22 November, 2024
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Un incontro di grande intensità con due protagonisti della fusion a Neoneli al diciannovesimo festival Dromos. Domani (giovedì 10 agosto), il piccolo borgo in provincia di Oristano ospita un chitarrista del calibro di Stanley Jordan e un’autentica icona della batteria, Billy Cobham, in concerto alle 21.30 in piazza Barigadu (anziché in piazza Italia, come inizialmente previsto). Con loro sul palco, a completare il progetto, il cileno Christian Gálvez, virtuoso del basso elettrico dal curriculum invidiabile.

Oltre a essere un musicista dal talento innato, Cobham è anche un raffinato ed originale compositore che ha saputo spaziare da un genere all’altro senza porre alcun limite alla sua musica. Lo dimostrano la sua vasta discografia e le numerose collaborazioni con artisti provenienti da tutto il mondo. Dalla fine degli anni sessanta il musicista di Panama, classe 1944, ha rivoluzionato il modo di concepire le parti destinate alla batteria, apportando una forza creativa all’ambito ritmico e assegnando ad esso una centralità senza precedenti. Ha raggiunto l’apice della fama a metà degli anni settanta divenendo uno dei musicisti più imitati nell’ambito jazz, fusion e rock.

 In una carriera che ha preso il volo nel 1985, Stanley Jordan, classe 1959, ha sempre mostrato una personalità camaleontica, anticonformista, fantasiosa e del tutto originale, lasciando la sua indelebile impronta su ogni sua interpretazione. Figura tra le più originali della storia della chitarra, il musicista di Chicago rinnova e porta ai massimi livelli una tecnica marginale, “Touch” o “Tapping” che gli permette un uso pianistico dello strumento. Jordan non usa il plettro e non “pizzica”, ma ora “percuote” ora “tira” le corde fino a creare un sound unico ormai universalmente riconosciuto. 

Conosciuto ai suoi esordi come il “Pat Martino del basso”, Christian Gálvez fa parte della generazione dei bassisti elettrici “post Pastorius”. Influenzato da colleghi come John Patitucci e Stanley Clarke, esplora il suo universo personale grazie ad un originale stile virtuosistico, dove l’uso di armonie e accordi a livello più alto è una parte fondamentale del suo linguaggio; uno stile che si avvicina a quello dei grandi geni della “chord melody” come Joe Pass, Tal Farlow, George Benson e Pat Martino.

Ingresso a 10 euro più diritti di prevendita. La serata si arricchisce con un’anteprima del festival enogastronomico e culturale Licanìas, organizzato dal Comune: una cena con prodotti del territorio (fregula, pecora e vino di Neoneli) a cura dello chef Roberto Serra del ristorante “Su Carduleu” di Abbasanta.

Venerdì 11 agosto Dromos torna nella sua casa base, a Oristano, per la proiezione, alle 21.30 in piazza Corrias, del film “Nel mondo grande e terribile”. Scritto e diretto da Daniele Maggioni, Laura Perini e Maria Grazia Perria, il lungometraggio racconta la vita e il pensiero negli anni del carcere di Antonio Gramsci (di cui ricorre l’ottantesimo anniversario della morte), interpretato dall’attore Corrado Giannetti. Il film è presentato da Enrica Vidali e dal produttore Tore Cubeddu, con letture di Alessandro Melis. L’ingresso alla proiezione, organizzata in collaborazione con la biblioteca comunale di Oristano, è libero.

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Tappa a Nughedu Santa Vittoria al diciannovesimo festival Dromos con una stella nascente del jazz e della musica blues. Protagonista domani (mercoledì 9 agosto), nella cornice del Santuario di San Basilio, la giovane bassista polacca Kinga Glyk, in concerto alle 22.30 con Rafal Stepien al pianoforte e alle tastiere e il padre Irek Glyk alla batteria.

