18 July, 2024
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I rappresentanti Primo Soccorso – Sardegna e Soccorso di Emergenza 118 – Sardegna, hanno scritto una lettera appello al presidente della Regione, Christian Solinas e all’assessore della Sanità, Mario Nieddu, sulla situazione di emergenza nei Pronto Soccorso della Sardegna.
«La situazione negli ospedali, in particolare del Cagliaritano e nell’intero Sud Sardegna, sta diventando sempre più esplosiva, nel disinteresse generalescrivono i delegati delle Associazioni “Libere” afferenti alla C.O. di Sassari, Marco Dente e alla C.O. di Cagliari, Pier Paolo Emmolo; “ANPAS”, Lucia Coi; “Misericordie”, Giovanni Mura; Cooperative Sociali afferenti alla C.O. di Sassari, Francesco Ladinetti, ed alla C.O. di Cagliari, Marco Usai –. Le ambulanze sostano per tantissime ore, davanti ai pronto soccorso, sotto il sole, senza nessun tipo di assistenza, senza l’opportunità di utilizzare servizi igienici. Condizioni disumane per pazienti e operatori. La Protezione Civile, invitata anche da noi ad intervenire, non appare che abbia intenzione, o sia nelle condizioni, di affrontare il problema.»
«L’Areus, più volte chiamata in causa, pur essendosi manifestata disponibile a sostenere le nostre richieste, appare impotente e continua a subire i disservizi che vengono causati dall’assenza del sistema di soccorso in intere aree territorialiaggiungono -. L’ATS, non sembra si renda conto della gravità del problema, non abbozza soluzioni e lascia campo libero anche a infermieri e/o medici che, nei Pronto Soccorso, inventano procedure o soluzioni estemporanee, che alimentano la confusione e la rabbia degli operatori e dei pazienti. Le forze politiche regionali, a suo tempo coinvolte e informate, hanno dichiarato un generico impegno “ad affrontare la situazione”, senza, però, che nulla cambiasse. Alcune dichiarazioni in cui si afferma che “la situazione è sotto controllo”, sortiscono il solo effetto di rendere più nervosi tutti gli operatori che, così, si rendono conto che nulla si vuol fare. Nel frattempo, i pazienti, comprensibilmente esagitati dopo attese lunghissime ed estenuanti, scaricano la loro tensione sui nostri operatori, costretti ad un’attività di assistenza, non prevista nel loro ruolo, ma propria del personale del Pronto Soccorso, con una funzione consona solo a tamponare le gravi carenze del sistema sanitario regionale.»
«A loro volta, alcuni degli stessi operatori, necessitano di cure dovute alle disumane condizioni sostenute nell’attesa. Non si può andare avanti così. Chiediamo un incontro urgentissimo, con il Presidente della Regione e con il vertice della Sanità in Sardegna affinché si possa discutere sull’emergenza in atto, che lasciata in questa forma, è destinata ad aggravarsi sempre di più, nella speranza che sussista la volontà di ridurre i disagi e si evitino ulteriori, non auspicabili, ripercussioni di gravità inimmaginabile concludono Marco Dente, Pier Paolo Emmolo, Lucia Coi, Giovanni Mura, Francesco Ladinetti e Marco Usai -. In assenza di qualsiasi riscontro, siamo disposti ad attivarci per forme di protesta civile e l’eventuale ricorso alla magistratura.

«La Sardegna raggiunge i 2 milioni di dosi di vaccino somministrate. 1.098.000 le prime dosi, mentre 902.000 cittadini hanno completato il ciclo con prima e seconda dose.»

Lo ha detto il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas.

«Numeri significativi per la nostra Regione sottolinea il presidente Christian Solinas -. Siamo vicini al nostro obiettivo di somministrare almeno le prime dosi a tutti coloro che vogliono sottoporsi al vaccino e ben presto avremo raggiunto la maggior parte dei cittadini sardi.»

