21 November, 2024
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Questo l’annuncio ufficiale dato, domenica 9 settembre 2018, dal direttore del Dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione dell’Università di Sassari, prof. Marco Milanese: «Ieri è mancata Caterina Virdis Limentani, già ordinaria di Storia dell’arte moderna nella Facoltà di Lingue del nostro Ateneo e già Direttrice del Dipartimento di Scienze dei Linguaggi. La sua produzione è prevalentemente dedicata alla pittura e alla miniatura del Rinascimento europeo e alle indagini tecnologiche relative alla pittura. Ha inoltre rivelato interesse continuo per l’estetica e la produzione degli artisti del nostro tempo, dimostrandosi attenta in particolare ai classici della pittura contemporanea».

Caterina Virdis Limentani ha insegnato Storia dell’arte moderna, Storia dell’arte fiamminga e olandese, Iconografia e iconologia nelle Università di Padova (1970-2006), Milano Cattolica (Scuola di specializzazione, 1999-2002) e Sassari (2007-2011).

Ha partecipato in campo internazionale a numerosi congressi, pubblicazioni scientifiche, mostre, mentre in campo nazionale ha diretto rilevanti campagne di ricerca, ha curato mostre e organizzato convegni specialistici in sedi prestigiose. Suoi allievi insegnano Storia dell’Arte Moderna in varie Università italiane e occupano posizioni di rilievo in istituzioni museali. La sua produzione scientifica comprende riflessioni metodologiche e studi su specifici artisti del Nord, come Rubens e Van Dyck. Si è inoltre particolarmente dedicata alla pittura e alla miniatura del Cinquecento europeo, con una particolare attenzione a Hieronymus Bosch, sul quale è intervenuta anche recentemente nel catalogo della mostra di Madrid.

L’ultima sua fatica,  firmata con Maria Vittoria Spissu, è stata presentata qualche settimana fa a Stintino, quando la prof.ssa Virdis stava già male: «La via dei retabli. Le frontiere europee degli altari dipinti nella Sardegna del Quattro e Cinquecento».

Se si controlla l’OPAC (il catalogo online) dell’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane), sono oltre sessanta le pubblicazioni registrate a nome di Caterina Virdis Limentani come autrice, come coautrice, come prefatrice, come postfatrice.

Da quest’elenco riportiamo le opere che hanno per oggetto artisti e fenomeni artistici dell’isola di Sardegna, terra natale alla quale Caterina rimase sempre affettivamente legata. I cataloghi seguenti sono una testimonianza viva della sua appassionata collaborazione con la F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e in particolare con il Circolo sardo “Eleonora d’Arborea” di Padova, di cui era attualmente presidente.

  • Insularità: percorsi del femminile in Sardegna / a cura di Caterina Limentani Virdis; Sassari: Chiarella, 1996; 247 p.; 30 cm. In testa al front.: Comune di Sassari.
  • Paola Dessy: sculture e grafica / a cura di Giuliana Altea, Marco Magnani, Caterina Limentani Virdis, Gian Franco Martinoni; stampa 1999 (Rubano: Grafiche Turato); 46 p.: ill.; 22 cm. Catalogo della mostra tenuta a Padova dal 4 dicembre 1999 al 9 gennaio 2000.
  • Stanis Dessy: dipinti e opere grafiche nel centenario della nascita / a cura di Caterina Limentani Virdis; Padova : Il poligrafo, 2000; 142 p. : ill.; 27 cm. Catalogo della Mostra tenuta a Padova nel 2000.
  • L’ arte dell’incisione a Sassari nel Novecento: produzione, formazione, politiche espositive / a cura di Caterina Virdis Limentani e Paola Dessy; testi di Caterina Virdis Limentani;  Villanova Monteleone: Soter, 2008; 58 p.: ill.; 22×22 cm.
  • Vincenzo Manca: opere 1937-2009 / a cura di Caterina Virdis Limentani; con scritti di Annalena Manca; Padova: Cleup, 2010; 82 p.: ill.; 21×23 cm. Catalogo della mostra tenutasi a Sassari, Palazzo della Frumentaria, 9-26 aprile 2010
  • Albino Manca: L’officina di uno scultore dal mito di Roma al sogno americano / a cura di Giuliana Altea e Caterina Virdis; Roma: Gangemi, 2010; 206 p.: ill.; 24 x 31 cm. Mostra tenuta a Roma al Vittoriano nel 2010. La mostra andò anche nella sede della Legione di Carabinieri di Cagliari dove ci sono quattro statue gigantesche,  realizzate da Albino Manca, proprio sul frontone della Legione.
  • Ascoltare la pietra: sculture di Pinuccio Sciola / a cura di Caterina Virdis Limentani e Roberto Favaro; con uno scritto di Claudio Mazzoli; Roma: Gangemi, 2013; 143 p. : ill.; 22 x 24 cm. Catalogo della Mostra tenuta a Padova nel 2013.
  • Stanis Dessy: maestro del colore e delle tecniche / testi di Caterina Virdis Limentani; Nuoro: Ilisso,  2013; 112 p.: ill.; 30 cm. Catalogo della mostra tenuta presso la Pinacoteca comunale “Carlo Contini”, Oristano 17 maggio-6 luglio 2013.
  • Album delle ore d’ozio di Enrico Costa (1841-1909): impiegato di banca / [a cura di] Paolo Cau; postfazione di Caterina Virdis Limentani; Sassari: Mediando, 2014; 122 p.: ill.; 25 x 29 cm.

