25 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha iniziato stamane l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti all’art. 1 (disposizioni in materia finanziaria e contabile) del disegno di legge n° 393 (legge di stabilità 2017) e 394 (Bilancio triennale 2017-2019)

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha comunicato di aver ricevuto una nota del presidente della commissione Autonomia sul personale dell’Agenzia Forestas «in cui emergono diverse questioni molto urgenti da non sottovalutare o lasciare alle dinamiche della sola commissione». «Propongo quindi – ha concluso Pietro Pittalis – di tenere al termine della seduta di stamane una riunione della conferenza dei capigruppo per calendarizzare al più presto una sessione del Consiglio ad hoc per discutere del problema».

Il presidente Gianfranco Ganau, concordando sull’urgenza dell’argomento segnalato, ha annunciato un riunione della conferenza dei capigruppo alla fine dei lavori.

Il capogruppo di SdP Daniele Cocco, sempre sull’ordine dei lavori, ha espresso solidarietà a dipendenti Aias in lotta, anche con forme estreme, per mantenere il posto di lavoro, chiedendo che dopo finanziaria l’assessore della Sanità Luigi Arru riferisca in Aula.

Subito dopo il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 1 e degli emendamenti al disegno di legge n. 394 ed il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha illustrato il parere della commissione sugli stessi emendamenti.

Nella discussione, il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha parlato di «un’ennesima finanziaria fuori tempo massimo che non riesce ad interpretare le reali esigenze dei sardi, mentre la situazione della Regione è vicina al tracollo». «Manca una pianificazione forte – ha sostenuto Tocco – «ed emerge lo scollamento nei rapporti fra Governo centrale ed una Regione dove imprese e cittadini sono allo stremo e nel sistema dei servizi sociali non si riesce nemmeno a dare informazione, segno di una grande distanza col mondo degli Enti locali». Soffermandosi sui trasporti e la sanità Tocco ha criticato con forza «una situazione che sta tenendo bloccati i sardi nell’isola sia per i grossi problema di mobilità che per i costi proibitivi, mentre la riforma della sanità è ferma come il super-manager Moirano non è mai venuto in commissione a spiegare cosa intende fare». «A questo punto – ha concluso il consigliere – è auspicabile che questa sia o diventi la finanziaria del buon senso, noi manterremo tutte le nostre riserve ma saremo costruttivi».

Sempre per Forza Italia la vice capogruppo Alessandra Zedda si è soffermata sul primo comma dell’articolo, mettendo in luce «gli scarsi risultati della programmazione unitaria che doveva essere il punto di forza della strategia della Giunta, invece sono stati fatti solo pochi e timidi passi in avanti come si vede dalle schede degli assessorati, dimostrando che avevamo ragione noi a chiedere il monitoraggio della spesa dei fondi comunitari a cominciare dall’agricoltura». «In realtà – ha affermato la Zedda – sono mancate azioni incisive in grado di incrementare il Pil regionale e si sono moltiplicate le consulenze inutili, tracciando i confini di una situazione drammatica che ormai molto preoccupante, perché dopo tre anni progetti e programmi siamo ancora al palo». Per questo, ha aggiunto, «proponiamo una riunione straordinaria del Consiglio sullo stato di attuazione dei programmi comunitari, sicuri che in quella sede emergerà che la macchina regionale è sostanzialmente ferma e l’andamento della spesa è nettamente al di sotto di standard accettabili».

Il consigliere Marco Tedde, altro vice capogruppo di Forza Italia, ha dichiarato che «la posizione contraria di molti consiglieri di maggioranza sulla legge di stabilità è, se possibile, ancora più critica di quella dell’opposizione, segno di una crisi profonda che impedisce alla Regione di funzionare in modo dignitoso, a dispetto di scelte sono di comunicazione molto aggressive che però non riescono a nascondere la cronica incapacità di spendere risorse importanti». L’icona più efficace di questa situazione, secondo Tedde, «è il Reis (reddito di inclusione sociale) con 33 milioni bloccati dallo scorso anno che determinano gravissimi danni per tante famiglie sarde, insomma una campagna promozionale molto ampia non è riuscita a muovere nemmeno un euro in direzione delle fasce più deboli». «Altra icona – ha ricordato Tedde – è il Psr (Piano di sviluppo rurale), perché i bandi non decollano o vengono bloccati, altri si inceppano perché non funziona il sistema informatico, altri ancora sono bloccati dai vincoli del Ppr; anche nel turismo ci sono risorse importanti bloccate salvo quelle della promozione della Sardegna negli aeroporti sardi, come se la Fiat facesse pubblicità alle 500 nei propri stabilimenti e, del resto, la crescita del settore non deriva certo dall’azione della Regione è perchè non è stato fatto nulla».

