22 November, 2024
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Campionato di serie C2 1983/1984. Il Carbonia di Checco Fele affronta la seconda stagione tra i professionisti, dopo una sofferta quanto meritata salvezza. L’avvio è complicato, una sconfitta all’esordio al Comunale con il Livorno (0 a 1) e un pesante rovescio nella prima trasferta, a Civitavecchia, 0 a 4. La squadra ha il carattere del suo allenatore e si sblocca nel derby con l’Olbia, travolta 3 a 0 al Comunale (autogoal di Degortes e goal di Giampaolo Zaccheddu ed Antonio Soda).

Il calendario, purtroppo, non è “amico” e alla quarta giornata propone al Carbonia il derby di Sassari con la Torres. La sfida dell’Acquedotto, come vuole la tradizione, è molto combattuta ma alla fine ad imporsi è la squadra di Angelo Domenghini, con un goal di Dozzi.

Il Carbonia segna poco ma subisce anche poco e infila cinque pareggi consecutivi, quattro per 1 a 1, con Cerretese, Pontedera, Spezia e Savona, uno senza goal, a Voghera. Si sblocca, centrando la seconda vittoria, 2 a 1 all’Asti (goal di Soda ed Ogno, di Marchese per la squadra piemontese), poi ancora un 1 a 1 nel derby di Quartu. Ancora una vittoria casalinga, 3 a 2 all’Imperia (doppietta di Giampaolo Zaccheddu e goal di Alessandro Zaccolo, Fontanesi e Discepoli per la squadra ligure. L’ennesimo 1 a 1 matura nell’incontro casalingo con la Lucchese e la lunga serie positiva durata nove giornate, con 2 vittorie e 7 pareggi, si interrompe alla vigilia di Natale, il 18 dicembre 1983, al Moccagatta di Alessandria, 0 a 1.

Il bilancio delle prime 13 giornate è positivo, 3 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte, per 12 punti, quasi 1 punto a partita (0,92).

Il 1984 si apre con l’incontro casalingo con il Derthona.

L’avvio di partita è tutto in salita. Il Derthona passa in vantaggio con Molteni e raddoppia con Ravazzolo: 0 a 2! Il Carbonia di Checco Fele si piega ma non si spezza. La squadra reagisce e un goal di Giampaolo Zaccheddu dimezza lo svantaggio e riapre la partita. La partita si gioca su un pantano e si trasforma in un’autentica battaglia. Gli sforzi dei ragazzi di Checco Fele vengono premiati da un autogoal di Gabbana che riporta il risultato in parità: 2 a 2!

E’ a quel punto che matura l’episodio che decide la partita. Antonio Soda è indisposto, si avvicina alla panchina ed urla a Checco Fele: «Mister, ora che stiamo pareggiando, mi cambi, mi sto c…..o!» La risposta di Checco Fele è perentoria! «Non ci penso nemmeno fattela pure addosso, tanto con tutto il fango che hai addosso non se ne accorge nessuno!»

Antonio Soda non la prende bene ma “ubbidisce” all’ordine del suo allenatore e torna al suo posto, al centro dell’attacco. Di lì a poco succede l’incredibile. Il Carbonia dopo aver raggiunto il pareggio, continua ad attaccare, arriva un pallone invitante, Antonio Soda è lì, pronto ad affondare il colpo decisivo, la zampata del bomber (era appena arrivato al Carbonia dal Catanzaro, a soli 20 anni, con Bruno Conca e Rosario Belcamino), che firma il goal partita! Da 0 a 2 a 3 a 2, davvero incredibile! Antonio Soda nel momento del massimo sforzo nel calciare la palla del 3 a 2, non è riuscito a trattenere l’attacco diarroico che “premeva alle porte”, e se la fece addosso. Lui correva per abbracciare i compagni dopo il goal, ma i compagni si allontanavano da lui!

Il Carbonia conquista la quarta vittoria, sale a quota 15 punti, la settimana successiva va a vincere a Casale, 2 a 0, con goal di Domenico Ogno e Giovanni Leone, e chiude il girone d’andata con uno 0 a 0 casalingo con la Massese ed un bilancio di 17 punti (1,06 a partita).

Il girone di ritorno è molto sofferto, in 16 giornate il Carbonia centra solo 2 vittorie, 3 a 2 sul campo della Cerretese (doppietta di Giampaolo Zaccheddu, alla fine miglior cannoniere della squadra con 9 goal, e Soda, doppietta di Liucci per la Cerretese) e 2 a 0 in casa con il Casale (goal di Giampaolo Zaccheddu ed Antonio Soda), a fronte di ben 9 sconfitte e 5 pareggi (1 a 1 in casa con il Civitavecchia; tre 0 a 0 consecutivi in casa con il Pontedera, la Vogherese ed il Savona, spezzati dalla sconfitta per 0 a 1 di La Spezia; e lo 0 a 0 dell’ultima giornata a Massa, che ha permesso alla squadra di Checco Fele di salvarsi in extremis, a parità di punti, 26, per gli scontri diretti favorevoli con la Cerretese – 1 a 1 in casa e 3 a 2 a Cerreto Guidi).

