20 November, 2024
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«La bocciatura del progetto del ponte di Sant’Antioco è la bocciatura anche di una visione politica dello sviluppo economico e infrastrutturale del territorio che deve essere necessariamente rimessa in discussione.»

Lo scrive, in una nota, il gruppo della Lega in Consiglio regionale, secondo il quale «il Piano Sulcis avrebbe dovuto garantire il rilancio di un territorio in forte crisi socioeconomica ma non è riuscito nel suo intento e anzi, con il tempo è apparso sempre più nebuloso e non all’altezza delle aspettative tagliando progressivamente fuori i Comuni dai processi di pianificazione territoriale. Obiettivi mancati sia per quanto attiene il risanamento ambientale sia per quanto attiene il rilancio dell’intero territorio per non parlare dei risultati in merito alla risposta occupazionale praticamente nulli».

«Stamane ho avuto un lungo incontro con l’assessore regionale ai lavori pubblici Roberto Frongia in relazione sia alla questione del ponte di Sant’Antioco e sulle azioni messe in campo dalla Regione per far si che i fondi restino a disposizione del territoriodice il consigliere regionale Michele Ennas -. Abbiamo discusso per quanto attiene la parte delle infrastrutture e la rimodulazione dei fondi disponibili per la quale la Regione tramite l’assessorato sta conducendo un confronto con gli attori locali. Solo con il coinvolgimento e con l’unità territoriale si potranno ottenere risultati tangibili e positivi.»

«Come Lega abbiamo richiesto un incontro al presidente Christian Solinas che avverrà nei prossimi giorni per affrontare tra le altre cose anche la questione del Piano Sulcis dice Michele Ennas. In particolare per quanto attiene alcuni progetti in attesa di essere portati a termine come il riutilizzo dei fondi della Zona Franca Urbana del Sulcis Iglesiente. Attività per la quale abbiamo coinvolto anche i parlamentari della LEGA e che richiede una forte interlocuzione con il governo. Abbiamo proposto al presidente della Regione di richiedere al MISE l’immediato utilizzo delle risorse rinvenienti dalle rinunce, circa 6 milioni di euro, e l’istituzione di una Unità regionale per la gestione dei bandi e progetti sospesi. Per la Zona Franca del porto di Portovesme ho inviato una lettera al presidente della III Commissione (Bilancio) in Consiglio regionale per chiedere la convocazione del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale. Come maggioranza vogliamo lavorare all’avvio delle zone franche dei porti della nostra Isola.»

«Sul tema delle bonifiche ambientali e recupero dei siti minerari – aggiunge Michele Ennas i risultati non sono quelli attesi. Alcuni progetti importanti si sono bloccati in accordi di programma inapplicabili o da cui di volta in volta si è sfilato qualche ente andando avanti con lo scarica barile. Si pensi al caso della Laveria Lamarmora di Nebida, autentico gioiello abbandonato a se stesso.»

«Assieme al presidente Christian Solinas c’è la volontà di condividere un percorso di riscrittura del piano Sulcis. E’ un tema che riteniamo centrale nella discussione dello sviluppo di tutta la Sardegna e per questo stiamo presentando una mozione affinché il tema venga trattato in consiglio Regionaleconclude il gruppo della Lega -. La questione non è solo legata alla istituzione di una cabina di regia che solo formalmente appare risolutiva ma che nei fatti si è dimostrata inconcludente ma piuttosto a cambiare completamente approccio e linee di azione, per uno sviluppo funzionale alle esigenze del territorio del Sulcis Iglesiente.»

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«Siamo ottimisti per il futuro ma vogliamo potenziare il sistema sanitario regionale per far fronte a qualsiasi evenienza che dovesse determinarsi nei prossimi mesi. Il virus non è scomparso, dobbiamo quindi mantenere alta la guardia con un comportamento responsabile, confidando, tuttavia, nell’adeguata capacità di accoglienza e assistenza sanitaria dei nostri presidi.»

Il presidente della Regione, Christian Solinas, commenta l’approvazione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera della Sardegna che si affianca alla ripresa delle attività ordinarie negli ospedali.

«Con questo piano precisa il presidentela Regione investe ulteriori 42 milioni di euro per la sicurezza sanitaria dei sardi e dei turisti, modulando l’intervento su diversi scenari che potrebbero presentarsi nei prossimi mesi.»

