4 November, 2024
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La Luna di Dromos splende ancora nel cielo del Barigadu, illuminando il cammino della ventunesima edizione del festival che, come consuetudine, fino a Ferragosto propone i suoi appuntamenti tra Oristano e altri centri e località della sua provincia.
Protagonista della serata odierna, a Ula Tirso, sarà Carmen Souza, una delle voci più interessanti della nuova scena world music internazionale, in concerto alle 22.00, in piazza IV Novembre, con ingresso gratuito. La cantante portoghese approda al festival alla testa dei Silver Messengers, ovvero Gordon Deschanel al pianoforte, Theo Pascal al basso e al contrabbasso ed Elias Kacomanolis alla batteria, con l’obiettivo di onorare – come suggerisce il nome della formazione – il repertorio del grande pianista e compositore statunitense Horace Silver, uno dei pilastri dell’hard bop, che nel corso della sua carriera ha “venato” le sue composizioni di numerose influenze tra gospel, musica africana e latinoamericana.
Anche Carmen Souza, come altri protagonisti di questa edizione (Alfa Mist, Kokoroko e Nubya Garcia), arriva da Londra (dove risiede stabilmente) e si caratterizza per il suo personalissimo stile, capace di condensare le influenze della tradizione di Capo Verde con elementi del jazz, spaziando sapientemente tra differenti generi musicali, come la morna, il batuke e il soul. Il punto di partenza delle sue esplorazioni musicali sono sempre le sue radici (la sua stirpe è capoverdiana di estrazione cristiana), e il suo modo di cantare è una sintesi del tutto personale della verve di Billie Holiday, Nina Simone e Casara Evoria, muovendosi tra melodie inusuali, umori esotici, africanismi, scat jazz, vibrati controllati e frasi dall’andamento imprevedibile.
Il concerto di Carmen Souza fa idealmente da chiusura ai festeggiamenti del centennale della costruzione della diga di Santa Chiara sul Tirso (1918/2018); in programma per l’occasione un annullo filatelico speciale in collaborazione con Poste Italiane, e la vendita di un album con riproduzioni di cartoline, fotografie e immagini storiche dell’epoca.
Tre appuntamenti caratterizzano la giornata di Dromos di lunedì 12 agosto: alle 21.00, il festival varca i confini della provincia di Nuoro approdando a Ortueri per un evento proposto in collaborazione con il festival Mamma Blues, costola di Dromos che quest’anno celebra la sua dodicesima edizione dal 13 al 15 agosto, come sempre a Nureci. Presso la Cantina Bingiateris (sponsor della serata), sarà di scena il duo blues del cantante e armonicista Fabio Treves, portavoce della musica del diavolo in Italia e inventore del “blues delle masse”, affiancato dal chitarrista Alex “Kid” Gariazzo, musicista che lo accompagna da oramai un quarto di secolo nella Treves Blues Band (attesa poi sul palcoscenico di Mamma Blues a Nureci martedì 13). La serata (biglietti esauriti), che prende il nome del tipico vino prodotto dalla cantina, si intitola Lollore & Blues, ed è presentata in collaborazione con l’associazione Viva Mandrolisai. Al termine del concerto, ancora musica con un dj set di De Li Soul.
Alle 21.30, ma nel giardino del Museo Archeologico di San Vero Milis, Dromos dedica un nuovo appuntamento alla Luna, ispiratrice di questa edizione del festival nel cinquantenario dal primo sbarco dell’uomo sul nostro satellite, con la proiezione del film di fantascienza “Moon” (2009), del regista Duncan Jones (ingresso libero), in sostituzione del previsto “Il diritto di contare“.
Alle 22.00, a Nureci, infine, come consuetudine, a fare da battesimo all’imminente edizione di Mamma Blues saranno i giovani musicisti della Music Academy di Isili, impegnati nel concerto dal titolo “The two faces of Woodstock”, chiaro omaggio ai cinquant’anni dal festival di Bethel (omaggiato quest’anno da Dromos) svoltosi nel 1969 al culmine della diffusione della cultura hippie.

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Il vento dell’Africa soffia sul Barigadu nella decima giornata di Dromos, il festival organizzato dall’omonima associazione culturale, che quest’anno spegne ventuno candeline diramandosi tra Oristano e altri centri e località della sua provincia.

Questa sera (sabato 10 agosto) tappa a Neoneli con Manou Gallo, la brillante bassista e cantante ivoriana, in concerto in piazza Barigadu a partire dalle 22.00 (ingresso a 10 euro più diritti di prevendita) alla testa della sua band con cui fonde in modo fresco e moderno il cuore e l’anima dell’Africa con la cultura occidentale: Gaspard Gierse al sassofono, Pauline Leblond alla tromba, Matthieu Vandenabeele alle tastiere, Yannick Werther alla chitarra ed Edwin Dharil Denguemo alla batteria.

Classe 1972, nativa di Divo, una piccola città nella regione centro-occidentale della Costa d’Avorio, Manou Gallo è una virtuosa del basso elettrico e un talento che trae linfa dal ricco patrimonio delle sue origini nella tribù Djiboi. Fin da bambina si è dimostrata diversa e autonoma, suonando il tambour, uno strumento a percussione normalmente riservato solo agli uomini, nella cultura ivoriana. Un giorno vede un basso elettrico e capisce che sarà il suo strumento, quello che nelle sue mani si trasforma in una percussione, da cui estrae sfrenati ritmi groovy. La sua carriera musicale la porta presto a suonare con il famoso gruppo Zap Mama, e con questo approda in Belgio, facendo base a Bruxelles dal 2003, dove ha messo in mostra le sue doti di cantante e bassista in tanti gruppi e progetti che ha sviluppato e con cui ha suonato. Dopo le sue prime uscite discografiche – “Dida” (del 2005), “Manou Gallo” (2006) e “Lowlin” (2010) -, l’anno scorso ha firmato “Afro Groove Queen”, un album prodotto da Bootsy Collins, il grande bassista e cantante americano salito alla ribalta nei primi anni Settanta con James Brown e poi con i Parliament e i Funkadelic di George Clinton; un album che è come un triangolo amoroso tra Africa, Europa e America, tra funk, jazz e afro groove.