Ritornando a quanto accadde l’8 gennaio 1984 al Comunale nel confronto con il Derthona, deciso con una clamorosa rimonta, se Checco Fele non avesse rifiutato il cambio chiesto da Antonio Soda, per quel suo bisogno corporale, non sarebbe arrivato il goal del centravanti calabrese, il Carbonia quasi certamente non avrebbe vinto quella partita e, probabilmente, il suo campionato avrebbe avuto un esito diverso.

Giampaolo Cirronis

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Bruno Conca, nato a Catanzaro e cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della società calabrese, può essere legittimamente considerato sardo d’adozione. La sua carriera di calciatore, infatti, si è formata a Carbonia, dove giunse nell’estate del 1983 con i compagni di squadra Antonio Soda e Rosario Belcamino, concittadini e coetanei, e rimase per ben cinque campionati consecutivi. E a Carbonia ha conosciuto la donna della sua vita, Gabriella Patanè, con la quale da allora è felicemente sposato.

Centrocampista dai piedi buoni, Bruno Conca è stato una colonna di quel Carbonia, disputando forse la sua miglior stagione nell’anno concluso con l’amarissima retrocessione, maturata nel drammatico spareggio del Liberati di Terni con il Pontedera. Con la maglia del Carbonia ha disputato complessivamente 105 partite e realizzato 9 reti, ben 4 delle quali proprio con quel Pontedera, 1 nell’ultima partita della stagione regolare, persa 2 a 1 al Comunale (il 5 giugno 1988) dopo l’iniziale vantaggio, ben 3 nel 4 a 3 dello spareggio perso, 7 giorni dopo.

Bruno Conca lasciò Carbonia nell’estate 1988 insieme a Fernando Bianchini, destinazione Vercelli, stesso girone A della C2. Con la Pro Vercelli maturò ancora e a fine stagione la società piemontese lo cedette al Pavia, in C1, per la bella cifra di 200 milioni più un calciatore, Daniele Barbui. L’estate del 1990 fu quella della sua definitiva esplosione, con l’approdo alla Triestina, in serie B. Giocò praticamente sempre, 34 presenze, ma la stagione si concluse con un’amara retrocessione in C1. Nella terza serie nazionale disputò ancora tre campionati, con rendimento medio-alto e nell’estate 1994, chiuse l’esperienza con la Triestina con 111 presenze e 3 reti, risalendo in serie B, nelle fila della Salernitana. Per la prima volta dopo tante stagioni, non iniziò una stagione da titolare e mise insieme “solo” 10 presenze.

A 31 anni, con ancora tanta voglia di fare il calciatore, Bruno Conca approdò all’Atletico Catania, in C1, da titolare inamovibile (35 presenze), poi alla Fermana, sempre in C1 (28 presenze, 2 goal), con la quale festeggiò la salvezza, realizzando il calcio di rigore decisivo nella partita di ritorno dei play-out decisivi. Disputò un altro campionato di serie B con la maglia del Ravenna (13 presenze) e concluse la sua carriera da calciatore nelle due stagioni con la maglia del Fiorenzuola, in C2, la prima da titolare, la seconda condizionata da una serie di infortuni e conclusa nella duplice veste di allenatore-calciatore, subentrando all’esonerato Bruno Nobili (ex calciatore del Cagliari).

A Fiorenzuola Bruno Conca ha capito che il suo futuro sarebbe stato ancora nel calcio, nella nuova veste di allenatore. Nell’estate 2001 è approdato a Manfredonia, campionato Interregionale pugliese, senza molta fortuna. L’esonero (è stato sostituito da Vito Sgobba) gli ha cambiato la carriera, perché dall’anno successivo fa coppia fissa con Massimo Ficcadenti, con una carriera di buon livello ed alcune punte in serie A: da Pistoia a Verona, da Reggio Calabria a Piacenza, da Cesena a Cagliari. Nell’estate 2014 la coppia Ficcadenti-Conca è volata “dall’altra parte del mondo”, in Giappone, sulla panchina dell’FC Tokyo. Due stagioni nella Capitale e, dalla scorsa estate, l’avventura giapponese prosegue a Fukuoka, a sud di Tokyo.

