23 December, 2024
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Stamane, nella Caserma “Trieste”, sede della Scuola allievi carabinieri di Iglesias, alla presenza del comandante delle Scuole dell’Arma dei carabinieri, generale di Corpo d’Armata Adolfo Fischione, ha avuto luogo la cerimonia di intitolazione dell’Aula magna dell’Istituto in memoria del carabiniere scelto Vittorio Iacovacci, barbaramente ucciso in Goma (Repubblica Democratica del Congo) mentre tentava di difendere l’ambasciatore Luca Attanasio, anch’egli caduto insieme all’autista congolese, durante un agguato teso da uno dei gruppi criminali che gravitano nella regione del nord-est del paese africano.
Nel pieno rispetto delle norme sanitarie che impongono, in questo periodo, prudenti misure anti Covid, il solenne evento si è svolto rispettando i necessari distanziamenti, assolutamente in forma statica, alla presenza delle autorità regionali e provinciali dell’Isola e con gli Allievi in collegamento video dalle loro aule.
Sono intervenuti, oltre al comandante delle Scuole dell’Arma dei carabinieri, generale di Corpo d’Armata Adolfo Fischione, l’assessore dei LL. PP. della Regione Sardegna, on. Aldo Salaris in rappresentanza del Presidente, il prefetto di Cagliari S.E. Gianfranco Tomao, gli onorevoli Andrea Frailis e Massimo Deidda, il sindaco di Iglesias Mauro Usai, il questore di Cagliari dott. Paolo Rossi, il comandante della Legione Carabinieri Sardegna Generale di Brigata Francesco Gargaro, il Comandante provinciale dei carabinieri di Cagliari colonnello Cesario Totaro, oltre a varie autorità civili e militari nonché una rappresentanza del Quadro permanente, del Co.I.R. Scuole e del Co.Ba.R. della stessa Scuola allievi.
Particolarmente significativa è stata la presenza dei numerosi familiari del carabiniere Vittorio Iacovacci, ovvero la sorella Alessia ed il fratello Dario con i rispettivi congiunti e figlioletti, e la fidanzata Domenica Benedetto. Avrebbero voluto partecipare anche i genitori Angela e Marcello Iacovacci, rispettivamente madre e padre del militare, impossibilitati loro malgrado a presenziare.

Il comandante della Scuola allievi di Iglesias, colonnello Andrea Desideri, oltre a descrivere le brillanti qualità, che già si palesavano, del carabiniere Vittorio Iacovacci “Allievo”, per come i suoi istruttori lo ricordano con affetto e ammirazione, quando, pochi anni fa, aveva frequentato il corso ad Iglesias, ha sottolineato che: «L’intitolazione dell’Aula Magna, quale luogo di massimo ritrovo sia del personale del Quadro permanente sia degli allievi, vuole conseguire l’obbiettivo di non voler disperdere e vanificare, nel culto della memoria, le elevate virtù militari incarnate dal giovane Vittorio, che con abnegazione e coraggio ha servito il nostro Paese sino all’estremo sacrificio della propria vita».
Il comandante delle Scuole dell’Arma dei carabinieri, generale di Corpo d’Armata Adolfo Fischione, nel suo breve intervento, ha voluto sottolineare l’eroismo del carabiniere Vittorio Iacovacci nel fare il proprio dovere e ha ricordato che il giovane è l’esempio più alto «dell’intimo convincimento a cui deve ispirarsi ogni carabiniere perseguendo la cosciente consapevolezza di impegnarsi ogni giorno nel proprio agire quotidiano».
Particolarmente toccanti sono stati i momenti in cui la sorella Alessia ha scoperto la targa e il breve ricordo della fidanzata del giovane carabiniere, Domenica, che ha anche sottolineato, rivolgendosi ai carabinieri che sono presenti e che, in futuro, svolgeranno i corsi in questa Scuola «tutti possono seguire la strada dell’impegno tracciata da Vittorio credendo fermamente in quello che si fa e giurando col cuore fedeltà alla Patria».
La commemorazione è stata fortemente voluta dal comandante della Scuola quale sentito tributo sotteso a ricordare il militare scomparso anche per infondere e rafforzare nelle future generazioni dei giovani allievi, che si avvicenderanno presso questo Istituto di formazione, il giusto sentimento di appartenenza all’Arma dei carabinieri, attraverso la trasmissione tangibile delle tradizioni etiche e storiche e attraverso la valorizzazione dei concetti di “missione” e “impegno” cui gli stessi saranno chiamati ad ispirarsi per non disperdere il fulgido esempio di coraggio e di totale abnegazione del giovane e valoroso carabiniere Vittorio Iacovacci.