Il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni, sul piano politico generale, ha osservato in apertura che «nella minoranza c’è piena sintonia sulla scelta di non voler trascinare oltre un dibattito surreale in un momento così disgraziato per il popolo sardo, per cui la maggioranza deve cogliere questa disponibilità soprattutto su alcuni punti sui quali occorre abbandonare le soluzioni profetiche e concentrarsi sulla realtà». «Le entrate per la Sardegna sono necessarie perché senza non c’è autonomia finanziaria – ha proseguito Dedoni – e per questo siamo convinti che il percorso dello Statuto speciale debba ricominciare daccapo così come deve essere riaperto il tavolo con lo Stato». «Siamo convinti in particolare – ha aggiunto il capogruppo dei Riformatori sardi – che una grande riforma debba partire dalla battaglia sulle accise, ricordando innanzitutto che la Corte Costituzionale negò alla Sicilia il riconoscimento delle accise perché non erano previste dal suo Statuto ma questa previsione nello Statuto speciale sardo c’è, per cui la Sardegna ha fatto molto male a perdere una opportunità che vale una massa di risorse di circa 4 miliardi annui, di cui almeno 1 spetta secondo noi alla Sardegna». «Questa – ha concluso – è la grande proposta positiva da rivolgere al popolo sardo al di là delle appartenenze».

Successivamente il Consiglio ha cominciato l’esame dei singoli emendamenti, respingendo tutti quelli presentati dall’opposizione.

L’Aula ha approvato il testo dell’articolo, con 35 voti a favore e 17 contrari.

Sull’emendamento 34 l’on. Attilio Dedoni (primo firmatario, Riformatori) ha detto: «Chiediamo la riduzione del 30 per cento dell’Irap per le imprese che hanno sede nei comuni sardi sotto i 5 mila abitanti».

L’on. Angelo Carta (PSd’Az) ha auspicato il parere positivo: «Spero che la Giunta sia favorevole perché la risoluzione 15 approvata dalla Quinta commissione va proprio nella direzione del sostegno ai piccoli comuni. Avete ignorato una legge dello Stato che istituiva la zona franca nei Comuni colpiti dall’alluvione 2013. Oggi avete la possibilità di rimediare e dipende solo da voi».

Per il riformatore Luigi Crisponi «a un imprenditore viene la febbre solo a sentire il nome dell’Irap, che tassa sia gli utili che le perdite. Non ho sentore delle vostre azioni a favore delle imprese sarde».

Per l’on. Michele Cossa, sempre dei Riformatori sardi, «bisogna usare la leva infrastrutturale per i trasporti e la leva fiscale, che hai l pregio di sottrarsi a ogni forma di clientelismo».

L’on. Fabrizio Anedda (Misto) ha detto che «gli sgravi sull’Irap non risolvono il problema dello spopolamento né di cosa devono fare le imprese delle zone interne. Io avrei usato altre risorse della massa manovrabile del bilancio per costituire due centri, uno a nord e uno a sud, per ricevere tutti i prodotti agroalimentari sardi per gli alberghi e le strutture turistiche».

L’on. Annamaria Busia (Cd) è intervenuta per dire che «è giusto incidere sulla fiscalità ma non so se sia corretto farlo così».

Per il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, «l’intervento dell’on. Anedda esprime una visione limitatissima delle zone interne della Sardegna e dei suoi problemi. E lo dico con tutto il rispetto: nemmeno nel suo ragionamento c’è un’idea di zone interne se parla di nord e di sud. Siete intrisi di una cultura sbagliata: bisogna viverci nelle zone interne e tra i pastori. Le vostre ricette vanno bene a Quartu».

Ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), secondo cui «i segnali si danno con concretezza e questo emendamento è concreto. Blocchiamo i lavori e riflettiamo perché questo emendamento è davvero una norma fulcro di tutto il bilancio».

L’emendamento 34 è stato respinto dall’Aula, che è poi passata ad esaminare l’emendamento 566 (parere favorevole della commissione) sulla tesoreria della Regione.

L’on. Ignazio Locci (Forza Italia) è intervenuto chiedendo il ritiro dell’emendamento: «Quali sono i servizi complementari che volete pagare alla banca che dal 2018 sarà tesoriera della Regione? Perché volete regalare 250 mila euro alle banche? Spiegateci il senso dopo che tutti i contratti, dai facchini alla guardiania, sono tirati all’inverosimile?». L’emendamento 566 è stato approvato.

L’Aula è poi passata alla discussione dell’articolo 2 (enti locali, urbanistica e opere pubbliche).

Il presidente della commissione Bilancio ha chiesto di spostare l’emendamento 28 e collegati alla fine della discussione dell’articolo 4 e il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta.

L’on. Ignazio Locci (FI) è intervenuto nella discussione dell’articolo 2 e ha detto: “Questo articolo tende ad amplificare la portata degli effetti della centrale unica degli acquisti ma da fuori ci stiamo rendendo conto che queste maxi gare hanno ripercussioni sui livelli occupazionali e retributivi dei lavoratori”.

L’on. Antonio Gaia (Upc) ha accolto l’invito al ritiro «dell’emendamento 465 a seguito delle garanzie dell’assessore Spanu».

Per l’on. Marco Tedde (FI) «l’articolo 2 è un complesso di norme importanti e quando vede la differenza di trattamento tra la rete metropolitana di Sassari e la città metropolitana di Cagliari ci vediamo costretti a presentare un emendamento solo parzialmente provocatorio».

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, ha detto che «l’articolo 2 rischia di passare nel silenzio di quest’aula, nonostante riguardi il sistema degli enti locali. Alla Giunta sembra proprio che del sistema dei Comuni non gliene importi niente. Siamo al paradosso: ci sono Comuni che sardi che hanno le risorse in cassa ma non possono spendere e comuni come Nuoro che hanno un problema di dissesto finanziario imminente se non si pongono misure atte a limitare gli effetti dei debiti fuori bilancio, tutti contratti dalle pregresse gestioni».

