2 November, 2024
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La Luna di Dromos splende ancora nel cielo del Barigadu, illuminando il cammino della ventunesima edizione del festival che, come consuetudine, fino a Ferragosto propone i suoi appuntamenti tra Oristano e altri centri e località della sua provincia.
Protagonista della serata odierna, a Ula Tirso, sarà Carmen Souza, una delle voci più interessanti della nuova scena world music internazionale, in concerto alle 22.00, in piazza IV Novembre, con ingresso gratuito. La cantante portoghese approda al festival alla testa dei Silver Messengers, ovvero Gordon Deschanel al pianoforte, Theo Pascal al basso e al contrabbasso ed Elias Kacomanolis alla batteria, con l’obiettivo di onorare – come suggerisce il nome della formazione – il repertorio del grande pianista e compositore statunitense Horace Silver, uno dei pilastri dell’hard bop, che nel corso della sua carriera ha “venato” le sue composizioni di numerose influenze tra gospel, musica africana e latinoamericana.
Anche Carmen Souza, come altri protagonisti di questa edizione (Alfa Mist, Kokoroko e Nubya Garcia), arriva da Londra (dove risiede stabilmente) e si caratterizza per il suo personalissimo stile, capace di condensare le influenze della tradizione di Capo Verde con elementi del jazz, spaziando sapientemente tra differenti generi musicali, come la morna, il batuke e il soul. Il punto di partenza delle sue esplorazioni musicali sono sempre le sue radici (la sua stirpe è capoverdiana di estrazione cristiana), e il suo modo di cantare è una sintesi del tutto personale della verve di Billie Holiday, Nina Simone e Casara Evoria, muovendosi tra melodie inusuali, umori esotici, africanismi, scat jazz, vibrati controllati e frasi dall’andamento imprevedibile.
Il concerto di Carmen Souza fa idealmente da chiusura ai festeggiamenti del centennale della costruzione della diga di Santa Chiara sul Tirso (1918/2018); in programma per l’occasione un annullo filatelico speciale in collaborazione con Poste Italiane, e la vendita di un album con riproduzioni di cartoline, fotografie e immagini storiche dell’epoca.
Tre appuntamenti caratterizzano la giornata di Dromos di lunedì 12 agosto: alle 21.00, il festival varca i confini della provincia di Nuoro approdando a Ortueri per un evento proposto in collaborazione con il festival Mamma Blues, costola di Dromos che quest’anno celebra la sua dodicesima edizione dal 13 al 15 agosto, come sempre a Nureci. Presso la Cantina Bingiateris (sponsor della serata), sarà di scena il duo blues del cantante e armonicista Fabio Treves, portavoce della musica del diavolo in Italia e inventore del “blues delle masse”, affiancato dal chitarrista Alex “Kid” Gariazzo, musicista che lo accompagna da oramai un quarto di secolo nella Treves Blues Band (attesa poi sul palcoscenico di Mamma Blues a Nureci martedì 13). La serata (biglietti esauriti), che prende il nome del tipico vino prodotto dalla cantina, si intitola Lollore & Blues, ed è presentata in collaborazione con l’associazione Viva Mandrolisai. Al termine del concerto, ancora musica con un dj set di De Li Soul.
Alle 21.30, ma nel giardino del Museo Archeologico di San Vero Milis, Dromos dedica un nuovo appuntamento alla Luna, ispiratrice di questa edizione del festival nel cinquantenario dal primo sbarco dell’uomo sul nostro satellite, con la proiezione del film di fantascienza “Moon” (2009), del regista Duncan Jones (ingresso libero), in sostituzione del previsto “Il diritto di contare“.
Alle 22.00, a Nureci, infine, come consuetudine, a fare da battesimo all’imminente edizione di Mamma Blues saranno i giovani musicisti della Music Academy di Isili, impegnati nel concerto dal titolo “The two faces of Woodstock”, chiaro omaggio ai cinquant’anni dal festival di Bethel (omaggiato quest’anno da Dromos) svoltosi nel 1969 al culmine della diffusione della cultura hippie.

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La XXXII edizione del Festival Internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” si avvia alla conclusione. Dopo i concerti di ieri del Kassa Overall Trio e del Tyshawn Sorey Trio, oggi, per la penultima serata, sul palco di piazza del Nuraghe sarà protagonista la Burnt Sugar The Arkestra Chamber, con la produzione originale «A Tribute to Max Roach’s “Freedom Now Suite”».

Fondata dal leader dei Village Voice, Greg Tate, e co-condotta dal 1999 con l’incredibile bassista Jared Michael Nickerson, Burnt Sugar the Arkestra Chamber è una band tentacolare formata da musicisti la cui personalità prodigiosa permette loro di destreggiarsi liberamente su una banda larga sperimentale dal soul-jazz-hip sino all’hip hop.

