5 November, 2024
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Alla Stazione dell’Arte è stata inaugurata la mostra “Lente sul mondo”, che chiude le celebrazioni per il centenario della nascita dell’artista: un programma espositivo, lungo un anno, che dalla Sardegna è approdato a Roma e a Parigi per tornare nei luoghi di ‘’Legarsi alla montagna’’, performance collettiva che unì ancor più saldamente Maria Lai alla sua comunità.

Il 2019 è l’anno di Maria Lai. Dalla Stazione dell’Arte di Ulassai al MAXXI di Roma, passando dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, questa voce inedita del panorama artistico del ‘900 è stata celebrata attraverso mostre, percorsi museali, performance, pubblicazioni e convegni. Un percorso artistico alla scoperta del mondo unico e magico che ha sempre animato l’immaginario creativo dell’artista ogliastrina.

L’evento conclusivo di questo anno straordinario e denso di appuntamenti è rappresentato dalla mostra “Maria Lai. Lente sul mondo” inaugurata sabato 21 dicembre alla Stazione dell’Arte di Ulassai, museo fortemente voluto dall’artista e da lei istituito nel 2006 con una donazione di oltre centocinquanta opere.

“Lente sul mondo”. La mostra è organizzata dalla Fondazione Stazione dell’Arte, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna. Curata da Davide Mariani, direttore del museo dedicato a Maria Lai, nasce con l’intento di mettere in evidenza l’attitudine dell’artista a riflettere su macrocosmi a partire da microcosmi, facendo di Ulassai, il suo paese natale costantemente minacciato da frane, una metafora del mondo.

«Ulassai è una metafora straordinaria, perché è minacciata da frane, come il mondo – così diceva Maria Lai –. Allora si parlava della bomba atomica… frane universali. E poi questo nastro che arriva… ma che vuol dire un nastro? Non vuol dire niente, non sostiene… però lì, nella storia, nella leggenda, si dice che quel nastro abbia dato una direzione di salvezza. E allora tutto il paese faccia quest’opera, dia un’immagine del mondo nuova e dell’arte. Perché l’arte è come quel nastro, bella da vedersi ma è soprattutto direzione di salvezza.»

Le opere in mostra. “Lente sul mondo” si compone di oltre venti opere appartenenti alla collezione del Museo Stazione dell’Arte, di cui alcune esposte per la prima volta al pubblico. La mostra indaga in maniera sistematica l’ambizione di Maria Lai di trovare un linguaggio universale, tensione imprescindibile degli ultimi trent’anni del suo percorso d’arte.

A partire dalla serie La rupe (2002), in cui grazie a un efficace, quanto essenziale, collage di carte strappate restituisce l’immagine dei tacchi che coronano Ulassai, da sempre fonte di ispirazione e universo creativo. Come le suggestioni legate alla sua infanzia: in Paesaggio (1947), Maria Lai modella con la ceramica un paesaggio roccioso, memore degli insegnamenti di Arturo Martini. Altri passaggi richiamano invece quel sentimento maturato nel tempo di “Ansia d’infinito”, come in Andende Andende (1995/2004) e Un pezzo caduto di cielo (2003), in cui il rapporto dell’uomo con lo spazio viene esplicitato attraverso la sabbia, le pietre, gli spaghi e la polvere d’argento. Il percorso espositivo è arricchito da un focus sul tema della natività che, già dalla prima metà degli anni Cinquanta, riveste un ruolo centrale nella produzione di Maria Lai. Il presepe, ancora una volta, rappresenta una metafora perfetta dell’arte, intesa come via di salvezza per il mondo.

2019, un anno all’insegna di Maria Lai. La mostra “Lente sul mondo” si collega idealmente con quella inaugurata all’inizio di questo mese a Parigi, Maria Lai. Suivez le rythme. Curata sempre da Davide Mariani e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, l’esposizione resterà aperta fino al 10 gennaio del 2020. La mostra parigina è la prima monografica di Maria Lai in Francia.

