Il giorno 4 agosto 2024 in un cinema di Cagliari, prima della programmazione delle 16,30 del film per bambini “Mavka e la foresta incantata” è passata la pubblicità della bevanda alcolica “Vecchio amaro del Capo”. La segnalazione arriva all’ufficio della Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza della regione Sardegna, Carla Puligheddu, che ringrazia per l’allarme lanciato a tutela delle persone di minore età.
La Garante, prendendo spunto dalla tempestiva segnalazione ripercorre la normativa che regola la diffusione della pubblicità delle bevande alcoliche che vede una sua prima regolamentazione con il D.M. 30 novembre 1991, n. 425. Si tratta di un brevissimo e singolare provvedimento che, nei suoi tre articoli, raccoglie, norme relative alla pubblicità televisiva dei prodotti del tabacco (art. 1), delle bevande alcoliche (art. 2) e norme a tutela dei minori (art. 3).
Viene, successivamente, emanata la legge 30 marzo 2001, n. 125, intitolata “Legge quadro in materia di alcol e di prodotti alcolcorrelati” che vieta la diffusione di pubblicità di bevande alcoliche e superalcoliche all’ interno di programmi rivolti ai minori e nei quindici minuti precedenti e successivi alla trasmissione degli stessi, così come vieta la rappresentazione di minori dediti al consumo di alcol o la raffigurazione in senso positivo dell’assunzione di tali bevande.
La legge, oltre alle prescrizioni riguardanti i contenuti del messaggio pubblicitario, contiene anche alcuni divieti relativi alla sua diffusione.
Così, la pubblicità di bevande alcoliche o superalcoliche non può essere diffusa nei locali frequentati prevalentemente da minori degli anni 18; la pubblicità radiotelevisiva di tali prodotti è, inoltre, vietata nella fascia oraria dalle 16 alle 19. Sulla stampa giornaliera e periodica rivolta ai minori e nelle sale cinematografiche, in occasione di film la cui proiezione è destinata prevalentemente a minori, è vietata ogni forma di pubblicità di bevande alcoliche.
L’infrazione alle prescrizioni dell’art. 13 della L. n. 125/2001 è punita con sanzione amministrativa, che varia da cinque a venti milioni di lire (2.582,28/10.329,14 euro) e può essere raddoppiata per ogni ulteriore violazione. La norma ha anche previsto l’obbligo, entro sei mesi dall’ entrata in vigore della legge, per le emittenti radiotelevisive, le agenzia pubblicitarie e i rappresentanti della produzione di adottare un codice di autoregolamentazione sulle modalità e sui contenuti dei messaggi pubblicitari relativi alle bevande alcoliche e superalcoliche.
In relazione a tale prescrizione, i contenuti dell’ art. 22 del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, che già disciplinava la pubblicità delle bevande alcoliche, sono stati integrati, in modo da farne la normativa autoregolamentare di riferimento.
La Garante Carla Puligheddu esprime preoccupazione per tale tendenza irrispettosa dei diritti di protezione e tutela dell’integrità dei minori, in evidente contrasto con l’ esigenza di privilegiare la diffusione di modelli di consumo ispirati a sobrietà e responsabilità e rivolge un appello ai gestori si sale cinematografiche affinché provvedano immediatamente alla rimozione degli spot segnalati, a tutela innanzitutto dei bambini e degli adolescenti, ma anche delle loro famiglie e li invita a preferire messaggi positivi lontani da situazioni facilmente connesse all’ abuso di bevande alcoliche.
Inoltre, la Garante ricorda che la pubblicità relativa al consumo di bevande alcoliche e superalcoliche non deve rivolgersi, neppure indirettamente, alle persone di minore età. Norme previste nel Codice di autoregolamentazione TV e minori oltre che tema urgente e prioritario in recenti risoluzioni dell’Unione Europa non solo poiché i minori sono più a rischio degli adulti riguardo agli effetti nocivi dell’alcol ma anche perché in tenera età il consumo di alcool può portare a conseguenze devastanti di lunga durata.
Questa mattina la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Puligheddu, ha incontrato l’Assessore regionale della Sanità e Politiche Sociali, Armando Bartolazzi. Tante le questioni portate all’attenzione dell’Assessore che si è mostrato sensibile e disponibile ad affrontarle col massimo impegno.
