22 December, 2024
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Dopo lo sciopero messo in atto oggi dai lavoratori, con manifestazione spostata dall’assessorato della Sanità, in via Roma, al Palazzo della Regione di viale Trento, a causa del maltempo, il prefetto di Cagliari, Bruno Corda, ha convocato il presidente dell’AIAS, i segretari regionali CGIL FP, CISL FP, UIL FPL, UGL, ISA, FIALS, CSS e CONFINTESA, per lunedì 23 dicembre preso la sede della Prefettura di piazza Palazzo, alla presenza dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu. Nel corso dell’incontro, verrà fatto il punto della situazione in cui si trova la vertenza AIAS che coinvolge circa 800 lavoratori che rivendicano il pagamento di 11 mensilità arretrate.

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La vertenza AIAS non si sblocca ed i lavoratori incrociano nuovamente le braccia con una giornata di sciopero, domani, giovedì 19 dicembre.

«In questi ultimi giorni da diverse strutture AIAS di tutta la Sardegna, ci stanno arrivando delle segnalazioni secondo le quali, alcuni solerti coordinatori e direttori sanitari, abbiano stilato delle circolari per stabilire i contingenti minimi essenziali per la giornata di sciopero, proclamata per il 19 dicembre – scrivono in una nota i segretari FP CGIL Roberta Gessa, FP CISL Davide Paderi e UIL FPL Fulvia Murru –. Il tutto in barba alle vigenti normative in materia di sciopero e di contingenti minimi. Sì, perché la maggior parte di queste strutture che erogano prestazioni di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare che non devono garantire un’assistenza h24. Se ciò non bastasse, in questi giorni, anche uno dei legali del concordato sta facendo il giro delle maggiori strutture a ciclo continuativo per convincere i lavoratori che lo sciopero è sbagliato e che danneggia i lavoro che loro stanno facendo per evitare il fallimento. Tutto ciò sta creando forte sconcerto e confusione perché molti di questi lavoratori, per paura di incorrere in sanzioni disciplinari che in AIAS sono la norma, stanno decidendo di non aderire più allo sciopero.»

«Per fare un po’ di chiarezza ribadiamo che, così come ha scritto la Commissione Nazionale di Garanzia sullo sciopero nella nota prot. n. 0016804/SNT/PVT del 30/10/2019 inviata alle segreterie regionali di categoria, in cui nella stessa si dice che l’accordo di regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero nel comparto del Servizio Sanitario Pubblico del 20/09/2001, è applicabile anche al settore Sanità Privata, come da delibera n. 04/612 del 11 novembre 2004 – aggiungono Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru -. In modo particolare l’art. 2 chiarisce quali sono i servizi che si possono considerare servizi essenziali e ancora meglio l’art. 3 comma 3 recita testualmente quanto segue “per contingenti di personale da impegnare nelle altre prestazioni indispensabili, va fatto riferimento ai contingenti impiegati nei giorni festivi, ove si tratti di prestazioni normalmente garantista in tali giorni”. Quindi vanno garantiti solo i servizi H24 ed il personale individuato per i contingenti minimi, e quindi esonerato dallo sciopero, deve essere individuato di norma, e di volta in volta, con criterio di rotazione.»

Roberta Gessa, Davide Paderi e Fulvia Murru hanno chiesto al prefetto di Cagliari, Bruno Corda, al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, «un immediato intervento affinché vengano a cessare queste azioni di ostruzionismo/terrorismo messe in campo da AIAS e che si dia piena libertà ai lavoratori di decidere se aderire o meno allo sciopero regionale del 19 dicembre, con manifestazione sotto l’assessorato regionale alla Sanità di via Roma, a Cagliari. Si evidenzia, purtroppo, una continua e mai cessata ingerenza ed attività gestionale diretta dei vertici Aias e dei loro fiduciari, nonostante siano in atto procedure formali che avrebbero richiesto atteggiamenti diversi e più rispettosi di una disperazione dei lavoratori ormai certificata e oggettiva, negata per anni».