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Stamane, nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari, Livorno, Grosseto, Roma, Caserta e Napoli, nonché nel territorio della Corsica, carabinieri del Comando Provinciale di Cagliari, coadiuvati da personale dei reparti territorialmente competenti, con l’ausilio di squadre e unità cinofile antidroga e anti-esplosivo dello Squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna, hanno eseguito 32 misure cautelari personali, di cui 20 in carcere e 12 ai domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti, disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. I reati contestati agli indagati, italiani e stranieri (due corsi), sono quelli di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, al traffico internazionale e alla detenzione di armi comuni da sparo, da guerra
e clandestine, all’organizzazione di reati gravi contro il patrimonio (rapine e assalti a caveaux e furgoni), smercio di banconote false e riciclaggio di mezzi e denaro.
Le operazioni sono state eseguite all’alba di oggi,con l’impiego di un elicottero dell’11° NEC di Cagliari- Elmas.
I provvedimenti coercitivi scaturiscono dall’esito dell’attività investigativa finalizzata all’azione di contrasto ai reati contro il patrimonio, denominata “Maddalena”, condotta tra il 2018 e il 2020 dai carabinieri del Comando Provinciale di Cagliari coadiuvati dal Comando Provinciale di Livorno, sotto il coordinamento delle rispettive DDA delle Procure di Cagliari e Firenze.
Il complesso lavoro investigativo prende il via a settembre 2018 con una serie di controlli mirati su alcuni ovili della giurisdizione della Compagnia di Carbonia che hanno consentito ai carabinieri di scoprire all’interno di un ovile dell’allevatore di Santadi, Secci Umberto, l’esistenza di un furgone Iveco Daily rubato a Nuoro il 12 ottobre 2017, insieme ad altri due mezzi, uno dei quali risultava essere stato utilizzato per un tentativo di rapina ad un portavalori a Castiadas nel gennaio 2018.
Questo particolare, ha fatto sorgere il sospetto di un suo coinvolgimento nelle rapine, tanto che, ben presto, da attività di osservazione e controlli sul territorio, si è sviluppato un filone di indagini che ha consentito di far emergere l’esistenza di una rete criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, principalmente cocaina e marijuana, al traffico di armi ed esplosivi, alle rapine e al riciclaggio di capitali illeciti. In tale quadro investigativo, gli inquirenti, attraverso servizi di osservazione dei movimenti dell’allevatore, hanno documentato frequenti incontri riservati tra il Secci e tale Giovanni Mercurio, 56enne di Loculi, quest’ultimo a capo di un’organizzazione per il traffico internazionale di armi e di stupefacenti con la Corsica, nonché di una rete di rapporti finalizzata a reati contro il patrimonio, principalmente rapine a sedi della Mondialpol e assalti a furgoni portavalori in Italia e all’estero.
Il traffico degli stupefacenti, delle armi e degli esplosivi avveniva sull’asse Sardegna-Corsica, laddove la droga e gli esplosivi sardi venivano ceduti in cambio di armi. Nell’isola francese venivano commercializzati variabili quantitativi di droga: sono stati registrati complessivamente 82 kg di marijuana, 10 kg di hashish e 5 kg di cocaina. In questo ambito le indagini sono state svolte in cooperazione internazionale con la costituzione, presso Eurojust, a giugno 2019 all’Aja, di una Squadra Investigativa Comune tra i Carabinieri di Carbonia e la Police Nationale di Ajaccio, coordinata rispettivamente dalla DDA della Procura della Repubblica di Cagliari e dalla JIRS (Juridictions Interrégionales Spécialisées) di Marsiglia. Detto coordinamento è stato seguito, stante la complessità dell’attività, direttamente dalla Direzione Nazionale Antimafia presso la Procura Generale della Corte Suprema di Roma.