L'esultanza sfrenata di bruno Conca dopo un goal.

L’esultanza sfrenata di Bruno Conca dopo un goal.

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Roberto Serra 2Carbonia 1986-87 3

Si svolgeranno questo pomeriggio, alle 15.30, nella chiesa di San Pietro Pascasio, a Quartucciu, i funerali di Roberto Serra, l’ex calciatore del Carbonia morto domenica mattina, vittima di un infarto, mentre giocava a tennis su un campo del Margine Rosso, a Quartu Sant’Elena.

La notizia della tragica scomparsa di Roberto Serra è rimbalzata in poche ore, soprattutto attraverso i social network, in tutta l’Isola e non solo, lasciando sgomenti tutti, i parenti, i tantissimi amici e quanti hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne le doti professionali e umane, sia negli ambienti sportivi sia in quelli lavorativi. I pur ampi spazi della chiesa di San Pietro Pascasio probabilmente non saranno sufficienti ad accogliere tutti coloro che raggiungeranno Quartucciu per dirgli ciao per l’ultima volta.

Roberto Serra, classe 1963, amava lo sport che continuava a praticare ad amatore dopo aver vissuto un discreta carriera da calciatore.

Cresciuto nelle Giovanili del Cagliari a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, conclusa l’esperienza con la Primavera rossoblù, alla fine del 1984 il Cagliari lo cedette al Carbonia, allora militante per la terza stagione consecutiva in serie C2, sotto la guida di Renzo Cappellaro (scomparso il 14 ottobre dello scorso anno, all’età di 77 anni). Giocò da titolare fino al termine della stagione, coronata da una salvezza in extremis con Ugo Corda in panchina, subentrato a Renzo Cappellaro dopo la 26ª giornata, collezionando 19 presenze e 1 goal.

L’anno successivo, con Checco Fele in panchina, Roberto Serra si confermò una delle colonne portanti della squadra. Calciatore dotato di un gran fisico, eccellente tecnica individuale ed ottima visione di gioco, interpretava il ruolo di centrocampista in chiave moderna, non disdegnando le conclusioni a rete dalla media e lunga distanza. Chiuse la stagione con 31 presenze e ben 6 reti, capocannoniere della squadra insieme al centravanti Claudio Aloia, un goal in più di Bruno Conca.

Nella stagione 1986/87 fu ancora grande protagonista, prima con Checco Fele poi con Elvio Salvori, subentrato al tecnico di Carbonia a metà campionato. Nel girone di ritorno i suoi goal decisero le partite con l’Asti (1 a 0), la Pistoiese (1 a 0) e l’Olbia (2 a 1, il secondo goal venne realizzato da Giorgio Melis).Collezionò 32 presenze e 5 reti, risultando ancora il capocannoniere della squadra.

A fine stagione, Elvio Salvori lasciò il Carbonia per assumere la guida del Treviso e portò con sé Roberto Serra insieme al difensore Eligio Ibba. Roberto Serra concluse così l’esperienza nel Carbonia con 82 presenze e 12 reti.

Roberto Serra ha lasciato un grande ricordo tra gli sportivi che ora lo piangono insieme ad altri indimenticabili protagonisti di quegli anni d’oro del calcio biancoblù. In breve tempo, infatti, sono scomparsi prima il portiere Roberto Dore, il 12 dicembre 2013, all’età di 53 anni; poi il difensore Roberto Sequi, il 13 giugno 2015, a 58 anni; tre giorni più tardi, il 16 giugno 2015, il centrocampista Marco Congiu, a 63 anni; ieri mattina, 6 dicembre 2015, Roberto Serra, all’età di 52 anni.

Giampaolo Cirronis

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Il calcio biancoblù del Carbonia piange la tragica scomparsa di Roberto Serra, avvenuta nella tarda mattinata di ieri su un campo da tennis del Margine Rosso, a Quartu Sant’Elena. Roberto Serra, classe 1963, amava lo sport che continuava a praticare da amatore dopo aver vissuto un discreta carriera da calciatore.

Cresciuto nelle Giovanili del Cagliari a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, conclusa l’esperienza con la Primavera rossoblù, alla fine del 1984 il Cagliari lo cedette al Carbonia, allora militante per la terza stagione consecutiva in serie C2, sotto la guida di Renzo Cappellaro (scomparso il 14 ottobre dello scorso anno, all’età di 77 anni). Giocò da titolare fino al termine della stagione, coronata da una salvezza in extremis con Ugo Corda in panchina, subentrato a Renzo Cappellaro dopo la 26ª giornata, collezionando 19 presenze e 1 goal.