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Il generale Francesco Olla ha presentato questa mattina, nell’auditorium del Convitto Nazionale Statale “Vittorio Emanuele II”, a Cagliari, il CalendEsercito 2020 intitolato “Soldati”.

L’edizione 2020 dell’opera editoriale, è stata illustrata dal comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, alla presenza del prefetto di Cagliari, dott. Bruno Corda, delle autorità civili e militari dell’Isola, delle associazioni combattentistiche e d’Arma ed una numerosa rappresentanza di studenti del Convitto Nazionale Statale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari.

Dopo il saluto di benvenuto da parte del Rettore del Convitto Nazionale, dott. Paolo Rossetti, il generale Francesco Olla ha presentato il calendario della Forza Armata il cui tema di quest’anno è l’identità del Soldato italiano quale fondamentale pilastro dell’Esercito Italiano: «… essere Soldati vuol dire servire in armi la Patria con lealtà e orgoglio, onorare e rafforzare i valori, le tradizioni e le virtù militari, essere fedeli sempre al proprio giuramento, dimostrare coraggio e altruismo, essere pronti a sacrificare la vita per la difesa del nostro Paese e il bene della collettività».  Il comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, nel corso del suo intervento, ha inoltre sottolineato che «l’Esercito è un’Istituzione moderna, capace, competente, pronta ed efficiente, basata sull’elemento umano e supportata da moderne tecnologie, elemento cardine del sistema di difesa per la sicurezza interna ed esterna del Paese».

Ulteriore novità dell’edizione 2020, è rappresentata da “Noi Siamo l’Esercito” il calendario fotografico, inserto del CalendEsercito che scandirà i mesi del prossimo anno con dodici scatti e altrettanti valori identitari della Forza Armata.

A seguire la consegna simbolica del “CalendEsercito 2020” ai rappresentanti delle Istituzioni convenute unitamente alle eccellenze sportive di ieri e di oggi della  regione Sardegna.

La cerimonia di presentazione si è conclusa con un concerto della banda musicale della Brigata “Sassari”.

L’edizione di quest’anno, disponibile sia nella versione classica tradizionale “da muro” sia in quella “fotografica”, contribuirà a sostenere l’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani ed i Militari di Carriera dell’Esercito (O.N.A.O.M.C.E.) alla quale sarà devoluta una quota del ricavato delle vendite. L’Opera Nazionale assiste, attualmente, circa 500 orfani di ufficiali, sottufficiali, graduati nonché dei militari di truppa, a ciascuno dei quali eroga sussidi annuali per la formazione scolastica e per particolari necessità di carattere economico-familiare.

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«Queste non sono sagome, ma sono dei segnavita: perché ciascuna di queste vite spezzate da mani mafiose e criminali ci indica la strada per costruire una società più giusta.»
Insieme a centinaia di studenti giunti da tutta l’isola, il presidente nazionale di Libera don Luigi Ciotti ha inaugurato stamattina, a Gergei, il Parco della Memoria”, un’installazione realizzata da Libera Sardegna con la collaborazione del Csv Sardegna Solidale per ricordare le oltre mille vittime innocenti delle mafie (1011, per l’esattezza) e i cui nomi vengono letti il 21 marzo in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della criminalità organizzata.

«Queste vite spezzate graffiano le nostre coscienze e ci danno il coraggio di avere più coraggio», ha aggiunto don Luigi Ciotti. Ricordando le parole di papa Francesco, il presidente di Libera ha ricordato che «il comandamento non uccidere non condanna solo la violenza diretta ma anche quella che si concretizza con le ingiustizie e con la povertà. Un comandamento che ci impegna ad essere più vivi».

Appena arrivato dal Guatemala, dove ha incontrato le associazioni che fanno capo a Libera in America Latina, don Luigi Ciotti ha quindi raccontato la realtà drammatica che si sta vivendo in alcuni paesi: «In Messico nell’ultimo anno le persone uccise dalla criminalità sono state novemila. Ho incontrato madri che chiedono giustizia per i loro figli, e Libera anche in America Latina è presente, grazie all’impegno di giovani come voi».