– La via dei retabli: le frontiere europee degli altari dipinti nella Sardegna del Quattro e Cinquecento / Caterina Virdis Limentani, Maria Vittoria Spissu; Sassari: Carlo Delfino, 2018; 335 p.: ill.; 31 cm.

Mostre organizzate dalla F.A.S.I. a cura di Caterina Virdis Limentani

Mostra “Sul filo dell’Arte: tessiture d’artista in Sardegna”, catalogo ed. Charta, Teulada, Casa Baronale Sanjust dal 25 agosto al 29 settembre 2001; Cagliari, Centro d’Arte “Exma” dal 26 ottobre al 1° dicembre 2001.

Mostra “Trafitture Preziose” di Giovanna Sechi, Padova, Oratorio di San Rocco, dal 30 settembre al 15 ottobre 2005.

Mostra “Francesco Ciusa: gli anni delle Biennali (1907-!928), coordinatrice Caterina Virdis Limentani, Venezia, Palazzo Molin Adriatica, dal 3 novembre 2007 al 6 gennaio 2008; Firenze, Palazzo Medici Ricciardi, dal 25 gennaio 2008 al 26 febbraio 2008.

Mostra “Antonio Corriga. Pitture e grafiche”, Padova, Circolo culturale sardo, dal 18 marzo al 30 maggio 2016.

Mostra “Elio Pulli dalla terra al sole”, Padova, Circolo culturale sardo, dal 16 al 30 dicembre 2017.

Mostra “Antonio Corriga. Pitture e grafiche”, Siena, Circolo “Peppino Mereu”, aprile 2018.

Testimonianze personali su Caterina dall’interno della  F.A.S.I.

Serafina Mascia, presidente: «Amica carissima, donna generosa e tenace, grande intellettuale impegnata nel trasmettere e far conoscere l’arte, la cultura e la storia della Sardegna lavorando con semplicità nei circoli della F.A.S.I. e nelle nostre città di emigrazione. Curatrice delle più prestigiose mostre della F.A.S.I. e delle attività culturali del Circolo sardo di Padova».

Tonino Mulas, presidente onorario: «Piccola, minuta, dolce e forte. Grande Caterina. Storica dell’arte e intellettuale impegnata, in politica e nel sociale, consigliera regionale veneta del PCI-PDS (dal 1990 al 1993), poi nella F.A.S.I.  Un esempio di rigore,  di misura, di generosa partecipazione, per tutti noi».

Sia Pierangela Abis (già responsabile del Coordinamento Donne) che Francesca Concas (attuale coordinatrice) ricordano con rimpianto il contributo dato da Caterina alle iniziative del  movimento delle donne dei Circoli della F.A.S.I.

Personalmente, dopo averla avuta come giovane e appassionatissima (era appena laureata) docente di Storia dell’ arte al Liceo classico “Azuni” di Sassari, ho ritrovato Caterina nel mondo F.A.S.I. La prima volta di questo “ritrovarci” le manifestai il positivo ricordo che in classe avevamo del Suo insegnamento, finalmente in grado di motivarci allo studio della storia dell’arte, dopo precedenti esperienze con professori didatticamente incapaci. Con mia grande meraviglia si ricordava di un mio tema che il prof. Brigaglia aveva letto in un consiglio di classe per motivare il voto più alto.

Nell’occasione mi regalò una copia del libro di memorie scritto da Marcella Piras Zara, Tramariglio: 1941-1945: cronache familiari da un luogo singolare della Sardegna (Padova: Cleup, 2002). Caterina, parente dell’autrice, è nominata spesso nel libro, ambientato nella colonia penale di Tramariglio (dal catalano Tramarill, “tra due mari”), vicino ad Alghero. Qui il direttore non era un carceriere nel senso vero, ma una figura bonaria che trattava i carcerati come se fossero figli suoi con l’intenzione, forse, di redimerli.

Ultimamente, Le avevo fatto avere una copia del libretto  di Teresa Mannu, Canzunetti, giogghi firastrocchi e gobbuli…: testi inediti della tradizione orale sassarese raccolti dalla mamma di Salvator Ruju / a cura di Sandro Ruju; Sassari: Edes, 2016.

Mi aveva scritto: «Caro Paolo, grazie del bel libretto, curato, elegante, sorprendente per l’impegno della raccoglitrice e  degnamente corredato dall’ottima introduzione del nostro amico Sandro Ruju. Mi dispiace di essere mancata all’appuntamento, ma ultimamente passo da un malanno all’altro. […] Non voglio affliggerti con questi resoconti sanitari, invece preferisco dimostrarti quanto mi stia a cuore il possesso di un libro che contenga i testi  popolari sassaresi di antica tradizione. Sono certa che mi sarà utile per un mio lavoretto dedicato alle memorie familiari, del quale mi permetto di farti conoscere un capitolo».

Il dolore che mi procura la scomparsa di u’amica ritrovata nel modo che ho appena detto è molto forte. Per quello che Lei ha fatto per la F.A.S.I. merita un ricordo adeguato alla Sua professionalità di studiosa e al Suo amore per le iniziative a favore della nostra organizzazione.

A Padova è intitolata al marito di Caterina prematuramente scomparso, Alberto Limentani (1935-1986; professore di Filologia Romanza nelle Università di Cagliari, di Venezia e di Padova), la biblioteca della Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti.

L’Università di Padova ha pubblicato il volume Uno sguardo verso Nord : scritti in onore di Caterina Virdis Limentani / a cura di Mari Pietrogiovanna; cura editoriale di Chiara Ceschi, Padova: Il poligrafo, 2016, 494 p.: ill.

