14 November, 2024
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Il TAR della Sardegna ha accolto il ricorso presentato da Gruppo d’Intervento Giuridico, Lega per l’Abolizione della Caccia, Lega Anti-Vivisezione e WWF, patrocinato dall’avv. Carlo Augusto Melis Costa, ed ha disposto con decreto presidenziale n. 260, la sospensione del decreto dell’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente del 20 luglio scorso, relativo al calendario venatorio regionale 2018/19, nella parte in cui prevede la caccia alla lepre sarda ed alla pernice sarda.
Sulla sentenza del TAR prende posizione l’associazione Caccia Pesca Ambiente che in una nota sostiene che «il Tar ha sospeso la caccia a lepri e pernici senza dare la possibilità alla Regione Sardegna e alle associazioni di presentare la documentazione. Non riusciamo a capire perché il presidente del Tar ha deciso di sospendere la caccia a lepri e pernici senza darci la possibilità di replicare a ciò che dicevano gli ambientalisti».

«E’ bene precisare – aggiunge l’associazione Caccia Pesca Ambiente – che abbiamo ancora possibilità che la caccia a queste due specie venga riaperta entro il 30 settembre, e noi ci stiamo già lavorando. Ci resta la magra consolazione che il Tar non ha accolto il ricorso per quanto riguarda la caccia al coniglio. Lunedì o martedì al massimo – conclude l’associazione Caccia Pesca Ambiente – presenteremo le memorie difensive con richiesta di udienza prima del 30 Settembre, con la speranza che il Giudice accolga le nostra istanza.»

Molto critico sulla sentenza del TAR della Sardegna anche il Centro Studi Agricoli. «La sentenza arriva quando quasi tutti i cacciatori hanno eseguito i versamenti obbligatori per poter esercitare l’esercizio della caccia, che per la sola tassa regionale riguarda un versamento di 25 euro a cacciatore, con un introito globale da parte della Regione di euro 899.675, necessario a eseguire ripopolamenti, indennizzi per danni dalla fauna e per eseguire i censimenti di lepri e pernici, così come previsti dalla LR. 23 del 1998 sulla caccia – sostiene il presidente Tore Piana -. Perché nome del la Regione non ha provveduto ad eseguire i censimenti? Sull’argomento si palesano gravi inadempienze e troppa improvvisazione da parte della Regione Sardegna stessa. Il danno economico per il mancato giro d’affari viene calcolato in 3,6 milioni di euro, considerando una spesa media di 100 euro a cacciatore moltiplicata per i 35.987 cacciatori censiti. Passi lo scorso anno – conclude Tore Piana -, ma quest’anno non doveva  assolutamente ripetersi tale errore.»