22 November, 2024
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Si è svolto ieri, 15 aprile, giornata mondiale dell’arte, il primo seminario digitale su uno dei patrimoni UNESCO della Sardegna: Su Nuraxi – Barumini. L’iniziativa è stata organizzata dal gruppo sardo dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO (AIGU) in collaborazione con l’Istituto Tecnico Statale “D. Panedda” di Olbia e rientra all’interno del progetto EDU.

In un momento in cui le attività didattiche e culturali sono fortemente limitate a causa dell’emergenza Covid-19, il webinar ha cercato di rispondere a varie esigenze formative configurandosi come un viaggio conoscitivo virtuale. Facendo un passo indietro nel tempo, lungo 3500 anni, si è andati a raccontare uno dei siti archeologici più suggestivi dell’Isola: l’area archeologica di Su Nuraxi di Barumini.

Sono stati circa 80 i partecipanti, tra gli studenti dell’Istituto Panedda di Olbia ed alcuni loro coetanei del Liceo Statale Dettori di Cagliari – guidato dal dirigente scolastico Roberto Pianta – che hanno ascoltato gli interventi di rappresentanti degli enti pubblici e privati in merito al valore archeologico del sito portato alla luce durante gli scavi condotti dall’archeologo Giovanni Lilliu, tra il 1950 e il 1957. Il primo relatore Giovanni Maria Mutzu, dirigente scolastico ITCS D. Panedda Olbia, ha aperto l’appuntamento con una premessa relativa all’importanza del legame tra la cultura e il territorio. I rappresentanti degli uffici periferici del MiBACT hanno illustrato agli studenti il ruolo del ministero dei Beni e le attività culturali e per il turismo in relazione al sito UNESCO: Manuela Puddu della Direzione Regionale Musei Sardegna, direttrice dell’area archeologica di Su Nuraxi, ha ripercorso la storia del nuraghe e presentato l’attività di valorizzazione del sito, mentre Chiara Pilo della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna ha parlato della tutela e della conservazione. Francesca Carrada ha illustrato la missione istituzionale della Regione Autonoma della Sardegna in riferimento al patrimonio culturale materiale e immateriale riconosciuto dall’UNESCO. Ha concluso il seminario la Fondazione Barumini con il presidente del CdA Salvatore Bellisai il quale ha spiegato come il nuovo modello gestionale della Fondazione abbia permesso di ottimizzare la gestione, la valorizzazione e la promozione dell’area. Negli anni sono state ampliate le attività con la nascita del Polo Museale di Casa Zapata (2007), il Centro di comunicazione e promozione del patrimonio culturale titolato a Giovanni Lilliu (2008) e la scuola di restauro (2010). Oltre le attività di tutela, conservazione, accoglienza e visita guidata ai siti, l’offerta culturale si è arricchita attraverso la realizzazione di mostre, eventi, laboratori didattici, ricerche e differenti attività di promozione turistica a livello regionale, nazionale ed internazionale. Questi aspetti sono stati approfonditi da Caterina Lilliu, membro del CdA Fondazione Barumini e referente per le attività museali, insieme al coordinatore scientifico Giorgio Murru. Dal 2006 in cui si registravano circa 70.000 presenze si è passati nel 2019 a 160.000 presenze registrate nelle tre strutture gestite dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura.

I rappresentanti regionali AIGU Sardegna, Federico Porcedda e Gianfranco Sanna, hanno chiuso il webinar ringraziando tutti i relatori e studenti partecipanti e considerato il successo dell’iniziativa si valuterà il proseguimento di attività di divulgazione e promozione del patrimonio materiale e immateriale attraverso il format digitale.

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Il 31 gennaio a Serri (Sud Sardegna) si conclude la prima edizione del progetto “Archeosperimentando”, festival dedicato all’archeologia sperimentale e alla divulgazione della scienza archeologica.

Il progetto, svoltosi nel mese di settembre, è stato teatro di numerose iniziative di tipo culturale, racchiuse nella manifestazione chiamata “Archeosperimentando”. L’amministrazione comunale, con il contributo della Fondazione di Sardegna, ha portato avanti le sue politiche di valorizzazione e divulgazione del patrimonio culturale locale, in particolare l’archeologia, insieme alla promozione del santuario Nuragico di Santa Vittoria di Serri, gestita dalla cooperativa Acropoli Nuragica.

Da anni, infatti, l’Amministrazione comunale serrese ha puntato sull’archeologia quale catalizzatore e diffusore non solo culturale, ma anche e soprattutto economico. La convinzione è quella, infatti, di un paese che possa vivere grazie al turismo, contribuendo così alla crescita di tutto il territorio.

Il 31 gennaio, in occasione della chiusura del progetto, sarà presentato al pubblico il cortometraggio Bias de trigu – Un viaggio tra storia e tradizione, con la regia di Fabio Ortu – Terra del Punt e con la collaborazione scientifica di Federico Porcedda, Samuele Antonio Gaviano, Giovanna Fundoni, Luca Doro, Claudio Bulla, Valeria Congiatu, Riccardo Cicilloni, Juan Antonio Camara Serrano, Liliana Spanedda, Massimo Casagrande, Gianfranca Salis e Chiara Pilo.

Alla realizzazione del cortometraggio hanno partecipato anche i volontari del Servizio Civile del comune di Serri, un gruppo di massaie locali del CAS (Centro di Aggregazione Sociale) e gli archeologi del laboratorio RIPAM dell’Università di Sassari.