Speriamo che – oltre Padova – anche l’amata città di Sassari e la mai dimenticata isola di Sardegna facciano la loro doverosa parte in memoria di una studiosa sarda così illustre!

Paolo Pulina

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Approda ad Oristano con un doppio appuntamento la ventesima edizione di Dromos, il festival itinerante che fino alla prima metà di agosto celebra attraverso musica ed eventi collaterali la “DromosRevolution”, in omaggio al cinquantenario del 1968 e alle venti candeline della manifestazione. Oggi, negli spazi dell’Hospitalis Sancti Antoni, di scena l’incontro “Area-Rivoluzione: politiche degli affetti intorno all’evento ‘68” con la partecipazione di Viviana Vacca e Roberto Ciccarelli e, a seguire, la musica della formazione sarda Mal Bigatto Trio. Viviana Vacca, filosofa e saggista, in conversazione con Roberto Ciccarelli, anche lui filosofo e giornalista, parlerà dunque dello slancio sperimentale e creativo del ’68 e del movimento del 77, alle 21.30 (ingresso libero) nella struttura un tempo ospedale e lebbrosario (attualmente sede della Biblioteca e Pinacoteca Comunale), attraverso le pagine del libro “Sulle labbra del tempo. ‘Area’ tra musica, gesti ed immagini”, da lei scritto insieme a Diego Protani, con foto originali di Tano D’Amico e la prefazione del musicista Patrizio Fariselli, storico membro degli Area, tra i più importanti gruppi di rock progressive in Italia negli anni ’70, vera e propria fabbrica di musica e contaminazioni vocali. L’indagine compiuta dai due autori, si focalizza proprio sulla formazione fondata nel 1972 dal batterista Giulio Capiozzo, fondamentale controcanto alle storie raccontate. Vicende che indagano e scavano sui temi portanti dell’intera opera (il lungo ’68 italiano, il movimento del ’77, lo slancio sperimentale e creativo). Sulle labbra del tempo. “Area” tra musica, gesti e immagini risponde all’urgenza di affidare alle parole e alle immagini dei tanti protagonisti di queste storie uno spazio in cui il passato sia ancora quel territorio attraverso cui cercare di inventare il futuro, il sogno di un perfetto futuro prossimo. Un’ora più tardi (alle 22.30, ingresso libero), di scena la musica del Mal Bigatto Trio, formazione sarda composta da Giuseppe Joe Murgia ai sassofoni, Antonio Farris al contrabbasso e all’elettronica, ed Alessandro Garau alla batteria. Nato nel 2014 con la formula del trio senza strumento armonico, il gruppo ha registrato l’anno scorso il suo primo disco, “Archetipo”, composto da nove brani originali scritti dai tre musicisti.

Si resta a Oristano domani, mercoledì 8 agosto, per uno degli appuntamenti più attesi dell’intera manifestazione: quattro anni dopo la sua esibizione a Tharros, ritorna a Dromos un’autentica regina del jazz, Dee Dee Bridgewater. In piazza Cattedrale, accompagnata da Skyler Jordan e Monet Owens ai cori, Bryant Lockhart al sax, Curtis Pulliam alla tromba, Farindell “Dell” Smith al pianoforte e all’organo, Charlton Johnson alla chitarra, Barry Campbell al basso e Carlos Sargent alla batteria, la poliedrica artista afroamericana, da oltre quattro decenni acclamata sui palchi di tutto il mondo, presenta il suo ultimo album “Memphis… Yes, I’m Ready”. Il concerto è realizzato grazie alla gentile concessione dell’area da parte della Curia Arcivescovile di Oristano e parte del ricavato dalla vendita dei biglietti sarà a questa devoluto per il restauro della statua lignea di San Michele Arcangelo. Il costo del biglietto, in questo caso, è di 25 euro più diritti di prevendita.

Fino al prossimo 7 ottobre (dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30) alla Pinacoteca comunale “Carlo Contini” a Oristano, si potrà anche vistare la mostra “68/Revolution – Memorie, nostalgie, oblii curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato della Cultura, e da Dromos in collaborazione con AskosArte, con il contributo della Fondazione di Sardegna. La mostra propone un approccio originale rispetto alle tante iniziative dedicate al ’68, interrogandosi sul retaggio attuale e nella coscienza delle nuove generazioni di quel periodo che voleva rivoluzionare il mondo portando al potere l’immaginazione. In esposizione le opere di artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo, tutti piuttosto giovani, che, per ragioni anagrafiche, non hanno vissuto direttamente il ’68 e i suoi dintorni: Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo Di Gotto, ME), Alessandra Baldoni (Perugia), Emanuela Cau (Cagliari), Pierluigi Colombini (Oristano), Melania De Leyva (Venezia), Roberta Filippelli (Alghero), Roberto Follesa (Donori), Federica Gonnelli (Firenze), Rebecca Goyette (New York), Gut Reaction (Giulia Mandelli e Marco Rivagli, Berlino), Michele Marroccu (Oristano), Tonino Mattu e Simone Cireddu (Oristano), Narcisa Monni (Sassari), Federica Poletti (Modena), Carlo Alberto Rastelli (Parma), Valeria Secchi (Sassari), Nicko Straniero (Oristano), Terrapintada (Bitti). Attraverso le più spericolate ricerche estetiche contemporanee, che si nutrono di ibridazioni crossmediali col fine di liberare i diversi ambiti artistici dai loro consueti recinti e dalle loro funzioni canoniche, la mostra in corso a Oristano propone un confronto non lineare e per nulla univoco su un controverso momento storico, culturale e sociale, tra memorie, nostalgie e oblii.

