25 December, 2024
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Dal 24 al 27 luglio so terrà a Narcao la trentaquattresima edizione del festival Narcao Blues, organizzata dall’associazione culturale Progetto Evoluzione.

Michael Coleman, Popa Chubby, Canned Heat, Fabio Treves, Mick Taylor, Eric Sardinas, John Mayall, Roberto Ciotti, Peter Green, Larry Carlton, James Cotton, Lucky Peterson, Luke Winslow-King, Billy Gibbons, Otis Taylor, James Senese: sono alcuni tra gli artisti saliti sul palco allestito da sempre in piazza Europa nell’arco di oltre tre decenni e che si appresta ad accogliere i protagonisti della trentaquattresima edizione in programma il prossimo luglio: Jason Ricci & The Bad Kind, Martin Barre, Tommy Castro & The Painkillers, Moore Plays Moore feat. Jack Moore, Southern Avenue, Selwyn Birchwood, Artur Menezes, Cek and The Stompers.

Due set per ognuna delle quattro serate, con il consueto assortimento di stili e di musicisti nazionali e internazionali: ancora una volta Narcao Blues declina la formula ben rodata in trentatré edizioni con un cartellone all’insegna della coerenza e della qualità delle proposte. «Nonostante le grandi difficoltà legate alla scarsa presenza di artisti blues in giro per l’Europaspiega il direttore artistico Gianni Melis siamo riusciti a garantire anche per questa trentaquattresima edizione del nostro festival un cartellone di grande qualità. Lo testimoniano i concerti in esclusiva nazionale di Jason Ricci e di Tommy Castro, due artisti incredibili che arriveranno direttamente dagli States per suonare a Narcao». Come sempre ci sarà spazio per nuove proposte già affermate, come i Southern Avenue, Selwyn Birchwood, Artur Menezes, e per il blues europeo con il progetto Moore Plays Moore e per quello italiano con Cek Franceschetti and The Stompers. «Poi la presenza di una leggenda del rock come Martin Barre dei Jethro Tull impreziosisce il cartellone e amplia ulteriormente i confini del festival, che sa guardare oltre il suo genere di riferimento, ma sempre tenendo fede al suo credo, quello che fa sì che la gente si fidi di noi ogni anno: la qualità degli artisti che calcano il nostro palco.»

Come da tradizione, ogni notte, dopo l’ultimo set in piazza Europa, la musica continuerà in Località Santa Croce: De Luca Blues e Cek and The Stompers gli artisti per ora già confermati.

Il biglietto per ciascuna serata costa 15 euro, l’abbonamento per l’intero festival 35 euro. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna, nel sito www.narcaoblues.it e nella piattaforma www.clappit.com.

Per informazioni, la segreteria del festival risponde all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblues.it e al numero 0781 87 50 71.

 

Conto alla rovescia per la trentatreesima edizione di Narcao Blues: da mercoledì 19 luglio a sabato 22 luglio si rinnova l’appuntamento con il più longevo festival blues in Sardegna, tappa immancabile dell’estate musicale nell’isola dei nuraghi. Una storia cominciata nel 1989 quella del festival che già dal nome rimarca il suo legame indissolubile con Narcao, e l’associazione culturale Progetto Evoluzione che lo organizza. John Mayall, Michael Coleman, Popa Chubby, Canned Heat, Mick Taylor, Eric Sardinas, Peter Green, Larry Carlton, James Cotton, Lucky Peterson, Otis Taylor, Eric Gales, Kris Barras, Robben Ford e Bill Evans: sono alcuni degli ospiti illustri che si sono affacciati nel corso degli anni sullo “storico” palco di piazza Europa. Un prestigioso elenco di artisti che si appresta ora a crescere e impreziosirsi con i protagonisti di questa edizione numero trentatré ai nastri di partenza: l’inglese Ben Poole, i francesi Lehmanns Brothers, le statunitensi Vanessa Collier, Joanna Connor, Nikki Hill e Carolyn Wonderland e i loro connazionali GA-20 e Sugaray Rayford. E ogni sera, al termine dei concerti sul palco centrale, ancora musica dal vivo nello spazio dopofestival in località Santa Croce; protagonisti alcuni nomi di primo piano della scena blues in Sardegna: Williboy Taxi e Vittorio Pitzalis, di scena mercoledì 19 e venerdì 21; Matteo Leone in trio giovedì 20 e da solo sabato 22.

A tagliare il nastro del trentatreesimo Narcao Blues, mercoledì 19 luglio alle 21.30, sarà il chitarrista e cantante inglese Ben Poole, considerato uno degli artisti rock, blues e soul più interessanti usciti dal Regno Unito negli ultimi tempi. Cresciuto immerso nella musica grazie all’influenza del padre, anch’egli musicista, da subito ha attirato l’attenzione con le sue esibizioni elettrizzanti: la rivista specializzata Total Guitar lo ha citato come uno dei chitarristi da tenere d’occhio nel 2010, e due anni dopo, come rappresentante del Regno Unito, ha ottenuto il terzo posto (su diciannove paesi partecipanti) all’European Blues Challenge a Berlino.
 
Il secondo set della serata (ore 23) tingerà di rosa il palco di Piazza Europa: al centro della scena Vanessa Collier, sassofonista e cantante statunitense capace di performance appassionate e coinvolgenti in cui fonde funk, rock e blues, grazie alla sua voce soul e all’energia del suo strumento. Dopo una doppia laurea presso il prestigioso Berklee College of Music di Boston nel 2013, questa poliedrica artista ha ottenuto presto importanti riconoscimenti, fra cui tre Blues Music Awards, due come “Miglior musicista per uno strumento a fiato dell’anno” nel 2019 e 2020, e uno nel 2022 come “Migliore artista femminile di blues contemporaneo” (titolo cui ha avuto la nomination anche per questo 2023).

Tutta a stelle e strisce la seconda serata sotto il cielo di Narcao: il compito di aprirla, giovedì 20 luglio (sempre alle 21.30), spetterà ai GA-20, un dinamico trio che predilige quei territori sonori in cui blues tradizionale, country e rock ‘n’ roll si intersecano. “Facciamo dischi che vorremmo ascoltare”, dice Matt Stubbs, voce e chitarra che ha accompagnato per anni il bluesman Charlie Musselwhite e condiviso il palco con artisti del calibro di James Cotton e John Hammond: “È la nostra interpretazione del blues elettrico tradizionale basato sulle canzoni che amiamo”. GA-20 nasce a Boston nel 2018 quando Stubbs incontra Pat Faherty (voce e chitarra), e il loro amore comune per il blues elettrico tradizionale, il R&B e il rock ‘n’ roll li ha portati a scrivere, esibirsi e infine registrare la loro visione moderna di questa musica
 
Dall’altra parte dell’Atlantico sbarca a Narcao anche il secondo protagonista della serata di giovedì, Sugaray Rayford, una delle voci soul blues più rappresentative della scena musicale statunitense, come certificano anche gli allori nella sua bacheca: una nomination ai Grammy per il suo album del 2020 Somebody Save Me, con cui ha vinto due tra i più importanti riconoscimenti ai Blues Music Awards, quelli di B.B. King Entertainer e Soul Blues Artist of The Year (quest’ultimo ottenuto per due anni consecutivi), e il più recente titolo di “Soul Blues Album of the Year 2023” ai Blues Music Awards per il suo ultimo disco, In Too Deep.

Serata tutta americana anche venerdì 21, ma in questo caso dalla dominante rosa: a salire per prima sul palco (come sempre alle 21.30) sarà la chitarrista e cantante Joanna Connor, classe 1962, nata a Brooklyn, cresciuta a Worcester, nel Massachusetts, ed esponente di primo piano della scena blues di Chicago, dove si è trasferita nel 1984. Nella città del vento è entrata presto a far parte della 43rd Street Blues Band di Dion Payton e ha condiviso il palco con artisti come Buddy Guy, Junior Wells, Otis Rush, Sammy Lawhorn, Pinetop Perkins, Hubert Sumlin, Magic Slim, Son Seals, Lonnie Brooks, Koko Taylor, prima di dare vita, nel 1988, al suo primo gruppo. Mettendo in mostra le sue doti chitarristiche e vocali nelle sue esibizioni settimanali al Kingston Mines di Chicago, ha catturato l’attenzione della Blind Pig Records che nel 1990 ha pubblicato il suo album di debutto, Believe It.
 
Ancora un’artista dalla verve coinvolgente al centro della scena per il secondo concerto in scaletta venerdì: intorno alle 23.00 riflettori puntati su Nikki Hill, cantante dalla voce distintiva e dalle energiche performance dal vivo. Originaria di Durham, nella Carolina del Nord, sin dall’infanzia ha cantato nel coro gospel della chiesa, ma ha coltivato anche un amore per vari generi musicali, come il R&B, il soul, il pop e l’hip-hop. Crescendo ha affinato il suo orecchio musicale per il garage rock, il rock’n’roll, il blues. 

Sarà l’esplosiva miscela sonora dei francesi Lehmanns Brothers, ad aprire alle 21.30 la quarta e ultima serata del festival, sabato 22 luglio. Il gruppo lega il suo nome all’Avenue Lehmann, la strada nella città di Angoulême dove, nel 2012, cinque studenti liceali si ritrovavano in un piccolo garage per condividere la comune passione per la musica afroamericana. Influenzati da artisti come Prince, Ghost-Note e D’Angelo, quei ragazzi rivisitano a modo loro il jazz-funk degli anni ’70, instillandoci variazioni provenienti da hip-hop, house e new soul. Niente cover, però: con tre EP all’attivo, propongono nei loro concerti solo brani originali, composti dai membri fondatori della band, il tastierista e cantante Julien Anglade, il chitarrista Alvin Amaizo e il bassista Clement Jourdan. Ad accompagnarli Dorris Biayenda alla batteria e alle percussioni, Jordan Soivin al trombone e Jonas Muel al sax tenore.
 
Alle 23.00, il compito di calare il sipario su un’edizione di Narcao Blues caratterizzata da tante protagoniste femminili nel cast del festival, spetterà all’americana Carolyn Wonderland
. Nata a Houston nel 1972, questa cantante, cantautrice e polistrumentista ha mosso da giovanissima, a quindici anni, i primi passi della carriera nei club della sua città prima di formare The Imperial Monkeys, il gruppo con cui ha iniziato ad affermarsi tra pubblico e critica, registrando una manciata di album, tra cui Groove Milk del 1993 e Bursting with Flavor del 1997, e andando in tour con B.B. King, Johnny Winter, Buddy Guy, gli Allman Brothers, Delbert McClinton e Buddy Miles. Guidando The Imperial Monkeys in diverse incarnazioni, gira gli Stati Uniti prima di sciogliere il gruppo quando si trasferisce ad Austin, nel 1999.

Il biglietto per ciascuna serata costa 15 euro, l’abbonamento per l’intero festival 35 euro. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna, nel sito www.narcaoblues.it e presso la sede dell’associazione culturale Progetto Evoluzione, in via Carbonia 11, a Narcao. L’ingresso è gratuito, invece, per tutte le serate allo spazio dopofestival in località Santa Croce. Per informazioni, la segreteria del festival risponde all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblues.it e al numero 0781 87 50 71.

La trentatreesima edizione di Narcao Blues è organizzata dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport) e della Fondazione di Sardegna, con il patrocinio del Comune di Narcao, e la collaborazione del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

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Straordinaria anteprima, da giovedì 8 a sabato 10 luglio, per la 31ª edizione del Festival “Narcao Blues” che avrà il suo clou in calendario due settimane dopo, dal 21 al 25 luglio.

Nel corso di tre decenni il festival ha presentato alcuni tra i nomi più rilevanti della scena blues mondiale, come Michael Coleman, Popa Chubby, Canned Heat, Mick Taylor, Eric Sardinas, John Mayall, Peter Green, Larry Carlton, James Cotton, Lucky Peterson, Luke Winslow-King, Billy Gibbons, Otis Taylor, tra gli altri; una vocazione internazionale che Narcao Blues – dopo aver festeggiato in modalità “autarchica” le sue trenta edizioni, nell’anno della pandemia – rilancia adesso ospitando artisti in arrivo da lontano, pur senza distogliere l’attenzione dai talenti nazionali e locali. Il palco allestito nella “storica” piazza Europa si prepara dunque ad accogliere gli statunitensi Robben Ford e Bill Evans, Roosevelt Collier con la sua band, Neal Black & The Healers, la cantautrice e chitarrista anglofrancese Laura Cox, l’organista austriaco Raphael Wressnig con la cantante inglese Helena May, la formazione lettone Latvian Blues Band, il gruppo vocale dello Zimbabwe Insingizi, il cantante burundese J.P. Bimeni ed il maliano Baba Sissoko con sua figlia Djana, la cantante irlandese Kaz Hawkins, e poi gli italiani Roberto Luti ed Elisabetta Maulo, i Morblus di Roberto Morbioli, Nick Becattini con la sua band, i sardi King Howl, Vittorio Pitzalis, il duo Don Leone.

