19 November, 2024
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In una lettera inviata in serata al ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Christian Solinas ha chiesto l’immediata modifica dell’ordinanza del 22 gennaio scorso ed il ritorno della classificazione gialla per la Sardegna.

«In caso contrarioha scritto il Presidentesaranno avviate azioni legali volte ad evitare ogni ulteriore danno ad un territorio già duramente provato dalla crisi.«
»La collocazione della Sardegna tra le Regioni ad alto rischio – prosegue il presidente Christian Solinas -, in ragione dell’incidenza dei contagi per 100mila abitanti, avrebbe certamente meritato maggiore ponderazione e condivisione, vista anche la mole di provvedimenti statali che le Regioni, con cadenze imprevedibili, sono tenute ad applicare con enormi sforzi interpretativi. Fino al 14 gennaio, la Sardegna era saldamente in zona gialla, e proprio il 14 gennaio si è deciso inopinatamente di abbassare sensibilmente le soglie di rischio per l’ingresso in zona arancione, con immediata esecuzione. Proprio a questa collocazione si è vista candidata, a nostro avviso immotivatamente, la Sardegna. I dati immediatamente precedenti a quella data, relativi all’incidenza epidemiologica, segnalavano evidenze migliori di molte altre regioni e un trend in miglioramento. La collocazione della Sardegna in arancione, dunque, – sottolinea il presidente della Regione -, appare immotivata, e nemmeno è possibile individuare con certezza a quali dati si sia fatto riferimento per adottarla. I dati da noi trasmessi dopo essere stati tardivamente avvisati dal Ministero, prosegue, quelli pubblicati da Agenas e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla, confermano l’ingiustizia del provvedimento adottato, tanto più che sono stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l’indicatore RT non e’ mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione.»
«Non vi è alcun sovraccarico dei servizi assistenziali. Nello spirito della leale collaborazione che deve guidare i rapporti tra Istituzioni, le chiedo dunque, di modificare l’ordinanza del 22 gennaio. In caso contrarioconclude Christian Solinas -, il dovere di tutelare gli interessi generali della Sardegna mi imporrà di intraprendere ogni azione in favore della mia terra.
Per la Sardegna, non è possibile accettare uno scenario così gravemente dannoso.»

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«Abbiamo detto fin dal primo momento che l’attuale classificazione è assolutamente sbagliata, e penalizza pesantemente tutto il settore produttivo sardo e gli operatori commerciali, mettendo ulteriormente in crisi l’economia dell’Isola. Occorre quindi un intervento immediato per modificare la classificazione, che da arancione deve tornare gialla.»

Lo ha detto il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, a margine dell’inaugurazione dei nuovi Centri dell’Ospedale San Giovanni di Dio, intervenendo sull’emergenza Covid e sulle restrizioni imposte all’isola dal Governo.

«Abbiamo tutti i requisiti per essere in zona gialla. Se il Governo non provvederà a riclassificare la regione, tuteleremo la Sardegna in tutte le sedi ha aggiunto il presidente della Regione, annunciando che la Regione ha già pronto il ricorso contro il provvedimento deciso da Roma -. Noi non abbiamo voglia di fare contrapposizioni sterili. Abbiamo fornito al Governo ed al Ministero tutte le evidenze numeriche che dimostrano come la Sardegna non sia in condizione di rischio in questo momento, e possa quindi mantenere la zona gialla. Se non ci sarà il buonsenso di voler accettare questa leale collaborazione, è chiaro che dovremo difenderci in altre sedi.»

Il presidente della Regione, infine, è intervenuto sull’attuale crisi di Governo: «Siamo in piena emergenza. Una pandemia sanitaria ed economica che sta mettendo in ginocchio l’intero Paese. Se ci sono le condizioni perché ci sia rapidamente un nuovo e autorevole governo, lo si faccia in fretta. Se queste condizioni non ci sono, si restituisca la voce agli elettori e quanto prima si formi un governo autorevole, in grado di contrattare con l’Europa tutto ciò che è nel Recovery Fund, e che possa dare finalmente risposte sanitarie ed economiche ai cittadini logorati da questa crisi».

 

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«Oggi per noi è una data importante, perché vediamo la fine di un percorso che abbiamo iniziato poco più di un mese fa e per il quale avevamo preso un impegno forte con la Regione: concludere i lavori per la terapia intensiva Covid. Abbiamo centrato il risultato.»

