18 November, 2024
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«Il dibattito odierno ci consegna una posizione ormai consolidata nel comune sentire di tutti i sardi: la nostra terra non può essere considerata una risorsa illimitata. Noi abbiamo pagato da più parti prezzi altissimi al concetto di solidarietà nazionale: su questo non accettiamo lezioni da nessuno né sono ammesse discussioni su qualsivoglia forma di compensazione.»

Lo ha affermato il presidente della Regione, Christian Solinas, intervenendo in Consiglio Regionale agli Stati generali per il NO allo stoccaggio di rifiuti radioattivi in Sardegna.

La seduta è stata aperta con i saluti istituzionali del presidente dei Consiglio regionale, Michele Pais, che ha annunciato che dopo l’assemblea odierna, le parti coinvolte provvederanno insieme a creare un documento politico di sintesi della comune posizione dell’assemblea sarda e dei rappresentanti del tessuto sociale della stessa, degli enti locali e delle parti sociali. Al dibattito in aula sono intervenuti, esprimendo un NO unanime ai depositi di rifiuti radioattivi, la presidente del CAL Paola Secci, il presidente dell’ANCI Emiliano Deiana, i capigruppo del Consiglio, i rappresentanti dei sindacati e i primi cittadini dei comuni di Albagiara, Assolo, Guasila, Mandas, Nurri, Ortacesus, Segariu, Setzu, Siurgus Donigala, Tuili, Turri, Usellus, Ussaramanna, Villamar.

«La Sardegna – ha detto ancora il presidente Christian Solinas nel suo interventopur senza realizzare le proprie reti di telecomunicazione ha visto fin dall’800 disboscati i 4/5 dell’Isola in maniera permanente per sviluppare le reti ferroviarie del resto del paese. Siamo una terra che ha visto le concessioni minerarie date in tempi andati a chiunque volesse saccheggiarla. Abbiamo dato un contributo di sangue come nessun altro popolo durante la sciagura del primo conflitto mondiale. Abbiamo pagato le servitù militari e quelle industriali. Siamo sotto assedio per pagare, ancor una volta in maniera spropositata, gli accordi di Parigi: che riteniamo assolutamente importanti in quanto una società evoluta e avanzata deve mirare alla decarbonizzazione  e alla riduzione della produzione di energia da fonti fossili, ma non è pensabile che ci sia un ribaltamento continuo delle utilità e dei costi: ovvero c’è una parte del paese che beneficia di questa energia e un’altra parte del paese che la produce senza ottenerne un ristoro ma anzi, pagandone il peso in maniera più forte degli altri.»

«Sulle scorie ha proseguito il presidente della Regione c’è un piano politico preciso, che si fonda oltre che sui pronunciamenti del Consiglio, su quel Referendum del 2011 in cui il 97% dei sardi espresse un fermo no alla possibilità di depositi di rifiuti radioattivi nell’Isola. E c’è il lavoro di questa Giunta, che fin dal principio ha adottato un approccio scientifico oltre che politico al tema, costituendo un comitato tecnico ad hoc che ha coinvolto tutte le parti in gioco e prodotto una relazione, recepita con una deliberazione della Giunta e prodotta sotto forma di osservazione, al fine di mettere un punto fermo, inclusivo di tutte le ragioni di carattere tecnico, scientifico, economico, politico, del patrimonio storico e culturale, del turismo, e quelle relative al sistema idrico, che dicono e militano in maniera chiara per il NO alle scorie nucleari in Sardegna. Al di là delle ragioni geomorfologiche in prossimità di questi siti troviamo infatti una parte considerevole delle radici e dell’identità di questo popolo, una parte che non può essere messa in discussione perché riguarda il nostro modo di essere sardi, la nostra capacità di identificarci in un passato nobilitante che ci proietta in un futuro nobilitante. Davanti alla possibilità, fosse anche solo provocatoria di una compensazione, noi diciamo oggi qui con chiarezza un fermo ‘no’ a qualsiasi discussione sul tema. Così come fecero i sardi nel giugno del 1969 a Pratobello, riuscendo a portare a casa un risultato che sicuramente non si sarebbe riusciti ad ottenere con i cavilli della burocrazia.»

