24 November, 2024
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Due stelle del firmamento musicale internazionale assieme per una serata di grande jazz. Ospiti della diciannovesima edizione del Musica sulle Bocche International Jazz Festival, venerdì 23 agosto arrivano a Castelsardo il pianista Antonio Faraò che ospita nel suo quartetto il grande sassofonista statunitense Dave Liebman. Appuntamento alle 21.30 nella Terrazza della Sala XI del castello dei Doria per un appuntamento straordinario che vedrà i due artisti avventurarsi tra nuovi brani originali ed alcuni standard. Autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, Faraò è senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani. Dave Liebman è invece uno dei grandi protagonisti della generazione che traghettò le invenzioni di John Coltrane e Miles Davis verso il jazz-rock.

Il loro concerto è tra gli eventi della stagione jazz italiana, ma la seconda giornata del festival organizzato dall’associazione Jana Projecte con la direzione artistica del musicista Enzo Favata proporrà anche il jazz flamenco dello spagnolo Antonio Lizana, il virtuoso del clarinetto basso Sauro Berti, l’incontro “1969: Guarda che Luna! Le musiche di un anno incredibile dall’allunaggio a Woodstock” con Franco Bergoglio, e le jam dei giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania, Sardegna, a Castelsardo per la residenza artistica inserita nel progetto Jain.

Il programma di venerdì 23 agosto si aprirà alle 11.30, presso la Sala XI, con la musica di Sauro Berti. Clarinetto basso del Teatro dell’Opera di Roma, il musicista vanta collaborazioni con le più importanti orchestre italiane, è apprezzato all’estero e ha suonato con artisti di fama internazionale come George Prêtre, Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Lorin Maazel, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Vero virtuoso dello strumento, Berti ha inoltre partecipato come solista al ClarinetFest 2008 di Tokyo e agli ultimi sei ClarinetFest svoltisi a Porto, Austin, Los Angeles, Lincoln e Assisi. Nutrita anche la produzione in studio, tra cui spiccano i cd “Suggestions” (Edipan) e “Solo Non Solo” (Parma Records).

Alle 19.00 protagonista in Piazza della Misericordia l’Antonio Lizana Trio. Cantante flamenco e sassofonista allo stesso tempo, capace di interpretare entrambi i ruoli con una grazia e una coerenza che lo rendono inimitabile, Antonio Lizana sarà accompagnato da José Manuel León alla chitarra flamenca ed Adrián Trujillo alle percussioni. Nella sua performance l’artista ripercorrerà il viaggio dei suoi tre album “De Viento”, “Quimeras del Mar” e “Oriente”. La sua musica attraversa il mondo intero, mescolandosi in maniera omogenea a flamenco e jazz, ricca della sua caratteristica sonorità, in una formazione che arricchisce la potenza espressiva dei singoli musicisti.

Non solo concerti ma anche momenti di riflessione sulla musica e su come opere e artisti hanno influenzato la società della loro epoca. “1969: Guarda che Luna! Le musiche di un anno incredibile dall’allunaggio a Woodstock” è il tema dell’incontro con Franco Bergoglio, autore del libro “I giorni della musica e delle rose” (Stampa Alternativa 2018). Sarà una conversazione che si arricchirà di ascolti guidati in cui Bergoglio parlerà delle musiche degli anni ’68 e ’69 e racconterà un pezzo della nostra storia attraverso quel potentissimo cocktail di rock, blues, prog, avanguardia, jazz, soul e funk che ha cambiato per sempre il nostro universo sonoro e non solo. Appuntamento alle 20.00, presso Piazza della Misericordia. dopo il concerto di Antonio Lizana.

Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI, il festival Musica sulle Bocche ha l’onore di accogliere lo straordinario pianista italiano Antonio Faraò che ospita nel suo quartetto il sassofonista statunitense Dave Liebman, uno dei grandi protagonisti della generazione che traghettò le invenzioni di Coltrane e Miles Davis verso il jazz-rock. Sarà una serata dove Faraò e Liebman (affiancati da Ameen Saleem al contrabbasso e Bruce Ditmas alla batteria), si avventureranno in una esplorazione senza limiti tra di nuovi brani originali e alcuni standard.

Autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, pianista ammirato da Herbie Hancock, Antonio Faraò è da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani. Non a caso nel 2015 e nel 2018 è stato invitato a Parigi e a San Pietroburgo all’International Jazz Day, evento mondiale del jazz organizzato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite, assieme a Herbie Hancock, Wayne Shorter, Marcus Miller, Al Jarreau, Branford Marsalis, Kurt Elling e molti altri artisti della scena jazz mondiale.