Respinti gli emendamenti 222, 223.

Non approvati in sequenza e con votazioni separate tutti gli emendamenti soppressivi totali e parziali posti in votazione. Gli emendamenti n. 235, 378  e 237 sono stati ritirati dai presentatori Pietro Pittalis, Fi («Era nostro interesse far discutere l’Aula sullo stanziamento da un milione di euro per manutenzioni straordinarie al palazzo del Consiglio e sulle risorse destinate al comune di Oschiri per il suo teatro») e Paolo Truzzu (Misto-FdI). Approvato l’emendamento  n. 431 (Pietro Cocco, Pd) con l’emendamento orale dello stesso presentatore che quindi sopprime la dicitura «con popolazione superiore a quindicimila abitanti» dal comma 3 dell’articolo 2.

Prima della votazione dell’emendamento n. 238 il capogruppo di FI, Pietro Pittalis, ha sollecitato il rispetto degli accordi intercorsi in sede di capigruppo per la conclusione dei lavori dell’Aula alle 13.30 ed il presidente del Consiglio ha quindi proceduto con la proclamazione dell’esito della votazione del 238 (non approvato) ed ha dichiarato conclusi i lavori dell’antimeridiana, ricordando la convocazione dell’assemblea alle 16.00.

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Domani, mercoledì 22 marzo, alle 12.00, si riunisce la commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi, presieduta da Attilio Dedoni, per la programmazione dei lavori.  

Scade domani, alle 14.00, il termine per la presentazione degli emendamenti alla Manovra finanziaria. Per giovedì, alle 16.00, è stata convocata la commissione Bilancio, presieduta da Franco Sabatini, che lavorerà anche nei giorni successivi  per poter arrivare in Aula, come previsto, il 28 marzo per l’esame dell’articolato, delle tabelle e degli emendamenti ammessi. Il voto finale sul provvedimento  è previsto entro la fine del mese. Sempre giovedì, ma alle 11,30, l’assessore della Sanità, Luigi Arru, sarà sentito in audizione dalla Sesta commissione sul servizio di elisoccorso regionale.

 

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Scade mercoledì 22 marzo, alle 14.00, il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti alla Manovra finanziaria regionale. Alle 16.00 di mercoledì  è stata convocata la commissione Bilancio, presieduta da Franco Sabatini, che lavorerà tutta la settimana per poter arrivare in Aula, come previsto, il 28 marzo per l’esame dell’articolato, delle tabelle e degli emendamenti ammessi. Sempre mercoledì, ma alle 12.00, è convocata la commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi. Il parlamentino, presieduto da Attilio Dedoni, ha all’ordine del giorno la programmazione dei lavori.

Giovedì alle 11,30 in commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra, sarà sentito in audizione l’assessore regionale della sanità sul servizio di elisoccorso regionale.

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I Riformatori sardi hanno presentato una proposta di legge per incentivare i “turisti residenti” e fare della Sardegna la Florida d’Europa, concedendo sgravi fiscali ai pensionati che scelgono di soggiornare nell’Isola per almeno nove mesi l’anno. È l’obiettivo della proposta di legge dei Riformatori sardi (inserita nel pacchetto delle misure fiscali denominato “Sardegna no tax”) che è stata illustrata questa mattina in conferenza stampa, oltreché dal capogruppo in Consiglio, Attilio Dedoni, dal segretario del partito, Pietrino Fois, dal presidente, Roberto Frongia, e dal responsabile dell’ufficio studi, Franco Meloni.

«Nei giorni in cui si discute la “finanziaria-stipendificio” del centrosinistra, affermiamo che alla Sardegna serve qualcosa di straordinario per rilanciare economia e sviluppo – ha dichiarato Pietrino Fois – e la nostra proposta lo è perché consente di incrementare il gettito fiscale e di creare una serie di opportunità per il lavoro e i redditi».

«Nel “bilancio fuori dal mondo” che si discute in Aula – ha aggiunto Attilio Dedoni – più della metà delle risorse  sono destinate a spese fisse (sanità, stipendi e agenzie) e non ci sono fondi per programmare lo sviluppo della Sardegna». «Servono maggiori entrate – ha proseguito il capogruppo – e con la nostra proposta le otteniamo favorendo la crescita del settore chiave per la nostra economia: il turismo».

«In sostanza – ha spiegato Franco Meloni – a tutti i pensionati che decidono di spostare la loro residenza in Sardegna, la Regione riconosce il rimborso Irpef pari alla metà delle tasse pagate e il beneficio aumenta fino al 60% se si sceglie di risiedere in un paese con meno di duemila abitanti.»

Per comprendere i vantaggi che ne deriverebbero alla Sardegna è stato ipotizzato il caso di un pensionato con 40mila euro lordi di pensione/anno. Sulla base degli scaglioni fiscali in vigore pagherebbe di Irpef circa 12mila euro/anno: 8.400 euro finirebbero nelle casse della Regione, in applicazione di quanto disposto dall’articolo 8 dello Statuto di Autonomia che stabilisce che la quota di compartecipazione regionale per i tributi sia pari ai 7 decimi Irpef e 9 decimi dell’Iva.

