21 November, 2024
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Giornata intensa, domani (lunedì 26) a Nuoro, per i Seminari Jazz in pieno svolgimento, fino a venerdì prossimo (30 agosto), nel capoluogo barbaricino. Alla Scuola Civica di Musica in via Mughina, dove si tengono i corsi promossi dall’Ente Musicale di Nuoro, prende il via (per andare avanti fino a giovedì 29) la masterclass internazionale che impreziosisce ogni edizione dell’iniziativa didattica. Dopo jazzisti del calibro di Dave Holland, Joe Lovano, Kenny Barron, John Surman, Dave Douglas, Butch Morris, a salire in cattedra quest’anno è il trombettista statunitense Tom Harrell con il suo quartetto: il pianista Danny Grissett, il contrabbassista Ugonna Okegwo ed il batterista Adam Cruz. Classe 1946, con una discografia di oltre 280 registrazioni (di cui 34 da leader) e una carriera artistica di oltre cinquant’anni, Tom Harrell è annoverato tra gli strumentisti e compositori jazz più creativi e dinamici del nostro tempo, come certificato anche dal titolo di Trombettista dell’anno” che la Jazz Journalists Association (JJA) gli ha riconosciuto per il 2018. Per gli allievi dei Seminari nuoresi sarà dunque una preziosa occasione di apprendimento e conoscenza, ma anche il pubblico del festival Nuoro Jazz, che affianca quotidianamente le attività didattiche, avrà modo di apprezzare Tom Harrell e soci, nell’imperdibile concerto in programma mercoledì sera (28 agosto) all’Ex Artiglieria.
Domani, lunedì 26 agosto, è anche il giorno dell’altra masterclassche, come di consueto, completa l’offerta formativa dei Seminari nuoresi: quella dedicata alla musica tradizionale, che quest’anno ha per protagonisti il bandoneon e uno dei suoi più apprezzati interpreti, Daniele di Bonaventura. Il musicista marchigiano terrà lezione alle 11.00 all’Auditorium “Giovanni Lilliu” del Museo Etnografico; poi, in serata, alle 21.00, sarà in concerto all’Ex Artiglieria, insieme al percussionista Alfredo Laviano sotto l’insegna del duo Transumanza. I biglietti si possono acquistare online sul sito Ciaotickets e a Nuoro al CTS (Centro Turistico Sardo), in piazza Mameli, 1.

Classe 1966, forte di una una solida preparazione musicale, coltivata fin da bambino, Daniela Di Bonaventura ha sviluppato una feconda produzione artistica e collaborazioni che spaziano dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, dalla musica etnica alla world music, con sconfinamenti nel campo del cinema, del teatro e della danza. Lungo e prestigioso l’elenco dei festival, italiani e internazionali, in cui si è esibito, così come quello degli artisti con cui ha suonato, registrato o collaborato: Enrico Rava, Oliver Lake, David Murray, Rita Marcotulli, David Liebman, Toots Tielemans, Omar Sosa, Flavio Boltro, Greg Osby, Dino Saluzzi, Javier Girotto, Cèsar Stroscio, Enzo Favata, Aires Tango, David Riondino, Francesco Guccini, Ornella Vanoni, tra gli altri. Il grande contrabbassista Miroslav Vitous l’ha chiamato a partecipare alla registrazione di “Universal Syncopation II”, vincitore del German Critics Prize (Preis der deutschen Schallplattenkritik) come album dell’anno 2007, pubblicato dalla ECM, la stessa etichetta tedesca per cui ha firmato nel 2011 “Mistico Mediterraneo” con Paolo Fresu e il gruppo vocale corso A Filetta. Per la Tuk Music del trombettista sardo, Daniele di Bonaventura ha pubblicato nel 2013 l’album doppio, “Nadir“, dove suona il bandoneon nel primo cd e il pianoforte nel secondo. Nel 2014 ha collaborato alla colonna sonora del film “Torneranno i prati”, diretto da Ermanno Olmi, mentre è del 2015 l’album “In Maggiore”, in duo con Paolo Fresu, ancora per la ECM. Tra le registrazioni più recenti, “Danse memoire, danse” nuovamente con A Filetta e Paolo Fresu, insieme al quale ritroviamo Daniele di Bonaventura (con Marco Bardoscia, Michele Rabbia, l’Orchestra da Camera di Perugia e il Coro Armoniosoincanto) anche nel progetto “Altissima Luce”, pubblicato lo scorso aprile poco prima di “Garofani rossi”, dove il marchigiano è invece alla testa della sua Band’uniòn; è infine dello scorso giugno “Viaggio Sentimentale”, un excursus nella letteratura, nella poesia e nella musica del sud America con l’attore Eugenio Allegri.