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Cinema e musica nei due diversi appuntamenti in programma domani sera, domenica 5 agosto, a San Vero Milis e a Morgongiori per la ventesima edizione di Dromos, il festival in pieno svolgimento (fino a ferragosto) nell’Oristanese.

Colori e atmosfere dell’Africa a Morgongiori, dove è atteso il musicista ghanese Guy One, cantante e suonatore di kologo (un liuto a due corde), sul palcoscenico di piazza Chiesa (ingresso libero) a partire dalle 21.30, con una formazione che vede Florence Adooni e Lizzy Amaliyenga ai cori, Claudio Jolowicz e Bastian Duncker ai sassofoni e ai flauti, Johannes Wehrle alle tastiere e Max Weissenfeldt alla batteria.

Di etnia Frafra, il musicista originario della zona rurale intorno a Bolgatanga, nel Ghana settentrionale, lo scorso gennaio  ha pubblicato “#1”, il suo nuovo album e prima uscita internazionale, un lavoro che sta ricevendo un’ottima accoglienza da parte della stampa e nei dancefloor di mezza Europa. Frutto di una collaborazione tra Berlino e Bolgatanga, nato grazie all’iniziativa e all’intuizione del suo mentore Max Weissenfeldt, musicista nonché produttore e A&R dell’etichetta Philophon Records da lui stesso creata, “#1” è un disco radicato nella tradizione quanto nel contemporaneo, tra passato e presente, e il contrasto si amalgama in un tessuto di suoni assolutamente in linea con i nostri tempi.

Abbinata alla serata, nell’ambito della ventiquattresima Sagra delle Lorighittas (la tipica pasta morgongiorese fatta a mano), una “vetrina” di vini e prodotti sardi promossa dall’agenzia Laore Sardegna nel quadro delle iniziative che sta portando avanti da qualche anno per valorizzare e far conoscere le principali produzioni tipiche regionali a marchio.

Sempre alle 21.30, ma a San Vero Milis, proseguono invece gli appuntamenti della rassegna cinematografica “Gli anni ’68” a cura dall’Associazione Lampalughis: nel Giardino del Museo Archeologico (ingresso libero) verrà proiettato “Qualcosa nell’aria” (“Après mai”), film del 2012 del regista francese Olivier Assayas: protagonista della storia, ambientata in alcuni anni dopo il ’68, è Gilles, un liceale che abita in una località nei dintorni di Parigi e che sperimenta insieme ai suoi coetanei l’impegno politico militante.

Ancora musica in arrivo dall’Africa nel concerto in programma lunedì (6 agosto), di nuovo nella splendida cornice dell’Anfiteatro di Tharros. Al centro dei riflettori, in una serata finanziata dalla Cantina Contini di Cabras, la cantante maliana Fatoumata Diawara, accompagnata da Yacouba Kone alla chitarra, Arecio Smith alle tastiere, Sekou Bah al basso e Jean Baptiste Gbadoe alla batteria.

A Oristano, invece, è possibile visitare tutti i giorni (dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30) la mostra “68/Revolution – Memorie, nostalgie, oblii” aperta alla Pinacoteca comunale “Carlo Contini” fino al prossimo 7 ottobre. Curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato della Cultura, e da Dromos in collaborazione con AskosArte, con il contributo della Fondazione di Sardegna, la mostra propone un approccio originale rispetto alle tante iniziative dedicate al ’68, interrogandosi sul retaggio attuale e nella coscienza delle nuove generazioni di quel periodo che voleva rivoluzionare il mondo portando al potere l’immaginazione. In esposizione le opere di artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo, tutti piuttosto giovani, che, per ragioni anagrafiche, non hanno vissuto direttamente il ’68 e i suoi dintorni: Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo Di Gotto, ME, Alessandra Baldoni (Perugia), Emanuela Cau (Cagliari), Pierluigi Colombini (Oristano), Melania De Leyva (Venezia), Roberta Filippelli (Alghero), Roberto Follesa (Donori), Federica Gonnelli (Firenze), Rebecca Goyette (New York), Gut Reaction (Giulia Mandelli e Marco Rivagli, Berlino), Michele Marroccu (Oristano), Tonino Mattu e Simone Cireddu (Oristano), Narcisa Monni (Sassari), Federica Poletti (Modena), Carlo Alberto Rastelli (Parma), Valeria Secchi (Sassari), Nicko Straniero (Oristano), Terrapintada (Bitti). Attraverso le più spericolate ricerche estetiche contemporanee, che si nutrono di ibridazioni crossmediali col fine di liberare i diversi ambiti artistici dai loro consueti recinti e dalle loro funzioni canoniche, la mostra in corso a Oristano propone un confronto non lineare e per nulla univoco su un controverso momento storico, culturale e sociale, tra memorie, nostalgie e oblii.