Così, questa mattina, il commissario dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano, ha aperto l’incontro di inaugurazione della nuova terapia intensiva Covid da 30 posti, nella stecca bianca di viale San Pietro.

All’inaugurazione della struttura, questa mattina, erano presenti, il presidente della Giunta regionale Christian Solinas, il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, l’assessore regionale dell’Igiene e Sanità Mario Nieddu. Quindi ancora, il rettore dell’Università sassarese Gavino Mariotti, il sindaco di Sassari Nanni Campus, il prefetto Maria Luisa D’Alessandro e l’arcivescovo Gian Franco Saba.

A fare gli onori di casa, il commissario straordinario dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano, il direttore sanitario dell’Aou Bruno Contu e il direttore di Anestesia e Rianimazione professor Pier Paolo Terragni.

Una superficie di circa 1.300 metri quadrati in cui, nei giorni scorsi, dopo la conclusione dei lavori edili avvenuta il 6 gennaio scorso, sono stati installati i letti, i monitor parametrici, le pompe infusionali, i telefoni, i computer, gli armadi, i carrelli medicali ed asservitori. Sono state predisposte le stanze per il personale infermieristico e medico, le telecamere per il controllo a distanza dei pazienti collegate con la stanza di monitoraggio.

La conclusione dell’allestimento consentirà, nel più breve tempo possibile, il trasferimento dei pazienti dalle terapie intensive Covid del Palazzo Clemente e delle Malattie infettive.I lavori edili di adeguamento della terapia intensiva Covid da 30 posti si sono chiusi il 6 gennaio, cioè dopo soli 30 giorni dal loro avvio e come previsto dalla delibera di Giunta regionale 58/3 del 20 novembre 2020 (piano dei 40 giorni).

I lavori di potenziamento della struttura per il Coronavirus sono stati effettuati grazie al bando di gara aperta, indetta a livello nazionale dal commissario per l’emergenza sanitaria Covid, Domenico Arcuri, che ha consentito di intervenire proprio per la ristrutturazione e l’adeguamento della Terapia intensiva.

Si è trattato di opere urgenti realizzate a tempo di record e hanno riguardato la realizzazione delle pavimentazioni e dei rivestimenti, il completamento e adattamento all’emergenza degli impianti elettrici, telefonici e trasmissione dati, degli impianti di sicurezza, telecamere, antincendio, condizionamento e gas medicali. I lavori erano stati consegnati il 2 dicembre al raggruppamento temporaneo di impresa formato dalla Intercantieri Vittadello Spa di Pordenone e dalla Tepor Spa di Cagliari. Il 7 dicembre gli operai avevano iniziato le opere edili per concluderle il 6 gennaio scorso.

«È importante che la struttura inizi ad operare già dalla prossima settimanaha ripreso Antonio Lorenzo Spanoperché si abbia una ricaduta forte e si abbia una risposta più incisiva, soprattutto per il Covid. Nei prossimi mesi lavoreremo per cambiare un po’ la fisionomia di questa terapia intensiva. Non appena il Covid avrà finito di cambiare le nostre vite questa struttura verrà utilizzata come terapia intensiva ordinaria.»

E infatti, finita la pandemia, seguirà una ulteriore fase di lavori che porterà la Rianimazione alla sua conformazione definitiva, con 23 posti letto.

«L’attuale emergenza Covidha aggiunto il professor Pier Paolo Terragnirappresenta il catalizzatore di un evento unico nel panorama costruttivo, organizzativo e assistenziale che darà vita alla realtà che oggi stiamo inaugurando. Questa struttura rappresenta la sintesi di tutti gli sforzi assistenziali di tante persone, professionisti e tecnici che hanno dato il cuore nella lotta contro una malattia grave e difficile nelle sue cure più complesse.»

Un ringraziamento quindi è andato all’Ufficio tecnico aziendale per la progettazione e il completamento delle dotazioni tecniche.

Secondo il direttore della struttura, la “TI30” rappresenta «un’occasione per cogliere, da un evento tra i più negativi della storia professionale, un’opportunità di rinascita e dove le professionalità dei prossimi anestesisti della Scuola di Sassari potranno crescere e perfezionarsi».

