5 November, 2024
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Un’esplosione di colori e dinamismo. Si è conclusa con successo l’opera di Remed, l’artista francese di fama internazionale che ha realizzato la sua creazione del campo di basket con annessa pista di pattinaggio di via Matteotti. Da ieri Remed si aggiunge alle “firme” autorevoli del progetto “Street Art – Museo Diffuso Isola di Sant’Antioco”, promosso dal Comune di Sant’Antioco e finanziato dalla Fondazione di Sardegna. Programma che vanta la prestigiosa direzione artistica di Giorgio Casu, in arte Jeorghe, il sardo di San Gavino autore della prima opera che nel 2020 ha dato il là al progetto :”Is Nuus Nous”, nella torretta Enel di via Belvedere.

«Per noi è un vero privilegio avere avuto qui a Sant’Antioco Remed, firma di una realizzazione che si inserisce in un progetto culturale e artistico che dà lustro alla nostra città commenta il sindaco Ignazio Loccicosì come è un privilegio avere il sardo Giorgio Casu quale Direttore artistico (la cui prima opera è già inserita nei circuiti turistici di Sant’Antioco), che ha portato qui da noi i famosi street artist Millo, Leticia Mandragora, Crisa e da ultimo Remed. Tutti firme autorevoli della Street Art internazionale che guarda al futuro e all’arte contemporanea come strumento e mezzo di crescita sociale e culturale. Ed era proprio quello che ci eravamo prefissati nel 2019, quando avevamo gettato le basi del progetto, poi messo in piedi insieme al preziosissimo lavoro dei giovani del Servizio Civile Nazionale. Un progetto che si compone di opere di altissimo livello, che attirano lo sguardo di tanti e di cui andiamo fieri.»

«La Street Art è uno degli strumenti artistici-culturali che, come Amministrazione comunale, stiamo utilizzando da tempo per rendere più bella la nostra città commenta l’assessore della Cultura, Luca Mereu -. Con la nuova opera di Remed, proseguiamo nel percorso già tracciato di riqualificazione e abbellimento di via Matteotti, concentrandoci ora sul campo da gioco di basket e sulla pista di pattinaggio, dopo la vicina torretta Enel (firmata da Crisa), e la poco distante parete di una palazzina Area (con autore Millo). Quest’ultima creazione, con la supervisione del direttore artistico Giorgio Casu, si inserisce armoniosamente nel più ampio programma “Museo Diffuso Isola di Sant’Antioco”, che ha l’ambizioso obiettivo di mettere a sistema tutte le attrattive culturali di Sant’Antioco, compreso questo nuovo, grande “museo” pittorico e artistico a cielo aperto.»

 

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Tappa a Cagliari per Beppe Grillo con il suo spettacolo “Insomnia”: il comico genovese sarà in scena nel capoluogo sardo sabato 14 luglio (ore 21,30) all’Arena in Fiera, per l’organizzazione della cooperativa Vox Day.

L’insonnia del titolo, spiegano le note di presentazione, è quella «che tormenta Grillo da quarant’anni, che lo porta a farsi domande scomode, a interrogarsi sull’ovvio e a trovare risposte azzardate, a diventare il personaggio che tutti conosciamo, raccontata in un work in progress creativo. Un viaggio nella vita del comico che dal mondo dell’informazione auspica un ritorno a un sistema più percettivo, primordiale, istintivo». Uno spettacolo “intimo ed autentico” in cui Grillo si racconta «prendendo in contropiede ancora una volta tutti quelli che lo vogliono dipingere diverso da quello che è», non senza l’«immancabile il riferimento agli eventi dell’attualità più recente filtrati dalla sua pungente ironia».

I biglietti per l’appuntamento del 14 luglio a Cagliari di “Insomnia” (che venerdì 13 sarà invece di scena a Sassari per altra organizzazione) saranno in vendita a partire da martedì 29 maggio online e nei punti vendita Vivaticket. Previa prenotazione al numero 070 84 03 45, prevendita anche presso la sede della cooperativa Vox Day a Selargius (in via Gramsci, 2c).