 

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Prosegue a Baratili San Pietro il cammino della ventesima edizione di Dromos, il festival ideato ed organizzato dall’omonima associazione che fino alla prima metà d’agosto tiene banco tra Oristano e diversi centri della sua provincia. Questa sera, alle 21.30, la manifestazione approda in Pratza de ballusu (ingesso gratuito) per il concerto del Pedrito Martinez Group. L’appuntamento, con ingresso gratuito, vedrà il percussionista e cantante originario di L’Avana (dove è nato nel 1973) alla testa del suo gruppo composto da Jhair Sala (percussioni e cori), Sebastian Natal (basso, percussioni e cori) e Jassac Delgado Jr. (tastiere e cori). Da quando si è stabilito a New York, nell’autunno del 1998, Pedro Pablo “Pedrito” Martinez ha registrato e suonato con artisti del calibro di Wynton Marsalis (che non ha esitato a definirlo un “genio”), Paquito D’Rivera, Paul Simon, Bruce Springsteen, Sting e partecipato a oltre cinquanta album. La sua voce perfettamente intonata combina agevolmente influenze popolari e folcloristiche con un’energia e un carisma contagiosi che lo fanno apprezzare tanto come front-man quanto come percussionista. Tra i membri fondatori della band afro-cubana/afro-beat Yerba Buena, ha ricevuto il Thelonius Monk Award, Sphinx Award for Excellence ed è stato nominato più volte “Percussionista dell’anno” dalla Jazz Journalists Association. Abbinata alla serata, un’esposizione e un assaggio di vini e prodotti locali promossi dall’agenzia Laore Sardegna nell’ambito delle iniziative che sta portando avanti già da qualche anno per valorizzare e far conoscere le principali produzioni tipiche regionali a marchio, in questo caso in particolare la vernaccia baratilese.

Domenica 4 agosto, un doppio appuntamento (in entrambi i casi con inizio alle 21.30 e ingresso gratuito) caratterizzerà la giornata di Dromos: a San Vero Milis proseguono gli appuntamenti della rassegna cinematografica “Gli anni ’68” a cura dall’Associazione Lampalughis: nel Giardino del Museo Archeologico verrà proiettato “Qualcosa nell’aria” (“Après mai”), film del 2012 del regista francese Olivier Assayas. A Morgongiori, in piazza Chiesa, sarà invece di scena Guy One, il cantante e suonatore di kologo (un liuto a due corde) con una formazione che vede Florence Adooni e Lizzy Amaliyenga ai cori, Claudio Jolowicz e Bastian Duncker ai sassofoni e ai flauti, Johannes Wehrle alle tastiere e Max Weissenfeldt alla batteria.

A Oristano, intanto, è possibile visitare tutti i giorni (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30) la mostra “68/Revolution – Memorie, nostalgie, oblii” aperta alla Pinacoteca comunale “Carlo Contini” fino al prossimo 7 ottobre. Curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura, e da Dromos in collaborazione con AskosArte, con il contributo della Fondazione di Sardegna, la mostra propone un approccio originale rispetto alle tante iniziative dedicate al ’68, interrogandosi sul retaggio attuale e nella coscienza delle nuove generazioni di quel periodo che voleva rivoluzionare il mondo portando al potere l’immaginazione. In esposizione le opere di artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo, tutti piuttosto giovani, che, per ragioni anagrafiche, non hanno vissuto direttamente il ’68 e i suoi dintorni: Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo Di Gotto, ME, Alessandra Baldoni (Perugia), Emanuela Cau (Cagliari), Pierluigi Colombini (Oristano), Melania De Leyva (Venezia), Roberta Filippelli (Alghero, SS), Roberto Follesa (Donori, CA), Federica Gonnelli (Firenze), Rebecca Goyette (New York), Gut Reaction (Giulia Mandelli e Marco Rivagli, Berlino), Michele Marroccu (Oristano), Tonino Mattu e Simone Cireddu (Oristano), Narcisa Monni (Sassari), Federica Poletti (Modena), Carlo Alberto Rastelli (Parma), Valeria Secchi (Sassari), Nicko Straniero (Oristano), Terrapintada (Bitti, NU). Attraverso le più spericolate ricerche estetiche contemporanee, che si nutrono di ibridazioni crossmediali col fine di liberare i diversi ambiti artistici dai loro consueti recinti e dalle loro funzioni canoniche, la mostra in corso a Oristano propone un confronto non lineare e per nulla univoco su un controverso momento storico, culturale e sociale, tra memorie, nostalgie e oblii.

 

2017 Detroit Jazz Festival2017 Detroit Jazz Festival2017 Detroit Jazz Festival

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È nel segno di una doppia ricorrenza il 2018 di Dromos: da un lato, le venti candeline del festival ideato e organizzato dall’omonima associazione che ogni estate tiene banco a Oristano e in diversi centri della sua provincia; dall’altro, il cinquantenario del 1968, anno cruciale e che tanti e profondi cambiamenti ha innescato nella società, nel costume, nella cultura.

Concerti di spessore internazionale ma anche mostre, incontri e altri eventi collaterali caratterizzano anche l’edizione del ventennale del festival che dal 30 luglio al 15 agosto, sotto l’emblematico titolo “DromosRevolution”, transita in dodici comuni: Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Fordongianus, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, oltre al capoluogo, Oristano.

Due anniversari, dunque, da celebrare con gli strumenti propri di Dromos: tanta musica e arte, ma anche libri e cinema caratterizzano il ricco programma di iniziative dedicate a un anno, una stagione che ha segnato uno spartiacque nella storia del secondo Novecento; e che, come scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu, ideatore della sezione del festival dedicata alle arti visive, fu soprattutto «l’aspirazione di una generazione nel portare l’immaginazione al potere, secondo le teorie di Herbert Marcuse, uno dei padri nobili di quell’immaginifico e per certi versi irripetibile momento politico, sociale e culturale». Ed è soprattutto questo l’aspetto che Dromos intende approfondire, in linea con le tematiche che da sempre caratterizzano il festival.

