5 November, 2024
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programma sharklife 2015

Si svolgerà a Roma il prossimo 30 giugno il convegno conclusivo del Progetto Sharklife che ha visto protagonista il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena. Nel corso dell’incontro, organizzato nella Sala della Vedova del Palazzetto Mattei di Villa Celimontana, verrà tracciato un bilancio complessivo dell’iniziativa che negli ultimi tre anni ha coinvolto diversi partner. Il progetto è stato reso possibile grazie ai fondi dell’Unione europea del programma Life+, dal ministero dell’Ambiente, dal Parco Nazionale dell’Asinara e dalla Provincia di Reggio Calabria, e ha coinvolto, accanto a CTS, i seguenti partner: Agci-Agrital, Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee), Cibm di Livorno (Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina), Fondazione Cetacea, Area Marina Protetta delle Isole Pelagie e Università della Calabria.

Secondo uno studio della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) nel Mediterraneo sono presenti circa 80 specie diverse di pesci cartilaginei e l’Italia in particolare, grazie alla  sua posizione strategica, ospita 43 specie di squali. Purtroppo, il nostro paese detiene anche il primato, tutto negativo, di avere la più alta percentuale di squali e razze minacciate al mondo. SHARKLIFE, il primo maxi-progetto europeo dedicato alla conservazione degli squali, ha promosso azioni concrete per la salvaguardia di questi animali puntando alla riduzione della mortalità causata dalla pesca professionale e sportiva.

Nell’ambito del progetto, il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, in collaborazione con i pescatori locali operanti all’interno dell’Arcipelago, ha partecipato al testaggio di un prototipo di rete da pesca in grado di ridurre la mortalità degli squali elefante e di eventuali altre specie marine protette in caso di cattura accidentale. Attraverso tale prototipo, in grado di rilevare e segnalare istantaneamente l’avvenuta cattura nelle reti di questi animali sarà possibile intervenire con efficacia per la tutela e la conservazione delle specie. Lo sviluppo del sistema ad opera degli ingegneri dell’Università della Calabria, guidati da Calogero Pace, servirà per realizzare uno strumento il più possibile simile alle normali reti da posta utilizzate dagli operatori, tale da poter essere usato in futuro nelle normali attività di pesca.

Per raggiungere l’obiettivo di salvaguardia degli squali, sono state promosse iniziative di diverso tipo. Alcune concrete di conservazione, come ad esempio la promozione dell’uso degli ami circolari, che sono dispositivi di pesca a basso impatto per i trigoni viola; lo sviluppo di un sistema per ridurre la mortalità di squali elefante e di altre grandi specie marine protette catturate accidentalmente nelle reti da posta e l’implementazione della politica di “tag and release” per i tornei di pesca sportiva, il tutto principalmente attraverso il coinvolgimento di pescatori sportivi e professionisti. Altre azioni sono state rivolte ad aumentare la sensibilità e la consapevolezza da parte del pubblico riguardo l’importanza degli squali per gli ecosistemi marini, attraverso la formazione (seminari e workshop) e l’uso di diversi strumenti di comunicazione, tra cui una mostra itinerante, il sito web e degli opuscoli informativi, realizzati ad hoc per i diversi target.