Un posto in poltronissima costa 36 euro (più 3 a titolo di prevendita), 27 euro (più 3) il prezzo invece per la poltrona. Biglietti in seconda platea a 23 euro (più 2 di prevendita), ridotto per disabili a 5 euro.

Beppe Grillo 3 copia

Bugiardo bugiardo. #Beppe Grillo, com’è nel suo stile, non ha mezzi termini nel commentare le affermazioni del presidente del Consiglio sul pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. Il commento pubblicato sul suo blog, che riportiamo integralmente, firmato dal #M5S Camera, è durissimo.

«Non ci sono santi che tengano. Ecco l’ennesima bugia del nostro premier che, balla dopo balla, ci sta portando verso il baratro. Nel salottino di #Bruno Vespa, a marzo scorso, Renzi aveva promesso che avrebbe liquidato entro oggi (giorno di San Matteo) gli oltre 60 miliardi di pendenze arretrate delle pubbliche amministrazioni. Basta farsi un giro sul sito del Mef o leggere i giornali per scoprire che siamo a circa 30 miliardi effettivamente erogati. Tra l’altro si tratta di soldi in gran parte stanziati dai governi precedenti, per cui i meriti di Renzi sono pressoché pari a zero. Cosa se ne fanno le imprese italiane dei divertiti siparietti e delle scommesse del premier con Vespa? Forse le poltroncine bianche di RaiUno hanno dato un po’ alla testa al presidente del Consiglio. Ora siamo curiosi di sapere se il capo del governo smaltirà qualche chilo andando a piedi in pellegrinaggio a Monte Senario.

In ogni caso ci colpisce tanta superficialità del premier. Il #M5S, dal canto suo, continua a lavorare accanto alle Pmi e, infatti, chiediamo al governo di sbloccare il decreto attuativo già scaduto per la compensazione delle cartelle #Equitalia con i crediti verso la Pa. Inoltre ricordiamo a Palazzo Chigi che si avvicina la scadenza del 30 settembre, termine entro cui si sono impegnati a sbloccare il fondo dimicro-credito per le piccole e medie imprese.»

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Un uomo solo al comando, la sua maglia ha i colori del PD, il suo nome è #Matteo Renzi! Nel momento più grave della crisi economica, quando molti paventavano il rischio di andare incontro ad una ancora più preoccupante fase di instabilità, gli italiani hanno individuato nell’ex sindaco di Firenze l’uomo della nuova speranza, la scialuppa alla quale aggrapparsi per evitare di affondare definitivamente nella miseria e nella disperazione.

Le elezioni Europee ci consegnano un segretario del Partito Democratico ed un presidente del Consiglio più forte che in questo momento sembra davvero un uomo solo al comando. Matteo Renzi con le elezioni primarie si è preso il partito, dilaniato dal fallimento di Pierluigi Bersani, poi ha forzato la mano prendendosi anche il Governo senza passare passare per le elezioni, sostituendosi senza badare alla forma al compagno di partito Enrico Letta.

Le elezioni Europee sono arrivate in un momento molto difficile che Matteo Renzi ha affrontato con la sua “sfrontatezza”, sfidando un avversario che della “sfrontatezza” ha fatto una delle sue armi vincenti negli ultimi 12 mesi: #Beppe Grillo. Il presidente del Consiglio ha fatto una campagna elettorale “solitaria”, come “solitaria” è stata la campagna elettorale del suo principale avversario e quella dello stesso Silvio Berlusconi, e i numeri emersi dalle urne dicono che non solo ha vinto, ma ha addirittura “stravinto”!

Molti, soprattutto all’interno del Partito Democratico, tra coloro che Matteo Renzi ha messo da parte (nessuno parla più di “rottamazione” ma la “rottamazione” è sotto gli occhi di tutti!), aspettavano al varco il nuovo leader, pronti a scaricargli addosso le responsabilità della sconfitta se Beppe Grillo avesse preso un voto in più, ed ora i risultati dicono chiaramente che quello “storico” 41%, prima che una grande vittoria del Partito Democratico, è un vero e proprio trionfo di Matteo Renzi!