«Dopo aver celebrato la trentesima edizione nel 2020 omaggiando il blues isolano, il Narcao Blues festival ritrova in questa trentunesima edizione la sua vocazione internazionale – afferma il presidente dell’associazione Progetto Evoluzione, Francesco Musa -. In un contesto complicato e in continua evoluzione creato dalla pandemia, l’organizzazione di un evento di questa portata è stata una autentica sfida. Tuttavia, siamo riusciti ad allestire un cartellone coerente con la linea artistica del festival – dove il blues è da sempre protagonista indiscusso – e di sicuro valore. Alla tre giorni di anteprima, che vedrà protagonisti su tutti Robben Ford e Bill Evans, si aggiungeranno altri cinque appuntamenti nella consueta penultima settimana di luglio. La situazione attuale, che risente della pandemia ancora in corso, ha reso difficile gli spostamenti dagli Stati Uniti, dai quale provengono la maggior parte degli artisti che solitamente calcano il palco del Narcao Blues, ma al tempo stesso ha permesso di focalizzare l’attenzione sulle realtà del Blues Europeo, ormai affermatesi anche oltre oceano.»

Organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao, il festival fa parte dell’Italian Blues Union, l’associazione che riunisce l’intero mondo del blues nazionale e si riconosce sotto l’insegna dell’European Blues Union, di cui è rappresentante per l’Italia proprio il direttore artistico di Narcao Blues, Gianni Melis.

L’anteprima – La trentunesima edizione di Narcao Blues vivrà la sua anteprima da questo giovedì 8 luglio a sabato 10. E c’è già il tutto esaurito. Ad aprire la tre giorni saranno due stelle della scena statunitense, il chitarrista Robben Ford ed il sassofonista Bill Evans, affiancati da una sezione ritmica che schiera Gary Grainger al basso e Wolfgang Haffner alla batteria. Il progetto si muove sull’onda dell’album “The Sun Room”, pubblicato nel 2019, che affonda le radici nel blues spingendosi oltre i confini del genere, per arrivare a esplorare le sonorità del jazz e del rock. A precedere sul palco Robben Ford e Bill Evans sarà alle 21.30, il bluesman cagliaritano Vittorio Pitzalis, tra i massimi esponenti della “musica del diavolo” in Sardegna, che torna a Narcao con il nuovo disco, uscito lo scorso dicembre, “The time has come”.

Serata africana, venerdì (9 luglio), aperta alle 21.30, dal gruppo vocale dello Zimbabwe Insingizi, con Vusa Mkhaya Ndlovu (tenore), Dumisani Ramadu Moyo (voce solista) e Blessing Nqo Nkomo (basso e percussioni). Il trio è ambasciatore nel mondo dello stile vocale africano ‘mboube e della spettacolare gumboot dance (danza con gli stivali dei minatori sudafricani). Alle 22.30 spazio a Baba Sissoko, polistrumentista e maestro del tamani (il talking drum), che in duo con la figlia Djana presenterà il progetto “African Groove”, capace di spingere la musica del continente più antico del mondo verso nuove strade ed influenze.

Chiude il trittico di anteprime il doppio appuntamento di sabato 10 luglio: alle 21.30 salirà sul palco il chitarrista e cantante pistoiese Nick Becattini, per l’occasione impegnato nella presentazione del suo ultimo progetto discografico, “Lifetime Blues”, accompagnato da Keki Andrei all’Hammond e tastiere, Anacleto Orlandi al basso ed Enrico Cecconi alla batteria. A seguire il veronese Roberto Morbioli, anche lui voce e chitarra, alla testa della band che ha formato trent’anni fa, i Morblus, battezzandola così sulla combinazione tra il suo cognome e la parola “blues”.
 
Il Festival. Dopo le anteprime di questa settimana, la trentunesima edizione di Narcao Blues entra nel vivo mercoledì 21 luglio, alle 21.30, con il concerto del musicista statunitense Roosevelt Collier, atteso sul palco di piazza Europa con la sua inseparabile pedal steel, strumento della famiglia dei cordofoni che lo accompagna nella sua carriera da leader e sideman e che l’ha visto collaborare con formazioni del calibro degli Allman Brothers, Tedeschi-Trucks, Los Lobos, Del McCoury Band e tanti altri. Nel 2017 il musicista originario della Florida ha debuttato con il progetto Bokanté, una “World Music All-Star Band” creata da Michael League, il fondatore degli Snarky Puppy. Risale al 2018 il suo atteso album di debutto, “Exit 16”, che fonde al suo interno un’incredibile miscela di blues, gospel, rock e funk, il tutto raccolto dal produttore e compagno di band Michael League per la GroudUp Records, etichetta indipendente statunitense. A Narcao Roosevelt Collier sarà accompagnato da Ferran Rico Andrés alle tastiere, Kevin Díaz Graverán al basso ed Artur Ponsà i Obach alla batteria.

Alle 22.30 riflettori puntati sul cantante burundese J.P. Bimeni affiancato dai musicisti del gruppo spagnolo The Black Belts: Ricardo Martínez Losa alla tromba, Rafael Díaz al sassofono, Alejandro Larraga alle tastiere, Fernando Vasco alla chitarra, Pablo Cano al basso e Rodrigo Ulises alla batteria. Discendente da una famiglia reale del Burundi, J.P. Bimeni si trasferisce a Londra nel 2001, dove abbraccia le infinite possibilità musicali che la città gli offre: jam sessions con la band di Roots Manuva, serate open mic insieme a Shingai Shoniwa dei Noisettes, e persino un incontro con una Adele allora adolescente. Ma è l’invito a unirsi a una band tributo a Otis Redding, nel 2013, a portarlo verso la strada che ancora oggi sta percorrendo. Partecipando come ospite del gruppo funk Speedometer a uno show in Spagna nel 2017, viene notato dalla Tucxtone Records. Ha inizio così il suo progetto insieme ai Black Belts, con cui registra il suo album di debutto, “Free Me”, dove J.P. Bimeni sorprende con una voce che ricorda quel soul del primo Otis Redding, in cui risuona l’anima dell’Africa. Le sue canzoni parlano di amore e perdita, speranza e paura, con una convinzione che arriva dalle esperienze straordinarie con cui la vita lo ha messo alla prova.

Giovedì 22 luglio, alle 21.30, a rendere incandescenti valvole e amplificatori sarà il blues di Laura Cox, chitarrista divenuta un vero e proprio fenomeno del web, con milioni di visualizzazioni per i suoi video su YouTube, dove conta tantissimi iscritti. Spinta dal grande seguito virtuale, la musicista di origini anglofrancesi ha fondato la Laura Cox Band, con la quale ha viaggiato tra Francia, Belgio, Spagna e Svizzera, condividendo il palcoscenico con artisti del calibro di Joanne Shaw Taylor, Chris Slade (AC/DC) e Dr Feelgood. La sua musica fonde diverse influenze, come Lynyrd Skynyrd e ZZ Top, fino all’hard rock degli AC/DC. Due gli album all’attivo, “Hard Blues Shot” (2017) e “Burning Bright” (2019), pubblicati per l’etichetta Verycords. Con Laura Cox sul palco di piazza Europa ci saranno Mathieu Albiac alle chitarre, Marine Danet al basso e Antonin Guerin alla batteria.

Il groove potente e pirotecnico di Raphael Wressnig la farà da padrone nel secondo set, intorno alle 22.30, in un concerto che fonde tra loro tradizione e innovazione, combinando l’autenticità del blues con la graffiante grinta del funk. Classe 1979, l’hammondista austriaco conta una ventina di album all’attivo e numerosi riconoscimenti come miglior organista dell’anno, giunti da riviste di settore come Downbeat. Raphael Wressnig sarà a Narcao con Enrico Crivellaro alle chitarre e Hans-Jürgen Bart alla batteria e con la cantante inglese Helena May.
 
La serata di venerdì 23 luglio si aprirà con un gradito ritorno per il festival Narcao Blues: sul palcoscenico, con il consueto orario di inizio alle 21.30, è atteso infatti il chitarrista toscano Roberto Luti, vecchia conoscenza del festival sulcitano, dove ha suonato nel 2015 con l’imponente collettivo Playing for Change, progetto multimediale per opera del produttore discografico statunitense ed ingegnere del suono Mark Johnson. Originario di Livorno, Luti è un vero e proprio asso del genere di matrice afroamericana in Italia e una lunga esperienza negli Stati Uniti. Per l’occasione sarà affiancato dalla cantante Elisabetta Maulo (leader della band Betta Blues Society), muovendosi dal blues delle origini, alle sonorità del Delta, passando per i suoni degli anni ’30 reinterpretati con passione, grinta e raffinatezza.

Alle 22.30 riflettori puntati sulla cantante e tastierista irlandese Kaz Hawkins, artista poliedrica che ha attraversato molti generi musicali in trent’anni, raggiungendo una meritata consacrazione grazie a un’esibizione a supporto di Van Morrison nel 2012 a Belfast. Accompagnata dalla sua Band O’ Men – composta da Stef Paglia alle chitarre, Julien Franck Boisseau al basso e Amaury Louis André Blanchard batteria -, Kaz Hawkins renderà omaggio all’icona Etta James, suo indiscusso punto di riferimento, e alle grandi voci della storia del blues. La bandiera degli Stati Uniti sventolerà ancora una volta sul palco del festival nel primo set di sabato 24 luglio (come sempre alle 21.30): protagonista Neal Black, stella di prima grandezza nel firmamento del blues internazionale, abile nel fondere Texas blues, rock e roots music. Definito dalla critica come “The Master of High Voltage Texas Boogie”, nella sua ultratrentennale carriera il chitarrista e cantante texano ha condiviso il palco e lo studio con alcuni dei più grandi bluesman, come Robben Ford, Popa Chubby e Chuck Berry, e ha raccolto recensioni a pieni voti da riviste del calibro di Rolling Stone, raggiungendo in diverse occasioni la posizione numero uno nelle classifiche radiofoniche europee. A Narcao suonerà con la sua band, The Healers, che vede Mike Lattrell al pianoforte, Abder Benachour al basso e Natan Goessens alla batteria.

Arriva invece dalla Lettonia la formazione sul palco nella seconda parte della serata di sabato 24: la Latvian Blues Band, tra le migliori realtà del panorama europeo contemporaneo. Ispirata da grandi del blues come B.B. King e Muddy Waters, il gruppo baltico trova una personalissima sintesi spaziando dallo stile di New Orleans al Chicago Blues, tra standard e composizioni originali. Al centro dei riflettori a partire dalle 22.30 circa, Janis Bukovskis alla voce e alla chitarra, Artis Locmelis alle tastiere e organo Hammond, Viesturs Grapmanis alla tromba, Arturs Sebris al sassofono baritono, Marcis Kalnins al basso e Rolands Saulietis alla batteria.

Sipario sul festival domenica 25 luglio con un imperdibile triplo appuntamento dedicato al blues isolano: si comincia alle 21.30 con la proiezione di “The Search”, il docufilm di Diego Pani che racconta il viaggio compiuto nel profondo sud degli Stati Uniti da una delle formazioni di spicco della scena blues sarda, il duo Don Leone dei sulcitani Donato Cherchi e Matteo Leone. Viaggiando tra Tennessee, Mississippi e Louisiana, il lavoro ritrae in 43 minuti un paesaggio culturale ancora legato alla memoria dei musicisti iconici che hanno abitato le città e le campagne di questo enorme pezzo di America. In questo scenario i due protagonisti si muovono per la prima volta, esplorando un mondo musicale complesso, alla ricerca del proprio blues.

Dallo schermo al palcoscenico: ad aprire l’ultima serie di appuntamenti con la musica dal vivo, intorno alle 22.30, sarà proprio il duo Don Leone, progetto nato nel 2016 dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: questa l’essenza del sodalizio artistico di Donato Cherchi e Matteo Leone, vincitori dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che ha portato il duo a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 a Hell, in Norvegia, e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge di Memphis.

Il compito di chiudere la trentunesima edizione di Narcao Blues, spetterà poi a un’altra band di primo piano nel panorama isolano, i King Howl, formazione cagliaritana attiva dal 2009. Nell’Heavy Blues di Diego Pani (voce e armonica), Marco Antagonista (chitarra), Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria), i suoni della prima metà del Novecento, di grandi bluesmen come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.

Il Festival. Narcao Blues prende vita nel 1989 per iniziativa dell’associazione culturale Progetto Evoluzione, nata l’anno prima con l’obbiettivo di contribuire alla crescita e lo sviluppo socioculturale del Sulcis, con una particolare attenzione verso i giovani. Oltre al festival vari progetti paralleli sono nati nel corso del tempo, dal South In Blues alla Gospel Explosion (rassegna itinerante che si tiene a dicembre), e poi seminari e conferenze per le scuole: iniziative che dimostrano come l’attività dell’associazione culturale Progetto Evoluzione e del proprio staff sia in continua crescita ed espansione, nonostante le difficoltà e le sfide che si presentano ogni anno. Di recente il Narcao Blues si è anche messo in luce per essere uno dei festival fondatori dell’Italian Blues Union, l’unione degli organizzatori e appassionati di blues dello Stivale. L’associazione fa capo alla più estesa European Blues Union, realtà che riunisce al suo interno ben ventitré nazioni.

Biglietti e abbonamenti. I biglietti interi per le serate di mercoledì 21, giovedì 22, venerdì 23 e sabato 24 luglio costano 12 euro, 10 i ridotti; il biglietto per la serata di domenica 25 luglio costa 5 euro; 30 euro è invece il costo dell’abbonamento per le cinque serate. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna e attraverso il portale www.narcaoblues.it .

Come già nella passata edizione, le serate avranno i posti limitati a quattrocento persone (duecento in più rispetto al 2020). L’apertura dei cancelli avverrà alle ore 20, e non sarà necessario munirsi di green pass per assistere agli spettacoli, ma verrà rilevata la temperatura all’ingresso a tutti gli spettatori.