Ma la giornata di domani (lunedì 26) propone anche un altro appuntamento con la musica dal vivo: alle 19.00, Nuoro Jazz torna per il secondo anno nei locali di Casa Rosas, il “Concept store” in via Lamarmora, che ospita (con ingresso gratuito) un concerto del pianista Salvatore Spano (tra i docenti del Seminario jazz) con le sue “Variazioni su Keith Emerson”; un lavoro che tenta di ricucire insieme i contorni dell’arte del grande tastierista e pianista inglese scomparso tre anni fa, creando un legame tra le sue composizioni e le sue fonti, composizioni originali e improvvisazioni, temi e variazioni, tracciando nel segno della sua eredità artistica un percorso in cui l’elettronica, la classica, il rock e il jazz dialogano a più livelli.

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E’ tutto pronto per la XXXIII edizione di “Ai confini tra Sardegna e jazz”, in programma dal 1° al 9 settembre 2018. Preparativi in corso e definizione degli ultimi dettagli per questa storica manifestazione oramai alle porte. Confermato il programma (consultabile sul nostro sito www.santannarresijazz.it), la splendida location di Piazza del Nuraghe è pronta per ospitare un viaggio immaginario nello straordinario universo di possibilità sonore e  spunti di riflessione che il nuovo tema del festival ci ha offerto: Integrazioni sui 7/8; la prossima edizione del Festival di Sant’Anna Arresi porterà ai piedi del suo amato nuraghe un intenso programma; nove giorni di concerti dal primo al nove di settembre sul tema del pianoforte, strumento musicale raffinato dalle immense possibilità, amore e croce di musicisti di tutti i tempi. Pianoforte come metafora dell’esistenza umana dove i tasti bianchi rappresentano la felicità e quelli neri la tristezza dove però entrambi servono a comporre melodia. Pianoforte che attraverso legno e vibrazioni è capace di comunicare con la danza delle dita le più sottili verità universali. Bianco e Nero come simbolo delle etnie umane che mai come in questo periodo storico sembrano essere in lotta tra loro per un lembo di terra. L’Associazione Punta Giara che da sempre è vicina e attenta alle gravi problematiche della nostra società cosiddetta “moderna” ha voluto esprimersi, con i mezzi che le sono più affini, sul grande tema delle migrazioni globali che sembra oggi più che mai acuirsi ed allontanarsi da possibili soluzioni.

Dall’attenta riflessione di questi elementi nasce l’appuntamento numero trentatrè di “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”. La rassegna internazionale prenderà il via il primo di settembre quando si esibiranno sul palco di piazza del nuraghe i Roots Magic, quartetto interamente italiano che nel 2015, 2016 e 2017 è apparso tra le migliori 10 band italiane. Sarà poi il turno dei The White Desert Orchestra diretti da Eve Risser che con la sua poliedrica creatività musicale si è esibita nei più svariati contesti mondiali tra concerti, festival e gruppi di prestigio mondiale.

Nella sera del due settembre saranno protagonisti i The Young Mothers, super gruppo che ha contribuito a dettare la direzione della musica creativa a New York, e a seguire il David Murray Quartet, quartetto di provenienza tutta americana che non ha bisogno di presentazioni, infatti, pochi musicisti nella storia del jazz sono stati produttivi e pieni di risorse come David Murray, considerato degno successore dei più grandi esponenti di questo genere.

La terza serata vedrà salire sul palco l’originale formazione dei Radian, trio austriaco divenuto punto di riferimento per i nuovi filoni di musica elettronica e, direttamente da New York, i Talibam & Joe McPhee, ensemble elettronica ispirata a Stockhausen che può essere descritta come una sezione ritmica fatta di agilità, velocità, precisione e passione.

