22 November, 2024
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Ponte x L'Isola di Caprera copia

Due giornate dedicate alla scienza per i bambini delle III e delle V elementari dell’Istituto comprensivo di Moneta. In occasione delle celebrazioni per la “Giornata europea dei Parchi” le classi sono state accompagnate alla scoperta delle diverse specie essenziere presenti nell’Arcipelago, delle malattie che colpiscono alcune piante sull’isola di Caprera ed hanno potuto scoprire il laboratorio degli oli essenziali all’interno del Cea di Stagnali. Un percorso didattico promosso dall’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena per celebrare la “Giornata europea dei Parchi” e realizzato grazie alla disponibilità ed alla collaborazione dei ricercatori del dipartimento di Patologia vegetale ed entomologia Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari guidato da professor Antonio Franceschini e da quelli del Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università degli Studi di Sassari di professor Giorgio Pintore.

I bambini hanno fatto visita all’area di saggio per il monitoraggio delle fitoterapie allestita dall’Ente Parco in una lecceta sull’isola di Caprera e hanno avuto modo di riconoscere e distinguere le piante malate, quelle sane e quelle in “terapia” intervenendo direttamente alla cura delle specie, assistiti dai dottori Benedetto Linaldeddu, Bruno Scanu e Lucia Maddau del gruppo di ricerca di Patologia forestale dell’Università. I “piccoli scienziati” hanno accolto con estremo entusiasmo l’iniziativa e, una volta trasferiti all’interno del CEA – Centro di educazione ambientale del Parco a Stagnali sull’isola di Caprera, hanno avuto modo di osservare al microscopio le diverse tipologie di funghi che colpiscono le piante sotto osservazione misurandosi direttamente con gli strumenti del laboratorio: i microscopi.

Proseguendo le attività i bambini hanno avuto la possibilità, guidati dai dottori Giacomo Petretto, Maria Luce Maldini e dalla ricercatrice Marzia Foddai: collaboratori del dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università di Sassari, di assistere al procedimento di estrazione degli oli essenziali a partire dalle specie essenziere tipiche dell’Arcipelago, imparando a riconoscere i profumi e le modalità di estrazione degli oli, un’occasione per scoprire da un lato le specie tipiche della macchia mediterranea dall’altro di capire come sfruttarne le enormi potenzialità a fini cosmetici e sanitari.

Nell’ambito delle attività previste da una convenzione di ricerca stipulata dall’Ente Parco con l’Università degli Studi di Sassari, all’interno di un’area pilota delimitata nella lecceta di Caprera è stata avviata una sperimentazione per favorire il recupero sanitario di alberi attaccati da parassiti fungine dei generi Diplodia e Phytophthora. Tali parassiti sono ritenuti i principali responsabili dei deperimenti e delle morie di piante che in questi ultimi anni si stanno diffondendo nelle formazioni boschive delle isole dell’Arcipelago, compromettendone progressivamente la biodiversità.

La sperimentazione è stata effettuata dai dottori Benedetto Linaldeddu e Bruno Scanu del gruppo di ricerca di Patologia forestale dell’Università di Sassari coordinato dal prof. Antonio Franceschini, in collaborazione con l’Ente Foreste della Sardegna.

All’interno della lecceta sono state individuate tre distinte aree: nelle prime due gli alberi sono stati trattati con prodotti a base di fosfito di potassio. Nella prima, il prodotto è stato  somministrato utilizzando appositi dispensatori applicati direttamente sul fusto degli alberi, nella seconda area di intervento è stata utilizzata la tecnica di aspersione del terreno intorno alle piante infette con una soluzione acquosa. In entrambi i casi sono stati utilizzati formulari appositamente studiati per il trattamento di piante arboree in aree verdi nel rispetto della direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo. Nella terza zona gli alberi non hanno subito alcun trattamento in modo da poter verificare, con opportuni confronti in sede di analisi dei risultati, l’efficacia dei trattamenti effettuati nelle aree sottoposte a intervento.

Per non compromettere l’esito della sperimentazione, il passaggio di persone all’interno dell’area è interdetta per tutta la durata della prova, come riportato nei cartelli esplicativi posti lungo la recinzione dell’area pilota.