«Sotto il profilo giuridico, ho già dato mandato all’avvocatura della Regione di fare un accesso agli atti per formare un fascicolo utile per impugnare, se risulterà impugnabile, anche solo la pubblicazione dell’elenco della Sogin. Faremo tutto ciò che è nelle nostre forze e competenze e tutte le argomentazioni giuridiche utili verranno introdotte nel ricorso che la Regione presenterà. Sarà anche fondamentale, però, coinvolgere le altre isole del Mediterraneo, Corsica, Sicilia e Malta, in cui navigheranno le navi con i rifiuti radioattivi. È un tema che riguarda tutta la Sardegna e tutte le isole che si affacciano sul nostro mare Mediterraneo, che talvolta è visto come limite ma rappresenta, invece, un nostro grande valore aggiunto. È questaconclude il presidente della Regione una battaglia da combattere al di là delle bandiere e dei colori politici, perché l’unica bandiera da difendere è quella della nostra Sardegna.»

«Da oggi, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, l’area della spiaggia di Porto Tramatzu, nel poligono di Capo Teulada e relative pertinenze, la spiaggia di S’Enna e S’Arca, nell’area del poligono di Capo Frasca e l’ulteriore porzione di scogliera attigua alla spiaggia di S’Enna e S’Arca, non fanno più parte delle servitù militari presenti in Sardegna.»
Lo annuncia il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas.
«Si trattaaggiunge il presidente della Regione – della conclusione di un lungo iter per la riconquista e la liberazione dalle servitù militari di luoghi simbolo delle rivendicazioni sardiste. Ancora una volta il lavoro e il pragmatismo hanno dato i loro frutti. Non è un caso che la via del dialogo sia sempre la più produttiva, anche per affermare diritti sacrosanti dei sardi e tutelare gli interessi della Sardegna.»
Al termine della Seconda guerra mondiale, con la sottoscrizione del piano Marshall, l’Italia si impegnò a dare agli americani una sede di addestramento e basi militari nel Mediterraneo. Nacquero così, negli anni ’50, con l’esproprio dei terreni in alcune regioni italiane a Statuto Speciale, le prime servitù militari. La Sardegna ha pagato più di tutti: è una delle regioni italiane più militarizzate dove si addestrano gli eserciti di tutto il mondo. Infatti, nell’isola, migliaia sono gli ettari di territorio interessati a servitù militari a cui si aggiunge un vasto tratto di mare dove è vietata la navigazione, così come la pesca, durante tutto il periodo delle esercitazioni militari.