Per informazioni, la segreteria dell’associazione culturale Progetto Evoluzione risponde all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblues.it e al numero 0781875071. Notizie e aggiornamenti sul sito www.narcaoblues.it e alla pagina www.facebook.com/narcao.blues.

 

 

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Il blues torna protagonista nell’estate degli spettacoli in Sardegna per salutare una ricorrenza significativa per questo genere musicale nell’isola: dal 26 al 29 agosto si festeggiano infatti le trenta edizioni di Narcao Blues organizzate dall’associazione Progetto Evoluzione, che nel corso di tre decenni ha consolidato la propria immagine e notorietà in Italia (e non solo), ospitando nomi di spicco della scena internazionale di questa musica e dei suoi immediati dintorni: artisti come Michael Coleman, James Cotton, Popa Chubby, Scott Henderson, Canned Heat, Mick Taylor, Robben Ford, John Mayall, The Neville Brothers, Peter Green, Larry Carlton, Ana Popovic, The Original Blues Brothers Band, Lucky Peterson, Eric Bibb ed Otis Taylor, tra gli altri, ma senza distogliere l’attenzione dai talenti nazionali (Fabio Treves, James Senese, Roberto Ciotti) e locali (Francesco Piu, Vittorio Pitzalis, Don Leone).
In questo momento così particolare, dovuto agli effetti della pandemia Covid-19, il festival slitta dal tradizionale periodo di luglio a fine agosto, riaffermando la sua presenza a seguito delle nuove disposizioni regionali in merito ai grandi eventi.
“Sardinia Plays Blues Festival” – questo il titolo scelto per caratterizzare la trentesima edizione di Narcao Blues, proporrà un cartellone composto da artisti isolani, chiamati a esibirsi non solo nella “storica” piazza Europa, che da tre decenni ospita tutti gli appuntamenti principali, ma anche in alcuni dei siti più belli e interessanti del territorio.
«Stiamo lavorando per rimodellare il festival a seguito delle nuove disposizioni in merito allo spettacolo dal vivo emanate dalla Regione Autonoma della Sardegna –spiega il direttore artistico Gianni Melis -: a causa delle limitazioni derivanti dall’emergenza sanitaria, dovremo rinunciare in questa edizione al consueto programma in cui artisti internazionali si alternano a quelli nazionali ed isolani. Ma queste limitazioni ci danno l’opportunità, ripensando completamente il progetto, di lavorare per valorizzare i bluesmen della nostra isola, dando loro visibilità e pubblicizzandoli attraverso azioni mirate per meglio farli conoscere insieme al nostro bellissimo territorio. L’idea è quella di farli esibire sul palco di Narcao ma anche in luoghi di particolare interesse, e di filmarli mentre suonano la loro musica; tutto questo con il doppio obiettivo di promuovere i nostri artisti e, insieme, il territorio del Sulcis con le sue peculiarità culturali, ambientali ed eno-gastronomiche, attraverso un DVD che l’associazione culturale Progetto Evoluzione si farà carico di produrre e distribuire ai maggiori festival ed alle più importanti agenzie di booking internazionali attraverso l’associazione EBU (European Blues Union) della quale ci onoriamo di far parte.»
Organizzata dall’associazione culturale Progetto Evoluzione, la trentesima edizione di Narcao Blues si prepara all’appuntamento di fine agosto con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del Comune di Narcao.

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E’ tutto pronto, a Narcao, per la ventinovesima edizione di Narcao Blues, in programma da mercoledì 17 a domenica 21 luglio.
Quattro serate con due set per ciascuna ed il consueto assortimento di stili e di artisti internazionali e nazionali: la formula che caratterizza tradizionalmente il palinsesto di Narcao Blues registra quest’anno la novità dell’aggiunta di una quinta data (domenica 21). In arrivo sul palco allestito, come sempre, in piazza Europa, gli statunitensi Scott Henderson, The Original Blues Brothers Band e, in esclusiva nazionale, The Allman Betts Band; e, ancora, il canadese Anthony Gomes, lo spagnolo Gecko Turner, il maliano Vieux Farka Touré e gli italiani Noemi, Dany Franchi e Nannigroove Experience. E poi ancora musica sotto le stelle, tutte le notti dopo i concerti serali, con formazioni e musicisti isolani nello spazio allestito in località Santa Croce.

Non solo musica, al ventinovesimo Narcao Blues, con “30 anni in volo”, un’esposizione performativa che evoca la storia della compagnia Theatre en vol, partner dell’associazione Progetto Evoluzione in Art Explosion – Cantiere internazionale ed interdisciplinare delle arti performative.

Organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del Comune di Narcao, il festival fa parte dell’Italian Blues Union, l’associazione che riunisce l’intero mondo del blues nazionale e si riconosce sotto l’insegna dell’European Blues Union, di cui è rappresentante per l’Italia proprio il direttore artistico di Narcao Blues, Gianni Melis.

Ogni serata di Narcao Blues si distingue sotto un titolo che ne rispecchia le peculiarità artistiche: la prima, quest’anno, è all’insegna degli “Strange Fruits”. Ad aprire l’intensa cinque giorni, questo  mercoledì 17 luglio, alle 21.30,  sarà lo spagnolo Gecko Turner (voce, tastiere e chitarra), per la prima volta sul palcoscenico di piazza Europa con i suoi The Afrobeatnick All-Stars: Pablo Hernandez al sassofono, Frank Santiuste alla tromba, Javi Mojave alle percussioni, Patrick Umoh al basso, Miguel Zamora alla chitarra ed Akin Onasanya alla batteria.

Cresciuto a Badajoz, Fernando Gabriel Echave Pelaez (questo il vero nome di Gecko Turner) a vent’anni si trasferisce a Londra e suona nelle stazioni della metropolitana. Rientrato in patria, fonda The Animal Crackers, una band caratterizzata da un suono molto “metallico”, con cui incide due album. Inizia quindi ad approfondire e sperimentare svariati generi musicali, e nel 2003 pubblica l’album “Quapapaséa”, che raccoglie ottimi riscontri da pubblico e critica in Europa e Giappone. Successivamente pubblicato negli Stati Uniti, il disco lo porta a un tour promozionale e a numerosi concerti in radio e televisione a Los Angeles, New York e nel Texas. Nel 2006 esce “Chandalismo Illustrado”, tra i migliori venti dischi dell’anno per la rivista inglese Swell; acclamato come rivelazione dai lettori di El Pais, Gecko Turner tiene concerti in Spagna, Danimarca, Svezia e Germania, dove suona a Berlino durante la Coppa del Mondo. Nel 2007 si trasferisce negli USA dove pubblica tre album, “Manipulado“, “Gone Down South” (2010) e “That Place By The Thing With The Cool Name” (2015). Negli ultimi anni, le sue canzoni sono state inserite in oltre settanta compilation distribuite in tutto il mondo, e utilizzate in alcuni film e diversi spot televisivi.

Alle 23.00, nel secondo set della serata, ad accendere gli amplificatori e imbracciare la chitarra sarà il maliano Vieux Farka Touré, accompagnato da Marshall Henry al basso ed Adama Kone alla batteria e alle percussioni. Il musicista di Niafunké, spesso definito dalla critica il “Jimi Hendrix del Sahara”, è figlio di Ali Farka Touré, il leggendario chitarrista scomparso nel 2006. E proprio al padre ha voluto rendere omaggio nel suo primo disco, pubblicato nel 2007, in cui traduce, attraverso la sua personalissima cifra stilistica, il linguaggio e la musica dell’Africa occidentale, dove il blues affonda le sue radici. Nel 2009 Vieux Farka Touré prosegue il suo percorso di sintesi e ricerca con il secondo disco, “Fondo”, sviluppando il proprio suono arricchito da elementi attinti dal rock, dalla musica latina e africana. Dopo due intensi anni di concerti (che lo vedono esibirsi anche in apertura della Coppa del Mondo in Sudafrica) e un album dal vivo (“Live”, del 2010), pubblica il suo terzo disco in studio, “The Secret” (2011), con cui si afferma definitivamente come uno dei più fulgidi talenti della nuova generazione di musicisti africani. Collaborando nel 2012 con il musicista e compositore israeliano Idan Raichel, registra “The Tel Aviv Session”, salutato da fan e critici come uno dei migliori album di collaborazioni nella storia della musica internazionale. Nel 2013 pubblica “Mon Pays“, che lo porta a ricordare al mondo la bellezza e la cultura del Mali, sua terra d’origine, mentre è del 2017 “Samba” (questo era il soprannome attribuitogli dalla sua famiglia, che nella lingua Songhai significa “secondo nato“), registrato di fronte a un pubblico dal vivo in studio a Woodstock.

Sotto il titolo “Guitar Masters”, la serata di giovedì 18 luglio sarà illuminata da due vere e proprie stelle del firmamento blues mondiale, di ritorno a Narcao più di vent’anni dopo la loro prima esibizione nel Sulcis. Apre, alle 21.30, il blues tagliente e ruvido di Anthony Gomes, chitarrista, cantante e cantautore inserito a ragione nella Billboard Blues Artist, classifica stilata dall’autorevole rivista statunitense. I suoi concerti ad alta energia, il suo indiscutibile carisma e l’inconfondibile presenza scenica, lo rendono uno dei migliori artisti nel circuito rock e blues attualmente in circolazione. Recentemente balzato agli onori della critica con il disco “Peace, Love & Loud Guitars” (Up 2 Zero, 2018), miglior album blues secondo i magazine Blues Rock Review e Sound Guardian Magazine, il musicista canadese (classe 1970) mira a ricreare le emozioni che i bluesmen delle origini suscitavano in chi li ascoltava, ritrovando quella scintilla creativa presente agli albori del genere, ma strizzando l’occhio alla modernità e alle evoluzioni del nostro tempo. Nel corso della sua carriera, Anthony Gomes si è esibito al fianco di artisti del calibro di B.B. King, Buddy Guy, Robert Plant, Jonny Lang, Robert Cray, solo per citarne qualcuno. Fortemente convinto che la musica possa e debba ispirare lo spirito umano, il musicista originario di Toronto si è fatto fondatore nel 2010 della Music Is The Medicine Foundation, organizzazione senza scopo di lucro impegnata a migliorare la vita dei più sfortunati attraverso il potere curativo dell’arte dei suoni. Giovedì, a Narcao, Anthony Gomes (voce e chitarra), sarà affiancato da Jeremy Howard alla batteria e Jacob Mreen al basso.

Nel secondo set, intorno alle 23.00, il festival cala uno dei suoi assi: il funambolico e geniale chitarrista Scott Henderson, leader dei Tribal Tech e sideman di fiducia di autentiche leggende della musica come Joe Zawinul, Chick Corea e Jean-Luc Ponty. Caratterizzato da un fraseggio nervoso, scattante e a tratti isterico, lo stile del chitarrista statunitense prende forma fin dalla sua adolescenza, quando viene fortemente influenzato dalla musica di Jimi Hendrix, Jimmy Page e B.B. King, tra gli altri. La definitiva consacrazione arriva a trent’anni, nel 1984, con i Tribal Tech, formazione fusion da lui fondata e con la quale inciderà ben dieci album. Miglior chitarrista del mondo, secondo i sondaggi indetti dalle prestigiose riviste “Guitar World” nel 1991 e “Jazz Guitarist” nel 1992, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove contaminazioni, nel 1994 Scott Henderson decide di concentrare studio e scrittura sul blues registrando il disco “Dog Party” insieme alla leggendaria cantante Thelma Houston (attiva in ambiente Motown negli anni Settanta). Tre anni dopo, galvanizzato dai tanti consensi raccolti, prosegue nel solco della musica del diavolo incidendo “Tore Down House”, granitica raccolta dove il meditato e sofferto sound del Delta incontra quello più brioso e ruvido del Texas. Risale al 2002, invece, “Well to the Bone”, che ne testimonia ancora una volta la vicinanza al genere dalle dodici battute, la straordinaria poliedricità e l’innata capacità di muoversi sapientemente tra blues, rock e musica jazz. A Narcao il chitarrista di West Palm Beach sarà sul palco di piazza Europa con il bassista Romain Labaye ed il batterista Archibald Ligonniere, pirotecnici musicisti con cui forma un trio dall’elevata carica energetica.

“From Blues to Rock” è l’insegna della serata di venerdì 19 luglio, che alle 21.30 punterà i riflettori su Dany Franchi, uno tra i migliori nuovi talenti nel panorama blues internazionale, accompagnato da Manu Ghirlanda all’organo Hammond, Michael Tabarroni al basso e Matteo Leoncini alla batteria. Classe 1990, il chitarrista e cantante genovese ha inciso nel 2012 il suo primo disco, “Free Feeling”, autoproduzione che due anni dopo (nel 2014) l’ha portato a registrare il secondo album, “I Believe”, negli Stati Uniti, in Ohio, alla corte di Sean Carney, vincitore dell’International Blues Challenge nel 2007. Nel 2017 la leggenda texana del blues Anson Founderburgh e Don Ritter di Category 5 Amps (nota casa produttrice di amplificatori su scala mondiale) decidono di produrre il terzo album di Dany Franchi, “Problem Child“, registrato nel famoso studio di Stuart Sullivan a Austin (Texas), coinvolgendo musicisti di primissimo piano sulla scena internazionale, come Jim Pugh e Wes Starr. Il disco ha raccolto una messe di consensi e si è classificato al quarto posto nella Billboard Blues Chart. Nel corso della sua ancora breve ma intensa carriera, Dany Franchi ha condiviso il palcoscenico con artisti del calibro di Ronnie Earl, Kim Wilson & The Fabulous Thunderbirds e lo stesso Anson Founderburgh. Gli ultimi due anni l’hanno visto esibirsi in prestigiosi festival attorno al mondo (Blues From the Top in Colorado, Bayfront Blues Festival, Dallas International Guitar Festival, Greeley Blues Jam, tra gli altri), consacrandolo definitivamente come uno tra i musicisti più interessanti della sua generazione.