L’anno successivo, con Checco Fele in panchina, Roberto Serra si confermò una delle colonne portanti della squadra. Calciatore dotato di un gran fisico, eccellente tecnica individuale ed ottima visione di gioco, interpretava il ruolo di centrocampista in chiave moderna, non disdegnando le conclusioni a rete dalla media e lunga distanza. Chiuse la stagione con 31 presenze e ben 6 reti, capocannoniere della squadra insieme al centravanti Claudio Aloia, un goal in più di Bruno Conca.

Nella stagione 1986/87 fu ancora grande protagonista, prima con Checco Fele poi con Elvio Salvori, subentrato al tecnico di Carbonia a metà campionato. Nel girone di ritorno i suoi goal decisero le partite con l’Asti (1 a 0), la Pistoiese (1 a 0) e l’Olbia (2 a 1, il secondo goal venne realizzato da Giorgio Melis). Collezionò 32 presenze e 5 reti, risultando ancora il capocannoniere della squadra.

A fine stagione, Elvio Salvori lasciò il Carbonia per assumere la guida del Treviso e portò con sé Roberto Serra insieme al difensore Eligio Ibba. Roberto Serra concluse così l’esperienza nel Carbonia con 82 presenze e 12 reti.

Roberto Serra ha lasciato un grande ricordo tra gli sportivi che ora lo piangono insieme ad altri indimenticabili protagonisti di quegli anni d’oro del calcio biancoblù. In breve tempo, infatti, sono scomparsi prima il portiere Roberto Dore, il 12 dicembre 2013, all’età di 53 anni; poi il difensore Roberto Sequi, il 13 giugno 2015, a 58 anni; tre giorni più tardi, il 16 giugno 2015, il centrocampista Marco Congiu, a 63 anni; ieri mattina, 6 dicembre 2015, Roberto Serra, all’età di 52 anni.

Ciao Roberto

Giampaolo Cirronis

Carbonia 1986-87 1  Carbonia 1986-87 copia

 

 

Tifosi del Carbonia a Terni copia

Il calcio, come la vita, ci propone episodi felici ed altri tristi, ma tutti fanno parte delle nostre esperienze e vanno conservati gelosamente. Uno degli episodi più tristi della storia calcistica del Carbonia ha una data ed uno stadio che i tifosi non dimenticheranno mai, il 12 giugno 1988, Liberati di Terni, teatro dello spareggio per la salvezza del campionato di serie C2 1987/88, tra Pontedera e Carbonia.
Le due squadre vi giunsero per essersi classificate appaiate al terz’ultimo posto del girone A, con 29 punti. Il Carbonia dilapidò un vantaggio incredibile nell’ultima giornata, nella quale ospitò proprio la squadra toscana al Comunale di Carbonia con due punti di vantaggio. Passata in vantaggio con un goal di Bruno Conca, fino a 20′ dalla fine aveva ben 4 punti di vantaggio sul Pontedera ma anziché gestire il risultato, si fece infilare incredibilmente due volte in contropiede da Meoni che regalò ala sua squadra l’ormai insperata vittoria che le valse la possibilità di giocarsi la salvezza in uno spareggio.
Come sede dello spareggio venne scelta Terni. I tifosi del Carbonia si mobilitarono, seguendo in centinaia la loro squadra al Liberati, sistemandosi in un’area di una delle due curve, a ridosso della tribuna laterale.
La partita regalò emozioni senza fine per ben 120 minuti. I tempi regolamentari, infatti, si conclusero in parità, 2 a 2, con la squadra biancoblù due volte in svantaggio (goal di Caponi e autorete di Giuseppe Mura) e due volte capace di rimontare con Bruno Conca, la seconda volta al 90′!
In avvio del primo tempo supplementare, dopo una manciata di secondi, il Pontedera si riportò in vantaggio con Meoni (l’autore della doppietta al Comunale di Carbonia!) e poi segnò anche il quarto goal, con Terzani. Inutile il terzo goal personale di Bruno Conca che fissò il risultato finale sul 4 a 3!
Ebbe fine lì il ciclo del Carbonia in serie C2, durato sei anni consecutivi!

Il tabellino della partita.

Pontedera: Biondi, Benedetti, De Fanti (Fusani), Terzani, Lombardini, Gemmi, De Angelis, Marchetti, Caponi (Tosi), Pini, Meoni.

Carbonia: Bozzini, Porru, Rivetta, Berbetta, Pasquini (Mezzena poi Occhioni), Mura, Sanna, Conca, Macera, Bianchini, Ricciolini. All. Luciano Aristei.

Arbitro: Boggi di Salerno.

Reti: Caponi (P), Conca (C), Mura (aut. P), Conca (C), Meoni (P), Terzani (P), Conca (C).