Come è stato possibile un trionfo di tale portata? E’ questo il principale tema di riflessione del dopo voto.

Quando alcuni mesi fa veniva ipotizzato l’inserimento del nome di Matteo Renzi nel simbolo del Partito Democratico, molti si sono scandalizzati, affrettandosi a dire che non si sentiva proprio il bisogno, dopo l’esperienza di Silvio Berlusconi e di tutti gli altri leader di partito che avevano fatto altrettanto anche a sinistra (Antonio Di Pietro, Nichi Vendola), e il suo nome nel simbolo non è stato inserito, ma per gli italiani ieri è stato come se, insieme al nome, su quel simbolo ci fosse anche la sua faccia!

Matteo Renzi ci ha messo la faccia, prima con i provvedimenti del suo Governo, su tutti quegli 80 euro promessi a tutti in busta paga e poi anche a quanti la busta paga non ce l’hanno e ai pensionati, poi nell’accesissima campagna elettorale, e gli elettori lo hanno premiato! L’Italia che non ne può più del vecchio sistema che l’ha portata ad una condizione socio-economica drammatica, ha bisogno di ritrovare una speranza e Matteo Renzi, risultati delle Europee alla mano, ha dimostrato che in questo momento, questa speranza è soltanto lui! Beppe Grillo e il suo Movimento Cinque 5 Stelle, pur restando una consistente forza politica con oltre il 20% dei consensi, hanno fatto un consistente passo indietro e dovranno riflettere sul loro ruolo nel breve e medio termine. Anche Forza Italia ha fatto un passo indietro ed è arrivato il momento di pensare al dopo-Berlusconi. Agli altri è rimasto poco ma c’è un’area politica che è praticamente sparita, il Centro, cancellato dalla scena politica dopo i tanti errori commessi. Il 10% messo insieme da Mario Monti e Pierferdinando Casini alle ultime Politiche, si è ridotto a cifre da “prefisso telefonico”. Appare evidente che i voti dei moderati abbiano cambiato casa ed abbiano contribuito a rendere così trionfale il successo di Matteo Renzi che ora potrà continuare la sua esperienza governativa con la forza della straordinaria legittimazione ricevuta ed è chiamato a trasformare la “speranza” che ha saputo incarnare e le tante promesse fatte agli italiani, in fatti concreti.

Beppe Grillo 3 copia

Beppe Grillo ha pubblicato sul suo blog le regole per candidarsi e votare per le liste del MoVimento 5 Stelle alle europee 2014.

«Il MoVimento 5 Stelle (M5S) promuove la partecipazione alle elezioni europee 2014, attraverso la presentazione sotto il simbolo di liste di candidati scelti in Rete secondo le seguenti regole.
I candidati dovranno essere in possesso dei necessari requisiti di candidabilità e dovranno aderire al Codice di comportamento dei candidati e degli eletti del MoVimento 5 Stelle al Parlamento Europeo.
La selezione dei candidati verrà effettuata attraverso votazione in Rete a cui potranno partecipare gli aderenti al MoVimento 5 Stelle aventi i requisiti, secondo l’apposita procedura di selezione dei candidati e formazione delle liste.

Regole per candidarsi e votare per le liste del MoVimento 5 Stelle alle europee 2014.

Candidati:

Tutti coloro iscritti al MoVimento 5 Stelle entro data 31-12-12 e con documento certificato entro il 20 marzo 2014, non diffidati, non svolgenti carica elettiva e non facenti parte di una lista partecipante alle elezioni amministrative 2014 certificata o in via di certificazione. Devono avere 25 anni o più al 25 maggio 2014. Gli italiani residenti all’estero si potranno candidare e votare nella regione e circoscrizione dell’ultima città di residenza in Italia che avranno dovuto indicare nella loro pagina profilo sul MoVimento 5 Stelle.