Il cartellone musicale prevede, come di consueto, una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i suoi immediati dintorni, con un variegato e qualificato cast di artisti, in larga prevalenza internazionali, dai quali è previsto un omaggio o una meditazione sul tema del festival. Particolarmente presente l’Africa, con la cantante maliana Fatoumata Diawara, con Bombino, il chitarrista tuareg originario del Niger, e con il ghanese Guy One, cantante e virtuoso del kologo (una sorta di banjo a due corde); e poi Cuba, con il cantante e percussionista Pedrito Martinez, il batterista Horacio “El Negro” Hernandez ed i pianisti Gonzalo Rubalcaba e Marialy Pacheco. Da un’isola all’altra: la Sardegna schiera il Mal Bigatto Trio ed il sassofonista nuorese Gavino Murgia insieme al chitarrista franco-vietnamita Nguyên Lê e al percussionista/polistrumentista francese Mino Cinelu nel progetto Dream Weavers, ma ha un legame con l’isola anche il concerto di Vinicio Capossela. Affonda invece le radici tra il Delta del Mississippi e il deserto africano il gruppo Bokanté creato dal fondatore e leader degli Snarky Puppy, Michael League, a completare un cartellone in cui brilla una stella di prima grandezza del jazz come Dee Dee Bridgewater.

L’Africa è presente anche nel palinsesto di Mamma Blues, il “festival nel festival” che, tradizionalmente, suggella Dromos in tre serate a cavallo di ferragosto: il cantante e chitarrista Roland Tchakounté, camerunense ma da tempo di casa in Francia, e il nigeriano Seun Kuti, il figlio minore del leggendario Fela Kuti, sono infatti i nomi di spicco, insieme a quello della cantante e chitarrista norvegese Kristin Asbjørnsen, dell’appuntamento a Nureci, dove il blues targato Sardegna trova invece rappresentanza nel duo Don Leone e nel Bob Forte Trio.

Sul versante delle arti visive spicca invece la mostra “68/Revolution – Memorie, nostalgie, oblii”, curata da Ivo Serafino Fenu e da Chiara Schirru in collaborazione con AskosArte e la Pinacoteca “Carlo Contini”, in continuità ideale con la precedente e fortunata “Wild is the wind – l’immagine della musica”, ospitata sempre alla Pinacoteca comunale di Oristano tra fine dicembre 2016 e i primi di marzo dell’anno scorso.

Intorno al tema del ’68 (e dintorni) ruota anche una rassegna cinematografica in tre tappe a San Vero Milis a cura dell’Associazione Lampalughis, mentre altri appuntamenti, come il consueto diario quotidiano curato da Alessandro Melis, e altri ospiti, tra cui il teologo Vito Mancuso, atteso per una riflessione sulla rivoluzione interiore, completano il quadro del ventesimo festival Dromos; un’edizione organizzata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato dello Spettacolo ed Attività Culturali ed assessorato del Turismo), dei Comuni interessati, della Fondazione di Sardegna, del Banco di Sardegna, della Cantina Contini di Cabras, del Mistral Hotel di Oristano e con la collaborazione di Rete Sinis, Mibact, Curia Arcivescovile di Oristano, Pinacoteca comunale “Carlo Contini” di Oristano, AskosArte, Centro per l’Autonomia di Oristano, Cooperativa Sociale CTR Onlus, Teatro Tragodia di Mogoro, Lampalughis di San Vero Milis, associazione di promozione sociale Mariposas de Sardinia, ViaggieMiraggi ONLUS, Pastori in moto, compagnia teatrale BobòScianèl, Consulta giovani di Bauladu, Music Academy di Isili, Genadas.

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Si annuncia all’insegna di una doppia ricorrenza il 2018 di Dromos: da un lato le venti candeline del festival ideato e organizzato dall’omonima associazione che ogni estate tiene banco a Oristano e in diversi centri della sua provincia, e dall’altro il cinquantenario del 1968, anno cruciale e che tanti e profondi cambiamenti ha innescato nella società, nel costume, nella cultura. Due anniversari da celebrare con gli strumenti propri di Dromos nel consueto appuntamento col festival, previsto tra il primo e il 15 agosto, che per l’occasione si riconoscerà sotto un titolo emblematico: DromosRevolution.

Tanta musica e arte, ma anche fotografia, letteratura e cinema caratterizzeranno un ricco programma di iniziative dedicate a un anno, una stagione che ha segnato uno spartiacque nella storia del secondo Novecento; e che, come scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu, ideatore della sezione del festival dedicata alle arti visive, fu soprattutto «l’aspirazione di una generazione nel portare l’immaginazione al potere, secondo le teorie di Herbert Marcuse, uno dei padri nobili di quell’immaginifico e per certi versi irripetibile momento politico, sociale e culturale». Ed è soprattutto questo l’aspetto che Dromos intende approfondire, in linea con le tematiche che da sempre caratterizzano il festival.

