22 November, 2024
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Le “lollas” – casette storiche – di un villaggio disabitato attorno a un nuraghe si trasformeranno per un weekend di fine agosto in padiglioni, palchi musicali, musei, sedi di laboratori interattivi e convegni. È l'”Expo della musica sarda”, ovvero “Is sonus de is perdas fittas” che animerà il micro centro attorno alla chiesa di San Simone a dieci chilometri da Escolca – nel sud Sardegna – dal pomeriggio di sabato 31 agosto alla sera di domenica primo settembre (l’ingresso giornaliero ha un costo di 5 euro). L’evento – organizzato dall’associazione culturale Iscandula, in collaborazione con la Pro loco di Escolca – è dedicato alla memoria di Antonello Trudu (cultore di musica sarda del paese). Un evento pionieristico nel suo genere che punta al dialogo tra realtà istituzionali come il Conservatorio e le tante scuole di launeddas attive da decenni. Un luogo di confronto tra poeti, suonatori itineranti (organetto, launeddas, benas, fisarmonica) ed il pubblico. Un percorso che si snoda tra mostre fotografiche, dibattiti di archeoastronomia, prove pratiche con gli strumenti tradizionali della musica sarda affiancati dai Maestri, concerti e infine – ogni sera – Bell’Arrosa, un ballo sardo collettivo sotto le stelle di fine estate nella prima e unica discoteca dedicata alle danze isolane. Il tutto arricchito dalla presenza del noto fotoreporter nazionale Uliano Lucas, da concerti e performance improvvisati nonché dai servizi del punto ristoro.
Il programma. In apertura, alle 17.00, di sabato 31 agosto i saluti del sindaco di Escolca, Eugenio Lai e del presidente della Pro loco, Aldo Piras. Il padrone di casa Dante Olianas, presidente dell’associazione Iscandula e direttore artistico, presenterà brevemente il programma e l’idea di partenza: la prima fiera della musica sarda, un luogo di scambio e di crescita per addetti ai lavori ma anche per i profani. Alle 17.30, il primo degli incontri del sabato che saranno coordinati dal giornalista Pier Sandro Pillonca, il tema è archeologia e archeoastronomia: interverrà Arnold Lebeuf (ex docente di Storia delle Religioni a Cracovia) con un contributo su Il pozzo di Santa Cristina, un osservatorio lunare; a seguire Mauro Peppino Zedda – archeoastronomo di Isili, autore di diverse pubblicazioni sulla civiltà nuragica – con Il significato astronomico dei nuraghi e L’allineamento del nuraghe del villaggio di Nuraxi al solstizio estivo. Alle 18.00, si discute di sviluppo con gli imprenditori locali, per una sessione di interventi dal titolo Idee e pratiche per lo sviluppo del territorio. Parleranno Viviana Sirigu, responsabile del panificio Kentos, Artemio Olianas, responsabile delle cantine Olianas di Gergei, Paolo Cortis, responsabile di Zafferano Cortis di Villanovafranca; in chiusura ancora Dante Olianas dialogherà su Le potenzialità turistico-culturali del villaggio di Nuraxi.
Domenica pomeriggio primo settembre si continua con gli appuntamenti moderati da Enzo Vacca noto Liboriu (artista e socio fondatore di Iscandula). Il via alle 17.00, con il convegno “La musica sarda nella scuola italiana”, interverranno Giorgio Sanna e Gianluca Floris, rispettivamente direttore e presidente del Conservatorio di Cagliari. Il primo illustrerà “Il ruolo istituzionale dei Conservatori nella valorizzazione della cultura del territorio”, il secondo scenderà nei dettagli con “L’esperienza della classe di Launeddas al Conservatorio di Cagliari”. In chiusura Paolo Zedda – ex consigliere regionale e primo firmatario della legge 22/2018 sulla disciplina della politica linguistica regionale – parlerà de “Una tutela della lingua sarda e delle arti proprie della Sardegna”. Dalla lingua sarda all’antropologia, alle 18.00, con “La Sardegna di Bentzon”, il più importante studioso della musica sarda. L’intervento di Ignazio Macchiarella, docente di Etnomusicologia dell’Università di Cagliari si concentrerà su: “Bentzon nella ricerca sulla musica sarda”, è quindi la volta di Uliano Lucas che analizzerà – da fotoreporter – “La Sardegna nelle foto di Bentzon dal ’55 al ’65”; a seguire la testimonianza di Christian Ejlers, compagno di viaggio di Andreas Bentzon con: “La Sardegna degli anni ’50 vista da due giovani intellettuali danesi”. Infine, “Un omaggio a Bentzon”, a cura di Paolo Frau, ex assessore della Cultura del comune di Cagliari.