«Considerando che le persone vaccinabili dell’Isola sono 1.226.441 e che l’8,26% della popolazione sarda ha meno di 12 anni, l’obiettivo di raggiungere tutti i sardi con una prima dose è ormai molto vicino. Per la fascia 12-18 anniconclude il presidente Christian Solinas -, abbiamo attivato fasce orarie dedicate in tutti gli hub, per favorire l’accesso dei ragazzi all’immunizzazione e rendere rapido ritorno alle normali attività.»

«Un nuovo passo avanti determinante per riportare alla piana normalità la vita e le attività dei giovani e dei ragazzi, ad iniziare dalla scuola e dall’attività sportiva.»
Così il presidente della Regione, Christian Solinas, commenta il nuovo impulso alla campagna vaccinale destinata ai ragazzi, che prevederà anche corsie dedicate negli hub.
In attuazione delle recenti disposizioni del Commissario Straordinario Figliuolo, sono in corso di predisposizione apposite agende dedicate alla prenotazione della vaccinazione per i cittadini della fascia di età 12-18 anni, ossia nati tra il 2003 ed il 2009 (limitatamente a chi ha già compiuto 12 anni). I cittadini che rientrano in tale fascia di età, a partire da lunedì 16 agosto, possono prenotare la vaccinazione, con le modalità già note: 
• Presso gli ATM degli Uffici Postali 
• Tramite il Call Center 800 009966 (attivo tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00)
•  Tramite i Portalettere 
La procedura di prenotazione consente di scegliere il punto di vaccinazione tra quelli disponibili.

«Un confronto a tutto campo sullo sviluppo del Sulcis e del polo industriale di Portovesme. Accompagnare la decarbonizzazione con la nascita di nuove politiche industriali che garantiscano sviluppo e benessere al territorio, salvaguardando i livelli occupazionali e garantendo una componente industriale che necessita alla nostra regione, e che deve mantenere la sua presenza anche nel futuro.»

Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas che stamane a Villa Devoto ha ricevuto una folta delegazione di sindacalisti e amministratori del territorio.

«Regione e parti socialiha detto il presidente Christian Solinas -, confermano il loro orientamento comune sulle politiche energetiche e di sviluppo, e continueranno a condividere scelte e strategie. Il polo di Portovesme rappresenta una ricchezza alla quale non possiamo assolutamente rinunciare ed è necessario predisporre tutte le strategie per garantire che l’abbandono del carbone e la riconversione energetica avvengano salvaguardando tutti i presidi industriali, fondamentali per lo sviluppo armonico, insieme agli altri settori produttivi, del nostro sistema economico. Il Governo deve rimettere nelle mani della Regione il coordinamento di un tavolo nazionale che eventualmente aggiorni gli accordi nazionali in tema di energia in un’ottica di condivisione delle scelte.»

«La Sardegna deve essere parte attiva nel processo decisionale che porterà alla nuova strategia energetica nazionale, determinante nello sviluppo futuro del Sulcis e dell’intera Isola. Occorre -, ha concluso il presidente della Regione -, elaborare un progetto di sviluppo energetico sostenibile per colmare il gap infrastrutturale che separa la Sardegna dal resto del Paese e restituirle una competitività energetica pari a quella delle altre regioni.»

Alcune ore dopo l’incontro, gli assessori regionali del Lavoro Alessandra Zedda, dell’Industria Anita Pili, della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis e dell’Igiene e Sanità Mario Nieddu, hanno convocato un incontro sullo stato di attuazione del progetto Sider Alloys per martedì 10 agosto, alle 10.30, presso la sala riunioni dell’Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale – 8° piano degli Uffici dell’Assessorato in via San Simone 60, Cagliari, Attorno allo stesso tavolo ci saranno l’Azienda, le segreterie regionali CGIL, CISL, UIL ed UGL; le segreterie territoriali FIOM-CGIL, FSM-CISL, UILM-UIL e CUB; l’assessorato regionale del Lavoro e la direzione generale dello stesso Assessorato.