La carriera di David Liebman ha attraversato quasi cinquant’anni, all’inizio degli anni settanta come sassofonista / flautista dei gruppi di Elvin Jones e Miles Davis, continuando da allora come band leader. Ha suonato in oltre cinquecento registrazioni con quasi duecento sotto la sua guida e co-leadership. Le sue band nel corso degli anni hanno incluso musicisti famosi come John Scofield, Richie Beirach, Bob Moses, Billy Hart ed altri. Attualmente insegna alla Manhattan School of Music ed è un docente ospite al Berklee College of Music. Nell’insegnamento jazz è un rinomato docente e autore di numerosi libri di riferimento, mentre l’autobiografia “What Is Is – La vita di un artista jazz” è uno sguardo affascinante sulla sua carriera.

La grande notte della musica a Castelsardo proseguirà dalle 23 in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night (ingresso libero). Un appuntamento che sarà animato dalle jam dei giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania, Sardegna, a Castelsardo per la residenza artistica inserita nel progetto “JAIN – Jazz and Interculturalism”, co-finanziato dal programma comunitario Creative Europe e che prevede la permanenza in Sardegna per dieci giorni, dal 20 al 30 agosto, di trenta giovani musicisti che saranno impegnati in prove collettive, performance, concerti e jam session, accompagnati dai rappresentanti delle tre organizzazioni partner, Nisville Foundation, Syri Blu e Jana Project.

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Tredici concerti in quattro giorni con nomi di rilievo della musica e del jazz mondiale nell’incantevole scenario della rocca medievale di Castelsardo, insieme a laboratori e reading che arricchiranno un cartellone proposto dall’associazione Jana Project e con la direzione artistica del musicista Enzo Favata. Dal 22 al 25 agosto appuntamento con la diciannovesima edizione del Musica sulle Bocche International Jazz Festival, in programma nella splendida cornice di Castelsardo, uno dei luoghi più caratteristici e ricchi di storia della Sardegna. I concerti saranno collocati all’interno del borgo storico dei Doria, nelle terrazze e nei giardini che si affacciano sul mare e che si aprono verso l’Asinara da una parte e la Corsica dall’altra, mentre anche per questa edizione i concerti all’alba e al tramonto costituiranno dei momenti di particolare intensità e richiamo.

Dopo la lunga esperienza a Santa Teresa Gallura, il Festival riparte così da un altro incantevole scenario del nord Sardegna dove la rassegna jazz si caratterizzerà anche quest’anno per l’apertura ad altri generi musicali e artistici, come la musica elettronica, le espressioni più alte della tradizione popolare della Sardegna.

Protagonisti a Castelsardo saranno il quartetto di Antonio Faraò insieme al grande sassofonista statunitense Dave Liebman, la pianista islandese Sunna Gunnlaugs, il jazz flamenco dello spagnolo Antonio Lizana, i brasiliani del 3G Trio, il pianista finlandese Sid Hille, il virtuoso del clarinetto basso Sauro Berti, la contrabbassista Rosa Brunello y Los Fermentos, Piero Bittolo Bon Quintet, il bluesman Francesco Piu, il clarinettista Marco Colonna, il Crossing Quartet guidato da Enzo Favata, il vibrafonista Pasquale Mirra, la musica elettronica con Saffronkeira ed il Coro a cuncordu di Castelsardo.

Il Festival ospita inoltre il progetto “JAIN – Jazz and Interculturalism”, co-finanziato dal programma comunitario Creative Europe, che prevede la permanenza per dieci giorni, dal 20 al 30 agosto, di trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna, insieme ai rappresentanti delle tre organizzazioni partner, Nisville Foundation, Syri Blu e Jana Project. Per tutta la durata del soggiorno i giovani saranno impegnati in prove collettive, performance, concerti e jam session.

Musica sulle Bocche è uno degli eventi culturali di maggior rilievo in Sardegna, sia per la caratura degli artisti ospiti, sia per quella particolare formula di simbiosi tra musica e paesaggio che ne ha decretato il successo fin dalle primissime edizioni, con i celebri concerti all’alba e al tramonto nell’ambiente naturale. Anche per questo da diversi anni Musica sulle Bocche si colloca tra i festival jazz più amati dal pubblico nei sondaggi nazionali.

Biglietti e abbonamenti sono disponibili nei luoghi dei concerti e presso libreria Mondadori a Castelsardo, oltre che nell’InfoPoint allestito in Piazza Nuova (ore 18.00-23.00). È possibile inoltre prenotare i biglietti al numero dell’infoline 344 0699882. Per eventuali variazioni e tutti gli aggiornamenti si consiglia si consultare il sito internet e la pagina Facebook del Festival. Oltre a formule di ingresso ed abbonamento a costi molto contenuti (tutte le informazioni sul sito del Festival), quest’anno Musica sulle Bocche propone anche la formula abbonamento-sostenitore a 60 euro per tutti gli spettacoli, posti riservati nelle prime file e la carta MsBCard. La carta sconti può essere utilizzata per acquisti negli esercizi commerciali convenzionati durante il periodo dal 20 al 30 agosto a Castelsardo.