Il quarto giorno di rassegna vedrà il turno di Chad Taylor & James Brandon Lee Duo rispettivamente percussionista e sassofonista di fama internazionale che nonostante la giovane età sono già ampiamente riconosciuti sul piano internazionale per le armonie crude e misurate che non sembrano necessariamente essere vincolate agli attuali valori dell’accademia del jazz. Sarà poi la volta di Chicago London Underground ensemble di artisti da sempre presenti al festival di Sant’Anna Arresi, primo fra tutti Rob Mazurek, cornettista legato da anni al Festival e che non perde occasione di portare in Sardegna progetti sempre innovativi ed originali, come quello di quest’anno caratterizzato da un groove tinto di elettronica. Sempre Rob Mazurek ma questa volta in duo con Gabriele Mitelli si esibiranno sulla spiaggia di Is Solinas in un concerto gratuito al tramonto.  

La serata del cinque settembre vede le performances dei Pride Of Lions quartetto che attraverso l’improvvisazione aperta accoglie il lirismo e l’astrazione e di un progetto tutto made in Sant’Anna Arresi: i Sant’Anna Arresi Black Quartet.

Compiuto il giro di boa nella giornata del sei settembre sarà la volta di Alexander Hawkins Quartet anch’egli presenza amata dal Festival che con questo nuovo progetto in quartetto ci riserverà uno straordinario tour tra le sfaccettature del suono e sempre nella stessa serata anche gli ONG “crash”. Nella giornata del sette occuperanno il palco dapprima gli A-Septic, interessante duo italiano fortemente influenzato dalla musica armena e russa ed in questa stessa serata un progetto che sta particolarmente a cuore all’associazione culturale Punta Giara che prende il nome di Conduction n. 200. Le Conductions, infatti, sono la grande eredità che Butch Morris ha creato e lasciato al Festival, oggi ad alcuni anni dalla sua morte e sotto la direzione di quello che è unanimemente riconosciuto come il legittimo erede di Morris, Tyshawn Sorey, musicista compositore e professore americano che suona batteria, percussioni, trombone e piano, si è creato lo spazio per dar vita alla Conduction che Morris aveva in progetto di portare al festival e che la sua prematura dipartita non gli ha consentito di completare. Sarà Tyshawn Sorey che guiderà un’intera orchestra proveniente dal Conservatorio di Cagliari nella difficile ma altrettanto affascinante impresa di realizzare il progetto incompiuto di Butch. Da non perdere sempre nella giornata del sette alle 19.00 in località Is Solinas un solo di piano di Alexander Hawkins al tramonto in un concerto gratuito. L’otto settembre altri due grandi appuntamenti con i The Blacktonese il grande Dr. Lonnie Smith che davvero non ha bisogno di presentazione alcuna. Chiusura in bellezza con gli Snake Platform orchestra proveniente dal Conservatorio di Cagliari da tempo oramai portatrice di progetti assolutamente originali e tutti sardi e i The long Canes con il loro omaggio a Carlo Mariani dinanzi la Chiesa romanica di Palmas Vecchio a San Giovanni Suergiu.

L’associazione culturale Punta Giara ringrazia per il grande contributo alla realizzazione della manifestazione la Presidenza della Regione Sardegna, la dott.ssa Barbara Argiolas Assessore al Turismo, Commercio e Artigianato e il dott. Giuseppe Dessena, assessore della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo. Si ringraziano inoltre la Fondazione di Sardegna, i Comuni di Sant’Anna Arresi, San Giovanni Suergiu e Masainas; l’Associazione Palmas Vecchio e l’Associazione Ticonzero nonchè il Conservatorio di Musica di Cagliari, il Sardinia Jazz Network, Rai radio3, il Best Event Sardinia e Nieddittas.

E’ possibile consultare il programma completo sul sito ufficiale del Festival: www.santannarresijazz.it.

Per problemi organizzativi, dovuti prevalentemente al mal tempo degli scorsi giorni, è stato annullato il concerto sulla spiaggia di Porto Pino che era stato previsto per il giorno 4 settembre alle ore 19.00, confermati tutti i restanti concerti.

I biglietti sono acquistabili presso il Box Office di Viale Regina Margherita 43 Cagliari tel. 070 657428 e presso il Circuito Box Office Sardegna:  http://www.boxofficesardegna.it/Default.aspxe presso la sede di Piazza Martiri, a San’Anna Arresi.

Per ulteriori informazioni, la segreteria di Ai Confini Tra Sardegna e Jazz risponde al numero telefonico 0781 966102 e all’indirizzo di posta elettronica comunicazione@santannarresijazz.it .