 

La consigliera regionale e segretaria della commissione Sanità e Politiche sociali del Movimento Cinque stelle, Carla Cuccu ha presentato un’interrogazione al governatore Christian Solinas ed agli assessori regionali competenti per chiedere conto della mancata attivazione, dopo ben 23 anni, della Zona Franca a Cagliari e Portovesme.
«Sarebbe interessante capire ha dichiarato Carla Cuccu quali siano le motivazioni per le quali, dopo quel 7 giugno del 2001, data in cui venne emanato il decreto della Presidenza del Consiglio che dava il via libera allo stesso documento legislativo del 1998, quest’ultimo non sia stato reso ancora attuativo dalla Regione Sardegna.»
Il 16 maggio del 2019 lo stesso procedimento ha interessato il porto di Portovesme. Inoltre Carla Cuccu continua ad avere interlocuzioni con comitati ed associazioni che, da tempo ormai, si battono per la Zona Franca, tuttavia, ancora in attesa di esiti circostanziati. In qualità di avvocato, ancor prima di essere eletta consigliera regionale, inviai all’allora Governatore della Regione Sardegna, dott. Ugo Cappellacci, una formale richiesta per dare attuazione a quanto la normativa prevedeva in materia.
«Chiedo immediatamente di avere risposte sia da parte del governatore Solinas che dagli assessori competentiha concluso Carla Cuccudel perché di tali ritardi. Tutto ciò va a danno dei residenti in questi territori che, qualora venissero attuati i decreti, avrebbero numerosi vantaggi dal punto di vista sociale, economico ed ambientale.»

Consentire che una nave gasiera venga ormeggiata in modo permanente nel porto industriale di Portovesme è un errore e rappresenta una decisione non sostenibile dal punto di vista ambientale, della sicurezza e non accettata dalla Comunità. Costituisce anche un ostacolo per il futuro di importanti aziende già presenti nel polo industriale di Portovesme, così come di nuove imprese che hanno già chiesto di potersi insediare. È l’allarme lanciato dai consiglieri regionali dei Riformatori sardi Sara Canu (capogruppo in Consiglio) e Michele Cossa, che attraverso un’interrogazione scritta rivolta al presidente della Giunta e all’assessore dell’Industria, Anita Pili, denunciano la possibilità che una nave FSRU con una capienza di 100.000 mc di GNL possa occupare in maniera permanente la banchina Est (400 metri di lunghezza) del porto urbano di Portovesme.

Sono gli stessi consiglieri regionali a ripercorrere la storia della banchina Est, «che fu realizzata con soldi pubblici – spiegano i due consiglieri regionali dei Riformatori sardiper trasferire più lontano dall’adiacente abitato di Portoscuso e dal traffico civile per la vicina Carloforte (un milione di passeggeri l’anno) la movimentazione di merci sfuse particolarmente inquinanti o comunque impattanti per polverosità sulla popolazione».

«Di contro – aggiungono Sara Canu e Michele Cossala presenza di una nave FSRU nella vicina banchina Est, che dista 1 chilometro in linea d’aria dall’abitato di Portoscuso, 3 chilometri dall’abitato di Paringianu e 10 chilometri da Carloforte,  costituirebbe un grave pericolo per la popolazione e per i lavoratori impiegati nelle attività, già di per sé, a rischio dell’area industria.»

Un pericolo già segnalato dal Comune di Portoscuso, che ha espresso la più netta e ferma contrarietà ad una soluzione di questo genere e la volontà di ricorrere contro una simile iniziativa in tutti le sedi istituzionali e giuridiche, anche europee.

I consiglieri, evidenziando il pericolo che la permanenza della nave gasiera creerebbe, hanno sottolineato l’importanza dell’infrastruttura e la necessità di una piena valorizzazione.

«Il porto, fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’area industriale di Portovesmehanno spiegatomeriterebbe maggior considerazione e adeguati finanziamenti per renderlo competitivo a livello globale (nei primi anni 2000 transitavano 6 milioni di tonnellate/anno di merci), mentre la presenza permanente di una nave gasiera condizionerebbe fortemente l’attività dello stesso, con gravi conseguenze sull’ambiente e limitazioni anche sull’occupazione attuale e futura.»