Il secondo concerto di venerdì (ore 23) è un’esclusiva nazionale per Narcao Blues e investirà gradinata e platea con le atmosfere del più autentico Southern rock dell’Allman Betts Band, capitanata da due figli d’arte d’eccezione: Devon Allman e Duane Betts, cantanti, chitarristi e figli rispettivamente di Gregg Allman e Dickey Betts, storici fondatori del gruppo statunitense The Allman Brothers Band, capostipite del sottogenere della musica rock sviluppatosi nella seconda metà degli anni Settanta negli stati meridionali degli Stati Uniti. Dopo un anno di successi come The Devon Allman Project, i due musicisti cresciuti a pane e Gibson Les Paul, uniscono le forze per continuare il messaggio tramandatogli dai genitori, con la decisa intenzione di incidere un nuovo album e affrontare un tour mondiale che includerà nuova musica, canzoni dei loro progetti solistici e brani classici degli Allman Brothers e Gregg Allman, in onore del cinquantesimo anniversario dalla nascita della storica band. Il nuovo album, attualmente in fase di lavorazione, sarà registrato nei leggendari Muscle Shoals Sound Studios e sarà prodotto da Matt Ross-Spang (già produttore di Jason Isbell, Margo Price, John Prine ed Elvis Presley). Sul palco di piazza Europa, con Devon Allman e Duane Betts, ci saranno Johnny Stachela alla chitarra, Berry Oakley Jr. al basso, John Lum alla batteria, John Ginty alle tastiere e R. Scott Bryan alle percussioni.

All’insegna di “Celebrating the Festival”, la penultima serata – sabato 20 luglio -, evolverà, come di consueto, in una grande festa per salutare le ventinove candeline di Narcao Blues. Apertura alle 21.30 con Nannigroove Experience, progetto del giovane batterista di Berchidda Giovanni Gaias, affiancato da Giuseppe Spanu alla chitarra e Jim Solinas all’organo hammond, pianoforte e basso. Cresciuto ai piedi del Limbara, Giovanni Gaias è entrato prestissimo nel mondo della musica iniziando a suonare la tromba nella Banda “Bernardo Demuro” del suo paese. Dopo qualche anno capisce, però, che la batteria sarebbe stato il suo strumento, e inizia a studiarla con dedizione, sacrificio e passione. L’incontro con il bluesman Francesco Piu risulta decisivo nel suo percorso di crescita e, dopo averne aperto i concerti, viene in breve tempo inserito stabilmente nella sua formazione. La musica gli scorre nelle vene, e per questo motivo decide di partire per andare a studiarla e perfezionarsi alla Lizard, rinomata accademia musicale di Firenze, dove si diploma con il massimo dei voti. Nonostante la giovanissima età (è nato nel 1996), Giovanni Gaias vanta già al suo attivo l’apertura di concerti per Doyle Bramhall II, Trombone Shorty, Matt Schofield, Lurrie Bell, Vintage Trouble e la partecipazione a importanti festival come Pistoia Blues Festival, Blues Sur Seine, Narcao Blues Festival, La Nuit Blues de Marnaz, Bitonto Blues Festival, Madame Guitar, Pignola in Blues, tra i tanti. L’anno scorso ha lavorato al suo primo progetto discografico, “Nannigroove Experience vol. I”, da lui composto, arrangiato, missato, cantato e suonato. Il suo stile è venato da molteplici influenze che si diramano tra black music, funk ed immediati dintorni.

A catalizzare l’attenzione, alle 23.00, sarà The Original Blues Brothers Band, formazione il cui nucleo fu scelto personalmente da John Belushi e Dan Aykroyd per il celeberrimo film del 1980 di John Landis, al quale hanno partecipato in veste di attori/cantanti artisti come James Brown, Aretha Franklin, Ray Charles, Cab Calloway, tra gli altri. La band ha segnato un punto di partenza importante per tutto l’universo blues, contribuendo in maniera determinante alla diffusione capillare del genere musicale, spesso colpevolmente ignorato dai media. Dalla sua formazione, si è esibita trionfalmente in contesti internazionali di spessore e su palchi prestigiosi come l’Olympia di Parigi, dove, per la prima volta nella sua storia, sono state rimosse le sedie per far ballare gli spettatori. The Original Blues Brothers Band è capitanata dal sassofonista “Blue Lou” Marini, musicista del leggendario Saturday Night Live (programma comico e di varietà in onda il sabato sera sulla NBC), dove nel 1975 John Belushi, all’epoca attore dello show, lo aveva notato e ascoltato nella sezione fiati suonare con Joe Cocker, Ray Charles ed Aretha Franklin; con lui, a Narcao, ci saranno Murphy “and The Magic Tones” Dunne al pianoforte, Leon “The Lion” Pendarvis alle tastiere, Tommy “Pipes” McDonnell ai cori, Birch “Crimson Slide” Johnson al trombone, Rob “The Honeydripper” Paparozzi ai cori, James “Hags” Haggerty al basso, Steve “Catfish” Howard alla tromba e Lee “Funkytime” Finkelstein alla batteria. Tra i membri che non facevano parte del nucleo originario, John Tropea, chitarrista che vanta collaborazioni con Van Morrison e Billy Cobham e una carriera solista di rispetto. Dall’anno in cui si è riunita, il 1988, la band ha inciso dischi con Dan Aykroyd, alias “Elwood Blues”, B.B. King, Eric Clapton, James Brown e molti altri, ma è dal vivo che sa esprimere al massimo la sua coinvolgente energia.

La quinta e ultima serata del festival, domenica 21 luglio, ha per protagonista assoluta Noemi, a Narcao per una tappa del suo Blues & Love Summer Tour 2019, in cui la cantante romana omaggia la black music, riproponendo alcuni tra i suoi brani più celebri in chiave blues, spaziando dal funky al reggae e interpretando le cover dei più grandi artisti internazionali che hanno influenzato la sua carriera. Ad affiancarla sul palco di piazza Europa, Gabriele Greco al basso, Marcello Surace alla batteria, Michele Papadia alle tastiere, Andrea Palombini alla tromba, Matteo Acclavio al sassofono, Giorgio Capovivo al trombone e Maurizio Filardo alla chitarra. Noemi, al secolo Veronica Scopelliti, ha partecipato nel 2009 alla seconda edizione di X Factor, mettendosi in luce per la sua voce grintosa e graffiante. Con il singolo Briciole scala l’airplay radiofonico e le classifiche, ottenendo il disco d’oro e firmando un contratto per l’etichetta discografica Sony Music. Al suo attivo vanta cinque partecipazioni al Festival di Sanremo e numerosi premi e riconoscimenti, inclusi cinque Wind Music Awards e un Premio TV – Premio regia televisiva oltre a varie nomination ai World Music Awards, ai TRL Awards, all’OGAE e una al Nastro d’argento. Il 21 giugno 2017, nel giorno della Festa della Musica, Noemi è entrata nei Guinness dei primati per il maggior numero di concerti eseguiti in dodici ore.

Spenti i riflettori in piazza Europa, la musica proseguirà ogni sera presso l’agriturismo in Località Santa Croce. Mercoledì 17 e venerdì 19 tingeranno la nottata di note blues Marco Farris (armonica e voce), e Femi Precious (chitarra e voce). Giovedì 18 luglio a cantare sotto le stelle sarà invece The Sharecroppers duo di Alberto Murru (voce e chitarre) e Matteo Oggianu (chitarre). Sabato 20 chiuderà la serie il Jim Solinas Project, con il leader Jim Solinas alle tastiere, Giuseppe Spanu e Vincenzo Melchiorre Ricci alle chitarre e Giovanni Gaias alla batteria.

In occasione di Narcao Blues, debutta l’ultimo capitolo del racconto dei primi trent’anni di attività del Theatre en vol, storica compagnia di casa a Sassari, attiva nell’ambito del teatro urbano, sociale e comunitario. ARMONICICLO B.A.U.U. – quadro di teatro urbano site specific e work in progress – condensa nei suoi segni e sensi il percorso che la compagnia ha fatto nell’ultimo decennio di questi trenta che va festeggiando da qualche mese a questa parte qua e là, ripercorrendo strade battute e incontrando amici vecchi e nuovi. Si risveglia così B.A.U.U, la Brigata di Armonizzazione Urbana e Umana in una rinnovata forma di esposizione performativa che, come soggetto mutevole nelle forme e nei suoni, si adatterà alla cornice di Piazza Europa, durante il festival, a partire dalle ore 20, nel pre-concerto: da scoprire sera dopo sera la suggestiva macchina Armoniciclo, costruita in un’incalzante progressione, fino ad arrivare all’ultimo appuntamento serale in cui tutti gli elementi – lo spazio, i ritmi, i movimenti, la dimensione del suono, le atmosfere e le interazioni col pubblico, testati, dimensionati e armonizzati – saranno resi come atto condiviso nella performance finale. B.A.U.U. è un viaggio di ricerca che parte dall’essere umano. Una fucina e palestra di giovani talenti che a suono di ritmi incalzanti rivendica il diritto a un futuro in un mondo che non sia una discarica, ma un luogo accogliente, umano, che risuona con un ritmo comune: il battito della vita. L’evento si inserisce all’interno del progetto Art Explosion – Cantiere internazionale e interdisciplinare delle arti performative, nato dalla volontà dell’associazione culturale Progetto Evoluzione e del Theatre en vol di valorizzare il territorio e in particolare i centri minori attraverso la diffusione di eventi e spettacoli interdisciplinari di livello internazionale.

Narcao Blues prende vita nel 1989 per iniziativa dell’associazione culturale Progetto Evoluzione, nata l’anno prima con l’obbiettivo di contribuire alla crescita e lo sviluppo socioculturale del Sulcis, con una particolare attenzione verso i giovani. Tanti i protagonisti della scena blues internazionale approdati nel paese del Sulcis in questi trent’anni: tra gli altri, Michael Coleman, Popa Chubby, Canned Heat, Mick Taylor, Eric Sardinas, Robben Ford, John Mayall, Peter Green, Larry Carlton, James Cotton, Roland Tchakounté, Lucky Peterson, Luke Winslow-King, Billy Gibbons, Otis Taylor.

Oltre al festival, vari progetti paralleli sono nati nel corso del tempo, dal South in Blues alla Gospel Explosion (rassegna itinerante che si tiene a dicembre, quest’anno alla sua sedicesima edizione), e poi seminari e conferenze per le scuole: iniziative che dimostrano come l’attività dell’associazione culturale Progetto Evoluzione e del proprio staff sia in continua crescita ed espansione, nonostante le difficoltà e le sfide che si presentano ogni anno. Di recente il Narcao Blues si è anche messo in luce per essere uno dei festival fondatori dell’Italian Blues Union, l’unione degli organizzatori e appassionati di blues dello Stivale. L’associazione fa capo alla più estesa European Blues Union, realtà che riunisce al suo interno ben ventitré nazioni.

I biglietti interi per le serate di mercoledì 17, giovedì 18, venerdì 19 e sabato 20 luglio costano 12 euro, 10 i ridotti, 35 euro l’abbonamento per le quattro serate; 15 euro è invece il prezzo per la sola serata del 21 luglio con il concerto di Noemi. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna o direttamente dal sito del festival (http://www.narcaoblues.it/) .

Per informazioni, l’associazione culturale Progetto Evoluzione risponde all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblues.it ed al numero 0781 875071.

 

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E’ stata presentata questa mattina, a Cagliari, la XXIX edizione del festival Narcao Blues, in programma a Narcao, dal 17 al 21 luglio.

Un appuntamento che nel corso di tre decenni ha ospitato alcuni tra i nomi più rilevanti della scena blues internazionale, come Michael Coleman, Popa Chubby, Canned Heat, Mick Taylor, Eric Sardinas, Robben Ford, John Mayall, Peter Green, Larry Carlton, James Cotton, Roland Tchakounté, Lucky Peterson, Luke Winslow-King, Billy Gibbons, Otis Taylor ma senza distogliere mai l’attenzione dai talenti nazionali e locali.

Quattro serate con due set per ciascuna, e il consueto assortimento di stili e di artisti internazionali e nazionali: così si articola tradizionalmente il palinsesto di Narcao Blues, cui si aggiunge quest’anno una quinta data (domenica 21). In arrivo sul palco allestito, come sempre, in piazza Europa, gli statunitensi Scott Henderson, The Original Blues Brothers Band e, in esclusiva nazionale, The Allman Betts Band; e, ancora, il canadese Anthony Gomes, lo spagnolo Gecko Turner, il maliano Vieux Farka Touré e gli italiani Noemi, Dany Franchi e Nannigroove Experience.  

Organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del Comune di Narcao, il festival fa parte dell’Italian Blues Union, l’associazione che riunisce l’intero mondo del blues nazionale e si riconosce sotto l’insegna dell’European Blues Union, di cui è rappresentante per l’Italia proprio il direttore artistico di Narcao Blues, Gianni Melis.