Votanti:

Tutti coloro iscritti al MoVimento 5 Stelle entro data 30-06-13 e con documento certificato entro il 20 marzo 2014 non diffidati

Formazione delle liste:

Primo turno:
Si vota con 3 preferenze solo per i candidati nella propria regione.
Il candidato più votato della regione entrerà di diritto nelle liste finali.
Gli altri candidati nella circoscrizione (utilizzata per il voto alle europee) andranno a un secondo turno nella misura di 30 per la circoscrizione Nord Ovest (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Piemonte), 18 per la circoscrizione Nord Est (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto), 20 per la circoscrizione Centro (Lazio, Marche, Toscana, Umbria), 24 per la circoscrizione Meridionale (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia), 12 per la circoscrizione Insulare (Sardegna, Sicilia). I candidati per il secondo turno saranno scelti in base al numero totale di preferenze raccolte nel primo turno e votati al secondo turno su base circoscrizionale europea.

Secondo turno:
Si vota con 3 preferenze per i candidati nella propria circoscrizione europea che hanno superato il primo turno. Saranno candidati alle elezioni europee i più votati fino a riempimento delle liste della circoscrizione dedotti i più votati nelle singole regioni al primo turno.

I nomi saranno inseriti in lista in ordine alfabetico.

Beppe Grillo, quale capo politico del MoVimento 5 Stelle e suo rappresentante, si occuperà degli adempimenti tecnico-burocratici necessari a consentire l’effettiva presentazione e partecipazione alle prossime elezioni europee 2014 delle liste dei candidati scelti in Rete, avvalendosi a tal fine di un gruppo di iscritti al MoVimento 5 Stelle che si sono resi disponibili a farsi carico di detti adempimenti, rinunziando preventivamente a presentare la propria candidatura alle prossime elezioni europee: Silvana Carcano, Vito Crimi, Gianni Benciolini, Stefano Patuanelli, Roberta Lombardi, Davide Barillari, Roberto Fico, Luigi Di Maio, Riccardo Nuti, Alessio Mattia Villarosa.»

Francesca Barracciu 5 copia

Non c’è pace per l’europarlamentare del Partito Democratico Francesca Barracciu, nominata la scorsa settimana sottosegretario di Stato al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo nel Governo di Matteo Renzi. Il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, nel suo blog ha pubblicato una nota nella quale elogia il ministro dell’Interno e leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano per aver dato l’esempio, convincendo a ritirare la sua candidatura a sottosegretario Antonio Gentile e aggiunge: «Questo atto dovuto fa onore all’NCD, ora il pdexmenoelle di Renzie non può che seguirne l’esempio. Fare una figura mondiale. Il materiale umano a disposizione è quadruplo per un Gentile, Renzie può mettere in campo quattro fuoriclasse che, come sempre, a sinistra abbondano:

– Francesca Barracciu, accusata di peculato nell’inchiesta sui rimborsi spese ai consiglieri regionali in Sardegna

– Umberto Del Basso de Caro, indagato per i rimborsi del consiglio regionale in Campania

– Vito De Filippo, indagato nell’ambito della “Rimborsopoli” lucana
– Filippo Bubbico, indagato per abuso d’ufficio»
«Quattro indagati per me posson bastare
quattro indagati per me… 

Penati ministro della Giustizia! – conclude Beppe Grillo»

Dopo aver ritirato, da vincitrice delle primarie del Partito Democratico, la sua candidatura alla presidenza della Regione Sardegna, ed aver subito lo stop del neo governatore Francesco Pigliaru, ad un possibile ingresso nella nuova Giunta regionale, Francesca Barracciu si trova ora al centro delle polemiche a livello nazionale per la sua nomina a sottosegretario nel Governo Renzi. Per lei non è decisamente un periodo tranquillo dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi in Consiglio regionale.

Il mondo “grillino” è profondamente scosso dal “NO” del leader nazionale Beppe Grillo alla concessione del simbolo per la partecipazione alle elezioni regionali sarde del 16 febbraio. Le vicende che la scorsa primavera portarono alla mancata partecipazione del Movimento Cinque Stelle alle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale di Iglesias, avrebbero dovuto far suonare un forte campanello d’allarme tra i componenti dei vari circoli in tutta la Sardegna, ma evidentemente pochi le avevano dato il giusto peso e, alla prova dei fatti, si è ripetuto lo stesso film con scena finale fotocopia: il Movimento Cinque Stelle non sarà della partita il 16 febbraio, quando i sardi sceglieranno i loro rappresentanti nella massima istituzione regionale per i prossimi cinque anni.

