22 November, 2024
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Il Consiglio dei ministri, riunitosi questa mattina a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del presidente Paolo Gentiloni, segretario la sottosegretaria alla Presidenza Maria Elena Boschi, su proposta del presidente Paolo Gentiloni e del ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, ha approvato disposizioni urgenti per l’ulteriore finanziamento degli interventi di cui all’articolo 1, comma 139, in materia di ammortizzatori sociali, con particolare riferimento alle imprese operanti in un’area di crisi industriale complessa, tra le quali c’è Portovesme.

Il provvedimento, che ha esteso gli ammortizzatori sociali fino al 31 dicembre 2018, si è reso necessario per garantire, anche dal punto di vista finanziario, la prosecuzione degli interventi già previsti con la legge di bilancio 2018 (legge 27 dicembre 2017, n. 205). A tale fine sono state stanziate risorse pari a 9 milioni di euro a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione.

«Il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori delle aree di crisi complessa in Sardegna è l’esito positivo di un percorso che abbiamo seguito costantemente. E come nel caso dei lavoratori dell’ex Alcoa, è strumento essenziale per garantire un supporto immediato a chi è maggiormente in difficoltà mentre si lavora per il riavvio – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Il ministro Calenda ha mantenuto gli impegni presi con noi, con i lavoratori e con l’azienda. Ora anche noi, dopo tanto lavoro fatto insieme, come sempre continueremo a mantenere gli impegni presi con i lavoratori, a maggior ragione davanti all’incertezza del quadro politico nazionale. Comunque vada – ha concluso Francesco Pigliaru -, il nostro interesse è portare a casa il risultato.» 
«Si tratta di un provvedimento molto importante per la Sardegna – ha aggiunto l’assessore del Lavoro Virginia Mura -. Questo decreto e la sua dotazione finanziaria, pari a 9 milioni di euro, ci permette di mettere in sicurezza centinaia di lavoratori e le loro famiglie nelle Aree di crisi complessa del Sulcis e di Porto Torres, assicurando la prosecuzione nella fruizione degli ammortizzatori sociali e garantendo loro tranquillità e sostegno economico, in attesa che le loro aziende riprendano l’attività produttiva.»
«Le aree di crisi complesse – ha commentato l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras – hanno iniziato a sviluppare tutto il loro potenziale. A brevissimo partiranno anche le call di Invitalia per le manifestazioni di interesse a investire da parte di imprese italiane o estere. Tutto ciò aiuterà a consolidare ed espandere il tessuto produttivo in quei territori. Iniziative che si affiancano alla misura di proroga degli ammortizzatori sociali per tutto il 2018 attuata dal Governo Gentiloni su input del ministro Calenda.»

 

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E’ stata ufficializzata oggi un’importante novità nel progetto di rilancio dello stabilimento Eurallumina di Portovesme. La centrale a carbone, prevista per l’approvvigionamento energetico dell’Eurallumina, è stata stralciata dal progetto della Rusal presentato alla Regione e che ora prevede, in accordo con l’Enel, il collegamento al vaporodotto attraverso la centrale Grazia Deledda di Portoscuso. Su questa variante si dovrà pronunciare il ministero dell’Ambiente che stamane si è confrontato sull’iter procedimentale con i tecnici dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente guidati dalla direttrice generale, Paola Zinzula, e dal coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi.
«Siamo soddisfatti – ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano – perché non si farà più la centrale a carbone: era un’ipotesi già tentata nel 2012, ma che è diventata percorribile grazie al nostro lavoro, alla collaborazione e all’azione sinergica del ministro Carlo Calenda e del presidente Francesco Pigliaru, in coerenza con la Strategia Energetica Nazionale e mantenendo l’equilibrio tra tutela dell’ambiente e occupazione.»
«Accogliamo con favore che a Roma, questa mattina, si sia fatta chiarezza sull’istruttoria che riguarda il progetto Eurallumina – ha concluso Donatella Spano -, stabilendo modalità e tempi sia per il livello nazionale che per quello regionale e riconoscendo l’importante lavoro fatto dai tecnici dell’assessorato.» 
Il coinvolgimento del Ministero sospende la procedura regionale, che riprenderà una volta che arriverà il pronunciamento sulla Via (valutazione di impatto ambientale) nazionale. La Rusal potrà decidere se mantenere il procedimento con la variante proposta o presentare un nuovo progetto.

