25 November, 2024
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In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, il CSC Carbonia della Società Umanitaria propone un ricco programma di iniziative. Alle ore 20.00 presso “La Fabbrica del Cinema” di Carbonia, in piazza Sergio Usai snc all’ingresso della Grande Miniera di Serbariu, verrà proposto il progetto del “Lenzuolo Sospeso – Un filo rosso per non dimenticare” dell’artista Silvia Capiluppi, che si concretizzerà come performance collettiva a cui saranno chiamati a partecipare tutti coloro che saranno presenti alla serata. Dalle ore 20.00, prima della proiezione del film “La scomparsa di mia madre” di Beniamino Barrese, i partecipanti all’iniziativa potranno ricamare, con un filo rosso, il nome di una donna vittima di violenza a cui vogliono dedicare un ricordo. Per una settimana il lenzuolo verrà esposto presso i locali della Fabbrica del Cinema. Tutti coloro che frequentano gli spazi della Società Umanitaria saranno quindi chiamati a partecipare arricchendo ulteriormente le trame dei ricami.

A seguire, alle ore 21.00, quarto e ultimo appuntamento della Rassegna “Autunno in Sala” con la proiezione del film “La scomparsa di mia madre” di Beniamino Barrese.

Il film fa parte della rassegna Ucca (Unione Circoli Cinematografici Arci) “L’Italia che non si vede” di cui costituisce l’anteprima per il territorio. La rassegna circuiterà nel territorio il prossimo anno attraverso l’impegno dei circoli Arci-Ucca di Carbonia, Iglesias e Sant’Antioco.

Ospiti della serata il regista Beniamino Barrese e la protagonista Benedetta Barzini.

Ingresso libero e gratuito.

Unico titolo italiano all’ultimo Sundance, ora nominato ai prestigiosi European Film Awards, dopo aver raccolto riconoscimenti e critiche positive in oltre 40 tra festival internazionali e nazionali, arriva nelle sale italiane “La scomparsa di mia madre” di Beniamino Barrese, tempestoso e sensibile documentario sulla figura di Benedetta Barzini, madre del regista.

Modella e icona degli anni ’60, Benedetta Barzini è stata la musa di artisti come Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon. Negli anni 70 abbraccia da militante la causa femminista, diventando scrittrice e docente acuta e controcorrente di Antropologia della moda, in eterna lotta con un sistema che per lei significa sfruttamento del femminile. A 75 anni, stanca dei ruoli e degli stereotipi in cui la vita ha cercato di costringerla, desidera lasciare tutto, per raggiungere un luogo lontano, dove scomparire. Turbato da questo progetto – radicale quanto indefinito – suo figlio Beniamino comincia a filmarla, determinato a tramandarne la memoria. Il progetto si trasforma in un’intensa battaglia per il controllo della sua immagine, uno scontro personale e politico insieme tra opposte concezioni del reale e della rappresentazione di sé, ma anche un dialogo intimo, struggente, in cui madre e figlio scrivono insieme le ipotesi di una separazione, difficile da accettare e forse impossibile da raffigurare.