2 November, 2024
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Ricorrerà domani, 10 aprile, il 168° anniversario della fondazione della Polizia.

Le celebrazioni, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, saranno limitate a rendere gli onori a tutti gli appartenenti della Polizia di Stato caduti in servizio.

Il questore Pierluigi d’Angelo ed il prefetto Bruno Corda deporranno una corona di alloro alla lapide commemorativa posta all’ingresso della questura di Cagliari.

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La diffusione del Coronavirus sta mettendo in grande difficoltà l’apparato sanitario regionale, alle prese con un’emergenza senza precedenti, nella quale i mezzi a disposizione spesso non sono in grado di soddisfare tutte le esigenze che arrivano dai diversi territori. I disagi crescono nelle aree periferiche, peraltro già alle prese con problemi seri nella gestione ordinaria della Sanità, tra le quali c’è l’Isola di San Pietro.

Il sindaco di Carloforte, Salvatore Puggioni, aggiorna quotidianamente la popolazione sull’evoluzione dell’emergenza Coronavirus e non perde occasione per denunciare le carenze e… le responsabilità delle istituzioni.

L’altra notte, a Carloforte, si è verificato stato un caso sospetto di contagio da Coronavirus.

«Un signore anziano è stato male, e si è dovuti intervenire, come al solito le procedure concordate non sono andate come dovevano. Il signore non doveva essere spostato da casa, invece è intervenuta la Croce Azzurra, dopodiché una serie di operazioni fuori protocollo – ha scritto su Facebook Salvatore Puggioni -. Premetto che devo lodare e ringraziare con il cuore chi adesso sta lavorando e rischiando la vita per noi, medici del pronto soccorso, infermieri, medici di base, Croce azzurra, che stanno tamponando falle dappertutto da questo sistema sanitario locale carente ed insufficiente alle esigenze della nostra comunità. Dopo un’ intera giornata di ansia, in attesa di notizie, ho avuto contatti con la Centrale Operativa del S.S. Trinità, stasera, e dopo il primo tampone negativo effettuato in tarda mattinata, anche il secondo tampone ha dato esito negativo. Pericolo scampato.»

«Adesso, dico io, 10 giorni fa, quando ho costituito la nostra “Unità di crisi”, ho chiesto quale era il protocollo in caso di contagio da Coronavirus, mi è stato detto che sarebbe intervenuta subito la “MIKE” (Ambulanza Medicalizzata) attrezzata appositamente per i casi di questa pandemia – ha aggiunto Salvatore Puggioni -. Stamattina, ho saputo ufficialmente, dopo che tutti sanno della carenza ed insufficienza del nostro presidio sanitario, dei problemi macroscopici che abbiamo nella nostra isola, che la cosiddetta “MIKE” non interverrà mai nella nostra isola, in nessun caso. Sono indignato, sconcertato e mi vergogno di far parte di questo sistema, è pazzesco e grottesco lasciare un popolo in balia delle onde, abbandonato a se stesso. Domani mi dovranno rispondere di questo le Autorità competenti, iniziando dal dott. Christian Solinas, dall’assessore Mario Nieddu, ai responsabili dell’ATS, perché è una vergogna assoluta abbandonarci in questo modo, isolarci ancora di più dal mondo. La mia protesta sarà dura e decisa.

Non ho capito, se scoppia un’epidemia da noi, che virus è? di serie B, diverso dalle altre regioni, è meno grave rispetto alle altre realtà? ma che cosa hanno in testa questa gente? Ad oggi non registro nessun caso di Coronavirus, mi auguro di dirvi la stessa cosa domani. Sono forte nell’affrontare questo momento, devo esserlo, per la nostra comunità, ma nello stesso tempo sono deluso, molti mi dicono che “deve passà a nuttata”, e nessuno dopo vorrà ascoltare il racconto del pericolo scampato, dell’orrore superato. Ma siamo sicuri che la nottata da passare non sia questo mondo storto a cui siamo smaniosi di tornare? Sperando che non avremo imparato solo a lavarci le mani.»

Oggi il sindaco di Carloforte è tornato su quanto la comunità tabarchina ha vissuto ieri, e le sue parole sono ancora molto dure.

