22 November, 2024
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Il comune di Carbonia beneficerà di un contributo di 330mila euro dall’assessorato della Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazioni, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna da destinare al restauro, alla valorizzazione e alla musealizzazione degli scavi del Nuraghe Sirai.

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Pietro Morittu per un «finanziamento che consentirà al comune di Carbonia di valorizzare ed impreziosire ulteriormente la fortezza sardo-fenicia del Nuraghe Sirai, che rappresenta un volano per lo sviluppo turistico-culturale del territorio nonché l’unico sito dove si riconosce la fase più recente della civiltà nuragica, contemporanea a quella fenicia».

Il finanziamento verrà utilizzato per realizzare le infrastrutture necessarie alla fruizione del Nuraghe Sirai unitamente al completamento delle indagini in un importante settore del complesso nuragico, con il contestuale restauro e completamento dei percorsi di visita nel sito e nel Museo archeologico.

«Gli interventi sul Nuraghe Sirai saranno gestiti dall’Ufficio Cultura del comune di Carbonia e permetteranno di pianificare, dopo oltre un ventennio di lavori ed investimenti sullo scavo, l’apertura al pubblico del sito. Un obiettivo che si spera di poter conseguire tra la fine del 2023 e il primo semestre del 2024», ha detto l’assessora della Cultura, Giorgia Meli.

Lo scavo del Nuraghe Sirai, diretto dalla dottoressa Carla Perra, archeologa dell’Ufficio Cultura del comune di Carbonia, è riconosciuto di eccezionale importanza anche dal mondo accademico e verrà inserito nel circuito di visita del Parco di Monte Sirai-Nuraghe Sirai, incrementando così l’offerta museale del SiMuC (Sistema Museale di Carbonia), anche grazie all’imminente avvio dei lavori di recinzione definitiva del sito.

Venerdì 18 novembre, alle ore 17.30, la sala convegni della Biblioteca comunale di Carbonia, in viale Arsia, ospiterà un incontro per ricordare il concittadino Vittorio Pispisa, noto commerciante nonché grande appassionato di archeologia. L’iniziativa, patrocinata dal comune di Carbonia è curata e promossa dall’Associazione Amici della Miniera e dal Csc Carbonia-Iglesias Società Umanitaria – Ex Dì Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema.

Dialogherà con i vari relatori Anna Paola Peddis, coordinatrice dello Sbis, il Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis.

Interverranno: Mario Zara, presidente dell’Associazione Amici della Miniera; Paolo Serra, direttore del Centro servizi culturali della Società Umanitaria Sardegna – Fabbrica del Cinema; Pietro Morittu, sindaco di Carbonia; Ugo Virdis, già fotografo della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano; Antonio Zara, già assistente tecnico della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano; Carla Perra, coordinatrice Sistema Museale Carbonia; la dott.ssa Luisanna Marras, già curatrice del Museo Archeologico di Villa Sulcis; Piero Bartoloni, archeologo e accademico italiano, già direttore dell’Istituto per la Civiltà fenicia e punica “Sabatino Moscati” del C.N.R. presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari.

 

E proprio quando nei libri di storia non si parla del nostro territorio che nasce un’idea originale e creativa…l’Open Day!

Docenti di diversi ordini di scuola si sono ritrovati il 25 ottobre al Museo Pas, presso La Grande Miniera di Serbariu, per visitare i siti più importanti della città di Carbonia: Museo del Paleoambienti Sulcitani “E.A. Martel”), Parco Urbano di Cannas di Sotto, Museo archeologico Villa Sulcis, Parco Archeologico Monte Sirai.

L’evento formativo, organizzato dal Consorzio Sistema Culturale Sardegna, che gestisce il Sistema Museale Carbonia, è stato realizzato in collaborazione con il comune di Carbonia e si presenta come un modo alternativo e coinvolgente per offrire ai docenti l’opportunità di scegliere tra la vasta offerta laboratoriale illustrata nel Catalogo dei Servizi Educativi per l’anno scolastico in corso.

Non è mancato il momento di socializzazione e pausa brunch all’interno di un’area della Grande Miniera, dove ombrelloni e prato verde hanno deliziosamente contornato il tutto.

Nel pomeriggio i saluti istituzionali: l’assessora della Pubblica istruzione Antonietta Melas, la direttrice del Settore Storico Archeologico del Sistema Museale del comune di Carbonia Carla Perra e la curatrice del Sistema museale di Carbonia Sara Serra.