I ritmi e le suggestioni del Portogallo caratterizzeranno, invece, la serata successiva di Dromos: domenica 11, a Ula Tirso (a conclusione dei festeggiamenti per il centennale della costruzione della diga di Santa Chiara sul Tirso), è di scena Carmen Souza; accompagnata dai suoi Silver Messengers, la cantante lisbonese (di origine capoverdiana) renderà omaggio al repertorio del grande pianista e compositore statunitense Horace Silver. Riflettori e microfoni accessi alle 22.00, in piazza IV Novembre, con ingresso gratuito.

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Si riconosce nel segno della Luna e di una doppia ricorrenza l’edizione numero ventuno di Dromos, in programma nel consueto periodo, dal primo al 15 agosto, tra Oristano e altri undici centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con un’anteprima il 18 luglio a Fordongianus e uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri.

Casta Diva” è il titolo scelto per caratterizzare quest’anno il festival: un titolo preso in prestito dalla celeberrima aria della “Norma” di Vincenzo Bellini, una preghiera che la protagonista dell’opera eleva alla Luna, la “Casta Diva”, appunto.

Il 2019 è infatti l’anno in cui si celebra il cinquantenario del primo sbarco sul nostro satellite: era il 20 luglio del 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare nell’ambito della missione Apollo 11, avverando un sogno coltivato dall’uomo per millenni. Ma, un mese dopo, un altro evento segnò indelebilmente anche la storia della musica: «Tra il 15 e il 18 agosto di quello stesso anno – scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu per illustrare il tema del festival  – a Woodstock, fu il mondo della musica rock a toccare la luna”, in quello che è universalmente riconosciuto come “l’evento simbolo e l’apice della generazione del flower power». Un evento in parte offuscato, quattro mesi dopo, dell’Altamont Free Concert, una sorta di Woodstock sulla West Coast, che col suo violento epilogo «segnò, per quella generazione, ‘la fine delle illusioni’, divenendo il simbolo delle numerose utopie e delle altrettanto numerose cadute contro le quali si scontrarono i giovani di allora, alla ricerca di una luna conquistata e subito perduta».

Al ricordo di quella memorabile annata, il festival Dromos dedica dunque la sua ventunesima edizione con la sua collaudata formula itinerante a base di musica, ma non senza il consueto spazio per altri eventi e appuntamenti, come la mostra ART TUBE, da Woodstock alla Luna, a cura di Paolo Curreli e Antonio Manca, e come Woodstock Revolution!, un “concerto lezione” del giornalista Ernesto Assante col trio di Enzo Pietropaoli.

Il cartellone musicale prevede, come di consueto, una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i generi confinanti, con un ampio e variegato cast di artisti, in larga prevalenza internazionali. Dromos conferma ancora una volta la sua grande attenzione verso la scena musicale europea e verso le nuove generazioni di musicisti che la popolano, focalizzando stavolta il suo sguardo sulla scena londinese, da sempre culla di giovani e interessanti talenti. E proprio dalla capitale del Regno Unito arrivano Alfa Mist, giovane producer e musicista originario dell’East London, la talentuosa sassofonista Nubya Garcia, che di Londra è nativa (ma le sue origini sono afro-caraibiche) ed il collettivo Kokoroko, protagonista sul palco del Mamma Blues, a Nureci, consueta rassegna che suggella Dromos. Giovani veterani sono gli statunitensi Snarky Puppy (protagonisti dell’anteprima del 18 luglio a Fordongianus) e i Forq, formazione nata da una loro costola. Dal cuore dell’Asia sono invece in arrivo gli Huun-Huur-Tu, accostati per l’occasione ai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu, dal Portogallo la cantante Carmen Souza, mentre è ivoriana la bassista Manou Gallo, e di natali burundesi il cantante J.P. Bimeni. E poi, tra gli italiani, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, Fabio Treves, Paolo Fresu con il Devil Quartet, Boris Savoldelli; e, naturalmente gli artisti sardi: il trio del pianista Raimondo Dore, il quartetto Roundella, Francesco Piu, Irene Loche, La Città di Notte, The Wheelers, Bob Forte Band, Mumucs, De Li Soul.

Per il quarto anno consecutivo il festival si avvale della collaborazione dello scenografo Mattia Enna per arricchire di suggestioni visive questa edizione dedicata alla Luna. Per l’occasione Enna rilegge la Casta Diva nel suo eterno bipolarismo: ora la placida e malinconica Luna argentea, ora la dura e funerea Luna nera. Attraverso il segno grafico delle bozze dei tatuaggi, lo scenografo ha proceduto alla selezione di fotogrammi di film cult nei quali il nostro satellite era protagonista, inserendo suggestioni tratte dalle tavole di Gustave Dorè dedicate al viaggio dell’Astolfo di Ariosto sulla luna (tavole da cui è tratta anche l’immagine scelta per la grafica del festival) e arcani simboli a esso legati.