16 November, 2024
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Numeri da record per la 27ª Sagra della Lumaca di Gesico: 50mila presenze accertate in quattro giorni, alberghi, agriturismo e B&B al gran completo. Ad arrivare in paese sono stati 20 bus di turisti italiani e stranieri, grazie al lavoro svolto da alcune agenzie turistiche, e alle informazioni ricevute all’arrivo in aeroporto, e ancora grazie anche alle indicazioni fornite nei siti Regionali. Tre magnifiche Chiese aperte, 6 visite guidate ai monumenti di Gesico, quasi 6mila pasti serviti in due giorni, tutti a base di lumache. Dieci i quintali di lumache cucinate dalla Pro Loco ed altri 10 i quintali di lumache vendute vive.

«Il secolare connubio tra sacro e profano, tra l’evento enogastronomico e quello religioso legato al culto in onore di Sant’Amatore Vescovo e Martire Africano – ha detto Carlo Carta, presidente della Pro Loco di Gesico – si è rivelato ancora una volta vincente. Nonostante la concorrenza di altre importanti iniziative in diversi Comuni dell’isola, con la giusta sinergia tra Pro loco, Amministrazione comunale e collaborazione con la parrocchia, Acli e Volontari Sant’Amadu, siamo stati travolti dalla presenza di quasi 50mila persone che hanno decretato un successo entusiasmante. Una attenzione dei Media senza eguali per l’Elicicultura e le varie iniziative culturali. Non ultimo il Convegno Internazionale sui “Santi Martiri Africani” che ha acceso i riflettori su interessanti argomenti, che porterà presto all’Istituzione di un Centro Studi sulle “falsae”, con Gesico capofila di questa nuova frontiera della ricerca storica.»

Percorso Turistico-Religioso, la nuova sfida di Gesico. All’orizzonte c’è anche la creazione di un Percorso Turistico-Religioso intitolato “La Rotta dei Santi Martiri tra Africa, Sardegna e Catalogna” che si spera di poter realizzare già dalla prossima edizione. Intanto, tra le novità del 2019 c’è il concorso riservato alle Scuole Primarie e Medie, per la progettazione del logo del 400° anniversario del ritrovamento del corpo del Vescovo Amatus (1621-2021). Molto apprezzata dai visitatori anche la Mostra “Le meraviglie del Sottosuolo” curata dallo studioso Giorgio Cannas e legata alla lavorazione dell’Ossidiana nella preistoria Sarda. Oltre duemila persone in soli 2 giorni l’hanno visitata.

La corsa delle lumache. L’aspetto più curioso della Sagra, come da sempre, è stata la “24ª Corsa delle Lumache” che ha suscitato curiosità e attenzione de parte della stampa nazionale. A partecipare sono stati oltre 50 bambini e ragazzi. Ancora, un affollatissimo concerto per sentire la cantante Maria Giovanna Cherchi.

La Fiera-Mercato. Con oltre 400 espositori è stata anch’essa un grande successo: la richiesta degli espositori è stata maggiore, infatti, degli spazi concessi, e l’Amministrazione si ripropone per la prossima edizione, di trovare una soluzione per permettere, a tutti coloro che lo richiedano, di esserci.

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«Nessuna sagra della lumaca a Gesico è stata mai uguale all’altra e in questa, la XXVII edizione, ci sarà molto spazio per la cultura e i convegni di studio.»
A dirlo è Carlo Carta, il presidente della Pro loco di Gesico. «Quest’anno la manifestazione, che si svolge come da tradizione durante l’importante festa di Sant’Amatore (398ª edizione), si apre con una due giorni di dibattiti e studi (12 e 13 ottobre) dedicati a L’invenzione dei santi martiri tra Africa, Sardegna e Catalogna. Si parlerà di questo fenomeno – ha proseguito il presidente Carlo Carta – che ha coinvolto diverse terre, accomunandole – nei secoli a seguire – nei riti e in tanti dettagli della festa. Non dimentichiamo come il culto dei santi abbia infatti unito culture apparentemente diverse, e ancora abbia notevolmente influito e inciso sullo sviluppo dei paesi della Sardegna come di altre nazioni».

L’invenzione dei santi martiri. Gesico sarà la sede del seminario di Studi proponendosi come Comune capofila di questa nuova frontiera di ricerca, forte della ricchezza della chiesa di Sant’Amatore e del suo patrimonio di testimonianze storiche, archeologiche ed epigrafiche.

La vicenda delle “invenzioni dei Santi Martiri” è stata colta quale occasione di confronto sul tema dello sviluppo della religiosità popolare e del culto dei santi nell’isola: Amatore, Sperate, Bertorio, Liberato, Antioco, come strumento di identità delle comunità della Trexenta, del Sarcidano, del Campidano di Cagliari e del Sulcis, in un convergere di culture dall’età antica all’età moderna fra Sardegna, Africa, Catalogna: sullo sfondo il tema dell’accoglienza e delle migrazioni di uomini, culti e tradizioni.

La disputa religiosa per il primato della Diocesi. Fu una vera e propria guerra di santi martiri quella combattuta in Sardegna tra Cagliari e Sassari, con l’unico obiettivo di stabilire la supremazia e la maggiore antichità di una delle due sedi arcivescovili. Furono avviati veri e propri scavi, a Cagliari presso San Saturnino, San Lucifero, l’area della cosiddetta Chiesa dei SS. Mauro e Lello e in altri contesti come ad esempio nel quartiere della Marina, Buoncammino, Santa Restituta. Sull’altro versante l’arcidiocesi di Sassari richiamava le sue origini dalla nobile colonia cesariana di Turris Libisonis: l’arcivescovo turritano promosse scavi a Porto Torres presso la Basilica di San Gavino.

