22 November, 2024
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Ormai è evidente: questo virus cambierà gli umani e lo farà col metodo della “selezione naturale”.
Charles Darwin scrisse, nell’anno 1859, nel libro “L’origine delle specie”, che la Natura seleziona, per la sopravvivenza, gli individui più “adatti”. Non scrisse “più forti”, “più ricchi”, o “più intelligenti”. Scrisse proprio “i più adatti”.
Ora questo virus sta selezionando gli umani che più si “adattano” al rispetto delle regole del “distanziamento sociale” .
Ci sono molti motivi per prendere sul serio Charles Darwin, e sono questi:

1) I vaccini non sono sufficienti a fermare la circolazione del coronavirus. Pertanto, esso resterà con noi molti anni ancora.

2) Il vaccino che fece sparire il Vaiolo dalla faccia della terra dava un’immunità perenne. Questo per 6-8 mesi soltanto.

3) Ne consegue che fra 6-8 mesi tutti coloro che sono stati già vaccinati ad Aprile 2021 perderanno l’immunità ad ottobre 2021. Ad Ottobre tutti i vaccinati di oggi dovranno nuovamente mettersi in fila per essere vaccinati di nuovo.

4) Se si considera che, fino ad oggi, in Italia sono state vaccinate 10 milioni di persone, e che ne rimangono ancora 50 milioni (o 40 se si escludono i bambini gli allergici ed i negazionisti), ci vorranno, alla velocità attuale, altri 10-12 mesi per vaccinare tutti.

5) I soggetti già vaccinati oggi, fra 6 mesi non saranno più protetti dal vaccino fatto ad aprile, pertanto ad ottobre (fra 6 mesi) ci saranno da vaccinare sia i 20 milioni non ancora vaccinati, sia i 10 milioni già vaccinati ad Aprile ma con effetti di immunizzazione scaduti. Cioè 30 milioni.

6) Lo stesso ragionamento si può applicare ogni 6 mesi per gli anni successivi. Cioè saremo in una campagna vaccinale continua che durerà parecchio.

Si sta realizzando il paradosso del filosofo Zenone, che visse nel V secolo avanti Cristo. Egli propose un calcolo matematico sul “moto”. In esso dimostrava che in una gara di velocità fra Achille “piè veloce” ed una tartaruga, Achille non riuscirà mai a raggiungere la tartaruga. Se Achille inizierà la corsa dopo che una tartaruga sarà partita dal punto A ed avrà raggiunto il punto B, Achille per raggiungerla impiegherà un tempo X1. Ma nel frattempo la tartaruga avrà raggiunto il punto C. Achille per raggiungere il punto C impiegherà un tempo X2. Ma in quel frattempo la tartaruga avrà raggiunto il punto D. Achille, per raggiungere la tartaruga nel punto D impiegherà un tempo X3. Ma in quel frattempo la tartaruga raggiungerà il punto E, e sarà ancora in anticipo su Achille. Procedendo così all’infinito, in questo ragionamento logico-matematico, Achille non raggiungerà mai la tartaruga, perché la tartaruga avrà sempre un tempo di vantaggio su Achille della durata di tempo Xn a suo vantaggio. Il paradosso di Zenone è diventato la metafora della nostra attuale gara di velocità per fermare il coronavirus con le campagne vaccinali subentranti.
Anche Albert Einstein si cimentò per risolvere quell’ipotesi matematica ed ebbe difficoltà.
Se fosse vero il paradosso di Zenone saremmo messi veramente male, e dovremmo trovare un’altra via di scampo.
Colui che ha capito più di tutti il paradosso di Zenone è il premier britannico Boris Johnson. In Europa è il premier che ha avviato la campagna vaccinale più efficace, e sta riaprendo al pubblico tutti gli esercizi di commercio umano in cui è inevitabile l’assembramento. Eppure, nonostante il suo chiaro successo con le vaccinazioni, alcuni giorni fa ha tenuto un discorso alla Nazione, proclamando l’inutilità della vaccinazione di massa qualora non si rispettino, per molti mesi ancora, e forse per anni, le regole del “distanziamento” e l’uso della “mascherina”. Così ha riportato tutti al realismo, facendo crollare l’illusione di una facile fine della pandemia.