Il corto racconta il pane nella storia di Serri e della Sardegna. Un lavoro di valorizzazione, ricerca e riscoperta di tradizioni che hanno basi millenarie. La coltivazione del grano e la lavorazione del pane, dal periodo nuragico alle tradizioni di un passato recente. Un piccolo centro dell’isola che si racconta, si raccoglie e unisce attorno alla propria terra ed alla propria storia contadina. Un progetto di ricerca scientifica ed archeologica che scopre e dimostra come la lavorazione del grano e la panificazione fosse sapere comune per la civiltà nuragica.

Il cortometraggio, inoltre, verrà presentato durante il Firenze Archeofilm, Festival internazionale del cinema di archeologia, arte ed ambiente. Il festival è organizzato dalla rivista, edita da Giunti, Archeologia viva e si svolgerà dall’11 al 15 marzo.

Archeosperimentando è stato ideato e promosso dal Comune di Serri, grazie anche alle collaborazioni con il laboratorio RIPAM (Ricerche Integrate di Protostoria e Archeometallurgia della Sardegna) e l’associazione Sicut Erat; non mancano i preziosi contributi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’Università degli Studi di Cagliari e Sassari, nonché dell’Universidad de Granada, dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale (in corso a Serri per il secondo anno), della Comunità Montana Barbagia di Seulo, del Laboratorio di Archeologia del Paesaggio (LArP) dell’Università degli Studi di Cagliari, del Consorzio Turistico dei Laghi e della cooperativa L’acropoli nuragica, che gestisce l’area archeologica di Santa Vittoria a Serri.

Il programma dell’evento, oltre alla conferenza di chiusura del progetto Archeosperimentando, prevede la presentazione ufficiale delle attività culturali che avranno luogo in occasione del 250° anniversario della costruzione della chiesa di Sant’Antonio. Al termine verrà inaugurato il nuovo diorama del pozzo sacro di Santa Vittoria, che sarà esposto nelle strutture comunali.

«La valorizzazione del patrimonio culturale passa anche attraverso un’attenta attività di divulgazione scientifica – ha detto il sindaco di Serri, Samuele Gaviano -. Il progetto Archeosperimentando sviluppato a Serri in questi mesi ha coinvolto attivamente studiosi e appassionati di archeologia, ragazzi e adulti in differenti attività, e si conclude con il cortometraggio, un lavoro accurato sulla storia del grano che coniuga attività di studio e promozione. Un modo anche questo per trasmettere alle future generazioni i valori identitari e culturali del nostro paese.»

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Il recinto delle feste, scavato tra il 1929 e il 1931 da Antonio Taramelli, e definito dal Giovanni Lilliu come luogo dedicato alla collettività, dopo degli interventi negli ultimi decenni da parte di Ercole Contu e Fulvia lo Schiavo, grazie ad un contributo statale nell’ambito dei fondi a valere sulla ripartizione della quota dell’8 per mille dell’IRPEF a diretta gestione statale per l’anno 2016, è stato possibile programmare l’inizio di una prima campagna di indagine al fine di conservare, valorizzare e salvaguardare tutta l’area. La campagna di scavo è iniziata il primo ottobre del 2019 per un importo di 110.000 euro, grazie ad un progetto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna che interesserà varie aree archeologiche della Sardegna.

Il progetto di scavo interesserà tutto il villaggio di Santa Vittoria, la prima parte di tale progetto è stata avviata il primo ottobre scorso e la seconda vedrà l’avvio nei prossimi mesi, grazie ad un progetto della Soprintendenza che interesserà varie aree archeologiche del Sud Sardegna.

L’area archeologica di Santa Vittoria di Serri si trova all’estremità sud-occidentale della Giara di Serri, in un’area di oltre venti ettari, solo in parte riportata alla luce a partire dal 1907 grazie alle prime campagne di scavo ad opera dall’archeologo Antonio Taramelli. Dagli studi è emerso che tale sito archeologico abbia goduto di una continuità insediativa, dal periodo nuragico fino all’età medievale, e può essere considerato un grosso e strategico centro religioso, con ampia valenza storico-culturale e artistica.

A partire dalle ore 11.30, nell’area archeologica di Santa Vittoria, verranno presentate le attività di scavo e ricerca nell’area dalla Soprintendente, la dott.ssa Maura Picciau, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, insieme alle direttrici dello scavo, le dott.sse Gianfranca Salis e Chiara Pilo, entrambe funzionare archeologhe nel medesimo ufficio, e Samuele Antonio Gaviano, sindaco di Serri.

Altra novità di questo scavo archeologico è che il cantiere archeologico è aperto al pubblico: curiosi, turisti e comunità locale potranno vedere gli archeologi al lavoro.

«Continua l’attività di indagine nel Santuario nuragico di Santa Vittoria, e stavolta con un importante scavo curato direttamente dalla Soprintendenza in una delle sue aree più belle ed affascinati, il recinto delle feste. Siamo certi che anche questa campagna contribuirà a scrivere importanti pagine di storia del territorio e della Sardegna – ha detto il sindaco, Samuele Antonio Gaviano -. In questi anni l’Amministrazione comunale ha investito tante risorse per la salvaguardia, la promozione e lo studio di uno dei siti nuragici più importanti del Mediterraneo. Pubblicazioni, scavi, restauri, eventi, opere e infrastrutture per conoscere e far conoscere sempre di più il patrimonio del nostro territorio. E altre risorse importanti sono in arrivo per i prossimi mesi con il Piano Strategico: 250mila euro per nuovi stradelli, impianto di illuminazione e restauri, e 200mila euro per l’apertura del museo del territorio.»