Quanto è accaduto ha sicuramente del clamoroso, anche se chi ha un minimo di esperienza in materia, sa bene quanto sia difficile gestire un successo elettorale della portata di quello ottenuto dal Movimento Cinque Stelle negli ultimi 12 mesi. Lo spirito che ha originato il movimento è stato travolto dalla forza dei numeri e, conseguentemente, dalle ambizioni, anche personali, di quanto si sono avvicinati allo stesso prima e dopo l’esplosione maturata alle elezioni politiche 2013. Le contrapposizioni interne ai partiti ci sono sempre state – il caso più recente è quello del Partito Democratico che, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, ha rimesso in discussione l’esito delle elezioni primarie che avevano “incoronato” candidata alla presidenza della Regione per la coalizione di centrosinistra l’europarlamentare di Sorgono Francesca Barracciu, “costretta” da pressioni interne al suo stesso partito e da alcuni partiti della coalizione, a rinunciare alla propria candidatura, ma quando una forza politica è strutturata, bene o male che sia, alla lunga riesce a ritrovare il minimo di coesione necessario per andare avanti ed affrontare le competizioni elettorali, anche quelle meno “importanti” di quella regionale (è di due giorni fa la scelta dell’economista Francesco Pigliaru quale candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione). Nella storia recente delle istituzioni regionali, non si ricorda una rinuncia tanto clamorosa e dolorosa di un partito che, appena un anno prima, era risultato il primo in Sardegna.

Da più parti si è detto e scritto che si è in presenza di una crisi di crescita e che questa drammatica esperienza, per assurdo, potrebbe anche rivelarsi utile. Forse questa ipotesi potrà anche avere un fondamento, ma è certo che la delusione tra quanti nei mesi scorsi avevano lavorato tanto per questo appuntamento elettorale, sia per coltivare ambizioni personali sia per continuare a costruire un “cambiamento” reale del modo di fare politica e di gestire le istituzioni in Sardegna, è tanto grande, che potrebbe avere riflessi non proprio positivi per la crescita futura.

In politica, come nella vita di tutti i giorni, il “ferro va battuto quando è caldo”, perché non è affatto scontato che il passare del tempo lasci le cose invariate e conceda anche in futuro le stesse opportunità. La politica è un’evoluzione continua ed in pochi mesi, come è già accaduto un anno fa, tutto potrebbe cambiare e nessuno oggi è in grado di prevedere il futuro.

Beppe Grillo 2

Sono 34 i simboli presentati entro le 20.00 di ieri sera in Corte d’Appello, a Cagliari, per le elezioni regionali in programma il prossimo 16 febbraio e, come era nell’aria ormai da qualche giorno, non c’è quello del Movimento Cinque Stelle. L’assenza della lista del movimento di Beppe Grillo, pur non costituendo una sorpresa per le tormentate vicende che hanno caratterizzato gli ultimi giorni tra i circoli in tutta l’Isola, resta clamorosa. Il Movimento Cinque Stelle non più tardi di un anno fa era risultato il primo partito in Sardegna alle elezioni politiche e molti si attendevano un possibile nuovo exploit alle imminenti elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, anche se in alcune regioni nei mesi scorsi si sono registrati risultati non proprio esaltanti. In Sardegna le prime avvisaglie di un certo disagio e, soprattutto, della mancanza di coesione interna, erano emerse in occasione delle ultime elezioni amministrative al comune di Iglesias, alle quali la scorsa primavera non venne presentata la lista del Movimento Cinque Stelle, ma pochi avrebbero osato solo ipotizzare la ripetizione di quella negativa esperienza nella ben più importante ed attesa scadenza delle elezioni regionali. Alla prova dei fatti, viceversa, si è giunti alla stessa conclusione.