Si sono chiuse oggi con Sant’Antioco, dopo Quartu Sant’Elena, le inaugurazioni degli Uffici di prossimità. Nati per rendere i servizi della Giustizia più vicini ai cittadini sardi, consentiranno a chi ne avrà necessità di compiere operazioni e avere informazioni direttamente nel Comune sede dell’Ufficio di Prossimità, senza necessità di recarsi presso il Tribunale competente.
Ventuno i Comuni interessati dal ciclo di inaugurazioni che da novembre a oggi hanno visto impegnato il Centro di programmazione, Crp, e l’Assessorato guidato dall’Assessore Giuseppe Fasolino. Per quanto riguarda la circoscrizione del Tribunale di Cagliari sono stati inaugurati gli uffici di Carloforte, Guasila, Iglesias, Isili, Quartu Sant’Elena, San Basilio, Sanluri, Sant’Antioco, Villamassargia. Per quanto riguarda la circoscrizione del Tribunale di Oristano sono stati inaugurati gli uffici di Milis e Sorgono. Tribunale di Lanusei: Seui. Tribunale di Nuoro: Budoni, Fonni, Nule, Olzai. Per quanto riguarda il Tribunale di Tempio inaugurati gli uffici di Isola Rossa, La Maddalena, Olbia. Infine, la circoscrizione del Tribunale di Sassari con le inaugurazioni di Alghero e Ozieri.
«Promuovere il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e agevolare lo sviluppo dei territori è uno degli obiettivi a cui questa Giunta nel corso della legislatura ha dato risposta spiega il presidente della Regione, Christian Solinas -. Oggi i territori sardi si arricchiscono di nuovi servizi, che in questo caso avvicinano la Giustizia al cittadino. Gli Uffici di prossimità, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie informatiche e digitali, permetteranno di migliorare i servizi offerti e di decongestionare l’attività dei Tribunali con evidenti, positive, ricadute di carattere sociale ed economico per le Comunità sarde.»
Oggi la Sardegna, come ha sottolineato l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Giuseppe Fasolino, è la prima regione d’Italia ad aver avviato l’apertura degli uffici di prossimità nella fase di sperimentazione del progetto del ministero della Giustizia. L’iniziativa alla quale la Regione ha aderito con delibera di Giunta a luglio 2020, infatti, è inserita nel Progetto complesso “Uffici di prossimità” realizzato dal ministero della Giustizia e finanziato con le risorse del Programma Operativo Complementare al PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 con un importo di 1.882.607 euro.
«Il progetto nato in seguito alla revisione della geografia giudiziaria del 2012 che in Sardegna ha comportato il ridimensionamento degli uffici giudiziari e la chiusura delle otto sedi distaccate dei Tribunali, è frutto di un intenso lavoro di squadra coordinato e portato avanti dal Centro regionale di programmazione ed è stato realizzato in partenariato con i Comuni, le Unioni dei Comuni, le Comunità montane, gli uffici giudiziari, ANCI e CAL ha evidenziato l’assessore Giuseppe Fasolino –. Grazie all’impegno della Regione, apriamo una nuova pagina di storia dei servizi offerti ai cittadini, che potranno compiere una serie di azioni legate alla Giustizia in maniera più agevole, vicino al luogo in cui vivono, con benefici elevati in particolar modo per le fasce deboli”.
Attraverso gli Uffici di prossimità i cittadini potranno inoltrare le pratiche per l’Amministrazione di Sostegno; richiedere un’autorizzazione al giudice tutelare; richiedere un’autorizzazione al rilascio dei documenti validi per l’espatrio; richiedere la nomina di un curatore speciale; ricevere supporto per la compilazione della modulistica vigente presso gli uffici giudiziari; avere consulenza e supporto sugli istituti di protezione giuridica (tutele, tutele minori, amministrazione di sostegno); ottenere assistenza per altri servizi della volontaria giurisdizione che non richiedono l’ausilio di un avvocato. Gli uffici di prossimità permetteranno insomma di ricevere informazioni e presentare istanze nell’ambito della volontaria giurisdizione (è esclusa l’attività di assistenza legale).

La Giunta regionale ha finalizzato la procedura di assegnazione dei fondi per i consorzi industriali: 15 milioni di euro previsti dalla delibera del 6 ottobre scorso, ripartiti nelle annualità 2023, 2024 e 2025, e destinati alla realizzazione di infrastrutture negli agglomerati industriali della Sardegna.

«Diamo atto a un importante lavoro di riqualificazione delle aree industriali della Sardegna, attraverso il finanziamento della realizzazione di infrastrutture utili a creare nuove realtà occupazionali, o al miglioramento di quelle esistenti, andando così a rendere sempre più virtuoso il sistema isolano», ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas.

Ciascun Consorzio Industriale Provinciale beneficerà di un finanziamento pari a € 1.875.000, ai fini di una più equa ripartizione territoriale delle risorse: in totale sono stati finanziati dieci progetti.