Verrebbe dunque restituita al “turista residente” la somma di 4.200 euro di Irpef, mentre le altre 4.200 euro resterebbero alla Regione che introiterebbe anche i 9 decimi dell’Iva sulle spese effettuate nel territorio regionale («stimando che si spenda l’80% della pensione rimanente dopo le tasse, circa 23mila euro, si incasserebbero  in media 4mila euro dall’Iva»).

In sintesi, un pensionato con 40mila euro lordi che sceglie di risiedere in Sardegna per nove mesi l’anno, in applicazione delle norme proposte dai Riformatori sardi, godrebbe di un sostanzioso sgravio fiscale e nel contempo genererebbe un incremento delle entrate fiscali della Sardegna pari almeno a 12mila euro l’anno.

«Ipotizziamo che centomila pensionati potrebbero scegliere la Sardegna invece del Portogallo o la Tunisia, dove già vigono queste forme di incentivo – ha spiegato ancora Meloni – e così il Pil sardo farebbe un balzo di almeno l’8% annuo (circa due miliardi di euro in più)».

I Riformatori sardi auspicano che la proposta possa registrare l’attenzione della maggioranza: «Ma non ci facciamo troppo affidamento anche se l’unica buona riforma che hanno fatto, quella della Asl unica, è nata da una nostra idea».

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Il Consiglio regionale ha concluso la discussione generale ed ha approvato il passaggio agli articoli della “Legge di stabilità 2017”.

La seduta pomeridiana è cominciata con l’intervento del capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni che ha detto che tutti ragionano come se fosse un bilancio in continuità. Per Attilio Dedoni non è così: si tratta dell’ultimo bilancio di questa maggioranza e di questo Consiglio regionale. Ci sarebbe, infatti, un accordo per andare al voto a febbraio-marzo. Per Attilio Dedoni, quindi, questi documenti servono per andare in campagna elettorale. «Questa Giunta – ha proseguito – avrebbe dovuto prevedere interventi strutturali, invece questo bilancio non ha anima e non ha programmazione nel territorio. Ci sono risorse libere, per fare programmazione, solo per circa 500 milioni di euro». Attilio Dedoni si è soffermato anche sui problemi dell’agricoltura, del latte, dell’acqua, delle dighe, del commercio, dell’artigianato. «Tutti argomenti solo sfiorati da questa Giunta che pensa ormai solo alle prossime elezioni».   

Per Pier Franco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti), è necessario avviare un nuovo rapporto-trattativa-confronto anche duro con lo Stato partendo dal settore sanitario che assorbe la metà dell’intero bilancio. Non possiamo più tollerare che la spesa sanitaria sia sulle spalle dei sardi. Per questo deve essere immediata la riapertura di un confronto immediato con il Governo nazionale. Gli interventi di questa mattina da parte dell’opposizione sono stati critici e duri. «Ho colto – ha aggiunto il capogruppo dei Cristiano popolari socialisti – da parte della minoranza un segnale di preoccupazione che condivido: il richiamo alla sofferenza della nostra gente. Maggioranza e opposizione devono procedere insieme per alleviare queste sofferenze del nostro popolo. Nel 2017 si evidenzia un incremento di risorse disponibili per spese di investimento. Non sono poche ma non bastano e anche su questo dobbiamo aprire un confronto con lo Stato. Ma la vera  priorità rimane quella della revisione del nostro  Statuto che  è vecchio, è datato e non adeguato ai nostri tempi».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha lamentato il perdurare della politica delle “marchette” («sono riservate solo ai consiglieri della maggioranza») ed ha definito la Giunta Pigliaru come “la Giunta Pam”. «Siete la Giunta dei patti, degli annunci e delle marchette – ha tuonato l’esponente della minoranza – e continuate a restare avulsi dalla realtà». «Abbiamo bisogno di una finanziaria che dia la scossa alla Sardegna – e questa non la dà affatto, anzi i Comuni vi dicono che vi state allontanando dalla nostre comunità e dai loro bisogni». «Avete perso l’occasione per fare una finanziaria coraggiosa – ha concluso Angelo Carta – e offrire così ai sardi un bilancio con le risorse necessarie per il rilancio della nostra Isola».

Il capogruppo di Sinistra per la democrazia e il progresso, Daniele Cocco, ha replicato alle critiche dei consiglieri della minoranza ed ha espresso apprezzamento per l’azione riformatrice condotta dal centrosinistra al governo della Regione. «Il tema centrale – ha spiegato l’ex Sel – resta il rapporto con lo Stato e affermiamo con chiarezza che non possiamo più permetterci di subire il prelievo sugli accantonamenti». Il capogruppo Sdp ha ribadito l’urgenza di un master plan per le zone interne e sul Reis ha invitato alla prudenza evidenziando che serve del tempo perché il meccanismo entri a regime («con il reddito di inclusione sociale daremo continuità ai sussidi e potremo sostenere percorsi per far uscire i beneficiari dalla povertà estrema»).

Daniele Cocco ha proseguito con un invito ai consiglieri della minoranza («denunciate le marchette una per una e consigliere per consigliere, perché sono cose indegne e illegittime») e con un appello all’assessore Raffaele Paci: «Basta ritardi sulla spesa dei fondi destinati ad attenuare autentici drammi personali e sociali».