Il Festival Musica sulle Bocche è supportato da Unione Europea, Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Sport e Spettacolo e Assessorato al Turismo), Comune di Castelsardo e Fondazione di Sardegna. Il festival (il cui marchio “Musica sulle Bocche” è depositato dall’associazione Jana Project), inoltre fa parte dell’European Jazz Network, della rete italiana I-Jazz, del Sardinia Jazz Network, e da quest’anno è membro dell’ATS “Isola del Jazz” con i festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, “Calagonone Jazz Festival” e “Time in Jazz”.

Il programma

Il via alla diciannovesima edizione del Festival Musica sulle Bocche sarà dato giovedì 22 agosto. A partire dalle 11.00, presso l’InfoPoint di Piazza Nuova (che sarà il quartier generale del Festival) saranno presentate tutte le attività in cartellone.

Ad inaugurare il programma delle attività e dei laboratori sarà il vibrafonista e percussionista Pasquale Mirra, che alle 12.00 coinvolgerà i bambini dai cinque anni e i loro genitori nel libero laboratorio musicale “Tutto è suono” (l’iscrizione è gratuita). Il primo appuntamento sarà presso la Sala XI per una avventura che proseguirà per tutti i giorni del Festival e che porterà alla scoperta di tutti i suoni che ci circondano per farne scaturire ritmi e melodie e divertirsi tutti insieme.

Ad aprire la serie dei concerti sarà invece alle 19 il Francesco Piu Trio, con una esibizione al tramonto al Parco Lu Grannaddu (ingresso libero). Accompagnato da Gianfranco Marongiu alle percussioni e Paolo Succu alla batteria, il cantante e chitarrista isolano proporrà una miscela esplosiva di blues, funky, rock e soul. Accompagnando la propria voce con strumenti quali chitarra acustica, dobro, weissenborn, banjo, lap steel e armonica, partendo da Osilo questo giovane bluesman negli ultimi anni si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama italiano ed internazionale e ha avuto ha avuto l’onore di aprire concerti per grandi artisti quali John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan e di calcare il palco con artisti del calibro di Tommy Emmanuel, Eric Bibb, Roy Rogers, Eugenio Finardi, Fabio Treves e molti altri. Il suo ultimo album “Peace & Groove”, nato dalla collaborazione con lo scrittore Salvatore Niffoi, è stato subito inserito dalle riviste specializzate tra i migliori dischi dell’anno e rappresenta un ulteriore svolta di Piu verso sonorità più soul e rhythm’n’blues.

La serata di giovedì 22 proseguirà con il concerto del Piero Bittolo Bon Quintet. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI, l’estroso e visionario polistrumentista presenterà il suo progetto originale “Bread & Fox”, in cui le idee dell’artista veneziano si sintetizzano in un combo in bilico tra groove ed atmosfere contemporanee. Alternando composizioni originali di Bittolo Bon a riletture di pagine di alcuni grandi compositori quali Arthur Blythe, Ornette Coleman ed Henry Threadgill, il quintetto, forte di un approccio all’interplay rigoroso quanto personale, alterna scrittura ed improvvisazione, in un concerto realizzato in collaborazione in collaborazione con I-Jazz – progetto Nuova Generazione Jazz 2019.

Insieme a Bittolo Bon (al sax alto e clarinetto basso) ci saranno Filippo Vignato al trombone, Glauco Benedetti al basso tuba, Andrea Grillini alla batteria e Alfonso Santimone al pianoforte. Quest’ultimo è, insieme al leader, impegnato da anni all’interno del collettivo El Gallo Rojo. Santimone e Bittolo Bon hanno inoltre partecipato come docenti e coadiutori di Tim Berne al Progetto Didattico Massimo Mutti e presenteranno per l’occasione anche il lavoro svolto con gli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.

La lunga notte musicale di Castelsardo proseguirà poi dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night. Jam e dj set animeranno l’appuntamento che si ripeterà per le serate del festival, in cui non mancheranno le sorprese per il pubblico (l’ingresso è libero).

Il programma di venerdì 23 agosto si aprirà alle 11.30, presso la Sala XI con la musica di Sauro Berti. Clarinetto basso del Teatro dell’Opera di Roma, il musicista vanta collaborazioni con le più importanti orchestre italiane, è apprezzato all’estero e ha suonato con artisti di fama internazionale come George Prêtre, Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Lorin Maazel, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Vero virtuoso dello strumento, Berti ha inoltre partecipato come solista al ClarinetFest 2008 di Tokyo e agli ultimi sei ClarinetFest svoltisi a Porto, Austin, Los Angeles, Lincoln ed Assisi. Nutrita anche la produzione in studio, tra cui spiccano i cd “Suggestions” (Edipan) e “Solo Non Solo” (Parma Records).