 

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Sotto l’alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio e della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna, con l’apporto fondamentale dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo, dell’assessorato del Turismo, Commercio e Artigianato  della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna, si è tenuta oggi 8 giugno, presso l’Aula Magna del Conservatorio di Musica Giovanni Pierluigi da Palestrina di Cagliari, la conferenza stampa di presentazione del progetto Conduction N. 200 inserito all’interno della programmazione della XXXIII edizione della rassegna “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” alla presenza di un folto pubblico, di studenti del Conservatorio e di tutte le testate giornalistiche regionali. Presenti alla conferenza i componenti del CDA dell’associazione culturale Punta Giara, il maestro Giorgio Sanna direttore del Conservatorio di Musica Giovanni Pierluigi da Palestrina di Cagliari ed il presidente dell’associazione culturale Ticonzero Daniele Ledda, entrambi coorganizzatori del progetto Conduction N. 200.

La conferenza stampa di presentazione del progetto Conduction n. 200 è stata coordinata da Paolo Sodde, segretario dell’associazione culturale Punta Giara che, dopo il saluto iniziale ed un breve excursus sul progetto ed un breve ricordo di Butch Morris, autore di N. 3 Conduction svoltesi sinora a Sant’Anna Arresi e padre ispiratore di questo nuovo progetto. Paolo Sodde ha tenuto a sottolineare come Butch Morris sia rimasto nei ricordi di tutti, nonostante il calibro della sua musica ed originalità, come “Uno di noi” così da evidenziare l’intimo rapporto creatosi tra l’indimenticato maestro ed il Festival di Sant’Anna Arresi.

Superate le premesse e i ringraziamenti speciali al Conservatorio di Cagliari e all’Associazione Ticonzero, diretta dal maestro Daniele Ledda, si è entrati nel dettaglio degli aspetti artistici di questo progetto Conduction n. 200. Sono intervenuti il direttore del Conservatorio Giorgio Sanna che ha tenuto a puntualizzare il suo plauso all’iniziativa che vede la collaborazione del Conservatorio con l’associazione Punta Giara in questo ambizioso progetto dicendo che «… sino ad oggi questo tipo di confronto non aveva rappresentato la normalità per il Conservatorio, nella speranza invece di aprirsi ad iniziative di questo tipo in modo duraturo».

Successivamente ha preso la parola il direttore artistico Basilio Sulis che ha sottolineato come l’associazione Punta Giara ed il suo Festival siano riusciti a ritagliarsi uno spazio non solo nazionale ma anche internazionale, sia per quanto riguarda la produzione musicale sia sotto l’aspetto dell’immagine; il direttore artistico ha sottolineato il respiro internazionale del progetto Conduction n. 200, nella ferma convinzione che esso rappresenti un’opportunità unica non solo per uno spettacolo di incredibile originalità, ma che esso rappresenti anche un’opportunità per giovani musicisti sardi di fare nella propria terra esperienze di ampio respiro come questa, nella speranza che un giorno possano coltivare i loro talenti in terra sarda e magari esportarli all’estero. Infine, Basilio Sulis si è soffermato sull’idea di rendere in un prossimo futuro questa esperienza in una produzione discografica supportata da importanti case discografiche come già accaduto nella passata esperienza del Festival dove registrazioni live sono state prodotte sul disco come quella di Roscoe Mitchell e Matthew Shipp presentato qualche mese fa negli Stati Uniti.

A seguire è intervenuto Daniele Ledda in rappresentanza dell’associazione Ticonzero, maestro del gruppo di musicisti del Conservatorio che si cimenteranno sotto la direzione di Tyshawn Sorey nella realizzazione della Conduction n. 200. Il maestro Daniele Ledda ha spiegato in dettaglio come verrà realizzato il progetto sottolineando come lo stesso linguaggio di Butch Morris sia costituito da un ponte tra scrittura ed improvvisazione e di come a partire dalle prove con Tyshawn Sorey i suoi musicisti si metteranno alla prova nel seguire il glossario di gesti che Tyshawn Sorey ha ereditato da Butch Morris, e che i giovani musicisti impareranno a seguire sotto la preziosa direzione del percussionista e direttore d’orchestra americano.

