21 December, 2024
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E’ morto Paolo Pulina, stimato intellettuale, letterato e storico esponente di rilievo della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI), avvenuta sabato 26 luglio 2024 a Pavia.
Nato a Ploaghe (Sassari) nel 1948, Paolo Pulina si era laureato in Lettere Moderne presso l’Università Statale di Milano con una tesi sulla ricezione di Gramsci in Francia. Giornalista pubblicista, dal 1977 aveva lavorato come funzionario dell’assessorato della Cultura della provincia di Pavia, contribuendo in maniera significativa alla pubblicazione di numerosi periodici e monografie, nonché agli atti di numerosi convegni.
Dal 1996 Paolo Pulina ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia, mentre dal 2002 fino al 2021 è stato eletto nell’Esecutivo nazionale della FASI, dove si è distinto come responsabile dell’Informazione e Comunicazione.

La sua vasta produzione letteraria e il suo impegno instancabile hanno lasciato un segno indelebile nel panorama culturale sardo e italiano. Tra le sue opere principali ricordiamo “La poesia dialettale in Sardegna negli anni 1963-1965” (1982), “Ploaghe e Santa Giuletta: cultura di paese e dintorni” (1984), “Gramsci, PCI-PDS, Sardegna.
Impegno culturale, politico e civile di un sardo della diaspora” (1992), e “Per una guida letteraria della provincia di Pavia” (2005). Inoltre, Paolo Pulina ha contribuito a numerosi volumi e convegni, mantenendo sempre viva la sua passione per la cultura sarda e italiana.

In questo momento di dolore, il presidente della FASI, Bastianino Mossa, ha espresso il proprio cordoglio: «La perdita di Paolo Pulina lascia un vuoto incolmabile nella nostra comunità. Paolo è stato un faro di cultura e un instancabile promotore della nostra identità sarda in Italia. Il suo impegno, la sua dedizione e la sua passione per la cultura sono stati esemplari. A nome di tutti i circoli della Federazione, esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia e a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e collaborare con lui».

Anche Desiré Alma Manca, Assessore del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale della Regione Sardegna, ha espresso la sua vicinanza ai famigliari, attraverso un messaggio privato, e ai soci del Circolo Logudoro con una comunicazione in cui scrive: «Desidero esprimere il mio personale cordoglio e quello della Presidente e dell’intera Giunta regionale per la scomparsa di Paolo Pulina, con la gratitudine più profonda per il grande contributo culturale, storico e documentale che ha offerto alla nostra terra e a tutti gli emigrati, oltre che ai residenti nell’Isola. Sono certa che l’esempio e la testimonianza di Paolo Pulina costituiranno uno stimolo e un esempio per tutti noi, per proseguire in una azione competente e coordinata al servizio dei sardi e dei loro diritti».
Una perdita per tutto il mondo dell’emigrazione che si unisce al dolore della famiglia e di tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscere Paolo Pulina, un uomo che ha dedicato la sua vita alla promozione della cultura e delle tradizioni sarde.
I funerali si svolgeranno martedì martedì 30 luglio alle ore 10.00 a Santa Giulietta (PV).

 

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La “protesta del latte” dei pastori sardi sbarca anche in continente. L’associazione sarda Cuncordu di Gattinara, insieme al Comune di Gattinara, hanno voluto dimostrare la sua solidarietà ai pastori sardi che, nelle scorse settimane, sono stati protagonisti di una clamorosa protesta sul prezzo del latte ovino, invitando a Gattinara due pastori, direttamente dalla Sardegna, per un dibattito in cui far conoscere le ragioni della protesta sul prezzo del latte, sfociata nei gesti clamorosi delle scorse settimane.

A portare il loro saluto e la solidarietà ai pastori sono stati il sindaco di Gattinara, Daniele Baglione, il presidente della provincia di Vercelli, Carlo Riva Vercellotti, e il presidente dell’associazione sarda Cuncordu, Maurizio Sechi. Gianuario Falchi, pastore e rappresentante dei pastori sardi e Mino Orritos, pastore ed agronomo, sono stati i protagonisti di un confronto – dibattito che si è svolto domenica 7 aprile nella sala convegni di villa Paolotti, che ha visto anche la partecipazione di pastori valsesiani, come Marco Defilippi, assessore dell’Unione montana della Valsesia e allevatore di bovini e caprini in Valsesia. A moderare l’incontro è stato Bastianino Mossa, veterinario sardo a Piacenza, componente dell’esecutivo delle Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, che segue allevamenti ovo-caprini nel Nord Italia e in Sardegna. Mossa ha presentato un quadro della pastorizia in Sardegna, con 12mila microimprese che producono latte di pecora, che salgono a 17mila se si aggiungono anche gli allevatori che producono latte bovino e di capra.

Gianuario Falchi ha spiegato come è nata la protesta. «Tutto è iniziato con un pastore che, invece di conferire il latte all’autocisterna, ha aperto il rubinetto del refrigeratore e ha iniziato a versarlo per terra. Ha ripreso tutto con il telefonino – dice Falchi – e questo video è diventato virale, con centinaia di altri pastori che hanno ripetuto lo stesso gesto, fino a ritrovarsi nelle strade e nelle piazze per fare la stessa cosa». Una protesta clamorosa e discussa, con centinaia di migliaia di litri di latte buttati per terra. «Per un pastore buttare il latte – dice Gianuario Falchi – è una cosa dolorosissima. Se la pecora tira un calcio al secchio mentre mungiamo, la giornata è rovinata. Figuriamoci a vedere il latte rovesciato. Ma è la disperazione che porta a fare queste cose. Vedere tanta gente fare questo gesto è stato bello e doloroso allo stesso tempo. E molto del nostro latte è stato utilizzato con i bambini per insegnare loro a fare il formaggio».