Il consigliere del centrosinistra ha quindi concluso il suo intervento ricordando l’incontro della conferenza dei capigruppo con i cosiddetti lavoratori in utilizzo: «Abbiamo fatto leggi con poste immediatamente spendibili e i lavoratori ci dicono che un funzionario dell’assessorato ha bloccato l’iter, verificheremo quanto sta accadendo all’assessorato del Lavoro perché tali situazioni non possono più verificarsi».

Dopo l’on. Daniele Cocco ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha detto: «Da questa finanziaria si capisce che la giunta non ha ben compreso la quantità e la qualità dei problemi della Sardegna e noi che abbiamo contatto quotidiano con la Sardegna non possiamo che riscontrare la disperazione e soprattutto dei giovani, afflitti dal problema della disoccupazione». Per l’oratore «i finti accordi con lo Stato italiano e il ritiro della vertenza delle entrate producono il risultato che le entrate sono virtuali. Non ci sono le risorse sufficienti per le politiche che soddisfino i bisogni reali della Sardegna». Rivolto all’assessore Paci, l’on. Gianluigi Rubiu ha detto: «Non ci sono in questa finanziaria interventi seri e lungimiranti sulle attività produttive, il turismo e l’agricoltura, ovvero i settori che possono prendere per mano l’economia dell’Isola. E nulla state facendo per fronteggiare il dramma del non lavoro e per fermare la fuga dei giovani».

Nella discussione generale sulla manovra è intervenuto poi l’on. Pietro Cocco, capogruppo del Pd, che ha detto: «E’ vero come dice l’opposizione che gli indicatori di crescita della Sardegna non sono brillanti. E’ un’ovvietà, lo sappiamo.  Ma non è pensabile che i mali della Sardegna possano essere imputati a questa maggioranza o a questo governo. Vediamo qualche dato: la disoccupazione sarda è al 15,9 contro il 18 del Mezzogiorno. Il tasso di occupazione sardo è al 52 contro il 44 del Mezzogiorno. Ancora: rispetto al 2014 c’è stato un timido miglioramento perché la disoccupazione sarda era al 19 per cento quindi è scesa di tre punti. Sono aumentati di 38 mila unità gli occupati, anche grazie ai voucher, certo e possiamo discutere di tutto. Anche di questo strumento. Ma i dati ufficiali sono questi e sono certificati».

L’esponente del Pd ha aggiunto: «Invece di seguire le piccole cose avremmo dovuto in passato occuparci delle grandi questioni della Sardegna. Oggi noi ci stiamo provando su tanti temi, sulla sanità e non solo. E tutto senza aumentare mai Irpef e Irap, con sgravio totale per le nuove imprese».

Ha parlato poi l’on. Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia: «La visione di Sardegna che ha appena presentato l’on. Cocco deve essere il frutto di qualche istituto di ricerca a lui ben noto. Ma i dati dell’Istat parlano di ben altro. Se noi togliamo il lavoro stagionale, quello precario e quello temporaneo il dato dell’occupazione è ben altro, purtroppo. Lasciate a noi il lavoro dell’opposizione: voi non potete essere insieme partiti di lotta e di governo perché non avete sistemato ancora bene i  vostri conti dentro la maggioranza. Così è stato per il vostro rimpasto, effettuato al ribasso per vostra stessa ammissione. Non siete credibili: non c’è stata una sola vostra riforma che abbia sortito effetto positivo per la Sardegna. Cosa c’è dietro la vostra proposta di assegnare 200mila euro alla formazione degli architetti di Cagliari o 75mila euro per le biblioteche private, 70mila euro per gli ufficiali di stato civile e dell’anagrafe, 100 mila euro per l’Eurispes? Ma di cosa stiamo parlando».

Per la Giunta l’assessore Paci ha detto: «Questa è la terza finanziaria e sono abituato ai ruoli e al clima. Non mi pare che la giunta o la maggioranza abbiano detto di aver risolto tutti i problemi. A chi serve tutto questo? E’ arrivato il momento di smettere questo atteggiamento. Noi dobbiamo farci carico dei problemi dell’oggi e di quelli ereditati. E il tempo per il consenso non sempre coincide con quello del buon governo, come ha detto l’on. Paolo Zedda questa mattina. I problemi delle persone sono quelli del lavoro e la ripresa è molto più lenta di quello che avremmo auspicato. Sono d’accordo, la macchina amministrativa va riformata fortemente. Ma tante cose sono state fatte. Prima abbiamo messo in sicurezza il bilancio con l’abolizione del patto di stabilità e le norme di attuazione. Ora affrontiamo il tema degli accantonamenti. Il patto con il governo ha valenza nel triennio e dal 2018 chiediamo che gli accantonamenti per la Sardegna siano drasticamente ridotti».

Il vicepresidente della Giunta ha parlato degli «interventi generali sul lavoro e sull’economia del governo Renzi ma gli effetti sono poi diversi in ogni territorio. Noi chiediamo di poter fare le nostre politiche per la Sardegna con le nostre risorse. Non dobbiamo dare discredito alla politica, dobbiamo far sapere che tutti noi abbiamo a cuore il bene comune, come ha detto questa mattina l’on. Stefano Tunis. Il futuro ci comprende tutti: centrodestra, centrosinistra e cittadini. Dobbiamo dare risposte con questa finanziaria».