A conclusione, dopo aver lasciato spazio ad alcuni interventi e domande da parte dei giornalisti Paolo Sodde, ha  provveduto al commiato ed ai ringraziamenti alla Presidenza del Consiglio e della Giunta Regione Autonoma della Sardegna, assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio e della Fondazione di Sardegna, alla Associazione Ticonzero ed al Conservatorio di Musica Giovanni Pierluigi da Palestrina, il Comune di Sant’Anna Arresi ed i festival facenti parte di Sardinia Jazz Network (Calagonone Jazz, Time in Jazz, Musica sulle Bocche, Ai Confini tra Sardegna e Jazz e European Jazz Expo) ed ha invitato tutti i presenti a partecipare alla rassegna in programma dal 1 al 9 settembre 2018 a Sant’Anna Arresi.

 

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La XXXII edizione del Festival Internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” si avvia alla conclusione. Dopo i concerti di ieri del Kassa Overall Trio e del Tyshawn Sorey Trio, oggi, per la penultima serata, sul palco di piazza del Nuraghe sarà protagonista la Burnt Sugar The Arkestra Chamber, con la produzione originale «A Tribute to Max Roach’s “Freedom Now Suite”».

Fondata dal leader dei Village Voice, Greg Tate, e co-condotta dal 1999 con l’incredibile bassista Jared Michael Nickerson, Burnt Sugar the Arkestra Chamber è una band tentacolare formata da musicisti la cui personalità prodigiosa permette loro di destreggiarsi liberamente su una banda larga sperimentale dal soul-jazz-hip sino all’hip hop.

Burnt Sugar è stato originariamente concepito come un forum di improvvisazione rivolto ai musicisti di New York  per comporre, registrare e realizzare materiale che riflettesse la varietà e la profondità della musica americana del 21° secolo. L’intento della Camera Arkestra, attraverso il ricorso al sistema di conduzione di Butch Morris, è quello trasformare ogni spettacolo in una nuova interpretazione delle sue parti costitutive.

Piuttosto che costringerci dentro le camicie di forza che l’industria discografica commerciale utilizza per il mercato della musica nera contemporanea, Burnt Sugar si muove liberamente tra molti stili, epoche e generi ed  elabora i propri eccitanti ibridi. Questi ibridi si basano su  solide fondamenta che affondano nelle diverse tradizioni musicali e sull’uso della tecnologia musicale d’avanguardia. In questo senso la missione del gruppo onora le sue ispirazioni più profonde, il primo postmodernismo della musica americana – Duke Ellington, Sun Ra, Funkadelic e The Art Ensemble of Chicago.

Questo equipaggio molto esperto scommette su assi che vanno da Melvin Van Peebles, Toshi Reagon, DJ Logic, Gary Lucas, TV On The Radio, Tamar Kali, Phish, William Parker, Liz Wright, The Holmes Brothers, Wadada Leo Smith, The The, David Murray a Joseph Bowie.

Il Direttore dell’Arkestra, Greg Tate, dice: «Burnt Sugar ha il coraggio di rivendicare Sly Stone, Morton Feldman, Billie Holiday, Jimi Hendrix e Jean Luc Ponty come progenitori. Le nostre fila di musicisti includono noti violinisti irlandesi, AACM refugees, Afro-punk rejects, unpenitent beboppers, rapper femministe, doowoppers jitter bugging, frankly loud funk-a-teers e Rodeo stars del digital divide».

Allegato l’album fotografico dei due concerti di venerdì sera.

                                                 

 

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Si è conclusa ieri sera, a Sant’Anna Arresi, con una travolgente esibizione della Fire! Orchestra diretta dal sassofonista Matt Gustafsson, la XXX edizione del festival “Ai Confini Tra Sardegna e Jazz”. Sono state sei serate di grande jazz, dedicate interamente alla figura del maestro Butch Morris, scomparso il 29 gennaio 2013, all’età di 67 anni. Tutti i grandi musicisti che si sono alternati sul palco di Piazza del Nuraghe, hanno dedicato le loro produzioni a lui, che su quel palco è stato protagonista di alcune esibizioni indimenticabili, raccolte dall’associazione culturale Punta Giara in un CD, Possible Universe, prodotto per ricordarne ed esaltarne la straordinaria statura di musicista e il legame con la rassegna arresina.

La serata conclusiva ha visto protagonisti, prima il duo sperimentale “Wildbirds and Peacedrums”, formato dai musicisti Mariam Wallentin e Andreas Werliin, con un concerto di forte stampo classico, mix tra rock, blues e folk, sospeso tra percussioni e voce; poi la Fire! Orchestra, uno straordinario ensemble diretto dal sassofonista Matt Gustafsson che ha infiammato l’ultima notte del festival con un’esibizione mista tra improvvisazione, jazz e rocke, soprattutto, un’incredibile energia, nella quale hanno trovato spazio gli stessi Mariam Wallentin e Andreas Werliin.