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Ha assunto una configurazione azionaria definita la società Sideralloys Italia divenuta proprietaria degli impianti ex Alcoa di Portovesme per riavviarli alla produzione. Il 75% del capitale sarà controllato da Sideralloys, il 20% da Invitalia spa, società a intero capitale pubblico. Il Ministro Carlo Calenda ha proposto che il restante 5% sia assegnato gratuitamente ai lavoratori. Questa proposta è stata illustrata ai sindacati dal Ministro nel corso nel corso di una riunione cui ha preso il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi e il presidente di Sideralloys, Giuseppe Mannina.

La partecipazione di Invitalia spa ha il significato di rafforzare l’azionariato e ribadire l’impegno del Governo e della Regione per il successo dell’operazione.

La partecipazione all’azionariato dei lavoratori, proposta ai sindacati, è per un verso il riconoscimento del ruolo svolto con grande determinazione per la difesa del lavoro e della produzione industriale. Per un altro verso si vuole sperimentare una rilevante innovazione nelle relazioni industriali e nella gestione dei grandi complessi industriali.

In cosa consiste l’innovazione? Il modello classico di gestione di una società per azioni è realizzato in Italia, attraverso un consiglio di amministrazione e un amministratore delegato (AD). L’innovazione proposta prevede la costituzione di un Consiglio di Gestione e di un Consiglio di Sorveglianza; rimane la figura dell’amministratore delegato. Un rappresentante dei lavoratori parteciperebbe al Consiglio di Sorveglianza, organo che ha poteri rilevanti in quanto, tra l’altro, nomina il Consiglio di Gestione e esamina e approva il bilancio.

I lavoratori sono azionisti in quanto dipendenti della Società, cioè acquisiscono e perdono il diritto in relazione a questa condizione.

L’innovazione riguarderebbe non solo la cosiddetta governance della società ma anche la rappresentanza dei lavoratori che diventerebbe anch’essa duale. Si avrebbe la rappresentanza sindacale con i compiti tipici della stessa e contestualmente, si crea un’Associazione fra tutti i lavoratori che ha il compito di gestire la partecipazione azionaria. Come detto, le azioni sono distribuite ai lavoratori gratuitamente sebbene abbiano un valore che il Ministro ha cifrato fra 750mila e un milione di euro. L’Associazione partecipa proporzionalmente alla distribuzione degli utili d’impresa da impiegare per finalità sociali decise dalla stessa associazione.

L’assetto proposto per la nuova società dell’alluminio rappresenterebbe  sperimentazione di notevole rilievo in un’azienda industriale. Infatti, se si eccettuano i casi del socio lavoratore nelle cooperative e altri casi molto peculiari, la figura del lavoratore azionista e il Consiglio di Sorveglianza praticamente non esistono in Italia sebbene la UE e la stessa legge italiana li rendano possibili anche con incentivi e all’estero, soprattutto in Germania, siano molto frequenti nelle grandi aziende. La storia italiana delle relazioni industriali e altre ragioni che è troppo complesso qui richiamare, hanno determinato una situazione diversa fra Italia e Germania. Non casualmente i sindacati alla proposta del Ministro, hanno reagito manifestando interesse e anche apprezzamento ma si sono riservati di dare una risposta dopo averne discusso al loro interno e in particolare con i lavoratori.

Deve registrarsi positivamente che i lavoratori del Sulcis Iglesiente dopo essersi imposti all’attenzione e al rispetto dell’opinione pubblica nazionale, per la battaglia sul lavoro,  sono ora al centro di una possibile sperimentazione di un assetto più avanzato delle relazioni industriali in Italia.

La risposta sarà data in una riunione già convocata dal Ministro e dal Presidente della Regione a Roma per il 3 maggio. In quella riunione saranno esaminate anche altre questioni di primaria importanza quali il piano industriale e gli ammortizzatori sociali per il secondo semestre.

Salvatore Cherchi

Coordinatore del Piano Sulcis

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Il salone parrocchiale di San Ponziano, a Carbonia, ha ospitato questa mattina l’assemblea dei lavoratori ex Alcoa, a distanza di meno di 48 ore dall’incontro svoltosi al ministero dello Sviluppo economico, nel corso del quale il ministro Carlo Calenda ha presentato importanti novità nella procedura di cessione dello stabilimento ex Alcoa alla Sider Alloys, rappresentate dall’ingresso di Invitalia con il 20% nel capitale societario di Sider Alloys e dalla cessione ai lavoratori di una quota del 5% delle azioni totali della società, novità assoluta in Italia con tali modalità. A tal fine verrà costituita l’associazione dei lavoratori, con uno statuto che prevede scopo e oggetto, associati e organi.

