Annalisa Bonfiglio è stata premiata dall’Associazione italiana donne inventrici e innovatrici.
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Ricerca di alto profilo, sinergie, intuito e volontà: dietro il premio dell’Associazione italiana donne inventrici e innovatrici ((Itwiin) ad Annalisa Bonfiglio e Beatrice Fraboni, si cela questo e altro. Ad esempio, anni di collaborazioni consumate tra laboratori, formazione avanzata e centri specialistici internazionali. A caccia di bersagli innovativi, efficienti e spendibili su più fronti. Esperienze fondamentali anche per la didattica e per le opzioni da offrire agli studenti dell’Università di Cagliari. Da qui, l’applauso del 22 novembre scorso nel centro congressi (area ricerca-Cnr, Bologna), per la bioingegnere dell’ateneo del capoluogo, e per la docente di fisica della materiali all’ateneo di Bologna. Il tema indagato dalle professoresse Bonfiglio e Fraboni, con il plauso di giuria ed esperti, riguarda “Dispositivi elettronici basati su materiali innovative che possono essere depositati su substrati non convenzionali (plastiche flessibili, tessuti) per conferire proprietà uniche”.
Un balzo nel futuro: lo studio e la ricerca dei team di Annalisa Bonfiglio e Beatrice Fraboni insiste su particolari proprietà di conduzione elettrica che possono permettere la realizzazione di sensori che captano parametri di interesse biomedico. Ad esempio, una maglia che misura il battito cardiaco o la frequenza respiratoria. O magari un guanto che “legge” la forza con cui viene stretto un arnese, ma anche quella con si cui si impugnano gli oggetti. Le applicazioni sono innumerevoli: tra queste, quelle su catene di montaggio industriale e non solo. «Abbiamo avviato una collaborazione specifica con un gruppo di medici del lavoro dell’Università di Bologna. Vogliono capire l’insieme dei dati biometrici e se nel ciclo di lavoro degli operai la ripetizione di alcuni gesti favorisce l’insorgere di patologie» spiega la professoressa Bonfiglio. «La collaborazione ha fatto maturare idee, anche grazie alla complementarietà delle competenze del mio gruppo con quello di Annalisa. Noi ci occupiamo – spiega la professoressa Fraboni – dei percorsi di funzionamento sui tessuti dei dispositivi». Annalisa Bonfiglio rilancia: «Collaboriamo con Bologna dal 2008. Ho conosciuto Beatrice Fraboni nel 2008 alla Cornell University, negli Stati Uniti. Da allora, curiamo lo sviluppo varie linee di ricerca che stanno dando frutti interessanti: abbiamo già un brevetto registrato e altri due stanno seguendo l’iter» Sono numerose le aziende nazionali che hanno già mostrato interesse, sia nei settori dei dispositivi e sensori di trasmissione degli impulsi, sia nell’ambito dei guanti, delle t-shirt, delle fasce e, in genere, di indumenti a contatto con la pelle.
Il riconoscimento Itwiin premia Annalisa Bonfiglio – 50 anni, di Chiavari, laurea in fisica a Genova, dottorato in bioingegneria al Politecnico di Milano, pro rettrice per l’Innovazione nel pool del rettore Maria Del Zompo – e il dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università di Cagliari. Bioingegneria made in Sardinia replica successi di pregio internazionale. Oltre ai dispositivi per i tessuti, è avanzato anche il percorso sui sensori che misurano l’attività elettrica delle cellule neuronali.