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La prima esibizione della Nublu Orchestra, l’ultima creazione di Butch Morris, ieri sera ha segnato uno degli eventi simbolo della XXX edizione del Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, interamente dedicato all’indimenticato musicista californiano, una delle personalità più innovative del jazz degli ultimi decenni, ma soprattutto è una delle menti più immaginifiche della musica improvvisata nell’accezione più ampia del termine, sfociando nel più vasto bacino delle musiche d’oggi. E per rappresentare il suo personale approccio alla materia sonora, Butch Morris ha coniato il termine di conduction, esplicativo di un modo di dirigere organici di ampie dimensioni nel quale la gestualità ricopre un ruolo determinante.

Ieri il suo ruolo nell’orchestra è stato interpretato magistralmente dal batterista Kenny Wollesen. Ed oggi la Nublu Orchestra concederà il bis, con il sassofonista Ilhan Ersahin, il chitarrista Doug Wieselman, lo stesso batterista-direttore Kenny Wollesen, il cornettista Graham Haynes, figlio del leggendario batterista Roy Haynes ed apprezzato sia per varie incisioni a proprio nome che per collaborazioni con Cassandra Wilson, David Murray, Vernon Reid, Bill Laswell e molti altri.

L’esibizione di ieri della Nublu Orchestra è stata preceduta da quella del quartetto di Evan Parker, protagonista di oltre un’ora di ottimo jazz con Barry Guy, Paul Lytton e Peter Evans. Ad aprire la serata odierna, quinta e penultima del XXX Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, sarà il trio formato da William Parker, John Dikeman e Hamid Drake.

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Ancora vive le emozioni del concerto del “Large Ensemble” diretto da Evan Parker,“Ai confini tra Sardegna e Jazz” propone questa sera altre due produzioni che promettono di segnare profondamente l’intera trentesima edizione della rassegna organizzata dall’associazione culturale Punta Giara.

Ad aprire la serata sarà il quartetto di Evan Parker, formazione che nasce dall’esperienza dello storico trio del sassofonista inglese, con Barry Guy e Paul Lytton, al quale si unirà il virtuoso trombettista Peter Evans, per testimoniare l’evoluzione sempre costante del linguaggio improvvisativo della musica jazz.

Ad aprire la serata sarà il quartetto di Evan Parker, formazione che nasce da una profonda esperienza musicale con il bassista Barry Guy e percussionista Paul Lytton. Tutti e tre provengono dalla scena londinese sul finire degli anni ‘60 e primi ’70 che ruota attorno alla Musicians’ Co-operative e partecipano alla Guy’s London Jazz Composers’ Orchestra.  Nel 1970 Parker inizia a suonare in duo con Paul Lytton e nel 1980 invitano ad unirsi Barry per formare un trio poi conosciuto come Parker/Guy/Lytton. Negli anni successivi Barry si trasferisce in Irlanda e poi in Svizzera mentre Paul vive in Belgio. L’ottima reputazione guadagnata dal trio ha permesso loro di rimanere in contatto e suonare fuori da Londra e in divesre occasioni nella Barry Guy New Orchestra.

In passato sono stati invitati come ospiti speciali a unirsi al trio del grande Kenny Wheeler, hanno suonato e registrato con con Alexander von Schlippenbach, Paul Lovens e Agustí Fernandez. Da questo trio storico nasce anche l’ElectroAcoustic Ensemble di Evan Parker, che inizia infatti come doppio trio in cui ciascun musicista si rapporta con la propria “ombra elettronica”. Per il concerto di Sant’Anna Arresi il trio si trasforma eccezionalmente in quartetto con l’arrivo di Peter Evans, uno dei maggiori innovatori e virtuosista del linguaggio della tromba.                                                                                                                                

Barry Guy è uno dei maggiori bassisti solisti e improvvisatori al mondo, è conosciuto come direttore e e fondatore della London Jazz Composers Orchestra. E’ un compositore di musica da camera e orchestra sinfoniche e ha fondato l’ensemble nominato Barry Guy New Orchestra.