L’associazione dei lavoratori non avrà fini di lucro, con le seguenti finalità:

  • promuovere e favorire il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita degli associati, nonché promuovere e difendere i loro interessi e i diritti lavoratori anche mediante partecipazione, tramite propri rappresentanti, negli organi di amministrazione e controllo della società di gestione:
  • promuovere la formazione e l’elevazione culturale, professionale, psicofisica, morale e sociale degli associati e delle loro famiglie.

Faranno parte dell’associazione tutti i dipendenti della società, dall’assunzione fino all’uscita dalla società. L’associato sarà tenuto al versamento della quota di iscrizione associativa e della quota annuale eventualmente stabilita dal Consiglio direttivo.

Gli organi dell’associazione sono: l’assemblea, il presidente, il vicepresidente, il consiglio direttivo ed il collegio dei revisori.

Da qui al 3 maggio verrà analizzata la bozza di contratto per l’entrata di Invitalia nel capitale societario della Sider Alloys e dei lavoratori con il 5%. Entro il 3 arriverà la risposta da parte del Governo e della Regione sul rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per il secondo semestre 2018. Per il 3 maggio la Sider Alloys si è impegnata a discutere il Piano Industriale.

Al termine dell’assemblea, abbiamo intervistato Manolo Mureddu, neo segretario FSM-CISL del Sulcis Iglesiente, Roberto Forresu, segretario FIOM-CGIL del Sulcis Iglesiente e Renato Tocco, della UILM-UIL.

                    

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10216284875102458/

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«Oggi al tavolo convocato dal ministro Carlo Calenda è stata confermata e consolidata una prospettiva molto positiva, frutto di un lavoro lungo e complesso che abbiamo condiviso fin dal primo giorno.»
Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ieri pomeriggio al Mise, al termine dell’incontro con il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e le organizzazioni sindacali ex Alcoa.
«La proposta di far entrare Invitalia nel capitale di quella che sarà la nuova azienda, la Sider Alloys Italia, è un elemento di garanzia che giudichiamo positivamente – ha aggiunto il presidente Francesco Pigliaru -, così come la proposta di un 5% di azioni ai lavoratori in forma totalmente gratuita: mi auguro che venga accettata, perché significherebbe realizzare una formula del tutto nuova per l’intero Paese nel coinvolgere e responsabilizzare i lavoratori rispetto ai risultati aziendali, una formula che in altri Paesi ha prodotto risultati molto interessanti. Sappiamo che da qui al 3 maggio c’è molto lavoro da portare avanti – ha concluso Francesco Pigliaru – e la Regione continuerà a fare la sua parte, come ha sempre fatto negli anni della nostra azione di governo.»

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Mercoledì 11 aprile, alle ore 9.30, presso l’oratorio di San Ponziano, a Carbonia, si terrà l’assemblea generale di tutti lavoratori ex Alcoa e dell’indotto per informazioni relativamente all’incontro odierno con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.
Sull’incontro svoltosi oggi al Mise anche la segreteria territoriale FSM CISL del Sulcis Iglesiente ha diffuso una nota, nella quale si legge, tra l’altro, che «il Governo si impegna a dare una risposta esaustiva, di concerto con la Regione Sardegna, sul rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per i lavoratori per il secondo semestre 2018, entro il 3 maggio e, sulle questioni ambientali, la Sider Alloys dichiara di aver affrontato l’argomento e di aver ottenuto le autorizzazioni per la fase di riavvio. Permane la necessità di approfondire le tematiche ambientali in ottica futura per l’attività produttiva vera e propria».

«La nostra organizzazione – conclude la nota della FSM CISL del Sulcis Iglesiente -, preso atto delle affermazioni della multinazionale e del Governo, manifesta moderato ottimismo ma condizionato agli imprenscindibili altri passaggi che dovranno portare nelle prossime settimane alla discussione nel merito del Piano Industriale e delle proposte del ministro Calenda.»

