28 December, 2024
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La scienziata inglese Barbara Jane Bain in ateneo. Docente di ematologia al prestigioso Imperial College di Londra, prende parte al programma curato dalla direzione Ricerca dell’ateneo e finanziato con un milione di euro dalla Regione. Da marzo a novembre 65 specialisti internazionali dissertano all’Università di Cagliari su fisica, diritto, economia, chimica, fisica, medicina, ingegneria, letteratura, geologia, matematica e scienze sociali

La facoltà di medicina, con Giorgio La Nasa – direttore scuola specializzazione in ematologia e centro trapianti midollo spinale, ospedale Binaghi – attento e abile e nel cogliere l’insieme delle preziose valenze scientifiche, cliniche e didattiche, ospita la scienziata britannica, Barbara Jane Bain. Classe ‘41, tra le massime autorità mondiali del settore, docente di ematologia all’Imperial College di Londra, tempio internazionale della cultura medica e non solo, la professoressa è approdata all’ateneo di Cagliari anche per la forte valenza della sua ultima ricerca “Blood film and bone marrow morphology”. Su “Pellicola del sangue e morfologia del midollo osseo” ha dissertato dal 19 maggio – e fino al 2 giugno – con gli allievi, gli specialisti e il pool del professor La Nasa e con gli studenti della facoltà presieduta dal professor Gabriele Finco. Oltre trent’anni di esperienza nell’insegnamento di ematologia, pubblicazioni e testi raccomandati anche dal Royal College of Patology, la professoressa Bain è icona di una strada proficua e di pregio quale è quella sostenuta dall’ateneo con i Visiting Scientist. Prosegue a gonfie vele il programma curato dalla direzione Ricerca dell’ateneo e finanziato con un milione di euro dalla Regione (legge 7 agosto 2007, n. 7: “Promozione ricerca scientifica e innovazione tecnologica in Sardegna”). Da marzo a novembre di quest’anno saranno 65 gli specialisti giunti nelle strutture dell’Università di Cagliari e provenienti dai cinque continenti. Al centro degli incontri, relazioni e docenza specifica di elevato profilo accademico. Un valore aggiunto per studenti, ricercatori e docenti.

«Gli incontri dei Visiting scientists si sono aperti nel mese di marzo e si chiudono a novembre. La permanenza dei docenti in ateneo – spiega il pro rettore per la Ricerca scientifica, Micaela Morelli – oscilla tra i quindici giorni e i quattro mesi. La nostra Università avvia e sostiene il programma Visiting Scientist, in coerenza con l’obiettivo strategico teso a migliorare l’attrattività internazionale. Un percorso che prevede una selezione di progetti di ricerca congiunti per il conferimento di borse di ricerca a studiosi di comprovata esperienza scientifica, impegnati stabilmente e continuativamente all’estero in attività di ricerca.»

Il programma prevede che i Visiting Scientist svolgano la propria attività nelle strutture di ricerca dell’Università. Il loro contributo deve consentire: 1) lo sviluppo della qualità dell’attività di ricerca; 2) il trasferimento di conoscenze e competenze finalizzate ad accrescere le capacità di ricercatori, gruppi di ricerca, dottorandi e studenti dell’ateneo; 3) lo sviluppo delle reti di collaborazione e di partenariati per la presentazione di progetti di ricerca internazionali.