La via del “distanziamento sociale” riprende vigore. Prima che esistessero i vaccini, le regole del distanziamento sociale erano l’unica arma efficace contro le varie pesti che si sono succedute nei secoli.
Uno studioso dell’Università norvegese di Oslo, il professor Ole Jorgen Benedictow, alcuni mesi fa, quindi prima di Boris Johnson, ha sostenuto lo stesso ragionamento dopo aver letto un vecchio libro. Egli aveva scovato, nella Biblioteca Nazionale di Parigi, un antico testo scritto da un medico calabrese: Quinto Tiberio Angelerio. Costui aveva avuto l’ esperienza della Peste in Sicilia del 1575 e, seguendo la teoria “miasmatica” di Galeno (II secolo d.C.) e la teoria del “contagionismo” di Girolamo Fracastoro (XV secolo d.C.), attenuò e sconfisse la Peste di Alghero del 1582. Poi pubblicò i risultati di quella sua esperienza in un manuale stampato a Cagliari nel 1588: “Ectypa pestilensis status Algheriae Sardiniae”. Di questo manuale destinato ai Medici, per informarli sul come si gestisce una epidemia, ne esiste una sola preziosissima copia a Parigi. Prima che lo si rendesse noto in Italia, il libro di Quinto Tiberio Angelerio venne presentato al pubblico inglese dalla rete televisiva BBC, ed ebbe grande risonanza. Forse lo stesso Boris Johnson ne ha tratto ispirazione.
Mentre assistiamo alla gara fra Nazioni per accaparrarsi le dosi di vaccino, vale la pena raccontare la storia di quel medico di Alghero che, non avendo a disposizione i vaccini, utilizzò altri metodi di controllo dell’epidemia basati sul corretto comportamento sociale.
Alghero si sarebbe spopolata a causa dell’alta mortalità ed il suo Governo decise di assumere il dottore Angelerio per liberare la popolazione dalla peste. Angelerio era un medico scrupoloso ed appassionato e, sopratutto, non temeva di morire. Egli, con i poteri della Magistratura di Sanità emise delle ordinanze piuttosto rigide. Fra queste le più importanti imponevano:
– il divieto di stringersi la mano nel salutarsi;
– divieto di assembramento anche a piccoli gruppi;
– divieto di avvicinare un’altra persona a meno di 6 palmi (1 metro e mezzo);
– vietato uscire di casa;
– consentito ad un solo membro della famiglia l’uscita per fare la spesa;
– sconsigliata vivamente la partecipazione a funzioni religiose.
In sostanza vi erano l’obbligo di isolamento ed il divieto di assembramento. Questo irritò i commercianti ed imprenditori locali, i quali avevano capito quali danni ne avrebbero avuto gli affari. Nacque un movimento di opposizione che culminò in un tentativo di assassinio del medico. Tuttavia, il dottor Quinto Tiberio Angelerio non si impressionò e continuò nella sua opera di “mitigazione” dell’epidemia, fino a spegnerla dopo 8 mesi di Lockdown serrato. Il governo della città lo remunerò con una somma enorme: 100 scudi d’oro. In quell’epidemia perse la vita il 60 per cento della popolazione. L’azione di Angelerio fu così efficace che la peste fu circoscritta alla città di Alghero e non si diffuse ai borghi vicini e neppure alla città di Sassari. Per ottenere quello straordinario risultato, impiegò la forza pubblica per l’osservanza delle ordinanze e dedicò tutto se stesso alla cura dei malati. Fondò un ospedale nel quale ricoverava i pazienti sintomatici e predispose un Lazzaretto per ospitarvi i cittadini sani messi in quarantena. Nel 1588 pubblicò in un manuale le sue memorie ed i suoi metodi di contenimento dell’epidemia. Il libro andò a ruba in tutta Europa. La fama del dottore fu tale che venne poi assunto dalla città di Barcellona per contrastare una sua epidemia di Peste. Successivamente, venne assunto dall’imperatore Filippo II per liberare Madrid dalla Peste. Questo medico appassionato visse a contatto diretto con gli appestati e non contrasse mai la malattia. Morì vecchissimo, a 85 anni, nella città di Napoli. Le regole di distanziamento e di igiene applicate in modo sistematico ad Alghero, furono una lezione per tutto il mondo di allora.
Quando in Italia si promulgò il primo DPCM nel febbraio 2020 non si fece altro che ripetere pedissequamente le ordinanze della città di Alghero scritte da Angelerio.
Oggi, anno 2021, la Scienza ha fatto passi da gigante. Eppure, se non avessimo avuto i vaccini così tempestivamente, ci saremmo trovati nel punto in cui si trovò Angelerio nel 1582 ad Alghero, e le sue regole ci avrebbero salvato.
Boris Johnson, che è un tipo un po’ avventuroso in politica ma un cervello fino ed una mente formata alla cultura classica, ha colto nel segno quando, ha proclamato al popolo inglese «non aspettatevi che l’epidemia sia finita col vaccino. Mantenete ancora un comportamento prudente, scrupoloso delle regole del distanziamento».
Cosa ha percepito Boris Johnson prima degli altri? Forse ha temuto l’arbitrio ed i ritardi delle multinazionali del farmaco nella distribuzione dei vaccini. Colui che ha avuto la stessa percezione di incertezza è stato Mario Draghi. Davanti ad una Multinazionale che in modo unilaterale ha ridotto del 60 per cento la consegna delle dosi di vaccino pattuite, è stato il primo in Europa ad opporsi alla arbitrarietà della controparte contrattuale. Il suo divieto di esportare in Australia le 240.000 dosi di vaccino conservate nei depositi di Anagni, in Lazio, è stato un gesto risoluto che ha indotto il presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, a modificare il suo atteggiamento nei confronti della multinazionale inadempiente.