Il piano prevede l’incremento del numero di posti letto di terapia intensiva, da 135 a 236, e sub-intensiva, ulteriori 115 attivabili con la riconversione di posti letto già esistenti. E’ confermata l’individuazione dei presidi ospedalieri predisposti nella fase acuta dell’emergenza Covid-19, il progetto di potenziamento individua gli altri presidi che affiancheranno le strutture dedicate nelle fasi di diagnosi, accoglienza e ricovero. Ulteriori 12 milioni di euro sono invece destinati all’assunzione di nuovo personale nel sistema sanitario regionale.

«Si tratta di un investimento importante che conferma la grande attenzione della Giunta alla qualità del servizio sanitario regionale, premiato da numeri confortanti che ci collocano tra le Regioni meno colpite dalla pandemia», conclude il presidente della Regione.

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Tre interrogazioni rivolte al presidente della Regione Christian Solinas, all’assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio, Giuseppe Fasolino, e a quello dei Lavori pubblici Roberto Frongia, sono state presentate questa mattina dai consiglieri regionali Fabio Usai, Franco Mula, Nanni Lancioni, Piero Maieli, Giovanni Satta, Stefano Schirru, per chiedere delucidazioni sullo stato di attuazione, la rimodulazione ed il rifinanziamento della dote finanziaria e la governance, del Piano Sulcis, sottoscritto alla Grande Miniera di Serbariu il 13 novembre 2012, con la firma di un protocollo d’intesa fra la Regione Sardegna, ministero dello Sviluppo economico, ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ministero per la Coesione territoriale, provincia di Carbonia Iglesias e relativi Comuni, per rilanciare l’infrastrutturazione e l’economia del Sulcis Iglesiente, perseguendo anche nuovi modelli di sviluppo, dopo i drammatici anni della deindustrializzazione nel Polo industriale di Portovesme e la conseguente gravissima crisi economica e sociale.
Un ingente investimento di oltre 800 milioni di euro di fondi pubblici, suddivisi fra CIPE (grazie anche alla rimodulazione di fondi europei), Stato e Regione, che negli anni ha permesso l’introduzione della fiscalità di vantaggio, la sottoscrizione di contratti di programma in ambito industriale, l’avvio di progetti di infrastrutturazione e bonifica del territorio ed il finanziamento di nuove opportunità di sviluppo imprenditoriale negli ambiti turistico e agroalimentare.
Secondo l’on. Fabio Usai, primo firmatario delle interrogazioni, «inspiegabilmente dal 2019 nessun bando è stato più prorogato, ideato ed indetto e nemmeno si comprende bene come sia attualmente strutturata la governance che ne dovrebbe favorire l’attuazione».
«Fra gli obiettivi della nostra interrogazione c’è quello di comprendere come mai i progetti e bandi del Piano Sulcis abbiano subito se non un’interruzione quantomeno un rallentamento da un anno a questa partespiega Fabio Usai -. Alcuni dei bandi indirizzati ai settori turistico e agroalimentare, ossia quelli che in passato apparivano maggiormente promettenti sul piano economico e fortemente bisognosi di sostegno in questo momento, si sarebbero potuti prorogare per favorire la creazione di nuova imprenditorialità e il sostegno di quella esistente in questi settori. Non si capisce come mai questo non sia accaduto o perché non si provveda a idearne degli altri, vista anche l’opportunità garantita dalle risorse economiche non ancora spese rispetto alla dote finanziaria originale.»
Identico discorso per la fiscalità di vantaggio, che potrebbe essere ancora un valido strumento per agire sulla competitività delle imprese e per contribuire a lenire le diseconomie insite nel territorio.
«Anche sulla fiscalità di vantaggio – aggiunge Fabio Usai -, abbiamo chiesto lumi alla Giunta per capire quante delle risorse non spese rispetto alla iniziale dote di 124,5 milioni di euro potrebbero essere immediatamente recuperate e rimodulate a favore delle imprese potenzialmente beneficiarie. Ad esempio potrebbero esserci 6 milioni di euro utilizzabili per questo scopo fra le risorse recuperate fra i soggetti beneficiari che non avevano i requisiti per godere del bonus fiscale. Ma sarebbero anche altre le risorse che, tramite un provvedimento legislativo ad hoc, potrebbero essere destinate a tale uso. In ogni caso lo strumento della fiscalità di vantaggio meriterebbe di essere rifinanziato e potenziato per consentire al Sulcis Iglesiente, ancora oggi uno dei territori più poveri e sottosviluppati del Paese, di poter uscire dall’arretratezza economica e sociale in cui è piombato dopo anni di grave crisi.»
«Per rilanciare il “Piano Sulcis”conclude il consigliere regionale sardista -, è necessario ristabilire una “cabina di regia” funzionante e direttamente rispondente alle esigenze del territorio, con l’individuazione chiara dei soggetti che devono avere il ruolo di coordinare e stimolare la sua attuazione. Ma, soprattutto, va fatta chiarezza sulla governance di tutto il sistema per capire quali sono gli organismi deputati all’elaborazione ed all’avvio dei bandi e dei processi di finanziamento delle aziende e dei progetti tramite le linee di credito e gli strumenti previsti dalla legge.»