Per concludere quattro desk per valutare quale offerta scegliere da portare a scuola, quale esperienza far vivere ai propri alunni.

Ancora un caffè ed un dolcetto e la giornata volge al termine.

Valutazione del servizio offerto ottima… restiamo in attesa di nuovi stimoli.

Nadia Pische

Sarà inaugurata dal comune di Carbonia giovedì 19 maggio prossimo, alle ore 11.00, al Museo Archeologico Villa Sulcis l’iniziativa “Reperto del mese” che si articolerà in almeno dodici appuntamenti, lungo tutto il 2022 e parte del 2023.

«Si tratta di una mostra a rotazione, incentrata ogni volta su un diverso oggetto scelto tra i reperti più importanti e mai esposti al pubblico, per un totale di circa 50 reperti», ha sottolineato il sindaco di Carbonia Pietro Morittu, ringraziando l’ufficio cultura per il lavoro profuso per valorizzare e far conoscere il patrimonio museale e gli scavi più recenti del Nuraghe Sirai ed appena restaurati.

Si comincia con l’anfora tipo Nuraghe Sirai: un tipo di anfora sconosciuta prima degli scavi al Nuraghe ed emblema della commistione culturale fra nuragici e fenici nel territorio sulcitano. Gli scavi e le altre attività archeologiche verranno raccontate attraverso la biografia dei singoli oggetti.

«Il progetto si propone sia di incrementare l’offerta espositiva del museoha osservato l’assessora della Cultura Giorgia Melisia di divulgare informazioni corrette intorno agli scavi in ambito museale, ed in particolare il restauro, lo studio dei contesti e la documentazione dei reperti.»

Sono ormai numerosi gli anni di ricerca in concessione presso il Nuraghe Sirai, con la quale il Comune ha incrementato notevolmente il patrimonio Museale e lo stesso Sistema Museale cittadino con l’acquisizione di un sito di eccezionale valore, garantendone la conservazione con sistematici interventi di restauro.

Interverranno all’inaugurazione:

Pietro Morittu – sindaco di Carbonia

Giorgia Meli – assessore alla Cultura

Monica Stochino – soprintendente ABAP CA, OR, SU

Sabrina Cisci – funzionario, ABAP CA, OR, SU

Carla Perra – Direzione Sistema Museale di Carbonia

La Direzione del Sistema museale di Carbonia sta già lavorando nel dettaglio ai prossimi appuntamenti. L’iniziativa è promossa dal comune di Carbonia con il sostegno della soprintendenza ABAP di Cagliari e province di Oristano e Sud Sardegna.

«Per anni il sistema museale della nostra città è stato gestito come una filiera virtuosa ed efficiente che, partendo dallo scavo archeologico e passando dal restauro, dallo studio e dalla catalogazione dei reperti, arrivava fino all’esposizione degli stessi nei musei cittadini. Oggi questa eccellenza del territorio è a rischio, messa in pericolo da un lato dalla scellerata gestione regionale che con una serie di scelte inspiegabili ha eliminato completamente la voce relativa all’archeologia dal capitolato del bando relativo all’affidamento dei servizi del Parco Geominerario e, conseguentemente, impedito l’impiego dei lavoratori ex Ati-Ifras nei cantieri archeologici; dall’altro da un bando comunale che ha di fatto eliminato le figure di coordinamento e gestione del sistema, affidandole ad un concorso pubblico per funzionari che non è stato mai espletato, senza neppure prevedere un periodo di proroga degli attuali incarichi quantomeno per coprire il periodo di “vuoto” tra la scadenza degli attuali contratti e le eventuali nuove nomine.»

Lo scrive, in una nota, Luca Pizzuto, segretario regionale di Articolo UNO ed ex consigliere regionale.

«Il sistema museale si ritrova di colpo senza quelle persone che negli ultimi 25 anni lo hanno creato e diretto pur tra mille difficoltà e domani lo scavo archeologico del Nuraghe Sirai chiuderà i battenti, mandando a casa gli archeologi e ricollocando gli operai ad altre mansioni ancora tutte da definireaggiunge Luca Pizzuto -. Una situazione che va a distruggere anni di studio, promozione e lavoro non solo a Carbonia ma in tutto il sistema archeologico del Sulcis, dimostrando ancora una volta quanto il nostro territorio venga poco considerato dal governo regionale, che ha evidentemente ben altre priorità.»