Paul Lytton è considerato un innovatore delle percussioni nella tradizione del free Europeo. Egli è anche pioniere della manipolazione elettronica dei suoni e dell’uso di oggetti fatti in casa. Lytton fece le sua prime apparizioni nella scena della musica creativa inglese alla fine degli anni ’60, e la sua influenza – in particolare nei live elettronici – può essere riconoscibile nella sperimentazione portata avanti dalla nuova generazione di improvvisatori da 30 anni a questa parte.

A soli 33 anni, Peter Evans è già considerato uno dei più importanti trombettisti americani attualmente in opera. Rivolto principalmente all’avant-garde e alla libera improvvisazione, Evans collabora con una moltitudine eterogenea di band appartenenti alla scena musicale di New York. Il suo primo album solista “More is More” l’ha visto protagonista di incredibili virtuosismi, quali estreme dissonanze, multifonie, respirazione circolare e tecniche avanzate di cui si è fatto padrone.

Di seguito, sul palco della Piazza del Nuraghe, sarà il turno della Nublu Orchestra con il progetto “The Long Goodbye” dedicato a Butch Morris. La Nublu orchestra, creatura prediletta del genio californiano, sarà diretta dalla prima volta da Kenny Wollesen che è stato capace di riunire alcuni dei musicisti più estremi ed avventurosi dell’intero panorama musicale di New York.

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Ai Confini Tra Sardegna E Jazz 2015

Questa mattina presso l’aula consiliare del Comune di Sant’Anna Arresi, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dei tre progetti fortemente voluti e prodotti dall’Associazione Culturale Punta Giara in collaborazione con Evan Parker, Rob Mazurek e Luciano Rossetti. Alla conferenza erano presenti giornalisti e fotografi di tutto il mondo che hanno testimoniato il forte interesse sempre crescente nei confronti del nostro festival. Dopo una breve introduzione dei soci Francesco Peddoni ed Andrea Murgia, ha preso la parola Luciano Rossetti che ha spiegato la natura del suo lavoro fotografico su Butch Morris. Immediatamente dopo, Rob Mazurek ha illustrato il suo disco, Galactic Parables, registrato con la Exploding Star Orchestra due anni fa a Sant’Anna Arresi e prodotto in collaborazione con l’Associazione Culturale Punta Giara.

Evan Parker ha chiuso la conferenza parlando del suo ultimo lavoro Filu‘e Ferru, registrato dal vivo nell’ultima edizione invernale del festival dal Sant’Anna Arresi Quintet, progetto nato e pensato proprio per il festival.

«L’Associazione ringrazia i presenti intervenuti numerosi – si legge in una nota – a testimonianza del nuovo corso di Punta Giara, diventata ormai centro di produzione culturale a livello internazionale, assurgendo ad un ruolo sempre più importante e riconosciuto nell’intero panorama mondiale.»

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Dopo il successo delle prime due serate che hanno visto alternarsi sul palco prima il solo di Evan Parker ed il jazz contemporaneo ed elettronico della band Nu Grid, poi il solo di Rob Mazurek, il progetto “Carved in the Air” di Keith Tippett e il concerto del quintetto di Evan Parker, questa sera il palco del Nuraghe ospiterà due concerti di rara intensità artistica. L’atto di apertura spetta a Graham Haynes, grandissimo cornettista e compositore che ha spinto i confini del jazz verso una dimensione elettronica e contemporanea. Dopo il concerto con i Nu Grid, Haynes si produrrà in un solo che spingerà il suono oltre la concezione classica del suono stesso.

Di seguito, sul palco della Piazza del Nuraghe, sarà il turno di Evan Parker e del suo Large Ensemble. Progetto originale allestito in esclusiva per il nostro Festival, il Large Ensamble vuole rendere omaggio al compositore californiano. Parker, che ha lavorato in diverse occasioni con Butch e nel 2010 proprio a Sant’Anna Arresi, ha colto al volo l’idea di realizzare un progetto sull’improvvisazione guidata di Morris costruendo un ensemble composto da musicisti di rango internazionali, tra gli altri, Peter Evans, Hamid Drake, Giancarlo Schiaffini e John Edwards.

La conferenza stampa per il nuovo disco di Evan Parker prevista per il 1 settembre è stata spostata a stamane, 3 settembre, per la presentazione di tutti i progetti discografici e fotografici ispirati a Butch Morris e prodotti in collaborazione con l’Associazione Culturale Punta Giara. Per volere di Evan Parker, Rob Mazurek e Luciano Rossetti la presentazione dei lavori è stata organizzata in comune, proprio per rendere un omaggio forte e concreto alla memoria ed al lavoro del Maestro californiano. L’evento, come previsto, con la presenza degli autori, è stato programmato per questa mattina presso l’aula consiliare del comune di Sant’Anna Arresi.