Alle 19 protagonista in Piazza della Misericordia l’Antonio Lizana Trio. Cantante flamenco e sassofonista allo stesso tempo, capace di interpretare entrambi i ruoli con una grazia e una coerenza che lo rendono inimitabile, Lizana sarà accompagnato da José Manuel León alla chitarra flamenca ed Adrián Trujillo alle percussioni. Nella sua performance l’artista ripercorrerà il viaggio dei suoi tre album “De Viento”, “Quimeras del Mar” ed “Oriente”. La sua musica attraversa il mondo intero, mescolandosi in maniera omogenea a flamenco e jazz, ricca della sua caratteristica sonorità, in una formazione che arricchisce la potenza espressiva dei singoli musicisti.

Non solo concerti ma anche momenti di riflessione sulla musica e su come opere e artisti hanno influenzato la società della loro epoca. “1969: Guarda che Luna! Le musiche di un anno incredibile dall’allunaggio a Woodstock” è il tema dell’incontro con Franco Bergoglio, autore del libro “I giorni della musica e delle rose” (Stampa Alternativa 2018). Sarà una conversazione che si arricchirà di ascolti guidati in cui Bergoglio parlerà delle musiche degli anni ’68 e ’69 e racconterà un pezzo della nostra storia attraverso quel potentissimo cocktail di rock, blues, prog, avanguardia, jazz, soul e funk che ha cambiato per sempre il nostro universo sonoro e non solo. Appuntamento alle 20.00, presso Piazza della Misericordia. dopo il concerto di Antonio Lizana.

Due stelle del firmamento jazz internazionale per una serata imperdibile. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI il festival Musica sulle Bocche ha l’onore di accogliere lo straordinario pianista italiano Antonio Faraò che ospita nel suo quartetto il sassofonista statunitense Dave Liebman, uno dei grandi protagonisti della generazione che traghettò le invenzioni di Coltrane e Miles Davis verso il jazz-rock. Sarà una serata dove Faraò e Liebman (affiancati da Ameen Saleem al contrabbasso e Bruce Ditmas alla batteria), si avventureranno in una esplorazione senza limiti tra di nuovi brani originali e alcuni standard.

Autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, pianista ammirato da Herbie Hancock, Antonio Faraò è da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani. Non a caso nel 2015 e nel 2018 è stato invitato a Parigi e a San Pietroburgo all’International Jazz Day, evento mondiale del jazz organizzato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite, assieme a Herbie Hancock, Wayne Shorter, Marcus Miller, Al Jarreau, Branford Marsalis, Kurt Elling e molti altri artisti della scena jazz mondiale.

La carriera di David Liebman ha attraversato quasi cinquant’anni, all’inizio degli anni settanta come sassofonista / flautista dei gruppi di Elvin Jones e Miles Davis, continuando da allora come band leader. Ha suonato in oltre cinquecento registrazioni con quasi duecento sotto la sua guida e co-leadership. Le sue band nel corso degli anni hanno incluso musicisti famosi come John Scofield, Richie Beirach, Bob Moses, Billy Hart ed altri. Attualmente insegna alla Manhattan School of Music ed è un docente ospite al Berklee College of Music. Nell’insegnamento jazz è un rinomato docente e autore di numerosi libri di riferimento, mentre l’autobiografia “What Is Is – La vita di un artista jazz” è uno sguardo affascinante sulla sua carriera.

La grande notte della musica a Castelsardo proseguirà dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night (ingresso libero). Un appuntamento che sarà animato dalle jam dei giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania, Sardegna, a Castelsardo per la residenza artistica inserita nel progetto Jain.

I concerti all’alba sono da sempre uno dei tratti distintivi del festival Musica sulle Bocche. Anche a Castelsardo l’appuntamento verrà rispettato con una esibizione che renderà omaggio alle grande ricchezza delle tradizioni locali. Sabato 24 agosto, alle 6.00 del mattino, con partenza dal sagrato della Cattedrale, il Coro a cuncordu di Castelsardo percorrerà alcuni dei luoghi più suggestivi del borgo storico dei Doria, tra canti sacri e profani.