Queste le tipologie di intervento ammesse: manutenzione straordinaria, messa a norma e/o in sicurezza di opere pubbliche e infrastrutture già esistenti; completamento di opere pubbliche e infrastrutture già esistenti; bonifica e recupero di insediamenti produttivi abbandonati o dismessi; realizzazione (ex novo) di opere pubbliche e infrastrutture di interesse comunale e/o sovracomunale.

«Nel finanziare questi interventiprecisa l’assessore dell’Industria, Anita Pili si è inteso rafforzare la politica di sostegno agli enti locali e alle imprese. Avere aree industriali maggiormente qualificate consentirà da un lato l’attrazione di nuovi investimenti e dall’altro migliori condizioni di competitività per il tessuto imprenditoriale esistente.»

I Consorzi Industriali Provinciali beneficiari del finanziamento, con i relativi progetti, sono:

– CIP Cagliari: Zona industriale Macchiareddu – Infrastrutturazione area compresa tra la 2^ strada est, la 6^ strada e la S.P. 92”

– CIP Carbonia-Iglesias: Opere di completamento e di manutenzione straordinaria delle reti e della piattaforma depurativa consortile dell’agglomerato industriale di Portovesme”

– CIP Ogliastra: “Recupero e Riqualificazione urbana di due vasche a servizio della cartiera di Arbatax” e “Frazionamento con cambio di destinazione d’uso da abitazione a ufficio nell’alloggio del custode – Modifiche delle aperture del prefabbricato ex Aerostazione – Modifiche interne dell’Aerostazione”

– CIP Medio Campidano – Villacidro: “Lavori di completamento e manutenzione straordinaria impianti IPPC”

– CIP Nord Est Sardegna – Gallura: “Lavori di ripristino funzionale e manutenzione straordinaria e ordinaria delle infrastrutture primarie dell’agglomerato industriale di Olbia di competenza del CIPNES – Gallura”

– CIP Nuoro: “Impianto di trattamento rifiuti liquidi non pericolosi” e “Nuovo impianto di potabilizzazione, demineralizzazione, modifiche e nuovi allacciamenti alle reti di adduzione e distribuzione consortili”

– CIP Oristanese: “Interventi di riqualificazione, ristrutturazione, abbattimento barriere architettoniche ed efficientamento energetico del corpo uffici Consortile”

– CIP Sassari: “Impianto per la messa in riserva della posidonia spiaggiata per il successivo trattamento e recupero, nella zona industriale “San Marco” nel comune di Alghero”.

«Con le nuove modifiche al reddito di cittadinanza oltre 10.000 cittadini sardi saranno relegati a una condizione di deprivazione totale, perciò è necessario adoperarsi per ricercare un’alternativa e aiutare queste persone a sopravvivere.»

E’ il grido d’allarme lanciato oggi dal consigliere regionale Fabio Usai.

Il consigliere regionale ha sollecitato un intervento del presidente della Regione, Christian Solinas, «affinché vengano stanziate ulteriori risorse in bilancio per rafforzare il fondo a sostegno degli strumenti di contrasto alla povertà, in particolare modo il REIS già in vigore in Sardegna dal 2016».

Questa nuova sollecitazione di Fabio Usai arriva dopo l’interrogazione presentata alla Giunta regionale per sollecitare azioni e iniziative utili per arrivare a tutelare i cittadini risultati estromessi dalle nuove modifiche recentemente introdotte per la limitazione del reddito di cittadinanza.

