21 November, 2024
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La prima carne ovina al mondo certificata ‘carbon neutral’ attraverso una filiera produttiva di agnello Sardo IGP a emissioni zero; un ingegnoso sistema computerizzato di recupero acque in agricoltura contro gli sprechi idrici; una vera e propria stazione meteo per governare la produzione vitivinicola e, ancora, giardini e prodotti al profumo e sapore di pompia per salvaguardare questa biodiversità sarda, ma anche un agnello Igp gourmet per gli istituti scolastici, senza dimenticare un’azienda agricola al pieno servizio dei più in difficoltà in una comunità tra genuinità e solidarietà. Sono i progetti innovativi che hanno illuminato l’edizione 2023 degli Oscar Green di Coldiretti andati in scena oggi nello splendido scenario delle miniere di Montevecchio a Guspini. Location scelta quest’anno per l’appuntamento organizzato come sempre da Coldiretti Giovani Impresa Sardegna, è stato il Birrificio 4 Mori.

Gli agricoltori da Oscar nella 17ª edizione sono: Pietro Ledda, 34 anni di Sindia nella categoria ‘Fare Filiera’ (secondo posto per Tenute Aini); Francesco Addis, 37 anni di Badesi per la categoria, ‘Impresa Digitale’ (Ottavia e Giovannino Pusceddu al secondo posto); Marco Manca, 35enne di Assemini nella categoria ‘Energie per il Futuro e Sostenibilità’ (al secondo posto Nicola Ezza); Anna Peccini, 40 anni di Ozieri per ‘Coltiviamo Solidarietà’ (secondo classificato, ‘Funtan’arva’ di Salvatore Ruiu); Giovanni Ladu, 36 anni di Siniscola, nella categoria ‘Custodi d’Italia’ (secondo posto per Nicola Monni) e l’Istituto Alberghiero Don Deodato di Oristano, rappresentato da Giuseppina Armas, per l’Oscar ‘Campagna Amica’ (secondo Gianfranco Deledda). Ma a vincere sono stati tutti i presenti, capitanati proprio dai giovani che hanno affollato la sede dell’evento per le premiazioni che porteranno anche uno dei sei vincitori a rappresentare la Sardegna nel palcoscenico nazionale delle finali Oscar Green Italia.

A fare gli onori di casa e coordinare la giornata è stato il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba, che ha rimarcato che i giovani «non devono avere paura di mettersi in gioco partecipando sempre più attivamente nel mondo agricolo e associazionistico perché sono il futuro della nostra Sardegna produttiva e socialediceColdiretti c’è e lavora per rendere protagoniste le generazioni future». Per il presidente Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, inoltre «la Sardegna grazie a tutti questi giovani presenta sempre un bel biglietto da visita che dimostra la grande vitalità delle nuove generazioni in agricolturasottolinea alla chiusura delle premiazioni purtroppo, ancora troppi giovani abbandonano l’isola in cerca di nuove opportunità, per questo spetta ancora a noi il dover creare le migliori possibilità di crescita nella loro terra per farli restare. In questo la scuola Coldiretti è un punto di riferimento». 

Un messaggio di “speranza per una Sardegna sempre più giovane” è arrivato da Nicola Stefano Tuveri, delegato Coldiretti Giovani Imprese Sardegna. «Combattiamo tutti i giorni per il nostro lavoro e lo facciamo con impegno e con il sorrisoricordatutti i giovani agricoltori devono saper continuare a sognare prendendo in mano la loro vita per farne un capolavoro», chiude citando Papa Giovanni Paolo II. Importante la presenza della Coldiretti nazionale grazie a Enrico Parisi, delegato Giovani Impresa. «Bisogna avere passione, ardore e sentirsi coinvolti in una causa sociale importante ovvero rendere i nostri territori degli ascensori sociali diceColdiretti offre questi strumenti sia negli Oscar Green che nel suo lavoro quotidiano, costruendo ponti tra le nostre e altre comunità».

Toccante il messaggio portato da Suor Maria, una vita passata tra Africa e Medio Oriente a raccontare attraverso la sua esperienza le difficoltà nel mondo dei più piccoli e delle donne, come messaggio di coraggio per i giovani sardi.