«Oltre ad esprimere la nostra solidarietà alla direttrice Carla Perra, all’archeologo Matteo Tatti, collaboratore del cantiere, e a tutti i lavoratoriconclude Luca Pizzuto -, chiediamo che l’amministrazione cittadina si impegni a preservare per quanto possibile un’eccellenza territoriale, e alla Giunta regionale di fermare al più presto questo scempio culturale e reintrodurre immediatamente la promozione e la tutela del patrimonio archeologico tra le finalità del Parco Geominerario.»

 

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#semiabbandonicrollo: la campagna lanciata dagli archeologi per salvare i Nuraghi del Sulcis Iglesiente sta dando i suoi frutti.
«Questa mattina la Regione Sardegna comunica l’archeologa responsabile della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, Simona Leddaha deciso per una proroga di un mese. Il nostro auspicio è che la proroga concessa serva a fissare meglio, nel contraddittorio tra le parti sociali, i termini della questione della tutela del patrimonio archeologico del Sulcis in una visione di continuità col lavoro fatto da venti anni ad oggi. Deve essere data la possibilità ai cantieri archeologici attivati di poter continuare il loro lavoro di valorizzazione, scavo e manutenzione.»
Sotto l’istituìto #semiabbandonicrollo, il tentativo da parte degli addetti ai lavori sta dando i suoi frutti: la dott.ssa Carla Perra, direttore scientifico dello scavo di Nuraghe Sirai di Carbonia, continua a domandarsi perché gli estensori del Progetto non abbiano considerato la lettura del Decreto istitutivo del Parco e del suo Statuto; e perché non si tenga in considerazione il beneficio che queste aree comportano ogni anni ai Comuni del Sulcis.
L’appello degli archeologi, Simona Ledda, Mauro Puddu, Elisa Pompianu e Matteo Tatti, è sempre lo stesso: «Ci auguriamo che questi luoghi vengano salvati. Non dimentichiamo il nostro patrimonio storico e archeologico, un patrimonio che la regione Sardegna ha il dovere di tutelare e valorizzare».