«Con la legge di bilancio 2023ha affermato Fabio Usai -, il Governo nazionale ha sensibilmente ridotto la platea di coloro che possono accedere al reddito di cittadinanza, nonché la durata del sussidio per tutti quei nuclei familiari privi dei requisiti; almeno un componente minore, disabile o con almeno 60 anni di età. Mentre dal gennaio 2024 ha deciso che il reddito di cittadinanza verrà sostituito da altro strumento di contrasto alla povertà che avrà come obiettivo l’inclusione attiva nel mercato del lavoro per i soli beneficiari con i requisiti citati in precedenza. Si tratta di un’ipotesi estremamente deleteria per la nostra regione, nella quale il ridimensionamento del reddito di cittadinanza ha già riguardato migliaia di persone, si stima nell’ordine delle 10.000. Nei prossimi mesi queste cifre saranno destinate ad aumentare ulteriormente con tutto ciò che potrebbe conseguire in termini di incremento della deprivazione e del disagio sociale. Effetti difficilmente calmierabili nel breve periodo da altri presunti percorsi di politiche attive, considerata la deficitaria struttura del mercato del lavoro isolano.»

Fabio Usai ritiene che esista un modo per limitare i danni, dal momento che «dal 2016 è in vigore nella nostra isola il REIS, altro importante strumento di contrasto alla povertà. Fino al 2018, precedentemente all’introduzione del reddito di cittadinanza, il numero di nuclei percettori era pari a 26.329, per poi crollare a 2.253 nell’anno successivo in virtù degli effetti del nuovo strumento e dell’ovvia incompatibilità tra gli stessi. Ma oggi la platea di potenziali percettori raggiungibile dal “reddito di inclusione sociale”, rispetto ai criteri stabiliti per accedervi – stabiliti dalla legge e fissati nelle linee guida regionali 2021-2023, potrebbe essere rappresentativa anche di coloro che sono stati estromessi dal “reddito di cittadinanza”. Per questo motivo, prima l’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, oggi la sollecitazione al presidente Christian Solinas in merito alle azioni da adottare per affrontare la grave situazione d’incremento della povertà che si sta progressivamente profilando in queste settimane e mesi nelle comunità locali della nostra isola, in conseguenza al ridimensionamento del reddito di cittadinanza».

«Si intervenga per incrementare il fondo previsto per il “reddito di inclusione sociale” per far fronte al crescente fabbisogno dei Comuni per contrastare la povertà; nonché per valutare la modifica di criteri e parametri del Reis allo scopo di raggiungere quella fascia di esclusi dal reddito di cittadinanza che sebbene potenzialmente occupabile, non riuscirà, anche per motivi legati all’età, o ad esempio alla bassa qualificazione, a reperire immediatamente un’occupazione nell’attuale mercato del lavoro», ha concluso il consigliere regionale Fabio Usai.

«Ricordiamo l’opera di Santa Barbara, martire cristiana e patrona dei minatori, in una delle città simbolo dell’attività mineraria in Sardegna. Iglesias e tutto il Sulcis sono state storicamente e sono ancora oggi realtà importanti per il tessuto economico regionale, sapendo reinventarsi e prestare i propri territori alle mutate esigenze industriali nel corso dei decenni. Questa Giunta sostiene senza mezzi termini il ricco patrimonio storico e culturale della zona e i suoi lavoratori.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, in occasione della festa di Santa Barbara.

In rappresentanza del Presidente, l’assessore dell’Industria, Anita Pili, si è recata questa mattina a Iglesias per prendere parte alle celebrazioni. «Insieme ai lavoratori del Sulcis per celebrare Santa Barbara: un momento in cui tenere vivo il ricordo della sua capacità di affrontare il pericolo con fede, coraggio e serenità anche quando non c’è alcuna via di scampo.»

«Conosciamo bene la realtà del Sulcis Iglesienteha aggiunto l’assessore regionale dell’Industriacon le sue problematiche ma anche con le sue ricchezze. È obiettivo costante del mio assessorato e di questa Giunta fare tutto il possibile per preservare il ruolo di questo territorio nell’economia isolana e di conseguenza la serenità dei suoi abitanti, il tutto nel rispetto del patrimonio paesaggistico.»