Ritorna l’attesissimo appuntamento con gli Oscar Green di Coldiretti. Davanti a circa 200 giovani provenienti da tutta la Sardegna andrà in scena, domani giovedì 19 ottobre, dalle ore 10.30, l’appuntamento 2023 della festa dell’innovazione e della sostenibilità agricola promossa da Coldiretti Giovani Impresa Sardegna. L’appuntamento è nella splendida cornice della miniera di Montevecchio a Guspini. Location scelta per l’edizione 2023 è il Birrificio 4 Mori.

Anche quest’anno i giovani agricoltori e allevatori sardi presenteranno i progetti e i prodotti più innovativi dell’anno ideati e già messi in campo dalle aziende agricole under 40. Ancora una volta a cercare di conquistare le sei categorie (Custodi d’Italia, Coltiviamo solidarietà, Campagna Amica, Energie per il futuro e sostenibilità, Fare filiera, Impresa digitale) saranno 12 aziende che concorrono a un premio che gli permetterà anche di proiettarsi a Roma per le finali italiane dove la Sardegna è sempre stata protagonista, anche grazie alle importanti vittorie su scala nazionale.

Oscar Green rappresenta sempre una vetrina unica per i giovani agricoltori che sono i veri testimonial di tante idee innovative proposte ogni anno a dimostrare il grande fermento che il settore può vantare in Sardegna e in Italia. All’appuntamento, oltre ai vertici regionali di Coldiretti Sardegna, il presidente Battista Cualbu e il direttore Luca Saba, interverranno, tra gli altri  Enrico Parisi, delegato Coldiretti Giovani Impresa nazionale; Nicola Stefano Tuveri, delegato regionale Coldiretti Giovani Impresa; Antonio Zanda, Birrificio 4 Mori; Stefano Cucca, fondatore e direttore ‘Rumundu’; Mauro Loddo e Giuseppe Murru, titolari del Birrificio Marduk. Ma saranno tantissimi gli altri ospiti a intervenire.

«Entro una settimana via libera per la movimentazione dei bovini della Gallura.» A dichiararlo è stato il responsabile per i servizi veterinari dell’assessorato regionale della Sanità Antonio Montisci ad una delegazione di allevatori della Gallura guidata dal presidente di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu e dal direttore Ermanno Mazzetti.
La Gallura, infatti, pur essendo indenne alla tubercolosi dei bovini, subisce il blocco della movimentazione senza l’esame preventivo della tubercolina in quanto fa parte della provincia di Sassari dove rimane il blocco per pochissimi capi infetti.
In Gallura si allevano circa 35mila capi di bovino da carne che rappresentano circa il 17% del 210mila allevati in Sardegna.
«Dopo l’interlocuzione con il responsabile dei servizi veterinari Antonio Montisci siamo fiduciosi su una risoluzione positiva del problemaafferma Battista Cualbu –. Aspettiamo il risultato concreto e il via libera formale per poter finalmente movimentare liberamente i capi. Ma vigileremo e solleciteremo ancora nel caso non si sbloccasse nei tempi promessi anche perché in questo modo si aggravano i costi per le aziende nel mezzo di una delle più pesanti crisi economiche, in cui i prezzi delle materie prime sono aumentati accrescendo i costi di produzione.»
«In questo modo si rallentano e si allungano i tempi per poter movimentare i boviniaggiunge Ermanno Mazzetti -, e ciò comporta l’aumento della spesa per l’acquisto dei mangimi, soprattutto, ma anche energia elettrica e carburante, per i quali ultimamente c’è stato un aumento dei prezzi assurdo e insostenibile.»
Antonio Caria

«A nome mio personale e della giunta, esprimo la massima vicinanza e solidarietà al presidente regionale di Coldiretti Battista Cualbu, vittima di un gravissimo gesto intimidatorio. I momenti di difficoltà come quelli che stiamo attraversando si superano solo se stiamo uniti, attraverso il dialogo, e non mediante atti odiosi e vili come questo, utili solo ad alimentare tensioni e divisioni nella comunità. La violenza non è, e non sarà mai, la risposta per risolvere i problemi.»
Lo ha dichiarato il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, che ha espresso la solidarietà al presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, vittima di un atto intimidatorio.
Antonio Caria