Partendo da una richiesta di rilancio delle Politiche sociali quali: l’urgenza di un preciso inquadramento giuridico dei PLUS e relative linee guida da riscrivere; Passaggio di competenze dei Servizi educativi 0 – 3 all’assessorato all’Istruzione rientrando in un quadro Nazionale di Sistema Integrato di educazione e istruzione 0 – 6 (art. 10 decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65); Il problema dei costi delle strutture di accoglienza di minori e mamme con minori che necessitano, non solo di spazi di protezione ma soprattutto di cure e supporti psicoterapici.
Quindi le sfide socio sanitarie che vedono coinvolti i minori affetti da diabete di tipo 1 il cui esordio in Sardegna registra il record mondiale in età evolutiva, con richiesta della Garante di istituire un Tavolo Tecnico finalizzato a siglare un nuovo Protocollo tra: RAS – USR – Garante – Associazioni – Comunità Scientifica della Diabetologia pediatrica – Ordine Psicologi da render operativo attraverso la realizzazione del Progetto Scuola/diabete – Percorso psico – sociale di inclusione dell’alunno con diabete in ambito scolastico. Inoltre in ambito sanitario sono state illustrate le difficoltà di rendere funzionali le Commissioni preposte dalle Asl alla certificazione della L. 104 in particolare relative ai disturbi dello spettro autistico (al momento bloccate) e dei numerosi e frequenti casi di disabilità e/o disturbi che affliggono l’infanzia e l’adolescenza, in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico a settembre. Stesso rilievo alle neuropsichiatrie pediatriche della Sardegna che operano in situazione di profondo stress dovendo farsi carico di problemi riguardanti l’adolescenza che oltre l’ambito prettamente sanitario richiedono cure, supporto e degenze prolungate per disagio comportamentale, autolesionismo, dipendenze, tentativi suicidari. Il tutto per l’assoluta mancanza di strutture di cura dedicate in tutto il territorio regionale.
E poi le pediatrie scoperte che incombono in numerosissimi territori dell’isola con le difficoltà dei bimbi e delle famiglie. Molta attenzione è stata rivolta alla S.C. della Pediatria di Sassari con le sue numerose criticità, a partire dall’esiguità di medici pediatri e dall’ assenza della chirurgia pediatrica, un tempo, eccellenza del sistema sanitario sassarese, che costringe i nostri bambini a trasferte in elicottero anche per una semplice appendicite. Senza dimenticare Alghero, dove il pronto soccorso pediatrico chiude alle ore 20.00 lasciando scoperto totalmente un servizio essenziale durante l’intera serata, notte e primo mattino, anche in considerazione della stagione estiva ormai iniziata. A ciò si aggiunge l’inaccettabile chiusura del punto nascita di Alghero. Un diritto negato ai bambini e alle bambine, di nascere nella propria città, avendo peraltro tutti i requisiti per farlo.
«Ecco, un quadro estremamente pesante e tanto altro, oggi durante l’incontro che la Garante definisce molto proficuo, grazie alla capacità di ascolto dell’assessore Armando Bartolazzi, l’accoglienza, il tratto umano rassicurante – ha detto Carla Puligheddu -. Auspico che l’Assessore, avendo assunto l’impegno di dare la priorità che merita al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, che attende e che per ora è rimasto inascoltato, sappia incominciare con la risoluzione, almeno delle sfide più urgenti ma anche di quelle che bisogna intraprendere e che vedranno risoluzioni future.»
Gli studenti del Liceo “G. Asproni” di Iglesias sono i vincitori del concorso di idee per la realizzazione del logo della garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Sardegna.
La cerimonia di premiazione si è svolta ieri pomeriggio nella sala Transatlantico del palazzo del Consiglio regionale.
Hanno aperto i lavori il presidente dell’Assemblea Piero Comandini e la garante Carla Puligheddu. Presenti la presidente della commissione regionale Lavoro, cultura e formazione professionale Camilla Gerolama Soru, il consigliere regionale di Iglesias Alessandro Pilurzu e il sindaco di Iglesias, Mauro Usai.