Le attività. In alcune “lollas” del villaggio sarà visitabile la mostra fotografica Nimbus con gigantografie, sagome e i formati 50 x 50. Sono tutte riproduzioni degli scatti dell’antropologo danese Bentzon realizzate tra il 1955 e il 1965. Una lolla in particolare sarà dedicata al rapporto stretto tra il danese con il Maestro di Villaputzu che suonava ad Escolca per il carnevale, Antonio Lara: un viaggio attraverso foto e lettere. Alle 19.30 di sabato e domenica una guida d’eccezione: il fotoreporter di fama internazionale, Uliano Lucas.
In altre lollas ancora musica dal vivo con l’opportunità di interagire insieme ai Maestri-costruttori. Nei laboratori: launeddas (Franco Melis, Luciano Montisci, Peppe Cuga, Giancarlo Seu, Nino Mura ed Ignazio Olianas), sonallas ossia campane (Ignazio Floris, da Tonara), set di campanacci (Pitano Perra), tamborra-tamburo (Gavino Sedda, Gavoi), benas e altri oggetti sonori (Mondo Usai, Seneghe). Chiudono il cerchio con la voce che si fa strumento il gruppo tenore Su cuntrattu di Seneghe che si esibirà il 31 agosto, mentre i cantori Filippo Urru e Rossano Cardia (basciu e contra) accompagneranno i poeti Paolo Zedda e Severino Monni si potranno ascoltare il primo settembre.
Vibrazioni del passato: nella lolla numero 4 (dentro il nuraghe) si potranno osservare da vicino le repliche degli strumenti dei bronzetti nuragici. Non solo una semplice esposizione: si potrà sentire il loro suono, da confrontare con quello di altri strumenti del Mediterraneo. Il laboratorio è a cura di Pitano Perra (esperto costruttore di strumenti musicali di Maracalagonis).
Spazio alla sperimentazione musicale sotto la guida dei Maestri di launeddas arrivati dal Campidano, dal Sinis e dal Sarrabus sulla scia di corsi e scuole già avviate. Le lollas diventano così punti di contatto tra le scuole di musica di Gigi Arisci (Cagliari), Stefano Cara (Sinnai), Andrea Pisu e Giancarlo Seu di Villaputzu, Stefano Pinna (Cabras), Orlando Mascia (Maracalagonis, Capoterra e Villa San Pietro), Franco Melis (Tuili), Bruno Camedda (Musei, Maracalagonis, Santadi, Siliqua, Elmas e Ussana).
Musica e poesia saranno anche itineranti grazie al gruppo di artisti in movimento: il tenore Su cuntrattu de Seneghe, i poeti Severino Monni e Paolo Zedda insieme al cantante Alberto Zucca; alle launeddas Peppe Cuga, Franco Melis, Nino Mura, Paolo Olianas e Giancarlo Seu che suonerà anche la fisarmonica insieme a Marcello Caredda. All’organetto diatonico Luca Schirru.
La locandina dell’evento è stata realizzata da Massimo Congiu Carboni, suonatore di launeddas, architetto e grafico.

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Nella sua terra di nascita, a quarantasei anni dalla scomparsa, l’Università di Aarhus, grazie all’impegno del professor Peter Crawford, dedica all’antropologo danese Andreas Fridolin Weis Bentzon un convegno di due giorni (1-2 giugno 2017) sulla “ricerca audio-visuale sulla musica”.

Il giovane antropologo, morto ad appena 35 anni, ha lasciato un vuoto nella disciplina e un ritardo nello studio pionieristico, da lui intrapreso, delle launeddas, lo strumento a fiato tradizionale della Sardegna. Negli anni Cinquanta e Sessanta, infatti, Bentzon fece più viaggi nell’Isola, si innamorò del loro suono, e decise di studiare “sul campo” i maestri e i costruttori: dal Sarrabus all’Oristanese. Il suo straordinario metodo di ricerca era quello della “semplice” osservazione, indispensabile per capire il senso della musica, ancor più di quella isolana che raggiungeva picchi di raffinatezza in contesti estremamente poveri. Fu lui che per primo produsse centinaia e centinaia di registrazioni audio, foto e video: un repertorio prezioso e in parte inedito. Nessuno fino ad allora aveva pensato di studiare, osservare un pezzo fondamentale di identità culturale e antropologica. Così è nato un legame che va avanti nei decenni tra l’Isola e la Danimarca, un proficuo rapporto di scambi curato dall’Associazione culturale Iscandula e dal suo presidente Dante Olianas.