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Sono in crescita i clienti nei mercati di Campagna Amica. A riferirlo è Coldiretti Sardegna che parla di un incremento del 46% di afflusso e del 26% nello scontrino medio.
Come ha spiegato il presidente, Battista Cualbu, Campagna Amica «ha saputo far crescere l’aspetto economico sempre accompagnato da forti valori sociali e solidali I nostri mercati sono dei grandi punti di aggregazione, in cui si è creato un forte legame di fiducia tra agricoltore e consumatore costruito grazie anche a scelte difficili con l’allontanamento dalla Rete di quelle aziende che non si sono dimostrate all’altezza di poter rispettare il Patto siglato con il consumatore».
Per il direttore di Fondazione Campagna Amica Carmelo Troccoli «ad una grande e nuova comunità basata sul Patto di successo tra agricoltore e consumatore, che garantisce presidio del territorio agricolo ma anche urbano, la tutela delle biodiversità la nascita di nuovi mestieri, come gli animatori dei mercati. Composta da 1.200 mercati, 12mila fattorie e agriturismi, 200 orti urbani e circa 700 ristoranti. Dal 2017 al 2020 le persone che si recano nei mercati sono passate da 11milioni a 16 milioni, mentre lo scontrino medio da 27 euro a 34 euro. Ma la Comunità è anche solidale. Nell’ultimo anno ha donato alle famiglie bisognose oltre 5milioni di prodotti a km0, grazie ad una dinamica attività che ha trovato la risposta della società».
Antonio Caria

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Prende la via, a Villacidro, il premio della quinta edizione del concorso olearia Ozzu sardu. Ad aggiudicarsi l’ambito riconoscimento, voluto da Coldiretti Nord Sardegna in collaborazione con Apos ed il patrocinio di Coldiretti Sardegna, Agris Sardegna (Panel), Unaprol, Camera di Commercio e comune di Sassari, è stato Ispiritu Sardu dell’oleificio Masoni Becciu. L’incoronazione è avvenuta questa mattina, nella sede della Camera di Commercio di Sassari.
Alle sue spalle “Costa degli olivi Dop Sardegna” della cooperativa Olivicoltori della Valle del Cedrino di Orosei, ed al terzo posto il “Bosana Monocultivar” dell’Accademia olearia di Alghero.
«In Sardegna la qualità dell’olio extravergine è sempre altissima ha dichiarato il presidente di Coldiretti Nord Sardegna, Battista Cualbu -, vantiamo, infatti, uno dei migliori oli d’Italia. Il concorso Ozzu sardu ce lo conferma ogni anno. Siamo orgogliosi di avere delle ottime realtà che competono a tutti i livelli.»
Antonio Caria

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Rischia il collasso la produzione di miele in Sardegna. A lanciarlo è Coldiretti che denuncia un calo della produzione dell’80%.
Il 2020 è una delle annate più critiche. Nel sud Sardegna si sono fermate al 20% (- 80%), circa 4 kg ad alveare rispetto ai 20 kg di media. Si salvano solo alcune aree del centro Nord Sardegna e Logudoro (che rappresentano circa il 15% del settore sardo) dove le perdite si sono fermate al 50%.
«Circa il 70% degli apicoltori aspetta ancora gli indennizzi per la siccità del 2017ha dichiarato il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -, una lentezza ingiustificabile e improponibile per imprese che aspettano da tre anni nell’incertezza assoluta. Cosi come si riscontrano altri ritardi sulla legge 19 del 2015 che concede dei contributi agli apicoltori. A distanza di 5 mesi dalla presentazione delle domande, ancora non si conoscono neppure le graduatorie, facendo vivere nell’incertezza e impedendo agli apicoltori di poter pianificare i propri investimenti aziendali.»
A preoccupare gli apicoltori sardi è soprattutto la presenza delle miscele di miele straniero a prezzi economici, con due barattoli su tre di origine straniera. Secondo elaborazioni Coldiretti riferito a dati Istat, il 40% arriva dall’Ungheria e oltre il 10% dalla Cina.
C’è il pericolo che 1767 apicoltori rischino di dover dismettere i 66mila 773 alveari presenti in Sardegna. A rischio sono ovviamente gli 828 apicoltori professionali (939 sono in autoconsumo, i cosiddetti hobbisti). A questo proposito è stato anche lanciato l’hashtag #compramielesardo
«L’apicoltura è uno dei settori più trascurati nonostante l’importanza che assuma dal punto di vista ambientaleha aggiunto il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba. Sono i primi a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento a testimonianza della centralità che assumono le api per l’ambiente. Inoltre subiscono pesantemente il peso di una concorrenza sleale dalle importazioni di miscele di miele stranieri di bassa qualità. Per questo è importante la nostra scelta. Compriamo sardo, diamo un contributo all’ambiente e alla nostra economia, scegliamo il miele dei nostri apicoltori, un prodotto garantito del quale conosciamo l’origine.»

