Ubah Cristina Ali Farah e Nadia Rais ieri a Sant’Anna Arresi, nella seconda giornata della rassegna AngoLazioni 3
Anche la seconda giornata della terza edizione della Rassegna Cinematografica “AngoLazioni – visioni di donne fra Sardegna e Africa”, è stata in grado di suscitare molta attenzione e curiosità nelle tante persone che hanno scelto di partecipare.
Ad aprire la serata, così come per tutte le giornate della Rassegna, sono stati i bambini e le bambine del gruppo folk San Domenico Savio.
Il primo incontro è stato quello con la scrittrice Somalo-Italiana Ubah Cristina Ali Farah che, introdotta dal Direttore Artistico Mohamed Challouf, ha presentato il suo ultimo libro ”Le stazioni della luna”. A dialogare con la scrittrice è stata Anna Lai della libreria Lilith, che ha descritto l’appuntamento come “strumento di decolonizzazione reciproca”. Cristina Ali Farah dopo aver descritto la sua infanzia e il suo arrivo prima in Europa e poi in Italia dalla Somalia, ha raccontato il suo rapporto con lo scrivere. Dopo aver scritto per tanti anni nella sua infanzia e adolescenza, dopo la guerra civile Somala e il suo arrivo in Europa la sua vocazione si blocca. Si sblocca quando dopo anni di permanenza in Italia, va ad incontrare il padre che si trova in Olanda insieme ad una comunità della diaspora Somala. Lì rinasce la scelta di voler scrivere per raccontare la storia e le storie “non conosciute”, la necessità di voler scrivere come scelta di responsabilità civile e storico-sociale. La scrittrice Somalo-Italiana ha posto l’accento anche sull’importanza dei festival e degli incontri letterari come luoghi fondamentali per il confronto e per la formazione e circolazione del pensiero. Ali Farah parla poi del suo libro dove fa conoscere ai lettori una serie di personaggi destinati ad accompagnarli per tutta la durata della narrazione e fa luce su un periodo poco conosciuto della storia dell’Italia e sui suoi rapporti con l’ex colonia.
Dopo la presentazione di “Le Stazioni della Luna” è stata la volta dei cortometraggi di animazione e l’incontro con la loro regista, la Tunisina Nadia Rais. I corti proposti al pubblico sono stati: “Ambouba”, “L’Mrayet”, “Sabaa Arwah” e “Briska”. La regista è stata molto chiara nel dire come i suoi lavori, che si fondano su pochi elementi basilari e poco sulla parola e sul dialogo, non sono assolutamente neutrali ma, al contrario, decisamenti schierati politicamente. Nei lavori di Nadia Rais si parla, infatti, di speculazione edilizia e valorizzazione e conservazione del patrimonio dei popoli, della rivoluzione tunisina ai tempi di Ben Ali, dei pensieri che potrebbero nascere nella testa di chi vive in una situazione di integralismo, dell’attuale situazione tunisina e della riscoperta della cultura araba e africana.
Al termine della proiezione dei cortometraggi è stata la volta del film-documentario “En Attendant les Hommes” di Katy Lena Ndiaye dove è emersa la figura delle donne che si organizzano quando i maschi sono costretti all’immigrazione.
La Rassegna “AngoLazioni 3” proseguirà nella serata di oggi, venerdì 10 settembre, presso il Centro di Aggregazione Sociale con un omaggio alla regista sarda Maria Piera Mossa e la proiezione del suo documentario “Una fabbrica inventata su un paese reale, Bitti”. Ad omaggiarla sarà presente la figlia Martina Pilleri. A seguire saranno proiettati cinque lavori alla presenza della professoressa camerunese Marie Nadége Tsogo che avrà il compito di introdurre al pubblico presente i film in programma, realizzati dalle donne del continente africano. Le pellicole in proiezione sono: “Lyiza” di Marie Clèmentine Dusabejambo (Ruanda), “Aya go to beach” di Maryam Touzani (Marocco), “Tu seras mon allié” di Rosine Mfetgo Bakam (Camerun), “Soubresauts” di Leyla Bouzid (Tunisia) e “Sur la route du paradis” di Uda Benyamina (Marocco).