Anche quest’anno il festival Narcao Blues vivrà la sua anteprima a Sennori (a dieci chilometri da Sassari), sabato 22 giugno, con un concerto nell’ambito di Habitat in Blues – Arte in Strada Coast to Coast, quest’anno alla sua seconda edizione, appartenente al progetto Cavart-Extrazioni Culturali promosso dal Comune di Sennori e affidato alla cooperativa Theatre en vol. Sul palcoscenico dell’ex cava di tufo di Sennori salirà una vecchia conoscenza del festival, Andy J. Forest, poliedrico artista statunitense capace di spaziare tra diverse arti (oltre alla musica, il musicista originario di Pullman è anche un attore, scrittore e pittore).

Virtuoso dell’armonica, Andy J. Forest vanta al suo attivo ben diciannove dischi, disseminati lungo il suo cammino ultraquarantennale. In Sardegna sarà affiancato da Heggy Vezzano alle chitarre, Luca Tonani al basso e Pablo Leoni alla batteria e percussioni. L’appuntamento è per le 20.00, orario a partire dal quale il pubblico potrà immergersi negli Habitat Immaginari, nelle Installazioni e le videoproiezioni “Paesaggi in Blues” realizzate dal Theatre en vol, bevendo un aperitivo accompagnato da assaggi di prodotti locali.

La ventinovesima edizione di Narcao Blues avrà inizio ufficialmente mercoledì 17 luglio, alle 21.30, con il concerto del musicista spagnolo Gecko Turner con The Afrobeatnick All-Stars. Ogni serata del festival, come da tradizione, è battezzata da un titolo che ne rispecchia le scelte artistiche e quest’anno la prima giornata sarà all’insegna degli “Strange Fruits”. Per la prima volta sul palcoscenico di piazza Europa arriva, dunque, il musicista originario di Badajoz affiancato da Pablo Hernandez al sassofono, Frank Santiuste alla tromba, Javi Mojave alle percussioni, Patrick Umoh al basso, Miguel Zamora alla chitarra ed Akin Onasanya alla batteria. Innamoratosi giovanissimo della musica di Rolling Stones, Elmore James, Muddy Waters e Big Joe Turner, tra gli altri, Gecko Turner lascia la sua Spagna a vent’anni per approfondire il proprio percorso artistico oltremanica (a Londra, per la precisione). Archiviata la prolifica esperienza inglese, ritorna in patria per fondare la band The Animal Crackers, caratterizzata da un suono metallico e con cui incide due album. Questa esperienza lo porta ad approfondire e sperimentare svariati generi musicali e nel 2003 pubblica l’album “Quapapaséa”, distribuito dall’etichetta indipendente “Lovemonk”, con il quale ottiene ottimi riscontri da pubblico e critica in Europa e Giappone. Il disco viene successivamente pubblicato dalla Quando Records negli Stati Uniti, portandolo a un importante tour promozionale e a numerosi concerti in radio e televisione tra Los Angeles, New York e il Texas. Nel 2006 esce “Chandalismo Illustrado” (Lovemonk), definito dalla rivista inglese Swell uno dei migliori venti dischi dell’anno e che lo porta a esibirsi a Berlino in occasione della Coppa del Mondo Fifa dello stesso anno. Nel 2007 Turner si trasferisce stabilmente negli USA pubblicando ben tre album (“Manipulado”, “Gone Down South” e “That Place By The Thing With The Cool Name”). Sul palco del Narcao Blues il chitarrista, cantante e tastierista estremegno proporrà la propria musica riarrangiata, per l’occasione, in chiave blues, condita dal suo stile eclettico e versatile, al cui interno mescola e fonde sapientemente generi differenti, e che ne caratterizzano il personalissimo marchio estetico.

Alle 23.00, ad accendere gli amplificatori e imbracciare la chitarra sarà il maliano Vieuw Farka Touré, spesso definito dalla critica il “Jimi Hendrix del Sahara”. Il musicista di Niafunké è figlio del leggendario chitarrista Ali Farka Touré, scomparso nel 2006. E proprio al padre rende omaggio Vieux nel suo primo omonimo disco, pubblicato nel 2007 per la World Village, traducendo attraverso la sua personalissima cifra stilistica il linguaggio e la musica dell’Africa occidentale, nella quale affonda le sue radici il blues americano. Nel 2009 Touré prosegue il suo percorso di sintesi e ricerca con il secondo disco “Fondo” (Six Degrees Records), sviluppando il proprio suono arricchito da elementi attinti dal rock, dalla musica latina e africana. Dopo due intensi anni di concerti (che lo vedono esibirsi, inoltre, nel concerto di apertura della Coppa del Mondo Fifa in Sudafrica) e con all’attivo un album dal vivo “Live” (Six Degrees Records, 2010), pubblica il suo terzo album in studio “The Secret” (Six Degrees Records, 2011) con l’intenzione di far percepire all’ascoltatore segreti, tradizioni e consuetudini del blues tramandato di generazione in generazione e di padre in figlio. È con questo album che si afferma definitivamente come uno dei più fulgidi talenti della nuova generazione di musicisti africani, collaborando l’anno successivo (nel 2012) con il musicista e compositore israeliano Idan Raichel, con cui realizza l’album “The Tel Aviv Session” (Cumbancha), battezzato da fan e critici come un capolavoro e uno dei migliori album di collaborazioni nella storia della musica internazionale. Nel 2013 pubblica “Mon Pays”, lavoro che lo porta a ricordare al mondo la bellezza e la cultura del Mali, sua terra d’origine, mentre è del 2017 il suo ultimo disco “Samba”, registrato di fronte a un pubblico dal vivo in studio a Woodstock (NY). Al contrario di quanto si possa pensare, il titolo è lontano dal genere di origine brasiliana, ma deriva dal nomignolo attribuitogli dalla sua famiglia, che nella lingua Songhai significa “secondo nato”. Ad accompagnare Touré ci saranno Marshall Henry al basso ed Adama Kone alla batteria e percussioni.

Giovedì 18 luglio la notte intitolata “Guitar Masters” sarà illuminata da due vere e proprie stelle del firmamento blues mondiale, di ritorno a Narcao più di vent’anni dopo la loro prima esibizione nel Sulcis. Apre, alle 21.30, il blues tagliente e ruvido di Anthony Gomes, chitarrista, cantante e cantautore inserito a ragione nella Billboard Blues Artist, classifica stilata dall’autorevole rivista statunitense. Gomes si caratterizza per i suoi concerti ad alta energia, conditi dal suo indiscutibile carisma e dall’inconfondibile presenza scenica, che lo rendono uno dei migliori artisti nel circuito rock e blues attualmente in circolazione. Recentemente balzato agli onori della critica per il disco “Peace, Love & Loud Guitars” (Up 2 Zero, 2018), nominato miglior album blues dai magazine Blues Rock Review e Sound Guardian Magazine, il bluesman canadese è un artista creativo con la missione di riportare il blues nella sua strada maestra. La sua volontà mira a ricreare le emozioni che i musicisti delle origini generavano in chi li ascoltava, ritrovando quella scintilla creativa presente agli albori del genere, nel contempo strizzando l’occhio alla modernità e alle evoluzioni del nostro tempo. Nel corso della sua carriera, il musicista originario di Toronto, si è esibito al fianco di artisti del calibro di B.B. King, Buddy Guy, Robert Plant, Jonny Lang, Robert Cray, solo per citarne qualcuno. Fortemente convinto che la musica possa e debba ispirare lo spirito umano, Anthony Gomes si è fatto fondatore nel 2010 della Music Is The Medicine Foundation, organizzazione senza scopo di lucro impegnata a migliorare la vita dei più sfortunati attraverso il potere curativo dell’arte dei suoni. Gomes (voce e chitarra), sarà affiancato da Jeremy Howard alla batteria e Jacob Mreen al basso.

Nel secondo set della serata di giovedì 18, intorno alle 23, il festival cala uno dei suoi assi: il funambolico e geniale chitarrista Scott Henderson, leader dei Tribal Tech e sideman di fiducia di autentiche leggende della musica come Joe Zawinul, Chick Corea e Jean-Luc Ponty. Caratterizzato da un fraseggio nervoso, scattante e a tratti isterico, lo stile del chitarrista statunitense prende forma fin dalla sua adolescenza, quando viene fortemente influenzato dalla musica di Jimi Hendrix, Jimmy Page e B.B. King, tra gli altri, ottenendo la definitiva consacrazione a trent’anni, nel 1984, con i Tribal Tech, formazione fusion da lui fondata e con la quale inciderà ben dieci album (tra i quali “Face First”, votato miglior disco fusion dell’anno, nel 1993, dal celebre magazine musicale Pulse!). Miglior chitarrista del mondo, secondo i sondaggi indetti dalle prestigiose riviste “Guitar World” nel 1991 e “Jazz Guitarist” nel 1992, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove contaminazioni, nel 1994 Scott Henderson decide di concentrare studio e scrittura sul blues registrando il disco “Dog Party” (Mesa/Bluemoon Recordings) insieme alla leggendaria vocalist Thelma Houston (attiva in ambiente Motown negli anni Settanta). Tre anni dopo, galvanizzato dai tanti consensi raccolti, prosegue nel solco della musica del diavolo incidendo “Tore Down House” (Mesa/Bluemoon Recordings), granitica raccolta dove il meditato e sofferto sound del Delta incontra quello più brioso e ruvido del Texas. Risale al 2002, invece, “Well to the Bone” (Shrapnel Records), disco registrato in studio con la Scott Henderson Blues Band, che ne testimonia ancora una volta la vicinanza al genere dalle dodici battute, la straordinaria poliedricità e la innata capacità di muoversi sapientemente tra blues, rock e musica jazz. A Narcao il chitarrista di West Palm Beach sarà affiancato dal bassista Romain Labaye e dal batterista Archibald Ligonniere, pirotecnici musicisti con cui forma un trio dall’elevata carica energetica.
“From Blues to Rock” è il titolo della serata di venerdì 19 luglio, che alle 21.30 accenderà i riflettori su Dany Franchi, tra i migliori talenti nel nuovo panorama blues internazionale. Classe 1990, il chitarrista e cantante genovese ha inciso nel 2012 il suo primo disco, “Free Feeling”, autoproduzione che due anni dopo (nel 2014) l’ha portato a registrare il suo secondo album, “I Believe”, negli Stati Uniti, in Ohio, alla corte di Sean Carney, vincitore dell’International Blues Challenge nel 2007. Nel 2017 la leggenda texana del blues Anson Founderburgh e Don Ritter di Category 5 Amps (nota casa produttrice di amplificatori su scala mondiale) decidono di produrre il terzo album di Dany Franchi, “Problem Child”, registrato nel famoso studio di Stuart Sullivan a Austin (Texas), coinvolgendo musicisti di primissimo piano sulla scena internazionale, come Jim Pugh e Wes Starr. Il disco ha raccolto una messe di consensi e si è classificato al quarto posto nella Billboard Blues Chart. Nel corso della sua ancora breve, ma intensa carriera, Dany Franchi ha condiviso il palcoscenico con artisti del calibro di Ronnie Earl, Kim Wilson & The Fabulous Thunderbirds e lo stesso Anson Founderburgh. Gli ultimi due anni l’hanno visto esibirsi in prestigiosi festival attorno al mondo (Blues From the Top in Colorado, Bayfront Blues Festival, Dallas International Guitar Festival, Greeley Blues Jam, tra gli altri), consacrandolo definitivamente come uno tra i musicisti più interessanti della sua generazione. Ad accompagnarlo a Narcao ci saranno Manu Ghirlanda all’organo Hammond, Michael Tabarroni al basso e Matteo Leoncini alla batteria.
Il secondo concerto della serata (ore 23) è un’esclusiva nazionale per Narcao Blues e investirà gradinata e platea con le atmosfere del più autentico Southern rock dell’Allman Betts Band, capitanata da due figli d’arte d’eccezione: Devon Allmane Duane Betts, cantanti, chitarristi e figli rispettivamente di Gregg Allman e Dickey Betts, storici fondatori del gruppo statunitense The Allman Brothers Band, capostipite del sottogenere della musica rock sviluppatosi nella seconda metà degli anni Settanta negli stati meridionali degli Stati Uniti. Dopo un anno di successi come The Devon Allman Project i due musicisti cresciuti a pane e Gibson Les Paul, uniscono le forze per continuare il messaggio tramandatogli dai genitori, con la decisa intenzione di incidere un nuovo album e affrontare un tour mondiale che includerà nuova musica, canzoni dei loro progetti solisti e brani classici degli Allman Brothers e Gregg Allman, in onore del cinquantesimo anniversario dalla nascita della storica band. Il nuovo album, attualmente in fase di lavorazione, sarà registrato nei leggendari Muscle Shoals Sound Studios e sarà prodotto da Matt Ross-Spang (già produttore di Jason Isbell, Margo Price, John Prine ed Elvis Presley). Sul palco di piazza Europa Devon Allman e Duane Betts saranno accompagnati da Johnny Stachela alla chitarra, Berry Oakley Jr. al basso, John Lum alla batteria, John Ginty alle tastiere e cori e R. Scott Bryan alle percussioni.
“Celebrating the Festival” è il titolo della penultima serata (sabato 20 luglio), che evolverà, come di consueto, in una grande festa per salutare la ventinovesima edizione della manifestazione. Apertura alle 21.30 con Nannigroove Experience, progetto del giovane batterista di Berchidda Giovanni Gaias, affiancato da Giuseppe Spanu alla chitarra e Jim Solinas all’organo hammond, pianoforte e basso. Cresciuto ai piedi del Limbara, Giovanni Gaias è entrato prestissimo nel mondo della musica iniziando a suonare la tromba nella Banda “Bernardo Demuro” del suo paese. Dopo qualche anno capisce, però, che la batteria sarebbe stato il suo strumento, e inizia a studiarla con dedizione, sacrificio e passione. L’incontro con il bluesman Francesco Piu risulta decisivo nel suo percorso di crescita e, dopo averne aperto i concerti, viene in breve tempo inserito stabilmente nella sua formazione. La musica gli scorre nelle vene, e per questo motivo decide di partire per andare a studiarla e perfezionarsi alla Lizard, rinomata accademia musicale di Firenze, dove si diploma con il massimo dei voti. Nonostante la giovanissima età (è nato nel 1996), Giovanni Gaias vanta già al suo attivo l’apertura di concerti per Doyle Bramhall II, Trombone Shorty, Matt Schofield, Lurrie Bell, Vintage Trouble e la partecipazione a importanti festival come Pistoia Blues Festival, Blues Sur Seine, Narcao Blues Festival, La Nuit Blues de Marnaz, Bitonto Blues Festival, Madame Guitar, Pignola in Blues, tra i tanti. L’anno scorso ha lavorato al suo primo progetto discografico, “Nannigroove Experience vol. I”, da lui composto, arrangiato, missato, cantato e suonato. Il suo stile è venato da molteplici influenze che si diramano tra black music, funk e i loro derivati.
Alle 23.00, a catalizzare l’attenzione sarà il famosissimo gruppo statunitense The Original Blues Brothers Band, formazione il cui nucleo fu scelto personalmente da John Belushi e Dan Aykroyd per accompagnarli nel celeberrimo film del 1980 di John Landis, considerato uno dei capolavori della storia del cinema (ha avuto il merito di rendere il blues cinematografico) e al quale hanno partecipato in veste di attori/cantanti James Brown, Aretha Franklin, Ray Charles, Cab Calloway, tra gli altri. La band ha segnato un punto di partenza importante per tutto l’universo blues, contribuendo in maniera determinante alla diffusione capillare del genere musicale, spesso colpevolmente ignorato dai media. Dalla sua formazione, si è esibita trionfalmente in contesti internazionali di spessore, partecipando alla maggior parte dei festival jazz e blues in tutta Europa, come la fiera di Nimes in Francia, il North Sea Jazz Festival nei paesi bassi, Pistoia Blues Festival, il celeberrimo Montreux Jazz Festival in Svizzera e il prestigioso Olympia di Parigi, dove, per la prima volta nella sua storia, sono state rimosse le sedie per far ballare gli spettatori. The Original Blues Brothers Band è capitanata dal sassofonista “Blue Lou” Marini, musicista del leggendario Saturday Night Live (programma comico e di varietà in onda il sabato sera sulla NBC), dove nel 1975 John Belushi, all’epoca attore dello show, lo aveva notato e ascoltato nella sezione fiati suonare con Joe Cocker, Ray Charles ed Aretha Franklin; con lui, a Narcao, Murphy “and The Magic Tones” Dunne al pianoforte, Leon “The Lion” Pendarvis alle tastiere, Tommy “Pipes” McDonnell ai cori, Birch “Crimson Slide” Johnson al trombone, Rob “The Honeydripper” Paparozzi ai cori, James “Hags” Haggerty al basso, Steve “Catfish” Howard alla tromba e Lee “Funkytime” Finkelstein alla batteria. Tra i membri che non facevano parte del nucleo originario, John Tropea, chitarrista che vanta collaborazioni con Van Morrison e Billy Cobham e una carriera solista di rispetto. Dall’anno in cui si è riunita (nel 1988), la band ha inciso dischi con Dan Aykroyd, alias “Elwood Blues”, B.B. King, Eric Clapton, James Brown e molti altri, ma è dal vivo che sa esprimere al massimo la sua coinvolgente energia.