Mercurio nei rapporti illeciti con la Corsica, si avvaleva della collaborazione di Francesco Ledda, 49enne di Ala dei Sardi che, insieme al figlio Marco Davide e alla compagna Scanu Patrizia, si occupava della custodia, trasporto e commercializzazione della cocaina, hashish e marijuana, utilizzando la propria abitazione sull’isola francese. Mercurio si occupava di reperire lo stupefacente in Sardegna, Ledda lo trasportava in Corsica dove, con Dario Azzena, un sardo emigrato in Francia, aveva costituito una rete di spaccio: i due tagliavano la sostanza, la vendevano e periodicamente consegnavano il ricavato al Mercurio, in una sorta di rapporto bancario. Alcuni di questi pagamenti sono stati documentati nelle indagini, 60.000 euro a luglio 2019, 20.000 euro a febbraio 2020.
Gli investigatori hanno scoperto che Mercurio si riforniva di stupefacente anche nel Lazio dove con Spano Antonio 31enne di Olbia, suo uomo di fiducia, aveva aperto un canale per l’acquisto di un grosso quantitativo di cocaina da un trafficante, tale Fiorentini Arditi Federico, e in una occasione lo avevano incontrato a Fiumicino a luglio 2019. La cocaina acquistata nel Lazio, circa 2kg, era d ottima qualità e fu commercializzata in Corsica dal figlio di Ledda e Azzena. La stessa tipologia di droga veniva venduta anche in Sardegna, in Gallura da Antonio Spano e Patrizia Scanu, e nel sud Sardegna, presso l’ovile di Secci a Santadi, dove l’organizzazione aveva un’altra base logistica per il commercio della droga e per la commissione dei reati contro il patrimonio. Nel Sulcis Secci teneva i contatti con Mercurio attraverso schede telefoniche segrete dedicate, trafficava droga con Serventi Pietro Paolo e aveva una propria rete di relazioni per il commercio illecito con la coppia Sibiriu Roberto e Trastus Luisella di Villaperuccio.
A riscontro di tali attività illecite, il 15 febbraio 2020, a Ghilarza, è stato arrestato in flagranza di reato, Roberto Sanna che aveva acquistato 527 grammi di cocaina da Secci; il 9 luglio 2020 Locci Nicola è stato bloccato dai carabinieri di Carbonia e tratto in arresto con 2 kg di cocaina, che aveva ricevuto dalla coppia Trastus e Sibiriu i quali, a loro volta, avevano acquistato a Cagliari in via  Bosco Cappuccio, noto luogo di spaccio.
Gli accordi tra i due sardi trapiantati in Corsica, Ledda e Azzena, e Mercurio non si risolvevano nella fornitura di stupefacenti, ma comprendevano l’organizzazione di rapine e soprattutto la fornitura di armi strumentali alla commissione di delitti contro il patrimonio, in Italia e in Corsica.
Le armi di cui Mercurio aveva la disponibilità provenivano tutte dalla Corsica: Ledda e Azzena se le procuravano dal corso Jean-Luis Cucchi, dedito alla commissione di furti in abitazione (furto di pistola al sindaco di Figari). Le indagini hanno evidenziato anche la possibilità di un assalto ad un furgone blindato a Figari.
Mercurio e Ledda,re nella preparazione di rapine a sedi della Mondialpol, in Toscana a Cecina e in Sardegna a Elmas, erano in trattativa con esponenti della criminalità campana, con i clan Fabbrocino e Di Lauro, per il tramite del napoletano Antonio Pagano. Infatti, Pagano facendosi aiutare dal nipote Antonio Coppola, era il punto di raccordo con la criminalità campana, i cui esponenti, Luigi Porricelli e Umberto Lamonica, gravati da numerosi precedenti e da associazione di stampo mafioso, erano in grado di reperire con facilità mezzi pesanti di provenienza