Il Coronavirus ha messo in evidenza il problema dei rapporti squilibrati fra la sovranità degli Stati ed il sovranismo delle multinazionali. E’ un problema che sta affrontando anche il presidente americano Joe Biden con le multinazionali della comunicazione multimediale via Internet. Sta affrontando il difficile problema di imporre un’equa tassazione internazionale dei gruppi Web e digital marketing fondati da Bèzos (Amazon), Google, You tube, Face Book et similia. Egli sta agendo per eliminare i paradisi fiscali e sottrarre le popolazioni al commercio arbitrario delle informazioni soggetta alla privacy digitale personale. E’ un problema la cui soluzione sarà difficile. Un problema simile di indipendenza sovrana dai controlli degli Stati sta emergendo questi giorni dalle multinazionali dello sport agonistico teletrasmesso digitalmente. In fenomeno delle Super League del calcio è sintomatico. Anche in questo caso, i primi ad opporsi sono stati Boris Johnson e Mario Draghi. Oggi tutti i capi di Stato europei si stanno precipitando a condannare questa nuova entità sovrana che assumerebbe l’esclusiva del grande calcio ed estrometterebbe dalla competizione sportiva, democratica e internazionale, i club nazionali identitari.
Vedremo come andrà a finire.
Mario Draghi, intanto, è oggi impegnato in un altro scontro di simile natura: quello contro il sovranismo dei Big Pharma dei vaccini. L’arbitrarietà con cui certe Aziende hanno deciso di tagliare le forniture pattuite con la Comunità europea, ci ha resi tutti consapevoli che i vaccini, ancorché scoperti in breve tempo da scienziati di tutte le Nazioni, non sono proprietà esclusiva delle Nazioni, ma sono proprietà esclusiva della grande industria del farmaco, e che questa può disporre unilateralmente i tempi ed i modi di distribuirli. L’arbitrarietà nella distribuzione dei vaccini, mette allo scoperto la nostra impotenza davanti all’epidemia e ci rende simili agli abitanti di Alghero che, come unica arma di difesa, avevano le regole comportamentali di Quinto Tiberio Angelerio. Quindi è bene riprendere in mano quelle regole e rispettarle.
In quei tempi, il governo della città, oltre a chiamare in soccorso il protomedico calabrese chiamò anche un altro Protomedico: il dottore Antioco di Sulci, medico, martire e santo. Di questo che sto affermando esiste un documento. Si tratta di un affresco del 1582 che raffigura il Santo Antioco che, in groppa ad un cavallo, viaggia alla volta di Alghero per salvarla. In quei tempi Sant’Antioco era il “Farmakon” più titolato in Sardegna in funzione anti-peste. Questo avveniva quando in tutta Europa, in caso di epidemie, si imploravano i Santi Cosma e Damiano, San Rocco, San Sebastiano, San Giovanni di Dio. In Sardegna nel XVII secolo intervennero altri Santi. Nel quinquennio 1652-1657 la Sardegna venne attraversata dalla Peste portata dalle navi commerciali provenienti dalla Catalogna appestata, ed approdate ad Alghero. Il morbo si diffuse a Sassari, Oristano, Villa di Chiesa, Cagliari. Da qui poi, sempre via mare, a Roma, Napoli, Palermo, Genova. Fu allora che a Cagliari prese vigore il culto per Sant’Efisio. Fu Efisio a decretare la fine della peste a Cagliari nel 1657 ed in memoria di questo miracolo da allora viene festeggiato il primo Maggio di ogni anno.
Secondo la tradizione Sassari, durante quella Peste, venne salvata dalla “Madonna Assunta” e la Faradda de li Candareri si svolge ogni anno in memoria di quell’intervento miracoloso.
Ad Iglesias tutti gli anni si svolge la festa di Sancta Maria di Mezo Gosto; anche questa in memoria della Vergine Assunta. Si tratta di una festa portata in Sardegna dai Bizantini nell’anno 535. Si interruppe misteriosamente nel XVII secolo, forse a causa della pestilenza che martoriò la città nel 1656.
Il culto de santi in funzione “anti-epidemia” riprende sempre vigore quando non hai più difese dal contagio. Da questo punto di vista, il manuale algherese di Quinto Tiberio Angelerio fu anch’esso un miracolo, anche se laico. Fu il primo scritto che mise ordine alle regole comportamentali del distanziamento sociale e fu assolutamente efficace.
Oggi sta emergendo un sentimento di incertezza alimentato dal ritmo alterno delle vaccinazioni, condizionato da temporanee ed insufficienti forniture da parte delle aziende dei vaccini. Tuttavia, stiamo ricevendo notizia di un fatto nuovo e rivoluzionario. Pare che il presidente del Consiglio Mario Draghi abbia rotto l’incantesimo del dominio sovranazionale dei Big Pharma. Si dice che l’Italia sia ad un passo dall’impiantare la fabbrica di un vaccino mRNA che darebbe all’Europa intera l’autonomia strategica nella produzione di questo genere di vaccino. Esisterebbe l’accordo fra il Governo italiano, l’americana Moderna, la tedesca Curevac e Reithera di Castel Franco, nel Lazio, per produrre, nei laboratori della azienda Reithera, il vaccino a RNA “messaggero” di Moderna, o uno simile. Qualora MariovDraghi con questa operazione riuscisse a svincolare l’Europa dall’arbitrarietà di certe multinazionali dei vaccini anti-coronavirus, avrebbe meriti tali da essere ricordato nei testi futuri di Storia della Medicina.