«E’ mio dovere manifestare agli Enti ed Autorità competenti, l’amarezza e la delusione che la Città di Carloforte sta vivendo in questo particolare momento, dal punto di vista sanitario – ha scritto Salvatore Puggioni -. Già da stamattina, in maniera dura e precisa, con una comunicazione al governatore Christian Solinas, all’assessore della Sanità Mario Nieddu, al prefetto Bruno Corda, al responsabile della protezione civile Pasquale Belloi, al direttore dell’AREUS Giorgio Lenzotti, ed alla responsabile dell’Ats Carbonia Giuliana Riola, è stato manifestato tutto il nostro disappunto e la nostra delusione.

I fatti successi ieri notte, sono il risultato di un sistema sanitario carente, insufficiente e molte volte inesistente, è bastata questa situazione di emergenza, grave ma non impossibile, a far saltare tutto all’aria, non rispettando le norme, scavalcando i protocolli predeterminati e trattando per l’ennesima volta un popolo in maniera diversa dal resto dell’Italia.

Come rappresentante della Comunità tabarchina, mi sento offeso e calpestato, aspetto delle risposte immediate, diversamente girerò tutto e subito alla Procura della Repubblica, e qualcuno pagherà. Nel fatto specifico, quello di ieri notte, ringrazio ancora i militi della Croce Azzurra, e la dottoressa del Pronto Soccorso (tra l’altro in stato di gravidanza avanzata) che pur di salvare la vita a quel signore di 92 anni, hanno messo a repentaglio la propria vita e la propria incolumità. GRAZIE di cuore.»

«Oggi dobbiamo riflettere, attentamente. In circostanze come queste, ancora all’inizio di un difficile percorso, SIAMO SOLI, dobbiamo entrare nell’ordine delle idee che dobbiamo salvarci da soli, può darsi che domani qualcuno si sveglierà, ma cari concittadini, organizziamoci come sempre da noi, su tutto quello che è possibile – ha aggiunto il sindaco di Carloforte -. Vedete la Croce Azzurra, possiede 5 ambulanze, acquistate dai carlofortini, ottenute dai nostri sacrifici. E’ un onore avere 5 mezzi di soccorso a Carloforte. Attrezzature? Tutte acquistate tramite i fondi della Croce Azzurra, della Comunità. Sapete da quando è scattata l’emergenza che cosa ci ha fornito l’ATS ? 12 mascherine ffp2, una scatola di guanti ed una maschera facciale. Lascio giudicare a voi.»

«La “MIKE” (che bel nome però) è in sostanza un autoambulanza con un medico a bordo e qualche attrezzatura particolare, non arriverà mai, anche se il protocollo lo prevede assolutamente nella direttiva del 5.03.2020 al punto 6.2.5. Ho chiesto agli Enti competenti perché deve fermarsi a Portovesme o a Calasetta, qualcuno del servizio sanitario mi ha detto che i tempi del traghetto sono penalizzanti e lunghi.
30/35 minuti? Lo stesso tempo che da Carbonia impieghi per andare a Buggerru o a Fluminimaggiore. Mi vergogno di queste risposte.

La Croce Azzurra non ha perso tempo, ha già allestito un’ambulanza in caso dovesse scattare un sospetto contagio da Coronavirus. E’ già pronta fuori nel piazzale, con tutti gli accorgimenti, pronta ad intervenire. Siamo nell’autogestione più completa. Grazie ragazzi.

Devo ringraziare Betty di Bernardo, assessore e vicesindaco, per aver mobilitato, i servizi sociali per consegne farmaci, servizi di pubblica utilità, soccorso alle persone anziane e tutela alle persone più fragili, e sopratutto per aver mobilitato tanti e tanti volontari, le nostre sarte, che stanno confezionando con le proprie mani tante mascherine protettive, ad oggi ne sono state preparate tantissime e l’assessore si è preso il compito di distribuirle a chi ne ha necessità.

Domattina Le chiederò di prepararne un pacco per mandarlo all’A.T.S. e all’assessore della Sanità!!!

Grazie a tutti i cittadini che con oblazioni ed offerte stanno contribuendo per gli acquisti dei DPI (tute, mascherine, guanti), attrezzature di prima necessità per gli addetti ai lavori.