Antonio Caria

 

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Le Commissioni “Lavoro”  ed “Attività produttive”, riunite in seduta congiunta, hanno concluso nel pomeriggio il ciclo di audizioni sul disegno di legge “Salva Sardegna” predisposto dalla Giunta regionale. I due parlamentini, presieduti da Alfonso Marras e Piero Maieli hanno sentito i rappresentanti delle associazioni agricole e delle cooperative.

Da tutti è arrivato l’invito ad una verifica puntuale degli obiettivi a cui destinare le risorse (circa 160 milioni di euro) e a una semplificazione delle pratiche burocratiche per consentire alle imprese di beneficiare immediatamente degli stanziamenti.

«Mi auguro che i tempi per l’erogazione dei fondi siano celeriha detto il presidente di Coldiretti Battista Cualbu – altrimenti si rischia di vanificarne gli effetti. Chiediamo alla Giunta e al Consiglio di predisporre un cronoprogramma con l’indicazione delle risorse e dei settori a cui saranno destinate». Il rappresentante di Coldiretti è poi entrato nel dettaglio del provvedimento segnalando alcune criticità e avanzando proposte operative: «Su alcune partite, come il ristoro dei danni da calamità naturali,  gli agricoltori attendono lo sblocco di fondi già impegnati. Questo provvedimento, che prevede tra l’altro di anticipare le somme dovute, mette una pezza ma non risolve il problema. Servono tempi certi».

Positivo il giudizio sulle misure per facilitare l’accesso al credito (6 milioni di euro) e sul Fondo “Resisto” (sovvenzioni dirette alle imprese e ai lavoratori autonomi  per 65 milioni di euro). Su quest’ultimo punto, Cualbu ha auspicato che le risorse arrivino ai settori più colpiti dall’emergenza Covid: agrituristico, vitivinicolo, suinicolo e florovivaistico. Bene, infine, le disposizioni sull’acquisto di formaggi per gli indigenti (5 milioni di euro): «La misura ha un duplice scopo: favorire il consumo di prodotti nostrani e aiutare i nuclei familiari in difficoltà».

Molto critici gli interventi degli altri rappresentanti delle associazioni di categoria Luca Sanna (Confagricoltura), Pietro Tandeddu (Copagri) e Francesco Erbì (Cia).

Il primo ha definito “vergognoso” l’operato delle agenzie agricole regionali nella istruttoria delle pratiche per gli aiuti in agricoltura. «Il provvedimento della Giunta contiene misure positive ma la vera partita si gioca su un altro fronteha sottolineato Luca Sannaci sono fondi già stanziati per 100 milioni di euro. Se si sbloccassero queste pratiche si rimetterebbe in moto un intero settore». Saba ha quindi chiesto al Consiglio un atto di coraggio: «La Regione spende 300 milioni di euro per tenere in piedi la macchina burocratica delle agenzie e  dei vari enti per l’agricoltura, ai lavoratori dei campi ne vengono trasferiti solo 30 ha affermato Luca Sabaper 50mila addetti del settore, la spesa media annuale è di 500 euro. Ogni dipendente pubblico assegnato al disbrigo delle pratiche costa alla Regione 100mila euro all’anno. C’è qualcosa che non quadra. La nostra delusione sul funzionamento della macchina amministrativa è fortissima».

Pietro Tandeddu (Copagri) ha invece puntato l’indice sull’azione della Giunta: «Questo provvedimento è stato annunciato due mesi fa e noi lo abbiamo avuto a disposizione solo da pochi giorni. Lamentiamo l’assoluta mancanza di concertazione con le parti socialiha detto il direttore di Copagri – è un atteggiamento poco trasparente». Pietro Tandeddu ha poi espresso un giudizio totalmente negativo sull’operato dell’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia: «E’ inadeguata al ruolo che ricopre, assume impegni che non mantieneha detto senza mezzi termini Pietro Tandeddusi continua a ragionare sull’emergenza. Manca una visione strategica su come programmare il futuro dell’agricoltura». Dopo essere entrato nel merito del “Salva Sardegna”, Pietro Tandeddu ha invitato le Commissioni a prestare più attenzione a ciò che succede in Europa: «Arriveranno nuove risorse dall’Ueha conclusola Sardegna cosa propone? Qual è la discussione in atto sul Fondo agricolo europeo?».

