22 November, 2024
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Luigi Lotto

Questa mattina la #commissione Agricoltura, presieduta da Luigi Lotto (Pd), ha sentito in audizione i rappresentanti delle associazioni venatorie della Sardegna, sia nell’ambito dell’iter della nuova legge sulla biodiversità che per quanto riguarda la normativa di settore, la legge 23/98.

Tutte le associazioni, sia pure con accenti diversi, hanno sottolineato la necessità di un quadro normativo completamente nuovo che superi l’esperienza, a loro giudizio negativa, della legge 23, e valorizzi il ruolo dei cacciatori come soggetti che presidiano e difendono il territorio.

Il presidente dell’Unione cacciatori Sardegna Bonifacio Cuccu ha lamentato, in particolare, la scarsa attenzione delle istituzioni nei confronti della categoria. «Non siamo ascoltati, ma non si può fare una legge sulla caccia senza i cacciatori. Chiediamo solo regole precise e criteri trasparenti sulle scelte; possiamo fare molto di più per il territorio e vogliamo dare il nostro contributo, anche nella prevenzione contro gli incendi.»

Per il presidente di Federcaccia Franco Sciarra la categoria ha buone ragioni per essere insoddisfatta. «La legge 23 è rimasta sostanzialmente inapplicata e sono passati vent’anni ed ora bisogna assolutamente intervenire perché, senza un piano faunistico e senza la definizione degli ambiti non si può parlare di caccia, argomento sul quale da sempre abbiamo molto da dire e da proporre.»

Alessandro Lisini, presidente della Libera associazione sarda caccia, ha messo l’accento «sulle tante forzature che hanno cercato di rattoppare, volta per volta, una legge sbagliata e inapplicabile come la 23, e sui ritardi nella predisposizione di una nuova normativa di cui vorremmo conoscere l’impianto generale per poi dare il nostro contributo su temi specifici».

Secondo Marco Efisio Pisanu, di Caccia pesca e ambiente, «per fare una buona legge, e c’è n’è molto bisogno in Sardegna, occorre anche tenere conto delle esperienze di altre realtà, degli errori e delle cose che hanno funzionato. Noi vogliamo scriverla assieme alla Regione, siamo convinti che la caccia non sia un problema ma una risorsa della Sardegna, che fra l’altro può fare da traino ad un settore strategico per lo sviluppo dell’Isola come il turismo».

Il presidente della commissione, Luigi Lotto, dopo aver ringraziato le associazioni venatorie per il loro contributo, ha assicurato l’attenzione della commissione sul problema della caccia, «che verrà affrontato subito dopo la pausa estiva con tutti gli approfondimenti che la complessità della questione richiede e l’ascolto di tutte le parti interessate».

Un calendario venatorio che penalizza e danneggia fortemente il mondo dei cacciatori, ma anche un comitato faunistico regionale ormai superato con la cancellazione delle province storiche dell’Isola. E’ la dura critica avanzata da Bonifacio Cuccu – presidente dell’#Unione Cacciatori Sardegna – verso l’organismo che ha deciso l’elaborazione delle stagione venatoria.

«Siamo arrivati davvero all’assurdo – evidenzia il responsabile delle doppiette isolane – La grande fetta delle province sarde è stata eliminata, ma nel #Comitato faunistico siedono ancora i rappresentanti di questi enti che decidono la sorte della caccia in Sardegna. Questo modo di agire non è davvero concepibile. Anche perché la maggior parte dei rappresentanti hanno partecipato in modo arbitrario alla riunione che ha stilato il calendario venatorio, esprimendo un voto solo per sé stessi non certo per una Provincia che non esiste più. Un atto davvero farraginoso, adottato da esponenti autoreferenziali». Da qui la possibilità che il nuovo calendario venatorio venga pure annullato.

«Lo diciamo senza mezzi termini – conclude Cuccu – questa burocrazia non ci piace. E rigettiamo totalmente la decisione adottata da quanti non conoscono il mondo dei cacciatori, un universo fatto da amanti dell’ambiente e del paesaggio isolano. L’assessore Spano dovrebbe adoperarsi da subito per disconoscere questo organismo e nominare un nuovo #Comitato faunistico.»