La quinta e ultima serata del festival, domenica 21 luglio, ha per protagonista assoluta Noemi, a Narcao per una tappa del suo Blues & Love Summer Tour 2019, in cui la cantante romana omaggia la black music, riproponendo alcuni tra i suoi brani più celebri in chiave blues, spaziando dal funky al reggae e interpretando le cover dei più grandi artisti internazionali che hanno influenzato la sua carriera. Noemi, al secolo Veronica Scopelliti, ha partecipato nel 2009 alla seconda edizione di X Factor, mettendosi in luce per la sua voce grintosa e graffiante e con il singolo Briciole scala l’airplay radiofonico e le classifiche, ottenendo il disco d’oro e firmando un contratto per l’etichetta discografica Sony Music. Al suo attivo vanta cinque partecipazioni al Festival di Sanremo e numerosi premi e riconoscimenti, inclusi cinque Wind Music Awards ed, un Premio TV – Premio regia televisiva oltre a varie nomination ai World Music Awards, ai TRL Awards, all’OGAE e una al Nastro d’argento. Il 21 giugno 2017, nel giorno della Festa della musica, Noemi è entrata nei Guinness dei primati per il maggior numero di concerti eseguiti in 12 ore. Ad accompagnarla sul palco di piazza Europa ci saranno Gabriele Greco al basso, Marcello Surace alla batteria, Michele Papadia alle tastiere, Andrea Palombini alla tromba, Matteo Acclavio al sassofono, Giorgio Capovivo al trombone e Maurizio Filardo alla chitarra.
Spenti i riflettori in piazza Europa, la musica proseguirà ogni sera presso l’agriturismo in Località Santa Croce. Mercoledì 17 luglio tingerà la prima nottata di note blues il duo di Marco Farris (armonica e voce), accompagnato per l’occasione da Femi Precious (chitarra e voce). L’indomani (giovedì 18 luglio) a cantare sotto le stelle sarà la formazione The Sharecroppers duo, con Alberto Murru (voce e chitarre) e Matteo Oggianu (chitarre). Venerdì 19 luglio la nottata si farà giovane con il Femi Precious duo, con Femi Precious (chitarra e voce) e Marco Farris (armonica e voce). Sabato 20 chiuderà la serie il Jim Solinas Project, con il leader Jim Solinas alle tastiere, Giuseppe Spanu e Vincenzo Melchiorre Ricci alle chitarre e Giovanni Gais alla batteria.
Narcao Blues prende vita nel 1989 per iniziativa dell’associazione culturale Progetto Evoluzione, nata l’anno prima con l’obbiettivo di contribuire alla crescita e lo sviluppo socioculturale del Sulcis, con una particolare attenzione verso i giovani. Oltre al festival vari progetti paralleli sono nati nel corso del tempo, dal South In Blues alla Gospel Explosion (rassegna itinerante che si tiene a dicembre, quest’anno alla sua sedicesima edizione), e poi seminari e conferenze per le scuole: iniziative che dimostrano come l’attività dell’associazione culturale Progetto Evoluzione e del proprio staff sia in continua crescita ed espansione, nonostante le difficoltà e le sfide che si presentano ogni anno. Di recente il Narcao Blues si è anche messo in luce per essere uno dei festival fondatori dell’Italian Blues Union, l’unione degli organizzatori e appassionati di blues dello Stivale. L’associazione fa capo alla più estesa European Blues Union, realtà che riunisce al suo interno ben ventitré nazioni.
I biglietti interi per le serate di mercoledì 17, giovedì 18, venerdì 19 e sabato 20 luglio costano 12 euro, 10 i ridotti, 35 euro l’abbonamento per le quattro serate; 15 euro è invece il prezzo per la sola serata del 21 luglio con il concerto di Noemi. A tutti i prezzi vanno aggiunti i diritti di prevendita. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Boxoffice Sardegna o direttamente dal sito dell’associazione..
Per informazioni, l’associazione culturale Progetto Evoluzione risponde all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblues.it e al numero 0781875071.

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Seconda giornata con tanti appuntamenti, domani (venerdì 2) a Cagliari, per Creuza de Mà, il festival di musica per cinema ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, che – dopo la prima tranche di metà settembre a Carloforte – completa domenica (4 novembre) nel capoluogo sardo la sua edizione numero dodici. 

Si comincia alle 10,30, nella Sala “Nanni Loy” dell’E.R.S.U. (in via Trentino), con la prima della serie di masterclass sulla musica per cinema che ogni mattina analizzano il lavoro di registi, musicisti e montatori attraverso contributi e testimonianze degli ospiti del festival: protagonista dell’incontro di domattina (venerdì 2) la regista Wilma Labate, reduce dalla proiezione della sera prima di “Arrivederci Saigon“, il suo documentario sulla vicenda, poco nota, di un complesso musicale di cinque ragazze toscane che si ritrovarono a suonare per le truppe americane durante la guerra in Vietnam.

La programmazione pomeridiana prende invece il via alle 16.00, sempre nella Sala “Nanni Loy”, dove prosegue la selezione di film dedicati al ’68 curata dal giornalista e critico musicale Enzo Gentile: in programma stavolta “Woodstock – Tre giorni di pace, amore e musica”, il documentario di Michael Wadleigh (uscito nel 1970) che racconta il leggendario evento dell’agosto del 1969 che ha visto sfilare sul palco molti tra i massimi protagonisti della musica dell’epoca, da Richie Havens a Joan Baez, dagli Who a Joe Cocker, da Crosby, Stills & Nash ai Ten Years After, da Santana a Jimi Hendrix, dai Canned Heat ai Jefferson Airplane, a Janis Joplin. Montato (tra gli altri) da Martin Scorsese e Thelma Schoonmaker (che per questo ottenne la nomination agli Academy Award), il film è uno dei più interessanti documentari mai girati, vincitore dell’Oscar come miglior documentario e nominato per il miglior sonoro.

“La tempesta di Prospero e Calibano” è invece il mediometraggio sullo schermo alle 18.00, per la regia di Sergio Scavio (che sarà presente alla proiezione) e Pierfranco Cuccuru. È il parziale racconto dell’incontro, e delle storie, di Michele, per anni detenuto all’Asinara, e di Gianmaria, che è stato guardia carceraria, fino alla pensione, nella stessa isola quando Michele era lì ristretto. Dopo tanti anni, i due hanno interpretato i loro vecchi ruoli, di detenuto e di poliziotto, ne “La stoffa dei sogni”, il pluripremiato film girato da Gianfranco Cabiddu all’Asinara.

A seguire (alle 19.00), ancora un documentario: “Manga Do. Igort e la via del manga” è il viaggio di uno dei più importanti autori di graphic novel italiani nei luoghi fondatori della cultura giapponese, da Tokyo a Nagoya, poi giù lungo la penisola di Kii fino a Izumo, e poi a Hiroshima, al Peace Museum. Da questo affascinante viaggio e dalla varietà dei suoi percorsi e incontri, nasce l’intreccio tra il volume 2 dei “Quaderni giapponesi” di Igort ed il film diretto dal romano Domenico Distilo con le musiche del cagliaritano Stefano Guzzetti (entrambi presenti alla proiezione) che ne racconta la genesi.

Tre lavori di giovani autori legati al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma introducono la serata alle 21.30: “Down down down”, un videoclip di Gianluca Granocchia per il cantautore Carlo Mazzoli, artista emergente nel panorama del folk romano; “The ballad of the gipsy”, musica e immagini con la regia di Elio Di Pace per l’omonimo brano del gruppo rock salernitano The Valium; e “Il giorno della patata“, uno short film di 12 minuti, diretto da Veronica Spedicati con musiche di Jacopo Tommasoni.

Chiude la serata la proiezione di “Nico, 1988”, opera pluripremiata di Susanna Nicchiarelli, con le musiche del gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, che racconta gli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, in arte Nico, ex cantante dei Velvet Underground, musa di Andy Warhol e donna di grande bellezza. Impersonata nel film da Trine Dyrholm, Nico vive una seconda vita quando intraprende la sua carriera da solista, negli anni ’80, ed inizia a ricostruire un rapporto con il figlio. Susanna Nicchiarelli ci racconta Nico a partire da una condizione esistenziale: i segni che l’infanzia e la preadolescenza lasciano nelle persone.

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Soffia sulle ventisette candeline Narcao Blues, il primo e più longevo festival blues in Sardegna e tra i più apprezzati nel panorama nazionale: da mercoledì 19 a sabato 22 luglio Narcao, che dalla prima edizione ne è stato la culla, ospiterà un ricco e variegato cartellone con ospiti di caratura internazionale accanto ad alcune tra le più interessanti realtà della scena italiana e con la consueta attenzione nei confronti di quella isolana.

Il festival fa parte dell’Italian Blues Union, l’associazione che riunisce l’intero mondo del blues nazionale e che si riconosce sotto l’insegna dell’European Blues Union, di cui è rappresentante per l’Italia proprio il direttore artistico di Narcao Blues, Gianni Melis.

Negli anni sono stati tanti gli artisti approdati nel paese dell’alto Sulcis per diffondere il verbo del genere di matrice afroamericana: nomi del calibro di Michael Coleman, Scott Henderson, Canned Heat, Mick Taylor, Robben Ford, John Mayall, The Neville Brothers, Peter Green, Larry Carlton, Lucky Peterson, tra gli altri. E James Cotton, il grande armonicista americano scomparso lo scorso marzo, alla cui memoria è dedicata questa edizione di Narcao Blues. 