Intanto, proprio nei giorni scorsi, l’Aou di Sassari ha approvato gli atti e ratificato la graduatoria del concorso unificato, per titoli ed esami, per la copertura a tempo pieno e indeterminato di 18 posti di specialisti in Anestesia e Rianimazione.

Sono 39 gli idonei del concorso regionale che ha visto la partecipazione di circa 50 specialisti su 70 iscritti.

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Il servizio di dialisi notturna dell’ospedale Sirai di Carbonia non verrà sospeso. E’ il risultato dell’incontro svoltosi ieri mattina presso la sede istituzionale di Villa Devoto, a Cagliari, tra il presidente della Regione Christian Solinas, i rappresentanti dell’associazione nefropatici e trapiantati – Apent, Giampiero Bindo e Gianluca Lindiri, il dottor Giorgio Mirarchi, l’infermiere (già sindacalista ed amministratore del comune di Carbonia) Bruno Angioni ed il consigliere regionale Fabio Usai.

Il futuro del servizio di “dialisi notturna” dell’ospedale Sirai di Carbonia nello scorso mese di dicembre era stato messo in discussione dalle annose ristrettezze di organico del reparto Nefrologia-Dialisi. La reazione dei pazienti è stata fortissima ed ha dato vita ad una mobilitazione, accompagnata dalla denuncia del consigliere regionale Fabio Usai che ha sollecitato l’incontro di ieri e di altre forze politiche e sindacali del territorio.

«Da quando abbiamo la possibilità di effettuare la “dialisi notturna”hanno spiegato Giampiero Bindo e Gianluca Lindiri al presidente Christian Solinas -, la nostra qualità di vita è migliorata incredibilmente. Viviamo una vita quasi normale. Ed essendo noi pazienti cronici per i quali, probabilmente, non si potrà più nemmeno tentare la via del trapianto, arrivare a questa condizione di stabilità è fondamentale per vivere meglio e soprattutto più a lungo.»

La posizione dei due rappresentanti dei pazienti è stata ribadita da Bruno Angioni che ha spiegato al presidente Christian Solinas «l’impatto positivo, tangibile nell’osservazione quotidiana dei pazienti, della dialisi notturna. Grazie a essa, ha ribadito Angioni, molti pazienti vivono più a lungo e senza particolari o eccessive complicazioni» e dal dottor Giorgio Mirarchi, colui che per primo introdusse questo protocollo terapeutico all’ospedale Sirai di Carbonia: «Sono qui – ha spiegato Giorgio Mirarchi -, perché anche se in pensione, tengo ancora moltissimo alla vita dei pazienti che per tanti anni ho seguito e aiutato a vivere meglio. Grazie alla dialisi notturna, alla particolare modalità e tempistica con cui la terapia viene applicata la notte, ho registrato con osservazioni scientifiche adottate nel tempo un considerevole innalzamento dell’aspettativa e della qualità di vita dei pazienti. Che, curati in questo modo, accusano molti meno sintomi e conseguenze debilitanti per il proprio organismo rispetto a una terapia tradizionale. Questo protocollo è il più indicato per i pazienti impossibilitati a ricevere il trapianto».

Il consigliere regionale Fabio Usai ha ribadito come l’approccio al tema della “dialisi notturna” non possa essere ragionieristico o legato alla razionalizzazione, perché in gioco c’è il futuro di persone in carne ed ossa: «E’ necessarioha affermato Fabio Usai -, fare di tutto per salvare questo importante servizio. Perché la salute e in generale la qualità di vita dei pazienti deve avere la priorità sopra ogni cosa. Come hanno spiegato i rappresentanti dell’Apent e i professionisti della sanità presenti in sala, questo protocollo terapeutico è il più efficace per curare i pazienti e garantire loro un’esistenza dignitosa e duratura. La mia richiesta al presidente Christian Solinas – ha concluso Fabio Usai –, è che al reparto nefrologia-dialisi dell’ospedale Sirai di Carbonia siano assegnate nuove risorse infermieristiche allo scopo di colmare parte dei buchi in organico e garantire i servizi tra cui, appunto, la dialisi notturna».