La tradizione del canto a cuncordu, polifonia di quattro voci maschili con repertorio quasi esclusivamente religioso, è rappresentato in diversi paesi della Sardegna, soprattutto, durante i riti della Settimana Santa. Il Cuncordu di Castelsardo è uno dei cori che mantiene viva questa tradizione tramandata attraverso i secoli. Il direttore e curatore del Cuncordu è Giovanni Pinna, con una lunga carriera costellata di concerti in giro per il mondo e dedicata alla conservazione di questo prezioso patrimonio immateriale della Sardegna. Il gruppo ha avuto negli anni vari avvicendamenti ed oggi, oltre a quella di Giovanni Pinna (contra), si avvale delle voci di Pietro Sanna (basso), Nicola Sini (voce), Gianni Pinna (voce), Mariano Sini (falsetto) e Piergiuseppe Pinna (falsetto).

Al termine del concerto il festival riserva uno speciale omaggio a Pietro Sassu, etnomusicologo e compositore sassarese, scomparso nel 2001 che quest’anno avrebbe compiuto ottant’anni. Grazie alla partecipazione del figlio Simone Sassu, anch’egli musicista e curatore dell’archivio, verrà ripercorsa l’intensa attività dello studioso, insegnante e ideatore di eventi legati alla musica nelle più svariate forme, dalla musica colta a quella popolare. Alla fine degli anni Cinquanta, mentre già suonava nelle orchestre più importanti (in particolare in quella della Rai di Roma), Pietro Sassu inaugurò, infatti, a Sassari la sua pionieristica attività di etnomusicologo. Il database (consultabile on line all’indirizzo https://hymnos-fondosassu.com/) contiene oggi materiali riguardanti le ricerche che lo studioso ha svolto in Sardegna a partire dall’inizio degli anni sessanta del Novecento, un tesoro di inestimabile valore che PietroSassu ha lasciato alle generazioni future. L’appuntamento si terrà nella Sala XI, al termine del percorso dei cantori.

La ricerca del suono avviene in solitudine, pensando, creando e liberandosi delle maschere con cui ci si avvicina agli altri. Erodendo i limiti tecnici e fisici sui propri strumenti di comunicazione si ottiene il silenzio, condizione privilegiata in cui agire nel suono. È da questo assunto che parte la ricerca di Marco Colonna, protagonista alle 11.30 nella Sala XI del castello dei Doria del concerto “Metamorphosis of the moment”. Sax alto, clarinetto basso e clarinetto piccolo sono gli strumenti che il musicista utilizzerà in una performance che spazierà dalla musica etnica a quella contemporanea, passando per il jazzcore e l’improvvisazione.

Il ricchissimo programma serale della terza giornata del festival si aprirà alle 19.00, in Piazza della Misericordia, con il concerto al tramonto del Trio 3G. Tre musicisti, tre strumenti, tre carriere indipendenti, la stessa famiglia. Figli dei più grandi nomi della scena musicale brasiliana, Adriana Godoy (voce), Tico d’Godoy (sassofono) e Frederico Godoy (pianoforte) sono tre cugini che combinano la passione per la musica in un lavoro originale, con una formazione insolita al servizio della musica brasiliana e nella quale si distinguono per gli arrangiamenti moderni, gli “swingados” e le interpretazioni uniche. Se Adriana Godoy  mostra tutta la sua versatilità e la forza vocale della sua carriera ventennale da cantante, Tico da ormai due decenni porta il suo eclettismo musicale, che lo ha plasmato come sassofonista, in svariate collaborazioni con band di rilievo come Trincheira MPBJazz e GroofBoogaloo, mentre Frederico dal 1995 scrive la sua storia di pianista dove, oltre al suo lavoro come compositore ed arrangiatore, accompagna l’Orchestra Sinfonica di Arte Viva.

Cosa accadde alla fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta? Qualcosa che sconvolse il modo di ascoltare e raccontare la musica. Nacquero infatti le radio “libere”, piccole emittenti che portarono una ventata di novità nel panorama musicale nazionale. E con le radio nacque la voglia di narrare una storia diversa, esattamente quella che racconterà Giampaolo Cassitta nel reading “La musica che girava intorno”. Appuntamento alle 2.00, presso Piazza della Misericordia. Un viaggio lungo un’ora, per ricordare quello che siamo stati, quello che potevamo diventare e quello che siamo rimasti. Da “Lugano addio” di Ivan Graziani, passando per De Gregori, Fossati, De André, Dalla, gli Area, la PFM, il Banco del Mutuo Soccorso, Guccini e le parole di Umberto Eco, Roland Barthes, Oriana Fallaci, Stephen King, Amado, ed i colori di Matisse, Picasso e Gaudì. Tutto questo ben miscelato da un dj d’eccezione. Autore di numerosi saggi, racconti e romanzi, Giampaolo Cassitta ha pubblicato nel 2017 il romanzo “Dolci, sante e marescialli”, ironico e brillante affresco della provincia italiana degli anni cinquanta.