«Ringrazio il comitato delle lavoratrici e dei lavoratori Igea, l’associazione E. Ferraris, il Sindaco Mauro Usai, l’amministrazione comunale di Iglesias e il parroco per l’accoglienza», ha concluso l’assessore, che dopo le celebrazioni, accompagnata anche da una rappresentanza del servizio attività estrattive dell’assessorato dell’industria, ha fatto visita alla miniera di Monteponi e al palazzo Bellavista.

Il presidente della Regione, Christian Solinas, oggi ha incontrato a Villa Devoto le organizzazioni sindacali regionali e confederali territoriali di Cgil, Cisl e Uil e una rappresentanza dei sindaci sulcitani, con i quali ha affrontato le problematiche legate alla crisi industriale che investe il Sulcis Iglesiente.

«Il Polo industriale di Portovesme è strategico per la nostra economiaha detto il presidente della Regione, Christian Solinasla Regione si è battuta per portare la questione del polo della metallurgia non ferrosa al tavolo nazionale, per affrontare il rilancio in maniera organica e condivisa, in quanto è un tema legato alle politiche industriali del Paese. Ora lo Stato deve decidere se ritiene ancora strategica la produzione di piombo e zinco in quel polo, esercitando eventualmente lo strumento della Golden share, o scegliere di sperimentare nuove leghe.»

All’ordine del giorno la questione energetica, lo sblocco delle vertenze industriali, le bonifiche ambientali e le politiche del lavoro.

«Sulla questione energeticaha aggiunto Christian Solinas vogliamo ripartire dalla dorsale, un’infrastruttura strategica per lo sviluppo dell’Isola. Nelle nostre interlocuzioni, abbiamo chiesto al ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica che il rigassificatore vada a Porto Torres, dove c’è già un porto industriale, che si può connettere con gli altri bacini della Sardegna. In questo modo, non solo si accorcerebbero i tempi per l’arrivo del gas nell’isola, ma ci sarebbe lo spazio per promuovere altri progetti nell’area di Portovesme, come la cantieristica navale, che potrebbe essere un volano per la filiera dell’alluminio con ottime ricadute occupazionali.»

Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto della situazione sulle principali vertenze industriali che impattano maggiormente sull’economia del territorio: Sider Alloys, Eurallumina, Portovesme srl, centrale Enel. Allo stato attuale tutti i lavoratori, compreso quelli dell’indotto, sono stati messi in sicurezza, in attesa che si definiscano i progetti di riqualificazione industriale in corso.

«Le politiche del lavoro restano al centro dell’agenda regionaleha assicurato l’assessore regionale del Lavoro, Ada Laisottolineando la volontà della Regione di continuare a garantire la sicurezza sociale dei lavoratori, non solo con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, ma anche accompagnandoli, durante la delicata fase di riconversione in corso, con percorsi di formazione retribuiti da un’indennità di frequenza. Nel collegato e nella variazione di bilancio abbiamo integrato la quota prevista per la mobilità in deroga per il 2023 e il 2024; inoltre, saranno raddoppiate le risorse destinate ai cantieri occupazionali comunali, pari a 40 milioni, che potrebbero coinvolgere anche i lavoratori interinali dell’indotto.»

All’ordine del giorno anche il Just Transition fund, ossia le risorse messe in campo dall’Unione Europea per il Sulcis e Taranto per ridisegnare il futuro dei territori con nuovi progetti all’insegna dell’energia verde, rinnovabili e idrogeno, oltre che innovazione digitalizzazione.

«Per il Sulcisha spiegato il presidente Solinasabbiamo a disposizione oltre 360 milioni. Con l’ultima delibera di Giunta, ha preso concretamente avvio il processo di attuazione del Programma JTF Italia 2021-2027- Piano Sulcis, un’opportunità unica di transizione e di riqualificazione a lungo raggio, che apre nuovi scenari per uno sviluppo industriale diverso rispetto al passato e sempre più rispettoso dell’ambiente.»