Ad oggi non registro nessun caso di Coronavirus, mi auguro di dirvi la stessa cosa anche domani. Siamo nel mezzo di una guerra, dobbiamo stare uniti e collaborare anche con le piccole cose – ha concluso Salvatore Puggioni -. Cerchiamo di stare in casa il più possibile, aiutiamo le persone più deboli ed indifese.»

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I Sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente, in relazione all’emergenza Covid-19, hanno inviato una lettera.appello al prefetto di Cagliari Bruno Corda, al presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu e al direttore dell’ATS Sardegna Giorgio Carlo Steri, con la richiesta di un Piano strategico di attivazione progressiva di strutture di area critica in Regione Sardegna.
«Con la presente, i sottoscritti Sindaci del territorio del Sulcis Iglesiente, chiedono l’immediata modifica dell’atto in oggetto, nel quale, al fine di fronteggiare l’emergenza Covid-19, è prevista l’istituzione presso l’ATS-ASSL Carbonia di n. 33 posti letto di terapia intensiva e pneumologia, con il P.O. CTO di Iglesias come struttura ospedaliera di riferimento – si legge nella lettera-appello -. L’atto prosegue con il trasferimento del punto nascite dal P.O. CTO di Iglesias e del personale in servizio nella struttura, presso l’Ospedale Brotzu di Cagliari. Chiediamo che venga immediatamente individuato il P.O. Santa Barbara di Iglesias come presidio per la gestione di pazienti critici e non, poiché il reparto di terapia intensiva della struttura era operativo fino a poco tempo fa, e, come già proposto sin dall’inizio dal Sindaco e dall’assessore delle Politiche sociali del comune di Iglesias, questa sarebbe la scelta più adeguata per fronteggiare questo particolare momento di emergenza.»
«E’ stato comprovato da diversi esempi in tutta Italia e nella Regione Sardegna, come la gestione di pazienti Covid-19 sia incompatibile con la presenza di altri reparti operativi nei presidi ospedalieri, rendendo molto più elevati i rischi di contaminazioni e contagi – aggiungono i Sindaci dei Comuni del Sulcis Iglesiente -. Situazione ancora più evidente con riferimento al P.O. Sirai di Carbonia ed al punto nascita presente nel P.O. CTO di Iglesias, strutture nelle quali la mobilità degli operatori sanitari tra i due presidi sarebbe un possibile veicolo d’infezione.»
«In conclusione, troviamo inconcepibile la concentrazione di pazienti Covid-19 in un presidio ospedaliero operativo, quando è presente nel territorio una struttura adeguata alla gestione come il P.O. Santa Barbara di Iglesias.»

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Nell’ambito delle attività di monitoraggio del rispetto dei decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di prevenzione e contenimento del contagio da Coronavirus, dal 12 marzo al 20 marzo la Polizia locale di Carbonia ha eseguito in totale 552 controlli, così suddivisi:

• 229 sullo spostamento di persone e mezzi nel territorio comunale;
• 323 sulle attività commerciali.

Gli accertamenti della Polizia locale hanno comportato 3 denunce totali (ex articolo 650 del Codice penale): 2 a carico di persone e 1 a carico del titolare di un’attività commerciale, segnatamente un bar.

A seguito della trasmissione dei risultati delle verifiche effettuate alla prefettura di Cagliari, il prefetto Bruno Corda si è complimentato personalmente con il sindaco Paola Massidda, encomiando l’operato del Comando della Polizia locale di Carbonia.

I controlli della Polizia locale, unitamente a quelli messi in campo dalle altre Forze dell’ordine, proseguono e si intensificano quotidianamente per garantire il rispetto delle prescrizioni governative.

È richiesto a tutti noi senso di responsabilità, civismo e collaborazione.

Si ricorda che gli spostamenti sono consentiti solo per comprovate esigenze lavorative, di salute e per fare la spesa. A questo proposito, si raccomanda di concentrare gli acquisti in modo da recarsi nei supermercati con la minore frequenza possibile.