L’assoluta mancanza di concertazione è stata stigmatizzata anche dal presidente regionale della Cia Francesco Erbì: «Non siamo stati coinvolti, il presidente Solinas aveva promesso l’istituzione di una cabina di regia per l’agricoltura ma l’impegno è stato disatteso». Il presidente della Cia ha poi evidenziato alcune criticità del “Salva Sardegna”: «C’è molta confusione, si pensa di utilizzare risorse senza una logica, in alcuni casi con decisioni giuridicamente discutibiliha detto Francesco Erbì – il rischio è che alcuni capitoli vengano cassati dall’Unione Europea. Nel Disegno di legge manca una visione strategica per lo sviluppo del settore».

Critiche sul metodo scelto dalla Giunta nell’elaborazione del Disegno di legge sono state avanzate anche dai rappresentanti di Legacoop, Unicoop, Agci e Confocooperative.

«Sembra una legge fatta all’ultimo momento per accontentare tutti – ha detto il presidente di Agci Sergio Cardiamanca qualsiasi riferimento alle priorità di intervento e ai criteri per l’erogazione». Cardia ha poi segnalato il rischio che alcune misure vadano a sovrapporsi a quelle emanate dal Governo nazionale: «Apprezziamo lo sforzo della Regione ma occorre prestare più attenzione ai dettagli».

Stessa richiesta da parte del presidente di Confcooperative Fabio Onnis: «L’emergenza Covid non è finita. Ci aspettiamo un duro contraccolpo in autunno – ha affermato Fabio Onnisper questo occorre varare misure efficaci. Un esempio per tutti: i 65 milioni di euro per il fondo “Resisto” rappresentano una cifra importante. Va però definito un perimetro di fatturato e numero di dipendenti per l’erogazione delle risorse alle imprese». Fabio Onnis ha poi rivolto un appello alle Commissioni: «C’è bisogno di certezze sui tempi, occorre evitare gli errori del bando “Lavoras” con istruttorie del 2018 ancora ferme».

Secondo Claudio Atzori, presidente di Legacoop, l’emergenza Covid può rappresentare un’occasione per migliorare la competitività delle imprese e la qualità del lavoro: «Siamo in guerra, per superare le difficoltà serve il contributo di tutti, per questo ci saremmo aspettati un maggior coinvolgimento da parte dell’esecutivo regionaleha detto Claudio Atzorici sono risorse importanti come i 65 milioni per le sovvenzioni dirette. Attenti però: per soddisfare tutti servirebbe un miliardo e 700 milioni di euro. Meglio destinare quei soldi al Fondo Bei e irrobustire la dotazione per i mutui a lungo termine e a tasso zero per le imprese».

Atzori ha poi invitato i consiglieri a una riflessione più approfondita sui settori da sostenere: «E’ vero che il turismo rappresenta il 7% del Pil isolano ma non tutti gli alberghi sono uguali. C’è chi apre solo d’estate e chi tiene le strutture aperte tutto l’anno nelle zone interne. meritano tutti lo stesso trattamento?».

Dal presidente di Legacoop, infine, la richiesta di un incontro con tutte le forze politiche per approfondire, settore per settore, le questioni più importanti, affrontare la ripresa ed allinearsi alla programmazione nazionale ed europea.

 

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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha dato il via libera questo pomeriggio alla proposta di legge di semplificazione delle norme in materia di agriturismo, ittiturismo, pesca sportiva, fattorie didattiche e sociali.

Il provvedimento, presentato dai consiglieri del Partito Sardo d’Azione è stato approvato all’unanimità dal parlamentino presieduto da Piero Maieli dopo un confronto con le associazioni agricole e i vertici dell’Agenzia Laore.