I contrasti interni covavano da tempo e sono esplosi fragorosamente negli ultimi giorni, a tal punto che l’estremo tentativo di riavvicinamento delle parti per giungere alla definizione di un elenco di 60 candidati condiviso per strappare il sì di Beppe Grillo alla concessione del simbolo, è risultato vano. Il Movimento Cinque Stelle non sarà della partita elettorale e questa assenza, evidentemente, spariglia notevolmente le carte, rimettendo in discussione lo stesso risultato finale, perché è difficile se non addirittura impossibile prevedere come si distribuirà il consenso che sarebbe stato concentrato sul simbolo pentastellato.

Partiti e movimenti che non hanno nelle loro liste consiglieri regionali uscenti, dovranno raccogliere le firme e le liste dovranno essere presentate da domenica 12 sino alle ore 20.00 di lunedì 13 gennaio 2014.

Il prossimo presidente della Regione sarà il candidato che otterrà il maggior numero di voti validi (art. 1 comma 4 e art. 11 comma 2). Questo significa che, in presenza di una profonda frammentazione del voto, con tre grandi schieramenti ed un forte fronte indipendentista, è concreta la possibilità che per vincere le elezioni possa essere sufficiente superare la soglia del 30% dei voti. E’ evidente che saranno decisive le alleanze ed anche le forze minoritarie, in seno ad un’alleanza, potrebbero decidere la partita.

La legge statutaria all’art. 1, comma 7, prevede due soglie di sbarramento, con l’esclusione dall’attribuzione dei seggi:

a) i gruppi di liste che fanno parte di una coalizione che ottiene meno del 10 per cento del totale dei voti validi ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale;
b) i gruppi di liste non coalizzati che ottengono meno del 5 per cento del totale dei voti ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale.

Lo sbarramento al 5 per cento per i gruppi di liste non coalizzati, è evidente, costituisce un fortissimo freno alle ambizioni di chi starebbe pensando di fare corsa solitaria e quindi un’altrettanto forte spinta a stringere alleanze in seno alle coalizioni maggiori.

L’art. 13 fissa la ripartizione dei seggi ed il premio di maggioranza:

a) il 60 per cento dei seggi del Consiglio regionale se il presidente proclamato eletto ha ottenuto una percentuale di voti superiore al 40 per cento;

b) il 55 per cento dei seggi del Consiglio regionale se il presidente proclamato eletto ha ottenuto una percentuale di voti compresa tra il 25 ed il 40 per cento.

 

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Partiti e movimenti in grande fermento in tutta la Sardegna, per la preparazione delle liste per le elezioni regionali in programma il 16 febbraio 2014 (si tornerà a votare nella sola giornata di domenica dopo alcuni anni). La data ravvicinata decisa dalla Giunta regionale guidata dal governatore Ugo Cappellacci ha messo in seria difficoltà un po’ tutti, in particolare i gruppi e i movimenti che, non avendo nelle loro liste consiglieri regionali uscenti, saranno costretti a raccogliere le firme.
Cresce l’attesa per conoscere le decisioni della direzione regionale del Partito Democratico per la scelta del candidato alla carica di governatore, dopo il passo indietro fatto dall’europarlamentare di Sorgono Francesca Barracciu, vincitrice delle elezioni primarie svoltesi lo scorso 8 dicembre 2013, sotto la forte pressione esercitata da alcuni partiti della coalizione di centrosinistra e da una larga parte dello stesso Partito Democratico, che ha posto al centro del dibattito interno la questione di opportunità legata al coinvolgimento della stessa Francesca Barracciu nell’inchiesta sulla gestione di fondi destinati ai gruppi consiliari regionali.
Appare fin troppo evidente che questo ritardo condiziona il lavoro di preparazione delle elezioni del Partito Democratico e dell’intera coalizione di centrosinistra e costituisce un vantaggio indiretto per le altre coalizioni, in particolare quella di centrodestra che sarà capeggiata dal governatore uscente Ugo Cappellacci, già da tempo in campagna elettorale.
C’è grande incertezza anche intorno alla candidatura a governatore del Movimento Cinque Stelle e della sua stessa partecipazione alla competizione elettorale, per contrasti interni e il mancato riconoscimento, almeno finora, da parte di Beppe Grillo. Ricordiamo che problemi simili sorsero la scorsa primavera alla vigilia delle elezioni amministrative di Iglesias, culminati nella mancata partecipazione del M5S e quindi nell’esclusione dal nuovo Consiglio comunale, dopo il trionfale risultato ottenuto un anno prima alle elezioni politiche (risulto il primo partito nella città mineraria come in quasi tutti i comuni della Sardegna).
Cominciano a circolare i primi nomi, intanto, sulle candidature nelle diverse liste. Tra i consiglieri regionali uscenti eletti nelle liste del circoscrizione di Carbonia Iglesias, dovrebbero scendere ancora in campo il leader dell’Udc Giorgio Oppi, il sindaco di Gonnesa Pietro Cocco (PD) e il sindaco di Sant’Anna Arresi Paolo Luigi Dessì, mentre quasi certamente non sarà delle partita il presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, in Consiglio ininterrottamente da vent’anni (eletta la prima volta nella lista di Forza Italia nella primavera del 1994, quando aveva poco più di 21 anni ed eletta altre tre volte prima con Forza Italia, poi con il Pdl).