Donna e leader, musicista e frontwoman. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI, riflettori puntati su Rosa Brunello y Los Fermentos per un concerto dal sapore ipnotico. Così, infatti, descrivono la propria musica gli stessi protagonisti: «Particelle della materia che sotto l’azione del fermento si muovono violentemente, lottando per ricomporsi con un nuovo ordine, in un ciclo senza fine. Una metafora chimica per una musica alchemica, organica e in continuo divenire». Affiancata da Michele Polga al sax tenore, Frank Martino alla chitarra elettrica e live electronics e Luca Colussi alla batteria, Rosa Brunello, giovane realtà della scena jazz nazionale, si inserisce con grande ricchezza di idee nel prezioso filone dei contrabbassisti-leader che sanno mettersi al servizio della musica, dando un supporto ritmico e nel contempo offrendo una cornice contrappuntistica. Los Fermentos permettono alla musica di dipanarsi con agilità e libertà, mettendo in luce una salda interazione tra i componenti, stimolata e favorita dal lavoro della stessa leader.

La terza giornata del Festival si chiuderà all’insegna della musica elettronica. Dalle 23.00, nella Terrazza del castello dei Doria, Saffronkeira presenta il suo ultimo album “Automatism”. È il quinto lavoro dell’artista sardo (all’anagrafe Eugenio Caria), pubblicato dalla prestigiosa etichetta Donovali Records e che giunge a distanza di quattro anni dalla pubblicazione di “Synecdoche” e di sette anni dal monumentale “A New Life”. Nel suo lavoro Saffronkeira affronta ancora una volta il tema della mente e delle relazioni che la legano ai comportamenti inconsci. Automatism diviene così il terreno di indagine musicale di quei meccanismi della mente in cui una piccola deviazione dall’ordinario origina un momento creativo.

Il concerto all’alba è uno dei momenti più attesi del festival Musica sulle Bocche. Quest’anno ad ospitare il tradizionale appuntamento sarà il prato sotto la Cattedrale di Castelsardo (Piazza Spalti Manganella), che si affaccia verso il mare da cui sorgerà il sole. A partire dalle 6 di domenica 25 agosto protagonista dell’evento sarà la pianista islandese Sunna Gunnlaugs (ingresso libero). La sua musica si adatta perfettamente al contesto, esattamente come durante le composizioni. L’artista travolge infatti l’ascoltatore con il suo senso melodico, indugiando invece nei momenti di tranquillità: tensione e liberazione fanno parte della sua essenza. Il suono durante le sue esibizioni in solo tende talvolta ad immergersi negli standard del jazz americano e occasionalmente sul melodico pop ma, in qualsiasi forma si manifesti, sa intrecciarsi perfettamente nel tessuto musicale di Sunna, perché la musicista islandese ha appreso che la connessione diretta tra l’artista, lo strumento e il pubblico durante un assolo è diversa da ogni altra esperienza un musicista possa avere sul palco.

La mattinata proseguirà con la presentazione del progetto Jain – Jazz and Interculturalism che coinvolge trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna. Dopo la prima tappa in Serbia, nella citta di Nis, in occasione del Nisville Festival dal 3 al 13 agosto, i giovani saranno a Castelsardo dal 20 agosto in occasione del Festival e ci resteranno fino al 30 per delle giornate di prova e performance collettiva. Nella mattinata di sabato i ragazzi presenteranno il loro lavoro al pubblico a partire dalle 11.30, nella Sala XI presso il castello dei Doria.

L’ultima serata di Musica sulle Bocche sarà all’insegna delle sorprese e delle contaminazioni musicali. Al tramonto a partire dalle 19 in Piazza della Misericordia spazio al pianista finlandese Sid Hille con il suo F# Trio, completato da Jori Huhtala al contrabbasso e Markus Ketola alla batteria. Il progetto ha inizio nel 2016, dove fa il suo esordio al leggendario Pori Jazz Festival. F# è essenzialmente un trio di pianoforte, ma con alcuni colpi di scena: Hille suona il Fender Rhodes invece del tradizionale pianoforte acustico, utilizzando una vasta gamma di effetti, suoni, espressioni e loop. Anche Huhtala modifica con l’elettronica il suono del suo basso acustico e Ketola manipola loop e campioni dei suoi live, creando così paesaggi sonori completi e spontanei. L’approccio un po’ anarchico nelle loro esibizioni ha suscitato molto interesse tra il pubblico e la critica. Durante il tour di successo F# hanno inciso lo scorso anno il loro primo album, “The wannsee punk”, completamente improvvisato.