Con le modifiche apportate alla legge n.11 del 2015 sarà più semplice aprire e gestire un’attività agrituristica o una fattoria didattica. Si prevede, infatti, l’estensione ai familiari di un imprenditore agricolo la possibilità di frequentare i corsi di aggiornamento organizzati dall’Agenzia Laore. Fino ad oggi questa possibilità era riservata soltanto ai soggetti abilitati all’esercizio delle attività disciplinate dalla legge n.11. In futuro il titolare di un’impresa, i suoi familiari, il rappresentante legale o i soci di un’azienda agricola (iscritti nei ruoli previdenziali) potranno ottenere il certificato di abilitazione senza alcuna attività formativa e potranno così frequentare i corsi di aggiornamento. L’obiettivo è consentire ai giovani sardi che lavorano nelle aziende di famiglia di avviare un’attività agrituristica a condizione che conseguano entro tre anni il certificato di abilitazione.

L’altra importante novità riguarda l’uso di ingredienti e spezie di provenienza regionale nei prodotti preparati dall’azienda agrituristica e proposti alla clientela. La legge attuale impone l’utilizzo di materie prime di origine regionale non tenendo conto che alcuni prodotti tradizionali contengono ingredienti non sardi come lo zucchero, il caffè, l’alcol o il grano tenero. Con la modifica introdotta sarà quindi possibile utilizzare materie prime non presenti in Sardegna ma utilizzate nelle ricette tradizionali. Eliminato, infine, l’obbligo per le aziende agrituristiche di comunicare all’assessorato all’Agricoltura, entro il 15 gennaio di ogni anno, le tariffe applicate per il servizio di pernottamento. La comunicazione andrà fatta soltanto in caso di variazione dei prezzi.

Apprezzamento, pur con qualche distinguo, è stato espresso dalle associazioni di categoria. Per i presidenti di Coldiretti, Confagricoltura e Cia Battista Cualbu, Maurizio Onorato e Francesco Erbì «si tratta di una legge estremamente positiva che consentirà ai più giovani di avviare un’attività e poi qualificarsi senza dover rincorrere i tempi stretti dei corsi di abilitazione». Positivo anche il giudizio sulle modifiche all’art.4 che fanno chiarezza sugli ingredienti utilizzati nella preparazione di prodotti tradizionali. «Sarà opportuno però – hanno detto i rappresentanti degli agricoltori – stilare un elenco dettagliato degli ingredienti consentiti».

Giudizio positivo anche da Pietro Tandeddu, direttore regionale di Copagri, che ha però suggerito di precisare meglio i concetti di “imprenditore agricolo” e “operatore agrituristico” ed i percorsi di formazione per chi svolge attività agrituristica: «A garanzia del consumatore – ha detto Pietro Tandeddu – chi opera nel settore deve essere necessariamente qualificato».

Soddisfazione per il voto unanime della Commissione da parte del presidente Piero Maieli: «Speriamo di  portare la proposta di legge in Aula in tempi brevissimi. E’ un provvedimento che elimina alcuni passaggi burocratici e che consentirà un ricambio generazionale nelle imprese agricole dando la possibilità ai più giovani di lavorare e migliorare le aziende familiari».

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Sono finalmente disponibili i dati ufficiali sui ritardi nei pagamenti in agricoltura. I documenti sono arrivati in mattinata sul tavolo della Quinta commissione del Consiglio regionale convocata dal presidente Piero Maieli. A fornirli il commissario straordinario di Argea Patrizia Mattioni.

Sono 51.407 le pratiche pregresse del Piano di sviluppo rurale nelle varie misure alle quali si aggiungono altre 38.121 pratiche da istruire per la campagna 2019 per le sole misure a “superficie” e “benessere animale”. Una mole di lavoro impressionante alla quale Argea, agenzia delegata all’attività istruttoria, non riesce più a far fronte con il personale attualmente a disposizione.

«Mancano all’appello 128 unità – ha spiegato il commissario Patrizia Mattioni – 64 da destinare al disbrigo delle pratiche sulle misure strutturali e i Gal.»

Attualmente Argea dispone di 430 dipendenti che pur lavorando a pieno ritmo (con circa 45mila pratiche istruite al 31 ottobre 2019) si trovano sui tavoli un arretrato ormai fuori controllo.