Mercoledì 31 gennaio la prof.ssa Carla Puligheddu, garante dell’Infanzia e dell’ Adolescenza della Regione Sardegna ha convocato nel suo ufficio di Cagliari una rappresentanza di associazioni di persone con diabete per parlare del progetto “Diabete e Scuola”.
Per la Garante è necessario che ci sia la condizione affinché al bambino con diabete venga riconosciuto il diritto ad una piena e sicura inclusione in contesti scolastici, educativi e formativi.
La Sardegna è l’area geografica con maggiore incidenza di diabete di tipo 1 al mondo in età scolastica rendendo più urgente che mai una soluzione al problema restato inevaso da quando è scaduto il protocollo di intesa tra l’assessorato alla Sanità e l’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna relativo al “Percorso di inclusione dell’alunno con Diabete nell’ambito scolastico”, protocollo di durata triennale 2015-2018, non rinnovato.
La delegazione era guidata dal presidente della Federazione Rete Sarda Diabete Riccardo Trentin e dalla vice Carol Tola.
«L’accoglienza scolastica dell’alunno affetto da diabete è un momento delicato e cruciale, perché influenza in modo determinante la sua crescita e il suo inserimento sociale – ha detto Riccardo Trentin -. In classe, l’alunno deve poter controllare la glicemia, assumere l’insulina e gestire eventuali crisi iper-ipoglicemiche in condizioni di normalità e serenità. Tuttavia, ciò non è sempre realizzabile autonomamente, pertanto la scuola ha il dovere di vigilare, anche sulla salute dei propri studenti.»
Ad accompagnare Riccardo Trentin c’erano anche il vicepresidente di Diabete Italia, Marcello Grussu che ha ricordato come in molte altre regioni siano già attivi e funzionanti i Protocolli Scuola/Diabete, ed il presidente di ANIAD Sardegna, Benedetto Mameli che ha presentato un Protocollo Scuola/Diabete redatto e aggiornato da insegnanti, associazioni di genitori con figli con diabete, persone con diabete, medici diabetologi pediatri, tutto in collaborazione con la ASL 5 di Oristano e l’associazione Cittadinanzattiva. La Garante ha condiviso e recepito tutte le osservazioni e considerazioni fatte ed ha auspicato la risoluzione del problema tramite l’avvio di un tavolo tecnico Istituzionale che cercherà di far nascere un’intesa tra associazioni, Istituzioni Sanitarie, comunità scientifica della diabetologia pediatrica e l’Ufficio Scolastico Regionale.
«Sono convinta – ha detto la garante Carla Puligheddu – che i minori con diabete tipo 1 non si debbano sentire “diversi” rispetto ai propri coetanei e che l’inclusione scolastica vada di pari passo con il diritto alla cura, alla salute, all’istruzione e ad un sano sviluppo psicofisico. Occorre avere insegnanti informati e formati sul diabete in una regione che ha il record mondiale di diagnosi della patologia in età evolutiva. Scuola e diabete è la strada più efficace nell’ottica del progresso sanitario, dell’inclusione e della non discriminazione delle diversità.»
“L’inarrestabile marcia delle donne verso la parità” passa dal 2° Congresso delle Donne Sarde promosso da Coordinamento 3 – Donne di Sardegna e aperto a tutti i movimenti femminili dell’Isola: appuntamento giovedì 2 giugno, ore 10.30, al Teatro Massimo di Cagliari, nel nome di Nadia Gallico Spano, delle Madri Costituenti e con lo stesso spirito di unità, che aveva animato il 1° Congresso, celebrato nello stesso luogo, 70 anni prima, il 2 giugno del 1952.
Un’intensa giornata di lavori che si articola in quattro momenti: 1) rievocazione storica, con l’Omaggio a Nadia Gallico Spano; 2) l’attualità della “questione femminile”, con focus su Lavoro, Salute delle Donne, Violenza di Genere e Rappresentanza; 3) Protocollo d’Intesa tra Coordinamento3 e il Coordinamento Donne FASI, Federazione delle Associazioni Sarde in Italia per una grande alleanza finalizzata a progetti ed azioni comuni delle donne Sarde, residenti in Sardegna, in Italia e nel mondo; 4) proiezione verso il futuro con proposte di modifica della legge elettorale regionale, su esempio delle buone pratiche europee, che consentano di superare l’impasse sulla do
«Dal 1° Congresso raccogliamo il prezioso testimone dell’unità – ha detto la presidente di Coordinamento3, Carmina Conte – per lanciare una grande alleanza fra tutte le donne in Sardegna e fuori dalla Sardegna, per il superamento degli ostacoli e delle pesanti discriminazioni tuttora presenti nella società, nella politica e nelle Istituzioni, che la crisi pandemica ha contribuito ad aggravare”.
