22 November, 2024
HomePosts Tagged "Cesare Castelbuono"

[bing_translator]

La lotta alla mafia è un problema che riguarda tutti, nessuno può sottrarsi. È questo il grido che oggi si è alzato forte ad Olbia in occasione della celebrazione della ventiduesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, organizzata da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale, in contemporanea con la manifestazione nazionale svoltasi a Locri. Cinquemila tra studenti, volontari, cittadini, rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e amministratori hanno gremito piazza Mercato e qui, così come in altre quattromila piazze italiane, sono stati letti gli oltre 950 nomi delle vittime innocenti della mafia.

Sul palco di Olbia c’erano anche tre familiari delle vittime delle mafie: Claudia Loi (sorella di Emanuela, l’agente di scorta del giudice Borsellino uccisa nella strage di via D’Amelio), Pino Tilocca (figlio di Bonifacio, il sindaco di Burgos ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004) e Cesare Castelbuono, da anni residente in Sardegna, figlio del vigile urbano Salvatore Castelbuono ucciso il 26 settembre del 1978 a Villafrati nel Palermitano.

«Tutti i nomi dei caduti nella lotta alla mafia vanno ricordati con la stessa forza e la stessa dignità -ha detto Claudia Loi -. Da quel 19 luglio la mia vita è profondamente cambiata ma nonostante tutto io non conservo sentimenti di odio verso gli assassini di mia sorella, ma un profondo sentimento di memoria, legalità e di giustizia. Ora con mio fratello Marcello e mia nipote Manuela portiamo avanti l’eredità che ci deriva dal sacrificio di Emanuela. Siamo sentinelle della memoria, la lampada che illumina la strada della giustizia. E questo oggi è il filo conduttore della nostra vita.»

«La mafia non può essere battuta solo grazie all’impegno delle forze dell’ordine, ma serve la mobilitazione di tutti noi – ha aggiunto Cesare Castelbuono -. E il tempo non cancellerà il ricordo di chi ha creduto nella giustizia e nella legalità».

Si è invece rivolto direttamente ai ragazzi Pino Tilocca. «Noi familiari possiamo vivere una giornata come questa da soli con rabbia oppure in piazza insieme a tante persone, e per questo vi ringrazio per la vostra presenza – ha affermato –. La morte di mio padre è un elemento incancellabile, però oggi io posso essere qua in mezzo a migliaia di persone a parlarne, mentre chi ha ucciso mio padre deve stare zitto e nascosto. Noi possiamo sventolare le nostre bandiere, loro no». Per Tilocca «la qualità reale della lotta alla mafia è data dalla presenza e della partecipazione dei cittadini a giornate come questa. Oggi in Italia la Giornata della Memoria e dell’Impegno è stata celebrata in quattromila piazze, piene di gente viva che non solo ricorda ma dichiara il suo impegno per il futuro. Perché noi vogliamo essere l’esempio di una Italia migliore».

Aprendo la manifestazione, il referente regionale di Libera Giampiero Farru ha ricordato la recente approvazione della legge che istituzionalizza la Giornata del 21 marzo. «Siamo ad Olbia per rilanciare il messaggio che chi non ha memoria non ha storia, perché la memoria è la forza di cambiamento attiva sul fronte dell’impegno e responsabilità. E questa piazza gremita di giovani ci fa dire che anche in Sardegna ci sono testimoni di bellezza».

«La vostra presenza ad Olbia ci riempie il cuore – ha sottolineato nel suo intervento il sindaco di Olbia Settimo Nizzi -. Giornate come questa devono servire per ricordarci che le istituzioni devono lavorare affinché tutti noi possiamo vivere in una società civile dove il diritto prevale sull’abuso.»

«La lotta alla mafia è un problema che riguarda tutti, nessuno può sottrarsi – ha dichiarato il prefetto di Sassari Giuseppe Marani -, perché la lotta alla mafia non è una lotta degli altri. La scuola ha un compito fondamentale per educare alla legalità e la lotta alla dispersione è lotta alla legalità. E ai familiari delle vittime dico: abbiate la certezza che noi non dimenticheremo.»

«La chiesa non poteva non esserci ma ci siete soprattutto voi e questa è la cosa più importante – ha detto il vescovo della diocesi di Tempio Ampurias monsignor Sebastiano Sanguineti -. Abbiamo visto quello che è successo a Locri, quindi è evidente che la mafia non gradisce il messaggio che arriva da queste piazze. E allora anche da Olbia si deve levare alto il grido: basta con le mafie, basta con il malaffare, gli appalti truccati, le ruberie nelle mille forme in cui si manifestano!»

«Non facciamo cadere il coraggio – ha proseguito il vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis – e anzi facciamo sì che il coraggio che ha animato le vittime che oggi ricordiamo sia ogni giorno anche il nostro.»

A nome di tutti gli studenti presenti è intervenuto il giovane Emanuele Corongiu dell’Istituto Marconi di Cagliari: «Nelle nostre scuole in questi mesi abbiamo ricordato figure importanti per la lotta alla mafia come Pio La Torre, e noi oggi siamo qui per ricordare le vittime della mafia, perché non si può sconfiggere la mafia non se ne parla».