A chiudere il programma dei concerti della diciannovesima edizione del festival Musica sulle Bocche sarà Enzo Favata con il suo Crossing Quartet. Il musicista algherese (al sax soprano e clarinetto basso) salirà sul palco della Terrazza Sala XI, alle 21.30, accompagnato da Pasquale Mirra al vibrafono, Rosa Brunello al basso elettrico e UT Gandhi alla batteria. La band ha avuto un grande successo nella sua recente tournée in Giappone, dove è stata definita dalla stampa come capace di “una musica visionaria in cui il sapore selvatico del Mediterraneo si lega ai ritmi ipnotici dell’Etiopia e le atmosfere balinesi, dando vita ad una poesia dalla potenza sonora unica”. Entrare in contatto con l’Enzo Favata Crossing Quartet significa immergersi in un caleidoscopio di suoni e stili musicali dalle molteplici forme. Un vortice, tra minimalismo, space rock, jazz contemporaneo, musica elettronica e world jazz, combinati dal suono originale del sax soprano, la forza stilistica di uno dei più grandi vibrafonisti europei come Pasquale Mirra ed il sapore rock del basso e batteria.

Un grande concerto che precederà l’ultimo appuntamento dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario, e con ingresso libero con il Jazz Club Night, jam e dj set per chiudere in musica la diciannovesima edizione del festival.

Chiuso il cartellone musicale, Musica sulle Bocche proporrà altri tre appuntamenti, a completamento di un programma ricco di eventi collaterali nel segno della multidisciplinarietà artistica. Lunedì 26 agosto, alle 18, andrà in scena l’esito finale del laboratorio teatrale “Orizzonte Unico Confine”, tenuto nei giorni del festival da Vittoria Nicoli – Regia Peregrina, frutto del terzo anno di collaborazione tra Musica sulle Bocche e la compagnia Teatri Peregrini e il suo Noborders Performance Art Festival di Santa Teresa Gallura. Orizzonte Unico Confine è un gruppo aperto, creato da officine peregrine teatro e composto da attori professionisti e improvvisati, da migranti, indigeni e turisti che si pone in viaggio verso un orizzonte di storie. Il laboratorio è un evento dedicato per Musica sulle Bocche con lo scopo di creare intersezioni narrative tra musicisti, abitanti, turisti e luoghi pulsanti di Castelsardo nelle giornate imperdibili del festival. La performance sarà il primo step del viaggio che il gruppo porta avanti da metà luglio e che vedrà la sua conclusione con lo spettacolo finale di dicembre su migrazione e radici.

Due incontri chiuderanno invece il progetto europeo Jain – Jazz and Interculturalism. Il primo, in programma martedì 27 agosto alle 11, sarà incentrato sul tema “Audience Development – I festival jazz e il loro pubblico”, e a cui parteciperanno le associazioni Jana Project, la serba Nisville Foundation e l’albanese Syri Blu. Nel corso dell’iniziativa si cercherà di capire come la musica jazz possa diventare uno strumento socialmente inclusivo tra i giovani e nelle comunità multietniche, e come le organizzazioni culturali possono lavorare per aumentare la consapevolezza e supportare i cittadini nell’uso della musica quale strumento per costruire comunità culturalmente diverse e socialmente inclusive.

Il secondo incontro, in programma giovedì 29 agosto e dal tema “Jazz e comunità multiculturali” sarà un dibattito aperto a cui saranno chiamati ad intervenire amministratori locali, rappresentanti delle istituzioni, operatori culturali, dell’informazione e della scuole, con l’obiettivo di confrontarsi sull’uso della cultura per diffondere tolleranza, diversità culturale e dialogo interculturale tra giovani di diverse comunità etniche. (Luogo e orario saranno resi noti nei prossimi giorni).

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Uno dei sassofonisti più importanti della scena jazzistica internazionale tiene banco a Berchidda nella sesta giornata di Time in Jazz. Charles Lloyd è l’atteso protagonista della serata di domani (sabato 13) in piazza del Popolo, “palco centrale” del festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale (ma con appuntamenti sparsi anche in altri centri del nord Sardegna). Classe 1938, direttore musicale nel gruppo di Chico Hamilton e poi compagno di band di Cannonball Adderley nei primi anni Sessanta, Charles Lloyd ha guidato nella seconda metà di quel decennio una formazione storica (con un giovanissimo Keith Jarrett, tra gli altri membri) che ha registrato uno dei primi album jazz a vendere oltre un milione di copie (“Forest Flower”, 1967). Praticamente assente dalla scena jazz negli anni Settanta, il sassofonista compare invece in dischi dei Doors, dei Canned Heat e dei Beach Boys. Avvicinato dal pianista Michel Petrucciani nel 1981 riprende a suonare per due anni, per poi ritirarsi di nuovo. Torna a esibirsi occasionalmente nel 1987 e 1988, poi nel 1989 ricomincia a girare. Inizia anche a registrare per l’ECM, inaugurando una lunga serie di dischi in cui figurano musicisti come Bobo Stenson, Billy Hart, Billy Higgins, John Abercrombie, Brad Mehldau, Geri Allen, Zakir Hussain. Uscito lo scorso gennaio per la Blue Note, “I Long To See You”, la sua più recente fatica discografica, lo vede in compagnia, tra gli altri, del chitarrista Bill Frisell. Jason Moran al pianoforte, Harish Raghavan al contrabbasso e Eric Harland alla batteria sono invece i membri del suo quartetto di scena nel secondo set di domani (sabato 13) a Berchidda.