«Quando le donne si battono per i diritti delle donne – ha aggiunto la vice presidente Carla Puligheddu – si battono per i diritti di tutti e sono capaci di superare qualsiasi divergenza ideologica, partitica, religiosa, economica e sociale. Il motto di Coordinamento3 è: “I diritti delle donne per i diritti di tutti, oltre ogni differenza” e noi, con le nostre buone pratiche, siamo la dimostrazione che si può fare.»
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«Piaccia o non piaccia, il Partito Sardo d’Azione pulsa. Non presenta quei segni d’invecchiamento che portano invece certe affermazioni ispirate più da sbiaditi ricordi di famiglia (dimenticati in una vecchia cassapanca e mai degnati di attenzione), che a veri e propri moti dell’animo ferito.»
Lo scrive in una nota Carla Puligheddu, dirigente nazionale del PSd’Az.
«I Sardisti non dimenticano le proprie radici anzi, le valorizzano, ne hanno cura e si preoccupano di mantenere accesa la fiamma dell’appartenenza, senza trascurare la vocazione, grazie alla quale hanno attraversato epoche e si espongono alla vulnerabilità dei giudizi come quelli, estemporanei, che in questi giorni abbiamo letto – aggiunge Carla Puligheddu -. Il nostro compito è stato e rimane quello di capire il presente e farci carico dei bisogni dei Sardi. Le “comparse” nei momenti di gloria ci ricordano soprattutto, quanto sono mancate, nei periodi bui, lunghi e difficili che il sardismo ha attraversato. Non un intervento, non una parola, non un gesto d’affetto. Posso dire senza tema di smentita che, solo la tenacia di un gruppo resistente e fedele ai quattro mori, ha salvato il Sardismo. Il sardismo, dunque, oggi ha saputo interpretare la crisi e in ragione della sua storia e della sua modernità, si assume l’onore e l’onere di custodirlo. Siamo convinti che il traguardo che ci attende si avvicina, ed è raggiungibile. Vogliamo essere eroici in un’epoca di millantatori. Vogliamo trovare temi di unità – conclude Carla Puligheddu – e lasciare gli scontri a coloro che provano insistentemente a disgregare un progetto di solidità e di felicità per il Popolo Sardo.»
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Un nuovo durissimo attacco alla direzione dell’ATS Sardegna per le scelte fatte nella riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, arriva da Sassari, dalla dirigente del Partito Sardo d’Azione Carla Puligheddu,
«Per Sassari lo spazio dell’oblio nei progetti regionali, destinata ad assumere la dimensione coloniale dell’emergente sanità olbiese – attacca in una nota Carla Puligheddu -. Dai sardisti dalle sezioni cittadine del Partito Sardo d’Azione “Bussalai, Sechi, Sotgiu” parte la denuncia sulle tragiche scelte operate dalla direzione ATS nella riorganizzazione della rete ospedaliera regionale e in particolare, nel riordino dei laboratori e razionalizzazione dei servizi del territorio. Sembra certo, infatti, l’accentramento delle analisi ambulatoriali su 4 mega-laboratori HUB: Olbia, Nuoro, Oristano e Cagliari. Ovvero, è certa la volontà di spostare tutti gli esami di routine dei pazienti non ospedalizzati del Nord Sardegna, verso Olbia, attraverso il trasporto dei campioni biologici tramite ditta esterna da individuare. Assistiamo passivamente all’ennesima ingerenza di una direzione che mai ha considerato la specificità di una regione che, per tante ragioni, non può essere confusa con altre. La prima negligenza che si evince da tale stoltezza è che i progetti “pronti all’uso” possono ridurre la fatica di chi li propone ma offendono la dignità e il diritto di chi li subisce. Se il motivo dell’unificazione fosse quello del risparmio; i conti non tornerebbero comunque. I costi di questa pianificazione, infatti, sarebbero notevolmente