I problemi dei lavoratori della formazione L. 47/79 sono stati esaminati oggi dalla Seconda commissione.
Si sono svolte nella Seconda commissione del Consiglio regionale le audizioni delle rappresentanze dei lavoratori della formazione professionale della legge 47 e dei lavoratori socialmente utili, le cui problematiche sono anche oggetto di due distinte interpellanze: la n.32/c-2 a firma dei consiglieri Locci e Tunis (gruppo Forza Italia) e la n.20/c-2, presentata dall’onorevole Ignazio Locci.
I primi ad essere sentiti nel parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd) sono stati i «lavoratori della formazione professionale della legge n. 47», da anni in ammortizzatori sociali, che hanno manifestato preoccupazione per l’assenza di provvedimenti da parte della Giunta regionale, per dare attuazione alle leggi approvate dal Consiglio regionale nella scorsa legislatura. Il riferimento è ai tre provvedimenti legislativi varati nel 2013 (L.R. 10 del 29.04.2013; L.R. n. 22 del 02.08.2014 e L.R. n. 38 del 20.12.2013) per omogeneizzare l’intero comparto della formazione professionale in Sardegna. I lavoratori hanno denunciato che le norme non sono state applicate dagli uffici dell’assessorato regionale del Lavoro ed in particolare, quelle contenute nella legge 38|2013 che stabilisce l’iscrizione dei sui indicati lavoratori, nella «lista speciale dei formatori della formazione professionale». Così come non ha avuto seguito la delibera adottata dalla giunta regionale, la n. 55/11 del 31.12.2013, sulla disposizione dell’articolo 4 della legge regionale n.10 del 29 aprile 2013 che così recita: «Nelle more della riorganizzazione del comparto della formazione professionale, il personale cessato o sospeso dal lavoro entro il 31 dicembre 2012 e che alla medesima data risultava inserito nel bacino degli ammortizzatori sociali in deroga, già titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato ai sensi della legge regionale 10 giugno 1979, n. 47 (Ordinamento della formazione professionale in Sardegna), può essere iscritto a domanda, a cura del competente Assessorato, alla lista speciale di cui all’articolo 6, comma 1, lettera f), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008)».
La situazione – così hanno dichiarato le rappresentanze audite in commissione – è aggravata dal fatto che molte delle amministrazioni pubbliche, presso le quali sono impiegati i lavoratori della formazione L. 47, hanno modificato le loro disponibilità circa l’orario lavorativo completo, perché in difficoltà a seguito dei tagli intervenuti in bilancio.
L’emergenza è rappresentata dall’ormai prossima scadenza del 31 agosto che rappresenta il termine oltre il quale diventeranno efficaci i preavvisi di licenziamento che molti dei lavoratori hanno già ricevuto.
Le rappresentanze dei lavoratori della formazione professionale L.47 hanno concluso con un appello rivolto al presidente della commissione perché adotti tutte le opportune iniziative per far sì che l’amministrazione regionale rispetti e dia seguito alle norme e ai provvedimenti approvate dal Consiglio regionale in materia.
Sul punto hanno insistito i consiglieri della maggioranza Piero Comandini, Cesare Moriconi, Rossella Pinna, Paolo Zedda e quelli della minoranza Ignazio Locci e Stefano Tunis. Il presidente della commissione, Gavino Manca, concordando sulla gravità della situazione e sull’urgenza degli interventi da adottare, ha preannunciato una formale richiesta al presidente del Consiglio perché si adoperi affinché la volontà espressa dall’assemblea sarda, con l’approvazione di tre provvedimenti legislativi, trovi applicazione in tutte le strutture della Regione. «Entro la prossima settimana – ha dichiarato il presidente Manca – procederemo con la convocazione in commissione dell’assessore regionale del Lavoro, per ribadire la richiesta di una piena applicazione delle leggi regionali e favorire così la risoluzione delle problematiche che penalizzano i lavoratori della formazione professionale L.47».
I lavori della commissione sono proseguiti con l’audizione delle rappresentanze dei lavoratori socialmente utili che, a partire dal prossimo 31 agosto, rischiano di restare senza i sostegni al reddito previsti dagli ammortizzatori sociali, per effetto della scadenza di tutti i progetti di “utilizzo”. La vicenda riguarda 74 lavoratori impiegati ai sensi del D.lvo n. 468\1997 in 26 pubbliche amministrazione. La maggior parte opera nell’area del Sulcis, ha una età media superiore ai 55 anni e proviene dal settore industriale. La richiesta rivolta alla commissione è perché si proceda con l’individuazione di un percorso normativo in grado di assicurare «dignità e lavoro» ai 74 Lsu della Sardegna.
Il vice presidente della commissione, Ignazio Locci, ha evidenziato l’urgenza di interventi e ribadito «la discriminazione dei 74 Lsu che non hanno goduto della “stabilizzazione” nelle amministrazioni pubbliche». Il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca, ha assicurato l’impegno della Commissione per scongiurare il rischio che tra due mesi i lavoratori socialmente utili restino senza alcun sostegno al reddito e ha annunciato che la vicenda sarà portata all’attenzione dell’assessore regionale del Lavoro in occasione dell’audizione in commissione, prevista già per la prossima settimana.