Il Parco della Memoria, unico in Italia, è stato allestito nell’ex pista di go-kart presso il bene confiscato a Su Piroi, uno delle centinaia di beni che, sottratti alla criminalità, grazie alla legge 109/96 promossa da Libera si è trasformato in luogo di lavoro, di formazione, di cultura, di accoglienza e servizio.

Ogni sagoma è alta circa un metro e ottanta e riporta i nomi ed una breve biografia di ognuna delle oltre mille vittime innocenti. Il progetto di Libera Sardegna è partito oltre un anno fa. Da luglio scorso è iniziata poi l’installazione delle sagome, che si è conclusa a fine ottobre. Nei giorni scorsi una decina di sagome erano state vandalizzate da ignoti, ma sono state ripristinate in occasione dell’inaugurazione di oggi.

«Grazie al Parco della Memoria il bene di Su Piroi sarà ancor di più un centro di riferimento per il volontariato sardo e per una serie di progetti che avranno al centro l’educazione alla legalità», ha affermato il presidente di Sardegna Solidale e referente di Libera Sardegna Giampiero Farru.

Benché funestata da una pioggia battente, la mattinata è stata ricca di interventi. All’inaugurazione erano presenti infatti centinaia di giovani provenienti da tutta l’isola, protagonisti del progetto “Scuola & Volontariato”. I ragazzi hanno portato la loro testimonianza sulle decine di progetti di volontariato attivati grazie ad un accordo tra il Csv Sardegna Solidale e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna.

Ma a su Piroi erano presenti anche il prefetto di Cagliari Bruno Corda e la prefetta di Nuoro Anna Abruzzese, i rappresentanti delle forze dell’ordine e del Corpo Forestale, insieme al sindaco di Gergei Rossano Zedda, a quello di Escolca Eugenio Lai, al magistrato della Direzione distrettuale Antimafia di Cagliari Guido Pani e al presidente del Comitato per la Marcia della Pace don Angelo Pittau.

Particolarmente toccanti sono state le parole dei familiari di due vittime della criminalità organizzata. «Per me è stata una emozione fortissima venire in questo Parco e vedere la sagoma dedicata a mia sorella», ha detto Claudia Loi, sorella di Emanuela, l’agente di scorta al giudice Borsellino e morta nella strage di via D’Amelio. »Emanuela era una ragazza normale ma ci ha lasciato in eredità un messaggio fortissimo: non è necessario sacrificare la propria vita per difendere i valori della giustizia e della legalità.»

Per Pino Tilocca, figlio del sindaco di Burgos Bonifacio Tilocca ucciso da un ordigno nel 2004, “quando ho visto la sagoma di mio padre ho capito che ora non siamo solo noi familiari a ricordarlo, e questo per noi è molto importante”.

 

 

 

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CMESA_MOMENTO DELL’ESERCITAZIONE

CMESA_BENTU ESTU 2019

Si è conclusa ieri l’esercitazione sperimentale-dimostrativa “bentuestu2019” con la partecipazione, nella fasi dell’atto conclusivo, del sottosegretario di Stato alla Difesa, dott. Giulio Calvisi, del prefetto di Cagliari, Dottor Bruno Corda, del comandante delle Forze Operative Terrestri e Comando Operativo Esercito, gen. C.A. Federico Bonato, del comandante delle Forze Operative SUD, gen. C.A. Rosario Castellano, del vice comandante per il Territorio Gen. D. Gualtiero De Cicco, del comandante del Comando Militare Esercito Sardegna gen. B. Francesco Olla, dei vertici della Protezione civile regionale, degli assessori regionali Anita Pili e Valeria SATTA e dei Sindaci del territorio.