Il presidente della Regione Christian Solinas non è rimasto indifferente alle sollecitazioni e alle spiegazioni, alle quali ha risposto assumendo l’impegno a trovare una rapida soluzione. Successivamente arrivata, alcune ore dopo, nell’incontro con il commissario straordinario dell’Ares Massimo Temussi, che ha confermato l’impegno ad implementare gli organici del reparto nefrologia-dialisi di Carbonia con le due unità infermieristiche chieste dal consigliere regionale Fabio Usai per superare l’emergenza e scongiurare la sospensione del servizio.
«In prospettiva, nel contesto più ampio dell’attuazione della nuova riforma sanitaria hanno spiegato Christian Solinas e Massimo Temussi -, le criticità emerse nel suddetto reparto verranno risolte strutturalmente in maniera da assicurare una soluzione definitiva alle problematiche esposte dai pazienti. Ma per adesso la dialisi notturna è salva.»

«Il risultato raggiunto è importante per i pazienti, per l’ospedale Sirai di Carbonia, per la città e per il territorio, arrivato grazie al lavoro di gruppo compiuto tra più livelli, politico, associativo e sanitario ha concluso Fabio Usai -. Quando ci si unisce e si lotta per gli stessi obiettivi, senza polemiche, sgambetti e strumentalizzazioni, i risultati arrivano.»

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Il ministero della Salute ha formulato parere positivo sul Punto nascita dell’ospedale Cto: semaforo verde alla deroga di un anno, con il monitoraggio sull’andamento dell’attività. Nonostante il calo dei parti tra il 2018 e il 2019, da 356 a 276, il punto nascita di Iglesias, l’unico del Sulcis, con un bacino di 130mila utenti, è stato riconosciuto come riferimento anche per diverse neo-mamme provenienti da Comuni che appartengono ad altre Assl.

Il ministero della Salute ha comunicato alla Regione la risposta alla richiesta di deroga anche per i punti nascita degli ospedali Paolo Dettori (Tempio Pausania), negativa, e Paolo Merlo (La Maddalena), interlocutoria, con decisione rinviata.

«Da Roma ancora un segnale di poca attenzione per i problemi del nostro territorio. In particolare, per ciò che riguarda il punto nascita di La Maddalena registriamo scarsa sensibilità per la condizione peculiare dovuta alla doppia insularità. Non possiamo accettare logiche rivolte al taglio dei servizi», ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas.

«I pareri espressi dal ministero della Salute alle nostre richieste di deroga per la riattivazione dei punti nascita di Tempio e La Maddalena ha aggiunto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddusono l’ennesimo schiaffo alle mamme della Sardegna. Nel primo caso la chiusura è netta. Nel secondo, dopo aver atteso una risposta per oltre un anno, tutto quello che ci viene proposto è un estenuante rimpallo con un’ulteriore richiesta di approfondimenti. L’unica nota positiva è rappresentata dal parere espresso sul punto nascita di Iglesias, a testimonianza che avevamo ragione a intraprendere questa strada. Ma non saremo mai soddisfatti finché a tutte le partorienti della Sardegna non saranno garantiti gli stessi diritti.»

L’istanza era stata formalizzata dall’assessorato della Sanità e trasmessa a Roma il 31 gennaio scorso al fine di superare i limiti stabiliti dalla normativa nazionale per i punti nascita considerati ‘sub-standard’, cioè quelli in cui si registrano meno di 500 parti l’anno. Obiettivo della richiesta: scongiurare la chiusura del punto nascita di Iglesias e riavviare le attività già sospese negli ospedali della Gallura.

Negativo, invece, il parere sul Paolo Dettori. Una risposta basata, tra le altre cose, sulla premessa per cui la richiesta di deroga non sarebbe stata giustificata in ragione del basso numero di utenti. Differente, infine, la posizione sul Paolo Merlo per cui il Ministero, pur dichiarando, al momento, di non potersi esprimere in modo favorevole, ha aperto a una fase interlocutoria.

«Le peculiarità del territorio di Tempio e La Maddalenaha precisato Mario Nieddue in particolare l’insularità di quest’ultima, non sembra siano state prese in grande considerazione nella formulazione del parere. Le risposte che abbiamo ricevuto evidenziano la necessità di rivedere i criteri definiti dal DM70 del 2015, che legano la sopravvivenza dei servizi sanitari a parametri troppo rigidi che non considerano le specificità geografiche e demografiche della Sardegna, con il risultato di creare ulteriore svantaggio e disparità fra i territori.»