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«Venerdì sera ho partecipato al Tavolo Istituzionale di lavoro convocato e presieduto dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte alla presenza del sottosegretario del MiSE Alessandra Todde, dell’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, dei rappresentanti di tutti i ministeri e del presidente del CNR, per condividere i criteri di valutazione, il cronoprogramma e le attività da svolgere per il proseguo del Contratto Istituzionale di Sviluppo Cagliari. Io ho partecipato in qualità di delegato dal sindaco di Carbonia Paola Massidda per il capoluogo della provincia del Sud Sardegna. Erano presenti anche il prefetto di Cagliari dott. Bruno Corda, il delegato della Regione Autonoma della Sardegna assessore dell’Urbanistica Quirico Sanna, il sindaco della Città Metropolitana di Cagliari e della città di Cagliari Paolo Truzzu ed il commissario straordinario della provincia del Sud Sardegna ing. Mario Mossa.»

Lo scrive, in un post pubblicato su Facebook, Luca Caschili, assessore della Pianificazione strategica, Territoriale ed Urbanistica del comune di Carbonia.

«Tutti questi soggetti partecipano al Tavolo Istituzionale con pari titolo e pari funzioni, per valutare ben 679 proposte progettuali che hanno coinvolto 148 stakeholder di cui 81 enti pubblici, 66 privati ed un consorzio pubblico/privato, nei settori: turistico, culturale e di valorizzazione delle risorse ambientali; sviluppo economico, produttivo e occupazionale; infrastrutture; ambiente; occupazione, inclusione sociale e lotta alla povertà, istruzione e formazione. Le richieste ammontano a ben 3,15 Mld/€ – conclude Luca Caschili -. Il Contratto di sviluppo rappresenta una importante opportunità per il Sud Sardegna che ha risposto e risponderà con grande entusiasmo e competenza alla chiamata del presidente del Consiglio.»

 

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«La nostra battaglia sindacale è una battaglia che riguarda tutti. La salute e le buone cure sono infatti un diritto primario di ogni persona e di ogni cittadino. Oggi siamo venuti qui in Prefettura, e per noi è un primissimo passo essere riusciti a mettere insieme almeno tutte le parti intorno a un tavolo, per discutere dei gravi problemi che riguardano il settore infermieristico in tutta l’isola. Con grande rammarico abbiamo notato la pesante assenza della parte politica, come quella del presidente della Regione Solinas e dell’assessore della Sanità Mario Nieddu, al quale avevamo rivolto l’invito a presentarsi oggi al tavolo di conciliazione. Una assenza che riteniamo pesante e indicativa della scarsa attenzioneche si sta prestando alle rivendicazioni della categoria, e di conseguenza ai pazienti

A dirlo, a margine della tavola rotonda in Prefettura è il coordinatore regionale del NurSind, Fabrizio Anedda. Data, infatti, la proclamazione dello stato di agitazione – e la minaccia di sciopero da parte dei lavoratori rappresentati dal NurSind – il coordinamento regionale ha richiesto la convocazione di questo incontro, che era finalizzato all’espletamento della procedura di raffreddamento e conciliazione (legge n. 146/90).

«L’incontro di oggi non ha prodotto i risultati minimi sperati – ha detto Fausta Pileri, componente del direttivo nazionale NurSind e vicecoordinatore regionale – pertanto, come rappresentanti sindacali abbiamo intenzione di mobilitare tutto il personale infermieristico sanitario, con l’obiettivo di rendere edotti gli utenti sul progressivo declino del sistema sanitario regionale, fanalino di coda in Italia per quanto attiene i livelli essenziali di assistenza.
Oggi stesso ci riuniremo per prendere le decisioni sul prossimo futuro: non saremo complici di questo immobilismo politico e amministrativo, e se necessario scenderemo in piazza a manifestare per un diritto che è evidentemente collettivo.»

Lo stato di agitazione. Il sindacato delle professioni infermieristiche NurSind ha proclamato (ormai da tempo) lo stato di agitazione da parte della categoria per tutta l’isola. E’ lungo l’elenco delle rivendicazioni stilato dai rappresentanti dei lavoratori e sottoposto già all’attenzione delle più alte cariche politiche: al Presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore della Sanità Mario Nieddu e chiaramente al Prefetto Bruno Corda.