Il cartellone musicale prevede come sempre una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i suoi immediati dintorni, con un variegato e qualificato cast di artisti internazionali, nazionali e regionali, a ciascuno dei quali verrà chiesto, per l’occasione, di proporre un omaggio o una meditazione su quell’anno fatidico. Sul versante delle arti visive, è invece già in cantiere la mostra “68/Revolution”, curata da Ivo Serafino Fenu, dal giornalista Walter Porcedda e da Chiara Schirru per Askosarte, in collaborazione col collezionista Antonio Manca e con prestigiose gallerie d’arte. In continuità con la precedente e fortunata “Wild is the wind – l’immagine della musica”, dedicata a David Bowie e ospitata alla Pinacoteca comunale Carlo Contini di Oristano tra fine dicembre 2016 e i primi dello scorso marzo, in “68/Revolution” convivranno memorabilia di un passato prossimo oramai classificabile nell’archeologia del rock e dei primi movimenti di contestazione giovanile assieme alle più spericolate ricerche estetiche contemporanee, i protagonisti di allora con i giovani artisti di oggi, che non hanno vissuto quell’esaltante momento storico ma del quale hanno comunque subito l’innegabile fascinazione.

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Appuntamento a Bauladu, in provincia di Oristano, per il diciannovesimo festival Dromos, con un’icona della musica alternativa italiana. Questa sera, alle 21.30, all’anfiteatro comunale, è di scena Giovanni Lindo Ferretti con il concerto “A cuor contento” con cui il cantante e autore emiliano, cofondatore dello storico gruppo punk CCCP Fedeli alla Linea (1982-1990), dei C.S.I. – Consorzio Suonatori Indipendenti (1992-2001) e dei PGR (2001-2009), da qualche anno è tornato sui palchi di club e festival. Il concerto ricalca i tour precedenti nella forma ma non nella sostanza. Ferretti torna a raccontarsi esclusivamente con le canzoni del suo repertorio solista e quelle dei CCCP e dei C.S.I. con una nuova scaletta che comprende anche qualche brano tratto da “Saga, il Canto dei Canti”, ultimo album pubblicato da Sony Music nel 2013, colonna sonora dell’omonima opera equestre. Sul palco con lui due fedeli compagni di viaggio: Ezio Bonicelli e Luca A. Rossi, entrambi componenti degli Ustmamò, ad assicurare alle canzoni una nuova, e allo stesso tempo fedele, veste elettrica. “A cuor contento” è anche un album, registrato durante il tour 2011.

Il concerto è inserito nella nona edizione del Du – Bauladu Music Festival ideato dalla Consulta Giovani Bauladu puntando alla valorizzazione delle ricchezze culturali e ambientali del territorio e delle produzioni locali. Ingresso a 15 euro più diritti di prevendita. Per i residenti biglietti a 5 euro. In collaborazione con il Bosa Beer Festival e Pani di Sardegna, è prevista una visita guidata al Birrificio Brumare di Bauladu, laboratori del gusto con degustazione di birre artigianali sarde e cibi a base di pane. Visite guidate in paese a cura dell’associazione di promozione sociale Jannaberta. Per info e prenotazioni: Infopoint – piazza Angioy, Bauladu / tel. 346 24 54 657.

Domani, martedì 8 agosto, Dromos fa tappa a Ula Tirso con un’attesa protagonista di questa edizione, Diane Schuur, in concerto alle 21.30 in piazza IV Novembre con ingresso libero. Voce potente quanto flessibile, una carriera che conta due Grammy Award e tre nomination, la cantante e pianista jazz statunitense, classe 1953, non vedente dalla nascita, presenta una serie di canzoni tratte dal suo vasto repertorio.

Mentre il cartellone musicale va avanti (fino a martedì 15) con la sua programmazione nei vari centri dell’Oristanese che compongono il circuito del festival, nel capoluogo Oristano è possibile visitare le tre mostre sul tema di questa edizione di Dromos che si riconosce sotto il titolo “Prigioni”: prigioni intese come condizione esistenziale, spirituale e culturale più che fisica. Due, entrambe curate da Ivo Serafino Fenu e Chiara Schirru in collaborazione con AskosArte, sono aperte al pubblico fino al primo ottobre: l’Hotel Mistral 2 ospita “Identity bodies”, una selezione di opere di Angelo Cricchi, Davide Curreli, Daria Endresen, Juha Arvid Helminem, Daniela e Francesca Manca, Moju Manuli, Tonino Mattu, Michele Mereu, Pietrolio, Egle Picozzi, Alessandra Sayed, Pietro Sedda; la Pinacoteca comunale Carlo Contini è invece la sede di “The Brig”: coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura, col contributo della Fondazione di Sardegna, la mostra presenta opere di importanti artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo: Romina Bassu, Filippo Berta, Leonardo Boscani, Giusy Calia, Angelo Cricchi, Gianni De Val, Daniele Duo’, Daria Endresen, Elisabetta Falqui, l’autore della fotografia scelta come immagine del manifesto del festival, Juha Arvid Helminem, Daniela e Francesca Manca, Tonino Mattu, Michele Mereu, Gianni Nieddu, Sabrina Oppo, Quartierino Blatta (Paola Porcu e Tania Zoccheddu), Ivan Pes, Egle Picozzi, Claudia Spina.

Al Centro di Salute Mentale (presso Ospedale Vecchio, piazzale San Martino), infine, è allestita la mostra fotografica “Infiniti invisibili”, prodotta in collaborazione con il Centro per l’Autonomia Servizio del PLUS Distretto di Oristano, ASL e Coop. Soc. CTR Onlus: quattordici scatti del fotografo Pierluigi Colombini, da vedere fino al 31 settembre.

 

 

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Edizione numero diciannove per Dromos, il festival organizzato dall’omonima associazione culturale che, come da tradizione, propone in diverse località dell’Oristanese concerti di spessore internazionale ma anche mostre, dibattiti e altri eventi collaterali.