Nella circoscrizione di Carbonia Iglesias verranno eletti quattro consiglieri regionali dei 59 complessivi (il 60esimo sarà il governatore eletto), conseguentemente ciascuna lista dovrà presentare al massimo quattro candidati.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

 

Beppe Grillo 3 Beppe Grillo 2

Chi nelle ultime ore si aspettava o quantomeno auspicava un’apertura del Movimento 5 Stelle al dialogo con gli altri partiti, in particolare il Partito Democratico, in vista della costituzione di una nuova alleanza nell’eventualità dovesse concludersi anzitempo l’esperienza del Governo delle “Larghe intese”, rimarrà ancora una volta deluso.

Stamane, infatti, Beppe Grillo ha pubblicato nel suo blog un intervento intitolato “Siamo in guerra”.

«Il MoVimento 5 Stelle non è violento, ma è rivoluzionario – scrive Grillo -. Vuol cambiare la società, restituire ai veri giocatori, i cittadini, la scacchiera, il gioco. Cambiare in senso democratico la Costituzione e lo Stato. Il M5S è una variabile che il Sistema, non solo quello nazionale, non aveva previsto e ha quindi reagito con ogni mezzo possibile per escluderlo dal gioco. Il M5S è condannato dalla sua stessa natura a vincere la partita o a perderla irrimediabilmente. I pezzi bianchi non possono allearsi con quelli neri. A differenza degli scacchi in questa partita non è previsto il pari, ma solo lo scacco matto. Siamo in guerra, una guerra che deciderà il destino di questo Paese per il prossimi decenni. O ci sarà una svolta o una lenta stagnazione con facce nuove a proteggere i vecchi interessi di sempre. Le giovani generazioni non hanno un futuro, laureati e diplomati hanno lasciato l’Italia a centinaia di migliaia in questi anni alla ricerca di lavoro e di opportunità. Sono loro i nostri rifugiati politici costretti ad espatriare, come i siriani, come i libici. Prendono il treno al posto dei barconi. Come in tempo di guerra, lasciano le loro case bombardate dalla corruzione e dall’arroganza della classe politica. Non è più tempo di parlarsi addosso, ma di azioni, di segnali, di presenze. Il Parlamento si è dimostrato una scatola di tonno vuota, il contenuto lo aveva già divorato da tempo il Sistema. Bisogna tornare nelle piazze e pretendere che la RAI diventi una casa di vetro, oggi è solo uno strumento di propaganda in mano ai partiti. Con i fatti, non con le parole. Chi vuole guardarsi l’ombelico si tiri fuori – sottolinea ancora Grillo-. Il M5S non è il suo ambiente. Presto faremo il terzo VDay. Tenetevi pronti.»