Mario Marroccu

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Sessant’anni fa si usava una metafora bellissima per spiegare gli equilibri mondiali. Era questa: «Se una farfalla batte le ali a Hong Kong, a Londra scoppierà un uragano». A gennaio di quest’anno la “farfalla” ha battuto le “ali” a Vuhan in Cina e, dopo aver scombussolato il mondo, il suo effetto è arrivato negli Stati Uniti dove si è abbattuto un “uragano” elettorale che ha fatto perdere il prestigio all’Uomo più potente del Mondo: il presidente Donald Trump. Durante questa prima settimana di novembre, hanno votato il 67 per cento degli americani aventi diritto, fatto mai avvenuto. In passato, non era raro che votassero solo il 25-30 per cento degli elettori. Questa volta un’eccezionale marea di democratici e di repubblicani hanno dato un brusco risveglio alla Democrazia.
La metafora della “farfalla” funzionerà anche per l’Europa? Vedremo.
Dobbiamo aspettarci che, dopo aver attraversato il Continente, una brezza arriverà anche nel Sulcis Iglesiente.

L’esplosione americana è stata avviata dalla piccola “miccia” del Coronavirus, ma la deflagrazione è stata alimentata dai pericoli che correvano l’Economia degli Stati Uniti e la Sicurezza; questo lo sostengono i politologi.
La nostra situazione, in Europa, non è diversa. Da noi, in Italia, la Pandemia è stata il rivelatore chimico che ha mostrato la “fragilità” del nostro Sistema Economico, e l’insicurezza del futuro di:
– Giovani,
– Anziani,
– Lavoro.
Purtroppo, è vero che oggi, nel 2020, il livello del nostro debito nazionale ha superato quello che aveva l’Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale nel 1918. Neppure alla fine della Seconda Guerra Mondiale avemmo un debito così elevato. Il Sulcis Iglesiente si poteva permettere un Sistema Sanitario con ben tre ospedali ad Iglesias e un ospedale a Carbonia. Oggi abbiamo ad Iglesias le macerie, e i residui del terzo, ridotto ai minimi termini. A Carbonia abbiamo un ospedale che, una volta completo di tutti i reparti fondamentali, oggi è grandemente depotenziato ed impoverito. Per quanto riguarda l’altro servizio essenziale per una società civile, la Giustizia, la situazione è anche peggiore: le due città avevano due Tribunali ed oggi nessuno.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, per far risollevare l’Europa dal disastro economico, gli Stati Uniti intervennero con un piano di aiuti chiamato: “European Recovery Program”. Il discorso di presentazione del piano fu tenuto dal segretario di Stato George Marshall nel 1947, e da allora il progetto prese il nome di “Piano Marshall”.