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«Se mi abbandoni crollo»: è questo lo slogan che campeggia su quattro siti cardine dell’archeologia del Sulcis Iglesiente. Il 30 giugno chiuderanno i cantieri di manutenzione e scavo di quattro aree archeologiche del Sud Sardegna: il nuraghe Sirai di Carbonia, Pani Loriga di Santadi, il nuraghe Seruci di Gonnesa e la zona archeologica di Sant’Antioco. Gli operai addetti ai lavori saranno dirottati verso altre tipologie lavorative ma i siti di Seruci e Pani Loriga, già gestiti da cooperative, resteranno comunque aperti alla fruizione pubblica.
«Esprimiamo profonda amarezza perchè si chiude, in parte, una cosa che funziona spiega Hansel Cabiddu, sindaco di Gonnesa -. Abbiamo predisposto per poter riaprire il sito al pubblico la settimana prossima e in concomitanza con la riapertura perdiamo personale qualificato che ha curato il sito. Quindi una cosa che funziona viene messa nelle condizioni di perdere un pezzo importante.»
Come sottolinea anche Marco Valdes, responsabile del sito archeologico di Seruci per conto del Cammino di Santa Barbara: «Attualmente stiamo facendo diserbo, pulizia e manutenzione generale. Questo sito ci mancherà. Entreremo con la nuova ditta e vedremo il da farsi».
A Santadi, al sito di Pani Loriga, l’atmosfera è la stessa. Il cantiere archeologico chiude e gli 8 operai che curano la manutenzione dell’area saranno impiegati in altre mansioni.
«La chiusura del cantiere archeologicointerviene Simona Garau, assessore dei Beni culturali del comune di Santadi vuol dire lasciare un sito senza l’ordinaria manutenzione. Santadi vive anche dalle bellezze archeologiche che offre il territorio. La chiusura del cantiere vorrebbe dire un danno d’immagine che né il comune di Santadi né gli altri comuni che hanno in gestione questi siti si possono permettere. Siti che restano comunque aperti al pubblico e che, proprio per questo, necessitano di manutenzione. Il comune di Santadi non può farsene carico. Questo la Regione lo sa benissimo e ciononostante non ha avuto intenzione, fino ad oggi, di porre rimedio a questa incresciosa situazione. Faremo di tutto per rinvenire finanziamenti che consentano la prosecuzione del cantiere archeologico.»
Quella di Pani Loriga è un’area molto estesa, che comprende testimonianze di diverse epoche storiche, dal Neolitico fino al periodo bizantino. Rappresenta, a tutt’oggi, uno dei punti di riferimento culturale per l’intero Basso Sulcis, come spiega l’archeologa Simona Ledda, responsabile del sito: «Parliamo di un sito plurimillenario, che rappresenta una parte importante della storia della Sardegna. Dal 30 giugno chiude il cantiere di manutenzione perché all’interno di un bando internazionale, promosso dalla regione Sardegna, non sono stati inseriti i siti archeologici. Chiedo direttamente al presidente Solinas di trovare una soluzione».
Diverso il destino del Nuraghe Sirai di Carbonia, che, a differenza delle aree di Seruci e Pani Loriga, non è mai stato sottoposto a gestione e non è quindi fruibile al pubblico. I lavoratori, che ininterrottamente dal 2018, si occupano della manutenzione del sito, dal 30 giugno saranno spostati e l’area archeologica chiuderà i battenti. Le strutture capannicole e gli scavi verranno ricoperti con dei teli bianchi, in modo da preservarli da intemperie e atti di vandalismo.
«Qui stiamo andando a porre fine ad un’attività di scavo e di valorizzazione ma anche di manutenzione costantespiega l’archeologo Matteo Tatti -, che ha portato questi monumenti archeologici a poter essere resi alla collettività. Questi lavoratori si sono formati in questo sito, assumendo professionalità specifiche nella cura dello scavo archeologico. Adesso verranno spostati chissà dove.»
Anche Carla Perra, responsabile scientifico e direttore dello scavo, si interroga sul destino dei lavoratori. «Questi operai sono stati formati attraverso corsi di formazione e hanno acquisito professionalità elevate nel restauro, nello scavo e nella documentazione. Ora chissà dove verranno mandati. Forse in qualche cantiere di bonifica o di archeologia industriale. Inoltre, gli scavi hanno bisogno di una manutenzione continua. Sarà un problema, perché i comuni non hanno le risorse per potersi occupare della manutenzione.»
Mafalda Maxia, capo cantiere nel sito del nuraghe Sirai, esprime il dispiacere, da parte di tutti i colleghi, per il trasferimento.
«Dal 30 giugno ci ritroveremo a fare chissà quale lavoro e vorremmo cercare di mantenere la stessa tipologia di occupazione, in modo tale da continuare la professionalità che abbiamo acquisito in tutti questi anni. Non chiediamo altro.»
Rammarico viene espresso anche dall’assessore della Cultura del comune di Carbonia, Sabrina Sabiu. «Questo è stato un processo virtuoso, che è riuscito a dare nuova formazione a dei lavoratori che prima si occupavano di tutt’altro ma che si sono dedicati a questo settore con passione. Con la loro formazione ci hanno consentito di rendere il sito fruibile e visitabile. Interrompendo questo percorso si sta facendo un danno enorme.»
Attraverso le pagine social istituzionali, il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, ringrazia la Fondazione Cammino di Santa Barbara per l’impegno profuso in questi due anni nella cura e nella manutenzione delle aree archeologiche dell’isola.
Federica Selis

 

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La città di Carbonia concorre, insieme ad altri 43 Comuni, per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021. Una candidatura avvalorata dalla presenza di numerosi siti archeologici di pregio. Uno di questi è indubbiamente il Nuraghe Sirai, una fortezza dove la civiltà sarda si incontra con quella fenicia in uno straordinario crocevia di tradizioni, culture e identità che si compenetrano e pervadono le une con le altre.

Su questo tema, domani, giovedì 23 gennaio, alle ore 17.30, al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, Carla Perra, direttore scientifico dello scavo archeologico presso il complesso del Nuraghe Sirai e direttore del settore storico e archeologico dei Musei di Carbonia – SIMUC, presenterà il suo libro dal titolo “La fortezza sardo-fenicia del Nuraghe Sirai. Il ferro II Sardegna”, contenente una rassegna completa degli scavi eseguiti in oltre 15 anni di lavoro presso la fortezza fondata alla fine del VII secolo a.C. su un preesistente villaggio dell’età del Bronzo e ai piedi del Nuraghe vero e proprio.

La presentazione sarà l’occasione per parlare dell’ultima fase della civiltà nuragica, il Ferro II, datata tra il 730 e il 550 a. C. ca., e della sua interazione con la comunità fenicia stanziata nel Sulcis.

Il libro riveste una particolare importanza per la città di Carbonia, in quanto il concessionario degli scavi del Nuraghe Sirai è lo stesso comune di Carbonia.