Attraverso l’esposizione di opere autografe, foto, video ed edizioni d’artista, la mostra mette in luce le strategie impiegate da Maria Lai per avvicinare l’arte alla gente. All’Istituto Italiano di Cultura sono presenti opere che hanno segnato l’immagine dell’artista anche tra il grande pubblico: i libri cuciti, le geografie, le fiabe, i giochi e la documentazione fotografica di alcuni dei suoi interventi ambientali più significativi che oggi costituiscono parte della collezione di arte pubblica del Museo a cielo aperto “Maria Lai” di Ulassai.

Il 2019 era iniziato con l’avvio della programmazione espositiva interamente curata da Davide Mariani, nominato Direttore del museo lo scorso 4 dicembre 2018, con la mostra Maria Lai. Sguardo Opera Pensiero, un progetto espositivo nato con l’intento di indagare i luoghi dell’arte attraverso l’opera di Maria Lai e di svelare allo stesso tempo il processo creativo che si nasconde dietro la realizzazione dei suoi lavori.

In primavera è stata invece la volta di Maria Lai. Pane Quotidiano, rassegna dedicata ai momenti più significativi della produzione dell’artista legata al tema della panificazione, sia da un punto di vista materico sia da uno più simbolico e allusivo, ovvero come metafora dell’arte e della vita.

Per Maria Lai il 2019 è stato anche l’anno della retrospettiva Tenendo per mano il soleal MAXXI che ha collaborato con la Fondazione Stazione dell’Arte anche per la mostra Tenendo per mano l’ombra, inaugurate entrambe a giugno rispettivamente a Roma e Ulassai.

Prima della mostra di Parigi, infine, è stata la volta del progetto Cuore mio. A distanza di quasi quarant’anni da “Legarsi alla montagna”, la Fondazione di Sardegna e la Fondazione Stazione dell’Arte si sono incontrate per dare vita a un progetto che, grazie all’intervento dell’artista milanese Marcello Maloberti, è risultato essere molto più di un semplice tributo a Maria Lai. Il 21 settembre scorso, sulla montagna di Ulassai, è stata inaugurata un’opera site-specific di carattere permanente che è entrata a far parte della collezione del Museo a Cielo Aperto Maria Lai. L’installazione è stata preceduta da una performance che, a partire dal tramonto e fino a tarda sera, ha coinvolto la comunità di Ulassai per le strade del paese e nella centrale piazza Barigau. A giugno, l’opera di Maloberti, un cartello stradale collocato in verticale, come una bandiera, era stata ospitata per due giorni al Museo MAXXI di Roma, proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata a Maria Lai.

LA STAZIONE DELL’ARTE

La Stazione dell’Arte di Ulassai, nel cuore dell’Ogliastra, in Sardegna, è un museo d’arte contemporanea dedicato a Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013). Istituito nel 2006 dall’artista, attraverso una donazione di oltre centocinquanta opere al Comune di Ulassai, il museo, gestito dalla Fondazione Stazione dell’Arte, di cui Maria Lai è stata Presidente onorario a vita, custodisce la più importante e completa collezione pubblica della sua opera e organizza una programmazione espositiva legata ad alcune tematiche per lei centrali, come il rapporto fra arte, comunità e paesaggio.

“MARIA LAI. LENTE SUL MONDO”

A cura di Davide Mariani

21/12/2019 – 22/03/2020

Stazione dell’Arte, Ulassai

Orari: lunedì – domenica 9.30 – 19.30

Visite guidate: 9.30; 11.00; 13.00;

14.30; 16.00; 18.00

Apertura straordinaria: 24/26/31 dicembre 2019

1° e 6 gennaio 2020

Chiuso: 25 dicembre 2019

Progetto grafico: Luisa Gulli

In collaborazione con: Istituto Italiano di Cultura di Parigi

Main sponsor: Fondazione di Sardegna

Partner istituzionali: Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Ulassai

www.stazionedellarte.com

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Alla Stazione dell’Arte viene inaugurata la mostra “Lente sul mondo”, che chiude le celebrazioni per il centenario della nascita dell’artista: un programma espositivo, lungo un anno, che dalla Sardegna è approdato a Roma e a Parigi per tornare nei luoghi di ‘’Legarsi alla montagna’’, performance collettiva che unì ancor più saldamente Maria Lai alla sua comunità.