Tra quel Piano Americano del 1947 e l’attuale Piano di Ripresa allestito dalla Commissione europea in questo 2020 vi sono molti parallelismi.
– L’European Recovery Program americano NON era finalizzato a soddisfare i bisogni immediati della popolazione, ma a porre le basi per una nuova economia della macchina produttiva europea proiettata nel futuro. La finalità di quel piano assomigliava all’attuale Next Generation EU di cui parliamo in questi giorni in Europa. Nel Piano europeo esistono alcune “Condizionalità”, come:
– La presentazione di progetti innovativi entro aprile 2021,
– La ristrutturazione del Sistema sanitario,
– La Giustizia più agile,
– La Green Economy,
– La Digitalizzazione e la banda larga,
– Il beneficio per la prossima Generazione.
– I progetti devono essere realizzati entro 3 anni.
Anche il Recovery Program del Piano Marshall prevedeva aiuti limitati a 4 anni (1948-1951).
La somma totale stanziata dagli americani fu di 14 miliardi di dollari per tutta l’Europa.
Nel piano erano compresi anche gli aiuti per l’Europa dell’Est (Unione Sovietica e paesi satelliti), tuttavia questi Stati decisero di rifiutare il Recovery Program americano temendo risvolti negativi.
Invece l’Europa Occidentale accettò e dal 1948 al 1951 ricevette tutte le somme stanziate.
All’Italia furono erogati due miliardi e mezzo di dollari, inoltre fu avviato un formidabile interscambio culturale con l’invio di imprenditori italiani come osservatori nella macchina produttiva industriale americana. Fu una sorta di Erasmus del dopoguerra.
Anche oggi, col Recovery Fund Europeo stiamo assistendo all’ostruzione di alcune componenti politiche che vorrebbero rifiutare sia Next Generation EU, sia il MES per motivi simili a quelli che nel 1947 spinsero l’Unione Sovietica ed i Paesi dell’Est a rifiutare. Si videro poi i risultati di quel rifiuto.
C’è un punto in cui il piano Marshall del 1947 ed il Next Generation EU del 2020 si differenziano. Si tratta dell’entità della somma messa a disposizione dall’Europa a favore di tutti i Paesi dell’Unione.
Quella europea è una somma enormemente più grande. All’Italia potranno essere erogati 209 miliardi di euro di cui 81 in forma di sussidio; il resto in forma di prestito molto agevolato. E’ inoltre disponibile il MES che verrà erogato in forma di prestito agevolato con un bassissimo interesse.
Nel 1947 il Piano Marshall fu concepito e fortemente sostenuto dal Partito Democratico Americano. Dopo somministrazione degli aiuti per 4 anni, nel 1951 il Piano non venne rinnovato a causa dello scoppio della guerra in Corea e perché le elezioni Presidenziali quell’anno vennero vinte dal Partito Repubblicano che era contrario agli aiuti all’Europa.
Oggi l’Uragano elettorale Americano ha ristabilito, per l’Europa, una condizione favorevole simile al 1947. Inoltre, forse, esistono anche altri aspetti, meno influenti ma significativi come le origini irlandesi di Joe Biden, che potrebbero moderare le pretese di Boris Johnson con la Brexit ed i rischi connessi al ristabilimento di una frontiera tra Irlanda del Nord e Irlanda. Inoltre potrebbe avere influenza la fede cristiano cattolica di Joe Biden ed i suoi rapporti col Papa di Roma. Forse un altro buon auspicio è dato dalle origini siciliane della moglie del Presidente, Jill Jacobs, e ciò è favorente per l’instaurarsi di buoni rapporti con l’Italia.