Per risolvere questa situazione di emergenza da alcune settimane la Commissione “Attività produttive” ha avviato un tavolo di confronto con gli assessori all’agricoltura e al personale e con i commissari delle agenzie agricole. Tavolo allargato questa mattina anche ai rappresentanti delle associazioni di categoria.

«Questa è l’emergenza delle emergenze – ha detto il presidente della Commissione Piero Maieli – è necessario fare fronte comune per individuare una via d’uscita e dare così riposte al mondo delle campagne.»

Una piccola boccata di ossigeno potrebbe arrivare da Laore. L’agenzia ha offerto la sua disponibilità ad accollarsi le 18.914 pratiche (tra pregresse e attese) relative agli aiuti regionali per calamità naturali, interventi a sostegno del comparto ovicaprino, acquisto di riproduttori bovini, filiera del grano duro, aiuti in conto interessi alle imprese per prestiti ed ammortamenti. Per affrontare questa partita e risolverla entro il 2020, data in cui i soldi per le calamità non saranno più disponibili, servirà una squadra di 22 persone: «Noi siamo a disposizione ha detto il commissario Gianfranco Casu – chiederemo ai nostri dipendenti di aderire su base volontaria al progetto mettendo a disposizione un incentivo economico». Un’altra soluzione tampone potrebbe essere quella dell’apertura delle procedure di mobilità interna con il reclutamento di nuove figure dagli enti regionali e dal sistema-Regione. Su questo punto è arrivata l’apertura del capo di gabinetto dell’assessorato regionale degli Affari generali Alessio Zanzottera: «C’è la nostra disponibilità – ha detto – ma occorre prima verificare la fattibilità giuridica ed economica dell’operazione».

Tramontata, invece, l’ipotesi di esternalizzazione del lavoro ricorrendo a un pool di esperti e professionisti. «E’ vietato dalla normativa europea – ha spiegato l’assessore all’agricoltura Gabriella Murgia – si potrebbe invece pensare a una struttura di supporto per l’attività istruttoria sugli aiuti regionali chiedendo la collaborazione agli ordini professionali. Questo per risolvere l’emergenza. Il problema va però affrontato strutturalmente, è tempo di pensare al reclutamento di nuove figure aprendo le procedure concorsuali.»

«La situazione va affrontata subito e con decisione – ha aggiunto il presidente Piero Maieli – non è pensabile che agricoltori e pastori debbano attendere ancora anni per vedere concluse le loro pratiche. Una soluzione potrebbe essere quella di attivare più “unità di progetto” riferite a singole misure. Verificheremo anche questa possibilità. Tutte le strade devono essere percorse.»

Soddisfatti i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura e Copagri per l’iniziativa della Commissione: «Finalmente ragioniamo su dati certi – ha detto il presidente di Coldiretti Battista Cualbu – i soldi che arrivano dal Psr sono la liquidità delle nostre imprese. Senza, non si può andare avanti. In mancanza di questi denari i pastori non riusciranno a portare avanti nemmeno la vertenza sul prezzo del latte perché saranno costretti a svendere il loro prodotto».

Apprezzamento per l’approccio scelto anche dal direttore di Copagri Pietro Tandeddu: «Serve chiarezza e trasparenza – ha detto – sarebbe opportuno capire anche perché si sono accumulati tutti questi ritardi e procedere a una valutazione sulla produttività delle strutture di Argea».

Rapidità nella ricerca di una soluzione ha invocato anche il direttore di Confagricoltura Maurizio Onorato: «Il tempo stringe – ha detto – alcune misure sono in scadenza. Per risolvere l’emergenza servirebbe una task force di 250 persone»

Sulle via da seguire per arrivare a una soluzione hanno espresso parere favorevole anche i rappresentanti dell’opposizione. Per Gigi Piano (Pd) la vera sfida è la velocità nelle risposte, “il mondo delle campagne non può più attendere”, mentre Elena Fancello (Misto) ha chiesto una verifica trimestrale sullo stato di avanzamento delle pratiche del Psr.

Emanuele Cera (Forza Italia), infine, ha ricordato la drammatica situazione delle campagne chiedendo risposte rapide e certe.

Al termine della seduta, il tavolo di confronto si è spostato a Villa Devoto dove i rappresentanti delle associazioni di categoria e i commissari Argea, accompagnati dal presidente Piero Maieli, hanno incontrato il presidente della Regione Christian Solinas.