La “bentuestu 2019” è un’esercitazione dimostrativa che trova la sua ragion d’essere nel solco tracciato dai protocolli d’intesa sottoscritti tra il ministro della Difesa ed il presidente della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna per gli anni 2017 e 2019 e dall’ordinario sistema di cooperazione civile-militare che prevedono, tra l’altro, lo sviluppo di programmi di studio, ricerca e sperimentazione di possibili attività di comune interesse quali una scuola di Protezione civile di prevista istituzione nell’Isola.

L’esercitazione è stata condotta dal 26 al 28 novembre dal Comando Militare Esercito della Sardegna e la Prefettura di Cagliari, in coordinamento con la Brigata “Sassari”, Vitrociset, azienda del gruppo Leonardo, la Regione Autonoma della Sardegna, il Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna (CRS4), unitamente ad assetti operativi inseriti nell’organizzazione di Protezione civile, quali il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, la Polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza e la Capitaneria di porto, avvalendosi delle tecnologie rese disponibili presso il Centro addestramento tattico di 1° livello di Capo Teulada.

Si è trattato di un primo passo, al quale seguiranno ulteriori eventi esercitativi, che vedranno il coinvolgimento diretto degli enti locali e delle organizzazioni di volontariato, organismi questi indispensabili nel sistema di protezione civile.

Durante i tre giorni d’esercitazione sono state simulate situazioni emergenziali complesse, finalizzate a conoscere e promuovere, in ambito civile, la flessibilità e le capacità di impiego sia civile che militare del Centro addestramento tattico, con specifico riferimento al Piano contro gli incendi boschivi in condizioni meteo particolarmente avverse.

L’Esercito ha schierato assetti specialistici, mezzi e materiali tecnici provenienti dalla “Sassari” del 3° reggimento Trasmissioni/47° battaglione “Gennargentu”, del 1° reggimento Corazzato, 21° distaccamento Aves “Orsa Maggiore” e del Centro Ippico Militare del Cmesa, che hanno consentito, nelle diverse fasi dell’esercitazione, la simulazione di situazioni emergenziali estremamente realistiche grazie all’uso dei sistemi di moderna concezione, opportunamente adattati alle esigenze degli assetti preposti alle funzioni e compiti di Protezione civile, e che possono consentire, nel modo più realistico, la verifica del grado di risposta ad ogni tipologia di eventi calamitosi di tipo naturale e industriale.

L’obiettivo è quello di avviare una collaborazione strutturata in grado di consentire lo svolgimento di esercitazioni complesse rendendo la principale infrastruttura addestrativa dell’Esercito, il poligono di Capo Teulada, una risorsa irrinunciabile, non solo per la Forza armata, ma anche per il territorio.

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Nella giornata del ricordo delle vittime civili e militari nelle operazioni di pace, nel giorno del 16° anniversario della strage di Nassiryia, in una cerimonia effettuata presso il comando legione carabinieri di Cagliari e successivamente presso la caserma Monfenera, sede del 151° Reggimento di Fanteria Sassari, il prefetto di Cagliari Bruno Corda unitamente al comandante la legione carabinieri Sardegna, generale di divisione Giovanni Truglio, al comandante della regione militare della Sardegna, generale Francesco Olla ed al colonnello Stefano Fanì comandante del 151° Reggimento di Fanteria Sassari, hanno deposto due corone ai piedi dei due cippi commemorativi dei Caduti dell’Arma dei Carabinieri e della Brigata Sassari, ubicati nelle due sedi.
Alla manifestazione hanno preso parte diversi istituti scolastici della città, tra cui l’istituto Alfieri, i cui alunni hanno deposto anch’essi due composizioni floreali presso i citati monumenti.

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Nel pomeriggio di ieri il comandante provinciale di Cagliari, colonnello Cesario Totaro, ha ricevuto il signor prefetto di Cagliari, dottor Bruno Corda. Durante il cordiale incontro istituzionale è stata posta l’attenzione sulla situazione infrastrutturale dei presidi dell’arma nell’area metropolitana e sulla loro dislocazione, con la finalità di rendere più aderente il dispositivo dell’Arma alla realtà cagliaritana e di tutta la provincia, non tralasciando l’ipotesi di istituire nuovi presidi, tutto finalizzato ad avere un miglior controllo del territorio e rendere la provincia di Cagliari più sicura.