Il 2019 è l’anno di Maria Lai. Dalla Stazione dell’Arte di Ulassai al MAXXI di Roma, passando dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, questa voce inedita del panorama artistico del ‘900 è stata celebrata attraverso mostre, percorsi museali, performance, pubblicazioni e convegni. Un percorso artistico alla scoperta del mondo unico e magico che ha sempre animato l’immaginario creativo dell’artista ogliastrina.

L’evento conclusivo di questo anno straordinario e denso di appuntamenti è rappresentato dalla mostra “Maria Lai. Lente sul mondo” che sarà inaugurata sabato 21 dicembre, alle ore 17.00, alla Stazione dell’Arte di Ulassai, museo fortemente voluto dall’artista e da lei istituito nel 2006 con una donazione di oltre centocinquanta opere.

“Lente sul mondo”. La mostra è organizzata dalla Fondazione Stazione dell’Arte, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna. Curata da Davide Mariani, direttore del museo dedicato a Maria Lai, nasce con l’intento di mettere in evidenza l’attitudine dell’artista a riflettere su macrocosmi a partire da microcosmi, facendo di Ulassai, il suo paese natale costantemente minacciato da frane, una metafora del mondo.

«Ulassai è una metafora straordinaria, perché è minacciata da frane, come il mondo – così diceva Maria Lai –. Allora si parlava della bomba atomica… frane universali. E poi questo nastro che arriva… ma che vuol dire un nastro? Non vuol dire niente, non sostiene… però lì, nella storia, nella leggenda, si dice che quel nastro abbia dato una direzione di salvezza. E allora tutto il paese faccia quest’opera, dia un’immagine del mondo nuova e dell’arte. Perché l’arte è come quel nastro, bella da vedersi ma è soprattutto direzione di salvezza

Le opere in mostra. “Lente sul mondo” si compone di oltre venti opere appartenenti alla collezione del Museo Stazione dell’Arte, di cui alcune esposte per la prima volta al pubblico. La mostra indaga in maniera sistematica l’ambizione di Maria Lai di trovare un linguaggio universale, tensione imprescindibile degli ultimi trent’anni del suo percorso d’arte.

A partire dalla serie La rupe (2002), in cui grazie a un efficace, quanto essenziale, collage di carte strappate restituisce l’immagine dei tacchi che coronano Ulassai, da sempre fonte di ispirazione e universo creativo. Come le suggestioni legate alla sua infanzia: in Paesaggio (1947), Maria Lai modella con la ceramica un paesaggio roccioso, memore degli insegnamenti di Arturo Martini. Altri passaggi richiamano invece quel sentimento maturato nel tempo di “Ansia d’infinito”, come in Andende Andende (1995/2004) e Un pezzo caduto di cielo (2003), in cui il rapporto dell’uomo con lo spazio viene esplicitato attraverso la sabbia, le pietre, gli spaghi e la polvere d’argento. Il percorso espositivo è arricchito da un focus sul tema della natività che, già dalla prima metà degli anni Cinquanta, riveste un ruolo centrale nella produzione di Maria Lai. Il presepe, ancora una volta, rappresenta una metafora perfetta dell’arte, intesa come via di salvezza per il mondo.

2019, un anno all’insegna di Maria Lai. La mostra che sarà inaugurata il 21 dicembre si collega idealmente con quella inaugurata all’inizio di questo mese a Parigi, Maria Lai. Suivez le rythme. Curata sempre da Davide Mariani e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, l’esposizione resterà aperta fino al 10 gennaio del 2020. La mostra parigina è la prima monografica di Maria Lai in Francia.

Attraverso l’esposizione di opere autografe, foto, video ed edizioni d’artista, la mostra mette in luce le strategie impiegate da Maria Lai per avvicinare l’arte alla gente. All’Istituto Italiano di Cultura sono presenti opere che hanno segnato l’immagine dell’artista anche tra il grande pubblico: i libri cuciti, le geografie, le fiabe, i giochi e la documentazione fotografica di alcuni dei suoi interventi ambientali più significativi che oggi costituiscono parte della collezione di arte pubblica del Museo a cielo aperto “Maria Lai” di Ulassai.