«Sul punto nascita del Paolo Merlo il Ministero decide di non decidereha concluso l’assessore della Sanitàma i nostri obiettivi non sono cambiati. Proseguiremo l’interlocuzione con Roma dando immediatamente seguito all’approfondimento richiesto.»

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«Atto indegno da condannare fermamente.» Il presidente  del Consiglio regionale, Michele Pais, ha espresso tutto  il suo dissenso e la piena solidarietà al Corpo forestale  di Sant’Antioco dopo l’attentato incendiario della notte scorsa contro tre auto del Corpo.

«In attesa del completamento delle indagini da parte della magistratura, esprimo anche a nome dell’Assemblea, lo sdegnoha aggiunto il presidente Michele Paisper gesti come questo che vogliono destabilizzare e intimidire. Il Consiglio regionale è vicino a tutti i forestali che ringrazio per la responsabilità ed il grande senso del dovere.»

«Un atto gravissimo commesso contro chi ogni giorno è impegnato in prima linea per difendere il patrimonio ambientale della Sardegna, a tutela di tutte le nostre comunità.»

Così il presidente della Regione Christian Solinas ha espresso la sua ferma condanna per l’attentato incendiario contro il Corpo forestale di Sant’Antioco.

«Non sarà certo questa nuova azione vile e violenta ha sottolineato il presidente Christian Solinas – a fermare il lavoro incessante a presidio del territorio delle donne e degli uomini del Corpo forestale, ai quali va la piena solidarietà mia e della Giunta, con l’auspicio che i responsabili di questi atti criminali siano al più presto individuati e assicurati alla giustizia.»

«Un gesto vigliacco nei confronti di una realtà che opera al servizio della comunità sarda. Solidarietà incondizionata all’intero Corpo forestale, che ha sempre dimostrato dedizione e altissima professionalità nello svolgimento dei propri compiti a tutela del nostro patrimonio naturale», sono le parole dell’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis.

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Cinque consiglieri comunali del gruppo “Officina civica”, Alessandro Pilurzu, Matteo Demartis, Federico Marras, Nicola Concas e Federico Casti, hanno inoltrato una richiesta di vaccinazione urgente dei lavoratori del comparto di Igiene urbana adibiti al ritiro dei rifiuti dei pazienti Covid-19, al presidente della Giunta regionale Christian Solinas, all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, al commissario straordinario ATS Sardegna Massimo Temussi, ai capigruppo del Consiglio regionale, al presidente del Consiglio comunale di Iglesias Daniele Reginali, al sindaco di Iglesias Mauro Usai e all’Anci Sardegna.

La richiesta è finalizzata «a predisporre un piano di attuazione immediato su tutto il territorio regionale atto alla vaccinazione del personale del comparto di Igiene urbana e degli impianti di smaltimento, che si occupano del ritiro porta a porta e del trattamento dei rifiuti provenienti da pazienti positivi al Covid-19».

«Considerato che i lavoratori che dovranno essere sottoposti a vaccinazione prioritaria sono in media due o tre per comune serviranno circa 1.000 dosi di vaccino per coprire tutti gli operatori, un numero esiguo che però potrà dare tranquillità a tutto il personale che quotidianamente in maniera silenziosa ed efficace, espleta un servizio che lì mette a contatto con i materiali contaminatisostengono i cinque consiglieri comunali del comune di Iglesias proponenti -. Tale richiesta ha il fine unico di garantire la salvaguardia e l’incolumità di tutte quelle lavoratrici e di quei lavoratori, che nonostante le attenzioni delle aziende del settore che mettono loro a disposizione tutti i D.P.I. previsti, rischiano il contagio durante la loro giornata lavorativa con la possibilità di trasmettere il virus negli ambienti lavorativi e famigliari.»

 

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È partito questa mattina, alle 9.00, al CineWorld di Iglesias, e proseguirà nella giornata di domani, il programma per la somministrazione del vaccino anti Covid-19 Pfizer-BioNtech a 1.080 operatori sanitari. Per la prima volta, dall’avvio della campagna, è stata scelta per l’esecuzione dei vaccini una struttura non sanitaria, il cinema di via Cavalier San Filippo.

