Francesco Pigliaru: «Vedere la questione insulare riconosciuta finalmente come priorità nel quadro delle proposte che le Regioni portano sul tavolo della politica di coesione è motivo di grande soddisfazione».
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«Vedere la questione insulare riconosciuta finalmente come priorità nel quadro delle proposte che le Regioni portano sul tavolo della politica di coesione è motivo di grande soddisfazione.»
Lo ha detto il presidente uscente Francesco Pigliaru, in riferimento al Documento sulla Programmazione europea 2021-2027 approvato oggi all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
«Insieme alla Sicilia, che con il vicepresidente Armao ha già dichiarato di voler entrare a far parte del network europeo che la Sardegna ha costruito in questi anni con Corsica e Baleari, siamo andati avanti su questo fronte con determinazione e impegno – spiega Francesco Pigliaru, ricordando che proprio oggi è stato comunicato l’invio della lettera a triplice firma alle massime cariche europee -. Siamo riusciti ad ottenere che da parte della Conferenza si portino a Bruxelles, con forza, le nostre richieste. In questa partita abbiamo detto molte volte e in molte sedi, con voce unica, che la politica di coesione post 2020 non solo non deve lasciare indietro le isole ma, al contrario, riconoscerne il ruolo strategico e creare le condizioni per uno sviluppo paritario e coerente con le altre aree d’Europa. Avere il sostegno della Conferenza, che ha accolto le nostre proposte, è un passaggio atteso e di grande importanza», conclude Francesco Pigliaru, che ha ringraziato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, relatrice del documento.
Nello specifico, nel testo si chiede di:
- Prevedere misure normative e programmatorie specifiche per compensare la discontinuità territoriale, basate su un indice di “perifericità insulare” da definire principalmente sulla base dell’estensione territoriale, della popolazione interessata e della distanza chilometrica e temporale dal continente e dalle aree più sviluppate del Paese;
- Promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale sia nelle aree urbane che nelle aree con gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici che hanno difficoltà ad accedere ai servizi di base (isole e aree interne), in coerenza con il dettato dell’art. 174 del TFUE.