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«Il progressivo azzeramento dei contagi è la più credibile conferma dell’efficacia delle misure adottate sul nostro territorio. Ora siamo pronti ad avviare una nuova fase con la ripresa dell’attività sanitaria ordinaria, in totale sicurezza, e diamo al nostro sistema sanitario gli strumenti necessari per ripartire e dare risposte alle necessità di assistenza dei sardi.»

Con queste parole il presidente della Regione, Christian Solinas, commenta l’approvazione, da parte della Giunta, delle linee di indirizzo per la riprogrammazione delle attività ambulatoriali, quelle di ricovero ospedaliero programmato e per le attività sociosanitarie sospese durante l’emergenza Covid-19 in seguito all’attuazione delle misure per il contrasto della circolazione virale.

«Abbiamo predispostodichiara l’assessore della Sanità, Mario Nieddulinee d’indirizzo omogenee per l’intero sistema sanitario regionale. Misure per regolare in modo rigoroso gli accessi alle strutture e i comportamenti da seguire da parte di chiunque, siano essi pazienti, familiari, fornitori o gli stessi operatori sanitari. Indicazioni che consentiranno di disciplinare la presenza delle persone nei vari ambienti, dai pronto soccorso, agli ambulatori, sino ai reparti di degenza, prevedendo l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, l’adozione di soluzioni di distanziamento e screening mirati con tampone naso faringeo, in particolare, prima delle prestazioni più a rischio e verso i soggetti più esposti, anche, ad esempio, nel caso di dimissioni ospedaliere di pazienti verso altri presidi, come Rsa, Hospice e strutture riabilitative.»

Oltre alla normale attività ambulatoriale, con le visite in presenza, indispensabili nel caso di primi accessi, si punta allo sviluppo della telemedicina e del teleconsulto, dove possibile, per le attività di controllo, i follow-up e gli aggiornamenti dei piani terapeutici. «Lo scopoprecisa l’assessore della Sanitàè quello di cadenzare e gestire le presenze nelle strutture, garantendo le prestazioni e, al tempo stesso, tutelando la salute degli utenti e degli operatori dal rischio contagio. Per consentire l’attuazione di un modello di questo tipo e incidere sui tempi d’attesa, abbiamo previsto l’estensione degli orari delle prestazioni ambulatoriali, che potranno essere effettuate anche il sabato.»

Indicate anche le modalità per la regolare ripresa delle attività di prevenzione, gli screening oncologici, le vaccinazioni pediatriche, obbligatorie per l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia e la scuola, e le altre vaccinazioni rivolte in particolare agli anziani e ai soggetti fragili, con la riallocazione nei centri vaccinali del personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid-19 e una pianificazione delle sedute mirata a impedire gli assembramenti nelle strutture.

Spetterà ora alle aziende sanitarie del territorio, con le quali le linee di indirizzo sono state già condivise in fase di elaborazione, approntare i protocolli operativi per darne completa attuazione.

«Siamo pienamente consapevoli dell’impatto che l’epidemia ha avuto sul nostro sistema sanitario, in particolare sulle liste d’attesa. Prima che deflagrasse l’emergenza, abbiamo approvato un piano per l’abbattimento a cui abbiamo destinato 20 milioni di euro. Ripartiremo con forza da questo punto, per assicurare ai sardi il diritto alle cure», conclude l’assessore regionale della Sanità.

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«Il riavvio dei tirocini sospesi è un primo importante segnale del ritorno alla normale routine lavorativa per tante persone che desiderano investire in una concreta attività formativa.»

Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, in merito alla riattivazione dei tirocini regionali in ottemperanza all’ordinanza n° 27 del 2.06.2020 del presidente della Giunta, Christian Solinas.