Dai sindacati è arrivata la proposta di istituire un tavolo di crisi permanente per approfondire le azioni di programmazione e monitoraggio, che potrebbero rilanciare l’industria del Sulcis, dalla filiera dell’alluminio a quella che interessa il piombo e lo zinco, e le energie rinnovabili.

«È dovere della politica omaggiare il proprio passato e le fondamenta delle istituzioni. In queste giornate dedicate al ricordo di coloro che hanno lasciato questa terra, ho voluto rendere omaggio agli uomini della politica sarda, che tanto hanno fatto per la Sardegna, ponendo le basi della nostra identità. Il valore del loro lavoro è per me fonte di ispirazione e forza.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, che oggi, nella giornata dedicata alla commemorazione dei defunti, ha proseguito la visita iniziata ieri a Cagliari, alle tombe degli ex presidenti della Regione a Villacidro e Oristano.

Dapprima, il presidente si è recato al cimitero di Iglesias per rendere omaggio a Roberto Frongia, assessore dei Lavori pubblici deceduto nel 2020, nel corso del suo mandato. «Roberto Frongia è stato un uomo esemplare e un politico eccellente, che ha svolto fino all’ultimo un lavoro prezioso per la Giunta regionale. Un esempio di dedizione al bene comune che tanto avrebbe ancora contribuito alla Sardegna e alla sua città», ha detto il presidente della Regione, ricordando l’assessore dei Lavori pubblici.

A Villacidro il presidente della Regione ha visitato la tomba del presidente Salvatore Angelo Spano, alla presenza del sindaco Federico Sollai. A Oristano, accompagnato dal sindaco Massimiliano Sanna, il presidente Christian Solinas si è recato presso le tombe dei presidenti Alfredo Corrias, Lucio Abis, Alessandro Ghinami e Mario Puddu, e dell’onorevole Ignazio Manunza.

«La loro opera ha contribuito a rendere grande il nome della Sardegna», ha concluso Christian Solinas, che ha omaggiato i defunti con delle corone di fiori e si è intrattenuto con i familiari convenuti.

Il comune di Carbonia dice no ai tagli previsti dal nuovo piano di dimensionamento scolastico. Lo fa con una nota inviata dal sindaco Pietro Morittu e dall’assessore della Pubblica istruzione Antonietta Melas, al presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, al ministro della Pubblica Istruzione e Merito Giuseppe Valditara, al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, all’assessore della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport Andrea Biancareddu, all’Amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna Mario Mossa, al direttore generale dell’assessorato della Pubblica istruzione Giorgio Onorato Cicalò e per conoscenza, al prefetto di Cagliari Giuseppe De Matteis.

«In merito al dibattito in corso circa il dimensionamento scolastico che investirà tutto il sistema scuola nazionale, e in particolar modo quello della Regione Sardegna e più specificatamente quello della provincia del Sud Sardegna, ci preme rappresentare la situazione di estrema difficoltà socioeconomica che sta vivendo la comunità della città di Carboniasi legge nella nota -. Il dato numerico riferito alle diverse autonomie scolastiche presenti nella città, che è definito quale comune montano, presenta di fatto un’unica sofferenza relativa all’Istituto Comprensivo Don Milani con 280 alunni, per il quale si ritiene utile una fusione con accorpamento dello stesso ad un altro istituto comprensivo limitrofo presente nella città. Per quanto riguarda le restanti istituzioni scolastiche, sia quelle relative alla scuola dell’obbligo ma anche relativamente agli istituti superiori, si ritiene che una eventuale disgregazione di istituti non sia in linea con un recupero dell’elevata dispersione scolastica che insiste in un territorio afflitto da un inesorabile processo di deindustrializzazione che ha determinato un significativo impoverimento sia economico che sociale della nostra comunità.»