«Un segnale di grande attenzione per il Sulcisha detto il presidente della Regione, Christian Solinas -. La campagna di vaccinazione prosegue in tutta l’Isola. Abbiamo un sistema che funziona e ha dimostrato di riuscire a imprimere un’accelerazione compatibile con il numero di dosi finora ricevute. Quando arriverà il momento saremo pronti a vaccinare l’intera popolazione e per questa ragione è necessario che le scorte destinate alla Sardegna aumentino in tempi brevi.»

A Iglesias, con l’impiego di venti operatori, è stato stilato un cronoprogramma di 80 somministrazioni l’ora. All’interno del Cinema gli spazi sono stati organizzati con un’ampia area d’accettazione, una sala di vaccinazione e percorsi definiti. Garantita l’attività in sicurezza con la presenza fissa di un’ambulanza medicalizzata, un rianimatore ed un infermiere.

«Abbiamo scelto uno spazio che fosse adeguato all’esecuzione di un numero elevato di vaccinazioni in breve tempo ha aggiunto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu -. Uno ‘stress test’ che ci permette di collaudare un modello che potrà essere replicato su tutto il territorio, in particolare quando potremo finalmente procedere con la vaccinazione di massa su tutti i cittadini.»

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La segreteria USB Sanità boccia senza appello la gestione dell’emergenza Covid-19 nel Sulcis Iglesiente. Lo ha fatto scrivendo una lettera durissima al presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore della Sanità Mario Nieddu ed al Commissario della Assl  di Carbonia, Gianfranco Casu.

Dopo aver ricostruito tutto quanto è accaduto nel corso dell’anno, la segreteria USB Sanità ha posto alcuni interrogativi:

  • Perché non è stato attuato il piano di riorganizzazione sanitaria regionale del 9/7/2020 che individuava come sede del reparto Covid l’Ospedale Santa Barbara di Iglesias?
  • Perché non è stata istituita in tutti questi mesi l’area grigia?
  • Perché le vaccinazioni sono partite da Iglesias e non dal centro più colpito (Carbonia)?
  • Perché non sono state potenziate le dotazioni organiche per l’emergenza straordinaria?

«A causa di questa pessima gestione – ha concluso Gianfranco Angioni, responsabile del coordinamento regionale USB Sanità -, non solo sono stati ridimensionati interi reparti che garantivano le cure ai cittadini del territorio, ma è stato disatteso il piano regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza al Covid-19. In questo drammatico contesto d’emergenza, acuito dalla grave e annosa carenza di personale Infermieristico e Oss, è stato messo a dura prova il lavoro del personale sanitario sempre più stremato da eccessivi carichi di lavoro non di meno sono state messe a rischio le attività assistenziali rivolte agli ammalati.»

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Il presidente della Regione, Christian Solinas, questa mattina, in videoconferenza, si è impegnato a valorizzare e rilanciare l’attività della Sotacarbo. «Nel corso dell’incontro si legge in una nota dei segretari della Filctem Cgil della Sardegna Sud Occidentale Emanuele Madeddu, della Flaei Cisl Sardegna Gianrico Cuboni e della Uiltec Uil Sardegna Pierluigi Loiè stata ribadita la centralità della Sotacarbo nel panorama scientifico regionale e nazionale considerata oramai un’eccellenza. Dal Governatore arriva l’impegno per far si che entro breve tempo siano formalizzati i passaggi per portare le quote della Regione da 50 al 51 per cento. Inoltre saranno stabilite le procedure per garantire il fondo di dotazione necessario per il funzionamento del centro ricerche investimenti, cofinanziamenti Dal governatore anche l’impegno per trovare una soluzione rapida per la nomina del nuovo Presidente. Su questo punto come sindacati e con il presidente siamo rimasti d’accordo sul fatto che il nuovo presidente, che sarà scelto tra figure di alto profilo, dovrà avere elevate e comprovate capacità scientifiche e manageriali.»

«Esprimendo un cauto ottimismoconcludono Emanuele Madeddu, Gianrico Cuboni e Pierluigi Loinon possiamo che attendere ora la concretizzazione degli impegni assunti che dovrebbero definirsi nella riunione concordata oggi e prevista per martedì prossimo, 19 gennaio.»