4 July, 2024
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Oltre 200 delegati da 30 paesi, in rappresentanza di tutti i continenti, riuniti a Cagliari per confrontarsi sul ruolo delle tecnologie per rispondere alla domanda di più energia e minor inquinamento. Un compromesso possibile. Anzi obbligato secondo gli esperti presenti all’8ª Conferenza sulle tecnologie del carbone pulito, organizzata a Cagliari da Iea Clean Coal Centre e Sotacarbo.

I lavori sono stati aperti dal saluto del presidente della Regione Francesco Pigliaru, che ha salutato con soddisfazione la scelta di ospitare la conferenza in Sardegna, «unica regione italiana ad estrarre carbone nell’ultimo secolo». Il presidente della Giunta, nonché presidente della Commissione Enve (Ambiente, clima, energia) del Comitato europeo delle Regioni, ha illustrato in sintesi la politica energetica regionale e il ruolo della Sotacarbo e dell’Università di Cagliari e di Sassari nello sviluppo delle nuove tecnologie in questo settore.

L’intervento del presidente Pigliaru era stato preceduto da quelli del padrone di casa Alessandro Lanza: «Prima Sotacarbo si occupava solo di carbone, adesso i tempi sono cambiati e anche la nostra ricerca si è aperta a tutte le fonti di energia a basso contenuto di carbonio». Cambiamento in linea con la trasformazione di un settore in piena transizione tra fossili e rinnovabili. Evoluzione ben evidenziata dal capo delle politiche energetiche dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Jean Francois Gagné: «Per il terzo anno di fila le emissioni di CO2 non crescono. Un fatto senza precedenti, determinato dal calo dei fossili e da una crescita delle rinnovabili che è andata al di là delle migliori aspettative. Questo andamento rappresenta la prova che tutte le forme di produzione di energia hanno possibilità di crescere se sostenute dalle giuste scelte della politica».

Ashok Ganesan, direttore di Ge Power, ha sottolineato come il problema energia riguardi tutto il mondo ma in modo diverso. E anche le risposte da dare al problema non sono così scontate: «Due miliardi di persone nel mondo hanno energia insufficiente, un miliardo non ne ha. Questo è lo scenario su cui dovrebbero basarsi le politiche energetiche nazionali, pensando al problema su scala globale. Ad esempio ci sono ottime ragioni, sia ambientali che economiche, per migliorare l’efficienza delle centrali più inquinanti: recuperare il 5,5% di efficienza, si traduce in una riduzione delle emissioni dell’11%. Per capirsi: è come se sparissero dalle strade 250 milioni di vetture. Forse vale la pena prestare attenzione a quelle centrali, anziché tenerle in attività sino a esaurimento».

La Conferenza, che prevede tre sessioni in simultanea dalle 9.00 del mattino alle 18.30, si concluderà venerdì prossimo con la visita a Carbonia al Centro ricerche Sotacarbo e al museo del carbone, seguita nel pomeriggio da quella alla centrale Enel di Portovesme.

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«Il carbone è in declino ma per molti paesi resta la risorsa principale e più conveniente e verrà usato a lungo. Per questo è essenziale limitarne al massimo l’impatto sull’ambiente». Andrew Minchener, direttore generale della Iea Clean Coal Centre, spiega così l’attualità e l’importanza della ricerca sul carbone, tema dell’8ª edizione dell’International Conference on Clean Coal Technologies (CCT2017), in programma dall’8 al 12 maggio al T Hotel di Cagliari. Un evento che riunisce circa 200 delegati provenienti da oltre 30 paesi, i massimi rappresentanti a livello mondiale della ricerca e dell’industria in questo settore.

Ogni due anni il Cct mette assieme le visioni e i programmi di investimento delle maggiori aziende produttrici di energia e le più recenti innovazioni tecnologiche in grado di ridurre l’impatto del carbone sull’ambiente. Nonostante il crescente favore dell’opinione pubblica per le fonti alternative, il carbone rimane la maggiore fonte di energia elettrica al mondo, sulla spinta dei paesi in via di sviluppo costretti a fronteggiare il problema della carenza di energia. Spinta che rende essenziale lo sviluppo e l’uso di tecnologie in grado di minimizzare le emissioni di CO2 e di altri inquinanti.

Tra i partecipanti da segnalare Jean-Francois Gagné, capo delle politiche scientifiche dell’Agenzia internazionale per l’Energia, Scott Smouse, direttore dell’US Department of Energy, Ashok Ganesan di GE Power Services, azienda costruttrice degli impianti più efficienti al mondo; Partha Mazumder di Ntpc, la prima società produttrice di energia elettrica in India.

Il programma della conferenza, molto fitto, prevede tre giornate con tre sessioni quotidiane in simultanea dalle 9.00 del mattino alle 18.30. Aperta dagli interventi del presidente della Regione Francesco Pigliaru e del presidente Sotacarbo Alessandro Lanza, la giornata del 9 maggio vedrà anche la presentazione di soluzioni all’avanguardia realizzate in Giappone dalla Mitsubishi Hitachi Power Systems e in Cina, nella centrale modello di Waigaoqiao a Shanghai.

La crescita delle rinnovabili, quindi di energia pulita ma intermittente, ha un impatto sul livello di operatività delle reti elettriche. Anche in questo scenario il carbone ha un ruolo di primo piano, perché rappresenta la risorsa più idonea a garantire la necessaria copertura energetica quando cala o cessa la produzione delle rinnovabili. Il 10 maggio verrà esaminato il ruolo del carbone in uno scenario “a basse concentrazioni di carbonio”. Da segnalare le analisi del World Energy Council, di VGB Powertech per la Germania e di Reliance Power per l’India, su come l’industria del carbone si stia adattando in questa fase di transizione energetica. Si tratta di temi nuovi e diversi rispetto a quelli dell’edizione 2015 ospitata a Cracovia in Polonia.

Altra novità la tavola rotonda organizzata nello stesso giorno alle 15.30 sul tema del “Trilemma dell’energia”. Dibattito che andrà oltre il carbone, per affrontare il problema dell’intero settore energetico nel trovare il giusto bilanciamento tra ambiente, sicurezza e costi, Sfida che accomuna tutti i governi. Ne discuteranno sei esperti in economia e politica energetica: Chandra Bhushan, direttore del Centre for Science and Environment, India, Nick Butler, editorialista del Financial Times, Craig Morris, analista dell’Institute for Advanced Sustainability Studies e editorialista per Energiewende, Charles Soothill, vicepresidente dello Zero Emissions Platform, Benjamin Sporton, amministratore delegato di World Coal Association e Alessandro Lanza, presidente della Sotacarbo.

Il cambiamento coinvolge anche la cattura e lo stoccaggio della CO2 (le “Ccs”), considerate tecnologie essenziali per gli obiettivi sul clima fissati dal Cop 21 a Parigi nel novembre 2015, sia dall’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change – il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico) che dalla Iea (International Energy Agency – l’Agenzia internazionale dell’Energia). Il dibattito sulla percorribilità economica delle Ccs è molto acceso e l’11 maggio verranno presentate tecnologie rivoluzionarie in questo settore, come quelle portate avanti negli Stati Uniti e in Europa solo nel Progetto Road di Rotterdam.

La Conferenza si concluderà il 12 maggio nel Sulcis: visita dei delegati al mattino alla miniera di Serbariu a Carbonia, che ospita il Centro Ricerche Sotacarbo e il museo del carbone; nelpomeriggio alla centrale Enel ‘Grazia Deledda’ a Portoscuso.