A precedere il concerto Charles Lloyd, la prima parte della serata, con inizio alle 21.30, propone una produzione originale del festival con l’inedito incontro tra due musicisti dalle diverse esperienze e provenienze artistiche: la pianista romana Rita Marcotulli, nome di primo piano della scena jazzistica italiana, e l’eclettico polistrumentista francese, con radici in Martinica, Mino Cinelu. Un duo che promette sorprese, sull’onda della vocazione alla sperimentazione e all’interplay che caratterizza entrambi. Partita da studi classici per approdare al jazz, Rita Marcotulli raggiunge presto il successo grazie al suo stile intimo e allo stesso tempo capace di amplificare le emozioni, che la porta a calcare le scene internazionali accanto a jazzisti come Jon Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Joe Lovano, Michel Portal, Enrico Rava, Pat Metheny, Billy Cobham. Originario della Martinica, Mino Cinelu è un artista dai molti talenti, come testimonia anche il lungo e prestigioso elenco delle sue collaborazioni, in studio di registrazione e sul palco, con artisti di ambiti diversi (jazz, funk, rap, electro, flamenco e pop) e del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Sting, Lou Reed, Antonio Carlos Jobim, Brandford Marsalis, Cassandra Wilson, Dizzy Gillespie, Elton John, Gato Barbieri, Gil Evans, Kenny Barron, Laurie Anderson, Pat Metheny, Pino Daniele, Richard Galliano, Stevie Wonder, Wayne Shorter, Zucchero, per fare qualche nome. 

Rita Marcotulli arriverà all’appuntamento serale in piazza del Popolo reduce dall’altro impegno che la attende invece in mattinata, a mezzogiorno, nei pressi di Loiri San Paolo, sulla spiaggia di Porto Taverna, con il progetto BAM, acronimo ricavato dalle iniziali dei tre componenti dell’organico: l’eclettico contrabbassista pugliese Marco Bardoscia, il versatile quartetto d’archi Alborada (Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello) e appunto, Rita Marcotulli. Un progetto nato da un’idea di Bardoscia e della violinista Sonia Peana, e che si muove, originariamente, intorno a brani dello stesso contrabbassista e adattamenti studiati per questa formazione, per arrivare a composizioni della Marcotulli e del quartetto Alborada, lasciando spazio anche all’improvvisazione. Le diverse fonti musicali si fondono per dare spazio a qualcosa di nuovo, fresco e originale, tra sonorità macedoni, isolane e mediterranee, che emergono naturalmente e senza forzature, sottolineando l’essenza stessa di ogni componente: il quartetto d’archi svolge un ruolo di sostegno ai solisti e, al tempo stesso, è anche una terza entità musicale autonoma.

Nel pomeriggio il festival fa tappa a Telti, dove, alle 18.00, nella chiesa di Santa Vittoria, è di scena un altro nome di spicco della scena jazzistica italiana, Stefano Battaglia, con un programma di improvvisazioni al piano che, sotto il titolo “Questo ricordo lo vorrei raccontare”, ripercorre in musica l’opera del fotografo Mario Giacomelli (1925-2000), ispirata dai versi di poeti come Emily Dickinson, Franco Costabile, Cesare Pavese, Edgar Lee Master. Classe 1965, Stefano Battaglia è un pianista attento al suono e alla melodia: forte di una solida preparazione musicale che l’ha portato dapprima a mettersi in luce in ambito “classico”, conta un vasto curriculum di collaborazioni importanti e progetti propri, qualcosa come tremila concerti all’attivo e una discografia di oltre cento titoli che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in patria e all’estero. Nel 2004 ha inaugurato la collaborazione con la prestigiosa etichetta tedesca ECM, che ha pubblicato cinque suoi album; i tre più recenti lo vedono alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria, che anche il pubblico di Time in Jazz potrà apprezzare in concerto domenica pomeriggio a Tula, nella chiesa di Santa Maria di Coros (ore 18.00).

BAM (ph © Roberto Cifarelli) m Mino Cinelu 1 Rita Marcotulli (foto di Paolo Soriani) (2m) Stefano Battaglia (foto@Caterina Di Perri)01 (m)Charles Lloyd (2m)