I sindaci di 53 Comuni hanno inviato una lettera appello al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ed al presidente della Regione Christian Solinas, nella quale chiedono di rivedere la decisione di commissariare il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

“Siamo Sindaci del Parco che, associandosi ai colleghi del CdA, su cui pende la minaccia di commissariamento, vogliamo far sentire la nostra voce, o meglio, quella delle comunità sarde che rappresentiamo. Noi diciamo NO ALL’ENNESIMO COMMISSARIAMENTO! La proposta di commissariamento ci pare inopportuna e non tiene conto del punto di vista dei territori. L’ennesimo commissariamento non favorisce le interlocuzioni fra i territori che ultimamente con difficoltà si stanno attuando e che preludono ad importanti accordi tra Parco e Comuni. 

Un appello in ultima istanza alla Regione Sardegna, affinché si mantenga la stabilizzazione raggiunta con gli organi insediati per condividere una visione dell’Isola che viene dal basso ma che vola alto e tiene, prima di tutto, alla valorizzazione in rete del proprio patrimonio. 

A sostegno della richiesta, i sindaci ricordano: 

1) l’ispezione Ministero dell’Economia e Finanze si è conclusa nell’ottobre del 2018 ed ha interessato quasi tutto il pregresso andando indietro di dieci anni sino al 2008. Il CdA è entrato in carica nel Maggio 2018. 

2) non ci pare siano stati rilevati atti a carico del CDA in carica, né dal MEF né dalla Corte dei Conti.

3) il CDA in carica, dopo anni di gestione commissariale ha riallineato i bilanci ed i consuntivi fino al 2020, ottenendo la validazione dei ministeri vigilanti.

 4) il Consiglio Direttivo (presidente e componenti), ha operato per più di un anno in assenza del Collegio dei revisori e con un organico non adeguato. Nonostante tutto si è fatto carico del reinserimento lavorativo di 100 lavoratori ex Ati-Ifras, promosso dalla Regione Sardegna. 

5) ha concorso alla nascita del Distretto Agroalimentare di Qualità della Sardegna, apprezzato, da The European House – Ambrosetti, ed ha consentito la partecipazione di un centinaio di imprenditori agricoli ad accedere ai finanziamenti europei. 

6) ha promosso la partecipazione pubblico privata ai bandi di Invitalia, con investimenti pubblici pari a 67 milioni di euro. Mentre le proposte dei privati, sono pari a 61 milioni di euro. Non ultimo, la partecipazione al fondo europeo Just Transition Fund con un progetto integrato.

7) con il consuntivo 2020 il Parco darà avvio ad una programmazione per il recupero di importanti strutture minerarie, come le direzioni e le foresterie ex minerarie, per realizzarvi le Foresterie del Parco. Nel contempo, con accordi già in essere con i comuni di Guspini, Arbus, Villasalto, Gadoni, Orani e Lula, sono avviate le procedure per la gestione turistica dei siti. 

«Ripristiniamo un’intensificazione dei controlli rispetto agli arrivi dai Paesi che, in questo momento, hanno il più alto tasso di incidenza di casi dovuti alla variante Delta.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, annunciando che in queste ore si sta lavorando sull’ordinanza che riporterà i controlli negli scali dell’Isola.

«Purtroppoha aggiunto il presidente della Regione – ancora una volta la Sardegna dovrà provvedere da sé. Questi controlli si sarebbero dovuti svolgere alla fonte, cioè agli imbarchi prima della partenza. Avevamo chiesto allo Stato e all’Europa semplicemente di richiedere un controllo del Green pass e della condizione di negatività insieme al biglietto di viaggio. Invece ci ritroviamo, purtroppo, a dover intervenire direttamente.»

«Attualmente la situazione è sotto controlloha precisato il Presidente in merito al quadro generale -, fortunatamente le ospedalizzazioni sono basse.»

Anche nell’Isola sono apprezzabili gli effetti della campagna di vaccinazione che prosegue con forza: «Le positività non sono proporzionali alle ospedalizzazioni, il che significa che il dato rilevante non può più essere solo quello della rilevazione di un caso, ma bisogna anche capire quale sia poi il decorso e la sintomatologia di questa positività».