Un’edizione che alternerà nomi di primissimo piano del genere, affiancati da altrettanti punti fermi della scena nazionale, con la volontà di donare ai più fulgidi progetti isolani una ghiotta occasione per valorizzarsi e mettersi in luce. Sul palco di piazza Europa si avvicenderanno dunque gli statunitensi Charlie Musselwhite, Eric Sardinas e Otis Taylor, gli italiani Fabio Treves e i T-Roosters, i sardi Francesco Piu e il duo Don Leone, mentre spetterà al camerunese Emmanuel Pi Djob, alla testa della sua Afro Soul Gang, il compito di suggellare in bellezza la manifestazione. Ogni serata avrà inoltre una coda dopoconcerto al parco di Bacca Marronis, in territorio comunale di Perdaxius: protagonisti il duo Superdownhome, Moses Concas e il Bad Blues Quartet.

Sei appuntamenti musicali anticiperanno la quattro giorni di Narcao: dal 7 al 9 e dal 14 al 16 luglio si rinnova l’appuntamento con South in Blues, prologo ideale al festival, che quest’anno ha per protagonisti l’armonicista statunitense Andy J. Forest e gli italiani Bayou Moonshiners, band vincitrice della competizione indetta dall’Italian Blues Union.

Narcao Blues è organizzato dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del Comune di Narcao. Sponsor: Birra Ichnusa. Il festival registra inoltre l’importante collaborazione del Comune di Perdaxius per lo spazio dopoconcerto al parco di Bacca Marronis, e dell’associazione di arte contemporanea Cherimus che presenterà nel corso della prima serata del festival un video realizzato nella baraccopoli di Kibera a Nairobi coinvolgendo i tanti bambini e ragazzi di strada locali, accompagnato dalle musiche del dub producer sardo Arrogalla (al secolo Francesco Medda).

Si preannuncia un’edizione di Narcao Blues particolarmente interessante quella che dal 19 al 22 luglio popolerà il paese del Sud Sardegna; una quattro giorni nella quale alcuni tra i più importanti bluesman del panorama internazionale si alterneranno con nomi di primo piano della scena nazionale e di quella regionale. Un’edizione dedicata all’armonicista, cantante e compositore statunitense James Cotton, protagonista in passato sul palcoscenico del festival, venuto a mancare lo scorso marzo, quasi ottantaduenne.

Da sempre Narcao Blues costituisce un’importante vetrina per mettere in mostra le più fulgide e interessanti proposte isolane. E proprio al blues “made in Sardinia” sarà dedicata la serata inaugurale: mercoledì 19 luglio ecco, dunque, salire per primi sul palcoscenico di piazza Europa (ore 21.30) il duo Don Leone composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti dopo un’intensa attività su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza del duo che recentemente ha firmato l’EP d’esordio “Welcome to the south-west”: un titolo che fa chiaro riferimento alla zona sarda del Sulcis, territorio assetato e per larghi tratti incontaminato, con le sue aride strade di campagna sulle quali si muove l’idea dei due musicisti, strade piene di incroci, come quelle paludose della storia del blues.

Al termine del primo set, la serata propone un inedito intermezzo: in programma la presentazione e la proiezione del video del progetto artistico “Ciak! Kibera”, realizzato dall’associazione Cherimus che partecipa, attraverso l’arte contemporanea, allo sviluppo del patrimonio sociale e culturale – passato e presente – del Sulcis Iglesiente. In collaborazione con Amani for Africa, presenterà il progetto la cui parte sonora è curata dal musicista sardo Francesco Medda, meglio conosciuto col nome d’arte Arrogalla.

Il secondo set della serata inaugurale registrerà un gradito ritorno, quello di Francesco Piu, che presenterà la sua ultima fatica discografica, “Peace & Groove”, un album dove blues, soul, funk e gospel si miscelano con storie che raccontano d’amore, di guerra e di speranza. La stesura dei testi, in questo caso, è stata firmata a quattro mani dal trentaseienne cantante e chitarrista sassarese con lo scrittore Salvatore Niffoi (vincitore del Premio Campiello nel 2006 con il romanzo “La vedova scalza”). Dopo svariati tour che l’hanno visto esibirsi negli Stati Uniti, Canada e nei migliori festival blues d’Europa, collezionando illustri collaborazioni (da Eric Bibb che ha prodotto il suo terzo disco, “Ma-Moo Tones”, a Tommy Emmanuel, Guy Davis e Roy Rogers), e dopo innumerevoli aperture di prestigio (John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan, Robert Cray, Derek Trucks Band, Joe Bonamassa, Charlie Musselwhite, Robben Ford, Larry Carlton, Albert Lee, Fabulous Thunderbirds, Sonny Landreth), Francesco Piu (voce, armonica, chitarra acustica e elettrica), si presenterà sul palcoscenico di piazza Europa affiancato da Gianmario Solinas (organo Hammond, pianoforte e cori), Gavino Riva (basso e cori), Giovanni Gaias (batteria e cori), Gianfranco Marongiu (percussioni) e dalle coriste Rita Casiddu, Denise Gueye, Irene e Francesca Loche.

L’intervallo tra il primo e il secondo concerto della serata inaugurale proporrà anche una “lotteria”: tra tutti gli spettatori verranno infatti estratti, attraverso appositi tagliandi consegnati all’ingresso, i vincitori di dieci dischi di Francesco Piu, dieci di Don Leone e altrettanti abbonamenti e magliette del festival. Un’iniziativa che Narcao Blues mette in atto per la prima volta per premiare il fedele e sempre numeroso pubblico che ogni anno frequenta la manifestazione.

Narcao Blues entra nel vivo l’indomani, giovedì 20, con “La serata delle armoniche”, chiaro omaggio a “Mister Superharp” James Cotton, il bluesman americano che è stato capace di trasformare quello strumento a fiato, di metallo e legno, in una “nave a vapore, un treno, un sassofono, un uragano, un usignolo”, come scrisse in un suo numero la celebre rivista statunitense Down Beat. A salire per primo sul palco (inizio del concerto ore 21:30) sarà un’autentica icona del blues italiano: Fabio Treves. “Il puma di Lambrate” ha festeggiato nel 2014 i suoi prolifici quarant’anni di carriera (ha ricevuto l’Ambrogino d’oro, importante riconoscimento conferito dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fonda la Treves Blues Band con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie e i suoi impareggiabili interpreti. Unico artista italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, Fabio Treves – che vanta anche collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones – sarà di scena a Narcao con Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). 

Gli amplificatori si accenderanno subito dopo per uno dei più importanti musicisti blues viventi, il genio dell’armonica Charlie Musselwhite. Nato in Mississippi nel 1944, cresciuto a Memphis ed educato nel South Side di Chicago, artista rivoluzionario sin dai primi anni Sessanta, ha continuato a creare innovando il genere e rimanendo allo stesso tempo fermamente legato alle radici del blues. Le sua particolari vocalità, la sua melodica armonica e il sound profondamente country blues della sua chitarra, accompagnano perfettamente le sue spesso autobiografiche e sempre memorabili canzoni originali. Il “campione incontrastato dell’armonica blues”, che vanta al suo attivo collaborazioni con Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Big Joe Williams, Little Walter, Sonny Boy Williamson, Tom Waits, Eddie Vedder, Ben Harper e il grande John Lee Hooker, giusto per fare qualche nome, sarà affiancato da Matt Stubbs alla chitarra, June Core alla batteria e Randy Bermudes al basso.

Serata interamente a stelle e strisce e all’insegna della chitarra, venerdì 21 luglio. Apre (come sempre alle 21.30) il blues rock di Eric Sardinas, un gradito ritorno per il pubblico del festival, undici anni dopo la sua precedente apparizione a Narcao. Classe 1970, noto per l’uso della chitarra resofonica (strumento nato negli Stati Uniti d’America alla fine degli anni Venti, ad opera dell’emigrante slovacco John Dopyera) e per il suo stile originale condito dalle sue teatrali esibizioni dal vivo, il musicista di Fort Lauderdale ha la caratteristica di suonare lo strumento come ogni chitarrista destrorso, nonostante il suo forte mancinismo, elemento che ha contribuito e non poco alla formazione della sua originale tecnica e del suo stile. Tra i generi che lo hanno maggiormente ispirato nello sviluppo della sua personalissima cifra stilistica ci sono il gospel, la musica della Motown e la musica R&B, che lo hanno spinto alla ricerca degli intensi suoni acustici del profondo sud degli Stati Uniti. Tra gli artisti che più lo hanno influenzato ci sono invece Charley Patton, Son House, Robert Johnson, Skip James, Bukka White, Big Bill Broonzy, Elmore James, Muddy Waters e Fred McDowell. È del 2014 il suo ultimo disco, “Boomerang”, pubblicato dalla Jazzhaus Records. Ad affiancare Eric Sardinas (chitarra e voce) sul palco di piazza Europa ci saranno Paul Loranger al basso e Demi Lee Solorio alla batteria.

Alle 22.30 il secondo set vedrà finalmente sotto i riflettori del festival Otis Taylor, in esclusiva al Narcao Blues, unica data in Italia, con Mato Nanji alla chitarra, Todd Edmunds al basso elettrico e Larry Thompson alla batteria. Cantante, compositore e polistrumentista (suona la chitarra, il banjo, l’armonica e il violoncello), Otis Taylor è considerato uno degli artisti di spicco della New Wave del blues americano e tra i più innovativi degli ultimi vent’anni. Nato a Chicago nel 1948 e cresciuto a Denver, ha iniziato a suonare da giovanissimo, ma si è allontanato a lungo dalle scene musicali per farvi ritorno in pianta stabile solo a metà anni Novanta (il suo primo disco è del 1996). Definito dall’autorevole rivista Guitar Player come il più importante bluesman ai giorni nostri, vanta collaborazioni prestigiose (con il chitarrista inglese Gary Moore, l’armonicista statunitense Charlie Musselwhite e la pianista giapponese Hiromi Uehara, tra gli altri), ed è stato nominato più volte ai Grammy come miglior artista blues e migliore polistrumentista. Da sottolineare il lavoro svolto nel suo tredicesimo album in studio, “My World Is Gone” (Telarc International, 2013), che rimarca ancora una volta la grande duttilità ed originalità di Otis Taylor nel riuscire a muoversi con disinvoltura e grande classe attraversando jazz, rock, funk e tanti altri generi, andando a creare un ibrido definito “trance blues”, spina dorsale dei suoi crudi racconti di lotta, libertà, desiderio, conflitto e, naturalmente, amore. È del febbraio di quest’anno la sua più recente testimonianza discografica, “Fantasizing About Being Black”, che lo conferma come una delle voci più autentiche e attente del blues contemporaneo.

Aprono la quarta e ultima serata, sabato 22, i T-Roosters, una formazione italiana composta da quattro musicisti di lunga esperienza: Tiziano “Rooster Tiz” Galli (chitarra e voce), Giancarlo “Silver Head” Cova (batteria e cori), Luigi “Lillo” Rogati (basso, contrabbasso e cori) e Marcus “Bold Sound” Tondo (armoniche e cori). Nata dalla collaborazione artistica fra Tiziano Galli e Paolo Cagnoni, autori e co-autori di tutti i brani composti, la band propone uno show fatto di pezzi autografi, di cronache del mondo attuale, con incursioni “intime” nello spazio profondo che ospita i sentimenti, le paure, le speranze, gli amori e le incertezze della vita quotidiana. Elemento fondamentale che caratterizza il lavoro del gruppo è la costante ricerca dell’equilibrio fra musica e testi, fattori che si compenetrano e si accompagnano costantemente per raccontare storie quotidiane, per dipingere affreschi di vita reale e per offrire all’ascoltatore emozioni, suggestioni e interessanti spunti di riflessione. Nel corso della sua esibizione a Narcao, il quartetto presenterà la sua ultima uscita discografica, “Another Blues To Shout”, album figlio di una profonda ricerca sonora che esplora le radici della musica dell’anima, un tuffo nella tradizione con lo sguardo rivolto al presente e al futuro, filtrato dalla sensibilità dei musicisti. Nelle note di copertina del disco, Antonio Avalle definisce la musica dei T-Roosters come un’esperienza sensoriale e sonora senza precedenti, vissuta attraverso inconsueti blues calati fra le dissonanze del mondo.

Ma la serata conclusiva di Narcao Blues è tradizionalmente all’insegna della festosità. Ed ecco allora, a guidare le danze nell’ultimo atto di questa edizione numero ventisette del festival, l’estro di Emmanuel Pi Djob, vera e propria rivelazione e fenomeno mediatico degli ultimi tempi, capace di compiere un ritorno alle origini e un autentico viaggio a ritroso nella madre Africa, continente dal quale le radici più profonde del blues assorbono la loro vitale essenza. Originario del Camerun ma naturalizzato in Francia, Pi Djob è considerato una delle migliori voci nere in circolazione, come dimostra il grande successo ottenuto recentemente nell’edizione francese del talent show televisivo “The Voice”, nel quale ha entusiasmato pubblico e giudici in più di un’esecuzione. L’artista di Dibang fonde con freschezza il vecchio e il nuovo soul, contaminandolo con ritmi e sonorità tipiche del continente africano, creando un’atmosfera musicale che si colora di groove e grande originalità. A Narcao si presenta alla testa della sua Afro Soul Gang, un ensemble costruito abilmente per essere vissuto e consumato, dove la robustezza del funky si sposa al soul più puro con sferzante e irriverente originalità. La direzione musicale sarà coordinata dal bassista Bénilde Fodjo Foko, con Elvis Megne Mbo Mba alle tastiere, Sébastien Debloos ai sassofoni, Michel Prandi alle chitarre, Eric Durand alle percussioni, Edwin Budon alla batteria, e le coriste Elica Skarlatova, Capucine Trotobas e Christina Rivoallanoi-Drevet.