elevati, se si considera che, oltre il costo del trasporto (di gran lunga superiore a quello dei service per gli strumenti in uso) si prevede l’individuazione di centri di raccolta, centrifugazione e smistamento per la corretta tracciabilità dei campioni provenienti, non solo da Sassari, ma anche da Alghero Ozieri, Tempio e La Maddalena. Al laboratorio generale di base afferiscono i prelievi da: Nulvi, Ploaghe, Martis, Viddalba, Castelsardo, Sedini, Bulzi, Usini, Laerru, Ossi, Erula,Ttissi, Codrongianus, Cargieghe, Muros, Perfusas, Chiaramonti, Santa Maria Coghinas, Florinas, Porto Torres, Sorso, Valledoria, Radioprotezione, Medico competente, Spresal, Centro Dialisi Porto Torres, Centro Dialisi San Camillo, Carceri Bancali, Punto Prelievi Conti, Serd via Zanfarino, Serd San Camillo, ADI, Servizio Igiene e Sanità pubblica, Punto prelievi via Tempio. In particolare, il laboratorio di via Tempio effettua analisi mediamente per 2.300 utenti la settimana che corrispondono all’incirca a 900.000 esami l’anno. Esegue 150 PT-INR/giorno per gli oltre 2.000 pazienti, per lo più anziani presso il centro TAO. Un lavoro intensissimo che impegna una moltitudine di professionalità su servizi di livello eccellente.»
«L’operazione in cantiere comprometterebbe l’attendibilità dei risultati, proprio a causa della prolungata giacenza dei campioni prelevati nel corso della mattinata, in attesa di arrivare ai laboratori di Olbia. Attesa che falserebbe il risultato finale, altroché ritardare il ritiro dei referti – aggiunge Carla Puligheddu -. Per i pazienti, soprattutto per coloro che necessitano di risposte urgenti, sarebbe una perdita di tempo, di pazienza e di energia, ma soprattutto di salute. Stesso discorso per i campioni relativi alla terapia salvavita anticoagulante, i quali rischierebbero di essere processarti tardivamente, di degradarsi, di fornire valori inesatti, con la conseguenza di fornire terapie inefficaci. Addio risparmio, dunque! Si fa avanti il grande disagio per l’utenza! Il buon senso avverte che, sacrificare la qualità dei risultati significa una cosa sola:costringere gli utenti a rivolgersi al ai laboratori privati. Siamo sempre lì, depotenziare la sanità pubblica a favore di quella privata. L’intenzione di chiudere il laboratorio generale di base ATS a Sassari sembrerebbe stata decisa senza che i sindacati ed il personale che vi lavora siano stati messi al corrente e probabilmente neppure la commissione sanità regionale sia stata debitamente informata. Senza nemmeno ponderare quale danno la chiusura arrecherebbe, insieme ai disagi per tutti i cittadini di Sassari e dei paesi limitrofi che da 30 anni usufruiscono del servizio e della qualità degli esami.»
L’idea di creare un esamificio non convince i sardisti i quali, per voce della dirigente Carla Puligheddu, esprimono solidarietà agli operatori dei servizi del Nord Sardegna e propongono la realizzazione di un unico laboratorio ATS con sede a Sassari (es. al Conti) dove far confluire i prelievi del territorio, compresi Ozieri ed Alghero che potrebbero invece provvedere al fabbisogno delle strutture ospedaliere, garantendo le urgenze e le analisi dei pazienti ricoverati. In questo auspicabile laboratorio unico, potrebbero essere processati anche i campioni dei pazienti esterni del territorio con notevole risparmio economico, considerata la spesa elevata sostenuta dall’ATS AOU per tali prestazioni.
«Non si può impoverire Sassari ed il suo territorio, privandolo di una importante, storica struttura, fondamentale per i suoi cittadini – conclude Carla Puligheddu -. Un altro servizio depredato alla città di Sassari a favore di Olbia, una scelta irrazionale ed ingiusta, l’ennesima inflitta della politica regionale sarda.»