Il rinvenimento dei corpi dei santi. I risultati delle indagini archeologiche e i relativi rinvenimenti di “corpi di santi” furono numerosi in tutta l’isola, perfino nelle diocesi più piccole e i titoli epigrafici, che conservavano i nomi dei defunti furono allora devotamente raccolti e poi documentati da autori secenteschi di estrazione ecclesiastica come gli arcivescovi di Cagliari e Sassari Francisco d’Esquivel e Gavino Manca de Cedrelles, il frate Serafino Esquirro e da giuristi, Francesco Carmona e Dionisio Bonfant.

L’officina dei santi. Fu una vera e propria  Gli studi odierni hanno messo in luce come, nella maggior parte dei casi, vennero innalzati agli onori di santi e martiri resti di uomini, attraverso forzati fraintendimenti delle sigle e abbreviazioni delle epigrafi pagane – un caso fra tutti, b(ene) m(erenti) interpretato come b(eatus) m(artyr). In realtà furono uomini e donne vissuti in un periodo storico diverso da quello della diffusione del cristianesimo, ancora inseriti in un orizzonte di paganesimo.

Dunque, un esiste ancora molto materiale da studiare con attenzione, che tanto può ancora dirci sulla Sardegna antica.

Per esempio, la vicenda del vescovo africano Amatus, dei diaconi Amatellus e Ferdinandus, delle iscrizioni tramandate dalla tradizione secentesca, del viaggio delle iscrizioni dei “martiri bambini”, Iesmundus, Victoria e Floris verso la Catalogna, a Vilassar de Dalt, fanno di questo centro dell’Alta Trexenta un esempio di come la storia locale costituisca il nutrimento per le grandi correnti storiche, per la ricostruzione dei quadri complessivi e generali, per le interpretazioni in chiave di politica religiosa, alla ricerca di un prestigioso passato.

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Il Partito democratico ha ritrovato l’unità lunedì scorso, ad Arborea, nella prima Assemblea regionale che ha proclamato il segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca e i 160 delegati, eletti alle primarie del 30 aprile.

Nella sala Congressi dell’Horse Country, oltre agli eletti, era presente una folta delegazione di rappresentanti del partito nelle istituzioni locali e nazionali, ex dirigenti, esponenti del Consiglio e della Giunta regionale.

«Il Pd – ha detto il neo segretario – deve ritrovare lo spirito di coesione per essere più forte e competitivo nello scenario politico. E’ necessario aprire il partito, di renderlo più inclusivo, favorendo il dialogo nei territori e potenziando la presenza dei Circoli. Solo in questo modo possiamo recuperare la distanza con l’elettorato e contrastare le derive populiste.»

«Il Pd ha dimostrato di essere l’unico partito in grado di favorire una reale partecipazione alla vita democratica ma – ha aggiunto Giuseppe Luigi Cucca – deve ritrovare la sua vocazione popolare rivolgendosi innanzitutto ai giovani, a quella fascia di elettori che negli ultimi anni si sono allontanati e a chi è distante perché non ha fiducia nel PD e non crede nella politica.»

L’Assemblea all’unanimità ha eletto presidente Laura Pulga, ex sindaco di Quartucciu ed ex assessore del Bilancio e Personale della provincia di Cagliari, e vicepresidenti l’ex sindaco di Oristano Guido Tendas e l’ex consigliere regionale Dino Pusceddu.

Oggi sono stati ufficializzati i 70 componenti eletti nella nuova Direzione regionale: Claudio Atzori, Francesca Barracciu, Antonio Biancu, Gino Cadeddu, Verdiana Canu, Gianni Carbini, Orlando Carcangiu, Carlo Carta, Luciano Casula, Aldo Deiana, Caterina Deidda, Patrizia Desole, Paolo Fanni, Tonino Loi, Annamaria Manca, Luigi Mastino, Luca Mereu, Nicola Montaldo, Giovanni Moro, Michela Mura, Rosanna Mura, Chicco Porcu, Giovanni Maria Sciretti, Monica Spanedda, Mirko Vacca, Lino Zedda, Gavino Zirattu, Carlo Balloi, Alessandro Bianchi, Alma Cardi, Maddalena Corda, Salvatore Corona, Franco Corosu, Alessandro D’Avanzo, Monica Fois, Carla Fundoni, Alberta Grudina, Tatiana Isoni, Giovanni Ligios, Marina Madeddu, Pietro Morittu, Domenico Murgioni, Antonio Orgiana, Laura Picasso Pisano, Anita Pili, Roberto Pili, Cinzia Porceddu, Antonio Spano, Claudio Trogu, Stefania Atzei, Barbara Cadeddu, Giulio Calvisi, Davide Carta, Licia Cau, Nino Cogoni, Sabina Contu, Massimo Cossu, Giuseppina Demurtas, Marinella Grosso, Sandra Mancosu, Giusy Marrosu, Roberto Martani, Carla Medau, Francesco Melis, Stefano Piras, Fabrizio Rodin, Renato Soru, Giuseppe Tinnirello, Rossano Vacca, Andrea Viola.