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Si è appena concluso, al ministero dello Sviluppo economico, l’incontro convocato dal responsabile della Gestione operativa del ministero dello Sviluppo economico, Giampiero Castano, tra le parti interessate al progetto di rilancio produttivo dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme, acquisito Il ministro Carlo Calenda ha confermato che che Invitalia entrerà con il 20% nel capitale societario di Sider Alloys e, a tal fine, Invitalia sta lavorando alla perizia per valutare il valore totale dell’azienda, per poi finalizzare la sua entrata nell’azionariato. Carlo Calenda, inoltre, ha spiegato che ai lavoratori sarà assicurata una quota del 5% delle azioni totali della società. La quota di partecipazione annuale sarà simbolica. Un rappresentante dei lavoratori parteciperà nel consiglio di sorveglianza. È la prima volta che questo accade in Italia con tali modalità. Tale operazione verrà concretizzata entro il mese di aprile.
Il Sindacato ha chiesto al Governo in quali modalità dovrà palesarsi tale “partecipazione dei lavoratori”, quali aspetti giuridici dovrà rispettare e quali saranno i diritti e i doveri e, soprattutto, i vantaggi.
Da qui al 3 maggio verrà analizzata la bozza di contratto per l’entrata di Invitalia nel capitale societario della Sider Alloys e dei lavoratori con il 5%. Entro il 3 arriverà la risposta da parte del Governo e della Regione sul rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per il secondo semestre 2018. Per il 3 maggio la Sider Alloys si è impegnata a discutere il Piano Industriale.
A domanda diretta sulle modalità di partecipazione dei lavoratori, dunque se consultiva, di indirizzo, o di partecipazione agli utili per il 5%, il Governo ha confermato che la partecipazione si declinerà anche con la ripartizione degli utili (economica) al 5% per tutti i lavoratori.

«L’annuncio fatto dal ministro Carlo Calenda dell’ingresso di Invitalia (20%) e di un’associazione dei lavoratori di ex Alcoa (5% senza scopo di lucro) nel capitale della NewCo di SiderAlloys è una sfida importante per concretizzare ed aiutare il processo di rilancio dello smelter – ha dichiarato poco fa Guglielmo Gambardella, coordinatore settore siderurgia della Uilm nazionale –Ci incontreremo di nuovo il 3 maggio per avere l’illustrazione del Piano Industriale per affrontare nel merito gli aspetti industriali ed occupazionali, anche quelli del relativo indotto. Chiederemo in quell’incontro – ha concluso Guglielmo Gambardella -, il rispetto dei tempi del riavvio perché i lavoratori soffrono da troppo tempo e gli ammortizzatori sociali sono quasi scaduti.»

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L’annuncio fatto ieri dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda circa la pubblicazione entro questa o la prossima settimana, del decreto ministeriale Ambiente/Sviluppo per la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee al deposito nucleare di superficie, sta scatenando fortissime reazioni sia tra le forze politiche sia tra le popolazioni, in particolare in due regioni, Basilicata e Sardegna, in cui si teme possano rientrare alcuni siti.

Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ha annunciato la netta e non negoziabile contrarietà della Regione qualora dovesse essere la Basilicata individuata tra i possibili siti, come già avvenuto in passato. «Saremo pronti in quel caso ad una seconda Scanzano», ha detto Marcello Pittella, esponente del Partito democratico, riferendosi al “decreto per la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee al deposito nucleare di superficie”. Nel 2003 Scanzano Jonico (Matera) venne individuata dal Governo Berlusconi per ospitare il sito unico: ma, dopo una protesta popolare di oltre due settimane, il decreto venne ritirato.

Durissimo anche l’intervento della senatrice di Liberi e Uguali Loredana De Petris, secondo la quale «è inconcepibile che un governo in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, che non esprime alcuna maggioranza parlamentare, si arroghi il diritto di indicare per decreto le aree nelle quali dovrebbero essere depositate le scorie nucleari. Pd e governo continuano a mostrare la stessa arroganza del potere che ha funestato l’ultima legislatura. Ma una questione come quella delle scorie nucleari è troppo importante per la vita e la salute delle persone – ha concluso Loredana De Petris – per poter essere affidata a un governo privo di ogni legittimità in materia».

In Sardegna, ieri si sono pronunciati, nettamente contrari, il portavoce di AutodeterminAtzione Anthony Muroni e il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu, mentre il deputato uscente di Unidos, Mauro Pili, che negli ultimi anni ha condotto una durissima battaglia contro l’ipotesi che in Sardegna possa essere individuato un sito idoneo ad ospitare le scorie nucleari, ha ripubblicato su facebook, il suo intervento fatto alla Camera quattro anni fa.

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Si ritorna a parlare dell’individuazione del deposito unico delle scorie nucleari, dopo le affermazioni del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, secondo le quali verrà pubblicato entro la prossima settimana il decreto per la Carta nazionale per le aree potenzialmente idonee al deposito nucleare di superficie.