Oltre alla descrizione stratigrafica e all’interpretazione di tutti gli edifici e gli isolati scavati (l’area della porta, le fortificazioni e il magazzino, l’area sacra e l’officina del vetro, l’officina delle pelli, ecc.), il volume propone l’edizione integrale della produzione ceramica (proveniente dagli strati di vita), per la quale viene proposto un nuovo modello di classificazione, ed inoltre un’analisi della tipologia insediativa, dell’architettura e del sistema territoriale nel quale l’insediamento si inserisce.

La monografia è arricchita dal contributo di altri studiosi: lo studio di Stefano Santocchini Gerg sui materiali ceramici importati, greci ed etruschi, lo studio di Valentina Ligas sugli strumenti litici rinvenuti nell’officina del vetro e in quella delle pelli e, infine, l’approfondimento sull’ambiente geologico di Mauro Villani, nel quale si individuano le aree di provenienza delle materie prime utilizzate nei cicli di produzione della fortezza.

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Si terrà giovedì 21 novembre, alle ore 17.00, presso la sala della Circoscrizione di Bacu Abis, un’iniziativa promossa dall’Associazione Culturale Bacu Abis e Sulcis Iglesiente su “Scoperte e studi di archeologia”.

Il programma prevede la presentazione del libro dell’archeologa Carla Perra La fortezza sardo-fenicia del nuraghe Sirai ed una comunicazione dell’archeologo Giulio Arca sulla “romanizzazione” del Sulcis e sulla scoperta della Villa Romana di Bacu Abis.

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Venerdì 24 maggio, alle ore 18.00, presso la Grande Miniera di Serbariu di Carbonia (Sala Astarte), l’Amministrazione Comunale ed il Sistema Museo presenteranno il libro di Carla Perra “La fortezza sardo-fenicia del Nuraghe Sirai. Il Ferro II di Sardegna”.
Il volume è edito dal CNR – Istituto di studi sul Mediterraneo Antico, nell’ambito della collana di monografie “Collezione di Studi Fenici”. Il volume riveste una particolare importanza per la città di Carbonia, in quanto il concessionario degli scavi del Nuraghe Sirai è lo stesso comune di Carbonia, attraverso il Museo Archeologico Villa Sulcis, e l’autrice del libro, Carla Perra, è il direttore del settore archeologico del Si.Mu.C. (Sistema Museale di Carbonia) e degli scavi del Nuraghe Sirai.

Interverranno alla presentazione del libro: Paola Massidda, sindaco di Carbonia; Sabrina Sabiu, assessore della Cultura; Maura Picciau, soprintendente SABAP; Sabrina Cisci, funzionaria SABAP; Massimo Botto, ISMA – CNR,; l’autrice Carla Perra con i co-autori.

A livello scientifico il libro rappresenta un primo punto fermo sulla documentazione e sull’interpretazione dell’ultima fase della civiltà nuragica (Ferro II: 730-550 a.C. ca.) e della sua integrazione con la comunità fenicia stanziata nel Sulcis. Proprio di questo particolare periodo, caratterizzato da una cultura materiale originale, la pubblicazione fornisce un vasto e dettagliato archivio. Il volume costituisce, infatti, una edizione completa degli scavi eseguiti in oltre 15 anni di lavoro presso la fortezza fondata alla fine del VII secolo a.C. su un preesistente villaggio dell’età del Bronzo e ai piedi del Nuraghe vero e proprio.

Oltre alla descrizione stratigrafica e alla interpretazione di tutti gli edifici e gli isolati scavati (l’area della porta, le fortificazioni e il magazzino, l’area sacra e l’officina del vetro, l’officina delle pelli ecc.), il volume propone l’edizione integrale della produzione ceramica (proveniente dagli strati di vita), per la quale viene proposto un nuovo modello di classificazione, ed inoltre un’analisi della tipologia insediativa, dell’architettura e del sistema territoriale nel quale l’insediamento si inserisce.

La monografia è arricchita dal contributo di altri studiosi: lo studio di Stefano Santocchini Gerg sui materiali ceramici importati, greci ed etruschi, lo studio di Valentina Ligas sugli strumenti litici rinvenuti nell’officina del vetro e in quella delle pelli e infine l’approfondimento sull’ambiente geologico di Mauro Villani, nel quale si individuano le aree di provenienza delle materie prime utilizzate nei cicli di produzione della fortezza.