16 November, 2024
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Era il 1981 quando la città di Carbonia diede i natali al piccolo, oggi uomo, Giorgio Manca, che a 6 anni divenne campione regionale di pattinaggio artistico. I suoi allenatori erano Efisio Scioni e Assunta Demuro.

Tutto sembrava segnato! Le sue vittorie però non lo portarono nella Penisola e forse per questo lasciò il pattinaggio e, ancora adolescente, si avvicinò alla boxe, sport ben più adeguato alle “esplosioni” dovute all’età. Di pari passo iniziò a potenziare i suoi muscoli in palestra.

Un forte cambiamento nella sua vita sportiva, Giorgio sperava tanto di salire presto sul ring, ma in due anni non fece neanche un incontro importante compatibile con i suoi sogni e le sue aspettative. «Bisogna essere pronti al 100%» diceva il suo allenatore.

A quel punto, Giorgio si rese conto che forse neanche quello era il suo destino… A 19 anni partì per svolgere il servizio militare e, ciononostante, continuò i suoi allenamenti con i guantoni.

L’anno successivo una missione lo portò in Kosovo. Al suo rientro appese i guantoni della boxe per indossare quelli della “kick boxing semi contact”. L‘allenamento era molto duro, come nella boxe, ma di gran lunga più divertente. Ricevette la sua prima cintura ma non andò oltre il terzo posto. «La mia concentrazione era più su come mettere ko l’avversario, piuttosto che su come raggiungere la tecnica perfetta», racconta Giorgio.

Arrivò però la sua seconda missione che stavolta lo portò in Iraq. «Le ore lavorative erano estenuanti – racconta Giorgio – tanto che con la mia squadra cominciai a seguire delle schede di allenamento con l’obiettivo della crescita muscolare, presto iniziai a vedere dei risultati, forse anche dovuti al fatto che partivo già in buona forma fisica, dato lo sport praticato in precedenza. Iniziai a provare delle sensazioni e presto mi resi conto che erano quella giuste, la mia autostima iniziò a crescere ma… ricevetti la mia destinazione finale come bersagliere in provincia di Pordenone, pensai perfino di cambiare lavoro, ma la mia compagna, oggi mia moglie,  mi convinse a provare ad accettare la mia destinazione con positività».

Tanti cambiamenti minavano in continuazione la tranquillità della vita di Giorgio che nella nuova destinazione non si trovava bene, tanto ad arrivare ad abbandonare persino lo sport che, sin da piccolo, era il suo passatempo preferito.

Arrivò la sua terza missione, meta Libano, e proprio in quella occasione Giorgio si rese conto che il suo fisico non era più lo stesso, una battuta del suo capitano lo fece riflettere tanto da portare avanti una sfida con se stesso «sarebbe tornato quello di prima anzi meglio!»

Nel giro di tre mesi Giorgio riuscì a tornare al suo peso forma, tanto che nel 2009 iniziò a gareggiare, sotto le cure di un preparatore, e nessun impegno, neanche le missioni, lo hanno più allontanato dal suo obiettivo.

Nel 2011 durante una missione in Afghanistan, Giorgio vince il primo premio per la sua categoria in un campo dell’esercito statunitense.

Nel 2013 un infortunio rimette in discussione i suoi obiettivi sportivi, ma non si lascia intimorire, combatte e alla sua prima gara di body building si classifica ottavo su trentadue atleti partecipanti. «Un’emozione unica quella provata in quel momento ed in tutte le altre gare successive.»

Da quel momento una pioggia di attestati e diplomi arriva a colorare la vita di Giorgio Manca: personal trainer, preparatore atletico, educatore alimentare…

«Quando salgo sul palco sono soddisfatto della mia forma, risultato dei miei tanti sacrifici, anche quando sento il dolore determinato da alcune pose, continuo a sorridere e a ripetermi che non devo mollare, che devo resistere per poi raggiungere la serenità che sempre mi investe a fine gara». Il bambino è cresciuto, è diventato prima adolescente ed ora uomo, al suo preparatore da quasi due anni, Alberto Grazia, a sua moglie e a sua figlia deve il supporto più grande per uno stile di vita completamente diverso dal loro.

In questa stagione sportiva Giorgio Manca non è mai sceso dal podio, la sua tenacia e suoi sacrifici sono stati premiati, tanti premi lo hanno fatto sempre restare in pole position sino al fantastico primo premio alla gara Mister Universo della federazione IBFA di Biagio Filizola conquistato il 3 luglio a Sapri.

Le sue ambizioni sono «volare sempre più in alto» ed essendo diventato istruttore di discipline sportive nella caserma G. Duca, a Verona, uno dei suoi obiettivi è fortificare l’autostima dei suoi allievi.

E’ proprio questo il motivo che mi ha spinto a raccontarvi la sua storia… esempi come questi devono essere da stimolo per tutte le persone che credono nell’importanza di praticare uno sport a livello agonistico, per curare il fisico e la mente, portandoli al raggiungimento di un equilibrio stabile.

Ma a Giorgio non manca neanche il buon cuore e lo dimostra partecipando a gare di beneficienza e dimostrando doti di “grande campione” sotto più punti di vista: sportivo ed umano, doti pressoché inscindibili fra loro.

Nadia Pische

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