«La notizia ha messo in allarme tutte le componenti di AutodetermiNatzione – scrive in una nota il portavoce Anthony Muroni – perché la Sardegna da sempre è stata considerata tra le regioni più idonee a ospitare le scorie radioattive, anche per il suo bassissimo indice di sismicità. Progetto AutodetermiNatzione ribadisce il suo NO ad ogni ipotesi che la Sardegna venga individuata quale area idonea al deposito unico delle scorie nucleari. Per questo mobilita tutte le sue componenti, storicamente impegnate nella battaglia #nonucle.»

«La nostra terra ha già pagato a caro prezzo le conseguenze della sovrabbondante presenza di servitù militari – aggiunge Anthony Muroni a nome di Rossomori, Sardigna Natzione, Sardos, Liberu, Sardegna Possibile, Gentes, Comunidades e iRS – con tutti i danni che quest’ultime hanno causato al territorio, alla società, alla cultura, all’economia. A partire dall’inquinamento. I sardi non accetteranno a nessuna condizione l’ipotesi che l’Isola diventi anche una pattumiera radioattiva. Per questo – conclude Anthony Muroni – ribadiamo il nostro NO a ogni ipotesi di dislocazione e deposito di materiale nucleare in Sardegna, in conformità all’esito del referendum del 2011 e alla ferma contrarietà dei comuni sardi.»

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Mentre resta acceso il dibattito sull’esito delle elezioni che ha portato alla grande affermazione del Movimento 5 Stelle e al sorpasso della Lega su Forza Italia in seno alla coalizione di centrodestra che ha ottenuto il maggior numero di seggi nel nuovo Parlamento e contende allo stesso Movimento 5 Stelle il tentativo di mettere insieme una maggioranza in grado di sostenere un nuovo Governo, al centro del dibattito politico post elezioni c’è la pesantissima sconfitta subita dal Partito democratico, relegato dagli elettori sotto il 20% e alle prese con le dimissioni a condizione annunciate dal segretario Matteo Renzi e dall’adesione al partito del ministro dello Sviluppo economico del Governo Gentiloni Carlo Calenda.

Ieri Carlo Calenda ha annunciato con un messaggio sul suo profilo Twitter, che a suo parere «non bisogna fare un altro partito ma lavorare per risollevare quello che c’è. Domani mi vado ad iscrivere al Partito democratico». Oggi, in un altro messaggio su Twitter, ha sottolineato che «se il PD si allea con il M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici».

Nato a Roma 44 anni fa, laureato in Giurisprudenza, dirigente d’azienda, Carlo Calenda, a soli 25 anni ha assunto i ruoli di responsabile della gestione delle relazioni con i clienti e con le istituzioni finanziarie e poi responsabile marketing di Sky. Successivamente ha lavorato in Confindustria al fianco del presidente Luca Cordero di Montezemolo, per assumere poi gli incarichi di direttore generale di Interporto campano e di presidente di Interporto Servizi Cargo.

La sua esperienza politica è iniziata come coordinatore dell’associazione Italia Futura fondata da Luca Cordero di Montezemolo e cinque anni fa è stato candidato, non eletto, alle elezioni Politiche con Scelta Civica di Mario Monti nella circoscrizione Lazio 1 della Camera.

Nel maggio 2013 è stato nominato viceministro dello Sviluppo economico nel Governo Letta, confermato nel Governo Renzi, con delega al commercio estero. Nel febbraio 2015 lasciò Scelta Civica ed annunciò l’intenzione di iscriversi al Partito Democratico, fino ad oggi non concretizzata. Il 10 maggio 2016 è stato nominato ministro dello Sviluppo economico, al posto della dimissionaria Federica Guidi.

Carlo Calenda è stato protagonista delle recenti vertenze Alcoa ed Eurallumina ed il 22 dicembre ha visitato il polo industriale, a Portovesme. Alla vigilia delle elezioni, che non lo hanno visto candidato, ha messo la sua firma prima sul passaggio dello stabilimento ex Alcoa da Invitalia a Sider Alloys, poi sul via libera al progetto di rilancio di Eurallumina.

L’annuncio di adesione ufficiale al Partito, ha acceso il dibattito all’interno del PD, scosso dal tracollo elettorale. Lui ha subito chiarito di non voler essere elemento di divisione, di non sentirsi l’anti-Renzi e di ritenere che un leader il PD lo abbia già: il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.