Chiusa la discussione generale l’on. Pietro Pittalis ha chiesto alla presidenza di indicare le modalità di presentazione degli emendamenti. Il vicepresidente Lai ha confermato che il termine è fissato per mercoledì 22 marzo, alle 14.00.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e il vicepresidente Eugenio Lai ha poi dichiarato chiusi i lavori che riprenderanno proprio con l’esame della manovra finanziaria martedì 28 marzo, alle 10.00.

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Una delegazione dei lavoratori in utilizzo provenienti da diversi territori della Sardegna, è stata ricevuta dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale.

Al termine dell’incontro il vice presidente dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha detto che «in tempi brevi la commissione Lavoro del Consiglio effettuerà una verifica incrociata, coinvolgendo l’assessore del Lavoro Virginia Mura, i tecnici dell’assessorato, i lavoratori e le organizzazioni sindacali per capire cosa non ha funzionato nell’assegnazione ai Comuni sardi dei cosiddetti “lavoratori in utilizzo” (una platea di circa 400 unità con una retribuzione media di 700 euro, suddivise in 89 Comuni) ed individuare le soluzioni più efficaci».

Eugenio Lai ha ricordato, fra l’altro, che il Consiglio ha assicurato, per l’impiego dei lavoratori, una consistente copertura finanziaria di circa 5.5 milioni, che potrà essere ulteriormente incrementata fino a 6 milioni (in sede di assestamento successivo alla Legge di stabilità 2017), per garantire la continuità del servizio nell’arco dei 12 mesi dell’anno.

I rappresentanti dei lavoratori, tutti provenienti da percorsi professionali molto travagliati, hanno messo l’accento con molta preoccupazione sul fatto che, a fronte della disponibilità delle risorse, solo pochi Comuni hanno formalmente effettuato le assunzioni, segno che «non basta la disponibilità delle risorse se poi mancano indirizzi coerenti e chiari per la loro gestione, probabilmente a causa di interpretazioni differenti della normativa da parte dei tecnici dell’assessorato e della dirigenza delle amministrazioni locali».

Nel dibattito hanno preso la parola i capigruppo del Pd Pietro Cocco, dell’Udc Gianluigi Rubiu, di Forza Italia Pietro Pittalis e dei Riformatori Attilio Dedoni. Cocco ha assicurato che la commissione Lavoro accerterà «cosa non ha funzionato nell’applicazione di una legge regionale, fermo restando che il Consiglio ha fatto per tempo la sua parte e che i Comuni conoscono certamente la normativa e gli spazi che offre, anche in termini di flessibilità».

«Anche come minoranza – ha garantito Gianluigi Rubiu – noi saremo sempre al fianco dei lavoratori, sottoposti ad una mortificazione continua a causa di problemi burocratici che ormai si verificano sempre più spesso», mentre Pietro Pittalis ha espresso disappunto per la consuetudine del «parlarsi fra sordi che caratterizza in negativo l’azione dell’amministrazione regionale.» Attilio Dedoni, infine, ha rassicurato i lavoratori sulla «volontà comune della commissione, al di là delle appartenenze, di chiudere la partita una volta per tutte e trovare una soluzione definitiva».

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Si è concluso con la definizione di una precisa “agenda” di lavoro l’incontro della conferenza dei capigruppo, presieduta dal vice presidente Eugenio Lai, con una delegazione l’Aiea e la partecipazione degli assessori della Sanità Luigi Arru e dell’Ambiente Donatella Spano.

L’“agenda” prevede il proseguimento dell’istruttoria per inserire l’area di Ottana fra i siti nazionali delle bonifiche, accelerazione dei lavori del tavolo tecnico presso l’assessorato della Sanità per mettere a punto le migliori prestazioni sanitarie e medico-legali per i pazienti, approfondimento a tutto campo della materia dell’amianto attraverso una specifica riunione del Consiglio regionale aperta ai contributi della comunità scientifica ed alle esperienze dei lavoratori.

Nel corso dell’incontro, i rappresentanti dell’Aiea hanno particolarmente insistito sulla necessità di concludere in tempi brevi i lavori del tavolo tecnico incaricato di mettere a punto protocolli e procedure comuni a tutto il servizio sanitario regionale perché, ad oltre 10 anni di distanza dall’istituzione del registro dei pazienti colpiti da patologie collegate all’amianto, la “platea” degli iscritti (poco più di 1.300) è ancora troppo bassa rispetto alla realtà dei grandi insediamenti industriali (da Assemini a Porto Torres ad Ottana) in cui migliaia di lavoratori (molto probabilmente più di 50.000 negli anni) sono venuti a contatto col pericoloso materiale, contraendo gravi malattie tumorali al termine di un lungo periodo di incubazione.

Molti malati, purtroppo, hanno perso la vita (120 negli ultimi anni, 30 nel solo 2016) ma sono ancora tantissimi, è stato ricordato, quelli che attendono una risposta dalle Istituzioni, in termini di prestazioni sanitarie e di diagnosi precoce, ma anche di tutela medico legale e previdenziale e di miglioramento della qualità di vita.

«Quello di lavorare secondo metodologie unitarie e interdisciplinari assicurando un alto livello della qualità dei servizi – ha dichiarato l’assessore delle Sanità Luigi Arru – è il modello che abbiamo scelto per riorganizzare la sanità sarda e intendiamo applicarlo anche a questi pazienti particolari; ribadisco tutto il mio impegno, quindi, per favorire la conclusione dei lavori del tavolo tecnico e cominciare a lavorare secondo i nuovi standard».