Kinga Glyk, ventenne, si è già esibita con nomi eccellenti della scena musicale polacca. La sua avventura con la musica è iniziata all’età di dodici anni, quando è entrata a far parte del Glyk Pik Trio con suo padre Irek (noto vibrafonista e batterista) e suo fratello Patrick (batterista). Nonostante la giovane età, ha già suonato con numerosi grandi musicisti come Robinson Jr., Bernard Maseli, Ruth Waldron, Natalia Niemen, Jorgos Skolias, Apostolis Anthimos, Leszek Winder, Pawel Tomaszewski, Grzegorz Kopolka, Joachim Mencel, Arek Skolik, Mateusz Otremba (Mate.o), Marek Dykta e Piotr Wylezol.

A capo della sua band jazz-blues-funk, ha ottenuto il riconoscimento per il suo album di debutto “Rejestracja” (Registrazione). Adam Makowicz, pianista di fama mondiale, ha detto di lei: «Le sue abilità le permettono già di entrare nella storia della musica jazz polacca». Nel 2015 è stata nominata da Jazz Top e Blues Top, entrambi sondaggi di musica polacca, nelle categorie “Nowa Nadzieja” (Nuova speranza), “Gitara Basowa” (chitarra basso), e “Odkrycie Roku” (scoperta dell’anno). Nel 2016 ha registrato il suo secondo album dal vivo: “Happy Birthday”.

Il concerto (con ingresso gratuito) si inserisce all’interno del Social Eating Day “Il Riscatto della Pecora” di Nughedu Welcome, il modello di accoglienza diffusa sviluppato da Nabui. L’evento, alla sua seconda edizione, ha già registrato il tutto esaurito. In occasione del festival sarà possibile degustare un panino gourmet creato dai cuochi di Nughedu, insieme a un bicchiere di vino locale.

Giovedì (10 agosto) Dromos arriva a Neoneli (in piazza Italia, alle 21.30) per un appuntamento d’eccezione con due grandi protagonisti della fusion: una leggenda della chitarra come Stanley Jordan e un mito della batteria del calibro di Billy Cobham per un incontro che si annuncia di grande intensità, reso ancora più esplosivo dalla presenza del cileno Christian Gálvez, virtuoso del basso elettrico. Ingresso a 10 euro più diritti di prevendita. La serata si arricchisce di una gustosa iniziativa nell’ambito delle anteprime dell’ottavo festival enogastronomico e culturale Licanìas, organizzato dal comune di Neoneli, in programma dal 28 settembre al primo ottobre: una cena con prodotti del territorio (fregula, pecora e vino di Neoneli) a cura dello chef Roberto Serra del Ristorante Su Carduleu di Abbasanta.

 

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E’ ormai tutto pronto per il diciannovesimo festival Dromos: domenica prossima, 30 luglio, grande anteprima a Mogoro con il cantante e musicista tunisino a far da prologo al fitto cartellone di concerti che dal primo al 15 agosto si dispiegherà tra Oristano e altri dieci centri della sua provincia: Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Morgongiori, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde.

La musica è il piatto forte del festival, organizzato dall’associazione culturale Dromos con la direzione artistica di Salvatore Corona, che anche in questa edizione spazia su più latitudini e stili, a partire dal jazz e i suoi immediati dintorni: ecco dunque in arrivo due voci del calibro di Gregory Porter e Diane Schuur, e poi il progetto del chitarrista Stanley Jordan e del batterista Billy Cobham con il bassista Christian Gálvez. Tappe ideali nei Caraibi con la cantante cubana Daymé Arocena e con la miscela afrocubana di altre due proposte: il pianista Omar Sosa e il percussionista Gustavo Ovalles in duo, e il bassista e compositore camerunese Richard Bona con il suo gruppo Mandekan Cubano. Il basso è lo strumento anche della giovanissima Kinga Glyk, stella nascente della scena jazz e blues polacca. Altri suoni e atmosfere con gli Huun-Huur-Tu, con il tradizionale canto armonico della lontana terra di Tuva, tra Siberia e Mongolia. Tre le proposte italiane: un nome storico della musica alternativa come Giovanni Lindo Ferretti, la funky marching band dei Funk Off, e il musicista e giornalista Valerio Corzani in una conferenza-spettacolo su John Cage insieme al clarinettista Gabriele Mirabassi e al fisarmonicista Simone Zanchini. In chiusura, dal 13 al 15 agosto, l’appuntamento di rito a Nureci, con la rassegna Mamma Blues, ospiti la cantante anglo-americana Lucy Woodward, lo statunitense Eric Bibb e la band brasiliana Bixiga 7o.