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Dopo l’apertura con il “solo” di Evan Parker e il concerto del quartetto “Nu Grid”, sono tre i concerti in programma questa sera, nella seconda giornata del XXX Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. L’atto di apertura spetta a Rob Mazurek, grandissimo cornettista ed amico del nostro festiva. Rob si produrrà in un emozionante solo dal titolo Galactic Parables #79, un omaggio dovutamente sentito a Butch Morris.

Di seguito una vecchia conoscenza della manifestazione Keith Tippet. Il pianista inglese, fra i più influenti musicisti europei del ‘900, presenterà il suo nuovo progetto Curved In The Air. Con Julie Tippet, Roberto Ottaviano, Giovanni Mayer e Cristiano Calcagnile, Tippet offrirà come sempre uno spettacolo da ricordare sospeso tra contemporaneità ed eterno.

La chiusura della serata è affidata al quintetto “Sant’Anna Arresi”. Evan Parker presenta questa formazione nata nell’edizione invernale del nostro festival. Da quel concerto è stato tratto un album prodotto dall’Associazione Culturale Punta Giara ed intitolato Filu ‘e Ferru che vede come protagonisti principali il geniale trombettista Peter Evans, la giovane promessa del piano Alexander Hawkins, John Edwards al contrabbasso ed Hamid Drake alla batteria.

La conferenza stampa per il nuovo disco di Evan Parker prevista per questa mattina è stata spostata a domani, 3 settembre, giorno in cui saranno presentati tutti i progetti discografici e fotografici ispirati a Butch Morris e prodotti in collaborazione con l’Associazione Culturale Punta Giara. Per volere di Evan Parker, Rob Mazurek e Luciano Rossetti la presentazione dei lavori sarà comune, proprio per rendere un omaggio forte e concreto alla memoria ed al lavoro del Maestro californiano. L’evento si svolgerà, come previsto, con la presenza degli autori presso l’aula consiliare del comune di Sant’Anna Arresi, alle ore 11.00.

Cornettista e compositore, Rob Mazurek fonda a Chicago la all-star Exploding Star Orchestra nel 2005, su commissione del Chicago Cultural Center e del Jazz Institute of Chicago. Exploding Star Orchestra vanta uno stuolo di bravissimi improvvisatori dell’area di Chicago, tra cui membri dei Tortoise, Isotope 217, Town and Country, Black Earth Ensemble, Loose Assembly e importanti membri dell’AACM. Le composizioni free di Mazurek ideate per l’Orchestra si fondano sul principio di improvvisazione democratica, in cui ogni membro contribuisce ugualmente al suono dell’ensemble e alla visione complessiva di Mazurek. La Exploding Star Orchestra ha pubblicato il suo album di debutto, We are all from somewhere else, nel 2007, Bill Dixon with Exploding Star Orchestra, nel 2008, e Stars Have Shape nel 2010. La quarta release, 63 Moons of Jupiter e’ pubblicato dalla Delmark Records nel 2011. Il gruppo ha svolto tournée negli Stati Uniti, in Europa e in Brasile, sia autonomamente che in collaborazione con le icone della nuova musica, tra cui Bill Dixon, Fred Anderson e Roscoe Mitchell.

Sant’Anna Arresi quintet è il frutto di un incontro di grandi personalità della comunità internazionale di improvvisatori jazz.  Il grande pregio del festival arresino, per il quale è riconosciuto all’estero, sta proprio nell’aver intrecciato e coltivato dei rapporti con esponenti musicali provenienti da Londra, Chicago e New York e averli fusi sullo stesso palco in progetti originali. Ogni città è un centro di produzione musicale con le proprie specificità e proprio grazie festival di Sant’Anna Arresi è stato possibile realizzare un bellissimo incontro di menti geniali e raffinate al di là dei confini geografici.

Il quintetto è diretto dal sassofonista inglese Evan Parker, protagonista della XXIX edizione del festival, e presenterà dal vivo l’album Filu ‘e Ferru, la prima produzione discografica di quest’anno dell’Associazione Culturale Punta Giara. Insieme a lui suonano Alexander Hawkins (piano), Peter Evans (tromba), Michel Portal (sax),  John Edwards (basso), Hamid Drake (percussioni).

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