Burnt Sugar è stato originariamente concepito come un forum di improvvisazione rivolto ai musicisti di New York  per comporre, registrare e realizzare materiale che riflettesse la varietà e la profondità della musica americana del 21° secolo. L’intento della Camera Arkestra, attraverso il ricorso al sistema di conduzione di Butch Morris, è quello trasformare ogni spettacolo in una nuova interpretazione delle sue parti costitutive.

Piuttosto che costringerci dentro le camicie di forza che l’industria discografica commerciale utilizza per il mercato della musica nera contemporanea, Burnt Sugar si muove liberamente tra molti stili, epoche e generi ed  elabora i propri eccitanti ibridi. Questi ibridi si basano su  solide fondamenta che affondano nelle diverse tradizioni musicali e sull’uso della tecnologia musicale d’avanguardia. In questo senso la missione del gruppo onora le sue ispirazioni più profonde, il primo postmodernismo della musica americana – Duke Ellington, Sun Ra, Funkadelic e The Art Ensemble of Chicago.

Questo equipaggio molto esperto scommette su assi che vanno da Melvin Van Peebles, Toshi Reagon, DJ Logic, Gary Lucas, TV On The Radio, Tamar Kali, Phish, William Parker, Liz Wright, The Holmes Brothers, Wadada Leo Smith, The The, David Murray a Joseph Bowie.

Il Direttore dell’Arkestra, Greg Tate, dice: «Burnt Sugar ha il coraggio di rivendicare Sly Stone, Morton Feldman, Billie Holiday, Jimi Hendrix e Jean Luc Ponty come progenitori. Le nostre fila di musicisti includono noti violinisti irlandesi, AACM refugees, Afro-punk rejects, unpenitent beboppers, rapper femministe, doowoppers jitter bugging, frankly loud funk-a-teers e Rodeo stars del digital divide».

Allegato l’album fotografico dei due concerti di venerdì sera.

                                                 

 

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Dirittura d’arrivo per il Seminario Jazz di Nuoro, che venerdì (1 settembre, a partire dalle 19.00) suggella la sua edizione numero ventinove con il consueto concerto-saggio finale che vedrà impegnati tutti gli allievi (affiancati, qui e là, da alcuni dei docenti), quest’anno in scena nell’area archeologica del Nuraghe Tanca Manna, all’interno del moderno abitato del capoluogo barbaricino.

Alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, mentre le attività didattiche (e in particolare le classi di musica d’insieme) sono volte alla preparazione di questo evento conclusivo, domani (giovedì 31 agosto) si completano altri due impegni collaterali alle lezioni: reduce dal concerto della sera prima al Teatro Eliseo, il pianista americano Kenny Barron, ospite speciale di questa edizione dei corsi nuoresi, tiene alle 15 la sessione conclusiva della sua masterclass; trenta minuti dopo, alle 15.30, parte invece l’ultimo dei “Quattro passi nel jazz” , la serie di incontri divulgativi, aperti al pubblico, del musicista e storico della musica del Novecento Enrico Merlin: tema del giorno, le donne nel jazz, una storia costellata non solo di cantanti come Billie Holiday e Ella Fitzgerald, ma anche di grandi strumentiste, da Mary Lou Williams all’International Sweethearts of Rhythm (un’orchestra degli anni ’40 composta esclusivamente da donne), da Carla Bley a Maria Schneider.  

In serata ultimo appuntamento nei cortili del Museo del Costume con la rassegna di concerti collegata al Seminario. Al centro dei riflettori, a partire dalle 21, il Collettivo Nuoro Jazz composto da Francesca Corrias alla voce, Massimo Carboni al sax tenore, Giovanni Sanna Passino alla tromba, Giovanni Agostino Frassetto al flauto, Salvatore Spano al pianoforte, Angelo Lazzeri alla chitarra, Salvatore Maltana al contrabbasso e Gianni Filindeu alla batteria: sono gli otto musicisti sardi che costituiscono il corpo docente dei Seminari Invernali che si tengono a Nuoro dal 2003, un’iniziativa nata come “ponte” tra un’edizione e l’altra dei Seminari estivi per estenderne, valorizzare e integrare il percorso didattico. Grazie alla possibilità di combinare differenti formazioni al suo interno, il collettivo affronta repertori e generi con riferimenti stilistici ad ampio spettro, riflettendo così nel suo interno le diverse anime del jazz contemporaneo. Nel concerto convivono dunque brani standard e composizioni originali, libera improvvisazione e arrangiamenti scritti, in un immaginario sonoro  che trova il suo più profondo significato proprio nel confronto, nella condivisione e nell’insieme.