Alcune delle richieste. Nella nota dei rappresentanti sindacali si evidenzia una situazione ormai al collasso, che mette – sottolineano – a serio rischio la salute del paziente ricoverato e può compromettere la buona riuscita di un intervento. Tutto questo è dovuto, in estrema sintesi alla lamentata grave carenza di personale che riguarda l’intera Sardegna.
Nella nota si legge infatti della persistente carenza di personale infermieristico, ostetrico e di supporto, con conseguente incongruo rapporto tra operatori e utenza. «Per dare una idea concreta del problema, lo si può tradurre in un pratico esempio numerico: se per legge il rapporto dovrebbe essere 1 a 6, ovvero un operatore sanitario ogni sei pazienti, in Sardegna si toccano picchi – in certe unità operative – di 1 a 25», ha dichiarato Anedda.
Si legge ancora nella nota della mancanza della figura dell’OSS in tutti i turni di servizio, e in tutte le unità operative, la carenza di personale turnista. «Questo accade perché la differenza di stipendio – ha proseguito il coordinatore del NurSind – non incentiva a coprire le ore notturne. Ed esiste anche una mancata applicazione dello straordinario per servizio prestato durante le festività infrasettimanali, e le mancate corrette procedure di mobilità per l’avvicinamento dei lavoratori al luogo di residenza».

Si sottolinea ancora e inoltre l’inaccettabile utilizzo dei posti letto, che sono eccedenti rispetto agli accreditamenti strutturali, e un gravissimo fenomeno delle aggressioni nei confronti del personale sanitario.

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Presso la prestigiosa sede di Palazzo de La Vallèe, a Cagliari, si è svolto ieri l’incontro “Caserme Verdi – per un Esercito all’avanguardia in un Paese moderno, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina; del Generale di Divisione Vasco Angelotti, Capo Dipartimento Infrastrutture dello Stato Maggiore dell’Esercito; del prefetto Lucia Volpe, rappresentante del Governo per la Regione Sardegna; dell’on. Michele Pais, presidente del Consiglio regionale della Sardegna; dell’on. Salvatore Deidda, membro della Commissione Difesa della Camera; del sindaco della città di Cagliari, Paolo Truzzu; del prefetto di Cagliari, Bruno Corda; dell’assessore dell’Ambiente della Regione Sardegna, Gianni Lampis e di numerose altre autorità e qualificati esponenti del mondo universitario, industriale, della ricerca e dei media.

Il Generale di Divisione Vasco Angelotti ha aperto i lavori illustrando i lineamenti progettuali dello “Studio Grandi Infrastrutture – Caserme Verdi”. Successivamente sono intervenuti la prof.ssa Maria Del Zompo, rettore dell’Università degli Studi di Cagliari; la prof.ssa Ing. Donatella Rita Fiorino, professore associato presso la Facoltà di Ingegneria ed Architettura dell’Università di Cagliari; il brigadiere generale Giancarlo Gambardella, direttore della Task Force Dismissioni immobili del ministero della Difesa; la dott. arch. Teresa De Montis, presidente dell’Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Cagliari; dell’ing. Giuseppina Vacca, presidente della Fondazione Scuola di Formazione dell’Ordine degli Ingegneri di Cagliari, moderati da Roberta Floris, giornalista televisiva reti Mediaset.

Nel suo intervento conclusivo, il generale Salvatore Farina, ha evidenziato l’importanza di ammodernare il parco infrastrutturale attraverso la realizzazione di basi militari di nuova generazione, che risultino efficienti, funzionali, ispirate a criteri costruttivi innovativi con basso impatto ambientale e ridotti costi di manutenzione, necessari sia per la sicurezza ed il benessere dei soldati che per aumentare l’integrazione sociale attraverso l’apertura di strutture ricreative anche alla popolazione civile residente nelle zone contermini.

Il Capo di SME ha poi sottolineato che «si tratta di un’iniziativa ormai necessaria. Proprio nella consapevolezza della sua importanza, sono sicuro che riusciremo ad arricchire questo nostro progetto operando in modo condiviso con le istituzioni ai vari livelli, con le imprese, con le università e con tutti coloro che credono in questo progetto. Sono cosciente che il percorso intrapreso non sarà né semplice né immediato, ma sono altresì convinto che, con lo sforzo di tutti, col supporto delle istituzioni e del governo riusciremo a portare avanti questo grande progetto a vantaggio di tutto il nostro personale e dell’intera collettività, per fare sempre di più insieme».