Dodici comuni – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde –  oltre al capoluogo, Oristano – ospiteranno un ricco cartellone in programma dal 30 luglio al 15 agosto, anche quest’anno connotato da un tema, in linea con la filosofia a cui il festival ha abituato gli spettatori fin dai suoi esordi. 

Ostico ma di cocente attualità il filo conduttore della nuova edizione del festival è “Prigioni”, mentali prima che fisiche, i recinti nei quali ciascuno, più o meno consapevolmente, decide di entrare fino a rimanerne sopraffatto. 

Organizzata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato dello Spettacolo ed Attività culturali ed assessorato del Turismo), dei comuni di Oristano, Mogoro, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Morgongiori, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, della Fondazione di Sardegna, del Banco di Sardegna, della Cantina Contini di Cabras, e in collaborazione con l’associazione di promozione sociale Mariposas de Sardinia, ViaggieMiraggi ONLUS, la Curia arcivescovile di Oristano, Rete Sinis, la Pinacoteca comunale Carlo Contini di Oristano, l’Hotel Mistral 2 di Oristano, il Centro di Salute Mentale di Oristano e la Biblioteca Comunale di Oristano, la diciannovesima edizione di Dromos verrà presentata alla stampa martedì prossimo, 20 giugno, a Cabras, presso la Cantina Contini (via Genova, 48). 

All’incontro con i giornalisti, che avrà inizio alle 11,30, interverranno il direttore artistico della manifestazione Salvatore Corona, il critico d’arte Ivo Serafino Fenu, che cura la sezione del festival dedicata alle arti visive, e i rappresentanti dei Comuni aderenti all’iniziativa.

 

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Due dirigenti della Asl 7 di Carbonia (l’ex direttore generale Maurizio Calamida, e Carlo Contini, all’epoca dei fatti responsabile del servizio acquisti) e 4 amministratori di una società privata (Pier Antonio Maria Raga, Sergio Bandiera, Antonia Fadda e Milena Deidda) sono accusati di peculato nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza. I militari delle Fiamme gialle del Nucleo di Polizia tributaria di Cagliari hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per un valore di due milioni di euro, dopo aver accertato che, abusando della qualifica di dirigenti della Asl 7 di Carbonia e gestendo ingenti somme di denaro, Maurizio Calamida, e Carlo Contini avrebbero favorito alcuni imprenditori nelle procedure di assegnazione di un immobile da destinare ad uffici dell’Azienda sanitaria, con una stima del prezzo del 30% superiore rispetto al valore di mercato.

L’accusa della quale devono rispondere tutti gli indagati è quella di peculato, gli amministratori anche della presentazione di false dichiarazioni per operazioni inesistenti. Ammonta ad un milione di euro il danno all’erario provocato dai due dirigenti della Asl 7 di Carbonia.

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per un valore di due milioni di euro, tra i quali 1 fabbricato, 6 terreni e 12 fra conti correnti e titoli. Le indagini della Guardia di Finanza sono state condotte con la collaborazione della Sezione di polizia giudiziaria.

La vendita dell’immobile aveva fatto maturare alla società un’ingente plusvalenza non denunciata, con la sottrazione alle imposte di oltre tre milioni di euro. Gli amministratori della società avrebbero presentato anche dichiarazioni fiscali non regolari, con l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, collegate ad una fittizia sponsorizzazione di una società sportiva dilettantistica di Carbonia.

Centro direzionale Asl 7 A

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Dal primo al 15 agosto, Dromos arriva alla sua diciottesima edizione sotto “Il segno di Eva” (questo il titolo) per gettare uno sguardo sull’universo femminile e il suo contributo al mondo dell’arte e della creatività, in particolare a quello musicale, ma anche, com’è tradizione del festival, alle arti visive e ad altri linguaggi.

Radicato nel suo territorio ma aperto al mondo, Dromos andrà come sempre in scena in suggestivi spazi urbani o naturali di vari centri dell’Oristanese: Cabras, Mogoro, Villa Verde, San Vero Milis, Baratili San Pietro, Riola Sardo, Morgongiori, Neoneli, Bauladu, oltre al capoluogo, Oristano e a Nureci, sede delle tre giornate di Mamma Blues, quasi un “festival nel festival” (dal 13 al 15 agosto).  

Organizzata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Assessorato del Turismo), dei Comuni di Oristano, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, Riola Sardo, San Vero Milis, Villa Verde, della Fondazione di Sardegna, e con la collaborazione dell’associazione BES – Best Events Sardinia, della Rete dei Festival, della Pinacoteca comunale Carlo Contini di Oristano, della Cantina Contini di Cabras, dell’Hotel Mistral 2 di Oristano, del Centro di Salute Mentale di Oristano, dell’associazione La Volantina, dell’O.S.V.I.C., dell’associazione di promozione sociale Mariposas de Sardinia e di ViaggieMiraggi ONLUS, la diciottesima edizione di Dromos verrà presentata alla stampa venerdì (10 giugno) a Cabras, alla Cantina Contini (in via Genova 48).

All’incontro con i giornalisti, che avrà inizio alle 11.30, interverranno il direttore artistico del festival Salvatore Corona, il critico d’arte Ivo Serafino Fenu e i rappresentanti dei comuni aderenti all’iniziativa.

Dromos Festival 2015 - Baba Sissoko con Famoudou Don Moye e Antonello Salis in concerto a Villa Verde (foto Christian Sebis) Dromos Festival 2015 - Criolo in concerto a Mogoro (foto Michele Vacca) m Dromos Festival 2015 - OY in concerto a San Vero Milis (foto Michele Vacca) m