L’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha affermato, fra l’altro, che l’azione della Regione è ispirata al principio “chi inquina paga”, per cui, anche tenendo conto dei requisiti previsti dal ministero dell’Ambiente, «l’inserimento di Ottana fra i siti nazionali di bonifica è una battaglia giusta che sosterremo in tutte le sedi istituzionali». Per quanto riguarda le bonifiche extra-industriali la Spano ha ricordato la significativa disponibilità di risorse già impiegate (40 milioni) e ancora da spendere (25 milioni) per la bonifica del patrimonio edilizio pubblico (comprese le reti idriche) e privato per il quale però, ha precisato, «stiamo studiando una forma di incentivo perché al momento la rimozione delle coperture deve essere seguita dalla ricostruzione e in molti casi abbiamo incontrato difficoltà».

Nel dibattito hanno preso la parola i capigruppo Daniele Cocco (Sdp), Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi), Angelo Carta (Psd’Az), Gaetano Ledda (Misto), Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Pietro Pittalis (Forza Italia) e la consigliera del Pd Daniela Forma.

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L’affidamento in house ad Abbanoa della gestione del servizio idrico integrato finisce nel mirino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) e dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Ne ha dato notizia, questa mattina in conferenza stampa, il consigliere dell’Upc, Antonio Gaia, che, insieme ad altri 22 consiglieri, lo scorso giugno ha trasmesso all’Anac la richiesta di parere sulla gestione dell’acqua nell’Isola.

Antonio Gaia con i capigruppo di Psd’Az (Angelo Carta), Riformatori (Attilio Dedoni), Udc (Pierluigi Rubiu), “Sinistra per la democrazia e il progresso” (Daniele Cocco) e col consigliere dei Rossomori, Emilio Usula, ha illustrato la deliberazione dell’Agcm del 7 febbraio 2017 nella quale è scritto che «la disciplina del controllo analogo in vigore non consente in concreto ad Egas (ex Ato) l’esercizio effettivo dello stesso controllo sulla società di gestione». L’autorità garante ha quindi invitato i soggetti interessati «a modificare la disciplina del controllo analogo di Egas su Abbanoa spa al fine di rispettare i requisiti previsti dall’ordinamento comunitario e nazionale per la legittimità dell’affidamento del servizio in house».

È datata 13 febbraio, invece, la comunicazione con la quale l’Autorità nazionale anticorruzione ha ammesso possibili anomalie nella gestione del servizio idrico: «In quanto appare carente il prescritto requisito del controllo analogo, inteso come controllo che l’ente proprietario della società in house deve esercitare su quest’ultima con caratteri di incisività e dominanza analoghi a quelli che si rinvengono nel controllo che lo stesso ente esercita sui propri servizi». «Dagli atti – scrive l’Anac – sembra che il rapporto che si instaura tra l’ente titolare della quota azionaria maggioritaria (Regione Sardegna), che in tale veste dovrebbe esercitare il “controllo analogo”, e la società in house (Abbanoa spa) è solo indiretto, perché mediato da Egas che, quale ente di governo dell’ambito della Sardegna (ex Ato) svolge la funzione di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato affidata ad Abbanoa».

«Significa – ha precisato Antonio Gaia – che Enac e Agcm riconoscono fondate le nostre denunce sull’illegittimità dell’affidamento in house ad Abbanoa della gestione del servizio idrico integrato perché gli Enti Locali, attraverso Egas, non esercitano il cosiddetto controllo analogo sull’ente gestore dell’acqua, in caso contrario dovrebbero nominare il collegio dei revisori dei conti, il consiglio di amministrazione e il direttore di Abbanoa.»

L’esponente della maggioranza ha quindi preannunciato la presentazione di una mozione consiliare bipartisan in Consiglio regionale per «restituire legittimità e correttezza alla delicata gestione dell’acqua in Sardegna».

Antonio Gaia ha concluso il suo intervento denunciando una serie di comportamenti vessatori da parte di Abbanoa nei confronti dei cittadini sardi ed ha affermato: «Ci auguriamo che con gli interventi dell’Anac e dell’Agcm si possa dare “la svolta” perché Abbanoa è percepita in Sardegna alla stregua di Equitalia».

«Nessuno strumentalizzi la nostra iniziativa – ha tuonato il capogruppo Psd’Az, Angelo Carta – accusandoci di voler mettere a rischio la gestione pubblica della risorsa idrica perché noi vogliamo l’acqua pubblica gestita dai Comuni e le province e non già soltanto da sei grandi amministrazioni locali in accordo con la Regione.»

Emilio Usula (Rossomori) ha parlato di “tentativi striscianti per privatizzare Abbanoa” ed ha ricordato come l’interpellanza a suo tempo presentata sull’argomento sia rimasta, dopo anni, senza alcuna risposta da parte del presidente della Giunta e dell’assessore dei Lavori pubblici.

«Sono uno dei trenta sindaci che non ha aderito al sistema Abbanoa – ha proseguito il capogruppo di “Sinistra per la democrazia e il progresso”, Daniele Cocco – e denuncio pressanti ingerenze per costringere anche il mio Comune a farlo ma resisteremo, perché è evidente che la gente non sopporta più l’attuale gestione dell’acqua e se ci fosse un referendum i sardi voterebbero in massa contro Abbanoa.»