Il 2019 era iniziato con l’avvio della programmazione espositiva interamente curata da Davide Mariani, nominato Direttore del museo lo scorso 4 dicembre 2018, con la mostra Maria Lai. Sguardo Opera Pensiero, un progetto espositivo nato con l’intento di indagare i luoghi dell’arte attraverso l’opera di Maria Lai e di svelare allo stesso tempo il processo creativo che si nasconde dietro la realizzazione dei suoi lavori.

In primavera è stata invece la volta di Maria Lai. Pane Quotidiano, rassegna dedicata ai momenti più significativi della produzione dell’artista legata al tema della panificazione, sia da un punto di vista materico sia da uno più simbolico e allusivo, ovvero come metafora dell’arte e della vita.

Per Maria Lai il 2019 è stato anche l’anno della retrospettiva Tenendo per mano il soleal MAXXI che ha collaborato con la Fondazione Stazione dell’Arte anche per la mostra Tenendo per mano l’ombra, inaugurate entrambe a giugno rispettivamente a Roma ed Ulassai.

Prima della mostra di Parigi, infine, è stata la volta del progetto Cuore mio. A distanza di quasi quarant’anni da “Legarsi alla montagna”, la Fondazione di Sardegna e la Fondazione Stazione dell’Arte si sono incontrate per dare vita a un progetto che, grazie all’intervento dell’artista milanese Marcello Maloberti, è risultato essere molto più di un semplice tributo a Maria Lai. Il 21 settembre scorso, sulla montagna di Ulassai, è stata inaugurata un’opera site-specific di carattere permanente che è entrata a far parte della collezione del Museo a Cielo Aperto Maria Lai. L’installazione è stata preceduta da una performance che, a partire dal tramonto e fino a tarda sera, ha coinvolto la comunità di Ulassai per le strade del paese e nella centrale piazza Barigau. A giugno, l’opera di Maloberti, un cartello stradale collocato in verticale, come una bandiera, era stata ospitata per due giorni al Museo MAXXI di Roma, proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata a Maria Lai.

LA STAZIONE DELL’ARTE

La Stazione dell’Arte di Ulassai, nel cuore dell’Ogliastra, in Sardegna, è un museo d’arte contemporanea dedicato a Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013). Istituito nel 2006 dall’artista, attraverso una donazione di oltre centocinquanta opere al comune di Ulassai, il museo, gestito dalla Fondazione Stazione dell’Arte, di cui Maria Lai è stata Presidente onorario a vita, custodisce la più importante e completa collezione pubblica della sua opera e organizza una programmazione espositiva legata ad alcune tematiche per lei centrali, come il rapporto fra arte, comunità e paesaggio.

“MARIA LAI. LENTE SUL MONDO”

A cura di Davide Mariani

21/12/2019 – 22/03/2020

Stazione dell’Arte, Ulassai

Orari: lunedì – domenica 9.30 – 19.30

Visite guidate: 9.30; 11.00; 13.00;

14.30; 16.00; 18.00

Apertura straordinaria: 24/26/31 dicembre 2019

1° e 6 gennaio 2020

Chiuso: 25 dicembre 2019

Progetto grafico: Luisa Gulli

In collaborazione con: Istituto Italiano di Cultura di Parigi

Main sponsor: Fondazione di Sardegna

Partner istituzionali: Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Ulassai

www.stazionedellarte.com

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A Rivoli (Torino), sabato 6 aprile 2019, alle ore 16.00, all’interno della Chiesa Santa Croce (Via Santa Croce 14), sarà inaugurata la mostra “Interferenze, arte in Sardegna 1944-2019”, che rimarrà aperta fino al 20 aprile.

Nella mostra ci sono opere di Costantino Nivola, che fu direttore grafico della Olivetti, amico di Le Corbusier e docente di disegno ad Harvard. Ci sono alcuni lavori dello scultore Pinuccio Sciola, le cui installazioni sono entrate fin nel giardino di Jacques Prévert. Così come di Maria Lai, che con la sua arte è arrivata al Moma. Questi sono solo tre dei 26 artisti sardi che daranno vita alla mostra “Interferenze, arte in Sardegna 1944-2019”, che apre a Rivoli dal 6 al 20 aprile, all’interno della Chiesa Santa Croce.