«In concomitanza dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, in Sardegna la maggior parte dei tirocini extracurriculari ha potuto proseguire l’attività in modalità smart working, consentendo ai tirocinanti di mantenere il livello di produttività lavorativa e di continuare a percepire comunque l’indennità mensile prevista per tutto il corso del tirocinioha puntualizzato l’assessore Alessandra Zedda -. Ora grazie al provvedimento del presidente, è stato possibile già riattivare in presenza circa 600 tirocini extracurriculari a mercato, autofinanziati e quelli formativi per professioni sanitarie, mentre altri 400 partiranno dal primo luglio.»

Dal 3 giugno è consentita la ripresa dei corsi, ferma restando la possibilità di avviare o proseguire il percorso formativo con modalità a distanza. Il tirocinio in presenza deve essere svolto, in ogni caso, nel rispetto delle indicazioni tecniche e operative definite nelle linee guida nazionali o nei protocolli regionali previsti per il settore. Possono proseguire anche i tirocini formativi relativi alle professioni sanitarie o di interesse sanitario, effettuati per il raggiungimento di qualifiche professionali, anche regolamentate da specifici accordi tra Stato e Regioni.

«In questa fase di riavvio delle attività economiche, in cui è ancora molto diffuso il ricorso agli ammortizzatori sociali, occorrerà porre attenzione allo strumento del tirocinio, il cui utilizzo dovrà essere attentamente monitorato per preservare la finalità legata all’apprendimento e all’acquisizione di competenze all’interno del contesto aziendale», ha concluso Alessandra Zedda.

Ai tirocinanti si applicano gli stessi protocolli di sicurezza definiti a livello nazionale e regionale, previsti per il settore e il luogo di lavoro ove si realizza l’attività formativa prevista dal progetto di tirocinio, fermo restando che il soggetto promotore, il soggetto ospitante e il tirocinante concordino sul riavvio del tirocinio.

L’informativa ai soggetti ospitanti e tirocinanti in materia di riattivazione dei tirocini extracurriculari promossi dall’Aspal, Agenzia per le politiche attive del lavoro, è pubblicata sul portale sardegnalavoro.it

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Questa mattina il sndaco di Sant’Antioco Ignazio Locci ha incontrato l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, unitamente allo staff della Direzione Generale dello stesso Assessorato. Al centro dell’incontro, le opere infrastrutturali S.S. 126- Realizzazione del nuovo collegamento terrestre dell’istmo con l’isola di Sant’Antioco e della circonvallazione di Sant’Antioco, alla luce dell’esito negativo della conferenza di servizi sul progetto denominato “Piano Sulcis S.S. 126 DIR Sud Occidentale Sarda – Realizzazione del nuovo collegamento terrestre dell’istmo con l’Isola di Sant’Antioco e della Circonvallazione di Sant’Antioco”, il quale prevedeva la realizzazione di un ponte cosiddetto “alto”, fortemente impattante, e una circonvallazione per Calasetta, altrettanto impattante. Opere ritenute all’unanimità inutili e dannose dal Consiglio comunale, espressione dei propositi della comunità antiochense.

«Abbiamo aperto la discussione – commenta il sindaco, Ignazio Locci – e si è convenuto di lavorare sulla riprogrammazione delle risorse, al fine di garantire all’isola di Sant’Antioco e all’intero Arcipelago del Sulcis opere infrastrutturali rispettose della volontà di Sant’Antioco e realmente capaci di generare sviluppo e nuova occupazione. Ringraziamo il presidente della Regione Christian Solinas e l’assessore Roberto Frongia per la vicinanza manifestata in questo momento piacevolmente segnato da una proficua collaborazione. Una vicinanza, quella del Governo regionale, fattiva e non soltanto a parole, che si pone l’obiettivo di dare seguito agli atti di pianificazione e programmazione messi in campo dall’Amministrazione comunale di Sant’Antioco. Saremo al fianco della Regione per cogliere la collaborazione dell’Anas, nel solco degli accordi istituzionali già sottoscritti e, nello specifico, il Patto Stato-Regione-Anas sulla realizzazione delle opere destinate a Sant’Antioco e all’Arcipelago cui l’isola appartiene».