Uno sguardo al passato, dunque, e uno al futuro: con questo spirito è stato organizzato il convegno dal titolo “Da Fridolin Bentzon all’età digitale: un convegno sulla ricerca audio-visuale della musica del mondo”. A supportare l’Università danese di Aarhus, il Moesgaard Museum è la stessa associazione Iscandula con il patrocinio della Regione Sardegna. Protagonisti i progetti dei ricercatori nel campo dell’etnomusicologia ed etnografia musicale, con testimonianze che arrivano da tutto il mondo, per questo la due giorni non sarà un evento accademico in senso “convenzionale”. Due le aree di sviluppo: la prima è l’antropologia dei sensi, la seconda è il contributo del film antropologico.

Il convegno durerà due giorni fitti di appuntamenti e interventi multimediali, tutti in lingua inglese. Si inizia alle nove del primo giugno con il benvenuto del professor Peter I. Crawford, dalle 10.00 a mezzogiorno l’intervento di Dante Olianas, etnomusicologo e presidente dell’associazione Iscandula. Nel suo intervento, Il lavoro di Fridolin ha illuminato le antiche launeddas: presentazione della vita e del lavoro di A.F.W. Bentzon preceduto dalle launeddas di Gianluca Piras – parlerà della vita e dell’opera di Bentzon e racconterà come ha scoperto le pellicole che l’antropologo danese aveva girato con una macchina da presa asincrona la “Agfa Movex”, e di come, con il coinvolgimento di Fiorenzo Serra – uno dei registi sardi più importanti, nonché amico dello stesso Bentzon – è riuscito a realizzare il documentario “Is Launeddas, la musica dei sardi”. La presentazione di Olianas, sarà anche supportata dalla presenza della vedova di Bentzon, Sara (Ruth) Zedeler, che ha collaborato con lui in Sardegna negli anni Sessanta, e di Christian Ejlers, noto editore danese, amico del Bentzon e suo compagno di viaggio, in Sardegna nel 1955, quando lavorarono come garzoni nel Circo Zanfretta.

Dopo la pausa pranzo e il trasferimento nella sala Nobelasen Eva Fock, un’etnomusicologa indipendente e insegnante, parlerà al pubblico di come “Attraversare il mondo attraverso Google”. Dopo una pausa, alle 16.30, il compositore, pianista e ricercatore musicale italiano Mauro Patricelli, presenterà il suo ultimo lavoro teatrale-multimediale “Dansejægeren” (Il cacciatore di danze: un lavoro interamente dedicato alla figura di Bentzon che ha documentato una delle più antiche musiche popolari tradizionali in Europa). Dalle 18.00 inizia la serata con la musica tra cui anche le launeddas suonate da Gianluca Piras – la vera protagonista – e il vino. Alle 20.00 la cena al ristorante Olive.

Il secondo giorno i lavori partono alle 9.00 con il caffè, Maria Mendonça, professore associato in musica e cultura asiatica al Kenyon College nell’Ohio, apre i lavori. Parlerà dell’esperienze delle orchestre indonesiane Gamelan in Gran Bretagna: tra incontri e suggestioni. Alle 11.00 segue Balz Andrea Alter, dottore in antropologia visuale tra gli atenei di Aarhus e di Basilea: al centro della presentazione il progetto per la realizzazione di un film in stretta collaborazione con Otu Bala, intellettuale, cantante e compositore del Camerun. Nel pomeriggio altre storie ed esperienze musicali extra europee: Peter I. Crawford, antropologo e regista, parla della sua esperienza con i cantanti e la comunità delle isole Salomone. Infine, chiude il convegno Sebastian Lowe, musicista, antropologo visuale, sull’importanza dell’inchiesta sul campo, nel suo caso un lavoro in Nuova Zelanda, sulla musica tradizionale del Maori, il Taonga Pūoro.