Potrebbe essere maturo il tempo del una “New Deal”, cioè di un “nuovo contratto sociale” alla John Kennedy. Oggi pare si intravedano i prodromi di ripresa della vitalità politica come quella degli anni ’60 quando esplose la partecipazione popolare che si manifestò in varie forme e dette l’avvio a riforme sociali come la legge di Riforma sanitaria 833 del 1978. Fu il più grande esempio di partecipazione democratica dei territori alla gestione di un servizio pubblico imponente come quello sanitario. Oggi, che stiamo vivendo un dramma economico nato da una tragedia sanitaria, risulta evidente che l’aver modificato la Legge di Riforma, con esclusione dei Sindaci dal Consiglio di Amministrazione delle ASSL è stato un grave errore. E’ ormai evidente che il Problema Sanitario Nazionale si risolverà con l’impegno a ricostituire i Sistemi Sanitari Locali dei territori. Lo scopo è: ricostituire il meccanismo di comunicazione tra territori e Centro Amministrativo Regionale che oggi è inceppato.
In questa fase di progettazione per accedere ai fondi europei del Next Generation EU, i Sindaci e le Amministrazioni locali dovrebbero essere convocati. Ci serve una politica che oltre ad avere funzioni puramente contabili abbia un atteggiamento più inclusivo e assuma connotati dal tratto più umano.
I territori a loro volta non possono accettare l’esclusione dai tavoli dove, prestissimo, si dovrà programmare la Sanità futura.
La pandemia finirà. L’annuncio della Azienda farmaceutica Pfizer che il suo vaccino anti-Covid è pronto, l’entrata in produzione degli anticorpi monoclonali della Regeneron Pharmaceutics, e l’annuncio dato oggi dalla Azienda Eli Lilly che è pronto ed è stato approvato dalla FDI americana un altro anticorpo monoclonale anti-Covid da produrre industrialmente, sono i segni certi che presto ci batteremo ad armi pari con il Virus, e vinceremo.
Per questo è già tempo di progettare il Sistema sanitario del Sulcis Iglesiente destinato ai decenni futuri. Naturalmente deve essere progettato per la Generazione successiva alla nostra, la Next Generation Eu, appunto.
Oggi, su questo tema, sono già in corso negoziati fra Governi europei. Fra una settimana inizieranno i negoziati tra 41 Parlamenti (nazionali e regionali) d’Europa: verrà messo a punto il “Regolamento sulla Recovery and Resilience facility”. Il momento è cruciale.
La nostra attuale ASSL ha 122.000 abitanti. Se la futura Provincia del Sulcis Iglesiente comprenderà anche Teulada e Siliqua, arriveremo a 140.000 abitanti.
A questo punto saremo come una grande città e, come tale, ci spetta una struttura dei Servizi adeguata per avere miglioramenti su:
– Scuola e Università,
– Tribunali,
– Ospedali,
– Trasporti,
– Un sistema produttivo di energia che supporti le manifatture, le industrie, l’agricoltura,

– Un apparato di sicurezza di terra e di mare,
– Un piano di Green Economy, che comprenda anche le Aree Marine Protette e le Aree Terrestri Protette.
Le nostre città ospedaliere hanno necessità di ridiventare centri autonomi e altamente specialistici sia di cure che di ricerca medica.
Il territorio ha bisogno delle sue Case della Salute, del Covid Hospital, del Covid Hotel, degli Hospice. Gli Ospedali hanno necessità di un Centro Tumori che si occupi di: Anatomia Patologica, Chemioterapia, Radioterapia, Laboratori di Medicina Nucleare, di Genetica e di Virologia.
Il campo da coltivare è ampio. Gli spazi sono vuoti e incolti. Chi doveva “prendersi cura delle cure” ha delegato a questa funzione persone e città estranee a questo territorio. Ne stiamo vedendo i risultati.

Mario Marroccu