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Ieri pomeriggio, presso la prefettura di Cagliari, il prefetto Bruno Corda ha presieduto un incontro tra l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, il direttore generale dell’assessorato della Sanità Marcello Tidore e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL della Funzione pubblica, regionali e territoriali, sulle problematiche della vertenza del personale AIAS.

Al termine dell’incontro è stato firmato un verbale contenente i seguenti impegni:

  1. l’Amministrazione regionale avvierà immediatamente un confronto, coinvolgendo gli uffici legali di ATS in contraddittorio con quelli delle organizzazioni sindacali, finalizzato a verificare la possibile applicazione, in questa fase, dell’art. 30 comma 6 del decreto legislativo n° 50/2016, al fine di esercitare il potere sostitutivo previsto dalla disposizione di legge, che consente al soggetto pubblico di sostituirsi al datore di lavoro in caso di mancato pagamento delle retribuzioni al personale;
  2. in caso che tale verifica dovesse concludersi con esito positivo, sarà richiesto al Giudice fallimentare competente se l’esercizio del potere sostitutivo incontri delle preclusioni, in considerazione della richiesta procedura di concordato preventivo avviata in occasione dell’udienza relativa al giudizio che vede in causa l’AIAS;
  3. l’assessorato della Sanità richiederà, inoltre, al giudice competente, quale percentuale della massa creditoria di AIAS possa essere destinata ad un ristoro, quanto meno parziale, del mancato guadagno dei lavoratori per effetto delle numerose mensilità di stipendio da questi non percepite;
  4. il prefetto si dichiara disponibile a far pervenire all’assessorato della Sanità una comunicazione in cui viene evidenziata la gravità, sotto il profilo sociale e dell’ordine pubblico, della situazione dei lavoratori dell’AIAS, in conseguenza della vertenza in atto, al fine di consentire all’Amministrazione regionale di disporre di ulteriori e compiute argomentazioni utili a formulare eventuali istanze al giudice fallimentare;
  5. la Regione valuterà, da subito, ogni possibile programma ed iniziativa al fine di salvaguardare l’assistenza socio-sanitaria attualmente fornita agli utenti da AIAS nonché le prospettive occupazionali ed economiche dei lavoratori.

Allo scopo di non rendere vano il percorso ipotizzato, queste verifiche circa l’applicabilità dei poteri sostitutivi in capo all’ATS, nonché l’interlocuzione con il magistrato competente, dovranno concludersi entro la corrente settimana e, comunque, nel più breve tempo possibile.

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Il prefetto di Cagliari, Bruno Corda.

Una delegazione guidata dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca è stata ricevuta dal prefetto di Cagliari Bruno Corda per spiegare le ragioni della manifestazione unitaria organizzata stamattina dalle tre sigle.

Al prefetto i sindacati hanno chiesto di portare all’attenzione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte le istanze dei sardi sul tema energetico e sul piano di metanizzazione della Sardegna, unica regione d’Italia a non disporre della fonte riconosciuta dalla strategia europea, nazionale e regionale come strategica e indispensabile ad affrontare la fase di transizione e traguardare l’obiettivo della decarbonizzazione nei tempi più stretti.

I segretari generali hanno inoltre chiesto al prefetto l disponibilità a favorire un incontro delle rappresentanze sindacali ed istituzionali della Sardegna con il Presidente del Consiglio.
“L’obiettivo – si legge nel documento presentato al prefetto – è approfondire, in sede politica e tecnica, le migliori soluzioni condivise, prevedendo le dovute integrazioni al Piano nazionale Energia e Clima che dovrà passare al vaglio della Commissione europea entro dicembre, prima che vengano assunte unilateralmente decisioni dannose e, forse, irreparabili».