 

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Approda a Mogoro il Festival Dromos per una serata all’insegna dei ritmi in levare. Due i set in programma oggi in piazza del Carmine, dalle 21.30. Il primo è con i sardi Sista Namely & The Islanders Band. Nel secondo, spazio invece a una delle voci più interessanti della scena “conscious reggae” attuale: la giovane cantante giamaicana Jah9.

Presente nel panorama reggae italiano dal 2008, Sista Namely, al secolo Valentina Steri, inizia la sua esperienza con la band Dubinisland. Nel 2010 raccoglie importanti consensi sulla scena reggae sarda con i primi singoli come solista. Due anni dopo Islasound e la Cuba Rec producono il suo primo lavoro, “Freedom”. Nel 2014 la cantante dà vita alla backing band The Islanders, formata da Michele Fois aka Micfo alle tastiere e synt, Jacopo Carta alla chitarra, Simone Maccioni, alias Renz al basso, Alessandro Sedda “Lee van beatz” alla batteria. All’attivo del gruppo, che al festival propone il suo recentissimo album “Reloveution”, la vittoria all’Arezzo Wave Love Festival dell’estate scorsa e tante esibizioni, compresa quella in Spagna al festival Rototom Sunsplash.

Sostenuta da una notevole presenza vocale, una filosofia profondamente spirituale ed il suo stile “Jazz on Dub”, Jah9 – protagonista del secondo set della serata – canta testi ricchi di consapevolezza e sapienza, poesia impregnata di messaggi di emancipazione che riflettono il suo impegno sociale. L’artista giamaicana ha collaborato con produttori come Donovan Bennet della Corleon Record, Rory “Stone Love” Gilligan, Beres Hammond e Sheldon Bernard della Harmony House Music, realizzando nel 2013 il suo album d’esordio, “New Name”. Tutti i singoli estratti dal disco sono diventati, in pochissimo tempo, delle hit suonate nelle radio e nei reggae party sparsi per il mondo; il videoclip di uno dei brani, “Avocado”, è stato presentato in anteprima mondiale dal Wall Street Journal. Le sue influenze musicali sono molto ampie: tra i suoi riferimenti stilistici si possono citare Billie Holiday e Nina Simone, ma anche i giamaicani Sizzla Kalonji e Augustus Pablo.

Affiancata da Guillaume Nicolas Briard-Marchand al sassofono, Donaldson Sheldon Bernard alle tastiere e al flauto, Janoy Demar Ellis alla chitarra, Andrew Levi Edwards al basso e Randevon Caylon Patrick alla batteria, Jah9 presenta sul palcoscenico di Dromos il suo nuovo album, “9”, un lavoro nel quale vengono sottolineate le sue qualità di scrittrice e un sound molto più profondo.

Foto SISTA NAMELI solo (m) Jah9 jah9_promo3 (m) Jah9 (promo2) Foto SISTA NAMELY & THE ISLANDERS

Dee dee Bridgewater, Manu Dibango e Ibrahim Maalouf sono i nomi di maggior spicco della 16/a edizione del Festival Dromos, in programma dal 29 luglio al 16 agosto a Oristano e altri 9 comuni della provincia. La rassegna, organizzata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato dello Spettacolo ed attività culturali ed assessorato del Turismo), dei comuni di Oristano, Baratili San Pietro, Cabras, Marrubiu, Mogoro, Morgongiori, Nurachi, Nureci, Villanova Truschedu e Villa Verde, della Fondazione Banco di Sardegna, della Banca di Sassari e della Camera di Commercio di Oristano, con la collaborazione dell’O.S.V.I.C., della libreria Altrestorie, dell’Associazione Nazionale Città della Terra Cruda, dell’Associazione La Volantina, Sardegna chi_ama e Notti di Tharros, è stata presentata alla stampa ieri 11 luglio, a Cabras, presso la Cantina Contini.

L’appuntamento sicuramente più atteso del programma di questa edizione è quello che il 4 agosto vedrà protagonista sul palco allestito nel sito archeologico di Tharros, la grandissima Dee De Bridgewater che, nell’occasione, proporrà un omaggio a Billie Holiday con “To Billie with love: a celebration of Lady Day”.

Appuntamento ormai fisso di Dromos, ritorna poi (per l’ottavo anno consecutivo) Mamma Blues, l’immancabile “festival nel festival” a cavallo di Ferragosto a Nureci: un trittico di serate all’insegna del blues e dei suoi immediati dintorni.

Dee Dee Bridgewater 2 copia 2