 

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«Il presidente della Regione abbandoni ogni fronte polemico che lo impegna, ormai, da settimane, per dedicarsi, con urgenza, all’adozione delle misure necessarie a fronteggiare l’emergenza economica dell’isola.»
Lo scrivono, in un comunicato stampa, i consiglieri regionali del Partito democratico che, con un’interrogazione, hanno sollecitato il presidente Christian Solinas a decidere, una volta per tutte, se continuare nel suo personalissimo braccio di ferro col resto del mondo, sulle questioni dei protocolli sanitari giudicati impraticabili, o dei certificati destituiti da ogni fondamento scientifico, come hanno provato a spiegargli i suoi colleghi Presidenti delle altre regioni d’Italia, oppure, rimuovere tutte le incertezze, e avviare uno poderosa campagna promozionale al fianco degli operatori turistici regionali, stritolati dalla crisi economica e superati dalla velocità della ripartenza dei loro diretti concorrenti, sullo stesso mercato turistico nazionale internazionale.
«Nel frattempo che Solinas era impegnato in una polemica di dimensioni mediatiche nazionali aggiungono i consiglieri regionali del PD i grandi tour operator, costretti dai tempi ristretti della programmazione delle vacanze, smistavano i turisti in altre località concorrenti con la Sardegna, con tutte le immaginabili conseguenze economiche che da ciò derivano. Di tutto ciò, purtroppo, i sardi non se ne potranno fare alcunché, neppure poter dire, per l’epilogo che attende la vicenda dei passaporti e dei certificati sanitari, che sia stata combattuta una giusta battaglia per poter disporre di strumenti utili a qualcosa.»
«Persino nelle Isole Canarie più volte chiamate in causasottolineano ancora i consiglieri regionali del PD si potrà andare in vacanza, a partire dal 1° luglio, liberamente, senza alcun documento di tipo diagnostico sanitario e neppure certificazioni di qualsiasi tipo. Il “passaporto sanitario digitale” che riguarda i termini dell’accordo tra l’Organizzazione Mondiale del Turismo e il Governo delle Isole Canarie, è semplicemente un progetto pilota, uno studio epidemiologico di grande importanza che verrà condotto su un campione ristrettissimo di viaggiatori.»
«Qual è il parere del Comitato Tecnico Scientifico in materia di protocolli sanitari da eseguirsi per il controllo dei flussi portuali e aeroportuali? – chiedono i consiglieri democratici -. E come si potrebbe conciliare il legittimo desiderio di maggiore sicurezza con i numeri degli arrivi previsti dallo stesso presidente della Regione?»
A titolo esemplificativo, si potrebbero utilizzare, da una parte, i dati dei mesi cha vanno da giugno a settembre 2019, laddove sono sbarcati nell’isola 4.521.834 viaggiatori, con una media di arrivi di 37.681 passeggeri al giorno, e punte ben superiori ai 45.000 arrivi al giorno nel mese di luglio. Dall’altra parte, si dovrebbe considerare che, in più di tre mesi, in Sardegna, dall’inizio della pandemia e sino al 31 maggio, si è riusciti a processare, complessivamente, solo 57.296 tamponi, quanto poco più gli arrivi medi di un giorno dell’estate 2019.
«Oraconcludono i consiglieri regionali del Partito democraticocrediamo che nel caso in cui il Governo regionale preferisse mantenere ferme le proprie posizioni sui protocolli di ingresso nei porti e negli aeroporti sardi, posizioni definite inutili, impraticabili e ingestibili dalle stesse autorità preposte alla validazione dei processi sanitari, oltre che dai Presidenti delle altre Regione, la Giunta regionale dovrà necessariamente stabilire, con estrema urgenza, le contromisure finanziarie da adottare per compensarne gli effetti economici conseguenti che da tale decisione deriverebbero sull’intero comparto del turismo sardo, in aggiunta agli effetti della crisi economica in atto. In alternativa, si decida di ripartire in fretta, provando a recuperare il tempo perduto.»

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«La domanda chiave in questo momento è una sola: come arriveranno in Sardegna i due milioni e mezzo di turisti previsti dal Presidente della Regione? Come raggiungeranno la nostra isola se la drammatica situazione in cui versa la rete dei trasporti è rimasta tale e quale al periodo pre-Covid? Come arriverà questa marea di persone se il numero dei voli garantiti da Alitalia è insufficiente persino a coprire il fabbisogno dei viaggiatori sardi? Le ultime dichiarazioni in merito del Governatore sono supportate da qualche studio, oppure ha come sempre lanciato un nuovo slogan per coprire i precedenti annunci fallimentari.»