Significativi anche gli interventi del presidente del Co.Ge. Bruno Loviselli («Ciò che la mafia teme di più è la confisca dei beni») e di padre Salvatore Morittu che ha affermato: «Certe volte noi sardi ci illudiamo che la mafia nella nostra isola non ci sia, ma io ai ragazzi dico questo: ogni volta che comprate una dose di droga, quei soldi vanno tutti alla mafia. È da lì che deve cominciare la nostra lotta».

Dopo gli interventi e la lettura dei nomi, dai maxischermi allestiti in piazza Mercato è stato rilanciato l’intervento che il fondatore di Libera don Luigi Ciotti ha tenuto dal palco di Locri. La manifestazione olbiese si è conclusa con la musica degli Almamediterranea.

[bing_translator] 

Anche la Sardegna scenderà in piazza, martedì prossimo 21 marzo, per celebrare la ventiduesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, voluta dall’associazione Libera per rilanciare la lotta e la mobilitazione contro tutte le forme di criminalità organizzata. Nella giornata che segna l’inizio della primavera e che dal 1995 vuole richiamare simbolicamente il risveglio delle coscienze contro le cosche, in concomitanza con la manifestazione nazionale in programma a Locri (in Calabria), si incontreranno ad Olbia migliaia di studenti, cittadini e volontari, che arriveranno da tutta l’isola per non dimenticare le oltre novecento vittime innocenti di mafia, i cui nomi verranno letti dal palco allestito in piazza Mercato. 

Alla manifestazione, che avrà inizio alle ore 10.00 e avrà come tema “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”, prenderanno parte anche il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, insieme ai vescovi di Tempio e Ozieri mons. Sebastiano Sanguinetti e mons. Corrado Melis, e con loro numerosi amministratori del territorio, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle istituzioni, della magistratura e della società civile. Sul palco ci saranno anche tre familiari delle vittime delle mafie: Claudia Loi (sorella di Emanuela, l’agente uccisa nella strage di via D’Amelio), Pino Tilocca (figlio di Bonifacio, il sindaco di Burgos ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004) e Cesare Castelbuono, da anni residente in Sardegna, figlio del vigile urbano Salvatore Castelbuono ucciso il 26 settembre del 1978 a Villafrati nel Palermitano. Alle ore 12.00 dai maxischermi allestiti in piazza Mercato si potrà seguire l’intervento che il fondatore di Libera don Luigi Ciotti terrà dal palco di Locri. La manifestazione olbiese si concluderà poi con la musica del gruppo degli Almamediterranea. La manifestazione è organizzata da Libera Sardegna in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato “Sardegna Solidale” e l’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna.

«I motivi che ci hanno condotto a scegliere Olbia come sede di questa edizione della Giornata sono tre», spiega il referente regionale di Libera Giampiero Farru. »Innanzitutto vogliamo riportare l’attenzione su una città ancora ferita dall’alluvione del 2013. In quell’occasione tutto il mondo del volontariato isolano si mobilitò, promuovendo una raccolta fondi che poi sono stati interamente consegnati, e in tempi rapidi, alle autorità locali. Il secondo motivo riguarda la crescita di Olbia, che oggi è forse il centro più dinamico della Sardegna e che ha fatto della multietnicità una delle sue caratteristiche e dei suoi punti di forza. Infine – spiega Giampiero Farru – la decisione è stata dettata anche dal fatto che Olbia e la Gallura sono luoghi di grandi investimenti, purtroppo anche illeciti. Ormai con sempre maggiore frequenza arrivano notizie inquietanti che ci fanno comprendere come il fenomeno del riciclaggio di capitali sporchi debba essere preso in serissima considerazione. Non a caso, ad Olbia oggi ci sono ben 62 beni confiscati alla criminalità, molti dei quali in disuso o abbandono e che dunque attendono di essere riutilizzati a fini sociali. Su questi ed altri aspetti è giusto dunque mantenere alta l’attenzione.»

In Sardegna la lettura dei nomi delle vittime di mafia non avverrà solo ad Olbia ma anche in altre decine di luoghi, soprattutto scuole, circoli e associazioni. La Giornata di martedì prossimo è stata inoltre preceduta da una serie di iniziative che hanno preparato nel territorio l’appuntamento olbiese. Per parlare di lotta alla mafia e legalità sono stati in Sardegna il presidente onorario di Libera Nando dalla Chiesa, l’avvocato dell’associazione Enza Rando e Gianluca Manca, il fratello del medico Attilio Manca che si ritiene possa essere stato “suicidato” dalla mafia per avere riconosciuto in un ospedale francese il boss Bernardo Provenzano. 

Conclusione di questo percorso sarà la manifestazione di martedì quando, così come a Locri e in tutti gli altri centri scelti in ogni regione per celebrare la Giornata, anche ad Olbia verranno letti i nomi delle vittime innocenti di mafia: sarà il “coro” della legalità e dell’antimafia, per un evento che rilancerà Olbia e la Sardegna nel contrasto educativo, culturale, politico e sociale contro le mafie e contro tutte le culture di mafiosità e di corruzione.