Organizzata e promossa dalla F.A.S.I., la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, in collaborazione con Res Publica – Galleria d’Arte Democratica e il Circolo “4 Mori” di Rivoli, realizzata con il contributo della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Rivoli, della Fondazione Pinuccio Sciola e del Centro Studi Luigi Crespellani, la retrospettiva prende il titolo da quel fenomeno della fisica che nasce dalla sovrapposizione di più onde elettromagnetiche in un determinato punto dello spazio. Le interferenze che hanno portato alla produzione delle opere esposte si sono verificate tra la Sardegna, il Piemonte e altri luoghi. Il viaggio, il soggiorno in altri paesi per motivi di studio o di lavoro, ha portato a contaminazioni positive.

«Tutti gli artisti di questa collettiva – afferma la storica dell’arte e curatrice della mostra Concettina Ghisu – raccontano storie di nomadismo spirituale e culturale, intrecciate alla tradizione sarda o volutamente distaccate per ribellione o innata curiosità.»
Punto di partenza per i visitatori sarà una tempera su carta del 1944, intitolata Autoritratto (Solitudine), di Costantino Nivola. L’autore vissuto tra il 1911 e il 1988, ha avuto una vita intensa che, quando viene colpito da un mandato di cattura per attività antifascista, lo porta a New York dove entra a contatto con personaggi come Jackson Pollock.

Da Costantino Nivola partirà un lungo percorso alla scoperta di altri grandi come Maria Lai (1919-2013), allieva di Arturo Martini che vede alcune delle sue opere ospitate al Moma di New York, al Centre Pompidou di Parigi, e al Mart.
Durante questo viaggio nell’arte, si incontrerà anche Pinuccio Sciola (1942-2016). Esponente di spicco del muralismo sardo, nel 1973 va a lavorare a Città del Messico al fianco di David Alfaro Siqueiros. Nel 1996 Sciola scopre le sonorità della pietra. Una installazione permanente dell’artista si trova nel giardino della casa di Jacques Prévert a Omonville-la-Petite e sulla tomba del poeta francese.
Tante le opere realizzate da donne come Maria Crespellani, Rosanna Rossi, Tiziana Contu, Barbara Ardau e molte altre. Tutte queste verranno illustrate durante l’inaugurazione. Seguirà un buffet offerto dagli sponsor Argiolas Formaggi srl, Cantina di Dorgali, Circolo “4 Mori” Rivoli e Circolo Sant’Efisio Torino.

Serafina Mascia

Presidente della F.A.S.I.

#Ricucire il mondo” è un progetto espositivo dei #Musei Civici di Cagliari e del #Museo MAN di Nuoro dedicato a Maria Lai (1919-2013), una delle figure femminili più importanti e affascinanti della storia dell’’arte italiana della seconda metà del Novecento. L’’esposizione, realizzata grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna, propone un percorso cronologico e tematico strutturato in tre diverse sedi: il Palazzo di Città di Cagliari, il Museo MAN di Nuoro, il paese di Ulassai. Con più di trecento opere provenienti da raccolte sia pubbliche sia private, oltre che dalla collezione della famiglia, Ricucire il mondo è la prima retrospettiva completa dedicata all’artista.

Cagliari -– Palazzo di città (inaugurazione giovedì 10 luglio ore 19.00)

Il palazzo di città di Cagliari ospiterà la prima parte del progetto, a cura di Anna Maria Montaldo, direttrice dei Musei Civici, dedicato alla produzione dell’’artista dagli anni Quaranta alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso. Il percorso espositivo, articolato in aree tematiche, muove dal cospicuo corpus di disegni, realizzati a penna o matita a partire dai primi anni Quaranta, per arrivare alle tempere dedicate al tema del lavoro femminile, alla produzione ispirata alla tessitura (lavagne, libri cuciti, geografie), fino ai paesaggi, le terrecotte, i pani, i presepi e i telai degli anni Settanta, centrali nella produzione dell’’artista. La parte cagliaritana della mostra sarà arricchita dalla presentazione di materiale documentario, interviste e filmati d’archivio a ricostruire alcune tra le tappe più significative del percorso creativo dell’’artista. Tra questi anche il celebre video della performance collettiva Legarsi alla montagna, realizzata a Ulassai nel 1981, lavoro chiave nello sviluppo dei linguaggi dell’’artista, identificato come possibile elemento unificante le tre sedi del progetto.

