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Il 4 ottobre 2016 il Consiglio comunale di Cagliari ha approvato una mozione presentata da due consiglieri comunali Angius e Marcello che aveva come oggetto l’introduzione dell’istituto della doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale. Attraverso il voto chiedeva l’adesione del Comune alla mobilitazione promossa dal movimento “Meglio in Due” che dal mese di settembre 2016 invitava tutti i comuni della Sardegna ad approvare la mozione.
La mozione è stata poi allegata insieme alle altre pervenute da tutto il territorio, ad una lettera indirizzata al presidente della Regione Francesco Pigliaru e del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, con richiesta formale di provvedere all’introduzione della doppia preferenza. I motivi che ci spingevano a fare tutto questo ricordano le promotrici Carla Poddana, Elena Secci e Lucia Tidu sono sotto gli occhi di tutti «non possiamo permetterci di avere un Consiglio regionale composto da 56 uomini e sole 4 Donne, vi sono purtroppo degli ostacoli che impediscono la Paritaria partecipazione e rappresentanza del genere femminile nelle istituzioni ed è dovere di tutti rimuoverli. Uno dei metodi utilizzato negli altri Stati e anche in Italia è quello della doppia preferenza che garantisce un riequilibrio di genere e quindi una più democratica percentuale di presenza dei due sessi nei luoghi dove è corretto che le decisioni vengano prese in due, donne e uomini con le loro diverse competenze e attitudini».
I comuni che hanno aderito alla mobilitazione sono più di 200 e tanti in questi ultimi tempi stanno approvando delibere simili che ribadiscono l’urgenza e la necessità che la Regione porti in aula la doppia preferenza e voti immediatamente per la sua introduzione.
«Il fatto che a distanza di quasi un anno alcuni consiglieri comunali del comune di Cagliari ripresentino una richiesta dal contenuto uguale a quella presentato dal movimento “Meglio in Due” ci lascia basite – aggiungono Carla Poddana, Elena Secci e Lucia Tidu -, poiché un anno fa in quello stesso consiglio una consistente parte di consiglieri aveva deciso di astenersi o votare contro. Repetita iuvant? Quindi si presenta una cosa già votata per ribadirne l’importanza? Se il fine fosse questo un semplice richiamo alla delibera precedente e una presa di posizione forte unendosi all’appello più volte da noi lanciato verso i comuni rimanenti di approvare la mozione per dare ancora più forza alla richiesta, sarebbe stato più appropriato. Quello che appare e dispiace è il tentare di personalizzare questa lotta facendo finta di dimenticare le sue origini e la sua maternità, come se ci si dimenticasse che unendo le forze si potrebbe fare molto di più e, soprattutto, avere più forza nella richiesta alla massima istituzione della nostra Regione. Un pizzico di onestà intellettuale permetterebbe alla lotta di avere non solo più forza ma maggiore credibilità data dal mettere la battaglia in primo piano. I colori politici che prima portavano ad una astensione o (in alcuni comuni) a cestinare l’iniziativa o votarla in maniera difforme o mascherata rispetto alla richiesta primaria per metterci il “cappello” non sono utili alla lotta. Ancor più grave se entriamo nello specifico di ciò che è accaduto nella seduta del Consiglio comunale di Cagliari del 9 agosto 2017 dove per mancanza del numero legale la proposta fotocopia è stata cestinata. La serietà della battaglia ancora una volta subisce il colpo dei tanti che la utilizzano solo come bandiera cercando di cavalcare un onda di protesta forte che si è sollevata intorno a questo tema. Ridicolizzare questa battaglia in questo modo ci fa capire quanto per tanti sia poco importante battersi per raggiungere l’obiettivo e quanto invece sia più importante cercare la notorietà pubblicizzando la propria adesione alla lotta o il proprio impegno per la stessa. Abbiamo bisogno di tutti per far sì che la doppia preferenza venga introdotta nella legge elettorale regionale e continueremo con forza, caparbietà e serietà nella nostra battaglia. Chi ha a cuore tutto questo non gioca – concludono Carla Poddana, Elena Secci e Lucia Tidu -. Noi non molleremo la presa.»