Sulla stagione in corso il Presidente ha rimarcato: «Quello turistico è un settore trainante sul quale la Regione ha scommesso molto. La stagione sta dando numeri confortanti. Stiamo lavorando tutti perché ci sia un governo ottimale dell’epidemia per dare garanzie all’economia in generale».

«Sul Green pass, noi abbiamo detto, in tempi non sospetti, che il tema vero è il controllo della circolazione virale che cammina sulle gambe degli uomini. Quindi se la Sardegna raggiunge, così come già accaduto, una neutralità di fondo rispetto ai contagi, l’utilità è che si eviti l’arrivo di persone che possano portare una nuova circolazione ha concluso il presidente della Regione -. Da qui la necessità di utilizzarlo prima degli imbarchi, così facendo non ci sarebbe bisogno di pensare a una sua applicazione per l’ingresso nei bar, ristoranti o altri locali.»

“Destano sconcerto e preoccupazione i proclami, le iniziative e le decisioni preannunciate (sulla stampa prima che alle rappresentanze istituzionali), dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani su alcune tematiche chiave della nostra isola.”

A dirlo è Fabio Usai, consigliere regionale del Partito sardo d’Azione.

“Non bastavano le norme impugnate in materia ambientale-paesaggistica, le dichiarazioni – e la conseguente incertezza da esse scaturite – sulla riconversione energetica, in particolare per la transizione a metano propedeutica alla preservazione del settore industriale nell’isola, a esse si aggiungono, infatti, negli ultimi giorni, nuovi proclami del Ministro di non si capisce bene (finora) quale transizione, nominato dal Governo del “tutti dentro a ogni costo” (e che costo…), sull’imminente commissariamento del Parco Geominerario della Sardegnaaggiunge Fabio Usai -. Come in altre sue decisioni, non si capisce bene, ancora: “Commissariare con chi, e per fare cosa?””

“L’attuale Presidente, Tarcisio Agus (il quale porta avanti il proprio impegno a titolo gratuito) ben poco ha a che vedere con le vicende contestate, riguardanti altre fasi storiche della vita dell’entesottolinea Fabio Usai -. E, soprattutto, perché ad avere voce in capitolo in questa vicenda dovrebbero essere soprattutto gli 86 Comuni interessati dalle attività del Parco, la Regione Sardegna e non certo qualche proconsole romano che, senza alcuna conoscenza delle dinamiche e dei processi economici-sociali della nostra isola, si arroga il diritto di prendere decisioni, senza alcuna legittimazione popolare, e di calarle sul futuro di tutti i sardi.”

“Mi appello al presidente della Regione Christian Solinas conclude Fabio Usai -, affinché il prossimo 21 luglio, in Conferenza di servizi a Roma, faccia valere le prerogative dei sardi rispetto a un ente fondamentale per la valorizzazione delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche della Sardegna, nonché per l’espletamento di innumerevoli procedure amministrative anche in campo autorizzativo.”

L’obiettivo del latte pagato a un euro a litro è stato superato. Per il mondo delle campagne legato al mondo della cooperazione si è raggiunta la soglia di 1,09 euro a litro. A due anni dalla vertenza dei pastori e della guerra del latte che ha interessato tutta la Sardegna, la Lega delle cooperative ha fatto il punto sull’andamento del mercato latte e pecorino nel corso di una conferenza stampa in cui si è ricostruita l’intera vertenza.

«Due anni fa si è intrapreso un percorso con le istituzioni e il ministro di allora Gian Marco Centinaio e le associazioni e organismi di categoria per trovare una soluzioneha detto Daniele Caddeo, direttore generale di Legacoop Sardegna . Si è trattato di un percorso, cui abbiamo partecipato anche noi della cooperazione, nato per trovare soluzioni.»

Che riguardano un settore che produce ogni anno oltre 300 milioni di litri di latte, garantisce occupazione a 40 mila addetti, con un fatturato di 400 milioni di euro.

