22 November, 2024
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Due diverse produzioni originali nel palinsesto della quarta giornata di Time in Jazz, il festival in pieno svolgimento (da mercoledì 8 fino a giovedì prossimo, 16 agosto) tra Berchidda, il paese natale del direttore artistico Paolo Fresu, ed altri sedici centri del nord Sardegna. La prima, alle 11.00, nella chiesa di San Giovanni Battista nelle campagne di Mores, vede in azione il vibrafonista Pasquale Mirra ed il chitarrista Gabrio Baldacci (già impegnati due giorni prima nei ranghi del quartetto di Gabriele Evangelista nel sito archeologico Sa Mandra Manna nei pressi di Tula), stavolta in compagnia del sassofonista Vincenzo Saetta.

La seconda produzione del giorno è invece a Olbia, alle 18.00 nella Chiesa di San Paolo, ed è tutta nel segno di un dialogo tra contrabbassi: quelli di Matteo Bortone (protagonista il giorno prima col suo trio ClarOscuro a Bortigiadas), e di Marco Bardoscia (reduce a sua volta dal concerto col progetto “Lumină” al Museo del Vino di Berchidda); nel curriculum di quest’ultimo tre album a suo nome, una quarantina come sideman, progetti importanti come il B.A.M. con il quartetto d’archi Alborada e Rita Marcotulli, oltre a collaborazioni di rilievo jazzisti come Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Ernst Reijseger, Perico Sambeat e Bojan Z, tra gli altri. Un nuovo concerto della serie “Mediterranea”, il progetto che coinvolge musicisti under 35.

Fra i due concerti, alle 15.00, a Berchidda, nello spazio davanti alla Biblioteca Comunale, appuntamento giornaliero con il progetto “Periferie Urbane” organizzato con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”. I giovani musicisti under 35 del festival incontrano i migranti, la popolazione ed il pubblico in un dialogo all’insegna dell’arricchimento culturale e, insieme, umano; di scena in questa occasione il batterista Emanuele Maniscalco (anche lui “in prestito” dall’organico di “Lumină”).

Chiusura di giornata alle 21.30 nella necropoli di Museddu, nei pressi di Cheremule, tappa ormai abituale del festival, che farà da suggestiva cornice alla prima uscita in terraferma (dopo il “concerto navale” del giorno prima a bordo del traghetto della Corsica Ferries-Sardinia Ferries da Livorno ai Golfo Aranci) della Fanfaraï Big Band. Con due album all’attivo ed un terzo in lavorazione, questo gruppo tesse i legami tra culture e continenti differenti, fra tradizione e contemporaneità. Dalla strada al palco, la formazione è maturata grazie alla sua ricerca di un suono potente e al suo lavoro scenico, preservando tuttavia una forte capacità di unire e coinvolgere il pubblico. Rivisitando i patrimoni musicali arabo-andaluso, gnawa, berbero o chaâbi, Fanfaraï fa dialogare gli strumenti tradizionali di diverse provenienze – darbouka, guellal, karkabou, oud e guembri magrebini, congas cubane – con una solida sezione di ottoni, basso, e batteria.

 

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Un’originale combinazione di jazz e musica indiana caratterizza la proposta del Ragini Trio, protagonista del concerto in programma questa sera a Nuoro per la rassegna collegata al 27° Seminario Jazz in corso fino a domenica nel capoluogo barbaricino.

Insieme al contrabbassista pugliese Marco Bardoscia e i belgi Nathan Daems ai sassofoni e Lander Gyselinck alla batteria, un pianista del calibro del serbo (ma francese d’adozione) Bojan Z. (al secolo Bojan Zulfikarpasic, classe 1968), con il quale il trio ha già tenuto una serie di concerti l’anno scorso a luglio (compresa una data al festival Ambria Jazz), mentre è in cantiere un disco di prossima uscita.

Attivo da circa un lustro, il Ragini Trio ha forgiato il suo marchio di fabbrica sull’arrangiamento e l’interpretazione in chiave jazzistica della musica classica indiana. Una formula consegnata alle tracce di un album del 2013 e che aprendosi al pianismo “trasversale” di Bojan Z., musicista di grande tecnica e originalità stilistica, che sa mescolare nella sua ricca tavolozza sonora il jazz con la musica colta e i colori della tradizione balcanica, si dilata per abbracciare nuovi orizzonti sonori, dal Mediterraneo alla mitteleuropa, perfino alla tradizione musicale brasiliana.

Si comincia alle 21.00 all’Auditorium dell’ISRE. Biglietto intero a dodici euro, ridotto a dieci.

Proseguono intanto per tutta la giornata le attività didattiche del seminario jazz organizzato dall’Ente Musicale di Nuoro. Alla Scuola civica di musica “Antonietta Chironi” (in via Mughina), dove le lezioni di teoria e pratica del jazz vanno avanti ogni giorno dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, ieri hanno preso il via le due masterclass che affiancano e arricchiscono l’offerta didattica di ogni edizione dei corsi. Quella internazionale, in programma fino a mercoledì (26 agosto), quest’anno vede in cattedra il compositore, arrangiatore, pianista e fisarmonicista americano Gil Goldstein; quella di musica tradizionale sarda, che andrà invece avanti per tutta la settimana, ha per protagonisti l’organetto diatonico e uno dei suoi più apprezzati interpreti, Totore Chessa. Nella sala prove di Mousikè (in via Gramsci, 48) si completa invece oggi la masterclass per fonici di Marti Jane Robertson.

