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Riunione questa mattina, a Villa Devoto, tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il ministro per il Sud Barbara Lezzi. All’incontro hanno preso parte gli assessori Raffaele Paci, Maria Grazia Piras, Carlo Careddu ed Edoardo Balzarini, il direttore generale Alessandro De Martini ed i tecnici del dipartimento, della Regione e dell’Agenzia per la Coesione territoriale.
Dopo l’incontro dello scorso 14 giugno a Roma, in cui il presidente Francesco Pigliaru ed il ministro Barbara Lezzi avevano fatto un primo punto sul Patto per la Sardegna, sullo stato di attuazione e l’importanza di avanzare in tempi rapidi sugli interventi in corso, oggi il tavolo tecnico è entrato nel dettaglio, approfondendo anche la situazione relativa ai fondi europei e le questioni legate agli svantaggi causati dalla condizione di insularità.
«È stata una riunione utile – ha detto il presidente Francesco Pigliaru al termine dell’incontro – in cui sono emersi molti punti positivi. È stato certificato che la Sardegna sta spendendo nei tempi giusti le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione e quelle dei Fondi europei, e questo significa innanzitutto che non siamo a rischio di disimpegno e poi che stiamo utilizzando risorse importanti per interventi di cui la Sardegna ha concreto bisogno, dalle scuole al rischio idrogeologico sino alla ricerca. Naturalmente ci sono delle criticità e la ministra Lezzi è stata molto disponibile a ragionare insieme a noi su come si possono sbloccare le cose che stanno procedendo meno bene indipendentemente dalla nostra volontà. Il primo esempio è l’ANAS – ha spiegato il presidente della Regione -, con cui abbiamo problemi importanti e da cui ci aspettiamo tempi ben più rapidi su progettazione e aperture dei cantieri. Altro tema fondamentale è la ferrovia, su cui è necessario e urgente accelerare la spendita dei quasi 400 milioni programmati nel Patto, necessari per tagliare finalmente i tempi di percorrenza tra Cagliari, Sassari e Olbia, oggi del tutto inaccettabili. Infine, il problema energia. Nel Patto c’è l’impegno chiaro che lo Stato italiano ha preso con la Sardegna: portare finalmente il metano all’unica regione italiana che non ce l’ha. E abbiamo sottolineato il fatto che vogliamo complete rassicurazioni che il progetto per cui abbiamo lavorato così tanto arrivi nei tempi previsti – ha concluso Francesco Pigliaru – per far risparmiare alle imprese e alle famiglie della Sardegna 400 milioni l’anno. Non possiamo più aspettare.»
Nella riunione, essenzialmente tecnica, è stato esaminato lo stato di avanzamento del Patto a cominciare dalla gestione dei Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC), esperienza che per la Regione Sardegna si è dimostrata un’innovazione positiva in quanto ha consentito di programmare, con piena responsabilizzazione, gli interventi utili a diminuire alcuni aspetti che contribuiscono a generare il gap determinato dall’insularità. L’Autorità di gestione del Patto, guidata dal Direttore generale della Presidenza della Regione Alessandro De Martini, ha confermato che i tempi concreti rispettano quelli previsti nei cronoprogrammi concordati con il Governo.
Il Patto per la Sardegna, che dispone di oltre 2,9 miliardi di euro per colmare il ritardo infrastrutturale, ambientale ed economico della regione, contiene interventi finanziati e cofinanziati da risorse proprie del Patto, da risorse derivanti dal Piano operativo FSC Infrastrutture e dal Piano operativo FSC Ambiente. È articolato in sei Aree tematiche: Infrastrutture, Ambiente, Sviluppo economico e Agricoltura, Turismo, cultura e valorizzazione risorse naturali, Occupazione inclusione sociale e lotta alle povertà, Rafforzamento PA. Complessivamente si tratta di 632 interventi, di cui 445 (oltre il 70%) sono già avviati e gli altri 187 (circa il 29%) sono in programmazione. In alcuni casi sono già conclusi (Ammortizzatori sociali per 40 milioni di euro).
Per quel che riguarda l’attuazione dei Piani Operativi Nazionali (PON), gestiti direttamente dai Ministeri per lo più attraverso ANAS e RFI, sono state invece sottolineate le difficoltà che stanno, di fatto, rallentando gli interventi. Di conseguenza, è stato fatto un appello alla Ministra perché intervenga presso i Ministri competenti, presso ANAS e RFI, affinché anche i fondi di sviluppo e coesione previsti nei Piani Operativi Nazionali possano avere tempistiche analoghe a quelli gestiti attraverso la Regione.
Il Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale, con i 930 milioni di euro disponibili per il ciclo 2014-2020, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Fra le regioni del sud, la Sardegna risulta essere la più virtuosa nella capacità di spesa: entro il prossimo 31 dicembre dovranno essere spesi dalla nostra regione 147 milioni per l’N+3, cioè l’obiettivo obbligatorio (pena la perdita della parte dei fondi non spesi), che diventano 185 se invece si punta a un obiettivo che fa scattare un meccanismo di premialità. Ed è proprio a questo che punta la Sardegna.
«Ci stiamo impegnando molto per centrare gli obiettivi fissati dall’Europa, che per la prima volta ha istituito una verifica ufficiale di metà percorso con penalizzazioni e premialità per monitorare meglio l’andamento della spesa. Questa novità dei controlli in itinere – spiega l’assessore Raffaele Paci – è un ulteriore stimolo a lavorare rapidamente, e siamo ottimisti rispetto al raggiungimento degli obiettivi di dicembre. Certo la celerità nella spesa dei fondi europei non riguarda solo la Regione, ma coinvolge molte altre istituzioni a cui è stata delegata l’attuazione, dunque Comuni, Unioni di Comuni, Agenzie, Arst, Abbanoa, ed è indispensabile la collaborazione fra tutti per raggiungere risultati validi. E’ poi importante dire chiaramente che ci muoviamo all’interno di un sistema nazionale farraginoso e complesso, gravato da procedure molto stringenti. Quindi – sottolinea l’assessore della Programmazione – per riuscire a spendere tutto è necessario che prima di tutto il sistema Italia venga radicalmente semplificato.»
Una prima verifica della spesa del Fesr è stata fatta a luglio scorso durante il Comitato di Sorveglianza con il rapporteur della Commissione europea che ha espresso apprezzamento per il lavoro fatto dalla Sardegna e per le sue ottime performance per esempio sulla programmazione territoriale, sui programmi di internazionalizzazione, su energia sostenibile e strategia di specializzazione intelligente.