Così il consigliere regionale del M5S, Roberto Li Gioi, interviene nel dibattito in corso dopo le dichiarazioni del presidente Christian Solinas sulla stima del numero di turisti che raggiungeranno la Sardegna nell’estate 2020 e, soprattutto, alla luce di quelle che sono le reali disponibilità numeriche sulle tratte da Roma e Milano per i tre aeroporti della nostra isola.

«Oggi raggiungere la Sardegna è quasi impossibile prosegue Roberto Li Gioi -. Dei 64 collegamenti giornalieri con Roma e Milano che dovevano essere garantiti secondo il decreto del 2013, ancora in vigore sino alla fine dell’anno, si è passati a 30 voli quotidiani. I voli disponibili, dopo il confronto tra Alitalia e la Regione, che ha competenza esclusiva per quanto riguarda la continuità aerea, sono quindi meno della metà. La Regione ha, pertanto, dimostrato di non volere ottenere un numero di voli congruo. E se si pensa, come comunicato dalla compagnia aerea, che i posti liberi a bordo saranno meno della metà per garantire il distanziamento fisico, si capisce benissimo che la cifra di due milioni e mezzo di turisti sparata dal presidente Christian Solinas è l’ennesimo specchietto per le allodole.»

«Raggiungere Olbia e Alghero il 31 luglio ad esempio, un venerdì, ad oggi è impossibile: i posti sui due aerei disponibili sono terminati. Trovo soprattutto incredibile e inaccettabilesottolinea il consigliere del Movimento 5 Stelle – che ci siano soltanto due voli diretti da Roma e Milano per raggiungere il Nord Sardegna in altissima stagione. Inoltre, da Milano in pieno agosto sono disponibili soltanto due voli per raggiungere Cagliari da Linate, sui quali tra l’altro i posti sono già terminati. Per quanto riguarda i collegamenti con Roma la situazione è analoga, ad esempio il 31 luglio sui tre voli disponibili per Cagliari non c’è un posto libero.»

«Tasto ancora più dolente è quello che riguarda le tariffe, che anziché diminuire come promesso il 22 gennaio dal presidente Christian Solinas sono aumentate anche per i sardi. Il Governatore ricorda Roberto Li Gioiad inizio anno aveva presentato l’ultimo piano della Giunta che prevedeva un sistema di doppia tariffa per l’estate e l’inverno, per residenti e turisti. I sardi avrebbero dovuto pagare per tutto l’anno 20 euro più tasse per Roma (il 50 per cento in meno) e 30 euro più tasse per Milano (19 euro in meno). Invece oggi scopriamo che il costo del biglietto è addirittura aumentato rispetto a prima.»

«In Sardegna nel frattempo è da febbraio che il tema dei trasporti è caduto nel dimenticatoio, mai affrontato né in Consiglio né in Commissione. E se non fosse intervenuto il Governo a garantire la continuità territoriale, per l’estate 2020 non ci sarebbe stata. Quindi conclude il consigliere del Movimento 5 Stelledi fronte a questo quadro catastrofico, Presidente, le chiediamo: come arriveranno due milioni e mezzo di turisti in Sardegna?»

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La capogruppo del M5S Desirè Manca ha presentato una mozione urgente (sottoscritta dai consiglieri Michele Ciusa, Roberto Li Gioi, Alessandro Solinas) che impegna il presidente della Regione, Christian Solinas, e la Giunta, a scongiurare l’annullamento di tutti quegli appuntamenti di spettacolo imprescindibili per l’economia e la vita delle comunità della Sardegna.

«Ripensare l’organizzazione delle manifestazioni, delle feste, delle sagre e dei concerti in un’ottica diversa e del tutto nuova, che metta al centro la sicurezza delle persone, è un’attività che la Regione Sardegna deve prevedere con urgenza e che non può essere ulteriormente rimandata. Non possiamo rassegnarci all’idea che tutte le manifestazioni che tengono viva l’identità e le tradizioni della nostra isola vengano rinviate a data da destinarsi per mancanza di organizzazione dice Desirè Manca -. Ma, soprattutto, la Regione in questo momento deve prevedere degli aiuti mirati per tutti gli ambulanti e i giostrai che vivono di questi eventi, e che dall’inizio dell’emergenza Covid, sin dal primo DPCM del 4 marzo, sono stati costretti a rimanere a casa e per i quali ancora oggi non sono state previste delle valide misure economiche di sostegno a fronte delle spese già sostenute per gli eventi annullati. Nonostante l’ingresso nella fase 2 e l’allentamento delle restrizioni ancora oggi la Regione non ha dato alcuna rassicurazione a questi lavoratori messi in ginocchio dalla pandemia che si sono ritrovati sotto il Consiglio regionale per far sentire la loro protesta.»