Il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, nel suo intervento ha evidenziato come “per il personale dell’Esercito avere degli spazi dove poter svolgere al meglio il proprio lavoro è fondamentale, significa poterlo fare in maniera più serena, e di conseguenza anche la comunità è più serena, poiché siete voi che garantite la nostra sicurezza quotidiana. Cagliari ha una storia profonda con le Forze Armate, e da primo cittadino dico che grazie alla valenza di questo progetto la città di Cagliari ha avuto in questi anni la possibilità di accogliere tanti sardi che sono ritornati nel proprio territorio, e quindi mi piace poter dire che a tutte queste persone Cagliari non solo tende la mano ma allarga le proprie braccia e li accoglie con amore“.

L’idea di aprire le porte delle caserme ha inoltre una forte componente simbolica, cioè quella di mettere a disposizione della cittadinanza luoghi che fino a poco tempo prima venivano considerati chiusi e inaccessibili.

Lo “Studio Grandi Infrastrutture – Caserme Verdi” coinvolge al momento 28 caserme dislocate su tutto il territorio nazionale e prevede cinque diverse aree funzionali: area comando, addestrativa, logistica, sportiva ricreativa, alloggiativa. Il progetto, partendo da inderogabili necessità di sicurezza e benessere del personale – inteso sia come persona sia come soldato che rappresenta un’importante risorsa operativa da addestrare e rendere efficiente – è stato sviluppato su direttrici quali rispetto dell’ambiente, bassi consumi energetici, e basso impatto finanziario con indiscutibili ricadute sul tessuto economico e sociale delle aree interessate prossime alle caserme.

Attualmente lo “Studio Grandi Infrastrutture – Caserme Verdi” vede coinvolte 28 caserme, dislocate su tutto il territorio nazionale.

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Il sindacato delle professioni infermieristiche NurSind ha proclamato lo stato di agitazione da parte della categoria per tutta l’isola. Il lungo elenco delle rivendicazioni stilato dai rappresentanti dei lavoratori – e già sottoposto al presidente della Regione Christian Solinas, al prefetto Bruno Corda e all’assessore della Sanità Mario Nieddu – si può sintetizzare in un unico grande punto: la gravissima carenza di personale infermieristico, ostetrico, e di supporto, con un conseguente incongruo rapporto tra numero di pazienti e personale sanitario, che potrebbero causare – si sottolinea nella nota sindacale – reali rischi per le persone ricoverate.

Data la proclamazione dello stato di agitazione – e la minaccia di sciopero da parte dei lavoratori rappresentati dal Nursind – il coordinatore regionale Fabrizio Anedda ha richiesto la convocazione di un incontro finalizzato all’espletamento della procedura di raffreddamento e conciliazione (legge n.146/90). L’incontro si terrà in Prefettura (Piazza Palazzo Cagliari) mercoledì 29 gennaio, alle ore 11.00.

Oltre ai vertici sindacali di tutte le province sarde, saranno presenti il Commissario della ATS Sassari, il Dg Azienda Ospedaliera Brotzu, Il Dg dell’areus, Il Dg della AOU (Monserrato), il Dg AOU Sassari e l’assessore della Sanità Mario Nieddu. E’ stato inoltre invitato un rappresentante della Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

 

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Martedì 28 gennaio, alle 15.00, presso il Circolo Unificato Esercito del Palazzo “La Vallèe”, sede del Comando Militare Esercito Sardegna, in via Principe Amedeo, a Cagliari, si terrà il convegno “Caserme Verdi – per un Esercito all’avanguardia in un Paese moderno”, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, del prefetto di Cagliari, dottor Bruno Corda, del presidente della Giunta regionale della Sardegna on. Christian Solinas, del sindaco della città di Cagliari, dottor Paolo Truzzu, del comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, Generale di Brigata, Francesco Olla, e di numerose altre autorità e qualificati esponenti del mondo universitario, industriale, della ricerca e dei media.