illecita da utilizzare per l’assalto alle sedi Mondialpol (camion, escavatore, ruspa).
Pagano favoriva gli incontri con la criminalità campana per l’organizzazione delle rapine e in una occasione avviò una trattativa tra i sardi e la criminalità organizzata calabrese per l’acquisto di un container colmo di hashish e fucili d’assalto kalashnikov. Nell’organizzazione delle rapine anche Secci aveva un ruolo determinante: per il suo tramite, Mercurio poteva disporre di una batteria di assalto, composta dai desulesi Littarru Andrea Luca, Maccioni Alessio Germano, Mannu Ilio, Peddio Mauro, Casula Gianfranco, Mannu Fabiano, Littarru Giovannino. Il ruolo decisivo di Secci nelle rapine è testimoniato dal fatto che prima di ogni viaggio per Napoli, in vista della definizione di nuovi accordi con Porricelli, egli si incontrava con Mercurio per la disponibilità del gruppo di assaltatori.
In Toscana, invece, il supporto logistico e organizzativo veniva garantito da Dessì Robertino, un allevatore sardo che disponeva di un ovile nel quale custodiva le armi e gli esplosivi della batteria operativa di desulesi, favorendone gli spostamenti nell’area. I preparativi della rapina alla Mondialpol di Cecina erano arrivati ad uno stato molto avanzato, poiché le armi erano nascoste nell’ovile di Dessì. La batteria dei desulesi aveva eseguito diversi sopralluoghi alla sede della Mondialpol ed era stato affittato un capannone da Salvatore Garippa e Guttadauro Pino per custodire i mezzi pesanti, forniti dalla criminalità campana (Porricelli) e condotti sul posto con più viaggi dagli uomini di questi (Lamonica, Tullio, Sepe, Vallefuoco).
Tuttavia, la fase esecutiva saltò non per scelta ma a causa di diversi imprevisti: in un caso i napoletani avevano procurato un escavatore troppo piccolo, in un altro un camion era andato in panne durante il tragitto ed era stato abbandonato dai desulesi per strada.
Le indagini sono state particolarmente complesse per il modus operandi dei rapinatori e delle cautele da loro adottate, tali da aver consentito in precedenza di mettere a segno numerose rapine senza essere mai scoperti. Vantandosi di essere un gruppo di professionisti nel settore, raccontavano di rapine messe a segno presso banche ed uffici postali, anche con il sequestro di persone, nonché a portavalori.
In occasione dei loro spostamenti in Toscana spegnevano il telefono o lo lasciavano a casa per riaccenderlo solo dopo il ritorno in Sardegna: Giovannino Littarru, camionista di professione, fratello di Andrea Luca, dimorante in Toscana, era l’unico canale possibile per rintracciare il gruppo di assaltatori. Anche quest’ultimo, non ha avuto un ruolo di secondo piano, tant’è che, rinviata la rapina di Cecina, ha ricevuto l’incarico di riportare in Sardegna le armi nascoste in Toscana. Il 31 luglio 2020, dopo essere arrivato al porto di Cagliari a bordo di un camion carico di legname, fermato e perquisito, è stato arrestato perché trasportava 3 kalashnikov, due fucili, 3 pistole beretta e 2 Glock, due bombe a mano, tritolo, esplosivo plastico, giubbotti antiproiettile e oltre 400 munizioni di diverso calibro, passamontagna e guanti.
Infine, al gruppo sono stati contestati anche la detenzione e introduzione nel territorio dello Stato di banconote contraffatte, 50.000 euro di banconote da 20 e 50 euro, che Porricelli con l’intermediazione di Pagano, aveva consegnato a Ledda e Mercurio.

