22 November, 2024
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Tappa a San Giovanni di Sinis, domani sera (venerdì 2), per il ventunesimo festival Dromos, che fino al prossimo 15 agosto propone un fitto cartellone di appuntamenti giornalieri con la musica (ma non solo) tra Oristano e altri centri e località della sua provincia: Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con una coda il 31 agosto a Bauladu, e uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri.
Una serata ricca di proposte diverse attende il pubblico nell’affascinante scenario del borgo marino nei pressi di Cabras. Si comincia alle 20 nella basilica paleocristiana con una performance solitaria di Boris Savoldelli, tra le voci più originali nel panorama internazionale, che condurrà gli spettatori in un viaggio sonoro tra misticismo e spiritualità. Definito dal magazine All About Jazz New York “un immenso talento multiforme”, il cantante bresciano (che lo scorso aprile ha conquistato New York con il secondo concerto allo storico club “The Stone” di John Zorn) proporrà un repertorio costruito ad hoc, arricchito dal sapiente uso dell’elettronica, utilizzata per duplicare in tempo reale la propria voce creando armonizzazioni vocali tipiche degli ensemble corali.
Alle 21.30, nella piazza a ridosso della Chiesa, a catalizzare l’attenzione sarà invece il concerto di Alfa Mist, produttore e compositore londinese recentemente salito agli onori della critica con il disco “Structuralism”, pubblicato per la Sekito lo scorso 26 aprile. La musica dell’artista nativo di Newham (borgo di Londra dove ancora risiede) si caratterizza per suoni urbani ispirati dal jazz, da lui stesso prodotti e composti, che hanno sorpreso positivamente pubblico e critica. Già con il suo precedente lavoro, l’EP “Nocturne” (Sekito, 2015), aveva impressionato parecchio, ma con “Antiphon” (album autoprodotto e senza il supporto di una vera e propria etichetta) la stima e la fama di Alfa Mist si sono moltiplicate in brevissimo tempo: basti pensare che ha ottenuto 6 milioni circa di visualizzazioni su You Tube, mentre la prima stampa del vinile (giugno 2017) è andata esaurita in preordine nel giro di due giorni. Con lui alle tastiere, sul palco di San Giovanni di Sinis, una formazione che schiera John Woodham alla tromba, Jamie Leeming alla chitarra, Kaya Thomas-Dyke al basso e Peter Adam Hill alla batteria. A seguire, spazio dopofestival con un live set di Boris Savoldelli, che con la sua “voce orchestra” darà vita a una caleidoscopica miscela jazz-rock originale e esplosiva.

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Si riconosce nel segno della Luna e di una doppia ricorrenza l’edizione numero ventuno di Dromos, in programma nel consueto periodo, dal primo al 15 agosto, tra Oristano e altri undici centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con un’anteprima il 18 luglio a Fordongianus e uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri.

Casta Diva” è il titolo scelto per caratterizzare quest’anno il festival: un titolo preso in prestito dalla celeberrima aria della “Norma” di Vincenzo Bellini, una preghiera che la protagonista dell’opera eleva alla Luna, la “Casta Diva”, appunto.

Il 2019 è infatti l’anno in cui si celebra il cinquantenario del primo sbarco sul nostro satellite: era il 20 luglio del 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare nell’ambito della missione Apollo 11, avverando un sogno coltivato dall’uomo per millenni. Ma, un mese dopo, un altro evento segnò indelebilmente anche la storia della musica: «Tra il 15 e il 18 agosto di quello stesso anno – scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu per illustrare il tema del festival  – a Woodstock, fu il mondo della musica rock a toccare la luna”, in quello che è universalmente riconosciuto come “l’evento simbolo e l’apice della generazione del flower power». Un evento in parte offuscato, quattro mesi dopo, dell’Altamont Free Concert, una sorta di Woodstock sulla West Coast, che col suo violento epilogo «segnò, per quella generazione, ‘la fine delle illusioni’, divenendo il simbolo delle numerose utopie e delle altrettanto numerose cadute contro le quali si scontrarono i giovani di allora, alla ricerca di una luna conquistata e subito perduta».

Al ricordo di quella memorabile annata, il festival Dromos dedica dunque la sua ventunesima edizione con la sua collaudata formula itinerante a base di musica, ma non senza il consueto spazio per altri eventi e appuntamenti, come la mostra ART TUBE, da Woodstock alla Luna, a cura di Paolo Curreli e Antonio Manca, e come Woodstock Revolution!, un “concerto lezione” del giornalista Ernesto Assante col trio di Enzo Pietropaoli.

Il cartellone musicale prevede, come di consueto, una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i generi confinanti, con un ampio e variegato cast di artisti, in larga prevalenza internazionali. Dromos conferma ancora una volta la sua grande attenzione verso la scena musicale europea e verso le nuove generazioni di musicisti che la popolano, focalizzando stavolta il suo sguardo sulla scena londinese, da sempre culla di giovani e interessanti talenti. E proprio dalla capitale del Regno Unito arrivano Alfa Mist, giovane producer e musicista originario dell’East London, la talentuosa sassofonista Nubya Garcia, che di Londra è nativa (ma le sue origini sono afro-caraibiche) ed il collettivo Kokoroko, protagonista sul palco del Mamma Blues, a Nureci, consueta rassegna che suggella Dromos. Giovani veterani sono gli statunitensi Snarky Puppy (protagonisti dell’anteprima del 18 luglio a Fordongianus) e i Forq, formazione nata da una loro costola. Dal cuore dell’Asia sono invece in arrivo gli Huun-Huur-Tu, accostati per l’occasione ai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu, dal Portogallo la cantante Carmen Souza, mentre è ivoriana la bassista Manou Gallo, e di natali burundesi il cantante J.P. Bimeni. E poi, tra gli italiani, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, Fabio Treves, Paolo Fresu con il Devil Quartet, Boris Savoldelli; e, naturalmente gli artisti sardi: il trio del pianista Raimondo Dore, il quartetto Roundella, Francesco Piu, Irene Loche, La Città di Notte, The Wheelers, Bob Forte Band, Mumucs, De Li Soul.

Per il quarto anno consecutivo il festival si avvale della collaborazione dello scenografo Mattia Enna per arricchire di suggestioni visive questa edizione dedicata alla Luna. Per l’occasione Enna rilegge la Casta Diva nel suo eterno bipolarismo: ora la placida e malinconica Luna argentea, ora la dura e funerea Luna nera. Attraverso il segno grafico delle bozze dei tatuaggi, lo scenografo ha proceduto alla selezione di fotogrammi di film cult nei quali il nostro satellite era protagonista, inserendo suggestioni tratte dalle tavole di Gustave Dorè dedicate al viaggio dell’Astolfo di Ariosto sulla luna (tavole da cui è tratta anche l’immagine scelta per la grafica del festival) e arcani simboli a esso legati.