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha quindi ricordato l’appuntamento referendario di Oristano in programma domenica 19, proprio sull’adesione o meno ad Abbanoa, ed ha avanzato il dubbio che «dietro i grossi crediti delle grosse società di forniture» si nasconda il tentativo di privatizzare la società che gestisce il servizio idrico.

«Apriamo il caso Abbanoa in Consiglio – ha concluso Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc -, ma portiamo in Aula anche gli altri due “mostri” che vessano i sardi, Area e Enas.»

I consiglieri di maggioranza e opposizioni hanno quindi svolto una serie di considerazioni sulle politiche di recupero crediti adottate da Abbanoa ed hanno criticato duramente “gli slacci”: «Sono atti criminali, al di fuori delle regole.»

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Con la costituzione del gruppo “Sinistra per la Democrazia e il Progresso2 cambia la “mappa” della rappresentanza consiliare delle forze politiche in Consiglio regionale.

Questa la nuova composizione dei gruppi:

Partito Democratico: Pietro Cocco (presidente), Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniele Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gianmario Tendas;

Forza Italia: Pietro Pittalis (presidente), Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda;

Gruppo Misto: Gaetano Ledda (presidente), Francesco Agus, Fabrizio Anedda, Annamaria Busia, Mario Floris, Giovanni Satta, Paolo Truzzu, Emilio Usula;

Partito dei Sardi: Gianfranco Congiu (presidente), Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali;

Cristiani, popolari e socialisti: Zanchetta Pierfranco (presidente), Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda;

Udc Sardegna: Gianluigi Rubiu (presidente), Alfonso Marras, Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna;

Partito Sardo d’Azione: Angelo Carta (presidente), Marcello Orrù, Christian Solinas;

Riformatori Sardi liberaldemocratici: Attilio Dedoni (presidente), Michele Cossa, Luigi Crisponi;

Sinistra per la Democrazia e il Progresso: Daniele Cocco (presidente), Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda.

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La conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale ha incontrato la commissione regionale per le pari opportunità.

«Solleciteremo la commissione Autonomia perché valuti lo  scorporo della doppia preferenza di genere dal disegno di legge che modifica la legge elettorale regionale, al fine di esaminare la possibilità di votare in Aula le norme della doppia preferenza, separatamente da quelle di revisione della legge che regola l’elezione del Consiglio regionale». È questo, in sintesi, l’impegno declinato dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, a conclusione dell’incontro, tenutosi questo pomeriggio in Consiglio, con la commissione regionale per le pari opportunità, guidata da Gabriella Murgia. Il presidente dell’Assemblea sarda ha inoltre accolto la proposta del capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, perché, a conclusione dell’approvazione della legge di stabilità (il cui esame in Aula inizia il prossimo mercoledì) si tenga in Consiglio una apposita seduta sulla questione femminile alla quale parteciperanno, oltreché le commissarie delle pari opportunità, anche le rappresentanti delle associazioni più rappresentative e dei centri antiviolenza dell’Isola.

La richiesta dello stralcio delle norme per la doppia preferenza, unitamente ad un iter accelerato del provvedimento, è stata avanzata con nettezza dalla presidente, Gabriella Murgia, da Elena Secci, Barbara Congiu, Maria Rosa Millelire, Lidia Fancello, Rosalba Crillisi, Paola Casula e Pietrina Pileri che, nel corso dei rispettivi interventi, hanno evidenziato l’esigua rappresentanza femminile in seno al Consiglio regionale (4 consigliere su 60 componenti) nonché l’incremento della partecipazione delle donne nel governo dei Comuni (proprio per effetto dell’introduzione della doppia preferenza di genere) insieme con la necessità di garantire la presenza delle donne sarde in Regione. «Chiediamo ai capigruppo un impegno per colmare il deficit di rappresentanza e per garantire la presenza delle donne nel Consiglio regionale – ha dichiarato Gabriella Murgia – auspichiamo dunque una norma ad hoc che testimoni la volontà politica di procedere per assicurare la rappresenta femminile nella massima assemblea sarda».

Convinto sostegno alle richieste della commissione per le pari opportunità è stato dichiarato dalle consigliere regionali presenti all’incontro, Alessandra Zedda (Fi), Rossella Pinna (Pd) e Daniela Forma (Pd) che hanno posto l’accento anche sulle scarse risorse destinate in finanziaria per il funzionamento dei centri anti violenza e sulla necessità di una più stretta collaborazione tra la commissione pari opportunità e le consigliere elette in Regione («da oggi siamo in ventiquattro e non più in quattro»).

I capigruppo Angelo Carta (Psd’Az); Pierfranco Zanchetta (Upc-Socialisti); Gianfranco Congiu (Pds); Daniele Cocco (Sel); Gianluigi Rubiu (Udc); Attilio Dedoni (Riformatori) e Pietro Pittalis (Fi), seppur con differenti sottolineature critiche, hanno ribadito la volontà di procedere con la revisione della legge elettorale regionale con l’introduzione delle norme che garantiscono il diritto alla rappresentanza femminile: doppia preferenza di genere e/o obbligo di alternanza nelle liste elettorali.