Accanto al palinsesto di concerti, mostre e performance intorno alla suggestione di questa edizione del festival: “Prigioni”. Non solo arte, ma anche cinema e la presenza di uno tra i più influenti pensatori contemporanei: il filosofo statunitense John Searle.

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Atmosfera inconfondibile, scenari suggestivi e, naturalmente, concerti, mostre e altro ancora, il tutto legato dalla qualità delle proposte: ritorna Dromos, uno tra gli appuntamenti più attesi dell’estate musicale in Sardegna, quest’anno alla sua diciannovesima edizione. Il festival si rinnova dal 30 luglio al 15 agosto nei suoi consueti territori: una carovana musicale itinerante nel cuore dell’Oristanese, con tappe a Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, oltre che nel capoluogo, Oristano.

Ricco e all’insegna della varietà il cartellone musicale, impreziosito da alcuni degli artisti più apprezzati della scena jazzistica internazionale: a Dromos aranno presenti due tra le più belle voci in circolazione, quelle di Gregory Porter e di Diane Schuur, ma il grande jazz risuonerà anche nel concerto di due riconosciuti protagonisti del genere, il chitarrista Stanley Jordan e un asso della batteria del calibro di Billy Cobham, affiancati dal bassista cileno Christian Gálvez. Tra jazz e Cuba si muovono la cantante Daymé Arocena e, allargando lo sguardo alle comuni radici musicali africane, sia il pianista Omar Sosa in duo con Gustavo Ovalles, sia il bassista e compositore camerunese Richard Bona con il suo gruppo Mandekan Cubano. Senza dimenticare la ventenne bassista polacca Kinga Glyk, talento emergente della scena jazzistica europea.

La scena nostrana è invece presente a Dromos con tre proposte: ci sono i ritmi e i suoni dei Funk Off, prima funky marching band italiana; c’è il ritorno di un’icona della musica alternativa come Giovanni Lindo Ferretti, cofondatore dei CCCP, poi dei CSI e dei PGR; e c’è poi Valerio Corzani con una conferenza-spettacolo sulla musica di John Cage proposta con il clarinettista Gabriele Mirabassi e il fisarmonicista Simone Zanchini.  

Altri suoni ancora, e altre voci, con gli Huun-Huur-Tu e il loro tipico canto armonico, figlio di una tradizione secolare che discende dalla repubblica di Tuva, nell’Asia centrale, e con il tunisino Dhafer Youssef, virtuoso dell’oud (il liuto arabo) e cantante dalla straordinaria estensione vocale.  

Il consueto gran finale è con Mamma Blues, la tre giorni nel piccolo borgo di Nureci, che quest’anno suggella il cartellone del festival con la cantante anglo-americana Lucy Woodward, il cantautore statunitense Eric Bibb e la band brasiliana Bixiga 70 con la sua trascinante miscela di afro-beat, malinké, candomblé, samba e cumbia.

Tanta musica, dunque, ma anche due mostre di arte contemporanea; e sullo sfondo, secondo la consolidata formula di Dromos, un tema ispiratore: il filo conduttore scelto per cucire i vari momenti del festival è ambizioso, come suggerisce il titolo di questa diciannovesima edizione: “Prigioni”, quelle mentali prima che fisiche, i recinti nei quali ciascuno, più o meno consapevolmente, decide di entrare fino a rimanerne sopraffatto.