L’incontro consentirà di illustrare l’importanza dell’ammodernamento del parco infrastrutturale dell’Esercito attraverso la modernizzazione, la razionalizzazione, l’efficientamento energetico e il basso impatto ambientale di caserme già esistenti, che consentiranno di ridurre i costi di manutenzione, migliorare la qualità degli ambienti di lavoro e , al contempo, di innalzare il livello qualitativo delle strutture destinate al benessere del personale, mediante la realizzazione di asili nido, centri sportivi multidisciplinari e strutture socio ricreative che saranno rese disponibili anche alle comunità locali.

Per ciò che afferisce alla Sardegna il progetto, che coinvolge complessivamente 26 caserme dell’Esercito, riguarderà la caserma “Mereu – Riva di Villasanta – Monfenera” di Cagliari e la caserma “S. Pisano” di Teulada.

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E’ stato presentato questa sera, nella Sala Blu del Centro culturale di via Grazia Deledda, a Iglesias, il libro di Franco Reina che racchiude 80 anni di storia di calcio rossoblu Monteponi Iglesias, in 960 pagine, Giampaolo Cirronis Editore. Il calcio rossoblu dagli albori, metà degli anni Venti, al 2005, con gioie e delusioni, tra alti e bassi, attraverso la guerra, il periodo dorato gestito dall’azienda Monteponi e la fase successiva, nella quale solo la grande passione di dirigenti, tecnici e calciatori, ha permesso di continuare a coltivare la grande passione per il gioco del calcio, fenomeno sportivo ma anche sociale.

Franco Reina, già autore della storia della Carbosarda Carbonia calcio e della storia della Coppa Santa Barbara, ha condotto un lavoro di ricerca straordinario, grazie al quale è riuscito a ricostruire passo dopo passo, partita dopo partita, anno dopo anno, 80 anni di storia calcistica, con tabellini, classifiche, statistiche, aneddoti e tante, tantissime fotografie, che costituiscono una testimonianza preziosissima, il tutto racchiuso in un volume che non potrà mancare nelle librerie degli sportivi e, soprattutto, di chi quella storia ha contribuito a scriverla, da calciatore, allenatore, dirigente o anche semplice ma appassionato tifoso.

Alla presentazione erano presenti molti dei protagonisti della storia rossoblu, del passato più o meno recente. Dopo il saluto del presidente del Consiglio comunale, Daniele Reginali, e l’introduzione di Andrea Marras, il calciatore con il maggior numero di presenze, poi allenatore ed ora presidente dell’associazione Vecchie Glorie rossoblù, è intervenuto l’autore, Franco Reina. Si sono poi susseguiti numerosi interventi: da Piero Muscas, dirigente per tanti anni, che ha ripercorso il periodo della gestione di Alvaro Amarugi, a Nino Falchi, uno dei più amati, sia da calciatore sia da allenatore; da Giorgio Cuccu a Giampaolo Cau e Fulvio Cabiddu; da Rino Varsi a Francesco Massole; da Riccardo Illario a Bruno Corda.

Ma nella sala erano presenti tanti altri: da Adriano Novellini a Rino Pianta; da Mario Mureddu ad Antonello Carusi; da Pierpaolo Racugno a Paolo Atzori; da Ottavio Pisu a Ignazio Baldanza; da Franco Gallozzi a Piero Cadeddu; da Gianni Melis a Donnino Casteggio; da Aventino Cinus a Fabio Cau; da Alessandro Leone a Walter Poncellini, da Mario Cuccu a Carlo Cruccas, dirigente da circa mezzo secolo… E c’era anche la figlia maggiore del compianto Ugo Corda, scomparso recentemente.

Nel corso della serata sono stati ricordati anche i tanti protagonisti di questa storia, che purtroppo non ci sono più, dai più anziani a coloro che sono mancati negli ultimi anni: Mariano Dessì, Roberto Sequi, Gianni Giganti, Marco Congiu, Carlo Guzzetti, Chicco Rais ed il già citato Ugo Corda…

Nell’occasione, è stata presentata anche l’associazione Vecchie Glorie Iglesias Calcio, con un’esposizione di fotografie che ripercorrono la storia della gloriosa società rossoblu.