Cgil Cisl e Uil sono fortemente preoccupati per l’incertezza sulla realizzazione del piano di metanizzazione già approvato dal patto Stato-Regione nel 2016 e considerano dannose per l’interesse della Sardegna e  per gli stessi obiettivi ambientali previsti nel piano energetico regionale, le ipotesi alternative alle quali ha fatto riferimento lo stesso Presidente Conte nella recente visita in Sardegna.

«Un fatto da evidenziare – si legge ancora nel documento – è che l’ipotesi di un nuovo elettrodotto sottomarino di interconnessione dell’Isola con il resto del Paese nella direttrice Sud – dal costo stimato quasi triplo rispetto all’insieme delle infrastrutture per il gas e della dorsale metanifera e dai tempi di realizzazione persino più lunghi – necessiterebbe per il suo funzionamento, secondo il Pniec, proprio di una nuova capacità di generazione termoelettrica a gas di almeno 400 megawatt di potenza, si baserebbe, cioè, sulla disponibilità del metano in quantità tali da richiedere comunque, per questo suo utilizzo, idonee infrastrutture e reti di trasporto.»

E ancora: «L’idea di ricorrere all’impianto di soli depositi costieri di Gnl a servizio di reti locali isolate non soltanto non garantirebbe la soddisfazione dell’intero fabbisogno regionale, con la distribuzione del gas lasciata in balia dell’assai più impattante trasporto veicolare su gomma, ma impedirebbe anche il controllo pubblico della risorsa quanto alla sicurezza dell’infrastruttura, degli approvvigionamenti e alla regolazione del prezzo che, invece, la dorsale di  distribuzione e di interconnessione dei depositi costieri e dei rigassificatori assicurerebbe, collocandosi dentro la rete nazionale del gas».

I sindacati hanno quindi sottolineato che «l’intera Strategia energetica nazionale si fonda sull’utilizzo più intenso del metano quale vettore energetico di transizione, tant’è vero che è stata
autorizzata dal Governo un’ulteriore connessione con le grandi reti internazionali attraverso la Tap. Singolarmente, la Sardegna dovrebbe invece restare l’unica realtà a non giovarsene, per diventare, anzi, completamente dipendente da un approvvigionamento esterno soltanto elettrico, in virtù di una generazione a gas fatta altrove e, per di più, con maggior dispendio di emissioni climalteranti, dovuto alle tecnologie previste per la produzione di energia in centrali a gas a ciclo aperto».

Per tutte queste ragioni Cgil, Cisl e Uil chiedono che si proceda con il piano di metanizzazione così come già definito e sollecitano un confronto a livello nazionale annunciando sin da ora che sul tema energetico, che riguarda il futuro economico, produttivo e sociale della Sardegna, la mobilitazione proseguirà sino a che non si avranno le attese rassicurazioni.

In merito alla rete dorsale, Cgil Cisl e Uil hanno sottolineato che «resta essenziale sciogliere il nodo della cosiddetta perequazione, ovvero della ripartizione degli oneri connessi alle opere di infrastrutturazione della Sardegna, prevedendo che l’Isola sia associata a uno degli ambiti tariffari già formati dall’Arera e non, invece, assoggettata ad un ambito tariffario autonomo, sul quale sarebbero caricati integralmente i citati oneri».

Il prefetto di Cagliari, si è impegnato a portare all’attenzione del Governo i contenuti del documento unitario volto a favorire la convocazione del tavolo istituzionale chiesto dai sindacati.

Il colonnello Andrea Desideri è il nuovo comandante della Scuola allievi carabinieri di Iglesias. È subentrato al colonnello Antonino Minutoli, nel corso di una cerimonia cui hanno partecipato il generale Michele Sirimarco, comandante della legione carabinieri di Roma, il prefetto di Cagliari Bruno Corda e le principali autorità civili, militari e religiose della provincia del Sud Sardegna.