Come di consueto, al termine di ogni serata la musica prosegue nello spazio dopoconcerto, quest’anno allestito nel parco di Bacca Marronis, in territorio comunale di Perdaxius, a pochi chilometri da Narcao. Il compito di ad animare le nottate di mercoledì 19 e venerdì 21, spetta ai Superdownhome, un duo di rural blues formato l’anno scorso da Henry Sauda (voce, chitarra acustica, Diddley Bow e armonica) e Beppe Facchetti (cassa, rullante, tambourine e crash): un combo legato alle tradizioni, ma proiettato anche verso spazi personali e contaminati da tutto quello che è il moderno folk europeo che fa da substrato al blues rurale. 

Giovedì 20 tiene invece banco Moses Concas, il musicista sardo che l’anno scorso ha conquistato pubblico e critica vincendo l’Italia’s Got Talent con il suo trascinante mix di armonica e beatbox: una scelta stilistica maturata attraverso un percorso artistico che dalla Sardegna l’ha portato a viaggiare per l’Europa per approdare sul suo palco d’elezione, le strade di Londra, e poi al successo al talent televisivo.  

Sabato 22 chiude la serie il Bad Blues Quartet, la band cagliaritana formata da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Simone Arca (basso) e Frank Stara (batteria), che lo scorso primo giugno ha battezzato il suo disco d’esordio: un disco che racchiude e fonde le varie ed eterogenee influenze musicali dei membri del gruppo che, dopo aver iniziato il suo cammino suonando i brani dei grandi maestri del blues, ha iniziato presto a inserire nel suo repertorio pezzi originali, sino a farli diventare il pilastro centrale delle sue esibizioni.

A precedere e fare da prologo alla ventisettesima edizione di Narcao Blues, un’altra importante serie di appuntamenti: dal 7 al 9 e dal 14 al 16 luglio i motori del festival inizieranno infatti a scaldarsi con i concerti di South in Blues, momento di avvicinamento alle quattro serate di Narcao che coinvolgerà sei centri del Sulcis in altrettante date. Ad avvicendarsi sui diversi palcoscenici (le piazze definitive verranno annunciate prossimamente) saranno il musicista statunitense Andy J. Forest e il duo italiano Bayou Moonshiners.

Poliedrico artista capace di danzare tra le diverse arti (oltre alla musica, il musicista originario di Pullman è anche un attore, scrittore e pittore), il primo è un virtuoso dell’armonica blues che vanta al suo attivo ben diciannove dischi, disseminati lungo il suo cammino ultra ventennale. Nelle sue tappe in Sardegna, Andy J. Forest sarà affiancato da Leonardo Ghiringhelli alle chitarre, Luca Tonani al basso e Sergio Ratti alla batteria.

I Bayou Moonshiners, ovvero Stefanie Ghizzoni (voce, percussioni, washboard e kazoo) e Max Lazzarin (piano e voce), proporranno brani tratti dal loro ultimo disco, “Living Live”, che racchiude al suo interno freschissime e ballabili interpretazioni di pagine del repertorio di Jelly Roll Morton, Fats Domino, Hank Williams, Mahalia Jackson tra tutti, alternate a pezzi originali. Una miscela esplosiva di blues, ragtime, soul e gospel che è valsa ai suoi musicisti la vittoria all’ultimo Italian Blues Challenge che li ha portati poi a rappresentare l’Italia all’European Blues Challenge che si è tenuto lo scorso aprile a Horsens, in Danimarca, dove hanno conquistato un lusinghiero quarto posto su ventitré proposte in lizza da altrettanti paesi del Vecchio Continente.

 Narcao Blues prende vita nel 1989 per iniziativa dell’associazione culturale Progetto Evoluzione, nata l’anno prima con l’obbiettivo di contribuire alla crescita e lo sviluppo socioculturale del Sulcis, con una particolare attenzione verso i giovani. In ventisei edizioni, Narcao Blues ha visto alternarsi sul proprio palco più di 170 artisti in oltre cento serate, diventando un punto di riferimento nel firmamento musicale nazionale. Oltre al festival vari progetti paralleli sono nati nel corso del tempo, dal South In Blues alla Gospel Explosion (rassegna itinerante, quest’anno alla sua quindicesima edizione, che si tiene a dicembre), e poi seminari e conferenze per le scuole: iniziative che dimostrano come l’attività dell’associazione culturale Progetto Evoluzione e del proprio staff sia in continua crescita ed espansione, nonostante le difficoltà e le sfide che si presentano ogni anno. Di recente il Narcao Blues si è anche messo in luce per essere uno dei festival fondatori dell’Italian Blues Union, l’unione degli organizzatori e appassionati di blues dello Stivale. L’associazione fa capo alla più estesa European Blues Union, realtà che riunisce al suo interno ben ventitré nazioni.

I biglietti interi per le serate di giovedì 20, venerdì 21 e sabato 22 luglio costano dodici euro, dieci i ridotti; prezzo promozionale per la serata inaugurale di mercoledì 19: l’ingresso per la “Sardinian Blues Night” costa infatti appena cinque euro. Trenta euro, invece, il prezzo dell’abbonamento per le quattro serate. Prevendita online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna.

 Per informazioni, la segreteria del festival Narcao Blues risponde al numero 0781 87 50 71 e all’indirizzo di posta elettronica infoblues@narcaoblus.it .

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L’estate musicale in Sardegna si tinge di blues con l’immancabile appuntamento di luglio a Narcao: dal 19 al 22 del mese prossimo, va in scena la XXVII edizione del più longevo festival blues isolano, e tra i più apprezzati nel panorama nazionale.

Sono tanti gli artisti sfilati sul palco di piazza Europa nel corso degli ultimi anni: tra gli altri, nomi del calibro di Michael Coleman, Scott Henderson, Canned Heat, Mick Taylor, Robben Ford, John Mayall, The Neville Brothers, Peter Green, Larry Carlton, Lucky Peterson. E James Cotton, il grande armonicista americano scomparso lo scorso marzo, alla memoria del quale è dedicata questa edizione di Narcao Blues.

Anche stavolta è un cartellone di alto livello quello allestito dall’associazione culturale Progetto Evoluzione, con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao. Un cartellone che propone come sempre nomi di primo piano della scena blues internazionale accanto ad altrettanti punti fermi di quella italiana, non senza offrire un’occasione per valorizzarsi e mettersi in luce anche ai musicisti sardi. Prologo al festival, la consueta anteprima all’insegna di South in Blues: sei serate in altrettanti centri del Sulcis, dal 7 al 9 e dal 14 al 16 luglio.

Il programma del ventisettesimo Narcao Blues verrà presentato alla stampa venerdì 16 giugno, a Cagliari, presso la Biblioteca Regionale in viale Trieste, 137. All’incontro con i giornalisti, che avrà inizio alle 11.00, insieme al direttore artistico Gianni Melis è prevista la partecipazione di una rappresentanza delle istituzioni che sostengono il festival e di Emiliana Sabiu, presidente dell’associazione culturale Cherimus responsabile del progetto Ciak! Kibera.

 

 

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Uno dei sassofonisti più importanti della scena jazzistica internazionale tiene banco a Berchidda nella sesta giornata di Time in Jazz. Charles Lloyd è l’atteso protagonista della serata di domani (sabato 13) in piazza del Popolo, “palco centrale” del festival ideato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale (ma con appuntamenti sparsi anche in altri centri del nord Sardegna). Classe 1938, direttore musicale nel gruppo di Chico Hamilton e poi compagno di band di Cannonball Adderley nei primi anni Sessanta, Charles Lloyd ha guidato nella seconda metà di quel decennio una formazione storica (con un giovanissimo Keith Jarrett, tra gli altri membri) che ha registrato uno dei primi album jazz a vendere oltre un milione di copie (“Forest Flower”, 1967). Praticamente assente dalla scena jazz negli anni Settanta, il sassofonista compare invece in dischi dei Doors, dei Canned Heat e dei Beach Boys. Avvicinato dal pianista Michel Petrucciani nel 1981 riprende a suonare per due anni, per poi ritirarsi di nuovo. Torna a esibirsi occasionalmente nel 1987 e 1988, poi nel 1989 ricomincia a girare. Inizia anche a registrare per l’ECM, inaugurando una lunga serie di dischi in cui figurano musicisti come Bobo Stenson, Billy Hart, Billy Higgins, John Abercrombie, Brad Mehldau, Geri Allen, Zakir Hussain. Uscito lo scorso gennaio per la Blue Note, “I Long To See You”, la sua più recente fatica discografica, lo vede in compagnia, tra gli altri, del chitarrista Bill Frisell. Jason Moran al pianoforte, Harish Raghavan al contrabbasso e Eric Harland alla batteria sono invece i membri del suo quartetto di scena nel secondo set di domani (sabato 13) a Berchidda.

A precedere il concerto Charles Lloyd, la prima parte della serata, con inizio alle 21.30, propone una produzione originale del festival con l’inedito incontro tra due musicisti dalle diverse esperienze e provenienze artistiche: la pianista romana Rita Marcotulli, nome di primo piano della scena jazzistica italiana, e l’eclettico polistrumentista francese, con radici in Martinica, Mino Cinelu. Un duo che promette sorprese, sull’onda della vocazione alla sperimentazione e all’interplay che caratterizza entrambi. Partita da studi classici per approdare al jazz, Rita Marcotulli raggiunge presto il successo grazie al suo stile intimo e allo stesso tempo capace di amplificare le emozioni, che la porta a calcare le scene internazionali accanto a jazzisti come Jon Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Joe Lovano, Michel Portal, Enrico Rava, Pat Metheny, Billy Cobham. Originario della Martinica, Mino Cinelu è un artista dai molti talenti, come testimonia anche il lungo e prestigioso elenco delle sue collaborazioni, in studio di registrazione e sul palco, con artisti di ambiti diversi (jazz, funk, rap, electro, flamenco e pop) e del calibro di Miles Davis, Weather Report, Herbie Hancock, Sting, Lou Reed, Antonio Carlos Jobim, Brandford Marsalis, Cassandra Wilson, Dizzy Gillespie, Elton John, Gato Barbieri, Gil Evans, Kenny Barron, Laurie Anderson, Pat Metheny, Pino Daniele, Richard Galliano, Stevie Wonder, Wayne Shorter, Zucchero, per fare qualche nome. 

Rita Marcotulli arriverà all’appuntamento serale in piazza del Popolo reduce dall’altro impegno che la attende invece in mattinata, a mezzogiorno, nei pressi di Loiri San Paolo, sulla spiaggia di Porto Taverna, con il progetto BAM, acronimo ricavato dalle iniziali dei tre componenti dell’organico: l’eclettico contrabbassista pugliese Marco Bardoscia, il versatile quartetto d’archi Alborada (Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nico Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello) e appunto, Rita Marcotulli. Un progetto nato da un’idea di Bardoscia e della violinista Sonia Peana, e che si muove, originariamente, intorno a brani dello stesso contrabbassista e adattamenti studiati per questa formazione, per arrivare a composizioni della Marcotulli e del quartetto Alborada, lasciando spazio anche all’improvvisazione. Le diverse fonti musicali si fondono per dare spazio a qualcosa di nuovo, fresco e originale, tra sonorità macedoni, isolane e mediterranee, che emergono naturalmente e senza forzature, sottolineando l’essenza stessa di ogni componente: il quartetto d’archi svolge un ruolo di sostegno ai solisti e, al tempo stesso, è anche una terza entità musicale autonoma.

Nel pomeriggio il festival fa tappa a Telti, dove, alle 18.00, nella chiesa di Santa Vittoria, è di scena un altro nome di spicco della scena jazzistica italiana, Stefano Battaglia, con un programma di improvvisazioni al piano che, sotto il titolo “Questo ricordo lo vorrei raccontare”, ripercorre in musica l’opera del fotografo Mario Giacomelli (1925-2000), ispirata dai versi di poeti come Emily Dickinson, Franco Costabile, Cesare Pavese, Edgar Lee Master. Classe 1965, Stefano Battaglia è un pianista attento al suono e alla melodia: forte di una solida preparazione musicale che l’ha portato dapprima a mettersi in luce in ambito “classico”, conta un vasto curriculum di collaborazioni importanti e progetti propri, qualcosa come tremila concerti all’attivo e una discografia di oltre cento titoli che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in patria e all’estero. Nel 2004 ha inaugurato la collaborazione con la prestigiosa etichetta tedesca ECM, che ha pubblicato cinque suoi album; i tre più recenti lo vedono alla testa del suo collaudatissimo trio, con Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria, che anche il pubblico di Time in Jazz potrà apprezzare in concerto domenica pomeriggio a Tula, nella chiesa di Santa Maria di Coros (ore 18.00).

BAM (ph © Roberto Cifarelli) m Mino Cinelu 1 Rita Marcotulli (foto di Paolo Soriani) (2m) Stefano Battaglia (foto@Caterina Di Perri)01 (m)Charles Lloyd (2m)