Nel video il colonnello Cesario Totaro, comandante provinciale dei Carabinieri di Cagliari

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Nel pomeriggio di ieri il comandante provinciale di Cagliari, colonnello Cesario Totaro, ha ricevuto il signor prefetto di Cagliari, dottor Bruno Corda. Durante il cordiale incontro istituzionale è stata posta l’attenzione sulla situazione infrastrutturale dei presidi dell’arma nell’area metropolitana e sulla loro dislocazione, con la finalità di rendere più aderente il dispositivo dell’Arma alla realtà cagliaritana e di tutta la provincia, non tralasciando l’ipotesi di istituire nuovi presidi, tutto finalizzato ad avere un miglior controllo del territorio e rendere la provincia di Cagliari più sicura.

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Nel primo pomeriggio di oggi il comandante provinciale dei carabinieri di Cagliari, col. Cesario Totaro, ha ricevuto il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu.
Nel corso dell’incontro istituzionale, è stata posta l’attenzione sui principali temi della sicurezza del capoluogo e della Città Metropolitana di Cagliari, con particolare riferimento alle strategie d’azione da adottare per far fronte alle esigenze di sicurezza delle diverse aree urbane, specialmente quelle dove emergono particolari criticità.
Lo scopo è anche quello di rendere più efficaci gli sforzi dei relativi strumenti operativi che all’occorrenza possono, con servizi congiunti, essere l’uno di sostegno all’altro, in ragione delle specifiche responsabilità e competenze, come è avvenuto anche nei giorni scorsi nel quartiere Marina.

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All’indomani dell’insediamento del nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Cagliari (col. Cesario Totaro) che tra le prioritarie azioni di contrasto ha messo avanti a tutto la lotta allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, in assoluta continuità con le indicazioni di chi lo ha preceduto (col. Luca Mennitti), arriva subito una risposta concreta del personale quotidianamente impegnato nel controllo del territorio.

Un normale controllo stradale (come ne vengono eseguiti a decine tutti i giorni), un certo atteggiamento della persona controllata e l’esperienza del personale operante determinano la necessità di approfondire il controllo talché, ieri pomeriggio inoltrato, i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Sanluri hanno rinvenuto, nascosti nell’auto condotta da un 37enne incensurato di Serramanna, 5 panetti contenenti complessivamente 5 kg di cocaina.

In particolare, l’uomo (F.P., pizzaiolo 37enne di Serramanna) fermato sulla 131 in (direzione nord) alla guida di una utilitaria di terzi, è stato condotto presso il Comando Compagnia di Sanluri, dove i militari, coadiuvati dai colleghi della locale stazione, hanno perquisito l’autoveicolo, rinvenendo la droga occultata dietro un pannello dello sportello posteriore sinistro.

A questo punto per il giovane sono scattate le manette e, su disposizione del magistrato di turno, è stato trasferito presso il carcere di Uta.

Molti gli interrogativi derivanti dal sequestro, uno dei più importanti degli ultimi tempi, considerato che il valore al dettaglio della droga, se immessa sul mercato, avrebbe superato gli 800.000 euro.

Trafficante o semplice corriere, la risposta a questo interrogativo sarà sicuramente oggetto di ulteriori indagini.

Il col. Cesario Totaro, al momento dell’operazione impegnato nelle prime visite ai reparti della provincia, non ha perso l’occasione per raggiungere i militari in operazioni anche per esprimere loro la soddisfazione per l’importante risultato operativo raggiunto.