Nuoro -– Museo MAN (Inaugurazione venerdì 11 luglio ore 19.00)

Il MAN di Nuoro ospiterà la seconda parte della mostra, a cura di Barbara Casavecchia e Lorenzo Giusti, direttore del museo, dedicata alla produzione di Maria Lai successiva ai primi Ottanta, un momento di particolare intensità creativa per l’artista, portato avanti in sintonia con gli sviluppi delle coeve ricerche internazionali di ambito performativo, relazionale e pubblico. Oltre a Legarsi alla montagna, la celebre azione collettiva del 1981, in mostra saranno presentati alcuni tra i principali interventi ambientali realizzati successivamente, da La disfatta dei varani (Camerino, 1983) a Essere è Tessere (Aggius, 2008). La mostra ricostruisce le tappe principali di questo percorso tramite opere, materiali documentari, foto e video, intrecciandole alla ricerca svolta da Lai nell’’ambito del teatro e della performance. Un altro elemento nodale del percorso espositivo (che comprende alcune importanti serie di lavori, tra cui Lenzuoli, Libri cuciti e d’artista, Geografie e Telai) è la relazione con il mondo dell’’infanzia e della didattica, esplorata da Maria Lai tramite la produzione di fiabe, libri, giochi e laboratori, volti a coinvolgere nella riflessione sul potenziale liberatorio dell’’arte ogni genere di pubblico, fino dalla più giovane età.

Claudia Losi & Antonio Marras – Come piccole api operaie

Un progetto speciale, frutto di una collaborazione tra l’artista Claudia Losi e lo stilista Antonio Marras, amico e collaboratore di Maria Lai, unisce idealmente le sedi di Cagliari e Nuoro. A Cagliari l’intervento collega la facciata del museo e le vie circostanti con l’interno di una sala al piano terra, dove un’opera di Lai sarà visibile anche durante la notte. A Nuoro, una tessitura di fili metallici partirà dall’esterno del MAN per attraversarne mura e finestre, fino a “legare” alle pareti una galassia di piccoli oggetti (cartoncini d’auguri, grafiche, gioielli, stoffe, ricami), realizzati da Maria Lai nel corso della propria vita e donati ad amici e parenti, ricostruendone il ruolo di artista attiva nella propria comunità, che generosamente condivide e “disperde” la propria opera.

Ulassai – – Una stazione per l’’arte (inaugurazione sabato 12 luglio ore 11.30)

Terza sede del progetto è il paese di Ulassai, che, in occasione delle mostre di Cagliari e Nuoro, con il coordinamento di Cristiana Giglio, direttore della “Stazione dell’’Arte”, presenta due occasioni di visita. La prima coinvolge gli spazi dell’’antica stazione ferroviaria, oggi sede del museo dedicato a Maria Lai, dove, per la prima volta dalla sua apertura, avvenuta nel 2006, le sale saranno riallestite secondo il progetto originale, ideato dalla stessa Maria Lai, con uno spazio dedicata alle carte geografiche, uno con gli omaggi ai maestri (Salvatore Cambosu, Giuseppe Dessì, Arturo Martini) ed una ospitante l’’installazione Invito a tavola. La seconda occasione di visita riguarda invece gli interventi ambientali nel paese di Ulassai, realizzati a partire dai primi anni Ottanta. Il giorno dell’’inaugurazione una navetta collegherà i diversi siti, dando la possibilità al visitatore di muoversi con facilità all’’interno di quello che può essere considerato un vero e proprio museo all’’aperto, con opere quali La strada delle capre cucite, Il gioco del volo dell’’oca, il Telaio soffitto del lavatoio e molti altri. Una nuova segnaletica faciliterà la visita, con percorsi a terra e cartelli illustrativi.

lailancio