«I molteplici disagi per tante famiglie, alle prese con un fine mese difficile da raggiungere e non sempre sufficiente ad assicurare il necessario per vivere in modo dignitoso, generano una complessità di problematiche legate ad una disoccupazione galoppante, al progressivo aumento dei cosiddetti giovani “NEET”, alla precarietà e al malessere sociale in un contesto aggravato dalla riduzione dei servizi di base tra i quali il servizio sanitarioaggiungono Pietro Morittu e Antonietta Melas -. In questo scenario, qualsiasi ulteriore sottrazione di servizi essenziali, qual è quello scolastico, rappresenta un attacco al diritto allo studio costituzionalmente garantito. Riteniamo che la governance di un Istituto scolastico, garantita dalla presenza dell’autonomia scolastica, faccia la differenza nella direzione e gestione di una organizzazione complessa come quella della comunità scolastica. L’ipotesi adombrata di un eventuale “spezzettamento” dell’IIS Beccaria, autonomia scolastica ubicata nel centro cittadino, risulterebbe piuttosto incomprensibile alla luce di presupposti che invece sono perfettamente coerenti con la normativa nazionale e con le linee guida emanate dalla Regione Sardegna.»

«Ci opponiamo, pertanto, a qualsiasi ipotesi di disgregazione dell’istituzione scolastica dell’IIS Beccaria che, con 482 alunni in un comune montano come Carbonia, rappresenta un polo tecnico professionale con diversi progetti in corso di realizzazione, il cui patrimonio di risorse umane rappresenta il risultato di uno sforzo notevole che nel tempo ha portato ad una offerta formativa che risponde pienamente ai bisogni formativi di un ampio bacino di utenzarimarcano Pietro Morittu e Antonietta Melas -. Altre istituzioni scolastiche presenti nel territorio della ex provincia del Sulcis Iglesiente hanno numeri che sono di pochissimo al di sopra del limite numerico minimo (400), pertanto potrebbero essere accorpate in un unico Istituto professionale omogeneo per indirizzi di studio e dunque con una proposta formativa rafforzata e solida. Con la presente nota rivolgiamo a Voi un accorato appello affinché venga garantito il mantenimento delle autonomie scolastiche attualmente esistenti, a maggior ragione in considerazione del fatto che le istanze che stiamo rappresentando sono quelle di un intero territorio costituito perlopiù da piccoli paesi che hanno come unici servizi gli uffici postali e che sovente non hanno in loco neppure guardie mediche e/o casermeconcludono Pietro Morittu e Antonietta Melas -. Un territorio che, pertanto, in assenza di una governance praticata quotidianamente quale è quella garantita dall’esistenza di Istituti dotati di autonomia scolastica, perderebbe un altro servizio e presidio importante per la cittadinanza e per l’intero territorio. Situazione questa che vogliamo scongiurare con tutte le modalità e gli strumenti possibili.»

Il sindaco Pietro Morittu e l’assessore Antonietta Melas hanno invitato il ministro della Pubblica istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a venire a visitare la città di Carbonia e il territorio.

I Sindaci del Sulcis Iglesiente hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Regione Christian Solinas e agli assessori dell’Industria Anita Pili e dell’Ambiente Marco Porcu, sulle vertenze del Polo Industriale di Portovesme.

«I Sindaci del Sulcis-Iglesiente manifestano forte preoccupazione per le sorti del Polo Industriale di Portovesme che vede in difficoltà le aziende Sideralloys International S.A., Portovesme S.r.l., Eurallumina nonché le Imprese d’appalto del settore Enel Produzione e tutto l’indottosi legge nella lettera inviata dai sindaci del Sulcis Iglesiente al presidente della Regione e ai due assessori -. Nel ritenere fondamentale il comparto industriale del Polo di Portovesme per il tessuto socioeconomico di tutto il territorio, i Sindaci chiedono all’Amministrazione Regionale un incontro urgente affinché possano essere programmate tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dei posti di lavoro. Restando in attesa di un cortese sollecito riscontro, i Sindaci appoggeranno con impegno e solidarietà tutte le iniziative promosse dai lavoratori per garantire un futuro ai Cittadini del Sulcis Iglesiente.»