«La Regione Sardegna deve impegnarsi con urgenzasottolinea la capogruppo del M5S e lavorare da subito alla riattivazione di tutte le tipologie di eventi secondo le indicazioni concertate tra le Regioni e approvate come linee guida in sede di conferenza Stato Regioni. Inoltre occorre erogare degli indennizzi in favore di tutti i soggetti titolari di esercizi commerciali itineranti, come giostrai e titolari di luna park, per il mancato reddito causato dall’annullamento di tutti gli eventi programmati per il 2020.»

«Manifestazioni come sagre e festeprosegue Desirè Manca sono diventate negli anni un appuntamento imprescindibile per l’economia e la vita delle comunità della Sardegna. Dobbiamo inoltre ricordare che le amministrazioni comunali, i comitati e le associazioni hanno già sostenuto importanti spese per poter programmare gli eventi dell’estate alle porte. Sono circa mille le celebrazioni religiose e laiche che ogni anno si svolgono in tutta l’isola e che testimoniano le antichissime e variegate tradizioni sarde, grazie alle quali possiamo ancora oggi immergerci in una cultura antica alla scoperta di suoni e di armonie sconosciute, di balli con ricchi costumi tradizionali, di gare poetiche fuori dal tempo oltre a poter gustare una grande varietà di prodotti agroalimentari ed agropastorali della nostra isola.»

«La Regione deve impegnarsi affinché le feste della tradizione possano essere organizzate nel rispetto delle misure di sicurezza previste in questa delicata fase 2. Occorre, pertanto, fornire subito direttive certe per quanto riguarda la riorganizzazione degli spazi che possono essere delimitati anche attraverso un’apposita segnaletica e cartellonistica in modo da evitare assembramenti. Negli spazi espositivi dedicati alle manifestazioni fieristiche (al chiuso o all’aperto), la postazione dedicata alla reception e alla cassa può essere ad esempio dotata di barriere fisiche, e le modalità di pagamento adottare potrebbero essere soltanto elettroniche. Inoltre, è anche possibile mantenere un registro delle presenze per una durata di 14 giorni. Le misure al vaglio sono tante e di diverso tipo ma occorre mettersi subito al lavoro per ridisegnare le feste del dopo Covid. Per quanto riguarda l’oggi, invece, la priorità dev’essere aiutare i lavoratori in difficoltàconclude la capogruppo del Movimento 5 stelle -. Non dimentichiamo i nostri giostrai, i nostri ambulanti, come ribadito più volte, nessuno deve essere lasciato indietro.»

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«Non abbiamo alcuna intenzione di fare passi indietro sulla sicurezza dei cittadini. La tutela della salute dei sardi, così come quella dei turisti che scelgono la nostra bellissima Isola come meta delle proprie vacanze, è e resta una priorità.»

Lo ha detto oggi l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu. «Abbiamo portato avanti una proposta concreta che ci permetta di certificare la negatività al virus per chi, dal tre giugno, dovesse arrivare in Sardegna».

«Ad oggiprosegue Mario Niedduattendiamo che il governo prenda una posizione e dia risposte chiare. La Sardegna, come ribadito dal presidente Christian Solinas, apre le braccia al turismo. Un comparto fondamentale per l’economia del nostro territorio. Non intendiamo abdicare alla sicurezza e alla salute. Le misure adottate per contenere l’epidemia nell’Isola hanno dato risultati molto positivi sul fronte della diffusione del contagio, risultati ottenuti con grande sacrificio, e che oggi ci consentono di poter guardare realisticamente a un graduale ritorno alla normalità.»

«Poter certificare gli ingressi ci consentirebbe un vantaggio importante, perché, è bene ricordare, questa pandemia non si è ancora spenta. La richiesta della Regione è chiara: poter attestare lo stato di salute di chi arriva sul nostro territorio. Negarci questa possibilità rischia di vanificare i risultati raggiunti finora, che ci vedono fra le regioni meno colpite dal Covid-19», conclude l’assessore regionale della Sanità.