«Il 65 per cento della produzione nazionale dell’ovicaprino è in capo alla Sardegna ha aggiunto Daniele Caddeo -. Di questo ammontare il 72 per cento è prodotto dalle aziende legate a Legacoop.» Poi le cifre. «Nel 2019 il  mondo delle cooperative è riuscito a pagare il latte a 0,94 euro, mentre nel 2020 il prezzo del latte è stato pagato a 1,09 centesimi per gli aderenti a Legacoop e a 1,03 alle coop non aderenti.»

Il direttore di Legacoop ha chiarito anche un altro aspetto.

«Se tutto il latte trasformato fosse stato pagato come quello della cooperazione avremmo sviluppato 360 milioni, se invece fosse stato pagato tutto a 0,85 avrebbe generato 280 milioni. C’è una forbice di 70 milioni di euro.»

A ricostruire gli altri aspetti della vertenza il presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori.

«Avremmo dovuto fare la conferenza nell’estate del 2020 ma presi dalla pandemia e dall’emergenza abbiamo rinviato. Lo facciamo oggi rendendo conto degli impegni che abbiamo preso. Con gli accordi e i documenti che abbiamo sottoscritto. Quando si parlava di latte pagato a 60 centesimi, quella campagna l’abbiamo chiusa a 0,94 oggi la stiamo chiudendo a 1,09 ha detto Claudio Atzori -. Quella vertenza ha chiamato tutti in causa, anche il mondo della cooperazione che aveva meno colpe ma ha aperto gli occhi per migliorare la situazione. Abbiamo condiviso quella protesta perché il prezzo del latte era veramente baso così come quello del formaggio». Non è tutto. «Si è lavorato  per migliorare il prodotto, poi c’è stata la tabella. Noi abbiamo rispettato quei dati con l’obiettivo e la regola di far crescere i nostri produttori.»

Quindi gli altri interventi e la crescita anche nei nuovi mercati.

«In questo periodo il nostro settore si è rinnovato sia negli impianti sia nei prodotti trasformati e ci ha permesso di entrare nella Gdo nazionale. Togliere una parte del prodotto dal mercato estero per inserirlo nel mercato nazionale ci ha permesso di crescere a livello nazionale e internazionale.» Da Claudio Atzori anche una preoccupazione perché «un trenta per cento del prodotto sardo non sia stato ancora aggregato. Vogliamo che la forbice tra il mondo cooperativo e quello degli industriali si abbassi. Non abbiamo condiviso la degenerazione della vertenza latte. Prezzo latte e formaggio è il tema principale. Chi ha ruolo si adoperi per aggregare produttori e trasformatori che non sono aderenti al mondo della cooperazione».
A porre l’attenzione sulla crescita e l’espansione Salvatore Palitta, presidente cooperativa Pattada che ha parlato di settore in crescita «con i dati del 2021 che fanno ben sperare». Dello stesso avviso anche Renato Illotto presidente della cooperativa Cao. Riccardo Barbieri, direttore Fidicoop e componente del Cda di Bper Banca ha parlato di strumenti e opportunità del settore che segna una ripresa. Poi l’intervento del presidente della Regione Christian Solinas che in collegamento ha illustrato le iniziative messe in campo per affrontare la vertenza. Il sottosegretario di Stato Gian Marco Centinaio ha ricostruito l’intera vicenda che l’ha visto partecipe in prima persona proprio due anni fa da ministro. ”

«E’ stato fatto un lavoro in cui si è dimostrato che quando si vogliono raggiungere obiettivi e ci sono persone perbene e competenti si riesce. Mi dicevano che interessava una programmazione non soldi subito. Nei confronti della cooperazione tanto di cappello per il lavoro fatto in un momento di crisi  in cui ci si guardava con molta preoccupazione. La mia gratitudine nei vostri confronti è tanta. 1,09 euro a litro è un valore importante. Ciò che oggi a me interessa è un progetto strutturale.»

A porre l’attenzione sul settore e sull’importanza della cooperazione, elogiando il risultato raggiunto anche Mauro Lusetti, presidente di Legacoop nazionale.

«Noi lavoriamo per far crescere i nostri associati. Qui siamo davanti a un lavoro che in due anni ha prodotto grandi risultati.»