Ragini Trio Bojan Z

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E’ stato presentato ieri mattina, al comune di Nuoro, il programma del Seminario Jazz, con il cartellone della rassegna di concerti in programma nel capoluogo barbaricino dal 20 al 30 agosto, con base alla Scuola civica di musica “Antonietta Chironi” (in via Mughina). All’incontro con la stampa sono intervenuti il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, l’assessore comunale alla cultura, Sebastian Cocco e Angelo Palmas, presidente dell’Ente Musicale di Nuoro organizzatore dell’iniziativa.

Il Seminario Nuoro Jazz è giunto alla ventisettesima edizione, la seconda sotto il coordinamento del pianista Roberto Cipelli, dopo venticinque dirette da Paolo Fresu (fondatore dei corsi, nel 1989, insieme alla compianta Antonietta Chironi). Saranno, come sempre, undici giornate dense di impegni, tra lezioni teoriche e pratiche, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, sotto la guida del nuovo corpo docente già in cattedra dall’estate scorsa: Emanuele Cisi (per la classe di sassofono), Cinzia Spata e Francesca Corrias (canto), Dado Moroni (pianoforte), Marcella Carboni (arpa jazz), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Stefano Bagnoli (batteria), Enrico Merlin (storia del jazz), Salvatore Maltana (musica d’insieme) e Giovanni Agostino Frassetto (flauto, armonia di base e tecnica dell’improvvisazione). Sono invece volti nuovi per la classe di tromba, quelli di Fulvio Sigurtà e Dino Rubino, che avranno il compito di colmare il vuoto lasciato da Marco Tamburini, tragicamente scomparso lo scorso maggio.

Anche per quest’anno, la retta è di 250 euro e comprende la frequenza della masterclass internazionale che caratterizza ogni edizione dei seminari: stavolta a salire in cattedra è il pianista, fisarmonicista, arrangiatore e compositore americano Gil Goldstein. L’organetto diatonico e uno dei suoi più autorevoli interpreti, Totore Chessa, sono invece al centro dell’altra, immancabile masterclass, quella sulla musica tradizionale sarda, in programma, dal 24 al 30 agosto: l’iscrizione costa 200 euro. Rappresenta invece una novità assoluta per il seminario la master per fonici proposta in collaborazione con Mousikè Nuoro che verrà curata, dal 21 al 25 agosto (iscrizioni a 250 euro), da Marti Jane Robertson, apprezzata sound engineer americana trapiantata da tempo in Italia, e quella dedicata invece ai musicisti (titolo: “Parlare con il fonico”), in programma nei pomeriggi del 21 e del 22 (iscrizioni a 35 euro).

Aperti al pubblico, sempre alla Scuola Civica di Musica, sono infine i “Quattro passi nel jazz” in compagnia di Enrico Merlin, una serie di incontri (il 21, 22, 27 e 29 agosto alle 15,45) con il musicista e storico della musica del Novecento sul tema del jazz come musica senza confini.

Insieme ai corsi ritorna la consueta rassegna di concerti che ogni sera fa da corollario spettacolare alle attività didattiche, con fulcro a Nuoro ma con appuntamenti anche in tre centri della sua provincia: Onanì, Orosei e Posada.

Si comincia con due anteprime in programma a I Grani, il locale commerciale al centro di Nuoro.

La prima, lunedì 17, ha per protagonista proprio Enrico Merlin en solitaire con la sua chitarra. L’indomani, martedì 18, spazio invece al clarinettista sardo, ma di base a Parigi, Matteo Pastorino, in duo con il contrabbassista Salvatore Maltana.

Dall’abituale cornice dei cortili della casa natale di Grazia Deledda, il palco “centrale” della rassegna quest’anno si trasferisce all’auditorium “Giovanni Lilliu” dell’ISRE, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico. Apre la serie di concerti in programma nella struttura in via Mereu, il 20 agosto, il sassofonista Gavino Murgia, enfant du pays formatosi anche grazie proprio ai corsi dell’Ente Musicale di Nuoro prima di intraprendere il suo originale percorso di ricerca fra jazz e tradizione sarda; con lui in concerto gli stessi compagni di viaggio dell’album dell’anno scorso, “L’ultima mattanza”: i francesi Michel Godard, virtuoso della tuba e del serpentone, e il percussionista Patrice Héral.

Lo stesso Gavino Murgia, stavolta in duo con Salvatore Maltana al contrabbasso, sarà protagonista l’indomani mattina (alle 11,30) di uno degli eventi canonici della rassegna: il concerto nella casa circondariale di “Badu ‘e Carros”.

Poi, in serata (ore 21), all’auditorium dell’ISRE, spazio invece al sestetto Jazz Express, formato dai migliori allievi della passata edizione del seminario, e poi al duo del sassofonista Raffaele Casarano con il pianista Mirko Signorile.

Di particolare significato il concerto dedicato alla memoria di Marco Tamburini che sabato 22 vedrà riuniti sul palco tutti i docenti del Seminario più un ospite del calibro di Paolo Fresu.

Anche il Ragini Trio di Nathan Daems (fiati), Marco Bardoscia (contrabbasso) e Lander Gyselinck (batteria), con la sua originale combinazione di jazz e musica classica indiana, si presenta a Nuoro (martedì 25) con uno special guest: il pianista serbo (ma francese d’adozione) Bojan Z.

Altri protagonisti della rassegna, la cantante Elisabetta Antonini, miglior nuovo talento allo scorso referendum della rivista Musica Jazz, con il suo progetto “The Beat Goes On” dedicato alla Beat Generation (mercoledì 26), il quartetto di Matteo Pastorino, altro talento passato attraverso i seminari nuoresi (il 23 agosto), e, ancora, un inedito trio all’insegna degli strumenti a mantice con Gil Goldstein e Antonello Salis alle fisarmoniche e Totore Chessa all’organetto (giovedì 27). Per Gil Goldstein anche un impegno in solo al Museo MAN (venerdì 28, alle 19.00).

Nuoro 71 copia