A Mino Orritos il compito di presentare delle proposte. «Perché va bene protestare – dice Orritos – ma quando si siede a un tavolo ministeriale bisogna anche presentare delle idee, delle proposte, delle alternative. Io sono un agronomo e non sono un esperto di norme e statuti. Ma sono andato a prendermi tutte le carte e me le sono studiate. La nostra proposta principale è di modificare gli statuti dei vari consorzi di tutela, in modo che chi produce la materia prima, i pastori, abbiano più peso e in modo che non avvenga quello che è sempre successo, ovvero che, se nella filiera ci sono degli sbagli, chi paga sono sempre i pastori, la fascia più debole. In passato è stato prodotto molto più Pecorino di quello previsto dal disciplinare e nessuno ha vigilato».

Tante le persone di Gattinara e dintorni che hanno voluto partecipare al dibattito, per ascoltare le motivazioni che stanno dietro le proteste, il punto sulla trattativa del “tavolo del latte” e le modalità, ignote ai non addetti ai lavori, che portano il prezzo della materia prima a oscillare in modo così vistoso. Oltre alle domande tecniche del pubblico, in molti hanno voluto esprimere la loro solidarietà e il loro affetto ai pastori sardi anche in modo più “plateale”, come l’emigrato sardo residente a Trivero, in provincia di Biella, che dal giorno in cui è esplosa la protesta del latte ha esposto la bandiera della Sardegna al suo balcone, suscitando anche l’interesse della stampa locale.

I partecipanti all’incontro con Falchi e Orritos hanno potuto visitare anche la mostra fotografica “Nel nome del Latte – I pastori sardi tra protesta e lavoro quotidiano”, a cura di Francesco Pintore. Si tratta di un progetto fotografico che alterna immagini della lotta dei pastori durante le recenti proteste a istantanee del lavoro quotidiano nel mondo delle campagne sarde. L’autore, Francesco Pintore, giornalista professionista di Desulo (Nuoro), lavora nella redazione del quotidiano L’Unione Sarda di Cagliari. Ha iniziato a fotografare all’inizio degli anni Novanta. La presenza della mostra è dovuta alla disponibilità di Stefano Maullu, parlamentare europeo.

Al termine, nell’Enoteca regionale di Gattinara, sono stati presentati in degustazione due tipi di Pecorino Sardo e un Pecorino Romano, abbinati a vini Docg e Doc di Gattinara, a rappresentare ulteriormente il legame tra il Piemonte e la Sardegna e tra chi produce latte e chi produce vino.

Giuseppe Orrù

 

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E’ iniziata in tutta Italia la raccolta di firme a sostegno dell’inserimento dell’insularità in Costituzione.

«Vogliamo che il tema dell’insularità in Costituzione entri di prepotenza nell’agenda della politica italiana!», ha detto il presidente del Comitat Roberto Frongia.

Lo sforzo organizzativo è stato grande, ma il primo bilancio della giornata inaugurale della raccolta firme è davvero entusiasmante.

Com’era prevedibile, c’è stata la fila per firmare nel banchetto di Cagliari, animato dai volontari guidati dal consigliere comunale Raffaele Onnis, così come ai tavolini di Carloforte (Pasquale Grosso), Iglesias (Paride Reale), San Gavino (Anastasia Meloni), Tortoli (Franco Sabatini), Oristano (Veronica Cabras), Nuoro (Pierluigi Saiu) Sassari (Michele Saba), La Maddalena (Fabio Lai), Olbia (Giovanni Pileri).

Ma la sorpresa più grande è stata nell’affollamento dei punti di raccolta allestiti nelle principali città italiane: A Milano (Tonino Mulas), in piazza della Scala, di fronte a Palazzo Marino, a Lecco (Giuseppe Tiana), in piazza Garibaldi, a Torino (Mario Sechi e Michele Cossa) in Piazza Castello, ad Aosta (Enrico Martial) in Avenue di Conseil de Commis, a Pordenone (Anna Maria Poddighe) in piazzetta Cavour, a Vicenza (Luciana Sedda), in piazza Matteotti, a Mestre (Saverio Vidili), in piazza Mercato, a Genova (Alessandra Zedda) in Via XX Settembre, a Piacenza (Bastianino Mossa), in piazza Cavalli, a Pesaro (Luciano Zucca), in piazza Collenuccio, a Roma (Antonio Mascia e Attilio Dedoni), in Piazza di Torre Argentina, a Napoli (Severino Nappi e Stefano Tunis), in Piazza Plebiscito, a Bari (Antonio Di Staso e Salvatore Matarrese), in piazza Umberto, a Cosenza (Michele Solinas), in piazza 11 settembre, a Palermo (Rino Piscitello e Salvatore Grillo), di fronte al Palazzo dei Normanni.

«Molti si sono fermati per curiosità, davanti allo sventolio delle bandiere dei quattro mori – ha dichiarato Frongia, riferendo le impressioni generali – con tutti, è stato poi relativamente facile ottenere la sottoscrizione della proposta di legge, quando si è spiegato che il tema dell’insularità rappresenta una emergenza di tutta la comunità nazionale, chiamata a garantire pari diritti e pari dignità agli italiani che risiedono nelle Isole.»

«La Sardegna – ha concluso Roberto Frongia – vuol definitivamente chiudere con la cultura dell’assistenzialismo, che ha generato soltanto clientelismo e rassegnazione. All’Italia intera chiediamo invece l’azzeramento degli svantaggi che ci hanno sinora impedito di competere ad armi pari con tutti gli altri cittadini italiani.»